A MORTE L'IGNORANZA

di Chiara Rai

Molti a Oppido Mamertina non capiscono come i militari abbiano potuto indignarsi e lasciare addirittura la processione della Madonna soltanto perché i cittadini in processione si sono fermati sotto casa di un boss in ossequio alla mafia. Il problema è che hanno fatto fare l'inchino alla Madonna: un malaffare che si congiunge ad un marcio divenuto collettivamente lecito tanto da volerlo fare apparire candido. Tanto che persino la Chiesa si piega di fronte ad un boss malavitoso. Siamo in provincia di Reggio Calabria dove non molto lontano, soltanto qualche settimana fa, Papa Francesco scomunicava gli 'ndranghetisti a Cassano sullo Jonio. Il presidente dei vescovi calabresi esprime il suo disappunto affermando che i preti avrebbero dovuto scappare dalla processione in odore di 'ndrangheta e condannare dunque quel gesto ignobile anche con la punizione di non permettere altre processioni per qualche anno. Se non altro la Chiesa avrebbe predicato le parole dell'umile Bergoglio che dopo averci messo la faccia, ha dovuto assistere ad una simile scena di preti che sono rimasti in silenzio senza condannare questa riverenza al cancro del nostro paese. Una bestia velenosa che silente è entrata nel dna di quella gente che difende gli assassini che con il sangue hanno prolificato il male di tutti i mali: la corruzione, il malaffare, l'antistato. Un aiuto apparente, non una mano tesa ai bisognosi. Che sia condannata l'ignoranza.




NEMI, BANDE RIVALI: UNA RISSA ANNUNCIATA

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Poteva sembrare una scena da Far West. Nemi si è prestata come scenario naturale di una rissa che forse non si era mai verificata in queste dimensioni. Il fatto è che chi adesso si trova agli arresti domiciliari, parliamo del gruppo di Nemi, si aspettava presumibilmente un episodio del genere, in quanto, da indiscrezioni pare che i tre fratelli Cavalieri, armati di coltelli si fossero nascosti in piazza pronti ad intervenire contro il gruppo di ragazzi Rocca di Papa.

E così, come già detto, si è consumata una maxi rissa a Nemi in piazza Umberto I a suon di spranghe e coltellate tra nemesi e roccheggiani la notte appena trascorsa. Il bilancio è di 10 arresti per rissa aggravata, operati dai carabinieri della compagnia di Velletri diretti dal Capitano Davide Occhiogrosso, compresi i militari della stazione di Nemi guidati dal Maresciallo Capo Fabio Adinolfi. Sei sono i feriti di cui due sono stati trasportati all'ospedale di Albano e quattro alla vicina Velletri.

Le ferite sono state causate dai coltelli: tra i più gravi una lesione alla coscia ( al malcapitato sono stati cuciti venti punti e un'altra ad una mano). Tra le persone arrestate anche Giacomo Cavalieri insieme ai suoi due fratelli. Giacomo è conosciuto a Nemi con il soprannome di "Elvis" noto per avere un debole per le belle donne e per la sua stravaganza di look: sempre in moto, vestito in nero con lunghe basette alla "Elvis". L'uomo, sulla trentina, avrebbe già un grave precedente alle spalle per aver dato una sprangata in testa ad un giovane. E sembrerebbe anche che sullo stesso pesi una accusa di stalking ai danni di una donna del paese delle fragole.

La rissa si è animata intorno alla mezzanotte, orario esatto in cui è arrivata la prima segnalazione ai carabinieri. Le pattuglie sono arrivate sul posto intorno alle 24 e 10 minuti, giusto il tempo di raggiungere piazza Umberto I. Poi sono arrivati i rinforzi. La polizia di Genzano è intervenuta nella prima fase della violenta zuffa. I bastoni sono stati sequestrati mentre i coltelli non sono stati ancora trovati sebbene sia certo l'utilizzo da parte degli attori della rissa.

Gli investigatori ancora devono accertare il movente, c'è chi parla di vecchi rancori o addirittura di una ragazza che avrebbe fatto esplodere la rabbia tra i due gruppi opposti. Secondo fonti non ufficiali però, sembrerebbe che un personaggio del gruppo di Nemi, forse proprio Elvis ma non vi è certezza, avesse preso una cotta per una ragazza di Rocca di Papa e che questa si sentisse infastidita in maniera pesante da questo personaggio. Gli amici di Rocca di Papa, all'ennesimo episodio sgradevole di costui nei confronti della ragazza, sarebbero partiti per una "spedizione" punitiva a Nemi, dove ad aspettarli erano già pronti amici e parenti nemesi di questo personaggio nascosti con roncole e coltelli e pronti ad uscire allo scoperto. Durante la rissa sono state letteralmente distrutte due automobili appartenenti sempre a due persone coinvolte nella zuffa che alla vista del sangue degli amici sarebbero scappati a gambe levate lasciando due automobili vicino la piazza. I dieci arrestati adesso si trovano ai domiciliari in attesa del rito per direttissima che si terrà nelle prossime ore. 

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08/07/2014 NEMI: MAXI RISSA A COLTELLATE IN PIAZZA UMBERTO PRIMO



NEMI – BANDE RIVALI: UNA RISSA ANNUNCIATA

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Poteva sembrare una scena da Far West. Nemi si è prestata come scenario naturale di una rissa che forse non si era mai verificata in queste dimensioni. Il fatto è che chi adesso si trova agli arresti domiciliari, parliamo del gruppo di Nemi, si aspettava presumibilmente un episodio del genere, in quanto, da indiscrezioni pare che i tre fratelli Cavalieri, armati di coltelli si fossero nascosti in piazza pronti ad intervenire contro il gruppo di ragazzi Rocca di Papa.

E così, come già detto, si è consumata una maxi rissa a Nemi in piazza Umberto I a suon di spranghe e coltellate tra nemesi e roccheggiani la notte appena trascorsa. Il bilancio è di 10 arresti per rissa aggravata, operati dai carabinieri della compagnia di Velletri diretti dal Capitano Davide Occhiogrosso, compresi i militari della stazione di Nemi guidati dal Maresciallo Capo Fabio Adinolfi. Sei sono i feriti di cui due sono stati trasportati all'ospedale di Albano e quattro alla vicina Velletri.

Le ferite sono state causate dai coltelli: tra i più gravi una lesione alla coscia ( al malcapitato sono stati cuciti venti punti e un'altra ad una mano). Tra le persone arrestate anche Giacomo Cavalieri insieme ai suoi due fratelli. Giacomo è conosciuto a Nemi con il soprannome di "Elvis" noto per avere un debole per le belle donne e per la sua stravaganza di look: sempre in moto, vestito in nero con lunghe basette alla "Elvis". L'uomo, sulla trentina, avrebbe già un grave precedente alle spalle per aver dato una sprangata in testa ad un giovane. E sembrerebbe anche che sullo stesso pesi una accusa di stalking ai danni di una donna del paese delle fragole.

La rissa si è animata intorno alla mezzanotte, orario esatto in cui è arrivata la prima segnalazione ai carabinieri. Le pattuglie sono arrivate sul posto intorno alle 24 e 10 minuti, giusto il tempo di raggiungere piazza Umberto I. Poi sono arrivati i rinforzi. La polizia di Genzano è intervenuta nella prima fase della violenta zuffa. I bastoni sono stati sequestrati mentre i coltelli non sono stati ancora trovati sebbene sia certo l'utilizzo da parte degli attori della rissa.

