LINEA FR3 ROMA VITERBO: UN MORTO TRA LE ROTAIE NELL'INFERNO TRA OLGIATA E CESANO

di Silvio Rossi

Fortissimi disagi per i pendolari che devono tornare a casa, nella serata a causa di un investimento avvenuto tra le stazioni Olgiata e Cesano sulla linea regionale FR3. Per almeno mezz’ora il corpo della persona investita, che è morto sul colpo, è rimasto sul binario in direzione Roma, davanti il convoglio che l’ha travolto. I passeggeri dei treni in direzione Viterbo, che hanno subito fortissimi ritardi, che si trovavano nel lato interno, hanno assistito al triste spettacolo, sembra infatti, dalle testimonianze di alcuni, che non è stato neanche messo un lenzuolo sul povero malcapitato.

Non è ancora chiaro se l’investimento è dovuto all’imprudenza della persona che si trovava a transitare a piedi lungo i binari, o se sia avvenuto per un suicidio. Il disagio per l’interruzione del servizio ha generato forte malumore tra i presenti, soprattutto perché non c’è un’adeguata informazione. I passeggeri sono letteralmente lasciati allo sbando, nessuna informazione sulle previsioni di riapertura, sugli eventuali servizi aggiuntivi, nelle stazioni stracolme regnava il caos più totale.
La linea ferroviaria ha più volte subito forti ritardi, per una serie di ragioni che si sommano sempre in direzione del maggiore disagio per gli utenti.
Le difficoltà odierne della linea ferroviaria si sommano ai disagi che in questi giorni sono presenti sulle linee metropolitane, e sulle linee ferroviarie regionali, a causa degli scioperi bianche del personale Atac.




CARLO CALENDA. PUNTARE SULL'EXPORT

di Silvio Rossi

 

Investire verso l’estero. Non c’è crescita se ci si limita a progettare le nostre attività solo nello spazio nazionale, in un mondo globalizzato si deve avere il coraggio di affrontare i mercati. Ma per fare ciò bisogna avere strutture adeguate e la giusta preparazione.
L’incontro organizzato nella splendida cornice dell’Accademia Americana al Gianicolo il 13 luglio, dalla Regione Lazio, con la presenza del presidente Nicola Zingaretti ha visto numerosi rappresentati di molte ambasciate, che sono interessati a stringere rapporti economici con alcune piccole e medie imprese della nostra regione.
È stato anche presentato un progetto per formare venti giovani laureati, con un corso totalmente orientato al marketing internazionale, perché esportatori non ci si improvvisa, per mantenere la presenza sui mercati stranieri bisogna conoscere a fondo i meccanismi del commercio.
L’iniziativa regionale ha visto la collaborazione del Ministero per lo sviluppo economico, che era rappresentato dal viceministro Carlo Calenda, che ha la delega al commercio internazionale.


