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Editoriali

BASILICATA: LETTERA APERTA DI EMILIO LIBUTTI AL SEGRETARIO REGIONALE DEL PD

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Tempo di lettura 6 minuti Emilio Libutti ex Segretario PD di Rionero in Vulture (PZ)

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di Domenico Leccese

C'è sempre grande attenzione in Regione, ed in particolare nell’Area del Vulture, per la Politica della Basilicata, Italia ed Europa.

 

Riceviamo e pubblichiamo, la lettera aperta al Segretario Regionale del PD Basilicata Antonio Luongo, inviata da Emilio Libutti ex Segretario PD di Rionero in Vulture (PZ).

Ecco la lettera:

Carissimo Antonio,
forse mai, come in questi ultimi tempi, pare che lo sport preferito in Basilicata sia quello di scriverti e forse mai, come in questi ultimi tempi, ovunque si ritrovano anche solo tre persone e, per caso, parlano di politica il tuo nome è il più gettonato. Certo ti fischieranno le orecchie e questo acufene capisco che non ti aiuta ad essere sereno ed a fare valutazioni politiche non indotte dal piagnisteo ora dell’uno ed ora dell’altro interlocutore che ti si para dinanzi.

Al di la di queste considerazioni io, sommessamente, aggiungo la mia che mi porta a valutare “fallimentare” la gestione del partito per le azioni messe campo in “contro” una parte di esso essendo venuto meno il tuo proposito del “super partes” e del “segretario di tutti” e del “segretario che avrebbe curato i territori” così come, fino ad oggi solo a parole, hai enunciato nella tua campagna alle primarie dello scorso anno.

I territori in particolare li hai “sistemati” proprio a dovere!!!
Basta vedere il disagio manifestato dai Segretari di Circolo che avevano autoconvocato un’assemblea alla quale hai posto riparo ricevendo soltanto una delegazione degli stessi, sintomo che, come si dice a Rionero, “non c’è un palmo di terra netta”. Incontro conclusosi con un impegno, che fa eco a quelli presi nell’anzidetta campagna delle primarie, di “visitare” i territori ed ascoltare le voci che da essi si levano. Singolare poi quella pergamena donata ai Segretari, resa nota dai social e dalla stampa, alla qual notizia la prima reazione è stata quella di sorridere per la garbata auto ironia della quale sei capace ma a ben guardare più che una pergamena io la trovo essere una fotografia dello stato dell’arte attuale, purtroppo, del nostro partito e forse della politica più in generale, nelle nostre lande perlomeno.

Penso che sia un tentativo, mal riuscito a mio avviso, di nascondere una amara verità e vale a dire che l’ammuina c’è davvero ed è palpabile. Un’ammuina però che non può essere scaricata su chi invece prova a far politica e verso i quali, ancora una volta con una superficialità raccapricciante, ti sei scagliato con una diffida che, consentimi di utilizzare un eufemismo, trovo alquanto impropria e per certi versi addirittura abusata.

La questione Rionero, se la si vuol vedere solo dal tuo punto di vista e da quello del segretario cittadino, è argomento di una Assemblea per quel che attiene agli iscritti e simpatizzanti e da Commissione di Garanzia per quanto riguarda l’istituzione Partito.
Ora come ben sai di Commissioni di Garanzia non ce ne sono a livello locale, in quanto sia tu che il nostro segretario da questo punta di vista siete stati latitanti, e non ci resta che quella Nazionale dove saremmo bel lieti di risolvere il “contenzioso sulle scelte di visione politica”, mentre per le assemblee ormai il tempo trascorso dalla celebrazione dei congressi è così lungo che siamo più vicini alla data di convocazione dei nuovi piuttosto che alla data di quelli tenutisi (una mossa dovreste darvela nel convocarla anche per risultare più credibili).
Io mi chiedo e ti chiedo cos’è timore di confrontarsi o cosa?

Senza il confronto nel quale si possono esprimere le proprie ragioni resta tutto aleatorio e c’è una irricevibile presa di posizione del tutto partigiana senza aver nemmeno espresso per la decisione adottata una motivazione politica.

