Boldrini e la sua crociata fobica

 

di Emanuel Galea


L’ultima campagna a sostegno della galassia arcobaleno, in corso d’opera per iniziativa della  passionaria di Montecitorio, emulazione mal riuscita della comunista spagnola Dolores Ibarruri Gòmez, quest’ultima vera rivoluzionaria,  mi fa venire in mente il simpaticissimo film commedia del 1969 strutturato  in  episodi per la regia di Dino Riso e protagonista Nino Manfredi.

Gli episodi sono divertentissimi ad iniziare da quello della diva Ornella e il segreto di Ercole  l’impiegato alle Poste; il Guardone, un uomo molto miope; l’ultima vergine di Spoleto e  l’episodio della relazione extra coniugale di Maurizio. Tutti godibilissimi. L’episodio dell’Udienza a porte chiuse  forse è quella più divertente. La vicenda di un contadino che aveva  abusato della gallina di un’anziana donna e gli argomenti a sua discolpa davanti al giudice Di Lorenzo.


Quello che a me fa venire in mente più che altro la campagna fobica della presidente,  è l’ultimo episodio di questo film, episodio che ha dato il nome al lungometraggio: “Vedo nudo” che racconta le vicende di un pubblicitario con il pallino del nudo.
Una fissazione? Un tic? Una fobia?


In uno dei miei ultimi tabella su questo giornale,
Montecitorio a.a.a. cercasi presidenza neutrale”, avevo scritto che  non si è mai immuni alle discutibili uscite della presidente Boldrini. Non ho dovuto aspettare mesi prima che la presidente, perseguendo la sua crociata  fobica, abbia istituito la “commissione sull’intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio”, lavori cui la Camera ha terminato proprio in questi giorni. Terminati i lavori la commissione ha rilasciato una relazione che appresso commento. Quello che preoccupa è la natura degli interventi che tormentano la terza carica dello Stato. La faccenda è seria perché come disse Crispi, la presidenza della Camera deve essere garanzia di una magistratura neutra nella quale si concentri tutta l’autorità del parlamento.
 
La passionaria di Montecitorio  è partita lancia in resta per silenziare chiunque si azzardi disapprovare la gendercrazia ovvero sia l’omosessismo,  il gender theory e sua invasività. Nelle cronache delle crociate,  per  esempio nella  spedizione  popolare condotta da Pietro l’Eremita, troviamo traccia di “donne pudiche ed impudiche “ come racconta il cronista ne “I Crociati” di Johannes Lehmann. Lo storico Bahà ad-Din, per citare fonte araba,  riportando  le vicende di Acri da parte di Riccardo Cuor di Leone (1919), ricorda “ una combattente, una donna vestita di un manto verde, che non cessò di saettare con un arco di legno, si da ferire molti di noi….”. Ai giorni nostri  la “donna vestita di un manto verde”, anziché saettare con l’arco di legno, saetta con il lancio di commissioni fobiche. Il segretario di Norandino e di Saladino Imad ad-Din, altra fonte araba,  racconta di donne cavalieri,  con corazze ed elmi che si buttavano in  mischia  in mezzo alla battaglia, specialmente durante la terza crociata. Oggi, la nostra “donna cavaliere”si butta in mischia nei convegni ed assemblee politiche, corazzata dall’alta carica istituzionale. Nulla è cambiato da quel lontano 1200. Sono cambiate le crociate, non sono cambiate per niente le fobie. Sono molto evidenti nella relazione rilasciata dalla commissione istituita dalla presidente Boldrini le tante fobie di cui è vittima la proponente della commissione. Scorre nel provvedimento una vena di paura delle opinioni diverse dalle proprie.  Viene subdolamente istituito il principio del pensiero unico. Se ben si esamina il provvedimento  ci si imbatte in evidenti tracce della paura della libertà. Il relatore di quel provvedimento mostra segni accentuati di piacere nel ricercare situazioni che lo spaventano. Non c'è niente di nuovo sotto il sole, scriveva, il Qoèlet, figlio di Davide, re di Gerusalemme. Non si possono criticare le crociate di ieri e osannare  quelle di oggi, crociate fatte a rimorchio delle  lobby arcobaleno. Nella “Gerusalemme liberata”  Torquato Tasso ci propone un’affascinante ed ardimentosa guerriera pronta a gettarsi in battaglia:
“… in su la torre altissima angolare
sovra tutti Clorinda eccelsa appare.
A costei la faretra e ‘l grave incarco
de l’acute quadrella al tergo pende.
Ella già ne le mani ha preso l’arco,
e già lo stral v’ha su la corde e ‘l tende;
e desiosa di ferire, al varco
la bella arciera i suoi nemici attende”[
 
Sia le fonti dalla letteratura occidentale che quella araba riportano ai nostri occhi lo zelo della nostra presidente Boldrini nel seguire la sua crociata fobica.  La proposta di legge potrebbe essere condensata nella 4° raccomandazione della relazione e cioè , per coloro che non si adeguano al pensiero unico:” prevedere  l’istituzione di un giurì che garantisca la correttezza dell’informazione e sollecitare l’ordine professionale e il sindacato dei giornalisti sul controllo della deontologia professionale .  Scomodando la “Cena delle beffe”direi che  chi non beve con me peste lo colga. Una delle raccomandazioni in quella proposta di legge all’esame della Camera è sul contrasto dell’omofobia e della transfobia. L’altra raccomandazione invita a sanzionare penalmente la campagna d’odio, insulti pubblici, diffamazione o minacce contro persone o gruppi.

 

A sentire  questa proposta di legge, l’Italia dovrebbe essere un campo di battaglia , incubatoio di odio contro trans, omosessuali e abietta intolleranza, minacce ed insulti che sfociano in continui delitti contro queste persone. Secondo questa proposta, la cronaca non dovrebbe raccontare altro che omosessuali e trans, barbaramente assassinati per la loro scelta di vita, fra l’altro del tutto cosa privata.


La ragione è un'altra;
si vuole imporre la  teoria del gender. Lo dimostra la stessa 3° raccomandazione della relazione che invita il legislatore a : ”Rafforzare il mandato dell’UNAR”. Su quest’ultimo evito qualsiasi commento, ricordando solamente al lettore che il direttore dell'Ufficio nazionale antidiscriminazione razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri ,Francesco Spano,  ha  dovuto dimettersi dal suo incarico, dopo la denuncia delle Iene ,che questo ufficio avrebbe finanziato un'associazione dietro la quale si sarebbe occultato il business del sesso a pagamento. Ancora fresco nella  memoria di tutti gli italiani , il disgusto per lo scandalo delle “camere buie”.  In questo frangente l’italiano chiede sicurezza, pane e lavoro e fa volentieri a meno di presidenti con la sindrome delle fobie.