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Primo piano

BANDA DELLA MAGLIANA – II PARTE

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Tempo di lettura 3 minuti Una nuova minaccia incombe su Abbatino, Nicolino Selis, che lo vuole scalzare dal suo ruolo di capo della banda

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di Angelo Barraco 

Roma – Il 13 settembre 1980 Franco Giuseppucci viene ucciso da un clan rivale, i “Pesciaroli”. La banda è pronta a vendicarsi per la morte del carismatico capo e Abbatino detto “Crispino” prende in mano le redini della banda e sa che per vendicare la morta del suo capo bisogna vendicarsi uccidendo i rivali. Le forze dell’ordine arrestano la notte del delitto due membri della famiglia Proietti, sospettati di aver ucciso Giuseppucci. La Polizia trattiene Fernando Proietti, mentre suo fratello Mario è ancora a piede libero e fa perdere le sue tracce. Il primo tentativo di vendetta scatta sei giorni dopo la morte di Giuseppucci. Abbatino, essendoci già in carcere parte dei Proietti, mira ad una vendetta trasversale. A finire in questa rete è Enrico Proietti, cugino dei sicari di Giuseppucci. Abbatino e alcuni sicari lo aspettano fuori da una villa ma le cose non vanno come aveva previsto Abbatino; i killer sbagliano persona ed Enrico Proietti la fa franca. Il 27 ottobre 1980, Abbatino e i suoi uomini ritentano l’attentato, vengono esplosi su di lui colpi di arma da fuoco ma riesce a darsi alla fuga in macchina. Due mesi più tardi, Mario Proietti viene avvistato a Ponte Miglio, Abbatino invia un gruppo d’uomo per ucciderlo, ma Mario Proietti riesce a scampare alla morte. La Banda, dopo l’ennesimo colpo fallito, mira alla vendetta trasversale, questa volte contro Orazio De Benedetti che era un fiancheggiatore dei Proietti. La Banda lo uccise perché dopo la morte di Giuseppucci, qualcuno della Banda lo vide brindare ed esultare per tale avvenimento. Il gruppo d’uomo che uccise De Benedetti era composto da: Edoardo Toscano e Enrico (Renatino) De Pedis

Una nuova minaccia incombe su Abbatino, Nicolino Selis, che lo vuole scalzare dal suo ruolo di capo della banda e ha progetti e piani di cui Abbatino non ne è a conoscenza. Selis per i ragazzi della banda diventa un problema che non può essere rimandato. Selis non ha la sete di vendetta che hanno gli altri membri della banda, la morte di Giuseppucci per Selis è l’occasione di diventare il capo e scalzare Abbatino. Selis era una persona che aveva molte amicizie dentro e fuori il carcere, tra cui Raffaele Cutolo. Selis vorrebbe formare una banda su Roma simile alla nuova camorra organizzata e questo appoggio lo considera come una garanzia.
Mentre i membre dela Banda sono impegnati a vendicarsi, Selis è ancora in carcere ed è proprio lì che ha modo di stringere affari e accordi importanti. Dal carcere manda ordini, chiede chi deve essere eliminato e dice che quando uscirà regolerà i conti con tutti. Da fuori i suoi ordini non vengono recepiti dai suoi compagni e non vengono accolti e considerati. Come ultimo atto contro la Banda aveva acquistato una partita di eroina e aveva tenuto 2 Kg per se e un Kg per la Banda e questo viene visto come un tradimento. Ma la banda non agisce finchè la camorra e Raffaele Cutolo proteggono Selis. All’improvviso le cose cambiano per la NCO e Cutolo viene trasferito all’asinara dove la sua posizione di supremazia crolla a causa di una faida per l’appropriazione di appalti. All’improvviso anche la posizione di Selis non è più al sicuro e Abbatino può agire. Il 3 febbraio 1981 Abbatino vuole chiudere il conto con Selis. Selis è fuori per un permesso premio e viene convocato da Abbatino per chiarire la situazione, Selis capisce che la situazione non è delle migliori e allora si fa scortare da suo cognato Antonio Leccese, un pregiudicato. Selis viene accompagnato in una villa nei pressi di Ostia, la sua zona. La sua prima sorpresa è quella di incontrare un vecchio compagno di cella, Antonio Mancini. Abbatino tira fuori una pistola che aveva nascosto e la punta alla tempia a Selis e lo uccide, successivamente Mancini uccide Antonio Leccese, testimone scomodo.

