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di Angelo Barraco
Bergamo – Il Giudice di Milano Massimiliano Magliacani ha emesso la sentenza per il 40enne di Trescore finito ai rigori della cronaca, nel 2014, per aver seviziato e ucciso senza pietà dei gattini indifesi. L’uomo è stato condannato a due anni di reclusione per stalking la cui vittima sarebbe una persona da lui contattata quando cercava gattini, l’uomo infatti cercava annunci in cui si regalavano felini e poi li torturava e in fine li uccideva. L’uomo avrebbe mandato messaggi compromettenti alla donna che sarebbe rimasta alquanto turbata e avrebbe deciso di sporgere denuncia per stalking presso le autorità competenti, tanto da costringerla a cambiare lavoro e abitudini. L’uomo inoltre è stato inoltre condannato a un anno di libertà vigilata, ha l’obbligo di sottoporsi a cure che gli verranno appositamente prescritte. Una sentenza che è arrivata malgrado accusa e difesa avessero chiesto l’assoluzione. Inoltre il pm aveva chiesto l’assoluzione alla luce di una consulenza psichiatrica chiesta dal difensore dell’uomo dove sarebbe emerso che egli sarebbe affetto da un disturbo antisociale di personalità che andrebbe a scemare gravemente e inciderebbe sulla sua capacità di intendere e di volere. Il difensore dell’uomo ha prima puntato sull’insussistenza del reato di stalking e poi ha puntato sull’esito della sopracitata consulenza.
La terribile vicenda ebbe inizio in un afoso pomeriggio della prima metà di luglio del 2014, quando l’Italia era baciata da un sole che da Nord a Sud spingeva molti italiani verso le zone costiere e le città rimanevano vuote. Gli agenti del Corpo forestale di Bergamo hanno messo le manette ai polsi ad un uomo accusato di stalking e per aver ucciso dei gattini. L’uomo seviziava e uccideva i poveri animali che ignari del pericolo finivano tra le sue grinfie e poi inviava le foto e i video delle torture via whatsapp alle sue altre vittime “umane”. Il 30 giugno arriva la prima denuncia e partono le prime indagini con relativi pedinamenti e vengono subito rilevati ben quattro casi, anche se gli inquirenti sospettano che la rosa sia ben più ampia. La prima azione degli investigatori è quella di monitorare tutti i portali di annunci gratuiti di gattini, dove vi erano persone che già in passato erano state contattate dall’uomo ma non avevano ceduto i felini perché non si erano fidate dell’uomo. L’uomo seguiva gli annunci di donne che cedevano gratuitamente felini nella provincia di Bergamo, si faceva dare gli animali e iniziava ad importunarle. Nel momento in cui costoro chiedevano come stessero i gatti, in tutta risposta lui inviava le raccapriccianti foto dei gattini torturati e uccisi. Dalle prime perquisizioni è emerso che nell’appartamento vi erano evidenti tracce di sangue e si è potuto riscontrare che alcune foto inviate alle sue vittime fossero state scattate in quella casa.
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