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BASILICATA: ALFANO A POTENZA PER RINNOVARE IL SOSTEGNO DELLO STATO

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Tempo di lettura 4 minuti Il ministro Alfano, prima di rientrare a Roma, ha incontrato a porte chiuse il presidente della Giunta regionale, Marcello Pittella

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Red. Cronaca

Potenza – Si è svolta in Prefettura, a Potenza, la Conferenza Regionale delle Autorità di Pubblica Sicurezza, presieduta dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che era accompagnato dal vice ministro, Filippo Bubbico, e dal capo di Gabinetto del Ministro, Luciana Lamorgese, entrambi lucani.
Alla Conferenza ha partecipato il Prefetto di Potenza, Marilisa Magno, il Procuratore Capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, Ligi Gay, il capo della Polizia, Alessandro Pansa, e i massimi responsabili delle forze dell’ordine.

Nella riunione, come il ministro Alfano ha precisato incontrando i giornalisti, è stata fatta un’approfondita analisi della situazione in Basilicata, regione che, ha sottolineato il ministro, ha tutta l’attenzione da parte dello Stato per preservarla da interessi di organizzazioni malavitose soprattutto provenienti dalle regioni limitrofe.

Il ministro Alfano, prima di rientrare a Roma, ha incontrato a porte chiuse il presidente della Giunta regionale, Marcello Pittella. Sono stati affrontati essenzialmente i temi legati all’accoglienza dei migranti e della sicurezza anche in occasione di Matera 2019.

Pittella ha quindi consegnato al ministro un promemoria degli interventi più significativi portati avanti e da attuare in Basilicata:
1. Predisposizione nuovo disegno di legge in materia che la scorso settimana è stato approvato dalla commissione consiliare competente e sta per approdare alla discussione dell’aula.
2. Costituzione Task Force regionale per affrontare le problematiche dei lavoratori stagionali extracomunitari al fine di garantire un’accoglienza adeguata durante il periodo di permanenza in Basilicata e di mettere in atto , in stretta collaborazione con le Forze dell’ordine, l’Ispettorato del Lavoro, l’INPS e l’Inail, misure di contrasto al caporalato ed al lavoro irregolare;
3. Costituzione dell’Organismo di Coordinamento regionale per le politiche dell’immigrazione con l’obiettivo di trovare soluzioni adeguate al problema dell’immigrazione nel suo complesso. In quest’ottica si è inserita la scelta della Regione Basilicata, in controtendenza rispetto ad altre realtà regionali, di andare oltre la quota di riparto ed incrementare i posti disponibili per l’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo fino a 2000 unità, qualificando al contempo lo standard di accoglienza.
4. Sottoscrizione accordo tra le Prefetture di Potenza e Matera, la Regione Basilicata, ANCI e UPI con il coinvolgimento degli operatori terzo settore specializzati nell’accoglienza al fine di favorire un’accoglienza diffusa su tutto il territorio regionale basata su piccoli numeri secondo i modelli virtuosi già sperimentati in Basilicata nell’ambito dei progetti SPRAR.
5. Sottoscrizione protocollo d’intesa con Prefettura, Anci, rappresentanti soggetti gestori ed Associazioni per l’impiego dei cittadini extracomunitari in lavori utili presso le amministrazioni comunali in cui risiedono;
6. Predisposizione piano formativo e tirocini per l’impiego degli extracomunitari nei settori dell’agricoltura, dell’edilizia e del lavoro di cura;
7. Istituzione presso i centri per l’impiego della regione delle liste di prenotazione per lavoro agricolo e domiciliare di cura , con possibilità di effettuare l’iscrizione anche dai paesi esteri.
 