Gli investigatori ancora devono accertare il movente, c'è chi parla di vecchi rancori o addirittura di una ragazza che avrebbe fatto esplodere la rabbia tra i due gruppi opposti. Secondo fonti non ufficiali però, sembrerebbe che un personaggio del gruppo di Nemi, forse proprio Elvis ma non vi è certezza, avesse preso una cotta per una ragazza di Rocca di Papa e che questa si sentisse infastidita in maniera pesante da questo personaggio. Gli amici di Rocca di Papa, all'ennesimo episodio sgradevole di costui nei confronti della ragazza, sarebbero partiti per una "spedizione" punitiva a Nemi, dove ad aspettarli erano già pronti amici e parenti nemesi di questo personaggio nascosti con roncole e coltelli e pronti ad uscire allo scoperto. Durante la rissa sono state letteralmente distrutte due automobili appartenenti sempre a due persone coinvolte nella zuffa che alla vista del sangue degli amici sarebbero scappati a gambe levate lasciando due automobili vicino la piazza. I dieci arrestati adesso si trovano ai domiciliari in attesa del rito per direttissima che si terrà nelle prossime ore. 

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VITERBO: CONCERTO ALL'ALBA PER FISCHIO MELODICO E ARPA PARAGUAIANA

 

L'Associazione Culturale Jesce Sole presenta la quinta edizione del Concerto all'alba "ROSA FRESCA AULENTISSIMA"  Concerto per fischio melodico e arpa paraguaiana – Elena Somarè Fischio melodico / Lincoln Almada Arpa paraguaiana

di Gennaro Giardino

Viterbo – L’idea originale di integrare fischio e arpa paraguaiana in un suono unico e innovativo nasce da una scelta istintiva, ma avvalorata da alcune considerazioni. La musica sudamericana è soprattutto rappresentata dai più elementari strumenti a fiato –basti pensare al flauto andino-, che molto si accostano al suono del fischio melodico. Tra tutti i suoni il fischio, assieme al tamburo, è quello che più si avvicina alla sensibilità primitiva; è un suono semplice, che si irradia direttamente dal corpo e si avvale del corpo stesso come strumento e cassa di risonanza.
 
Elena Somaré è una delle rarissime interpreti, sul piano internazionale, nel campo della musica per fischio. Artista multimediale, fotografa, videomaker e musicista, si è esibita in molti teatri tra cui: l’Auditorium Parco della Musica e il Teatro Sistina a Roma; il Piccolo Teatro di Milano; il Reial Cercle Artistic de Barcelona e molti altri. Il concerto di Viterbo permetterà al pubblico di apprezzare di nuovo Lincoln Almada, uno dei più grandi arpisti della scena internazionale, già ospite solista di straordinario successo di una passata edizione del Concerto all’Alba.
 




CURA DI VETRALLA: L'ESTATE IN PIAZZA ACCENDE I MOTORI E SI PREPARA PER IL 19 E 20 LUGLIO

di Gennaro Giardino

Cura di Vetralla (VT) – I ragazzi dell'oratorio della Parrocchia di S.Maria del Soccorso, dato l'entusiasmo percepito e dimostrato durante le attività estive da bambini e genitori, vogliono contribuire affinché l'oratorio sia un luogo di ritrovo, di gioco e di divertimento, attivo non solo durante la stagione estiva ma, per l'intero anno.
A tal fine organizzano un evento che si svolgerà durante le giornate di sabato 19 e domenica 20 luglio presso il cortile parrocchiale di Cura di Vetralla. Sabato 19 è prevista, alle ore 20.00, l'apertura dello stand gastronomico presso il cortile parrocchiale accompagnato da musica live di "Roberto R e le sue fisarmoniche", balli di gruppo e di coppia. Nella giornata di domenica 20 luglio al fine di coinvolgere anche gli amici animali, è stata organizzata alle ore 17.00 presso l'oratorio, un'esposizione canina amatoriale di bellezza, alla quale potranno partecipare bambini e adulti con il proprio cane. Il cane partecipante verrà controllato da un veterinario e valutato dai giudici di gara.  A ciascun partecipante verrà rilasciato l'attestato di partecipazione e un premio ai primi classificati.

