Connect with us

Viterbo

BASSANO ROMANO, ALLARME AMBIENTE: IN ATTESA DELLA DIRETTA RAI…

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 7 minuti Cemento ad alto rischio per le case e per l’ambiente. Ma i tecnici degli enti pubblici conoscono i codici Cer?

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 7 minuti
image_pdfimage_print

Luca Pagni

Bassano Romano (VT) – A Bassano Romano la Tuscia Prefabbricati potrebbe essere autorizzata dalla Provincia di Viterbo a realizzare conglomerati cementizi in CLS, usando al posto della sabbia, ceneri, polveri e scorie, forse contenenti rifiuti pericolosi, provenienti dalle centrali termoelettriche ed a carbone di Civitavecchia.

Il ricercatore Giulio Belz, dell'ENEL di Brindisi ha pubblicato  un interessante ricerca su "L’IMPIEGO DELLE CENERI DI CARBONE NEI CALCESTRUZZI". [ CLICCARE QUI PER LEGGERE LA PUBBLICAZIONE ]

Questi i passaggi più interessanti e pertinenti il cementificio, riportati alla pagina 3 della suindicata ricerca: 

"Le ceneri sono il prodotto della trasformazione subita dalle impurità minerali presenti nel carbone (principalmente quarzo, argilla e pirite) a seguito della sua combustione nelle caldaie delle centrali termoelettriche. Nell’impiego delle ceneri di carbone nei calcestruzzi, dal punto di vista chimico, le ceneri di carbone, al pari delle pozzolane naturali finemente macinate, sono capaci di reagire a temperatura ambiente con l’idrossido di calcio (Ca (OH)2) liberato dall’idratazione del cemento Portland  generando silico alluminati idrati di calcio del tutto simili a quelli prodotti dalla reazione del cemento. L’eccesso di calce idrata rappresenta un componente di indebolimento del manufatto finale in calcestruzzo, spesso all’origine del suo degrado nel tempo.  I cristalli di idrossido di calcio sono infatti poco compatti e resistenti, e risultano chimicamente reattivi con numerosi agenti chimici esterni. Fra questi l’anidride carbonica e le acque carbonati che (con formazione di carbonato e bicarbonato di calcio che causano effetti espansivi o dilavanti e la depassivazione dei ferri di armatura) ed i solfati (con produzione di ettringite espansiva)."

 

A fronte di queste attente analisi e valutazioni ci domandiamo cosa potrebbe accadere se la Tuscia Prefabbricati venisse autorizzata da enti pubblici a lavorare sia ceneri leggere di carbone (CER  10 01 02) che fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio (CER 03 03 09), grazie alla Proposta 6549 del 9 maggio 2013 da cui la Regione Lazio ha emanato la determinazione A03805 del 16 maggio 2013 a rettifica degli errori materiali contenuti nella vecchia determinazione A01445 del 27 febbraio 2013 in cui si parlava di rifiuti pericolosi con codice CER 19 01 11. [ CLICCARE QUI PER LEGGERE LA DETERMINAZIONE REGIONALE DEL 16 MAGGIO 2013 ]

Con questo atto si lascia di fatto carta bianca all'ufficio rifiuti della Provincia Di Viterbo che potrebbe autorizzare la realizzazione di conglomerati cementizi con uso di ceneri, polveri e scorie al posto della sabbia. E  questo senza pretendere dall’azienda proponente di ripresentare da capo il suo progetto. 

La struttura del risultante cemento armato o dei semplici foratini come reagirebbero in caso di infiltrazioni di umidità o di rottura di tubi dell'acqua, visto il loro contenuto specifico?

Anche il Dottor Paolo Franceschi, Pneumologo, Membro del Comitato Direttivo e dell’ Albo degli Esperti dell’ ISDE Italia – Medici per l’Ambiente,  ha evidenziato che secondo diversi studi  “le ceneri che derivano dalla combustione del carbone sono fonte di preoccupazione, in quanto è stato dimostrato il loro effetto genotossico e mutageno”. “Oltre alla diffusione in atmosfera degli isotopi radioattivi, deve destare attenzione anche l’ utilizzo delle ceneri derivanti dalla combustione del carbone per  la costruzione di edifici, in quanto   esse  presentano valori di radioattività che eccedono o sono molto vicini ai valori  massimi  di radioattività consentiti“. 