Ora che Abbatino si è liberato del rivale, ricomincia la caccia ai “Pesciaroli”, assassini di Franco Giuseppucci. Abbattino sa anche che la Polizia lo sta cercando per la scomparsa di Selis e quella di Leccese, allora compie un gesto eclatante e azzardoso, il 2 marzo 1981 si presenta spontaneamente in questura e dichiara la sua estraneità ai fatti fornendo alibi falsi e fornendo spiegazioni sufficientemente credibili per essere lasciato libero, la Polizia gli crede e viene lasciato libero. Abbatino, riprende così la vendetta contro i Proietti con un braccio di fuoco composto da Antonio Mancini e Marcellone Colafigli, amico intimo di Giuseppucci ed era ossessionato nel vendicarsi. Il 16 marzo 1981 in Via donna olimpia vengono scovati dalla Banda, la Banda incontra Maurizio e Mario Proietti, entrano nell’atrio dell’appartamento e li uccidono. I Banditi sparano anche contro la Polizia, poi entrano nel palazzo e salgono sulle scale i Banditi e iniziano le trattative con la Polizia. Successivamente Mancini e Colafigli vengono arrestati rischiando il linciaggio della folla. Sul luogo sono accorsi trenta mezzi della Polizia.
La Banda ha terminato la caccia ai Proietti e ha vendicato l’omicidio di Franco Giuseppucci, Maurizio Abbatino “Crispino” ha dimostrato di avere la tempra di un capo, eliminando il suo rivale Selis e vendicando il suo capo Giuseppucci.

Primo piano

Elezioni Europee, per Mario Draghi serve un cambiamento radicale e accende il dibattito

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La figura di Mario Draghi, che ieri ha sferzato l’Europa chiedendo un cambiamento radicale e ha fatto irruzione nelle Europee spiazzando i partiti, accende il dibattito in vista del voto Ue di giugno.

Per il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, “Draghi ha centrato il punto nello stressare il fatto che alcune delle nostre politiche sono state disegnate 20, 30 anni fa e in questi anni il mondo è cambiato.

La competitività è stato un fatto soprattutto interno all’Ue ma non abbiamo affrontato l’argomento dal punto di vista della competitività nel contesto globale. Necessitiamo di una politica industriale assertiva, ed è per questo che il cambiamento radicale a cui fa riferimento Mario Draghi si sta gradualmente verificando ma è assolutamente necessario”.

“Mi spiace deludervi ma a livello di leader non stiamo ancora parlando delle cariche di vertice dell’Ue, perché non sappiamo quale sarà il risultato delle elezioni europee e perché in alcuni Paesi si devono tenere le elezioni nazionali, dunque ci sono troppe incognite: il vero dialogo inizierà a giugno”, ha detto la premier estone Kaja Kallas rispondendo alla domande se le quotazioni di Mario Draghi, dopo il discorso di ieri, siano salite. “Detto questo Draghi mi piace molto”, ha aggiunto.

“Ho molto rispetto per Mario Draghi ma non voglio interferire in vicende italiane o altro. Lo rispetto molto, questo è quanto ho da dire”, ha affermato il premier ungherese Viktor Orban, rispondendo alle telecamere di La7, a margine della conferenza delle destre in corso a Bruxelles. Parlando sul tentativo di ieri di far sospendere la conferenza da parte dell’amministrazione comunale di Saint-Josse, Orban ha poi commentato: “sono contento di essere qui, oggi siamo qui al confine tra libertà e tirannia”.

Stoccate all’ex premier arrivano dal ministro Matteo Salvini, nel suo libro “Controvento”. di cui vengono anticipati stralci in attesa della presentazione a Milano il 25 aprile. Il leader della Lega definisce “sconcertanti” alcuni ministri scelti da Draghi per il suo esecutivo. Draghi – dice ancora Salvini – “ci rassicurò ma non fece nulla per la pace fiscale”.

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Castelli Romani

Asl Roma 6, all’ospedale dei Castelli operativo il nuovo reparto di terapia subintensiva

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Un servizio fondamentale per chi è colpito da ictus

Presentata l’Unità Trattamento Neurovascolare (UTN) dell’ospedale dei Castelli (ODC). Un reparto di terapia subintensiva dotata di 5 posti letto, strumentazione tecnologica e diagnostica di alto profilo e ad alta intensità di cura destinata ad accogliere pazienti affetti da lesioni cerebrovascolari acute, di natura ischemica o emorragica.

Il nuovo servizio si inserisce nella rete dell’Emergenza tempo-dipendente della Regione Lazio come unità di I livello che ha come riferimento la UTN di II livello del Policlinico Tor Vergata.

