Gli angeli dei nostri tempi: i volontari dell’associazione Chiara per i bambini del Mondo

Come asseriva Wim Wenders “gli angeli dei nostri tempi sono tutti coloro che si interessano agli altri prima di interessarsi a sè stessi”. Forse Wenders parlava anche dei volontari dell’associazione Chiara per i bambini del Mondo. Li ho conosciuti ed ho avuto la possibilità di poterci passare alcune significative serate insieme ad assistere dei senzatetto presso la stazione di Roma Termini.

La video intervista a Luciano Biazzetti fondatore dell’associazione

La prima serata siamo partiti in nove in un furgoncino colmo di capi di abbigliamento e cibo natalizio tra cui non potevano mancare qualche cassa di champagne e prosecco per brindare. Era la notte del 25. Luciano Biazzetti è il padre dell’associazione, l’autista del furgone e soprattutto un uomo di rara gentilezza ed esperienza. Col sorriso sulle labbra ti racconta per ore le sue innumerevoli avventure tra persone indigenti e bisognose ma anche tra i bambini dell’Africa e del Brasile dove Chiara per i bambini del mondo ha tirato su con le proprie mani una scuola. Cos’ è riuscita a dare nuova vita ad una favela largamente colpita dalla povertà, dalla criminalità ma dove vive anche una grande voglia di cambiare. Quando salgo sul furgone con la telecamera, inizio a guardarmi intorno e a fare la conoscenza degli altri volontari. C’è chi segue Luciano da 4 mesi, chi da 2 anni, chi da 5 anni. Sono padri di famiglia, insegnati, ragazzi giovani che due volte a settimana decidono di dedicare il loro tempo agli altri. Arriviamo alla Piazza dei Cinquecento, lì dove fermano tutti gli autobus. Spento il motore si avvicina un clochard. Porta la sua casa tra le mani tenendo il suo piccolo guardaroba nello zaino raccattato chissà dove. Ci sorride e ci saluta, “vi stavo aspettando, auguri”. Mercoledì, 2 gennaio sono morti di freddo due senzatetto a Milano e Roma.

Ora capisco, parlando con queste persone che il freddo è uno dei loro nemici più acerrimi contro il quale nulla si può fare. In pochi minuti i volontari sistemano il tavolo e predispongono le derrate alimentari. Si avvicinano in molti: stranieri, forse immigrati e molti italiani. Mi colpisce subito una signora anziana distinta e di una cordialità antica. Chiede se può servirsi e mangiando ci racconta la sua storia. La prima di tanti vissuti personali che conoscerò con l’associazione. La signora ci spiega che è costretta a cibarsi alla mensa dei poveri dato che la sua misera pensione le permette di pagare solo un piccolo bugigattolo per dormire riparata dal freddo. Un altro signore (da 46 anni in strada) dalla capigliatura bizzarra e dalla parlantina svelta dorme in macchina a San Lorenzo e durante il giorno si dedica al volantinaggio. Un altro invece mi confessa di dormire sotto al Cnr (consiglio nazionale delle ricerche) e di sentirsi una cavia. Secondo lui il problema principale è il lavoro. Non sbaglia: molti di quelli che vengono per un caffè caldo e una fetta di panettone sono uomini di una cinquantina di anni che hanno perso il lavoro e che combattono con struggente sussiego per non barattare e perdere la loro dignità.

Mi sono domandato come si faccia in uno stato del genere. Forse travisando quelle difficoltà in un racconto mentale che ripetuto all’infinito diventa prima realtà e, poi, la loro salvezza: un signore mi ha detto che quando si sveglia la mattina si alza, fa colazione e va a prendere un po’ di sole per Roma mentre fa una passeggiata ammirando i monumenti. Quella sera del 25 dicembre ho visto persone chiedere un aiuto che mai avrei pensato avessero bisogno. Sono stato tradito dalla loro umiltà nell’avvicinarsi e nel chiedere. Mi ha sferzato il cuore, l’educazione di due bambini di forse 6 o 7 anni accompagnati dai propri genitori.

Il nostro Babbo Natale, Valerio, ha regalato loro un paio di guanti e una sciarpa. Anche mercoledì 2 gennaio, Chiara bambini per il mondo era a Roma Termini. Durante il tragitto Luciano ha raccontato di quando portavano il loro aiuto anche alle persone che dormono alla stazione Tiburtina. Lì i senzatetto si raggruppano in fazioni spesso contraddistinte dalla differente nazionalità e, sovente, la serata termina in una pericolosa rissa per tenere qualche vestito in più. Questa volta, a Roma Termini, i volontari hanno portato decine di cartoni colmi di capi di abbigliamento. Il freddo è tagliente. I clochard si ammassano come in uno sciame e terminata la raccolta non restano neanche quella decina di scatoloni, divenuti ormai mura di una casa. Tra loro spicca una ragazza di nome Chiara (fittizio) che dice di studiare ingegneria informatica all’Università nonostante siano anni che vive per strada. Al caldo del primo piano della stazione, ci intrattiene con una sinfonia al pianoforte.