A Musestre (TV) nei mesi scorsi è stata abbattuta una nuova abitazione a causa della scarsa qualità del cemento, dove sono state rilevate  ceneri, diossine, metalli pesanti, sostanze tossico nocive che avrebbero dovuto essere smaltite in discariche speciali e che invece erano finite nei muri di quella casa. Non si può pensare di aver risolto il problema dello smaltimento dei rifiuti, quando le ceneri di combustione finiscono nel cemento e quindi nelle nostre abitazioni.

In Italia, così come pubblicato da AITEC (Associazione Italiana Tecnico Economica Cemento), nei 52 cementifici attivi ora in Italia si utilizzano 680.000 t anno di ceneri e gessi chimici (dati 2011). Nessuno vuole che si lavorino rifiuti per fare edifici civili come case, scuole, uffici o altro. 

I cittadini chiedono che sia tutelato il diritto costituzionale alla  salute ed alla salubrità dell'aria oltre che i polmoni verdi delle faggete di Oriolo e Bassano Romano. La Provincia di Viterbo dovrebbe forse prendere ad esempio la Provincia di Lucca catapultata dal sistema incenerimento alla prospettiva rifiuti zero entro il 2020 con queste valide motivazioni: “gravi criticità emerse nell'esercizio degli impianti di incenerimento, diffuse preoccupazioni riguardo alla tutela della salute e dell’ambiente, le attività proprie della raccolta differenziata, del riuso e del riciclo sono ad alta intensità di lavoro  e pertanto la chiusura degli inceneritori non produrrebbe la perdita di posti di lavoro“.

Questo tenendo conto che a Bassano Romano l’inceneritore ancora non c’è…

Il Decreto LEGISLATIVO 18 maggio 2001, n. 228 tutela le zone aventi specifico interesse agrituristico come potrebbe essere quella tra Bassano Romano, Oriolo Romano e Bracciano. A chi giova la distruzione della faggeta di Bassano dentro il Parco Naturale Regionale di Bracciano-Martignano 

istituito il 25 novembre 1999 con L.R. n.36, commissariato per volere della Giunta regionale.

In particolare sotto attacco si trovano la Faggeta e tutto il Bosco di Bassano, questo nonostante il "Bosco Montevano e Cavoni" sia stato riconosciuto come SIC (Sito di Importanza Comunitaria) dalla CEE, per la presenza di un coleottero raro, Rosalia alpina, e come ZPS (Zona di Protezione Speciale) per la presenza di Nibbio bruno, Poiana e Falco Pecchiaiolo.

Anche i pendolari della FL3 Roma–Cesano-Viterbo non vorrebbero respirare nano particelle potenzialmente cancerogene, frutto della lavorazione di codici CER 19 01 11 o 19 01 12. 

A fronte di questo potenziale rischio di disastro ambientale sembra paradossale che l’Assessore all’Agricoltura della Provincia di Viterbo, Luigi Ambrosini, abbia presentato due progetti affinché la Provincia di Viterbo diventi un distretto rurale d’Europa e la Maremma sia inserita nel patrimonio dell’Unesco. 

L’assessore all’Ambiente Paolo Equitani ha recentemente denunciato le  “aggressioni sempre più frequenti a danno del territorio” evidenziando che “Purtroppo da qualche tempo la Tuscia sembra diventata una terra di conquista. Interi ettari di terreno sono stati sottratti all’agricoltura per installare impianti ad energia rinnovabile, impianti fotovoltaici ed eolici in particolare, con pesanti ricadute sull’impatto ambientale e sulla tenuta del paesaggio. Purtroppo abbiamo le mani legate, la legge non ci fornisce strumenti per difenderci da queste continue aggressioni e manca anche da parte della Regione un piano energetico che detti linee guida ai governi locali ponendo dei paletti al proliferare indiscriminato di questi impianti".