A sua volta l’Ospedale dei Castelli rappresenta la struttura di riferimento per l’ictus acuto per l’ospedale di Velletri.

Presenti il Commissario Straordinario Asl Roma 6 dott. Francesco Marchitelli, il Direttore Sanitario Asl Roma 6 dott. Vincenzo Carlo La Regina, il Direttore Medico di Presidio (Odc) dott. Daniele Gentile, il Dr Fabrizio Sallustio Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli, il Dr Carlo Capotondi direttore UOC Radiologia Diagnostica ed Interventistica, la Dr.ssa Carla Giancotti direttore UOC Anestesia e Rianimazione oltre ai
sindaci di diversi Comuni, istituzioni, autorità militari, civili e religiose. La presentazione ha visto anche la partecipazione di diversi sindaci del territorio e del sindaco di Lanuvio e deputato della Repubblica Andrea Volpi.

“Il nuovo reparto UTN – dichiarano il Commissario Straordinario Marchitelli insieme al Direttore Sanitario La Regina – rappresenta un servizio fondamentale dove ogni giorno si compiono gesti straordinari per salvare vite. La sua apertura è un tributo all’impegno verso il miglioramento della salute pubblica e alla dedizione del personale medico, che con professionalità, impegno e cuore si adopera per offrire cure di altissimo livello. Innovazione e dedizione alla cura delle persone sono tra i pilastri cardine che ci permettono di continuare a fare importanti passi insieme per la comunità”.

A inizio 2024, all’UTN e a tutto l’Ospedale dei Castelli è andato il premio di centro ictus “Diamond” conferito dal gruppo ISA (Italian Stroke Association)-Angels (società deputata all’implementazione dei percorsi diagnostico-terapeutici dell’ictus in Europa).

L’UTN rappresenta un reparto in cui operano, in un modello di multidisciplinarietà, diversi professionisti tra cui neurologi vascolari ossia con esperienza nella diagnosi e cura delle patologie cerebrovascolari, infermieri dedicati, fisioterapisti, logopedisti, dietisti.

“Uno degli obiettivi principali dell’UTN – dichiara il Dr Fabrizio Sallustio, Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli – è ridurre i tempi di intervento in caso di emergenza neurovascolare. Grazie alla presenza di personale esperto e all’infrastruttura specializzata, i pazienti possono ricevere trattamenti cruciali in modo tempestivo senza doversi spostare a Roma con il rischio di gravi conseguenze e complicazioni a lungo termine. Inoltre, l’approccio multidisciplinare del reparto consente di valutare ogni caso in modo completo, individuando le migliori strategie terapeutiche per ciascun paziente”.

Tanto più lunga è l’occlusione arteriosa tanto più esteso è il danno cerebrale che ne deriva. Dal 2023 infatti, a seguito dell’evidenza di tempi di trasferimento ben oltre le 2 ore per i pazienti che, candidati alla trombectomia meccanica, venivano trasferiti a Tor Vergata per effettuare la procedura endovascolare, di comune accordo con la Radiologia Interventistica, coordinata dal Dr Carlo Capotondi e dal responsabile della team di radiologi interventisti dr Daniel Konda e il reparto di Terapia Intensiva, coordinata dalla dr.ssa Carla Giancotti e dal responsabile del reparto dr.ssa Simona Straffi, si è deciso di trattare questi pazienti direttamente presso l’Ospedale dei Castelli. Ad oggi tale scelta è stata premiata dai risultati in termini di esito clinico che attestano una percentuale di pazienti a medio-termine con indipendenza funzionale e autonomi (56%), nessuna disabilità (43.5%), disabilità moderata ma in grado di spostarsi autonomamente (18%), (disabilità grave 10%) (mortalità 12%).

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Salute

Aspettativa di vita e fattori che la influenzano: si vive più in Italia rispetto al resto del mondo?

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L’aspettativa di vita è un indicatore chiave della salute di una popolazione e può variare notevolmente tra i diversi paesi del mondo. Ecco un confronto tra l’aspettativa di vita in Italia e in altre regioni del mondo:

  1. Italia: Negli ultimi anni, l’aspettativa di vita in Italia è stata generalmente alta, sebbene ci siano variazioni tra regioni e gruppi demografici. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), nel 2020 l’aspettativa di vita alla nascita in Italia era di circa 83 anni per gli uomini e 86 anni per le donne.
  2. Resto dell’Europa: L’aspettativa di vita in molti paesi europei è simile o leggermente superiore a quella italiana. Ad esempio, in Francia e in Spagna, l’aspettativa di vita alla nascita è di circa 82 anni per gli uomini e 86-87 anni per le donne. Alcuni paesi nordici come Svezia e Norvegia hanno aspettative di vita ancora più alte.
  3. Stati Uniti: L’aspettativa di vita negli Stati Uniti è generalmente inferiore rispetto a molti paesi europei e all’Italia. Nel 2020, l’aspettativa di vita alla nascita negli Stati Uniti era di circa 76 anni per gli uomini e 81 anni per le donne, secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Tuttavia, è importante notare che l’aspettativa di vita negli Stati Uniti può variare notevolmente tra gruppi demografici e geografici.
  4. Asia: In molti paesi asiatici, l’aspettativa di vita è aumentata rapidamente negli ultimi decenni, ma può ancora essere inferiore rispetto a quella dei paesi occidentali. Ad esempio, in Giappone, noto per la sua longevità, l’aspettativa di vita alla nascita è di circa 84 anni per gli uomini e 88 anni per le donne.
  5. Africa: L’aspettativa di vita in Africa varia notevolmente da paese a paese e può essere influenzata da fattori come la povertà, l’accesso ai servizi sanitari e le condizioni socioeconomiche. In generale, l’aspettativa di vita in molti paesi africani è inferiore rispetto a quella dei paesi sviluppati, con alcune eccezioni come il Nord Africa e i paesi dell’Africa meridionale.

In sintesi, l’aspettativa di vita in Italia è generalmente alta e confrontabile con quella di molti altri paesi europei, mentre può essere più elevata rispetto a quella degli Stati Uniti e di alcuni paesi in via di sviluppo. E’ comunque importante considerare una serie di fattori che possono influenzare l’aspettativa di vita, tra cui l’accesso ai servizi sanitari, lo stile di vita, l’ambiente sociale ed economico e le politiche di salute pubblica. Vediamo come l’Italia si confronta con il resto del mondo su questi fattori:

  1. Accesso ai Servizi Sanitari: L’Italia ha un sistema sanitario pubblico universale, il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che fornisce assistenza sanitaria a tutti i cittadini e ai residenti legali. Questo assicura un accesso relativamente ampio ai servizi sanitari, anche se possono verificarsi differenze regionali nella qualità e nell’accessibilità dei servizi. Nel confronto con il resto del mondo, molte nazioni europee hanno sistemi sanitari simili basati su assicurazione pubblica o nazionale, garantendo un accesso universale ai servizi sanitari. Tuttavia, in altri paesi, come gli Stati Uniti, l’accesso ai servizi sanitari può essere più limitato a causa dei costi elevati e della mancanza di copertura assicurativa per alcuni gruppi di persone.
  2. Stile di Vita: Lo stile di vita degli italiani è spesso associato a una dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, pesce e olio d’oliva, che è considerata salutare e può contribuire a bassi tassi di malattie cardiovascolari e obesità. Tuttavia, come in molti altri paesi occidentali, ci sono preoccupazioni riguardo a crescenti tassi di obesità, sedentarietà e cattive abitudini alimentari, che possono influenzare negativamente la salute della popolazione.
  3. Ambiente Sociale ed Economico: L’Italia è un paese sviluppato con un alto tenore di vita, un sistema educativo avanzato e un forte senso di coesione sociale. Tuttavia, ci sono disparità socioeconomiche tra regioni e gruppi demografici, con alcune aree del sud Italia che affrontano sfide economiche e sociali più grandi rispetto ad altre. Il confronto con il resto del mondo mostra che l’Italia si colloca generalmente tra i paesi con uno standard di vita elevato e una buona qualità della vita.
  4. Politiche di Salute Pubblica: L’Italia ha adottato diverse politiche di salute pubblica per affrontare le sfide sanitarie, inclusa la promozione di stili di vita sani, la prevenzione delle malattie croniche e la gestione delle emergenze sanitarie. Ad esempio, l’Italia ha introdotto misure per ridurre il consumo di tabacco, promuovere l’attività fisica e migliorare la nutrizione della popolazione. Tuttavia, come in molti altri paesi, ci sono sfide nella realizzazione e nell’attuazione di politiche efficaci di salute pubblica, e vi è sempre spazio per miglioramenti e innovazioni.

In sintesi, l’Italia presenta aspetti positivi nei fattori di accesso ai servizi sanitari, stile di vita, ambiente sociale ed economico e politiche di salute pubblica, ma affronta anche sfide simili ad altri paesi sviluppati. L’attenzione continua su questi fattori può contribuire a migliorare ulteriormente la salute e il benessere della popolazione italiana.

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