Per poter partecipare, o avere ulteriori informazioni basta inviare un’ e-mail all’indirizzo: estateinpiazza@gmail.com oppure telefonare ai numeri:
•        340 841 11 09;
•        393 02 927 83;

Alle ore 20.00 ci sarà l'apertura dello stand gastronomico accompagnato da musica live, dj Set e la lotteria "indovina il peso". La lotteria consiste nel cercare di indovinare il peso di un prosciutto, chi indovinerà, o si avvicinerà di più al peso reale, se lo porterà a casa.

 




MARINO LAZIALE: IL CONSIGLIO DI STATO SBLOCCA I LAVORI PER IL CENTRO COMMERCIALE LIDL SU VIA DEL LAGHI

di Chiara Rai

Marino LazialeRiprenderanno i lavori per una prossima apertura di un contestato punto vendita di un ipermercato della catena Lidl in via dei Laghi al km 5,600 nel Comune di Marino.

Il Consiglio di Stato si è appena pronunciato annullando di fatto i provvedimenti che cancellavano i permessi di costruire da parte del Comune di Marino la cui medesima linea è stata sempre sostenuta anche dall'Ente Provincia di Roma.

Soddisfatto l'avvocato Giuseppe Petrillo, difensore del signor Fanasca. Quest'ultimo aveva concesso in locazione l'immobile alla Lidl quando è intervenuto a ciel sereno il provvedimento di annullamento dei permessi da parte di palazzo Colonna. Ma dopo tante controversie si è fatta chiarezza: "La Lidl – fa sapere l'avvocato Giuseppe Petrillo, raggiunto al telefono – anch'essa parte in giudizio, potrà riprendere i lavori finalizzati ad una prossima apertura del centro commerciale.

Siamo contenti che le ragioni del mio assistito siano state accolte in pieno". Dunque un centro Lidl sull'antica via dei vini. Che piaccia o no, sorgerà tra le polemiche ma anche le soddisfazioni dei residenti dei Castelli Romani che vedono sempre più modernizzarsi un territorio in continuo sviluppo alle porte di Roma.




YARA GAMBIRASIO: NUOVO ESAME DEL DNA PER MASSIMO BOSSETTI

Redazione

Bergamo – Verrà ripetuto l'esame di Dna. E' durato circa tre ore l'interrogatorio in carcere di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore arrestato per l'omicidio di Yara Gambirasio. E' stato lo stesso Bossetti a chiedere di essere interrogato. Il pm Letizia Ruggeri ha lasciato il carcere di Bergamo. Bossetti ha ribadito di essere innocente e non ha fatto nomi di altre persone. Quel che è certo è che verrà ripetuto l'esame del Dna. E' quanto hanno detto i suoi legali dopo l'interrogatorio. "Questa è una indagine pazzesca e non possiamo credere di poterla smontare in una settimana". Lo ha spiegato l'avvocato di Massimo Giuseppe Bossetti, Claudio Salvagni, al termine dell'interrogatorio in cui Bossetti "ha risposto a tutte le domande". "Voglio dimostrare che sono innocente", aveva ribadito prima dell'interrogatorio ai suoi legali Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni, continuando a dire: ''Io non ho mai visto Yara''. Bossetti avrà dovuto spiegare come mai il suo Dna sia stato trovato sul corpo della ginnasta tredicenne il 26 febbraio del 2011, a tre mesi esatti dalla scomparsa in un campo di Chignolo d'Isola. L'uomo ha frequenti perdite di sangue dal naso e potrebbe azzardare che qualcuno abbia usato dei suoi attrezzi da lavoro per tagliare i leggins e gli slip di Yara. In quel campo, qualche tempo dopo il ritrovamento della ragazza, tornò con la moglie. A dire della donna, per curiosità e senza conoscere la strada, tanto che faticarono a trovarlo. Bossetti è soprattutto intenzionato a smentire ciò che dai giornali ha appreso riguardo alcune testimonianze che gli inquirenti bergamaschi avrebbero raccolto. Qualcuno sostiene che si assentasse qualche volta dal lavoro con delle scuse e il muratore afferma che sia accaduto solo in rare occasioni e sempre per un motivo valido. Avrebbe una spiegazione anche per quella discrepanza che riguarda il centro estetico in cui andava a fare le lampade (raramente secondo lui, di frequente secondo la titolare). 