Abbiamo chiesto al vice ministro alcune impressioni sul lavoro svolto dalla Regione Lazio, e dalle altre regioni italiane:
La Regione Lazio, in particolare il presidente Zingaretti, sta sviluppando molti progetti per quanto riguarda le imprese. È un comportamento in linea con le atre regioni, oppure è “più avanti”?
Che l’internazionalizzazione sia importante, lo sentono tutte le regioni. Questo non sempre si traduce però in attività coerenti, e con soldi spesi bene, la Regione Lazio è una di quelle che meglio di tutte sta lavorando su questo tema, e lo fa in maniera estremamente sinergica sul piano nazionale, cioè le cose le vediamo insieme, e questo è fondamentale. Da questo punto di vista si può dire che è molto avanti.
C’è quindi un’Italia a due velocità? Il Lazio è una regione grande, con strutture adeguate, le regioni piccole sotto questo punto di vista hanno maggiori difficoltà?
Sì, le regioni piccole hanno delle difficoltà, non c’è dubbio, le regioni del sud hanno difficoltà. Molto spesso ci sono regioni grandi, con vocazione all’export, che hanno anche i fondi, ma spesso li spendono male, perché non vuol dire solo la dimensione, ma anche la capacità di lavorare.
Quali sono le ricette per diventare competitivi?
Il master che abbiamo presentato, è orientato al futuro, è qualcosa di innovativo che tende a formare gli esperti di domani, questo è il tema centrale su cui le regioni devono lavorare, sulla capacità di creare innovazione dentro le aziende, oggi noi abbiamo una carenza assoluta di export manager, che sappiano gestire le esportazioni.
Si sta puntando molto sull’export oggi. C’è stata negli anni passati una flessione?
No, il nostro export è sostanzialmente aumentato nel tempo, le aziende che esportano sono 210.000, in termini dimensionali il nostro export non è mai stato così forte. Il problema non è questo. Le aziende che esportano sono tante, quelle che lo fanno in maniera strutturale, che lo fanno con più del 50 % del fatturato, sono pochissime sono 15.000, per cui non dobbiamo aumentare il numero di quelle che esportano in generale, ma di quelle che lo fanno in maniera strutturale.
Come sono cambiati invece i mercati? Si parla molto della Cina, o di altri paesi emergenti.
I mercati cambiano in continuazione, noi possiamo dire che il focus maggiore l’abbiamo negli Stati Uniti, dove abbiamo ancora un potenziale inespresso enorme, di circa dieci miliardi di euro, un mercato stabile, in crescita, dove le nostre aziende hanno appena intaccato la superficie, perché nell’America profonda non sono mai andate, ed è un mercato stabile. Poi certo la Cina è molto importante, ma rimangono barriere all’ingresso, per esempio per un’azienda media.




ANGUILLARA: IL GIORNO DELLA MARMOTTA

di Silvio Rossi

Anguillara (RM) – Quando si pensa ad una vacanza in riva al lago, è riduttivo considerare una spiaggia ridotta, affollata di gente, a bordo strada, un simulacro di ciò che potrebbe essere definito: “vorrei il mare ma non posso”.
Una spiaggia di lago deve essere un posto che mantiene un “non so che” di selvaggio, un contatto con la natura che difficilmente potremmo trovare su una costa marina. Un modo diverso di fruire del contatto con l’acqua, non inferiore, ma diverso.
Il lago di Bracciano ha alcuni punti che, sotto questo punto di vista, rappresentano delle perle, angoli di paradiso nascosti da una fitta vegetazione, che si aprono improvvisamente verso lo specchio lacustre.

Tra questi, a poca distanza dall’abitato di Anguillara, fa parte la spiaggia della Marmotta, situata nei pressi del villaggio neolitico, immerso alcuni metri sotto il livello dell’acqua, dove negli scorsi anni sono stati ritrovati importanti reperti che testimoniano la vita che si svolgeva sulle sponde del lago ottomila anni fa.

Purtroppo però, come in molte altre parti del nostro paese, l’incuria, sommata all’inciviltà di alcuni, hanno tolto alla fruizione di quanti avrebbero potuto e voluto apprezzare tanta bellezza, questa spiaggia. Incuria sedimentata in anni di abbandono, perché c’è sempre stato qualcosa di più urgente da fare, per necessità, per errori di valutazione, per ignavia.

In questi giorni l'amministrazione comunale di Anguillara si è impegnata a fondo per recuperare questo angolo del lago, rimuovendo le barche abbandonate, i rifiuti, restituendo ai cittadini il sito. Il problema maggiore, ora, è riuscire a mantenere il posto senza che l’ordinaria inciviltà possa distruggere il lavoro svolto da personale della CNS.
Per evitare ciò, l’amministrazione ha chiesto la collaborazione dei cittadini, che possono segnalare sia gli abbandoni di materiali vari, sia comportamenti pericolosi (in particolare per l’accensione di fuochi), chiamando il numero 348 6905279, sia il numero verde della CNS (per i rifiuti) 800 731040, sia con l’APP gratuita decorourbano.org.
Speriamo che i cittadini siano in questo caso più collaborativi di quanto avviene quando la richiesta di aiuto proviene da loro nei confronti dell’amministrazione.




