Regione Lazio: Leodori e Malagò premiano i campioni laziali di Rio 2016 e dell'Amatrice Calcio

 

Redazione

 
REGIONE LAZIO – Un premio per celebrare gli atleti del Lazio che hanno trionfato ai giochi olimpici e paralimpici di Rio e per sostenere l’impegno della società sportiva Amatrice Calcio, simbolo di ricostruzione e rinascita dopo il terremoto dello scorso 24 agosto. A consegnarlo, mercoledì pomeriggio nella sala Mechelli del Consiglio regionale, il presidente Daniele Leodori assieme a consiglieri regionali e ai presidenti di Coni, Giovanni Malagò, e Coni Lazio, Riccardo Viola. A ritirare i premi Daniele Lupo (argento beach volley), Niccolò Gitto (bronzo pallanuoto), Matteo Lodo (bronzo canottaggio) e Loredana Trigilia (bronzo scherma in carrozzina).
 
Premiata anche una rappresentanza dell’Amatrice calcio guidata dal presidente Tito Capriccioli. Il Lazio ha partecipato alle Olimpiadi con 38 atleti, dei quali 9 medagliati: i più numerosi a livello nazionale. Due i risultati storici: quello di Lupo prima medaglia azzurra, in coppia con Paolo Nicolai, da quando il beach volley è diventato disciplina olimpia e quello di Trigilia, fiorettista con Beatrice Vio e Andrea Mogos nella squadra che ha riportato l’Italia tra le prime 10 nazioni in una paralimpiade dopo 44 anni. Riconoscimenti sono andati anche a Coni, Coni Lazio e Comitato italiano paralimpico. Il Consiglio regionale ha assegnato il premio anche a Salvatore Rossini (argento volley), Nicholas Presciutti e Marco Del Lungo (bronzo pallanuoto), Tania Di Mario e Federica Radicchi, Odette Giuffrida (argento judo) e Daniele Garozzo (comitato regionale Sicilia) assenti oggi a causa di impegni sportivi.
 
“Come Consiglio e Regione – ha detto Leodori – tenevamo molto a ringraziare gli atleti per gli straordinari risultati ottenuti a Rio, lo abbiamo fatto oggi perché la seconda parte dell’anno è stata contrassegnata da eventi drammatici: i terremoti del 24 agosto e del 30 ottobre”. Il presidente ha poi ricordato che il Consiglio ha approvato una mozione a sostegno della candidatura di Roma come sede delle Olimpiadi 2024. Leodori ha quindi sottolineato come sia compito delle istituzioni “stare vicino ai ragazzi che si impegnano con fatica per raggiungere traguardi così importanti” e ha ringraziato la delegazione del Comune di Amatrice e della società Amatrice calcio “per aver portato avanti l’attività anche in momenti tanto difficili. Aver proseguito con l’impegno sportivo anche dopo gli eventi che hanno colpito il territorio – ha affermato Leodori – significa contribuire a riportare speranza e volontà di andare avanti”.
 
Il presidente del Coni Malagò ha posto l’accento sul fatto che il Lazio, con le sue eccellenze, è “tra le regioni trainanti in tante discipline sportive”. Sottolineando l’alto valore simbolico della presenza alla cerimonia della rappresentanza di Amatrice, Malagò ha quindi annunciato l’impegno a realizzare in quel territorio un liceo sportivo, al quale potranno iscriversi 25/30 ragazzi, “anche di altre regioni o che vivono all’estero”. “L’idea di studiare e contemporaneamente praticare sport rappresenta una bella opportunità – ha detto – vogliamo fare di questa esperienza anche un mezzo di ripopolamento di un territorio.”
 
Il presidente del Coni Lazio Viola ha aggiunto che il Lazio, oltre a contare campioni di prestigio ha “un’impiantistica sviluppata in tutto il territorio” ed è una regione che può rappresentare un punto di riferimento. Come Malagò anche Viola ha tenuto a sottolineare che per i ragazzi di Amatrice lo sport può rappresentare un aiuto per “andare avanti” e ricreare un clima di “normalità”.L’assessore regionale allo Sport Rita Visini ha posto l’accento sui valori che sono alla base della pratica sportiva, valori “che devono essere raccontati e condivisi”. E proprio perché “lo sport rappresenta un veicolo fondamentale di valori” ha detto Visini “a partire da gennaio distribuiremo in tutte le scuole medie superiori del Lazio kit di attrezzature sportive”.
 



Regione Lazio, manovra 2017: tra raccolta differenziata al 65% e dismissione di Lazio Ambiente

 

Redazione

 

Il punto sulla percentuale di raccolta differenziata, il futuro della società Lazio Ambiente che la Regione Lazio intende dismettere, i siti inquinati da bonificare e gli investimenti per i parchi.Questi i temi affrontati nel corso dell’audizione con l’assessore ai Rapporti con il Consiglio, ambiente e rifiuti, Mauro Buschini, il quale ha portato i numeri della manovra di sua competenza in commissione Bilancio, presieduta nella notte dal vicepresidente Daniele Mitolo (Pd).
 