ROMA SCANDALO PROSTITUZIONE MINORILE: ARRESTATO FURIO FUSCO, TITOLARE DI UNA AGENZIA DI MODELLE ADESCAVA MINORI

Redazione

Roma – Ancora sesso e ragazzine utilizzate al centro di inchieste romane. Un fotografo di 51 anni, Furio Fusco, titolare di una nota agenzia di modelle e attori per spot televisivi, è stato arrestato a Roma con l'accusa di adescamento di minori, pornografia minorile aggravata e prostituzione minorile. L'uomo avrebbe raggirato le giovani, tra i 14 e i 17 anni, spingendole a posare nude e a prestarsi ad atti sessuali, promettendo loro notorietà. L'indagine è partita dall'inchiesta sulle baby prostitute ai Parioli. Gli investigatori sono convinti che il 51enne fosse del tutto consapevole dell'età delle ragazze coinvolte, tanto da aiutarle a falsificare le generalità sui documenti di identità, affinché risultassero maggiorenni in occasione della partecipazione ai casting. Secondo l'accusa, l'uomo individuava abilmente le giovani disponibili a incontrarlo all'insaputa dei genitori e a posare senza inibizioni in foto pornografiche, nonché a prestarsi al compimento di atti sessuali nel corso delle sedute fotografiche. "Le indagini, avviate a maggio dai militari di via in Selci, hanno consentito di acquisire in brevissimo tempo rilevanti riscontri alla fondatezza delle testimonianze acquisite, dimostrando come effettivamente l’indagato abbia posto in essere una vera e propria attività criminale organizzata e lungamente sperimentata", spiegano i carabinieri in un comunicato. "Il monitoraggio ha infatti evidenziato come l'uomo fosse solito prospettare alle giovanissime ragazze che si presentavano presso la sua agenzia in cerca di lavoro, un possibile e facile successo nel mondo dello spettacolo, mediante la realizzazione di book fotografici contenenti immagini sessualmente provocanti", aggiungono i militari. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Gip presso il Tribunale di Roma, Giulia Proto, su richiesta del Procuratore Aggiunto, Maria Monteleone, e del Sostituto Procuratore, Cristiana Macchiusi, della Procura della Repubblica di Roma. Fusco si trova ora recluso nel carcere di Regina Coeli, a Roma.




BERLUSCONI E CONFALONIERI, PROCESSO MEDIATRADE: ASSOLTI

Redazione

Milano – Vittoria per l'ex Cav. Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, imputati a Milano nel processo Mediatrade, sono stati assolti. La Procura nei loro confronti aveva chiesto rispettivamente 3 anni e 2 mesi e 3 anni e 4 mesi di carcere. I giudici hanno dichiarato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione del reato di frode fiscale per l'anno 2005, mentre per gli altri anni l'assoluzione è arrivata con la formula "perché il fatto non costituisce reato". La decisione del collegio è arrivata dopo cinque giorni di camera di consiglio. Nessuno dei dieci imputati è stato condannato. Il tribunale di Milano ha invece deciso o di assolverli oppure di dichiarare il non luogo a procedere o per prescrizione del reato o per carenza di giurisdizione. "E' una sentenza molto importante e ovviamente siamo soddisfatti, perché è stata riconosciuta la totale estraneità di Pier Silvio Berlusconi rispetto alle accuse". Lo ha detto l'avvocato Niccolò Ghedini commentando la sentenza. "Secondo noi doveva finire così, con un'assoluzione, anche il processo a carico di Silvio Berlusconi", ha aggiunto rispondendo a chi ha chiesto se si potevano paragonare il caso Mediaset, per il quale l'ex premier è stato condannato in via definitiva, a quello Mediatrade. L’innocenza del presidente Fedele Confalonieri e del vicepresidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi nel processo Mediatrade è stata stabilita oggi dal Tribunale di Milano. Confermata quindi la totale estraneità dei vertici della società dalle accuse contestate. Dopo cinque anni dall’apertura delle indagini e cinque giorni consecutivi di camera di consiglio, i giudici della Seconda Sezione penale di Milano sono arrivati a conclusioni ben meditate che coincidono con la posizione sempre sostenuta da Mediaset: nessun reato.