13 LUGLIO 1985: VA IN SCENA IL ROCK

di Silvio Rossi

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Esattamente trenta anni fa, in un caldo sabato di luglio, si organizzò un evento che incise profondamente nella storia del rock mondiale. In due stadi, il celebre Wembley di Londra, tempio del calcio britannico, e a Philadeplhia, negli Stati Uniti, si riunirono i più grandi interpreti del rock mondiale, per un evento che non ha avuto uguali nel panorama musicale.

Tutto iniziò circa otto mesi prima, quando il cantante di un gruppo inglese, Bob Geldof dei “Boomtown Rats”, e il chitarrista degli Ultravox, Midge Ure, riunirono alcuni interpreti di primo piano, sotto il nome di “Band Aid”, per lanciare un disco corale, al fine di raccogliere fondi per l’Etiopia, colpita in quegli anni da una forte carestia. Il disco, dal nome natalizio “Do They Know It’s Christmas?”. Il disco balzò al primo posto delle classifiche di mezzo mondo, il ricavato andò interamente in donazioni per il paese africano.

Alcuni mesi dopo, Michael Jackson e Lionel Ritchie scrissero un brano, per dare il loro contributo, che venne cantato da un supergruppo, che vide nelle sue fila artisti del calibro di Ray Charles, Stevie Wonder, Bruce Spingsteen, Bob Dylan. La canzone, chiamata “We Are The World” bissò il successo del brano inglese. Nella primavera Geldoff e Ritchie iniziarono a maturare l’idea di realizzare un concerto di beneficenza, da realizzarsi contemporaneamente in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. L’evento richiese un grande sforzo collaborativo. Per diverse ore i due palchi si alternarono con esibizioni degli artisti che si trovavano nei due continenti.

Nel cast inglese, oltre alla maggior parte degli artisti che presero parte alla registrazione del disco il natale precedente, parteciparono molti artisti del rock britannico nati nei decenni precedenti, come gli Who, i Queen, Paul Mc Cartney, Elton John, che regalarono al pubblico intervenuto momenti memorabili. Non furono da meno i loro colleghi che salirono sul palco americano, dove ci fu la reunion del gruppo Crosby, Still, Nash, e Young, i Led Zeppelin, Santana, Mick Jagger.

Il concerto iniziò alle ore 12:00 di Londra, quando sul palco salì Francis Rossi, cantante e chitarrista degli Status Quo, due ore dopo iniziò anche il palco americano, con Joan Baez, per un alternarsi di artisti, ogni venti minuti circa, fino alle 22:00 (sempre ora di Londra), quando le luci a Wembley si spensero per lasciare spazio al JFK di Philadelphia, per altre sei ore, quando gli artisti sul palco americano cantarono insieme We Are The World, diretti da Lionel Ritchie.

Trasmesso dalla BBC per la parte inglese, e dalla ABC negli States, è stato diffuso da quasi tutti i broadcaster mondiali, per oltre un miliardo di telespettatori, in tutti i continenti. Molti furono i momenti memorabili, le interpretazioni di tanti artisti furono all’altezza della loro fama. Alcuni gruppi che non suonavano insieme da diversi anni, come gli Who, hanno convinto tutti i critici che erano scettici sulla loro esibizione.

L’esibizione che è stata considerata migliore, dalla maggior parte dei critici, sono stati i venti minuti dei Queen, quando Freddie Mercury infiammò la folla, con alcuni duetti col pubblico memorabili. Come disse Elton John, a fine concerto: “quel giorno Freddie Mercury ha rubato la scena a tutti!”.

Una curiosità: Phil Collins, dopo aver cantato e duettato con Sting a Londra, prese un Concorde, e salì sul palco di Philadelphia, suonando tra l’altro la batteria in Stairway to Heaven con i Led Zeppelin,

Il Live Aid è stato certamente il concerto col maggior numero di star contemporaneamente. Si può dire che è stato l’atto di chiusura di una stagione di concerti, iniziata negli anni sessanta, che vide il rock internazionale esplodere con i festival dell’isola di Wight e di Woodstock. Dopo il 13luglio 1985, la musica è stata una ripetizione di quanto già sentito.




CALCIO: QUATTRO MESI DI SQUALIFICA A BELLOLI

di Silvio Rossi

 

Il Tribunale Federale Nazionale ha comminato a Felice Belloli, ex presidente della Lega Dilettanti un’inibizione di quattro mesi per le frasi pronunciate durante la riunione del Consiglio Direttivo del Dipartimento Calcio Femminile del 5 marzo 2015. Al termine dell’incontro, il dirigente disse “Basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche”, frase puntualmente riportata nel verbale della riunione. La contestazione per Belloli è stato il mancato rispetto e gli effetti lesivi della reputazione di un organo federale, e di tutto il movimento del calcio femminile. Nelle motivazioni del tribunale, l’attribuzione della frase al soggetto incriminato non viene messa assolutamente in dubbio, perché inserita nel verbale, confermata da diverse persone presenti all’incontro, e nessuno ha smentito tale ricostruzione, perché gli altri consiglieri, al massimo, hanno testimoniato di non aver udito la frase, ma nessuno ha affermato che l’ex presidente non l’abbia pronunciata.


La sentenza è stata accolta con un pochino di freddezza dal movimento calcistico femminile, che forse si attendeva una pena maggiore. Contattato lo staff della Res Roma Calcio Femminile, ci rispondono che la cosa importante è che Belloli non ricopra più il ruolo di presidente della Lega Dilettanti, hanno valutato positivamente la squalifica come segno evidente che le lamentele delle giocatrici, e di tutto il movimento che le sostiene non erano un capriccio, ma una chiara richiesta di rispetto delle persone. Giudicano però la pena troppo leggera, anche se in un mondo come quello del calcio, in casi ugualmente gravi, difficilmente sono state comminate pene più severe. Indipendentemente dalla lunghezza della squalifica, si spera che il movimento calcistico, a tutti i livelli, non veda in futuro più dirigenti che pronuncino più frasi come le “lesbiche” di Belloli o i “mangia-banane” di Tavecchio. Il nostro calcio merita di più, perché continuare a tenere questi personaggi nelle stanze dei bottoni contribuisce solamente ad allontanare i ragazzi e le ragazze dalla pratica sportiva.


Per evitare che personaggi dalle parole censurabili popolino le stanze che contano del nostro sport, oltre alle squalifiche, si dovrebbe fare, al loro incontro, come De Filippo suggerì a chi andava a chiedergli consiglio per mostrare il loro risentimento al Duca Alfonso Maria di Sant'Agata dei Fornari. Siamo convinti che per certe persone, un pernacchio, sia mille volte più umiliante di una sentenza di un tribunale sportivo.




ROMA, PIAZZA DELLA REPUBBLICA: DOPO DUE ANNI DI DEGRADO ARRIVA EATALY

di Silvio Rossi

Roma – La qualità del cibo italiano, base della dieta mediterranea, conquista spazi che una volta sembravano perduti per sempre. Laddove da molti anni era aperto un ristorante della catena di fast food McDonald’s, in una delle piazze più caratteristiche della capitale, sotto il portico progettato nell’ottocento dall’architetto Gaetano Koch (noto architetto romano, di origine tirolese, che ha firmato alcuni dei più bei palazzi costruiti a cavallo dei due secoli nella capitale), apre questa estate, dopo oltre due anni di chiusura, il secondo punto vendita di Eataly nella capitale.


Da quando, nel febbraio 2013 le vetrine di McDonalds sono state chiuse definitivamente, il degrado ha preso il posto dei tavolini dove i clienti consumavano i pasti veloci della catena americana. Una situazione che era diventata insostenibile. A due passi dai lussuosi alberghi che circondano la piazza, davanti a edifici storici come la Basilica di Santa Maria degli Angeli e alle Terme di Diocleziano, le saracinesche del ristorante sono diventate il rifugio per senza fissa dimora.

La notizia dell’apertura, ormai prossima, di un locale che punta sulla qualità e sullo stile italiano, è stata accolta favorevolmente da residenti nel quartiere e dalle associazioni del centro storico. Il merito di questa trasformazione è certamente da attribuire alla perseveranza di Oscar Farinetti, che quando si pone un obiettivo, non viene fermato neanche dalla lenta e farraginosa macchina burocratica italiana, che lo ha fatto attendere quasi due anni per le autorizzazioni, dopo aver chiesto tutta una serie di garanzie sugli arredi dei locali, sull’utilizzo degli spazi esterni. Visti che in precedenza sono stati concessi anche troppo agevolmente al colosso d’oltreoceano.

Come appare evidente dalla foto, l’apertura sembra imminente. La speranza è che la nuova struttura riesca a portare un po’ di vita in uno degli angoli più belli di Roma, che è stato per troppo tempo abbandonato a se stesso.




ANGUILLARA: GRANDE RISULTATO PER LA INFINITY DANCE

di Silvio Rossi

Un grande risultato, quello ottenuto dai fratelli Boldrini, della Infinity Dance di Anguillara. Quinti classificati a livello nazionale, unici rappresentanti della regione Lazio nella finale. Il campionato nazionale 2015 della federazione danza sportiva, che si è svolto ieri a Rimini, ha visto Caterina e Daniele Boldrini, fratelli di Anguillara nati per la danza, tra le sei coppie premiate nel concorso per i balli standard.

Da molti anni i fratelli Boldrini organizzano ad Anguillara corsi di danza, che sono frequentati da molti cittadini, grazie alla simpatia e alla competenza dei due istruttori. Andare a ballare da Caterina e da Daniele non è solo frequentare un corso. È soprattutto trovarsi tra amici, divertirsi, e nel contempo imparare i passi, le mosse, i fondamentali dei balli.
Una disponibilità che è legata alla grande competenza nel settore. Vederli dare lezioni ai loro allievi è uno spettacolo, sin dalla più banale correzione suggerita su come correggere una postura, su come iniziare i passi con la gamba giusta, su tutti i segreti che riescono a trasferire a chi si affida alle loro cure.
Tutto ciò è raggiunto grazie all’amore per la danza che traspare dai loro comportamenti, una passione alla quale dedicano tutte le loro forze, riuscendo a ottenere grandi livelli, sia nell’insegnamento che nella pratica sportiva, come l’affermazione di Rimini ha dimostrato.
Tutti noi della redazione facciamo i nostri complimenti a Caterina e Daniele per la premiazione ricevuta.




CALCIOSCOMMESSE. CHIESTO PROCESSO AD ANTONIO CONTE

di Silvio Rossi

 

La Procura di Cremona, nell’ambito dell’inchiesta per il calcioscommesse, ha chiesto il rinvio a giudizio per oltre cento imputati, tra cui il nome eccellente dell’allenatore della nazionale Antonio Conte.
La richiesta, giunta al termine di un’inchiesta per una serie di incontri combinati nel 2012, fa riferimento alla partita Albinoleffe-Siena – in quella stagione l’allenatore leccese era a capo della squadra senese – mentre per altre partite finite sotto l’occhio della procura, in particolare Novara-Siena, è stata chiesta l’archiviazione.
Oltre al tecnico della nazionale, tra gli indagati figurano altri nomi eccellenti, come l’allenatore Colantuono, ex tecnico dell’Atalanta, e per il capitano della stessa squadra, al momento dei fatti , Cristiano Doni. Nell’inchiesta ci sono anche i nomi di Stefano Mauri, capitano della Lazio, che ha già scontato sei mesi di squalifica dalla giustizia sportiva, e una settimana di carcerazione preventiva, e di Beppe Signori, non più in attività, ma tesserato FIGC.
Anche Conte, per i fatti oggetto dell’inchiesta odierna, aveva ricevuto una squalifica dalla giustizia sportiva, inizialmente di dieci mesi, per le due partite suddette, pena ridotta a quattro mesi dopo che la Corte di Giustizia Federale lo aveva prosciolto per i fatti di Novara-Siena.
L’accusa nei suoi confronti, di frode sportiva, è stata giustificata dal Procuratore, perché “violò gli obblighi di allenatore”, che ha la responsabilità di “salvaguardare la condotta morale dei calciatori e […]di sorvegliare affinché i calciatori mantengano una condotta consona ai principi di lealtà e probità”.
Le accuse contro Conte erano già note al momento della sua chiamata da parte dell’allora neopresidente Tavecchio, e fortunatamente giungono all’apice in un anno disparo, in cui la nazionale non è impegnata in campionati europei o mondiali, altrimenti il nostro calcio avrebbe dovuto subire l’onta dell’attacco di tutta la stampa mondiale contro l’allenatore sotto processo, e contro i vertici che lo hanno voluto a ricoprire tale incarico. A questo punto, viene da chiederci: ma non c’era nessun altro nome da poter chiamare al suo posto?

VEDI ANCHE CALCIO SCOMMESSE. CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO PER 130 INDAGATI




ROMA, CASO METRONOTTE: MANETTE PER FABRIZIO MONTALI

di Silvio Rossi

Roma – Fabrizio Montali, già indagato sul caso “Metronotte”, la storica società di vigilanza privata che lo scorso anno, proprio a causa delle vicende che hanno visto protagonista il titolare occulto.

Lo scorso autunno la società Metronotte, formalmente una cooperativa, ma in pratica gestita da Montali, perdere le numerose commesse che vedevano il prestigioso marchio curare la vigilanza di Banca d’Italia, Rai, Metropolitane, alcune banche e un paio di ospedali romani.
Questa mattina il Comando Provinciale di Roma della Guardia di Finanza ha notificato all’imprenditore di origini siciliane un provvedimento di arresto, per una serie di reati tributari. Il provvedimento odierno arriva a conclusione di un’inchiesta che va avanti da alcuni mesi. In particolare i finanzieri contestano a Montali una serie di operazioni tese a dissimulare il suo reale potere nell’azienda di security. L’interesse degli investigatori sembra sia partito da un’operazione con cui l’imprenditore, attraverso la “Nuova Città di Roma”, cooperativa del gruppo “Metronotte”, aveva rilevato la società “Città di Roma”, lasciando nella vecchia compagnia tutte le situazioni debitorie, pagandola inoltre un quinto del valore periziato.
A Montali, e altri cinque soggetti, è stato tra l’altro contestato il mancato versamento di 800.000 euro quale corrispettivo per l’erario delle operazioni di acquisizioni effettuate. L’intera operazione coinvolge 15 indagati, e ha comportato il sequestro delle aziende del gruppo, per un valore stimato di quasi cento milioni, più altri sessanta milioni di beni riconducibili agli indagati. Sono stati posti sotto sequestro anche una serie di proprietà nelle provincie di Roma, Milano, Genova, Ancona, Bologna, Alessandria, Perugia e Crotone, conti correnti, partecipazioni societarie, undici unità immobiliari e sette autovetture.




LA TELEVISIONE PUBBLICA GIAPPONESE ALLA RICERCA DEI NOSTRI BORGHI

di Silvio Rossi

È curioso vedere una troupe giapponese girare con le telecamere in un paesino di montagna con meno di trecento abitanti. A prima vista ci si potrebbe chiedere: “Cosa avranno mai da trovare in un paesino del genere per venire qui dall’altra parte del mondo?”.
Accade così che a Chiauci, piccola località a novecento metri di altitudine, nel centro dell’appennino molisano, da alcuni giorni la presenza di questi curiosi ospiti dagli occhi a mandorla è diventata realtà.

Per saperne di più, dopo esserci informati con alcuni abitanti del posto, contenti nel vedere l’interesse di persone molto lontane per le loro bellezze, abbiamo parlato con la regista Yuki Koikeda, della televisione statale BS Nippon.

In un italiano discreto ci ha spiegato che la TV giapponese ha un programma che parla del nostro paese, perché nel paese del sol levante, la cultura italiana è molto apprezzata. Il programma è al suo ottavo anno, ha più di un milione di spettatori, e ha visitato finora oltre duecento borghi, prevalentemente di piccole dimensioni, con i centri storici caratteristici.

Anche i due operatori che stavano seguendo le persone del paese, per documentarne la vita, erano entusiasti dei luoghi, del sapore che certi luoghi riescono a offrire. Tutto ciò dovrebbe far riflettere quale potenziale turistico offrono non solo Roma, Firenze o Venezia.
I turisti stranieri amano vedere non solo i capolavori di Giotto o Michelangelo. L’Italia ha un tesoro diffuso in tutti gli ottomila comuni che sono sparsi nella nostra penisola. Un patrimonio di testimonianza storica, che in altre nazioni riescono a valorizzare anche quando, se riferiti ai nostri borghi medievali, non meritano tanto.
Eppure nei percorsi turistici difficilmente vengono inserite queste località, che hanno bisogno solamente di essere conosciute meglio.




UNA LEGGE SBAGLIATA PER ELETTORI SBAGLIATI

di Silvio Rossi

 

La sentenza che ha rigettato la sospensione di De Luca dalla carica di Governatore della Campania, ci impone due riflessioni, diverse per merito, ma che descrivono entrambe quanto sia caduto in basso il livello della politica italiana.
Senza entrare nel merito sulla colpevolezza o meno dell’ex sindaco di Salerno, o sulle motivazioni del Tribunale, non possiamo non notare come, nel giro di un mese, ben tre leggi che hanno caratterizzato il governo Monti, sono state bocciate dalla magistratura. Tre leggi senza le quali, dell’azione del professore in Loden, resta il pannicello caldo che probabilmente ci ha permesso di evitare di giungere al livello che oggi i greci stanno sperimentando sulla loro pelle, ma che ha rinviato il problema strutturale ai successivi esecutivi.
Una bocciatura, quella odierna, alla legge Severino, che si somma ai voti negativi sulla riforma Fornero alle pensioni, che tanto ha scompigliato il piano economico-politico di questi ultimi mesi, e al blocco dei contratti degli statali, che fu lanciato la prima volta da Berlusconi, ma che il professore sposò in pieno.
La seconda bocciatura determinata dalla decisione odierna, invece, è al corpo elettorale italiano, nel suo complesso, che non ha sviluppato nel tempo i giusti anticorpi per compiere una attenta valutazione, al momento di entrare nell’urna, delle caratteristiche morali dei rappresentanti che ha mandato a governare il paese, o gli enti territoriali.
In una democrazia più evoluta della nostra (non è difficile trovarle, basta fare un giretto a caso in Europa), non ci sarebbe stato neanche bisogno di una legge Severino. Non sarebbe servita perché la Giustizia negli altri paesi funziona davvero, e non bisogna attendere dieci anni per un processo che rischia di andare in prescrizione prima della pena definitiva, e soprattutto perché un politico con la fedina penale non immacolata, non verrebbe mai premiato alle urne.
Nelle democrazie con cui ci confrontiamo, un ministro che ha copiato un testo alla tesi di laurea, che si è fatto rimborsare cifre che confrontate con i nostri consiglieri sono ridicole, o ha commesso un atto che, anche se non di rilevanza penale, è moralmente poco giustificabile, ha la creanza di rassegnare immediatamente le proprie dimissioni.
Da noi invece, l’attaccamento morboso alla poltrona costringe la politica più onesta a redigere una legge, come la Severino, che dimostra però di non rappresentare la soluzione migliore al male della malapolitica. Certe questioni non vanno affrontate con leggi nuove, ma con responsabilità e coerenza, del politico e degli elettori.