Nei quattro anni tra il 2012 e il 2016 la Regione Lazio ha messo a disposizione dei Comuni 231 milioni di euro di euro, di cui 108 milioni in conto capitale per realizzare investimenti in infrastrutture e attrezzature in ambito del governo del ciclo dei rifiuti per il potenziamento della raccolta differenziata.  Buschini ha confermato che grazie a queste risorse il Lazio ha raggiunto la quota di circa il 40% di raccolta differenziata.
 
I fondi, per il potenziamento della raccolta differenziata e per l’impiantistica destinata prevalentemente al trattamento dei rifiuti organici da essa derivanti, ammontano complessivamente nel triennio a 76,1 milioni di euro, di cui 20,4 milioni di parte corrente e 55,7 milioni di parte capitale. Secondo Buschini con tali risorse si può quindi raggiungere l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata nel breve periodo. Tuttavia, su questo punto hanno avanzato dubbi i consiglieri Pietro Sbardella (Gruppo Misto) e Devid Porrello (M5s): come è possibile che si riesca a passare dal 40 al 65 per cento di raccolta differenziata con uno stanziamento così modesto, quando nel quadriennio trascorso sono stati necessari stanziamenti ben più consistenti per ottenere quote di raccolta differenziata sul totale più modeste? Nella sua replica Buschini ha spiegato che nella fase iniziale i Comuni hanno fatto investimenti i cui benefici producono i loro effetti nel tempo e si è detto convinto della possibilità di raggiungere l’obiettivo prefissato.
 
La Giunta intende avviare nel corso del 2017 la procedura di rilancio industriale e riorganizzazione della società Lazio Ambiente SpA, attraverso la dismissione della partecipazione della Regione Lazio. Lo prevede una specifica norma contenuta nella proposta di legge di stabilità 2017. Il socio unico di Lazio Ambiente, vale a dire la Regione Lazio, ha ricapitalizzato per 12,6 milioni di euro e ora si è in procinto di emanare il bando finalizzato alla messa sul mercato degli asset societari (tra i quali ci sono i termovalorizzatori di Colleferro). Su questo tema hanno chiesto chiarimenti il consigliere Daniele Fichera (Psi per Zingaretti) e Luca Malcotti (Cuoritaliani), mentre Sbardella ha annunciato un emendamento soppressivo della relativa norma nella proposta di legge di stabilità.
 
“Lazio Ambiente nasce in un momento particolare – ha dichiarato Buschini in proposito – Allora  era necessaria, ma adesso la Regione non può essere un pezzo della gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti, dato che è il soggetto regolatore del ciclo. Inoltre, la società è in perdita, ha problemi grossi nella gestione, causati anche dalla difficoltà dei comuni a pagare il servizio. C’erano anche difficoltà a pagare gli stipendi, tanto che abbiamo dovuto ricapitalizzarla. I comuni comunque hanno la possibilità di consorziarsi e subentrare anche in una parte delle attività scorporate. In ogni caso, la Regione Lazio può uscire solo con una procedura pubblica. E sull’indirizzo politico da dare al bando di gara – ha concluso Buschini – si può discutere nella commissione competente”.
 
La discussione è stata attraversata anche dal piano rifiuti – per il quale il consigliere Antonello Aurigemma (Pdl-FI) ha auspicato una discussione nell’Aula consiliare -, dalla "tariffazione puntuale", dalle modalità di trattamento e dal rischio emergenza a Roma nel periodo natalizio, oggetto di una lettera dello stesso Buschini alla sindaca Virginia Raggi. Eugenio Patanè (Pd) ha sottolineato la necessità di non fermarsi agli aspetti quantitativi della raccolta differenziata, ma di porre l’attenzione sugli aspetti qualitativi del materiale ottenuto dal trattamento dei materiali raccolti.
 
In materia di bonifica e messa in sicurezza delle aree inquinate vengono destinati alle amministrazioni locali in conto capitale 2 milioni di euro per ciascuna annualità del triennio 2017/2019, per attività per esempio quali gli interventi sostitutivi in danno dei soggetti responsabili dell’inquinamento che si rendano inadempienti agli obblighi di legge, e ad altri siti che non siano ex discariche comunali. Ai comuni sono destinati per le opere di bonifica delle discariche dismesse 3,5 milioni di euro per il 2017, 3 milioni di euro nel 2018 e 2 milioni di euro per il 2019. Sono previsti fondi per la chiusura e capping definitivo della discarica di proprietà della Bracciano Ambiente, da poco entrata in procedura fallimentare e i fondi relativi alla procedura di infrazione per le cosiddette "discariche abusive”, per la messa in sicurezza di siti contaminati e discariche comunali ancora in procedura di infrazione.  Inoltre, 16,5 milioni di euro sono destinati alla bonifica del SIN “Bacino del Fiume Sacco”. Alle somme da capitolo regionale si devono aggiungere le risorse pari a 10 milioni di euro derivanti dalla legge 208/2015 a cui si aggiungeranno anche le somme derivanti dalle disponibilità della contabilità speciale relativa alle attività di competenza dell’ex ufficio commissariale Valle del Sacco per un importo pari ad euro 10 milioni circa.
 