INTERVENTI DA AVVIARE E RELATIVE AZIONI DI SOSTEGNO

Vi sono questioni sulle quali la Regione richiede un immediato coinvolgimento del Governo nazionale determinati per le politiche di accoglienza e di integrazione e per avviare una decisa inversione di tendenza sul fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori stagionali stranieri.
1. Coordinamento tra le Prefetture delle province maggiormente coinvolte nelle attività di lavoro stagionale ossia Potenza, Matera , Foggia, Taranto e Cosenza per definire interventi comuni necessari a contrastare il fenomeno del caporalato e del lavoro irregolare e per predisporre strutture di accoglienza nelle zone di confine nelle tre regioni al fine di superare i centri abusivi presenti sui territori. Il Coordinamento regionale per le politiche dell’Immigrazione , di concerto con la Caritas Nazionale impegnata nel Progetto “Presidio” , ha già chiesto al Ministero del Lavoro di sostenere interventi per il trasporto e l’accoglienza dei lavoratori stagionali . La questione è di vitale importanza atteso che nelle aree citate , secondo ultimi dati, risultano impegnati circa 400 mila lavoratori, di cui 100 mila nella costa ionica (34 mila nel solo Metapontino) , in gran misura controllati dalla intermediazione illegale.
2. Piena attuazione del protocollo con le Prefetture per l’accoglienza diffusa. Il sistema immaginato dalla Regione per portare a 2000 la quota di assegnazione dei richiedenti asilo, ha trovato una primo riscontro nell’avviso pubblico della Prefettura di Potenza per l’assegnazione di 900 posti. Sarebbe auspicabile uniformare i criteri di aggiudicazione del servizio di ospitalità tra le due Prefetture.
3. Utilizzo dell’ex CIE di Palazzo San Gervasio (PZ) quale hub regionale per la prima accoglienza e per le fasi di identificazione e primo screening sanitario per far fronte alla necessità stringente di attivare il servizio in tempi compatibili con i flussi in arrivo. Questa struttura, già ultimata , permetterebbe di ospitare circa 150 migranti, risolvendo in questa delicata fase di emergenza le problematiche connesse alla prima accoglienza attualmente non adeguatamente garantite ed aiutando il lavoro delle forze dell’ordine e delle Prefetture.
4. Alta incidenza dei dinieghi per le istanze di asilo avanzate dai richiedenti presenti in Basilicata . E’ indispensabile un’accelerazione del relativo iter perché secondo quanto riferito dai gestori i lunghi tempi di attesa determinano situazioni di frustrazione e di tensione negli ospiti che vanno considerata in modo adeguato e rispetto alle quali vanno poste in essere azioni preventive che scongiurino interventi puramente repressivi.
5. Sgombero da parte delle forze dell’ ordine dell’area di Boreano , sede di una vera e propria baraccopoli e simbolo dell’illegalità e dello sfruttamento dei lavoratori . Il permanere della situazione di degrado nel territorio di Venosa rischia di vanificare le pur positive azioni di contrasto al lavoro nero messe in campo già da due anni dalla Regione e dagli altri soggetti istituzionali coinvolti. In vista della imminente stagione di raccolta del pomodoro è in programma anche quest’anno l’allestimento di strutture regionali di accoglienza ma è necessario che le forze dell’ordine provvedano per tempo a reprimere in modo deciso il fenomeno dell’occupazione abusiva dei terreni e dei casolari abbandonati . Occorre operare costantemente per uno smantellamento immediato delle strutture che spesso sono messe a disposizione dagli stessi caporali locali che hanno tutto l’interesse a presidiare il territorio ed estendere le aree di illegalità.
La realizzazione di tali interventi di competenza delle istituzioni nazionali a supporto alle attività della Regione avrebbero un effetto moltiplicatore sull’efficacia delle azioni che la Regione Basilicata ha messo in campo negli ultimi anni a sostegno dell’ospitalità e della integrazione dei rifugiati e richiedenti asilo e per garantire condizioni di vita dignitose ai lavoratori stranieri stagionali, riducendo le sacche di resistenza sociale verso gli immigrati che pure esistono e massimizzando le ricadute positive sul territorio regionale derivanti dalle attività di accoglienza.

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Politica

Giorgetti e Salvini: scontro sul budget nella manovra 2025

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Il ministro dell’Economia annuncia sacrifici e spending review, mentre Salvini si prepara a difendere le risorse per il suo ministero

Ammonterebbe a circa 3 miliardi di euro l’obiettivo della spending review che il governo Meloni intende perseguire per finanziare la manovra economica del 2025. Lo si apprende da fonti di maggioranza, che sottolineano come il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, stia intensificando la sua richiesta di tagli e di sacrifici ai colleghi di governo per trovare le risorse necessarie.

Giorgetti: “Sacrifici necessari, niente nuove tasse”

Parlando durante un evento organizzato dal quotidiano Il Foglio, Giorgetti ha ribadito l’urgenza di razionalizzare la spesa pubblica per garantire sostegno alle famiglie, in particolare a quelle con figli, senza gravare ulteriormente sui contribuenti. “Chi ha figli in età giovane o scolare sostiene sicuramente più spese. Queste spese meritano un trattamento migliore. Spero che martedì un segnale in questa direzione riusciremo a darlo”, ha dichiarato il ministro, anticipando alcune misure previste nella manovra.

Giorgetti ha inoltre ribadito la sua linea ferma contro l’introduzione di nuove tasse. “Non ci saranno più tasse nella prossima manovra. Stiamo già riducendo il carico fiscale, come dimostrato dal taglio del cuneo fiscale che diventerà strutturale”. Questa dichiarazione mira a placare i timori sollevati da alcuni ambienti politici e mediatici su possibili nuovi oneri a carico dei cittadini.

La spending review come priorità

Tuttavia, per coprire il fabbisogno economico senza aumentare le tasse, il governo si affida alla spending review. “Ho preannunciato a tutti i miei colleghi che bisogna fare sacrifici e rinunciare a qualche programma, magari totalmente inutile”, ha proseguito Giorgetti. “Se non presenteranno proposte, sarò io a fare la parte del cattivo”.

La necessità di tagli mirati e razionali è stata confermata anche da fonti vicine alla Presidenza del Consiglio, che sottolineano come la spesa pubblica, ereditata dai precedenti governi, necessiti di una revisione profonda, con l’obiettivo di eliminare sprechi e inefficienze.

Incentivi per restare al lavoro

Tra le misure previste, Giorgetti ha anche anticipato un potenziamento degli incentivi fiscali per chi desidera prolungare la propria carriera lavorativa oltre l’età pensionabile. “Stiamo perfezionando gli incentivi a chi vuole restare al lavoro. Non si tratta solo di una questione di finanza pubblica, ma anche di dare risposta a chi ha più soddisfazione nel lavorare piuttosto che andare in pensione”. Il ministro ha sottolineato che questa misura si allinea alla linea storica della Lega, condivisa anche dal vicepremier Matteo Salvini, e fa parte del solco tracciato da Roberto Maroni negli anni passati.

Salvini: “Difendo il mio budget”

Parallelamente, Salvini si è espresso sulla manovra durante un’assemblea di ANCI Lombardia a Monza, dichiarando: “Oggi vedo Giorgetti per difendere il mio budget”. Il leader della Lega e ministro delle Infrastrutture ha confermato il suo impegno nel tutelare le risorse destinate al suo ministero, in un contesto di contrazione della spesa che potrebbe incidere su alcuni programmi infrastrutturali.

Le reazioni dell’opposizione

Le opposizioni non hanno tardato a criticare l’approccio del governo, in particolare la mancanza di una visione complessiva. Il Partito Democratico ha accusato l’esecutivo di procedere con tagli indiscriminati senza tenere conto delle ricadute sociali. “Non si possono cancellare interi programmi senza una valutazione dei loro impatti su cittadini e lavoratori”, ha dichiarato un esponente dem. Anche il Movimento 5 Stelle ha manifestato preoccupazione, temendo che la revisione della spesa possa colpire settori chiave come sanità e istruzione.

La manovra 2025 si prospetta quindi come una sfida cruciale per l’esecutivo Meloni, che dovrà bilanciare l’esigenza di ridurre la spesa pubblica con l’obiettivo di non appesantire ulteriormente i cittadini. I prossimi giorni saranno decisivi per definire i contorni di una politica economica che potrebbe determinare il futuro del governo e della sua capacità di mantenere gli impegni presi.

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Editoriali

“Fuori dal Coro”, Mario Giordano: accuse e disinformazione, tra “ladri di salute” e realtà distorta

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La trasmissione di Rete4 punta il dito sulle liste d’attesa con tagli e montaggi che distorcono la realtà dando poco spazio alle spiegazioni sulle cause strutturali e storiche di questo problema

Le liste d’attesa sanitarie nella regione Lazio rappresentano da anni una delle maggiori sfide per i cittadini e le istituzioni. Problemi come i lunghi tempi di attesa per visite specialistiche e interventi chirurgici affliggono il sistema sanitario da decenni, ereditati da diverse amministrazioni regionali. Negli ultimi mesi, tuttavia, la trasmissione Fuori dal Coro, condotta da Mario Giordano su Rete4, ha acceso i riflettori sul tema, con servizi che spesso sembrano puntare il dito contro l’attuale governatore Francesco Rocca e i dirigenti delle ASL.

La narrazione mediatica proposta dal programma sembra suggerire che la responsabilità delle inefficienze sia interamente da attribuire alla giunta Rocca, ignorando la complessità storica e sistemica del problema.