Cosa si teme che dal confronto emerga a chiare lettere l’atipica situazione politica che vede, Rionero per quel che mi riguarda da vicino ma anche più in generale svariate situazioni locali (per non dire situazione Regionale), il nostro Partito oppositore di se stesso ed a braccetto stretto con forze di opposizione ai Governi Nazionale e Regionale secondo una visione che ancora non trova una spiegazione plausibile?

A Rionero il cosiddetto gruppo antagonista, sul quale si vuole ancora artatamente scaricare responsabilità di divisione interna al PD, pone un problema politico ed al quale non c’è stata ancora una risposta se non un arroccamento sull’Aventino per difendere posizioni personali che nulla hanno a che vedere con il bene comune a cui tende invece l’azione di due Consiglieri Comunali suffragata e sorretta da una larghissima frangia di iscritti e simpatizzanti.

Caro Antonio non so se a te l’hanno raccontata giusta ma questo è e non altro.
E temo che non l’abbiano raccontata giusta altrimenti non penso che ti saresti limitato ad offrire primarie su Rionero quando le stesse non sono proprio oggetto del contendere.
Per cui, so che non ne hai bisogno, ma il mio consiglio te lo do lo stesso: cerca di sentire le due campane prima di iniziare crociate e sentirle in Assemblea non a porte chiuse con i soliti quattro gatti.
Il tempo stringe e sai che Rionero è atteso ad un appuntamento importante per cui non versiamo il latte sul quale poi si sa è inutile piangere.

All’uopo voglio fare il verso a qualcosa che ho letto sulla stampa (La Nuova 11/10/2015) riguardo al dentifricio.
Vero è l’assunto che il dentifricio non si può rimettere nel tubetto ma è altrettanto vero che quando il dentifricio lascia il tubetto con “pressione” esercitata su di esso ha due destini: quello di finire sullo spazzolino, per cui poi esplica la sua azione benefica, o quello di fare una miserevole fine cadendo nel lavandino.
Bisogna quindi capire se si ha la giusta attenzione e la mano ferma per evitare che si perda nel lavandino. Però è anche vero che se sul tubetto si allenta la “pressione” mentre il dentifricio sta “uscendo” e non è troppo fuori la pasta torna indietro al suo posto. Dipende dalla mano sapiente che regge il tubetto e dalle intenzioni della stessa persona sapiente cui essa appartiene.

Spero vorrai fare serenamente le tue valutazioni ed essere consequenziale imboccando l’auspicato sentiero del confronto.
Un sentiero sul quale troverai “veri innamorati” del PD ai quali la mattina si aggrovigliano le budella nel leggere e sentire accuse ed attacchi al Governatore Regionale (PD, ma questo lo sai) ed al Premier (PD anche lui) e Nostro Segretario Nazionale da parte di quelle forze politiche verso le quali stranamente rivolge il “proprio amore” (ancora attendiamo di saperne le ragioni) la parte di PD che, inopinatamente, ritieni sia quello “ufficiale” soltanto perché si fregia di un titolo ottenuto per malaccordo e che mai è stato sino ad oggi suffragato da una verifica di maggioranza stante la frattura che il detentore del titolo ha saputo procurare fin dalle prime ore del mandato ricevuto.

Ed anche nelle ultime ore (Il Quotidiano 12/10/205) non si è smentito scavando ancor di più il solco con delle dichiarazioni inaccettabili e mendaci nel merito e nel metodo adottato.
Pur di ingraziarsi te che lo assecondi con quelle lettere di diffida e con una tardiva difesa di ufficio alla tua persona posto che sia veramente sentita, altera i fatti e si smentisce da solo dando mostra della sua innata abilità a darsi la zappa sui piedi. Nel merito mente perché non siamo stati noi, Consiglieri Comunali in testa, a rifiutare il confronto e la “discussione prima e la decisione poi”” in quanto ci sono lettere, messaggi ed appelli sulla stampa (tutti documentabili) di richiesta in tal senso.

Chi non ha offerto il luogo di “discussione prima e decisione poi” è stato lui che si è trincerato senza ragione nel suo studio privato con pochi adepti (singolare che questo articolo in tua difesa e di cui parlo abbia visto la “luce” sotto la lampadina che dopo mesi si è vista accesa nel circolo).
E questo è il merito delle menzogne che quando vuoi “arbitrare in un’assemblea” sarà sempre tardi.
Nel metodo poi si scade nel più becero ed artato tentativo di darsi ancora una volta il titolo di “presunta maggioranza” firmando lo scritto a nome del Direttivo del Circolo. Come mai lui che ti ha chiesto di intervenire sulla liceità del Gruppo e della firma di tabella e manifesti e che tu hai avallato con le tue lettere ora firma a nome di chi NON HA CONVOCATO?

Non c’è stata una convocazione di “direttivo vero” che avallasse la scelta dell’articolo al pari di convocazioni mai pervenute perché il circolo potesse discutere e scegliere una linea politica (riguardo alla linea politica sarebbe opportuno che qualcuno rileggesse, se lo ha mai fatto, il comma 1 dell’art 6 dello Statuto Regionale).
E’ questa la conduzione “MORALE” di un circolo?

E’ lui accreditato a parlare di morale e farla agli altri?
Leggo un trattato di filosofia sulla morale ed ammetto senza fronzoli di non averci capito un’acca. E’ probabilmente un mio limite intellettivo ma mi auguro che lo abbia almeno capito lui che lo ha scritto perché se così fosse dovrebbe vergognarsi come un ladro di fare agli altri una morale che non gli appartiene e che non ha nel suo DNA.

In attesa di sentirti battere un colpo nella direzione di riportare tu nel Circolo la discussione tanto agognata ti saluto cordialmente con l’affetto e la stima di sempre.
Emilio Libutti ex segretario PD di Rionero in Vulture"
 

Editoriali

Da Giorgio Almirante a Giorgia Meloni: 80 anni di percorso tra continuità e cambiamenti della destra italiana

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La politica italiana ha sempre ospitato una serie di correnti e movimenti, con la destra che ha attraversato varie fasi e trasformazioni nel corso del tempo. Da Giorgio Almirante, fondatore del Movimento Sociale Italiano (MSI), a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia (FdI), la destra italiana ha attraversato un percorso complesso, caratterizzato da cambiamenti ideologici, sociali e politici.

L’eredità di Giorgio Almirante e il Movimento Sociale Italiano (MSI)

Giorgio Almirante è stato una figura di spicco della destra italiana nel secondo dopoguerra. Come fondatore e leader del MSI, Almirante incarnava un nazionalismo conservatore e anti-comunista. Il MSI, nato nel 1946, era erede del Partito Fascista di Benito Mussolini e rappresentava un’ala estrema della politica italiana. Tuttavia, negli anni ’70 e ’80, sotto la guida di Almirante, il MSI cercò di rinnovare la sua immagine, cercando di allontanarsi dall’etichetta di “fascista” e di inserirsi nel panorama politico mainstream.

Il passaggio dall’MSI a Alleanza Nazionale

Negli anni ’90, con la fine della guerra fredda e il crollo del comunismo, la destra italiana subì un cambiamento significativo. Nel 1995, il MSI si trasformò in Alleanza Nazionale (AN), sotto la leadership di Gianfranco Fini. Fini cercò di allontanare il partito dagli elementi più estremisti e fascisti, adottando una retorica più moderata e democratica. AN divenne parte integrante del sistema politico italiano, entrando a far parte di coalizioni di governo e accettando i principi della democrazia pluralista.

La rinascita della destra con Fratelli d’Italia

Tuttavia, il vento della destra italiana ha continuato a soffiare, e nel 2012 è stato fondato Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale (Fdl-AN), guidato da Giorgia Meloni, Gianni Alemanno e Ignazio La Russa. Il partito si è posizionato come l’erede ideologico dell’AN e ha abbracciato un nazionalismo conservatore e identitario. Meloni, in particolare, ha portato una ventata di freschezza alla destra italiana, attrattiva soprattutto per i giovani e per coloro che si sentono trascurati dalle élite politiche tradizionali.

L’ascesa di Giorgia Meloni e la nuova destra italiana

Giorgia Meloni, nata nel 1977, rappresenta una nuova generazione di leader della destra italiana. Con una retorica forte e decisa, Meloni ha saputo capitalizzare sul malcontento verso l’establishment politico e sulle preoccupazioni riguardanti l’immigrazione, la sicurezza e l’identità nazionale. Fratelli d’Italia ha ottenuto risultati significativi nelle elezioni politiche, consolidando la sua posizione come uno dei principali partiti di destra in Italia.

La destra italiana nel contesto europeo

Il percorso della destra italiana, da Almirante a Meloni, riflette anche le tendenze più ampie all’interno della destra europea. La crescente preoccupazione per l’immigrazione, l’identità nazionale e la sovranità statale ha alimentato la salita di partiti di destra in molti paesi europei. Tuttavia, ciascun paese ha le sue specificità e la sua storia politica unica, che influenzano il modo in cui la destra si presenta e agisce.

La Frammentazione della Destra Italiana: Un’Analisi Politica

La politica italiana è stata da sempre caratterizzata da una molteplicità di partiti e movimenti, ognuno con la propria ideologia e visione politica. Tra questi, la destra italiana non è stata immune dalla frammentazione, che ha avuto un impatto significativo sul paesaggio politico del Paese.

Origini della Frammentazione

Per comprendere appieno la frammentazione della destra italiana, è necessario analizzare le sue origini. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia ha visto la nascita di una serie di partiti politici di destra, che spaziavano dall’estrema destra nazionalista a movimenti conservatori più moderati.

Tuttavia, nel corso degli anni, la destra italiana ha subito numerose scissioni e divisioni interne, spesso dovute a conflitti personali, divergenze ideologiche e lotte di potere. Questi fattori hanno contribuito alla creazione di una serie di partiti e movimenti di destra, ognuno con il proprio leader carismatico e seguaci devoti.

Le Principali Fazioni

La frammentazione della destra italiana ha portato alla creazione di diverse fazioni e gruppi politici, ciascuno con le proprie caratteristiche e obiettivi. Tra i principali vi sono:

  1. Forza Italia: Fondato da Silvio Berlusconi nel 1994, Forza Italia è stato uno dei principali partiti di centro-destra in Italia per diversi decenni. Tuttavia, nel corso degli anni, il partito ha subito diverse scissioni e ha visto la nascita di nuove formazioni politiche.
  2. Lega Nord: Originariamente un movimento separatista del Nord Italia, la Lega Nord si è trasformata in un partito nazionale di destra sotto la leadership di Matteo Salvini. La Lega Nord è nota per le sue posizioni anti-immigrazione e euroscettiche.
  3. Fratelli d’Italia: Un partito di destra nazionalista fondato da Giorgia Meloni nel 2012, Fratelli d’Italia è diventato uno dei principali attori della destra italiana. Il partito si basa su un nazionalismo conservatore.
  4. Movimento Sociale Italiano (MSI): Originariamente un partito neofascista fondato nel dopoguerra, il MSI è stato successivamente trasformato in Alleanza Nazionale e infine assorbito da Forza Italia. Tuttavia, una parte dei suoi ex membri ha continuato a operare all’interno di movimenti di estrema destra.

Impatto sulla Politica Italiana

La frammentazione della destra italiana ha avuto un impatto significativo sulla politica del Paese. Innanzitutto, ha reso difficile per la destra italiana presentare un fronte unito e coeso, spesso conducendo a coalizioni fragili e instabili.

Inoltre, la frammentazione ha alimentato la polarizzazione politica in Italia, con i vari partiti di destra che competono per attirare l’elettorato con discorsi populisti e promesse di cambiamento. Questo ha contribuito a una maggiore instabilità politica e ha reso difficile per il Paese affrontare le sfide economiche, sociali e ambientali.

Prospettive Future

Il futuro della destra italiana rimane incerto, con molte domande sulla sua capacità di unirsi e presentare un fronte coeso. Tuttavia, con l’aumento del nazionalismo e del populismo in Europa, è probabile che la destra italiana continui a giocare un ruolo significativo nella politica del Paese. In conclusione, la frammentazione della destra italiana è stata una caratteristica persistente della politica italiana, con profonde implicazioni per il Paese nel suo complesso. Mentre la politica italiana continua a evolversi, sarà interessante osservare come la destra italiana si adatterà e influenzerà il futuro del Paese.

Conclusioni

Il percorso della destra italiana da Giorgio Almirante a Giorgia Meloni è stato caratterizzato da continuità e cambiamento. Mentre alcuni principi fondamentali, come il nazionalismo e il conservatorismo, sono rimasti costanti, il modo in cui questi principi sono stati interpretati e presentati è cambiato nel corso degli anni. Con Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, la destra italiana si trova oggi in una fase di rinnovato vigore e ambizione, giocando un ruolo sempre più centrale nel panorama politico nazionale.

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Costume e Società

Famiglie allargate si o no?

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Le ricerche sociologiche, oggi, vedono un forte cambiamento nell’assetto familiare. Tale condizione ha origine sia da un mutamento nel concetto di genitorialità che nel ruolo della famiglia all’interno della società: cambiano le persone, si modificano le strutture familiari, mutano le coppie, si spostano gli interessi di ogni singolo individuo, passando dalla condivisione all’individualizzazione.

Molti aspetti legati alla natura psicologica del singolo soggetto subiscono un cambio repentino: si pensa più a sé stessi che agli altri. In questo scenario, siamo di fronte a molte trasformazioni che vanno ad incidere, inevitabilmente, sulla composizione della famiglia stessa.

Quello che cambia oggi rispetto a circa 50 anni fa è legato alle cause della nascita delle nuove famiglie “allargate”, “ricomposte” o “ricostituite. Mentre un tempo le famiglie ricostituite si formavano dopo la morte di un coniuge, dagli anni ‘70, invece, con la possibilità anche in Italia di ricorrere a separazione e divorzio, si sono verificati cambiamenti sociali e culturali che hanno portato ad una nuova struttura di queste famiglie.

Le famiglie “allargate”, ovvero le famiglie composte da due partners che hanno vissuto l’esperienza della fine di un precedente matrimonio, da cui almeno uno ha avuto figli che attualmente vivono con loro, hanno la caratteristica di avere confini più labili e incerti rispetto alla famiglia “tradizionale”, sia in termini biologici che legali. I processi relazionali sono sicuramente più complessi, sia nella comprensione che nella gestione, sono flessibili e hanno un inizio e un’evoluzione molto rapida.

Le famiglie ricostituite sono state definite “cespugli genealogici”, per la loro ampia estensione orizzontale anziché verticale. Mentre alcuni studiosi non appoggiano totalmente questi cambiamenti, altri fanno fronte alle nuove forme familiari che non possono essere ignorate, ma devono essere comprese e sostenute.

Le famiglie ricostituite vivono la crisi di chi, con storie diverse e diversi modi di affrontare i problemi, deve trovare dei compromessi per affrontare insieme nuove situazioni.
Gli studi affermano che i precedenti rapporti coniugali e la loro chiusura siano stati rielaborati, con una buona definizione delle attuali relazioni e con confini chiari, in modo che i partner possano iniziare un nuovo rapporto senza rancori passati. È importante che i figli non abbiano un atteggiamento oppositivo verso il nuovo partner, sperando in una riappacificazione tra i suoi genitori. Questo sarà direttamente proporzionale ai livelli di chiarezza e definizione raggiunti.

L’età dei figli è importante: i bambini in età prescolare potrebbero manifestare regressioni, nascondendo il desiderio di farsi accudire. Per i ragazzi la necessità di conferme da parte del genitore biologico potrebbe invece lasciare il posto alla rabbia verso il genitore acquisito, soprattutto nella fase adolescenziale, all’interno della quale avviene il processo di costruzione della loro identità e questo totale mutamento potrebbe essere percepito come un ostacolo.
In questa fase, per i figli, il formarsi di una famiglia allargata, sancisce definitivamente la fine della relazione tra i genitori biologici, e spesso questo può portare alla paura inconscia che affezionandosi al genitore acquisito, in qualche modo si “tradisca” quello biologico. La causa che ne consegue è che ciò potrebbe portare i figli ad allearsi con quest’ultimo e sviluppare un senso di protezione morboso.

In ogni caso la genitorialità è ancora più difficile poiché i genitori dovranno imparare a gestire eventuali conflitti e gelosie tra i fratelli acquisiti. Nelle famiglie allargate è opportuno costruire nuove identità familiari, nuove stabilità ed equilibri.
A tale proposito, non si può dare una risposta definitiva alla domanda “Le famiglie allargate sì o no?”, poiché essendo in continua espansione necessitano di sostegno e di supporto. Sicuramente nelle famiglie ricostituite possono innescarsi situazioni particolari, ma dare una “valutazione” negativa o positiva non è certo il modo migliore per andare verso un processo di accettazione.

Di concerto, le famiglie ricostituite possono racchiudere al loro interno grandi risorse ed elementi di ricchezza per tutti i componenti, i quali si troveranno a contatto con abitudini, tradizioni, modelli e storie diverse dalle proprie.

Tutto questo, se integrato con nuovi “ingredienti” e abitudini comuni diviene un elemento fondamentale per la crescita e il benessere di tutti, portando alla costruzione di nuovi equilibri.

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Editoriali

Riforma tributaria e abrogazione legge Pittella: l’Avvocato Lucarella presenta petizione alla Camera dei Deputati

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La legge Pittella da ormai due anni ha cambiato le carte in tavola per migliaia di contribuenti italiani: da un giorno all’altro anni di sacrifici economici e investimenti legali andati in fumo per effetto della legge 215/2021 (partorita dal Parlamento a seguito dell’emendamento che prese il nome dal suo proponente).
La questione, molto dibattuta in ambito giuridico, ha scatenato molti effetti sul piano umano e di vita reale per singoli cittadini ed imprese soprattutto medio-piccole: in pratica la legge, prevedendo la non impugnabilità dei famosi estratti di ruolo (rilasciati dalla ex Equitalia), comporta il non potersi più difendere da atti dell’amministrazione esattoriale ritenuti illegittimi se non quando una intimazione di pagamento, un pignoramento, una istanza di fallimento dovessero essere notificati.
L’Avv. Angelo Lucarella, già vice presidente coord. Commissione Giustizia del Ministero dello Sviluppo Economico, docente a.c. in Diritto processuale tributario – Università degli studi di Napoli Federico II e tra gli esperti giuristi italiani invitati dal World Justice Project 2023 (sostenuto dalla Commissione Europea), ha depositato il 30 dicembre 2023 una petizione per la riforma legislativa secondo quanto previsto dall’art. 50 della Costituzione italiana.
“Si tratta di un atto doveroso: bisogna rimettere i cittadini, che avevano promosso contenziosi per cartelle esattoriali ritenute illegittime, in condizione di difendersi.
Il fatto che una legge dello Stato, di punto in bianco, faccia blocco al diritto di difesa con un effetto retroattivo implicito è contro la Costituzione italiana perché crea disparità di trattamento e violazione del diritto di difesa. Principi e diritti, quest’ultimi, anche tutelati a livello europeo e internazionale.
Con la petizione, per quanto anzitutto fatto ed atto simbolico, si istruisce un procedimento legislativo che vedrà interessarsi della questione una Commissione parlamentare apposita.
La speranza è che si giunga alla abrogazione della legge Pittella o quantomeno ad una norma c.d. di interpretazione autentica affinché si dichiari, una volta per tutte, che non è possibile alcun effetto retroattivo implicito. Sulla scorta di questa ipotetica soluzione legiferare per la riapertura dei termini contenziosi per i contribuenti che vogliono continuare le cause all’epoca avviate o quantomeno consentire loro di conciliare con l’erario allo stato del giudizio prima della legge Pittella.
Inoltre è la stessa Corte Costituzionale con la recente decisone 190/2023 ad invitare il legislatore ad intervenire quanto prima sulla questione.
Quindi ne va dello stato di diritto e della credibilità del sistema delle leggi democratiche”.
È quanto commenta l’avv. Lucarella.

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