Abbiamo già fatto presente il pubblico timore di possibili infiltrazioni malavitose legate al fatto che Tuscia Prefabbricati operi in stabilimenti della Colacem che ha rapporti con Italcementi, denunciata per collusione con la 'ndrangheta dal  "Decimo rapporto SOS Impresa" presentato da Confesercenti il 22 ottobre 2007, e ripreso nel libro "La deriva" di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella.

Da fonte ANSA ci risulta che L'Italcementi precisa che nessun fatto attributo alla società è stato 'giuridicamente accertato' e che quindi è assolutamente priva di fondamento la deduzione che 'Italcementi ha ceduto alla morsa della ndrangheta''. Il Tribunale di Reggio Calabria nel 2010 ha disposto la revoca della sospensione temporanea dell’amministrazione degli stabilimenti calabresi della Italcementi Spa di Bergamo, che era stata decisa sempre nel 2007. La decisione, dicono gli investigatori, è arrivata a seguito della introduzione da parte della Italcementi: “di innovativi modelli organizzativi volti a fronteggiare il pericolo di infiltrazioni e collusioni (del tipo di quelle accertate nel corso dell’indagini) con la criminalità organizzata”.

Le ceneri sono il prodotto della trasformazione subita dalle impurità minerali presenti nel carbone (principalmente quarzo, argilla e pirite) a seguito della sua combustione nelle caldaie delle centrali termoelettriche Nell’impiego delle ceneri di carbone nei calcestruzzi, 

Dal punto di vista chimico, le ceneri di carbone, al pari delle pozzolane naturali finemente macinate, sono capaci di reagire a temperatura ambiente con l’idrossido di calcio (Ca (OH)2) liberato dall’idratazione del cemento Portland generando silicoalluminati idrati di calcio del tutto simili a quelli prodotti dalla reazione del cemento. L’eccesso di calce idrata rappresenta un componente di indebolimento del manufatto finale in calcestruzzo, spesso all’origine del suo degrado nel tempo. I cristalli di idrossido di calcio sono infatti poco compatti e resistenti, e risultano chimicamente reattivi con numerosi agenti chimici esterni. Fra questi l’anidride carbonica e le acque carbonatiche (con formazione di carbonato e bicarbonato di calcio che causano effetti espansivi o dilavanti e la depassivazione dei ferri di armatura) ed i solfati (con produzione di ettringite espansiva).

Cosa potrebbe succedere se la Tuscia Prefabbricati lavorasse contemporaneamente ceneri leggere di carbone (CER  10 01 02) e fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio (CER 03 03 09) ?

Nella nota della  Provincia di Viterbo la Tuscia Prefabbricati cita questo codice Cer 03 03 09 omettendo di citare “fanghi di scarto contenenti carbonato di calcio”. Ma i tecnici degli enti pubblici (Regione/Provincia/Comune) conoscono i codici Cer?

La struttura di cemento armato ed i foratini come reagirebbero in caso di infiltrazioni di umidità o di rottura di tubi dell'acqua ?

La cittadinanza insieme ai Comitati Rifiuti Zero chiedeno a gran voce di difendere salute e le faggete di Oriolo e Bassano,  bloccando la possibilità di lavorare rifiuti per fare case. E dicendo  " NO " alla lavorazione di codici CER 19 01 11 o 12 con emissione di nano particelle potenzialmente cancerogene e respirabili anche passando con il treno Roma-Viterbo.

Il Comune di Bassano Romano, cittadini ed associazioni hanno presentato ricorso al TAR.

Venerdì 7 giugno 2013 dalle 7,30 alle 8,00  diretta RAI TV sul posto con "Buongiorno Regione Lazio"

LEGGI ANCHE: 

 

 25/05/2013 BASSANO ROMANO, RIFIUTI PERICOLOSI: TUSCIA PREFABBRICATI HA FORTI RADICI SUL TERRITORIO?

 

 17/05/2013 BASSANO ROMANO, COSTRUZIONI CON RIFIUTI PERICOLOSI: GIOCO DI CODICI TRA PROVINCIA E REGIONE?

 

 16/05/2013 VITERBO, OGGI C'E' MATERIA DI DISCUSSIONE PER L'ASSESSORE REFRIGERI: TRA MAFIA, FABBRICATI COSTRUITI CON RIFIUTI PERICOLOSI E BOMBE ECOLOGICHE

 

 01/05/2013 BASSANO ROMANO, OBIETTIVO RIFIUTI ZERO. CENERI PESANTI E SCORIE, CONTENENTI SOSTANZE PERICOLOSE.

