Bayonetta e Vanquish su Xbox One e PS4 in 4K e 60 fps

Bayonetta e Vanquish rappresentano per la maggior parte degli appassionati di videogiochi due fra i titoli di maggior successo dello studio giapponese Platinum Games. La Strega di Umbra e il cyber-soldato della Darpa Sam Gideon, d’altronde, incarnano in sé la quintessenza dello stile del team di sviluppo nipponico, fatto di esagerazione, frenesia, virtuosismo e azione a tutto spiano. Quindi, proprio per festeggiare il decimo anniversario di queste due produzioni di culto, SEGA ha distribuito per PS4 e Xbox One un fantastico bundle che contiene al suo interno entrambe le opere in versione rimasterizzata a 60 fps, ad un prezzo ridotto di 39,99 euro: un’occasione praticamente imperdibile per scoprire o rigiocare al meglio due tra gli action game più iconici della passata generazione, rinvigoriti sul piano tecnico e pronti a risplendere sulle console di attuale generazione. Con un port dignitoso, che svolge adeguatamente il suo compito, Bayonetta e Vanquish 10th Anniversary Bundle resta una collezione che si rivolge prevalentemente ai neofiti, i quali si preparano per la prima volta a combattere schiere angeliche a suon di tacchi appuntiti o crivellare ammassi di ferraglia futuristica. Il titolo però è anche rivolto a tutto quel pubblico di nostalgici che sognavano di rivedere questi capolavori riadattati per le console di attuale generazione. Prima di passare alla descrizione dei titoli, ricordiamo che i titoli sono acquistabili in bundle sia in edizione fisica che in edizione digitale, ma sono acquistabili anche singolarmente sullo store Xbox e PlayStation.

Per quanto riguarda Bayonetta, la strega nata dalla geniale mente
di Hideki Kamiya e del suo team rappresenta ancora oggi un vero e proprio punto
di riferimento per lo stylish action. Il genere nato proprio dallo stesso
autore giapponese con Devil May Cry era stato in grado di raggiungere, con
Bayonetta, un definitivo stato di grazia. Purtroppo la versione PlayStation 3
soffriva di una quantità di problemi tecnici che ne avevano affossato la
percezione da parte dell’utenza, senza per questo rovinarne la reputazione
acquisita col tempo anche e soprattutto grazie alla versione Xbox 360, decisamente
migliore della controparte. Il primo capitolo della saga racconta il risveglio
e il ritorno alla ribalta della strega che dà il nome al gioco, capace com’è di
combattere in maniera spettacolare e di aggiungere alle proprie abilità corpo a
corpo anche quattro pistole, due in pugno e due montate sui tacchi degli
stivali. La campagna, divisa nelle solite iconiche missioni, si conclude in una
dozzina di ore senza troppi picchi narrativi, ma con quel gusto per il trash
che è sempre stato prerogativa del genere fin dagli albori. Nonostante la
facciata volutamente eccessiva e poco approfondita, l’immaginario di Bayonetta
risulta comunque più interessante e ricercato di quanto non ci si possa
attendere da un titolo del genere, grazie anche all’approfondimento
dell’universo avvenuto successivamente con il secondo capitolo, quest’ultimo
però esclusiva di Nintendo su Wii U e Switch. Dal punto di vista della
giocabilità, la ciliegina sulla torta di un sistema action già rodato negli
anni lo si riscontra nel cosiddetto Witch Time: una tecnica praticata dalle
streghe di Umbra e utile a rallentare il tempo intorno a loro. Nella fruizione
del gameplay questo elemento non fa che aggiungere un piano importantissimo
alla sequenza di combo: la schivata. Riuscire ad utilizzare questa tecnica al
momento giusto comporta appunto il rallentamento del tempo per i nemici e non
per la bela protagonista, dettaglio che permette di cambiare totalmente le
sorti della battaglia. Attivare il Witch Time significa ottenere il tempo di
assestare più colpi, di combattere agilmente più nemici insieme e anche di
attivare una serie di quick time event che diventano il fiore all’occhiello di
boss fight tra le più ispirate del decennio. La scelta di inserire questa
meccanica è ciò che ha reso Bayonetta il capolavoro che è ancora oggi, capace
di non soffrire minimamente del passaggio del tempo. Padroneggiare gli stili,
le diverse combinazioni di armi da fuoco e il Witch Time, significa arrivare
all’espressione massima del gameplay del gioco, spingendo i giocatori a voler completare
ogni incontro senza essere mai colpiti. A venire incontro al giocatore per
quanto concerne la soddisfazione personale ci pensano i soliti punteggi tanto
cari ai giochi di Platinum Games. Ogni sezione è infatti divisa in
“versetti” alla fine dei quali viene assegnato un punteggio che è una
media dei valori raggiunti nel corso del segmento stesso. Dal punto di vista
tecnico, su Xbox One X e su PS4 Pro il gioco si comporta egregiamente,
mantenendo granitici i 60fps già visto qualche anno fa su PC e facendo dimenticare
con piacere il passato a tutti gli utenti Sony. Difficile attendersi un titolo incredibilmente
perfetto dal punto di vista della conta poligonale, ma le forme della bella
Bayonetta sono ancora tutte al loro posto e a distanza di molti anni sono
ancora in grado di mandare in visibilio il pubblico maschile.