Un altro signore straniero si avvicina per ringraziare e per spendere due parole con noi. Vuole raccontarci come è la vita per strada. L’uomo denuncia la mancanza di strutture che dovrebbero raccogliere quasi 10 mila persone (le strutture preposte all’accoglienza del comune di Roma possono raccogliere massimo 1533 persone), tutti hanno diritto ad un riparo. Ci spiega perché è così incessante soprattutto la richiesta di pantaloni nuovi: durante la notte con un taglierino bucano le tasche per rubare il portafogli. “Il problema più grande -confessa- non sono i soldi ma i documenti”. Una volta persi, l’iter per riacquisirli diventa eccessivo. Così si diventa degli invisibili. Il giovane è schietto e confessa di aver commesso, anche se saltuariamente, dei piccoli furti per poter sopravvivere. Ma la criminalità nelle ore più buie intorno a Termini è terribile. Gli chiediamo dove dorme. C’è chi prende sonno al caldo della stazione prima di essere buttato fuori al gelo per passare la notte, chi tra due intercapedini, chi dorme addirittura in piedi, chi su un carrello per prevenire i molti furti, chi sulla linea di autobus N7, quella notturna.

Prima di andarcene un clochard ha chiesto ad un nostro volontario: “Roberto, tornate anche lunedì?”. E facendoci gli auguri e stringendoci le mani, molti ci hanno ringraziato per la nostra amicizia, per il nostro affetto, per le nostre chiacchierate e per un po’ di normalità. A pensarci bene Wenders non aveva tutte le ragioni. Dalla in una sua canzone affermava: “Gli angeli, Sono milioni di milioni e non li vedi nei cieli ma tra gli uomini sono i più poveri e i più soli quelli presi tra le reti”.




Da “Mani Pulite” alla legge spazzacorrotti. L’intervista allo storico magistrato Gherardo Colombo (2 parte)

Il 9 gennaio scorso L’Osservatore d’Italia ha intervistato lo storico magistrato Gherardo Colombo.

Il suo nome rievoca transizioni fondamentali della Repubblica italiana come Tangentopoli, la loggia massonica P2, il delitto Ambrosoli, i fondi neri dell’Iri.

Il dottor Colombo ricostruisce il suo pensiero sui risultati di Mani Pulite e sulle proposte legislative in tema di corruzione emanate dal governo gialloverde.

Nel corso della puntata di giovedì scorso della trasmissione Officina Stampa di Chiara Rai, si è discusso delle parole di Gherardo Colombo riguardo il sistema carcerario italiano che non rispetta il dettame costituzionale espresso dall’articolo 27 non garantendo nemmeno il diritto alla salute.

Seconda parte della video intervista a Gherardo Colombo trasmessa a Officina Stampa del 24/01/2019

Quindi, è urgente un ampliamento delle strutture carcerarie in modo da ottemperare al rispetto dello giusto spazio vitale del detenuto ma anche una rivalutazione tout court dei risultati ottenuti della limitazione della libertà personale.

Se si analizza il dato secondo cui il 69% dei detenuti sono recidivi contro il 19% di coloro che vengono destinati agli arresti domiciliari, è pleonastico che qualcosa non va. Se lo scopo ultimo del sistema persecutorio è la riabilitazione del condannato, allora bisogna approfondire gli effetti prodotti dall’affidamento in prova ai servizi sociali per i casi di minorenni condannati dal tribunale dei minori.

Passando alle iniziative del governo gialloverde, Gherardo Colombo considera la nuova riforma della prescrizione incomprensibile. Facciamo un po’ di chiarezza. Anche questa riforma rientra nella più ampia legge Anticorruzione proposta dal ministro di Grazia e Giustizia Alfonso Bonafede.

A partire dal 2020 la prescrizione, ossia la morte giuridica del reato, si fermerà una volta decorso il primo grado di giudizio. Perché il 2020? Il governo ha deciso che una riforma della prescrizione può produrre gli effetti sperati solo dopo un più ampio riordino del processo penale, in agenda per il 2019.

Colombo afferma che “la maggior parte dei reati vanno prescritti nell’indagine preliminare, allora sarà meglio agire lì”.

In Italia la prescrizione comincia a decorrere dal momento in cui viene commesso il reato e non dal momento in cui viene scoperto dalla magistratura. Se a ciò aggiungiamo l’obbligatorietà dell’azione penale da parte del pubblico ministero (art. 112 Costituzione) e l’abnorme numero di processi che il pm deve sostenere, il risultato è una necessaria cernita che priviolegia sempre, o quasi sempre, i processi che richiedono indagini celeri e meno dispendiose. Ergo, i reati come la corruzione che comportano rogatorie estere, intercettazioni telefoniche, lettura di documenti bancari, saranno destinate a non emergere mai.

Anche per questo, nel 2017 la commissione europea Greco ha consigliato all’Italia di agire sulla prescrizione nell’ambito della corruzione.

La questione principale è capire se tale istituto è una garanzia per l’imputato oppure un escamotage per il colpevole.