TRIGGIANO: SFRUTTAMENTO DEL LAVORO NERO NEI CAMPI

Redazione

Triggiano (BA) – I Carabinieri della Compagnia di Triggiano hanno eseguito un ampio servizio di controllo straordinario del territorio finalizzato al contrasto del c.d. fenomeno del "caporalato" e dello sfruttamento del "lavoro nero" nei campi agricoli. Nel corso del servizio sono stati individuati complessivamente 22 lavoratori irregolari, tutti del luogo, sorpresi in alcuni vigneti del comune di Noicattaro privi della necessaria documentazione attestante la regolare assunzione da parte del datore di lavoro. Nei confronti dei datori di lavoro titolari di due aziende agricole, un 76enne di Casamassima e una 57enne di Noicattaro deferiti in stato di libertà, sono state contestate violazioni amministrative per un importo di 90mila euro. L'operazione si inquadra in una serie di servizi straordinari di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale Carabinieri di Bari che continueranno nei prossimi mesi nelle campagne dell'hinterland barese.




PADOVA, DROGA E MERCI PROIBITE IN CARCERE: 16 ARRESTI

Redazione

Padova – Avevano organizzato un fiorente commercio i 16 appartenenti al gruppo criminale arrestati questa mattina dagli uomini della Squadra mobile di Padova, al termine dell'operazione "Apache", con l'accusa di traffico di sostanze stupefacenti e corruzione di pubblici ufficiali. Una trentina le perquisizioni svolte in diverse città italiane.

Il gruppo criminale era specializzato nel far arrivare merce proibita all'interno del carcere padovano, soprattutto droga e materiale tecnologico come telefoni cellulari, chiavette usb, hard disk e schede sim.

La merce arrivava così ai detenuti, alcuni dei quali in massima sicurezza perché appartenenti a importanti cosche mafiose.

Le indagini, coordinate dal Servizio centrale operativo (Sco) e dalla Direzione centrale servizi antidroga (Dcsa), hanno accertato che il traffico avveniva grazie a sei agenti penitenziari corrotti, arrestati insieme a un avvocato del foro di Rovigo e altre otto persone che si occupavano di reperire la merce da consegnare in carcere. L'ultimo a finire in manette è stato un uomo che durante una perquisizione è stato trovato in possesso di oltre due chili di marijuana.

L'attività investigativa si è sviluppata partendo dal monitoraggio svolto su un gruppo di spacciatori attivo nel centro cittadino. Dalle intercettazioni telefoniche è emerso il contatto con gli elementi del gruppo criminale per il rifornimento di droga da vendere ai detenuti.

L'organizzazione agiva come una specie di tribù, che manteneva stretti contatti con i detenuti, i loro familiari e con ex reclusi.

Il leader della banda era chiamato "Grande capo", come il comandante degli indiani Apache (da cui deriva il nome dell'operazione), ed era colui che percepiva, anche tramite vaglia postali, i pagamenti per le merci consegnate. I prezzi oscillavano tra 200 e 500 euro, a seconda che si trattasse di eroina, cocaina, hashish, metadone, o altri tipi di oggetti.

Ai fini del buon esito delle indagini, si è dimostrata essenziale la collaborazione investigativa con la Polizia penitenziaria, che ha strettamente cooperato con la Squadra mobile di Padova.

L'operazione di questa mattina, è stata condotta a termine con l'ausilio Reparto prevenzione crimine di Padova, delle Squadre mobili di Belluno, Lecce, Matera, Napoli, Rovigo, Salerno, Torino, Trieste, Venezia, Varese, Verona, Vicenza e del commissariato di Porto Tolle (Rovigo).