Per il triennio 2017/2019 lo stanziamento previsto per le spese di gestione degli enti parco ammonta a 16,5 milioni di euro, ai quali si vanno ad aggiungere 400 mila euro in conto capitale per investimenti desinati alla sentieristica. Stanziamento quest’ultimo giudicato modesto dalla consigliera Gaia Pernarella (M5s). La proposta della Giunta prevede inoltre: 9,75 milioni di euro nel prossimo triennio per lo sviluppo economico, ambientale e sociale degli enti territoriali; 180 mila euro per il parco dell’Appia antica; 300 mila euro per indennizzi per danni da fauna selvatica e 250 mila euro in conto capitale per il 2017 per la prevenzione di tali danni all’interno delle aree protette; 300 mila euro per iniziative di educazione ambientale; 200 mila euro per la tutela delle foreste e del patrimonio faunistico e floristico; 130 mila euro per programmi e progetti di sistema in materia naturalistica e ambientale; 100 mila euro per il progetto “Il Lazio regione dei bambini e delle bambine” (che ha l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nelle città). Su quest’ultimo progetto ha manifestato apprezzamento la consigliera Valentina Corrado (M5s) la quale ne ha ricordato i risultati positivi anche in altri paesi europei.



Lazio, Allarme smog: il 2015 l'anno nero per il Pm10

di Marco Staffiero

Continuano a destare preoccupazione i dati relativi all'inquinamento atmosferico e nonostante ciò si rimane alla finestra a contare l'aumento indescrivibile di morti e di malati di tumore. Nel 2015, 45 aree urbane su 95 non hanno rispettato il valore limite giornaliero del PM10, con un numero totale di superamenti e valori medi annuali generalmente superiori a quelli degli ultimi anni, in controtendenza rispetto al trend di medio-lungo periodo, sostanzialmente decrescente. Un 'anno nero' per la qualità dell'aria nelle aree urbane censite nel XII Rapporto sulla Qualità dell’Ambiente Urbano, un lavoro realizzato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa). E al 13 dicembre 2016 – segnala Ispra –  almeno 18 capoluoghi di provincia hanno già superato il limite giornaliero per il PM10 (Frosinone, Venezia e le altre città della pianura padana le peggiori.
 
Ma anche Napoli e Terni). Il report di Ispra raccoglie i dati relativi a 116 aree urbane e si articola in dieci aree tematiche: Fattori Sociali ed Economici, Suolo e territorio, Infrastrutture verdi, Acque, Qualità dell’aria, Rifiuti, Attività Industriali, Trasporti e mobilità, Esposizione all'inquinamento elettromagnetico ed acustico, Azioni e strumenti per la sostenibilità locale. Le situazioni peggiori, nel 2015, con il mancato rispetto dei valori limite per PM10, particolato fine (PM2.5) e biossido di azoto (NO2) si registrano a Torino e Vercelli, nell’agglomerato di Milano, nelle città lombarde e venete del bacino padano e a Frosinone. Sempre nel 2015, il 90% della popolazione nei Comuni considerati risulta esposto a livelli medi annuali superiori al valore guida Oms per il PM10 (20 µg/m³), l’82% a quello del PM2,5 (10 µg/m³), il 27% a quello dell’NO2. Il Focus di quest’anno dedicato al rapporto tra inquinamento atmosferico e salute, sulla base degli studi più recenti in materia, dimostra – scrive Ispra – che l’aria che respirano milioni di italiani nelle maggiori città della Penisola rappresenta ancora un grave problema di salute.
 
Del resto i dati presentati qualche mese fa dall'Agenzia europea per l'ambiente parlano da soli: si stimano quasi 470mila morti premature in 41 Paesi europei collegate all'inquinamento dell'aria nel 2013. Mentre, secondo una recente indagine del  CCM VIIAS (Valutazione Integrata dell'Impatto dell'Inquinamento atmosferico sull'Ambiente e sulla Salute) finanziato dal Centro Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute con la collaborazione di varie Università e centri, oltre 34.500 italiani ogni anno muoiono 'avvelenati' dall'inquinamento atmosferico: è come se 'scomparisse' improvvisamente un'intera città delle dimensioni di Aosta. 'Veleni' dell'aria che uccidono soprattutto al Nord, dove si registrano 22.500 decessi annuali, ma che riducono in media di 10 mesi la vita di ogni cittadino. Eppure, il solo rispetto dei limiti di legge salverebbe 11.000 vite l'anno.
 