La prescrizione è una causa della lunghezza dei processi e non già una sua conseguenza. Essa rientra in una strategia dilatoria che gli avvocati sono quasi costretti a consigliere ai loro clienti colpevoli. In Italia mancano filtri per bloccare il ricorso in appello e soprattutto non è prevista la riformatio in peius. Così l’imputato ricorrendo in appello sa bene che il giudice, nella peggiore delle ipotesi, può riconfermagli la condanna di primo grado ma mai, comunque, inasprirla. La controparte afferma però che il blocco al primo grado di giudizio della prescrizione farà durare i processi all’infinito. Ma a giudicare dell’inerzia dei magistrati c’è già il Csm, la Procura Generale giudica quella del tribunale e la Cassazione quella delle Corti d’Appello. Non bisogna dimenticare poi che la prescrizione (dimezzata dalla legge Ex-Cirielli) vale anche per i casi di omicidio colposo e stupro.

Basta leggere le cronache per sapere che il caso di Viareggio o Rigopiano sono prossimi alla prescrizione e quindi all’impunità dei colpevoli e che molti stupratori hanno giovato della prescrizione: famoso il caso del padre che anche essendo accusato di aver violentato la figlia, è stato salvato da sopraggiunta prescrizione. I giudici hanno chiesto scusa al popolo italiano. Altro che “la prescrizione ha un’etica” come chiosa il ministro della pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, già avvocato di Giulio Andreotti prescritto per concorso esterno in associazione mafiosa (ma colpevole fino alla primavera del 1980).

Gianpaolo Plini




Legge anticorruzione, agente provocatore e daspo: due misure per gli sprovveduti?

Il video confronto a distanza tra l’ex magistrato Gherardo Colombo e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede con il commento di Federica Nobilio (FdI)

Il 9 gennaio scorso L’Osservatore d’Italia ha intervistato lo storico magistrato Gherardo Colombo. Il suo nome rievoca transizioni fondamentali della Repubblica italiana come tangentopoli, la loggia massonica P2, il delitto Ambrosoli, i fondi neri dell’Iri.

Il dottor Colombo ricostruisce il suo pensiero sui risultati di Mani Pulite e sulla legge anticorruzione, emanata dal governo gialloverde, intitolata “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici”. Legge pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 13 del 16 gennaio 2019. Il testo della legge, che il Governo ha presentato come “Spazzacorrotti”, consta di un unico articolo composto di ben 30 commi, secondo una controversa tecnica legislativa. .

Gherardo Colombo giudica lo strumento giudiziario un mezzo inadatto a perseguire la corruzione attraverso l’adagio “la corruzione è rimasta, il pudore sparito”, servirebbe perciò “maggior fiducia” tra gli italiani.

Secondo l’ex magistrato, la legge Spazzacorrotti non introduce provvedimenti fondamentali

Legge Spazzacorrotti: il video confronto a distanza tra il ministro Alfonso Bonafede e l’ex magistrato Gherardo Colombo

L’agente sotto copertura e il daspo

L’agente sotto copertura, che rischia di diventare un agente provocatore potenziato dall’immunità per i reati commessi durante le sue missioni, e il daspo presentano dei risvolti ambigui “che potrebbero facilitare la corruzione andando a scovare soltanto gli sprovveduti non quelli davvero radicati nel sistema”.

I lettori, molti dei quali hanno vissuto gli anni di Mani Pulite, si chiederanno come sia possibile che un ex magistrato come Gherardo Colombo affermi che il sistema giudiziario così come è risulta essere pressoché inutile? La risposta non è semplice. Leggendo due meravigliosi libri dell’ex pm “Il vizio della memoria” e soprattutto “Sulle regole” editi Feltrinelli si capisce che la rivoluzione colombiana è innanzitutto culturale.

Colombo parla di contrasto tra società verticale (la nostra) e società orizzontale. La seconda scaturirebbe dal rispetto degli articoli 2 e 3 della nostra costituzione e dei principi espressi dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Ha capito che il problema sta in una cultura di illegalità prona al servilismo ed ai giuochi di potere. Per questo passa molto del suo tempo nelle scuole a spiegare agli studenti cosa è la legalità ed il rispetto delle regole. Il suo giudizio sul sistema giudiziario corrente non va travisato ed alienato dal suo contesto di transizione culturale e quasi antropoligica.

La corruzione non è un fenomeno solo italiano

Clemenceu asseriva che non c’è democrazia che ne sia al riparo. Ma la nostra depravazione raggiunge livelli inimmaginabili che richiedono una risposta forte delle istituzioni. Secondo l’ultima ricerca di Eurispes (nell’ambito dell’Ocse) il tasso di corruzione in Italia è del 90% e genera secondo la Banca Mondiale una perdita tra lo 0,5 e l’1 punti percentuali di pil rubando 60 miliardi di euro l’anno. La nostra situazione rischia di aggravarsi e forse ha poco a che fare con un sistema di fiducia tra gli italiani. Transparency International ci pone al 60° posto insieme a Cuba per ingerenza di trame corruttive. L’85% degli italiani pensa che la corruzione sia un fenomeno legato alle alte sfere del potere.

Lo Spazzacorrotti, che è stato tradotto in legge l’11 gennaio 2019, prevede l’introduzione del Daspo, sconti di pena per chi collabora, aumento delle pene (1 a 3 anni la minima, da 6 a 8 anni la massima), l’agente infiltrato e l’utilizzo del Trojan per i reati con pena “non inferiore a i 5 anni”.
Colombo ricorda nell’intervista come, se ci fosse stato il daspo ai tempi di Tangentopoli, “non avrebbe lavorato nemmeno un’impresa italiana”.