La campagna mediatica di Fuori dal Coro

La trasmissione di Giordano, Fuori dal Coro, è nota per il suo stile provocatorio e per servizi che mirano a denunciare inefficienze e disservizi in vari settori della vita pubblica italiana. Negli ultimi tempi, il programma ha rivolto un’attenzione particolare alla sanità del Lazio, accusando il sistema di essere gestito da “ladri di salute”. Giordano, con i suoi servizi taglienti, ha puntato il dito contro la gestione delle liste d’attesa e il ruolo delle ASL, alimentando polemiche sulla responsabilità del governatore Rocca e delle amministrazioni locali nel garantire un servizio sanitario efficiente utilizzando filmati montati ad arte per evidenziare episodi di presunta incompetenza o scarsa trasparenza da parte dei dirigenti delle ASL. Questi servizi, sebbene utili per accendere il dibattito pubblico, rischiano di presentare un quadro distorto della realtà, facendo sembrare che il problema delle liste d’attesa sia frutto esclusivo dell’attuale amministrazione. Gli spezzoni video presentati, tagliati e cuciti ad arte, non offrono sempre un quadro completo delle azioni e delle iniziative messe in campo per risolvere un problema così complesso. Rocca e le ASL regionali vengono spesso messi in ridicolo, attraverso un montaggio selettivo che dà poco spazio alle spiegazioni sulle cause strutturali e storiche di questo problema.

Un problema di lungo corso: le cause storiche delle liste d’attesa

La questione delle liste d’attesa nel Lazio ha radici profonde, e risale a molto prima della gestione di Rocca. Secondo i dati forniti dall’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), la Regione Lazio si è trovata negli ultimi 10 anni a fronteggiare un aumento costante delle richieste di prestazioni sanitarie. Questo è avvenuto in un contesto di scarsità di risorse, con un personale sanitario insufficiente rispetto al fabbisogno, strutture ospedaliere spesso sovraccariche e difficoltà nel gestire in modo efficiente il sistema delle prenotazioni.

Le precedenti amministrazioni regionali hanno tentato varie riforme per affrontare il problema, ma con risultati alterni. Nel 2019, sotto la giunta Zingaretti, il Lazio era già tra le regioni con le più lunghe liste d’attesa in Italia, con pazienti costretti ad attendere mesi, se non anni, per accedere a esami diagnostici e visite specialistiche .

Gli sforzi della giunta Rocca per ridurre i tempi

Dal suo insediamento, Francesco Rocca ha reso le liste d’attesa una priorità per la sua amministrazione. Il governatore, insieme agli assessori competenti, ha avviato un piano di riorganizzazione del sistema sanitario regionale che mira a ridurre significativamente i tempi di attesa. Uno dei punti chiave è l’incremento delle risorse destinate all’assunzione di nuovo personale sanitario e all’implementazione di sistemi digitali più efficaci per la gestione delle prenotazioni.

Un passo importante è stato l’avvio della piattaforma Recup, il sistema unico regionale per le prenotazioni di visite ed esami, che dovrebbe rendere più trasparente e immediata la gestione delle richieste. Inoltre, la giunta Rocca ha stanziato fondi per migliorare l’infrastruttura tecnologica degli ospedali, con l’obiettivo di abbattere le inefficienze burocratiche che spesso causano ritardi nelle prestazioni sanitarie.

Nonostante questi sforzi, il sistema sanitario del Lazio si trova ancora in una fase di transizione, e ci vorrà del tempo prima che le riforme possano produrre risultati tangibili. Le criticità attuali, infatti, sono l’eredità di anni di mancati investimenti e tagli alla sanità, e non possono essere risolte nell’arco di pochi mesi.

Il ruolo delle ASL e il problema della comunicazione

Un altro punto sollevato da Fuori dal Coro riguarda i dirigenti delle ASL, spesso accusati di essere poco trasparenti o addirittura di boicottare le riforme. Tuttavia, è importante ricordare che le ASL sono strutture complesse, e molte delle inefficienze segnalate dipendono da vincoli amministrativi e da una scarsità di risorse che si protrae da anni.

La campagna di discredito portata avanti da alcuni programmi televisivi rischia di delegittimare il lavoro di migliaia di professionisti della sanità, che ogni giorno si impegnano per garantire il miglior servizio possibile ai cittadini, nonostante le difficoltà.

La necessità di una corretta informazione

In un contesto così delicato, è fondamentale che il dibattito pubblico venga alimentato da informazioni accurate e contestualizzate. La disinformazione, come quella veicolata da montaggi video parziali, non fa altro che creare sfiducia nei confronti delle istituzioni e alimentare tensioni sociali. Al contrario, è necessario riconoscere gli sforzi che la Regione Lazio sta compiendo per risolvere un problema che affligge non solo questa regione, ma molte altre parti d’Italia.

Le riforme sanitarie richiedono tempo, risorse e la collaborazione di tutti gli attori coinvolti, dai politici ai dirigenti sanitari, fino ai cittadini stessi. Solo attraverso un approccio condiviso e una comunicazione trasparente si potranno raggiungere risultati concreti e duraturi nella riduzione delle liste d’attesa e nel miglioramento della sanità pubblica.

E così, mentre la trasmissione Fuori dal Coro punta il dito contro Rocca e le ASL del Lazio, sarebbe invece importante non perdere di vista la complessità della questione e il lavoro che si sta facendo per migliorare una situazione ereditata da anni di difficoltà strutturali.

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Editoriali

Un anno di articoli con L’Osservatore d’Italia

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Un anno di esperienza con questa testata giornalistica! Beh che dire, lo staff è davvero impegnato su diversi fronti e la collaborazione con loro aiuta sicuramente uno scrittore esordiente ad imparare a scrivere in termini giornalistici.

La testata giornalistica di www.osservatoreitalia.it è sempre molto accattivante e ricca di notizie, dalla cronaca nera a quella rosa. Fare esperienza con un’equipe ben organizzata è il giusto trampolino di lancio per modellare e migliorare l’arte dello scrivere.

La possibilità di vedere i propri articoli pubblicati e seguiti da molti followers investe positivamente sia sul pubblicista che sul giornale. La direttrice, Chiara Rai e il marito Ivan Galea sono impegnati su tanti fronti (dalla politica, alla finanza, alla salute, alla cronaca etc ..) e si occupano in modo chiaro di dare qualità al loro lavoro.

Un “mestiere” quello del giornalista molto scrupoloso e curioso che deve accendere nei lettori la necessità di leggere una determinata notizia. Il giornale si occupa di organizzare momenti di rassegna stampa su diverse tematiche interessanti.

Scrivere articoli per www.osservatoreitalia.it è stata e sarà un’esperienza che ha colmato lacune e incoraggiato l’uso della lingua italiana. Ha arricchito l’esperienza culturale di ciascun collaboratore che ne fa parte.

www.osservatoreitalia.it è una realtà in espansione e mi auguro di vederla sempre di più crescere nell’ambito giornalistico e di espressione. È un’opportunità che va calibrata e pensata, nessuna notizia può essere un caso, ma deve rispecchiare gli avvenimenti reali della nostra quotidianità. Deve incuriosire per espandersi sempre oltre.

La collaborazione con Chiara Rai è efficace sotto ogni punto di vista, poiché il suo modo diretto di spiegare e render noto gli avvenimenti è molto oggettivo e schietto. Non esistono ma e se …, ma la consapevolezza di chi si è e di chi si vuol essere.
Il giornalismo è un’attitudine alla scoperta e alla capacità, non solo di vincere l’attenzione del lettore, ma di formulare articoli chiari e concisi.
La grande “famiglia” di www.osservatoreitalia.it sta lavorando sempre più per ampliare le sue conoscenze e competenze pertanto far parte di questo team è davvero eccezionale.
Nel dedicare questo articolo al mio primo anno di collaborazione, ringrazio Chiara e Ivan in modo speciale. Continuate e continuiamo così, l’informazione c’è e noi ci saremo sempre cari lettori!

Cara Maria Rossella Randi,
grazie di cuore per il tuo bellissimo editoriale e per le parole di stima e apprezzamento verso L’Osservatore d’Italia.

È un piacere sapere che la tua esperienza con noi sia stata così positiva e formativa. Il tuo impegno e la tua dedizione nel contribuire alla nostra testata ci rendono orgogliosi. Il giornalismo è un lavoro di passione e attenzione, e siamo felici che tu abbia trovato in noi una squadra con cui crescere e sviluppare le tue abilità. Siamo certi che il tuo contributo continuerà a essere prezioso, e ti ringraziamo per la fiducia e la collaborazione! Un caro saluto e un grande augurio per il futuro!

La redazione de L’Osservatore d’Italia!

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