BERLUSCONI CONTRO LE RIFORME. RENZI: "IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE"

Si apre una nuova fase per Forza Italia che tanto per cominciare, martedì voterà contro le riforme di Renzi il quale ha disatteso, secondo Berlusconi, quel "cammino di unità" sugellato dal patto del Nazareno. "Forza Italia voterà contro le riforme". Lo ha detto Silvio Berlusconi, nel corso di un intervento all'iniziativa del centrodestra pugliese. Berlusconi fa appello "alle forze del centrodestra perchè si uniscano, in modo da costruire un'alternativa al Pd. Martedì diremo no all'arroganza e alla prepotenza di un Pd che non è stato capace di cambiare il Paese. Oggi, con tutto il centrodestra di nuovo insieme, si apre una nuova fase". "Oggi rappresenta un momento importante per una ripartenza. Il primo passo di un cammino, un'occasione per il rinnovamento di Fi che si candida per tornare a vincere e a guidare il Paese. Un Paese che sta peggio dal punto di vista economico, democratico, di equilibrio delle istituzioni. La disoccupazione è ai massimi e quella giovanile supera il 40% spesa e debito pubblico sono aumentati. Sono convinto – ha ribadito – che occorra lavorare tutti insieme per invertire la rotta. Siamo chiamati ad avere la maturità di essere eredi di noi stessi. Spero che tutti noi sappiamo rinunciare a qualcosa in nome dell'unità del centrodestra".Berlusconi ha così chiarito nettamente la sua posizione e la sua volontà di contrastare il Pd con un centrodestra unito e compatto.

Il tradimento del Patto del Nazareno. "Oggi a Palazzo Chigi c'è un segretario di partito che non è stato eletto, un segretario di partito che ha promesso tanto e fatto poco. Un segretario di partito con cui avevamo pensato di condividere grandi scelte istituzionali del Paese, avevamo sperato di poter chiudere quella guerra civile che ha avvelenato tutti, ma purtroppo non è stato così". Lo ha detto Silvio Berlusconi intervenendo telefonicamente a Bari, durante l'avvio della campagna elettorale del candidato del centrodestra, Francesco Schittulli. "Abbiamo imparato a nostre spese – ha aggiunto Berlusconi – che per la sinistra il partito viene prima del Paese, che non c'è dialogo. Noi – ha continuato – in questo avevamo creduto fino in fondo. Oggi a testa alta possiamo dire che non siamo stati noi a tradire quel cammino".

Fitto e il cambio di rotta. "Il nostro partito ha intrapreso un percorso sbagliato. Qualche mese fa si è ipotizzato di fare un partito con Renzi, si sarebbe creata una situazione imbarazzante. Noi siamo stati eletti nel centrodestra, siamo una forza alternativa alla sinistra". Afferma Raffaele Fitto a Palermo in una delle tappe del suo tour italiano Ricostruttori con il quale entra in polemica con la classe dirigente di FI e i fedelissimi di Berlusconi chiedendo maggiore democrazia interna al partito, l'adozione delle elezioni primarie per le cariche di vertice, il superamento del Porcellum con una legge elettorale "che porti in parlamento deputati eletti e non nominati". Fitto ha poi affrontato il tema del presidenzialismo e dell introduzione di un tetto fiscale. "Quello che abbiamo rappresentato per anni come FI – ha proseguito Fitto – non siamo piu' in grado di rappresentarlo. Vogliamo spiegare che anche nel centrodestra puo' esserci una sana competizione che però non può monopolizzare il consenso". Non posso criticare Salvini – ha aggiunto – la Lega fa il suo lavoro, ma perché nel nostro partito non c'è la consapevolezza di mettere in campo una forza politica che sia in grado di competere". Infine il parlamentare pugliese ha criticato il leader degli azzurri "Berlusconi si chiude in un bunker con i suoi collaboratori – ha detto – noi suggeriamo un altra strada, nuove regole di democrazia. Ma per fare questo non vogliamo scontrarci con qualcuno"

 

Il no annunciato da Silvio Berluisconi alle riforme, che martedi' saranno votate dall'Aula della Camera, viene accolto con ostentata indifferenza da Matteo Renzi, come a dire che ormai del secondo contraente del Patto del Nazareno non c'e' piu' nemmeno tanto bisogno. " Martedi' andiamo alla camera con il voto finale della seconda lettura – spiega il premier -. Puntiamo al referendum finale perche' per noi decidono i cittadini, con buona pace di chi ci accusa di atteggiamento autoritario: la sovranita' appartiene al popolo e sara' il popolo a decidere se la nostra riforma va bene o no. Il popolo, nessun altro, dira' se i parlamentari hanno fatto un buon lavoro o no". In mattinata il leader di Forza Italia aveva dichiarato totale indisponibilita' verso il Pd ed il suo leader, nel pomeriggio questi risponde con la piu' renziana delle alzate di spalle. Il meglio deve ancora venire, scrive il presidente del Consilgio nella sua newsletter, e noi non abbiamo alcuna voglia di mollare. Primo pensiero di Renzi nella sua circolare telematica, quello alla ripresa economica. "In un anno sono aumentati i posti di lavoro, piu' 134mila. Con le misure della legge di stabilita', zero tasse per chi assume a tempo indeterminato e con la riforma del lavoro (Jobs Act) sara' ancora piu' facile assumere", rivendica, "Il Jobs Act aumenta le tutele per chi perde l'occupazione, ma soprattutto facilita le assunzioni, con buona pace di chi ha trascinato per mesi una polemica ideologica".

Inoltre: "Lo spread non fa piu' paura: il decennale con i Bund era oltre 200 nel febbraio 2014, adesso sta sotto i 90 e ancora non e' partito il Quantitive Easing.
Quando partira' lo spread scendera' ancora". Ancora: "Il dollaro ha recuperato terreno sull'Euro e ci avviciniamo alla parita'. L'Italia ha tutto da guadagnarne". In aggiunta: "L'Unione Europea sta attenta ai vincoli di bilancio ma finalmente si torna a parlare di crescita e investimenti (piano Juncker) e la nostra battaglia sulla flessibilita' ha visto dei risultati concreti (la comunicazione sulla flessibilita' della Commissione Europea)". E se non bastasse: "Mutui e compravendita di auto crescono a doppia cifra. Mercato immobiliare, consumi, indice di fiducia delle famiglie e delle imprese tornano al segno piu' dopo anni. Nel primo trimestre e' probabile che il Pil torni positivo dopo decine di rilevazioni negative".

Grazie al governo, grazie ad un Pd forte, suggerisce a questo punto Renzi: "Tutto questo deriva dalla solidita' delle nostre riforme (l'elenco non comprende solo il mercato del lavoro ma spazia dai tanto criticati 80 euro fino alle misure innovative sulla legge di stabilita' che ha abbassato le tasse per chi crea posti di lavoro e ridotto l'Irap) e dalla recuperata credibilita' internazionale del Paese, che e' un fattore molto importante per la fiducia dei mercati e quindi per l'economia reale. Ma naturalmente non basta". Insomma, "Il quadro economico non e' mai stato cosi' invitante: si aggiunga – e su questo noi non c'entriamo niente, ma siamo felici per gli effetti – che il costo del petrolio e' molto basso e questo e' un dato molto significativo specie per un paese con la nostra bolletta energetica". Quindi "fuori torna a splendere il sole. Ma uscire di casa e mettersi in cammino dipende solo da noi. Per questo noi continuiamo con decisione sulle principali sfide che abbiamo davanti". Detto questo, Renzi presenta il lavoro della prossima settimana, con una considerazione di carattere metodologico. Il contributo delle opposizioni e' benvenuto, a patto che non intralci. I punti sono enumerati quasi con pedanteria. Eccoli a partire dal primo. "Riforme costituzionali. Superare il bicameralismo paritario, ridurre i poteri delle regioni e semplificare il rapporto tra centro e autonomie, eliminare gli enti inutili. Ci siamo. Martedi' andiamo alla camera con il voto finale della seconda lettura.
Puntiamo al referendum finale (perche' per noi decidono i cittadini, con buona pace di chi ci accusa di atteggiamento autoritario: la sovranita' appartiene al popolo e sara' il popolo a decidere se la nostra riforma va bene o no. Il popolo, nessun altro, dira' se i parlamentari hanno fatto un buon lavoro o no)".