Le imprese, però, durante Mani Pulite non subivano nessun tipo di coercizione ma destinavano una parte dei loro bilanci direttamente alla tangente. Era per questo un sistema acclarato. Perciò è stato introdotto il daspo che inserisce il divieto a vita, per i condannati almeno a due anni di pena, di contrattare con la pubblica amministrazione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. La corruzione è un fenomeno seriale e diffusivo che dà luogo a mercati illegali in concerto con le organizzazioni criminali.

Per quanto riguarda gli sconti di pena bisogna definire la corruzione come un reato a concorso necessario ad a elevata cifra nera. Esiste una reale sperequazione tra fatti commessi e quelli denunciati. L’unica modalità per interrompere un legame corruttivo è quello di incentivare la collaborazione con le forze dell’ordine e inasprire le pene per chi non lo fa.

Federica Nobilio (FdI): fenomeno della corruzione legato ad una logica culturale

Il consigliere di Albano Laziale Federica Nobilio (FdI), durante la trasmissione Officina Stampa condotta dalla giornalista Chiara Rai, asserisce che “l’agente provocatore va analizzato non nei massimi sistemi; immaginiamo l’uomo con l’impermeabile e gli occhialoni scuri che va a provocare il sindaco che tutti i giorni si ritrova davanti ai problemi dell’amministrazione”. Ma la teoria sostanziale della democrazia afferma come primo dogma l’onestà della classe dirigente la quale deve essere, proprio perché dirigente, immune da logiche illegali. L’agente sotto copertura è previsto per i reati come il traffico di droga, mafia e di armi e l’Italia ha sottoscritto 15 anni fa la Convenzione Onu di Merida che lo richiede.

Legge Spazzacorrotti: Il commento di Federica Nobilio (FdI)

La consigliera ha ragione quando lega il fenomeno della corruzione ad una logica culturale. Ma, poi, la Nobilio continua affermando che: “già questo nome (Spazzacorrotti) crea una suggestione nella persone e dà l’idea che qualcuno in poco tempo trovi la soluzione e eliminerà il problema che è un cancro”.

Provvedimenti, leggi e definizioni “populiste” dal primo governo Berlusconi ad oggi

Sicuramente questo provvedimento è lungi dall’essere la panacea dei nostri mali e la palingenesi dell’italiano, ma almeno è il prodromo di una lotta più concreta. Il nome eccessivamente altisonante del provvedimento rientra in quella retorica populista, pietra angolare del governo grillo-leghista. Giova ricordare però gli innumerevoli provvedimenti rinominati, non a torto, “salvaladri”. Il decreto Biondi del 1994 quando il primo governo Berlusconi vieta la custodia cautelare per i reati finanziari compresa la corruzione garantendo la buona uscita dal carcere di 2764 detenuti tra cui 250 colletti bianchi e decretando lo scioglimento del pool di Mani Pulite. La corruzione si scopre inseguendo il falso in bilancio e le fatture false, il centrosinistra nel 2000 ha depenalizzato le fatture false sotto una certa soglia (la modica quantità per uso personale). La legge Severino presentata come legge anticorruzione invece di combatterla ne svuota il reato: non esiste più l’induzione. E come questa molte altre: l’ex Cirielli, Lodo Alfano, Legittimo Impedimento. Nel 1994 si era pensato ad un think tank per reprimere la corruzione ma le proposte del progetto Cernobbio furono tutte insabbiate. La corruzione rimane il primo problema italiano insieme alla criminalità organizzata e all’evasione fiscale. Colombo si augurava che “almeno negli organismi di controllo spero sia diminuita”, ma così non è. 15 magistrati in questi giorni sono indagati proprio per corruzione.

Gianpaolo Plini




Castelli Romani, trasporto pubblico locale: sciopero di 4 ore indetto per l’8 gennaio

ALBANO LAZIALE (RM) – Ancora una volta Ago Uno Srl e Autolinee Onorati Srl balzano all’onore delle cronache per la protesta e gli scioperi dei lavoratori esautorati dall’inadempimento contrattuale delle ditte.

Martedì 8 gennaio il sindacato Faisa Cisal ha indetto uno sciopero che si prolungherà per quattro ore

Alla contestazione hanno aderito il 70 per cento degli autisti che prestano il loro servizio nei comuni di Albano Laziale, Ariccia, Aprilia, Fiuggi e Lanuvio. Il sindacato fa sapere che il TPL (trasporto pubblico locale) sarà garantito esclusivamente dalle 8:30 fino alle 12:30, mentre i bus non si presteranno all’ingresso delle scuole garantendo il servizio solo per l’uscita.
I lavoratori, coadiuvati dai sindacalisti, sono arrivati alla decisione di indire uno sciopero a seguito dell’annoso ritardo negli emolumenti maturati e del mancato versamento dei fondi complementari e quelli integrativi relativi alla pensione.

L’Osservatore d’Italia aveva già raccontato questa storia

Una vicenda che sembra essere divenuta il leitmotiv delle aziende che si riparano dietro i finanziamenti regionali spesso in dilazione nelle erogazioni.