 

 30/04/2013 BASSANO ROMANO, SUL CEMENTIFICIO ”INCENERITORE” IL COMUNE INTERROGA LA REGIONE E LA PROVINCIA DI VITERBO

 26/04/2013 BASSANO ROMANO, SI CONVIVE CON IL PERICOLO DI SCORIE E SOSTANZE PERICOLOSE

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cultura e Spettacoli

Viterbo, a palazzo Scacciaricci si presenta il Movimento “SpazioTempismo”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Saranno per la prima volta uniti nell’opera artistica il Tempo, lo Spazio e la
rappresentazione multi-prospettica del soggetto con l’evidenza della continuità del
trascorrere del flusso dell’intervallo tra una prospettiva e l’altra. L’idea di
SpazioTempismo nasce nel 2010 da un’intuizione di Enzo Trifolelli che supportato poi
da Giampiero Ascoli, intraprendendo studi e ricerche, hanno ampliato e sviluppato il
tema dello Spazio e del Tempo che nella storia dell’arte ha radici profonde,
concretizzando il nuovo concetto e strutturando l’omonimo Movimento artistico.
Nell’ambito del Festival ViterboImmagine2023 lo SpazioTempismo ha avuto la sua
affermazione con l’esposizione di 34 opere di 24 artisti.
L’inaugurazione – con ingresso libero – si aprirà alle 18,00 presso Il Palazzo
Scacciaricci, una Torre-Loggia che sovrasta il caratteristico portico della Piazza S.
Pellegrino, nel suggestivo quartiere medievale, nel cuore del centro storico di Viterbo.
Enzo Trifolelli verrà introdotto da Silvio Merlani titolare della Galleria Chigi e, dopo
una breve ma interessante descrizione del concetto di SpazioTempismo, aprirà un
confronto con i presenti: artisti, appassionati dell’arte e non solo, sul nuovo concetto
e Movimento Artistico “SpazioTempismo”, per approfondire i temi inerenti.
Nella splendida cornice dell’evento, è previsto anche l’intervento della Critico d’Arte
Barbara Aniello che parlerà delle opere esposte e del Concetto SpazioTempistico.
All’esposizione saranno presenti molte opere realizzate con il Concetto dello
SpazioTempismo da alcuni dei seguenti artisti: Emanuela Artemi, Luciana Barbi,
Sergio Barbi, Simona Benedetti, Carlo Benvenuti, Nello Bordoni, Stefano Cianti, Alessia
Clementi, Pippo Cosenza, Raffaela Cristofari, Daniele Del Sette, Francesca Di Niccola,
Paola Ermini, Sheila Lista, Gino Loperfido, Francesca Mazzone, Matilde Mele, Arialdo
Miotti, Francesco Persi, Cecilia Piersigilli, Enzo Trifolelli, Tullio Princigallo, Rita

Sargenti, Alessandro Scannella, Giampietro Sergio, Paolo Signore, Carla Sozio, Jennifer
Venanzi, Alessio Zenone.
All’inizio dell’incontro saranno distribuite delle piccole brochure che illustrano il
concetto e che, assieme al link web (QR code), conducono alla più ampia descrizione
dell’idea. Sulla brochure web sono presenti anche immagini di opere in pittura,
scultura, Digital Art, installazioni e altorilievi.
La Mostra sarà visitabile, con ingresso libero, dal 20 aprile fino al 5 maggio 2024 dal
martedì al venerdì dalle 16,30 alle 19,30 e sabato, domenica e festivi dalle 10,00 alle
12,30 e dalle 16,00 alle 19,30.
Gli organizzatori dell’Evento e fautori del Movimento Artistico “SpazioTempismo”
invitano tutti i lettori a visitare la Mostra per ammirare le opere in SpazioTempismo
esposte.

Continua a leggere

Cronaca

Tarquinia, vicenda abbattimento cavalli: sindaco e familiari minacciati di morte sui social. Depositata denuncia querela

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Il sindaco Alessandro Giulivi: “Questa volta vado fino in fondo, denunciando tutti coloro che hanno strumentalizzato e strumentalizzano questa triste vicenda”

Sull’abbattimento dei quattro cavalli avvenuto nei giorni scorsi per mano legale degli esperti veterinari chiamati della ASL di Viterbo, sono state scritte molte cose imprecise, false e che hanno spinto molte persone a rivolgere pesanti minacce di morte al sindaco Alessandro Giulivi e ai suoi familiari.

L’avvocato Paolo Pirani ha depositato questa mattina una dettagliata denuncia querela presso gli organi di polizia nei confronti di tutti coloro che hanno volutamente cercato di strumentalizzare la notizia per colpire il sindaco e l’amministrazione.

Una denuncia nei confronti anche delle associazioni e di coloro che, via social, senza adeguate informazioni, hanno deciso che il sindaco fosse il carnefice di animali che, in realtà, si è cercato di salvare fino all’ultimo.

Nei giorni precedenti il 27 marzo 2024,quattro cavalli vagano liberi nella località Taccone di Sopra, a Tarquinia, creando una situazione di pericolo per la pubblica sicurezza.

I cavalli, di razza baia e del peso approssimativo di 350-400 kg, sono stati avvistati nei pressi dell’uscita autostradale di Monte Romano. La loro presenza in aree trafficate rappresentava un rischio per gli automobilisti e per gli stessi animali.

Il sindaco Alessandro Giulivi veniva informato dagli uomini del Corpo Forestale dei Carabinieri della locale stazione di questa situazione. Successivamente, riceveva per conto della Asl Servizio Veterinario di Viterbo una lettera trasmessa via PEC nella quale veniva invitato ad emettere un documento sindacale di cattura e/o abbattimento.

Dopo aver preventivamente consultato il dottor Marco Perroni e il dirigente dottor Ferrarini del servizio ASL di Viterbo, il sindaco Giulivi provvedeva ad emettere (come previsto per legge) un’ordinanza sindacale che disponeva la cattura in sicurezza dei cavalli con ogni mezzo per tutelare la pubblica incolumità e di evitare ogni tipo di incidente.

L’ordinanza prevedeva due opzioni per la gestione della situazione: la cattura dei cavalli e il trasferimento in un luogo sicuro. O, in extrema ratio, qualora la cattura fosse impossibile o ci fossero situazioni di pericolo imminente per le persone, procedere con l’abbattimento.

Il 27 marzo, per la cattura dei cavalli è stato contattato, su indicazioni della Asl di Viterbo, uno specialista veterinario, esperto di fauna selvatica che ha valutato la situazione e messo in atto un piano di cattura, il quale, entrato in possesso di tutte le autorizzazioni, è arrivato sul luogo il giorno successivo e ha potuto valutare la situazione.

Ha quindi constatato che un cospicuo dispiegamento di forze dell’ordine era già impegnato a trattenere gli animali in un campo agricolo prevenendone, momentaneamente, l’invasione delle carreggiate stradali e autostradali.

In piena autonomia e senza condizionamenti, è stato deciso di tentare la narcosi a distanza anche attraverso l’utilizzo di un drone dotato di idonei strumenti usati in medicina veterinaria.

I cavalli si trovavano al centro del campo, in evidente stato di allerta e atteggiamento di fuga pressoché continuo.

Il primo dardo è stato lanciato con successo nei confronti di un cavallo che è rimasto narcotizzato per un breve lasso di tempo ma non è stato possibile procedere alla sua cattura completa.

Sono risultati vani gli ulteriori tentativi di avvicinamento e somministrazione di farmaci.

Come scritto dall’esperto nella sua relazione conclusiva, “la cattura farmacologica di questi soggetti mediante teleanestesia è piuttosto difficile non esistendo farmaci intramuscolari particolarmente efficaci sui cavalli. Si ricorre quasi sempre ad associazioni di più farmaci e spesso si rendono necessarie più somministrazioni”.

Nel pomeriggio dello stesso giorno le condizioni climatiche avverse (forte vento) hanno ostacolato in modo irrimediabile ogni tentativo di cattura.

Risultando inefficace ogni tentativo di sedazioni, si è proceduto a misure alternative.

Nel frattempo, la Polizia Locale aveva allertato i referenti dell’Università Agraria per trovare un posto idoneo al contenimento degli animali catturati.

Alcuni abili e titolati cavalieri insieme ai loro cavalli hanno tentato inutilmente di avvicinare i quattro esemplari, i quali hanno continuano ad allontanarsi evitando ogni tipo di contatto ravvicinato.

Solo dopo questo ennesimo tentativo è stata dichiarata inefficace la telenarcosi come metodo di contenimento.

Intanto, gli animali si erano portati a ridosso delle strade provinciali Aurelia Bis e Aurelia tratto autostradale ad alto transito veicolare, soprattutto in quelle ore a ridosso dell’esodo delle festività pasquali e per questo ritenuti pericolosi.

A questo punto, gli esperti hanno deciso di procedere al loro abbattimento.

Tutto è avvenuto sotto il costante e vigile controllo del Corpo Forestale dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Polizia Locale.

L’operazione di abbattimento è avvenuta per mano dei veterinari che prima di procedere hanno mostrato alle forze dell’ordine le armi da utilizzare e chiesto di mettere in sicurezza l’intera area per evitare pericoli alle persone.

Alla luce di tutto questo (dimostrabile in modo inconfutabile con corrispondenze ufficiali e relazioni conclusive), il primo cittadino ha deciso di procedere con la denuncia, in sede Penale e Civile, di tutti coloro che in questi giorni hanno continuato, in modo costante, a diffondere false informazioni, formulare accuse infondate e soprattutto scrivere minacce di morte sia sui social che inviati nelle e-mail del Comune di Tarquinia.

Continua a leggere

Cronaca

Asl Viterbo, prende forma la nuova casa di comunità di Bolsena

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti

image_pdfimage_print

Prende forma la nuova casa di comunità di Bolsena, i cui lavori, iniziati lo scorso dicembre, e finanziati dall’Unione europea NextGenerationEU, fondi Pnrr, per un importo di circa 1milione e 400mila euro, stanno proseguendo nel rispetto del cronoprogramma iniziale.
 
“Ad oggi – spiega il commissario straordinario della Asl di Viterbo, Egisto Bianconi, impegnato in queste settimane in un tour nella Tuscia in tutte le strutture sanitarie interessate da lavori finanziati con fondi Pnrr – gli interventi realizzati a Bolsena hanno riguardato principalmente le opere di demolizione e di risanamento definitivo di alcune problematiche collegate all’umidità presenti da anni nella struttura. Nei prossimi giorni inizieranno i lavori di ricostruzione degli ambienti e di tracciamento degli impianti. L’obiettivo è ridefinire la struttura, da un punto di vista sanitario, con spazi adeguati e tecnologie idonee per rendere efficienti e accoglienti tutti i servizi e le linee di attività che renderemo operativi presso la nuova casa di comunità”.
 
Il progetto prevede, infatti, la rimodulazione delle aree interne, per adeguarle alle funzioni richieste, e contempla, tra l’altro, la sostituzione dell’intera dotazione tecnologica impiantistica, compreso l’impianto di sollevamento. È prevista anche la sostituzione di tutti gli infissi esterni con tipologia più altamente performante in relazione al contenimento dei consumi energetici.
 
“A meno di una settimana dall’attivazione delle Centrali operative territoriali dei Distretti A, B e C, in funzione presso gli ospedali di Belcolle, Tarquinia e Civita Castellana – conclude Egisto Bianconi – siamo qui a Bolsena e, nei prossimi giorni, saremo a Ronciglione dove sono in corso degli importanti lavori di ristrutturazione, di riqualificazione e di potenziamento complessivo, in previsione della creazione, non solo della casa, ma anche dell’ospedale di comunità. Credo che, a fronte di fondi così cospicui ottenuti dall’azienda dall’Unione Europea, sia doveroso rendicontare puntualmente alla cittadinanza lo stato dell’arte dei cantieri ad oggi aperti nel Viterbese e il processo in corso di definizione e di realizzazione di un nuovo modello sanitario, realmente e fisicamente più vicino ai bisogni di salute espressi dal territorio”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com



Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti