Costume e Società
Autismo: un impegno tra scienza, istituzioni e società civile
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4 settimane faon

A Roma un convegno per riflettere, comprendere e agire
In occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, si è svolto presso lo storico Salone del Commendatore del Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia un convegno dal titolo emblematico: “Cos’è l’autismo, è una malattia? Come riconoscerlo – Trattamento”.
L’evento è stato promosso dal Lions Club Roma Accademia, in collaborazione con i Lions Clubs Roma Host, Amicizia, Sistina, Justinianus e L.C. Pomezia Roma Mare, con il fondamentale supporto della Fondazione Sapientia Mundi e della ASL Roma 1. L’iniziativa ha inteso offrire un contributo serio e multidisciplinare al dibattito pubblico, coinvolgendo autorevoli esperti in ambito medico, psicologico, giuridico e istituzionale.
Il dovere della consapevolezza
Ad aprire i lavori, i saluti istituzionali del Dott. Francesco Quagliarello (Direttore Amministrativo ASL Roma 1), dell’Avv. Italo Maria Amorelli (Presidente Lions Club Roma Accademia), del Prof. Giuseppe Anelli (Presidente della Fondazione Sapientia Mundi) e del Gen. Tommaso Bruni (Presidente CREC Lions ETS), i quali hanno ribadito il valore imprescindibile della conoscenza e della diffusione della cultura scientifica per costruire comunità più inclusive e consapevoli.
Una cronistoria dell’autismo: dalle origini alla moderna neurodiversità
La relazione della Dott.ssa Maria Pia Malizia, psicologa e sociologa, ha offerto un’analisi lucida della dimensione socioculturale del disturbo dello spettro autistico, arricchita da una puntuale rassegna storica.
L’autismo, oggi incluso nei Disturbi dello Spettro Autistico (ASD) secondo i criteri del DSM-5, fu descritto per la prima volta nel 1943 dal medico Leo Kanner e, successivamente, da Hans Asperger. I primi studi interpretarono la condizione come una forma di “distacco emotivo” del bambino, spesso attribuito – erroneamente – a stili educativi freddi o distanti. Solo negli ultimi decenni si è affermata una comprensione scientifica fondata su basi neurobiologiche e genetiche.
Le cause dell’autismo risultano oggi multifattoriali: predisposizioni genetiche (oltre 100 geni coinvolti), alterazioni nello sviluppo sinaptico, fattori ambientali perinatali e interazioni epigenetiche. I sintomi si manifestano tipicamente nei primi tre anni di vita e includono: deficit persistenti nella comunicazione e nell’interazione sociale, comportamenti ripetitivi, interessi ristretti, iper- o ipo-reattività agli stimoli sensoriali.
La Dott.ssa Malizia ha sottolineato l’importanza di un approccio centrato non solo sulla diagnosi precoce, ma anche su strategie educative personalizzate, supporti abilitativi, terapia comportamentale e un modello relazionale rispettoso delle specificità del soggetto.
Bullismo e autismo: quando la vulnerabilità diventa bersaglio
Un passaggio di grande rilievo è stato affidato all’intervento del Dott. Maurizio Colangelo, magistrato e esperto nazionale in materia di bullismo e cyberbullismo, già relatore della legge 70/2024 sul contrasto al fenomeno nelle scuole e nei contesti digitali.
Colangelo ha acceso i riflettori su una realtà troppo spesso ignorata: le persone nello spettro autistico rappresentano le “vittime perfette” di episodi di bullismo, soprattutto in ambiente scolastico e sui social network. La loro difficoltà nella lettura del contesto, nella decodifica delle intenzioni altrui e nella gestione dell’interazione sociale li rende bersagli ideali per chi cerca di esercitare potere, prevaricazione o esclusione.
“L’autismo – ha affermato – non è solo una condizione clinica, è anche una condizione sociale. E il sistema scuola, famiglia e istituzioni deve intervenire con fermezza per tutelare chi, già fragile, rischia di subire violenze invisibili quanto devastanti.”
Da qui il suo appello alla responsabilità collettiva nel promuovere politiche di prevenzione, educazione all’empatia e inclusione reale. Un invito ad andare oltre le “giornate di sensibilizzazione” per costruire contesti protetti, formati e responsabili.
La multidisciplinarietà come risposta clinica e sociale
Tra i relatori:
- Il Prof. Oliviero Bruni, neuropsichiatra infantile, ha illustrato gli strumenti diagnostici oggi utilizzati (ADOS-2, ADI-R, M-CHAT), con riferimento alla correlazione tra disturbi del sonno e sviluppo cognitivo nei bambini autistici.
- La Dott.ssa Elisa Gullino, cardiologa ASL Roma 1, ha discusso l’impatto dello stress sistemico sul profilo infiammatorio dei soggetti con disturbo dello spettro.
- La Dott.ssa Stefania De Risio, psicoterapeuta, ha approfondito l’importanza del supporto alle famiglie e l’utilizzo di approcci basati sull’analisi comportamentale applicata (ABA).
- La Dott.ssa Letizia Strillozzi, presidente dell’Associazione “iCuore per l’Autismo”, ha presentato testimonianze dirette delle difficoltà quotidiane affrontate dai genitori e caregiver.
- Il Dott. Bruno Spinetoli, Direttore del TSMREE ASL Roma 1, ha descritto le azioni della rete pubblica territoriale in termini di diagnosi, presa in carico precoce e coordinamento con i centri specialistici.
L’importanza dell’ippoterapia: il Centro CREC in prima linea

Significativa è stata anche la presentazione dell’attività del Centro di Riabilitazione Equestre del CREC – Lions ETS, realtà di eccellenza che opera nella promozione dell’ippoterapia come intervento riabilitativo in bambini e adolescenti con disturbo dello spettro autistico.
Il centro, accreditato e operativo in stretta sinergia con la ASL Roma 1, ha trattato oltre 400 pazienti negli ultimi 5 anni, avvalendosi di un’équipe multidisciplinare composta da psicologi, terapisti della neuro e psicomotricità, tecnici di equitazione e personale sanitario specializzato. Gli studi condotti in collaborazione con l’Università La Sapienza e pubblicati su riviste nazionali confermano che l’interazione mediata con il cavallo migliora l’autoregolazione emotiva, la coordinazione motoria, la relazione interpersonale e la tolleranza agli stimoli.
Ambasciatrici di solidarietà e inclusione: premiate le “eccellenze al femminile”
A conclusione dell’evento, sono stati conferiti i riconoscimenti “Premio Professionalità ed Etica” – promossi congiuntamente dal Lions Club e dalla Fondazione Sapientia Mundi, in collaborazione con la ASL Roma 1 – figure femminili di spicco che si sono distinte per il loro straordinario impegno nei settori della cultura, della diplomazia, dell’inclusione sociale e dell’educazione delle persone con disabilità.
Il riconoscimento è stato conferito a:
- Cristina Di Silvio, Consigliere Diplomatico e Rappresentante Permanente presso organismi internazionali per i diritti umani, impegnata da anni nella promozione della cultura della pace, della solidarietà globale e della cooperazione internazionale nei contesti di maggiore vulnerabilità;
- Suor Antonella, già Preside della Pontificia Università Auxilium, da sempre punto di riferimento nel campo dell’educazione etica e inclusiva. Ha svolto un ruolo chiave nella formazione dei catechisti dedicati all’accompagnamento spirituale di bambini e ragazzi affetti da disturbi dello spettro autistico e altre disabilità, promuovendo un approccio pedagogico e liturgico centrato sulla persona e sulla dignità della diversità;
- Dott.ssa Marwa Fawzy, Addetto Culturale dell’Ambasciata d’Egitto in Italia, figura di alto profilo nella diplomazia culturale, impegnata nella costruzione di ponti tra i popoli attraverso l’arte, la conoscenza e l’inclusione. Il suo lavoro ha favorito il dialogo interculturale e l’apertura tra comunità diverse, con un’attenzione speciale verso l’integrazione delle persone con abilità differenti nei percorsi culturali e formativi.
- Dott.sse Mariateresa D’Acquino e Patrizia Santinon, per il loro contributo innovativo e costante nel campo delle Medical Humanities, promuovendo un approccio umanistico e integrato alla cura.
- Prof.ssa Fanny Guglielmucci, docente del Dipartimento di Filosofia Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma 3, per l’intensa attività accademica e di Terza Missione, rivolta all’impegno sociale e alla costruzione di una cultura inclusiva e partecipata.
Sei donne, sei storie, sei percorsi differenti ma uniti da un comune denominatore: la capacità di coniugare competenza, empatia e visione in un servizio autentico all’umanità, con particolare attenzione verso chi troppo spesso resta invisibile.
Un gesto simbolico, ma potente, che rafforza il senso dell’intero convegno: la cultura della solidarietà non ha confini, e ha bisogno di voci forti, credibili e appassionate per affermarsi davvero.
Oltre il convegno: una responsabilità collettiva
L’incontro ha lanciato un messaggio chiaro: l’autismo non è una malattia da guarire, ma una condizione neurodivergente da comprendere, rispettare e includere.
Il riconoscimento dei diritti delle persone con autismo, l’accesso a servizi adeguati e la lotta contro ogni forma di isolamento o discriminazione rappresentano una sfida etica e civile.
Come più volte ricordato, le battaglie culturali non si vincono solo con i decreti o con i convegni, ma con scelte quotidiane, ambienti preparati e istituzioni vigili. In questa direzione si muove il Lions Club, che ancora una volta ha saputo unire visione, rigore scientifico e impegno civico.
Perché comprendere l’autismo significa, prima di tutto, imparare a costruire una società in cui nessuno sia lasciato indietro.
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