Già lo scorso luglio, il sindacalista Massimo Vari ha spiegato come in ogni caso le imprese debbano garantire gli stipendi attraverso un fondo stabile e sicuro. Parliamo della stessa società, Autolinee Onorati Srl, che il primo cittadino di Albano Laziale aveva diffidato e messo in mora il 10 ottobre spinto dalle numerose lamentale riguardo il sovraffollamento dei mezzi destinati soprattutto alle scuole, la rottura dei bus senza sostituzioni e i ritardi. Ora che sembra garantire un trasporto corretto nei mezzi e nelle modalità, appare ancora restia a sanare questo contenzioso con i propri lavoratori che dura ormai da diversi anni.

Gianpaolo Plini




La video intervista alla poetessa Flaminia Colella

Per Flaminia Colella la poesia è un mondo dal quale si sente accarezzare, un tempo migliore nel quale ha capito di essere davvero sé stessa. Ma è anche un imperativo che Flaminia non svolge con leggerezza, e come lei, la sua arte non è eterea e morbida ma frontale, diretta, viva.

Gianpaolo Plini




Poesia, la 22enne Flaminia Colella debutta con la raccolta ‘Sul crinale’ ed è subito successo

‘Sul crinale’ è il titolo della raccolta di poesie firmata dalla 22enne Flaminia Colella edita Aletti Editore. Flaminia è una giovane poetessa, ma spera anche di fare il giudice da grande.

Se si leggono le sue poesie, infatti, si capisce immediatamente che non le scrive per vivere ma per sentirsi viva. La scrittura è sempre stata un’urgenza. Flaminia ha cominciato a scrivere diari nel momento in cui ha imparato anche a leggere. Dopo non ha mai smesso di crearsi quel rifugio, quel Tempo salvo. Fino a 20 anni le sue opere consistevano principalmente in canovacci di racconti, tanti mai completati.

L’incontro con la poesia

L’incontro con la poesia, come accade quasi sempre, è avvenuto per caso. Una notte dopo un incubo spaventevole ha scritto di getto Questa notte ho più paura di morire dove ci immergiamo in un’atmosfera onirica e velleitaria da cui ci salvano solo delle mani e degli occhi, anche se per un breve istante perché la sensazione del vento nero, per dirla con Malaparte, rimane. Il giorno seguente, Flaminia scrive un inno all’ardore di vivere con una veemenza quasi dannunziana in Non parlarmi mai di cose che non hanno anima.

‘Sul crinale’ nasce dalla fiducia della madre, a cui è dedicata la raccolta, e da quella della migliore amica che spingono Flaminia a partecipare a vari concorsi. Flaminia vince. Il telefono comincia a squillare: le persone le scrivono per ringraziarla delle sue poesie che sentono loro, gli organizzatori la vogliono nelle presentazioni nelle librerie, nelle radio, addirittura in un programma in Argentina.

Come fa a raggiungere una platea tanto vasta?

Per Flaminia Colella la poesia è un mondo dal quale si sente accarezzare, un tempo migliore nel quale ha capito di essere davvero sé stessa. Ma è anche un imperativo che Flaminia non svolge con leggerezza, e come lei, la sua arte non è eterea e morbida ma frontale, diretta, viva. Esclude le forme e predilige il verso libero che le permette quella sonorità che lega in modo naturale le parole. Secondo Flaminia la poesia rimane un genere di nicchia, ma ciò che può arrivare a tutti è l’autenticità delle emozioni espresse. La scrittura ha accompagnato Flaminia tenendola per mano. Ha compreso che il romanzo ha la capacità di far concentrare su qualcosa mentre la poesia ti dice qualcosa. La poesia in realtà è il regno della libertà totale: ti può dire tutto!

 

Gianpaolo Plini




Albano Laziale, Appia bis: dopo l’ennesimo allagamento e chiusura il M5s interroga il governatore Zingaretti

ALBANO LAZIALE (RM) – Il 12 novembre scorso l’Appia Bis ha subito l’ennesima chiusura dopo un altro allagamento. Questa volta la causa è un malfunzionamento delle pompe di drenaggio su cui deve intervenire l’Astral (Azienda strade Lazio spa) che fa capo alla Regione Lazio. Il 19 novembre è partita un’interrogazione da parte del consigliere regionale a 5 Stelle Marco Cacciatore suffragato dal gruppo 5 Stelle di Albano Laziale nei confronti del governatore dem, neo candidato alla segreteria del PD, Nicola Zingaretti e dell’assessore regionale ai lavori pubblici e alla tutela del territorio e della mobilità Mauro Alessandri.




Amministrazioni comunali sotto la lente: Castel Gandolfo

Come verificare se un sindaco e la sua amministrazione rispettano le promesse fatte in campagna elettorale? Un buon metodo può essere quello di consultare il DUP (Documento Unico di Programmazione) che i Comuni devono rendere pubblico anche sul proprio sito istituzionale.

Abbiamo quindi deciso di passare in rassegna questo documento per alcuni Comuni e dopo aver dato un’occhiata ad Albano Laziale, a Genzano di Roma, Marino Laziale e Rocca di Papa ci occupiamo di quello di Castel Gandolfo guidato dal sindaco Milvia Monachesi. In particolare ci siamo soffermati sulle sue linee programmatiche. Quest’ultime, che comprendono il triennio 2018-2020, sono contenute in un documento separato dal DUP e divergono per eccesso o per difetto rispetto all’opuscolo presentato dal sindaco area Pd Milvia Monachesi al momento delle elezioni.

Nel DUP sono presentate le relative spese per missione che nel primo anno ammontano alla cifra totale di 4 milioni e mezzo anche se per diverse missioni non è stata prevista alcuna spesa come nel caso della Giustizia e del Soccorso Civile. Le linee programmatiche sono suddivise in aree tematiche e, per motivi di spazio, riportiamo i punti che risultano essere salienti ed interessanti per un’amministrazione comunale e per i suoi cittadini.

OFFICINA STAMPA 15/11/2018 – IL VIDEO SERVIZIO SU CASTEL GANDOLFO

Nel primo paragrafo dedicato alla tutela sociale viene menzionato il Question Time

Tale istituto è stato oggetto del consiglio comunale dell’8 ottobre, in occasione del quale è stato approvato un regolamento non senza alcuna frizione come quella avvenuta tra i consiglieri Camerini e Gasperini. Paolo Gasperini si è astenuto dal voto dato che aveva riportato una mozione per allargare il diritto da mezz’ora ad un’ora. Durante lo stesso consiglio l’amministrazione ha provato per la prima volta lo streaming come riporta il consigliere a 5 stelle Belli sulla sua pagina Facebook. Ma l’amministrazione si ferma qui perché non vi è nessuna traccia del bilancio partecipato, della banca dati delle figure professionali del territorio e dell’albo dei cittadini in cerca di lavoro.

La sezione dedicata all’ambiente

Il comune di Castel Gandolfo sta trovando molte difficoltà a garantire la riapertura del sentiero che circonda il lago anche se il ministero dell’ambiente ha stanziato 4 milioni di euro per la programmazione dei lavori di riparazione che dovevano terminare nel 2013. Mantenuto la promessa dell’assegnazione degli spazi dell’ex mattatoio oggi occupati dalla Protezione Civile come anche la creazione di una seconda casetta dell’acqua (ACEA).

I cittadini possono, poi, beneficiare di un servizio bus-navetta che collega il centro storico alla stazione ferroviaria e le coste del lago. Per le fermate autobus in via Appia sono state installate, come prospettato nelle linee programmatiche, le pensiline.

Ma restando nella zona dell’Appia c’è da segnalare come l’amministrazione si era impegnata nel bandire una gara per l’assegnazione di chioschi (nel Parco Archeologico Ibernesi e non solo) ma sembrerebbe che nessuno vi aveva partecipato: l’assegnatario avrebbe dovuto provvedere agli allacci elettrici, idrici e fognari e, allo scadere della concessione, avrebbe dovuto ristabilire la condizione preesistente.

Spostandoci verso il lago troviamo ancora le vecchie tribune olimpiche (Olimpiadi del ’60) abbandonate dagli anni ‘80 che, complice anche la presenza dell’eternit, rimangono ben ancorate al suolo.

Se invece si fa riferimento alla tutela dei siti archeologici: il villaggio delle Macine, compreso nel Parco dei Castelli Romani, da quando l’abbassamento delle acque lo ha portato alla luce del sole, è esposto al rischio degrado mentre l’Emissario è inaccessibile a seguito di una frana verificatasi lo scorso anno.

Per quanto riguarda l’urbanistica, il sindaco Monachesi ha provveduto alla pianificazione esecutiva delle aree PRG della zona R ossia alla costruzione di complessi abitativi alle Mole ma anche alla manutenzione del “Cilindro Pertini”. Nelle stesse modalità è stata prevista la riapertura della palestra Terzo Millennio mentre i 5 stelle avevano presentato una mozione per il caso dell’ampliamento e della manutenzione del cimitero. Un provvedimento, che invece gioverebbe alle tasche dei cittadini di Castel Gandolfo, è la tariffa puntuale della gestione dei rifiuti: attraverso un codice a barre si utilizza come metro di misura per l’ammontare della bolletta il volume effettivo dell’immondizia prodotta.

Gianpaolo Plini




Albano Laziale, primo vero confronto per il Consiglio comunale dei Giovani

ALBANO LAZIALE (RM) – Si è tenuto giovedì 8 novembre il primo vero confronto del Consiglio Comunale dei Giovani di Albano Laziale all’interno della Sala Consiliare di Palazzo Savelli.

Verso le 17 e 30, coadiuvato dal personale dell’amministrazione comunale tra cui Alessandra Zeppieri assessore alla Pubblica Istruzione, il Presidente Gianmarco Gasperini  ha aperto il consiglio.

I temi affrontati in 7 punti all’ordine del giorno risultano essere molto importanti per il futuro sociale della Mater Urbis. Approvato all’unanimità (14 voti su 15 di cui uno assente) il regolamento interno sul funzionamento del Consiglio introdotto dal Vicepresidente Mirko Mariano e quello sul funzionamento delle Commissioni Consiliari.

I giovani consiglieri si sono concentrati sulla proposta del progetto “Ripetizioni” spiegata da Valerio Ermani

Partendo da un sondaggio che sarà effettuato all’interno di tutti gli istituti primari, secondari di primo grado e nei primi due anni delle scuole secondarie di secondo grado, l’amministrazione comprenderà quali le maggiori carenze, quanti studenti usufruiscono delle ripetizioni e quanti necessiterebbero di un potenziamento durante l’orario post scolastico. Ciò, a fronte della cernita di alcuni studenti tra i migliori delle scuole James Joyce, Ugo Foscolo, Leonardo Murialdo che, dietro compenso economico o decurtamento delle ore di alternanza scuola lavoro, presteranno aiuto ai proprio compagni.

In seguito interviene Filippo Piluso che presenta ai colleghi tre proposte importanti per l’integrazione sociale: Campo Legambiente con richiesta di riqualificazione, Campo promozionale cortometraggio e il progetto Street Basket. Il Campo Legambiente, che si svolgerà in 14 giorni durante la stagione estiva, si ripropone di riqualificare la sentieristica, di avanzare attività di monitoraggio ed etichettatura delle specie arboree e floreali nell’area del Bosco dei Cappuccini in concerto con il parco regionale dei Castelli Romani. Invece, il cortometraggio si attuerà con l’ausilio di un corpo di volontari patrocinato da Legambiente specializzati in regia, fotografia, recitazione. Il corto, che occuperà 4 giorni e che si propone obiettivi pedagogici, avrà come sfondo la storicità della cittadina laziale: Porta Pretoria, Anfiteatro Romano, Villa Doria Alta, Tomba degli Orazi e Curiazi. Ma Piluso indica anche la via dello Sport come viatico di integrazione tra atleti disabili e normodotati. L’idea si concretizza nello sport integrato e più precisamente nello street Basket. Il progetto è stato scritto insieme alla Polisportiva CastellInsieme che ha individuato il campo di Via Donizzetti come luogo ideale per i ragazzi che potrà essere anche restaurato nelle sue attrezzatore ludiche.

Infine la consigliera Vanessa Monnati ha portato l’attenzione dei presenti sul corso di formazione “Orientamento Professionale e scolastico”. Parte dalla delibera n. 221 del 2016 grazie alla quale nascono i servizi integrati per il lavoro ed arriva alla rivalutazione del progetto Albano Lavora. Quest’ultimo mira a supportare i cittadini tra i 17 e i 21 anni durante l’avvicinamento al mondo lavorativo attraverso moduli di progettualità e di valutazione delle competenze da attuarsi in modo gratuito e in collaborazione con le scuole presenti sul territorio.

L’INTERVISTA a Gianmarco Gasperini (Presidente del Consiglio comunale dei Giovani di Albano Laziale)

Gianpaolo Plini

 




Amministrazioni Comunali sotto la lente: Rocca di Papa

Come verificare se un sindaco e la sua amministrazione rispettano le promesse fatte in campagna elettorale? Un buon metodo può essere quello di consultare il DUP (Documento Unico di Programmazione) che i Comuni devono rendere pubblico anche sul proprio sito istituzionale. Abbiamo quindi deciso di passare in rassegna questo documento per alcuni Comuni e dopo aver dato un’occhiata ad Albano Laziale, a Genzano di Roma e a Marino Laziale ci occupiamo di quello di Rocca di Papa guidato dal sindaco Emanuele Crestini, eletto a giugno del 2016 con l’appoggio di varie liste civiche.

Il DUP in questione occupa il triennio 2017-2019 ed è suddiviso in diverse missioni

La prima riguarda gli Organi Istituzionali; l’amministrazione pretende di allargare la base di fruizione garantendo delle dirette video dei Consigli Comunali che i cittadini possono trovare sulla pagina Facebook del comune e rendendo più facile l’accesso ai settori di interesse nel sito internet ufficiale.

Se riguardo il livello di sicurezza relazionato al presidio ed al controllo delle forze dell’ordine il Comune di Rocca di Papa sembra tenere il passo, è da sottolineare la mancata attuazione della “Giornata della Trasparenza” ma ancor di più della mappa delle opere di interesse pubblico. Di fatti anche se alla voce degli obiettivi operativi si recita “terminare i cantieri aperti, molte sono ancora le zone transennate tra cui il cantiere della vecchia stazione vicino a Piazza della Funicolare ed il muro in via Frascati crollato nel dicembre 2017.

Tra le altre missioni, Crestini vuole l’istaurarsi di un assiduo dialogo con i cittadini che, a causa anche della difficoltà stessa dell’obiettivo, trova scarsa attuazione come dimostrano le critiche riportate da alcuni abitanti che parlano di orari degli uffici troppo stringenti e perenni mancate risposte al telefono o alle e-mail. Ma comunque l’amministrazione ha rispettato la promessa di realizzare l’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico (Urp) e cercherà di migliorare la situazione.

Se al settore culturale, che comprende l’apertura di un asilo comunale, la consulta della cultura e addirittura la prima sede europea di un’Università Olistica ed una scuola di formazione per badanti come anche la costruzione di un Osservatorio per il turismo, risulta dedicato poco impegno, l’amministrazione comunale si concentra a sanare gli abusi edilizi (secondo una sentenza passata in giudicato erano 189 gli edifici da demolire che invece sono stati prelevati dal Comune) e a sconfiggere la distorta presenza delle microdiscariche. I cittadini quest’estate si sono riuniti per pulire la zona della via Sacra.

Alle raggianti proposte relative gli sviluppi sostenibili che si rifacevano all’implemento del fotovoltaico e di piccole strutture eoliche, si avvicenda la real politik che costringe Rocca di Papa a controllare con cadenza assidua la presenza del gas nocivo Radon, anche se non si è creato il paventato sportello comunale. Sulle colonne de L’Osservatore d’Italia abbiamo già raccontato poi il certame del sindaco Crestini contro le antenne abusive: “Lo scorso 28 settembre, l’Amministrazione Comunale ha firmato la Delibera di Giunta n. 119, nella quale è stato conferito chiaro mandato agli organi comunali di procedere all’esecuzione delle sentenze riguardanti l’abbattimento delle antenne abusive presenti sul territorio di Rocca di Papa. Un atto teso a rafforzare l’indirizzo già espresso nelle comunicazioni ufficiali del Sindaco nei mesi precedenti e nella programmazione operativa dell’Ente”.

Gianpaolo Plini




Amministrazioni Comunali sotto la lente: Marino Laziale

Come verificare se un sindaco e la sua amministrazione rispettano le promesse fatte in campagna elettorale? Un buon metodo può essere quello di consultare il DUP (Documento Unico di Programmazione) che i Comuni devono rendere pubblico anche sul proprio sito istituzionale. Abbiamo quindi deciso di passare in rassegna questo documento per alcuni Comuni e dopo aver dato un’occhiata ad Albano Laziale e a Genzano di Roma ci occupiamo di quello di Marino Laziale guidato dal sindaco pentastellato Carlo Colizza.

Il DUP di Marino Laziale presenta le linee programmatiche da realizzare nel corso del mandato 2016-2021, che sono state approvate il 7 luglio del 2016 e che si diramano in otto aree strategiche. Non poteva mancare nel documento della programmazione il riferimento al ridotto impatto ambientale, cavallo di battaglia del M5S che il sindaco Colizza vuole realizzare insieme all’integrazione sociale, alla valorizzazione culturale ed alla prosperità economica.

Nella prima sezione dedicata al lavoro ed allo sviluppo, l’amministrazione grillina sottolinea la necessità di dare “nuovo impulso alle piccole e medie imprese locali”.
Questo prospetto, però, non trova d’accordo i consiglieri di Liberi e Uguali che hanno denunciato la risibilità e l’inadeguatezza della proposta così strutturata che non rispecchierebbe la realtà industriale del comune castellano. Gli stessi consiglieri si rifanno ad altre proposte suggerite dalla giunta a cinque stelle le quali devono rappresentare “le priorità delle priorità” come l’ufficio per lo sfruttamento delle risorse sovracomunali e l’attivazione di collaborazioni tra comune, università ed imprese per la realizzazione di progetti di ricerca e di sviluppo sostenibile che oggi giacciono, però, inermi nel loro stato embrionale.

Mentre il sindaco Colizza si è dedicato con fervore al tema della speculazione che riguarda il Divino Amore, avallata dal Pd anche nella persona del Governatore laziale Nicola Zingaretti definito dal primo cittadino “ambientalista a targhe alterne”. L’edificazione, dal valore di un miliardo, è prevista per un terreno di 1,3 milioni di metri cubi ed interessa 15mila abitanti ma anche le falde acquifere di ricarica del lago Albano. Stiamo parlando di Marino2, voluta dal costruttore Luca Parnasi (poi condannato), l’ex sindaco Adriano Palozzi e l’allora presidente laziale Renata Polverini. Riguardo poi l’attenzione all’acqua pubblica, un altro cavallo di battaglia grillino, l’amministrazione ha rivisto gli accordi con ACEA ATO2 mentre, per informare i cittadini circa la prevenzione sismica, l’amministrazione propone una conferenza a palazzo Colonna (il prossimo novembre) alla quale parteciperanno ingegneri qualificati.

Da segnalare nell’ambito dei “servizi sociali e parità di genere” la volontà di aiutare le famiglie in difficoltà. Marino Laziale è uno dei primi comuni italiani a dotarsi del reddito di cittadinanza con una delibera del 28 febbraio 2018). A L’Osservatore d’Italia, il primo cittadino spiega che questa misura coinvolgerà 600 nuclei familiari fornendo loro la possibilità di trovare lavoro con l’interessamento dei centri per l’impiego. Sulla stessa lunghezza d’onda, l’amministrazione risulta essere molto attenta alla questione della sensibilizzazione circa la violenza e l’abuso nei confronti delle donne come dimostra l’evento organizzato il 26 novembre 2016 nella sala consiliare del palazzo comunale.

Stessa cosa non si può dire per i prospetti di creare una banca del tempo, la casa delle associazioni e del volontariato e tantomeno per quanto concerne l’introduzione del baratto amministrativo contenuto nello Sblocca Italia. Quest’ultima misura prende forma di contratto tra l’amministrazione pubblica ed il cittadino, il quale attraverso l’espletamento di lavori utili può sanare la propria posizione debitoria. Non può mancare nel DUP la voce dedicata alla democrazia diretta. Anche se risulta facilitato l’accesso agli atti pubblici, finora si trovano solo poche dirette streaming delle sedute comunali.

Gianpaolo Plini