La nuova mappa dell'inquinamento è ottenuta applicando sofisticati modelli previsionali delle concentrazioni degli inquinanti su tutto il territorio nazionale. Emerge così che il 29% della popolazione italiana vive in luoghi dove la concentrazione degli inquinanti è costantemente sopra la soglia di legge, ma anche che vi sono considerevoli disuguaglianze degli effetti sanitari sul territorio. Come atteso, l'inquinamento colpisce maggiormente il Nord (per il 65% del totale), in generale le aree urbane congestionate dal traffico e le aree industriali.Anche la combustione di biomasse (principalmente legno e pellet) è responsabile della maggiore incidenza di morti e malattie per l'esposizione al particolato. Questi scenari, afferma il Rapporto, mostrano come l'effettivo rispetto dei limiti previsti dalla normativa, e soprattutto l'ulteriore diminuzione del 20% della concentrazione media annuale degli inquinanti, avrebbero ricadute positive sulla salute pubblica e sull'economia: seguendo le statistiche dell'OMS, infatti, 10.000 decessi evitati all'anno corrispondono a circa 30 mld di euro.
 
 
 
 
 
 
 



Oliva di Gaeta: ottenuto il riconoscimento Dop

 

Redazione

 

La Commissione europea ha approvato la domanda di registrazione della Oliva di Gaeta nel registro delle denominazioni di origine protette (Dop).Il prodotto Oliva di Gaeta non è solo un prodotto storicamente importante ma strategico per il mercato locale e internazionale, per la sua forte vocazione di uso nella cucina mediterranea e per sistemi di coltivazione a basso impatto ambientale. Le due milioni di piante di oliva sono distribuite tra le provincie di Latina (80%), di Roma (12%), di Frosinone (5%), di Caserta (3%) e il prezzo medio al chilo è di 6-7 euro. I prossimi passi saranno: l'attivazione del Consorzio di tutela, la promozione all'estero, il recupero degli oliveti collinari e l'aggregazione di filiera.
 
"Siamo davvero soddisfatti e orgogliosi del riconoscimento della DOP Oliva di Gaeta e del lavoro svolto da Arsial per il raggiungimento di questo importante obiettivo. La nostra Agenzia ha infatti supportato il Comitato promotore per la redazione del dossier necessario al riconoscimento della DOP – così Carlo Hausmann, assessore all'Agricoltura, Caccia e Pesca, che ha aggiunto: è stato un percorso lungo e travagliato, con numerose riunioni e incontri con i produttori e i soggetti interessati, ma dopo 15 anni di lavoro abbiamo finalmente raggiunto l'importante obiettivo del riconoscimento”.



Commissione Bilancio: via libera al rendiconto generale della Regione Lazio

 

Redazione


REGIONE LAZIO – La quarta commissione Bilancio, partecipazione, demanio e patrimonio, programmazione economico-finanziaria, presieduta da Simone Lupi, ha dato parere favorevole, a maggioranza, alla proposta di legge regionale n. 356/2016, d'iniziativa della Giunta, “Rendiconto generale della Regione Lazio per l’esercizio finanziario 2015”, e alla proposta di deliberazione consiliare n. 68/2016, “Approvazione del rendiconto consolidato Giunta-Consiglio 2015”. Entrambi i provvedimenti, propedeutici alla manovra di bilancio 2017, sono dunque pronti per l’esame da parte dell’Aula consiliare.
 
Le entrate di competenza accertate ammontano (al netto del riaccertamento dei residui) a 27,255 miliardi di euro, le spese di competenza a 25,963 miliardi, con una differenza tra entrate e spese di 1,292 miliardi. Alla chiusura dell’esercizio finanziario 2015 risultano residui attivi (crediti) per 4,186 miliardi di euro, e residui passivi (debiti) per 6,645 miliardi. L’avanzo di cassa al 31 dicembre 2015 è pari a 827 milioni di euro. Il disavanzo è stato di 2,028 miliardi (al lordo del fondo pluriennale vincolato), in miglioramento rispetto al Rendiconto 2014, laddove il disavanzo era di quasi tre miliardi di euro.
 
Il Rendiconto ripercorre i numerosi interventi che nel 2015 hanno avuto un impatto sui conti regionali: la legge di stabilità, le leggi sulla soppressione di enti come Ardis e Agenzia per i trapianti, le anticipazioni di cassa da parte del Ministero dell’economia e delle finanze per il pagamento dei debiti commerciali pregressi, gli interventi per il recupero fiscale (tassa auto, ticket sanitari) e sull’addizionale regionale Irpef, le cessioni di spazi finanziari agli enti locali per il pagamento dei loro debiti, le operazioni sugli enti e sulle società regionali volte alla verifica dei debiti e dei crediti reciproci, le dismissioni di quote societarie laddove la Regione Lazio aveva quote di minoranza, la razionalizzazione delle sedi della Regione Lazio con la riduzione dei canoni di locazione, passati da circa 19 milioni annui a 13 e infine il piano di dismissioni immobiliari.
 
Un capitolo a parte del Rendiconto è dedicato alla gestione sanitaria, con un bilancio consolidato che si presenta ancora con un disavanzo di 332 milioni di euro e incide sul bilancio regionale per il 70 per cento degli incassi (11,6 miliardi) e per il 75 per cento dei pagamenti (11,4 miliardi). Il voto della commissione è stato preceduto dalla richiesta di alcuni chiarimenti, in merito ad alcune criticità evidenziate dalla Corte dei Conti nel giudizio di parifica sul Rendiconto generale, da parte della consigliera Valentina Corrado (M5s) alla quale ha risposto l’assessore al Bilancio, Alessandra Sartore.



Lazio, ambiente: due giornate dedicate ai parchi e alle riserve

 

Redazione

 
ROMA – Al vita il 17 e il 18 dicembre “Terra del Futuro”, un’iniziativa promossa dall’Ente Regionale RomaNatura in collaborazione con la Regione dedicato al sistema dei Parchi e delle Riserve Regionali. Al centro del progetto il futuro delle Aree Protette e la valorizzazione delle produzioni agricole e artigianali dei nostri territori.
 
Due giornate interamente dedicate alle riserve della nostra Regione. Un centinaio gli espositori previsti, con stand messi a disposizione dall’Ente, dove ci sarà la possibilità di esporre i prodotti tipici delle nostre aree, capaci di coniugare qualità, tipicità e tradizione delle eccellenze eno-gastronomiche laziali a sostegno delle imprese agricole e inaugurando una formula di promozione alimentare a chilometro zero.
 
Tante iniziative tra mostre fotografiche, seminari tecnici, scientifici e culturali, laboratori e spazio dedicato ai più piccoli, esposizioni di mercatini natalizi rappresentati dalle realtà locali, dalle associazioni, dalle nostre aziende agricole da sempre presenti sul territorio e vero valore aggiunto del nostro patrimonio ambientale, saranno allestiti presso la Riserva Naturale di Decima Malafede dal sentiero natura Andrea D’Ambrosio all’area della Casa del Parco.
 
L’evento si terrà a Roma, a partire dalle ore 10 del 17 dicembre presso la Riserva Naturale Decima Malafede Via Valle di Perna, 315. Un’occasione importante, aperta a tutti, un vero confronto sul ruolo che i parchi possono svolgere nei processi di sviluppo sostenibile locale, rilancio dell’economia, dell’occupazione, dell’ecoturismo, della migliore qualità della vita.



Regione Lazio, manovra 2017, al via i lavori in commissione Bilancio alla Pisana

Redazione

 
LAZIO – Si sono aperti i lavori per l’esame dei documenti della manovra 2017 in commissione Bilancio, partecipazione, demanio e patrimonio, programmazione economico-finanziaria, presieduta da Simone Lupi. L’assessore al bilancio, Alessandra Sartore, ha illustrato ai membri della IV commissione la proposta di legge regionale n. 356 del 7 dicembre 2016, vale a dire il Rendiconto generale della Regione Lazio per l’esercizio finanziario 2015, la proposta di deliberazione consiliare n. 68/2016, il rendiconto consolidato Giunta – Consiglio 2015. Nel corso della discussione sono intervenuti diversi consiglieri dell’opposizione. I lavori riprenderanno domani, martedì 13 dicembre, alle ore 10, con la relazione dell’assessore Sartore sulla pl 340/2016, “Assestamento delle previsioni di bilancio 2015-2018” e sulla proposta di deliberazione consiliare n. 74/2016, “Documento di Economia e Finanza Regionale 2017 – Anni 2017- 2019”. Dopo una pausa di un’ora, dalle 14 alle 15, la quarta commissione passerà all’esame della pl 357/2016, “Legge di stabilità regionale 2017”, e della pl 358/2016, “Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio 2017-2019”.
 
I lavori proseguiranno nei giorni successivi con le votazioni sui consuntivi e con le audizioni delle parti datoriali, mercoledì 14 dicembre dalle 15 alle 17, delle parti sociali, 14 dicembre dalle 17 alle 19, e degli assessori della Giunta, mercoledì 14 alle 21, giovedì 15 dicembre dalle 12 alle 21 e venerdì 16 dalle 10. L’inizio della discussione generale è previsto per le ore 14 di venerdì 16 dicembre. A dettare le regole per la stesura Rendiconto generale della Regione Lazio per l’esercizio finanziario 2015 è sempre il decreto legislativo 118/2011, in materia di armonizzazione dei bilanci delle pubbliche amministrazioni.  Le entrate di competenza accertate, classificate secondo il citato decreto,  ammontano (al netto del riaccertamento dei residui) a 27,255 mld di euro, le spese di competenza a 25,963 miliardi, con una differenza di 1,292 mld. Alla chiusura dell’esercizio finanziario 2015 risultano residui attivi (crediti) per 4,186 mld, e residui passivi (debiti) per 6,645 mld. L’avanzo di cassa al 31 dicembre 2015 è pari a 827 milioni di euro. Il disavanzo è stato di 2,028 mld (al lordo del fondo pluriennale vincolato). Su quest’ultimo numero, nel corso della sua relazione in quarta commissione, l’assessore Sartore ha evidenziato il miglioramento rispetto al Rendiconto 2014, quando il disavanzo è stato di quasi tre miliardi di euro.
 
Questi i numeri  dietro i quali ci sono i fatti di un anno di vita amministrativa della Regione Lazio, ripercorsi puntualmente dall’assessore al Bilancio. Sartore ha ricordato i numerosi interventi legislativi che nel 2015 hanno avuto un impatto sui conti regionali, dalla legge di stabilità alle leggi sulla soppressione di enti come Ardis e Agenzia per i trapianti, le anticipazioni di cassa da parte del Ministero dell’economia e delle finanze per il pagamento dei debiti commerciali pregressi, gli interventi per il recupero fiscale (tassa auto, ticket sanitari) e sull’addizionale regionale Irpef, le cessioni di spazi finanziari agli enti locali per il pagamento dei loro debiti, le operazioni sugli enti e sulle società regionali volte alla verifica dei debiti e dei crediti reciproci, le dismissioni di quote societarie laddove la Regione Lazio aveva quote di minoranza, la razionalizzazione delle sedi della Regione Lazio con la riduzione dei canoni di locazione, passati da circa 19 milioni annui a 13, lo stato dell’arte del piano di dismissioni immobiliari (per ora un unico bene venduto alla salita del Grillo).
 
Un capitolo a parte della lunga relazione sul Rendiconto illustrata dall’assessore è dedicato alla gestione sanitaria, con un bilancio consolidato che si presenta ancora con un disavanzo di 332 milioni di euro e incide sul bilancio regionale per il 70 per cento degli incassi (11,6 mld) e per il 75 per cento dei pagamenti (11,4 mld). Nel corso di un primo giro d’interventi, Francesco Storace (La Destra) ha chiesto chiarimenti in merito al debito complessivo di 29 mld evidenziato a seguito del giudizio di parifica della Corte dei Conti, mentre la presidente del Comitato regionale di controllo contabile (Corecoco), Valentina Corrado (M5s), ha ribadito la sua contrarietà al mancato invio in tempo utile da parte degli uffici della Giunta degli allegati al Rendiconto 2015. Data la ristrettezza dei tempi per un esame accurato del documento, è stata ventilata la possibilità che il Corecoco non riesca a esprimere il proprio parere in tempo utile, un rischio da scongiurare secondo l’assessore Sartore. Nel corso della discussione sono intervenuti anche Pietro Sbardella (Gruppo Misto), Giancarlo Righini (FdI) e Antonello Aurigemma (Pdl-FI).
 



Aprilia e Ardea nuova discarica: i sindaci in audizione alla Pisana

 
Red. Cronaca

APRILIA (RM) – Audizione in commissione Ambiente alla Regione Lazio, presieduta da Enrico Panunzi (Partito democratico), in merito al progetto di realizzazione di una discarica controllata per rifiuti non pericolosi nel comune di Aprilia, località La Ciocca.
 
Adriano Palozzi (Pdl – Forza Italia), il richiedente l’audizione, ha introdotto i lavori spiegando che essa serve a capire se la discarica in quella località sia una cosa plausibile, alla luce della situazione ambientale e della presenza di centri abitati con una numerosa popolazione nei paraggi. La zona interessata, pur insistendo sul territorio di Aprilia, si trova in linea d'aria più vicina ad Ardea. A tale scopo, sono stati invitati entrambi i sindaci dei comuni interessati. Il primo a parlare è stato il sindaco di Aprilia, Antonio Terra, che ha sottolineato il fatto che gli abitanti della frazione interessata sono circa tremila. Si è poi detto “preoccupato dal fatto che tali situazioni siano gestite da privati” e che non si riesca a creare degli ambiti territoriali ottimali per gestire le problematiche di questo tipo da parte pubblica. Soprattutto, il sindaco ha rimarcato come tali impianti servano soprattutto per esigenze di altri territori, perché ad Aprilia si è prossimi a raggiungere il 75 per cento di differenziata.
 
Identiche le posizioni del sindaco di Ardea, Luca Di Fiori, che ha ricordato come la sua città abbia già subito una simile operazione anni or sono, con la discarica di Montagnano, posta ai limiti del proprio territorio. Ma ancora di più in questo caso, la presenza di attività imprenditoriali – e soprattutto di 20 mila abitanti – sconsiglia nel modo più assoluto l'ubicazione in quel luogo. Va aggiunto alle criticità presentate da tale progetto che esistono linee di approvvigionamento idrico in quei luoghi, che lo studio alla base di esso appare carente, la presenza di vincoli sui terreni e anche il fatto che ci sono già in zona altri impianti di trattamento meccanico biologico sia dell’organico che dell’indifferenziato in attività.
 
Da parte della società Paguro, che dovrebbe realizzare la discarica e che si è espressa per voce del consulente, avvocato Fonderico, si è osservato però che non si tratta di aprire una discarica ex novo, quanto piuttosto di “bonificare e risanare attraverso la creazione di una discarica controllata un'area che già è fortemente inquinata”; da questo punto di vista, piuttosto, ha proseguito il consulente della società, non si capisce come si sia potuto pensare di installare condotte idriche.
 
L’assessore ai rapporti con il Consiglio, ambiente e rifiuti, Mauro Buschini, ha spiegato che “si è nella fase di aggiornamento del piano rifiuti”, che deve essere presentato per fine anno, e la Regione ha necessità di programmare nuove discariche di servizio, anche se la differenziata procede bene. Le valutazioni da fare sono di tipo tecnico, a questo punto. Da questo punto di vista, l’ingegnere Tosini dell’Area ciclo rifiuti della giunta regionale, ha chiarito che la conferenza di servizi in svolgimento è finalizzata a conoscere, come vuole la legge, la consistenza dello stato di fatto, dal punto di vista anche vincolistico. Quindi si dovranno acquisire i vari pareri delle competenti autorità, dopo di che si passerà alla fase valutativa. La valutazione di impatto ambientale è attualmente sospesa in attesa di chiarimenti e integrazioni alla documentazione presentata, ha concluso l’ingegnere.
 
Tra i consiglieri presenti, Gaia Pernarella (Movimento 5 stelle) ha criticato quello che a suo dire sarebbe il meccanismo tipico della procedura dell'installazione di impianti nella regione, che parte sempre dall'istanza del privato più che dalla pianificazione pubblica. Francesco Storace (La Destra) si è detto soddisfatto della concordia sul tema del risanamento, ma si è chiesto se ci sia veramente una linea univoca da parte regionale sul tema, con riferimento ai vari territori. Altra preoccupazione di Storace quella della legittimazione delle amministrazioni pubbliche a partecipare alla conferenza e delle deroghe concesse. Daniele Fichera (Psi per Zingaretti) ha chiesto se il piano rifiuti preveda solo una valutazione quantitativa o anche qualitativa dei siti individuati, cosa in cui a suo avviso risiede il cuore del problema, ai fini della tutela delle comunità locali. "Mancanza di pianificazione" è la definizione di quella che è la situazione attuale, secondo Giuseppe Simeone (Pdl-Forza Italia).
 
L'assessore ha concluso ribadendo la centralità della pianificazione per la Regione, pianificazione che “non si basa su soli criteri quantitativi”, ha aggiunto. Gli impianti di trattamento meccanico biologico sono sufficienti, ha proseguito Buschini, non così le discariche, però. L'assessore ha negato tuttavia che ci siano in programma deroghe per ampliamenti ed ha ammesso che la conferenza di servizi va "organizzata meglio" e a tal fine sarà emanata un’apposita circolare per disciplinare anche la presenza dei consiglieri. Quanto alle deroghe in atto, sono previste dalla normativa vigente, ha aggiunto Tosini.



Rieti: dopo il sisma nasce l'ufficio per la ricostruzione

 

di Marco Staffiero

 

RIETI – Nasce a supporto dei cittadini dei comuni colpiti dal sisma un nuovo punto di riferimento in cui erogare servizi, coordinare le azioni, illustrare gli strumenti disponibili e le misure messe in campo: l’ufficio per la ricostruzione. Aperta oggi 2 dicembre 2016  la sede di Rieti, presto seguiranno Accumoli,  Amatrice e Posta. L'ufficio si trova in via Cintia, 87 a Rieti. I compiti dell’ufficio: garantire la maggiore efficacia e la massima efficienza ed economicità delle attività di ricostruzione.
 
Questo ufficio strategico nasce dopo la sottoscrizione di un’apposita convenzione tra Regione, Provincia di Rieti e 15 comuni dell’area, e ha l’obiettivo, in costante rapporto con la struttura commissariale nazionale e di raccordo con le attività dei comuni grazie alla presenza dei sindaci. Le principali attività del centro offriranno l'istruttoria per l’erogazione dei contributi per la ricostruzione o il recupero degli immobili privati distrutti o danneggiati e dei contributi in caso di distruzione o danneggiamento grave di beni mobili; la consultazione dei cittadini e degli altri soggetti interessati ai fini della predisposizione dei piani urbanistici generali ed attuativi; la progettazione generale ed esecutiva delle opere pubbliche e degli interventi sui beni sottoposti a vincolo artistico, storico, archeologico ed etnoantropologico e la realizzazione degli interventi di prima emergenza.
 
Inoltre,  per rendere agevole e semplice l’accesso alle informazioni, verrà predisposto un pacchetto di modulistica ad hoc e di documenti informativi su tutti i diritti e le opportunità per cittadini e imprese. Infine, attraverso il web un altro importante strumento di condivisione e informazione sono a disposizione tutte le info per  cittadini e imprese. Presto il sito sarà affiancato da quello dell’ufficio: ricostruzionelazio.it.



Laziodisu in profondo rosso: audizione alla Pisana

 

M. S. 

 
LAZIO – Il Comitato regionale di controllo contabile (Corecoco), presieduto da Valentina Corrado, ha ascoltato oggi i rappresentanti dell’Ente per il diritto agli studi universitari, Laziodisu, e dell’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura nel Lazio, Arsial, in merito ai rispettivi rendiconti 2015. In particolare, il Corecoco ha chiesto chiarimenti sulla formazione di un disavanzo tecnico pari a 13.431.303, 84 euro di Laziodisu. Chiarimenti puntualmente forniti dal commissario straordinario dell’ente, Carmelo Ursino, coadiuvato nell’esposizione da un membro del collegio sindacale.
 
Per quanto riguarda l’Arsial, il Corecoco ha chiesto chiarimenti circa la mancata corrispondenza tra i residui attivi (crediti) e residui passivi (debiti) dell’ente al 31/12/2014, così come compaiono nel rendiconto 2014, e quelli iscritti al 1/1/2015 nel rendiconto 2015.  Sono intervenuti in audizione l’amministratore unico, Antonio Rosati, il direttore generale, Stefano Sbaffi, e la responsabile dell’ufficio amministrativo e contabile dell’agenzia, Sandra Costa, i quali hanno chiarito che tali differenze sono imputabili a problematiche di carattere informatico legate all’operazione di riaccertamento straordinaria dei residui avvenuta nel 2015, così come stabilito dal Dlgs 118/2011 in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici.
 
Il Corecoco dunque integrerà con le nuove informazioni le proprie relazioni sui rendiconti 2015 di Laziodisu e Arsial, al fine di esprimere il proprio parere, così come stabilisce la legge sulla contabilità regionale (legge 25/2001). A conclusione dei lavori la presidente Corrado ha rappresentato ai componenti del Corecoco che ad oggi, 1 dicembre, ancora non sono pervenuti gli allegati al rendiconto generale della Regione Lazio per l’esercizio 2015 per il quale il comitato dovrà dare il necessario parere, propedeutico all’imminente sessione di bilancio 2017-2019. Secondo la presidente, la Giunta avrebbe dovuto trasmettere la documentazione sul rendiconto contestualmente all’invio alla Corte dei conti, senza attendere il giudizio di parifica previsto per il prossimo 6 dicembre.



Lazio: ecco le stazioni colabrodo


di Marco Staffiero


LAZIO – La situazione delle stazioni del Lazio rimane a dir poco negativo, nonostante le continue proclamazioni della Regione di un effettivo miglioramento della vita per i pendolari. Del resto i dati di Legambiente presentati questa mattina, con il nuovo Dossier “Qualità delle Stazioni 2016”, parla da solo. Pochissime biglietterie e/o rivendite di giornali, difficile trovare un bar o servizi igienici funzionanti, quasi completamente assente il personale di stazione: questa è, in parte, la situazione che emerge dai racconti e dalle esperienze dei pendolari che usufruiscono quotidianamente del trasporto pubblico su ferro della Regione Lazio.
 
Basti pensare che le biglietterie sono presenti solo nel 21,13%, ed è possibile comprare un biglietto tramite erogatrice nel 59% dei casi.Le obliteratrici sono funzionanti nelle metà delle fermate.Solo nel 50,7% delle stazioni analizzate sono presenti bar all’interno, anche le rivendite di giornali specifiche si trovano nella metà di esse. Quasi ovunque mancano sia le macchinette automatiche per bevande calde che fredde e le stazioni che non presentano né macchinette né bar interni sono circa il 45,45%, servizi che comunque migliorerebbero l'attesa dei viaggiatori. Anche sulla qualità delle infrastrutture c'è ancora molto da fare: i servizi igienici predisposti, infatti,mancano nel 59,15% e dove sono presenti solitamente sono mal funzionanti o comunque di qualità insufficiente.
 
Delle 70 stazioni/fermate nel 65% dei casi non vi è la presenza di personale ferroviario. Sono presenti scale mobili funzionanti solo nel 12,68%, con gli ascensori va meglio, di quelli presenti funziona il 22,54%. I tabelloni orari sono presenti nel 66,2% e nella maggioranza dei casi sono leggibili, i luoghi di attesa ci sono quasi in tutte le stazioni e i cestini per la raccolta differenziata sono presenti nel 78,87%. Se c’è un problema siamo fortunati solo nel 18,31 % dei casi con gli annunci vocali che lo segnalano e se non siamo giovani ed atletici abbiamo problemi per salire sul treno nel 61,97% a causa del dislivello tra marciapiedi e treno.
 
“Troppe stazioni sono di bassa qualità e con pochi servizi, una complicazione ulteriore per i pendolari del Lazio – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – che da una parte vedono il servizio ferroviario complessivamente migliorato dalla Regione, dall'altra continuano a vivere condizioni disastrose, soprattutto nelle stazioni di Roma sulle ferrovie concesse di gestione Atac, dove ci sono le peggiori del Lazio. Altro quadro impietoso quello che riguarda le fermate della Termini-Centocelle, una tratta ferroviaria metropolitana che andava opportunamente rilanciata all’apertura della Metro C e che oggi sembra invece in un completo stato di abbandono. Chiediamo alla Regione l’istituzione di un tavolo di lavoro per la riqualificazione delle stazioni a partire proprio dalle situazioni più critiche dentro Roma, dove ci vogliono progetti di reale rigenerazione degli spazi per migliorare la qualità della vita di centinaia di migliaia di pendolari urbani e di tutto il Lazio”. Il documento è stato costruito dall’associazione negli ultimi mesi per fare un quadro sullo stato di tutte le stazioni ferroviarie presenti nel Lazio sia nelle 8 linee FL regionali di Ferrovie dello Stato che delle 3 ferrovie concesse di ATAC, attraverso l’osservazione e la valutazione di pendolari, comitati, associazioni e volontari.