Parlando di Vanquish invece, anche in questo caso il
risultato è di ottima fattura. Originariamente pubblicato nel 2010 su
Playstation 3 e Xbox 360, questo bizzarro e adrenalinico sparatutto propose la
classica formula marchio distintivo di PlatinumGames, ma traslata in un
universo dove, a differenza delle altre produzioni, i proiettili si aggiungono
all’equazione. La possibilità di scivolare a velocità supersonica in qualsiasi
momento, sparando contemporaneamente centinaia di proiettili, è qualcosa che
ogni amante dei film d’azione non osava nemmeno sognare, e che rende adrenaliniche
praticamente tutte le sequenze d’azione del gioco, che, difatti, aumenta a
dismisura i ritmi e, come conseguenza, si spegne molto prima di tanti altri
titoli Platinum, assestandosi poco oltre le sei ore di durata complessiva.
Tuttavia, quelle sei ore sembreranno sei secoli, e non solo perché anche qui,
immancabile, c’è un sistema che piega il tempo ai bisogni del giocatore: Vanquish
è un mix di azione incessante, esagerato come pochi ma altrettanto tecnico,
capace di frustrare per l’alto livello di difficoltà di certe boss fight, ma
anche di regalare soddisfazioni senza pari a coloro che gli dedicheranno il
tempo dovuto per comprenderne a pieno i favolosi meccanismi. Oltre a questo gli
sviluppatori inserirono anche una serie di quick time events mai troppo
invasivi, la possibilità di ripararsi dietro protezioni improvvisate, un
intelligente sistema di upgrade delle armi, e la possibilità di distrarre certi
nemici utilizzando una sigaretta come arma impropria. Se pure la storia, come
quella di quasi tutti i prodotti targati PlatinumGames, sia un vero e proprio
turbine di cliché e di personaggi a metà tra il trash e lo stereotipo, e nonostante
la durata complessiva sia inferiore a molti congeneri, Vanquish rimane una
delle perle più fulgide della ludoteca della software house nipponica. Dal
punto di vista tecnico anche Vanquish torna in una versione per console che su Xbox
One X e PS4 Pro non cala mai di un singolo frame e che garantisce una
giocabilità assolutamente pazzesca. Anch’esso, Bayonetta, non spicca certo per
conta poligonale e dettagli, ma ancora oggi si lascia guardare e non disturba
troppo neanche un occhio abituato al fotorealismo dei giorni nostri.

Tirando le somme, possiamo dire che dal punto di vista
strettamente tecnico sia Vanquish che Bayonetta portano sulle proprie spalle il
peso di un decennio. E per quando ci provi con tutte le forze, una semplice
rimasterizzazione non è sufficiente a cancellare completamente lo scorrere del
tempo. Il 10th Anniversary Bundle propone i due giochi in versione remastered a
4K e 60fps: in entrambi i casi, la pulizia visiva è gradevole, con texture abbastanza
datate che sono state tirate a lucido per l’occasione, pur senza brillare
particolarmente per definizione. In generale, Bayonetta e Vanquish: 10th
Anniversary Bundle è una riedizione che propone un lavoro di remastered
sufficientemente valido, privo di grossi picchi qualitativi, in grado di
rispolverare in maniera efficiente due grandi classici e riproporli sulle
console attuali. La Strega di Umbra, sul piano del gameplay, si mantiene
giovanissima e bellissima, in un connubio inarrivabile di spettacolarità e
tecnicismo. La rinfrescata visiva fa il suo dovere, ammoderna senza strafare, e
regala un colpo d’occhio sufficientemente fluido e pulito. Dal canto suo,
Vanquish non conserva lo stesso fascino immortale di Bayonetta, ma resta uno
sparatutto in terza persona iperbolico ed elettrizzante, ringiovanito da una
rispolverata grafica che ne esalta l’anima più spettacolare. Alla domanda: “vale
la pena acquistare questo bundle o uno dei giochi singolarmente?”La nostra
risposta è assolutamente si. Questa raccolta riesce a divertire e a riproporre
sul mercato due dei videogames che hanno segnato la storia dello scorso
decennio, ma soprattutto lo fanno rendendogli il giusto merito e presentandoli
con una veste tecnica assolutamente gradevole.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8,5

Gameplay: 9

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise