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Scienza e Tecnologia

Borderlands 4, il ritorno in grande stile dei cacciatori di cripte

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Tempo di lettura 8 minuti

Borderlands 4, sicuramente uno dei videogiochi più attesi della stagione è finalmente arrivato su Pc, PlayStation 5, Xbox Series X/S e Nintendo Switch 2. Il nuovo capitolo della saga targata Gearbox Software abbandona il pianeta Pandora e i mondi presenti nei suoi dintorni per portare i giocatori su un nuovo corpo celeste: il pianeta di Kairos, nascosto per secoli alla vista del resto dell’universo fin quando una certa sirena dalle ali di fuoco ha teletrasportato una luna nella sua atmosfera, infrangendo il campo di mimetizzazione e rivelando Kairos al resto dell’universo. C’è però un motivo se questo pianeta era nascosto: a dominarlo è infatti il temibile e immortale Cronocustode, capo di un Ordine il cui scopo principale è impedire che chiunque possa accedere alla Cripta. La storia dei quattro nuovi Cacciacripta protagonisti di Borderlands 4 inizia proprio con il loro finire nelle grinfie del Cronocustode, con una rocambolesca evasione dal carcere dov’erano rinchiusi, e con l’unirsi alla Resistenza Crimson guidata da chi altri se non dal bizzarro, simpaticissimo quanto folle e irascibile Claptrap? Da lì in poi la sfida dei giocatori al Cronocustode dovrà prima passare per i cadaveri fumanti dei suoi tre luogotenenti: Idolatra Sol, Lictor l’Abietto, e Callis, la Regina degli Espiantati, affrontabili in un ordine a scelta. Anche se alcune aree andranno aperte progredendo con la storia o attraverso missioni secondarie, il mondo di gioco è infatti aperto per la quasi sua totalità; l’unica eccezione sono alcune zone, come per esempio le fortezze dei luogotenenti o le Cripte, a cui si accede tramite un caricamento. Detto ciò non vogliamo dire altro riguardo la trama per non rovinare la sorpresa a chi legge. Proprio per questo parliamo del gameplay, una volta lanciato il gioco bisognerà scegliere quale dei 4 “eroi” vestire i panni. Ciascuno di essi possiede ovviamente caratteristiche fisiche e abilità differenti: l’eso-soldato Rafa, l’imponente cavaliere della Forgia di nome Amon, la gravitar Harlowe ed infine Vex, una sirena. Ognuno di questi personaggi costituisce in sostanza una diversa classe e vale la pena di sperimentarle tutte, in quanto i cambiamenti al gameplay che ne discendono sono rilevantissimi. Ciascuna classe è dotata di un proprio tratto/specialità, una sorta di abilità passiva di base che la caratterizza e soprattutto da un elaborato albero delle Abilità, più ricco ma non troppo diverso da quello di Borderlands.

Una volta scelto il proprio alter ego virtuale, è tempo di avventurarsi su Kairos! La prima volta che si lancia il gioco l’azione parte da un prologo/tutorial che si può decidere di saltare in occasione della creazione di personaggi successivi. Dal prologo si apprende anche come si venga dotati delle nuove capacità di movimento che differenziano i Cacciacripta di Borderlands 4 da quelli dei precedenti episodi e che in effetti assumono un ruolo di primo piano fin dai primissimi momenti di gioco. E’ possibile infatti eseguire un doppio salto ed una planata, nonché attivare un Afferrampino, una “frusta laser” con cui agganciarsi ad appositi anelli per poi essere proiettati verso l’alto e raccogliere oggetti dalla distanza. Queste nuove movenze, unite alla scivolata introdotta nel precedente episodio e qui ancora una volta confermata, rendono Borderlands 4 un titolo decisamente più dinamico dei predecessori, meno legnoso, con fasi di attraversamento della mappa molto più veloci e libere, dato che spesso si può procedere diretti verso la meta, confidando nelle proprie abilità di parkouristi. Lo stesso vale per le fasi di combattimento, dove ad esempio il doppio salto spesso torna comodo per evitare danni d’area ed il rampino può essere usato per raggiungere rapidamente postazioni sopraelevate. Anche gli spostamenti con veicoli sono decisamente facilitati rispetto al passato: non c’è più bisogno di raggiungere una delle stazioni “Catch-a-Ride” per poter materializzare un mezzo di trasporto, ora il cacciatore di cripte può richiamarlo in ogni momento grazie ai servigi del utilissimo robot Echo-4. I veicoli utilizzabili sono parecchi e differiscono non solo a livello estetico, ma in qualche misura anche nelle prestazioni di velocità, maneggevolezza e resistenza ai danni. Il primo veicolo, il Digirunner, viene ottenuto nella Campagna dopo poche missioni, mentre tutti gli altri vanno sbloccati completando sfide, o missioni secondarie. Non sono presenti mezzi per più persone, per cui in caso di coop non rimane altro che procedere in carovana. Avendo appena citato veicoli ed Echo-4, è bene sottolineare che per questi elementi, così come per il personaggio e per le armi, Borderlands 4 prevede una vasta gamma di customizzazioni estetiche, anche queste da sbloccare progressivamente come ricompense delle missioni compiute nel mondo di gioco.

Borderlands 4 è un gioco dove si spara, e tanto. Il suo punto di forza non a caso sono le armi, qui selezionate proceduralmente dalla bellezza di circa quattro miliardi di combinazioni, che renderanno i bottini di guerra sempre differenti. Le armi di Borderlands infatti non si limitano solo a sparare: hanno un numero folle di perk e bonus differenti, alcuni di questi davvero molto particolari, e poi danni elementali, doppie se non triple funzioni. Le armi sono suddivise nelle classiche tipologie conosciute da tutti, ma anche in base al loro produttore. Ogni marchio conferisce infatti all’arma delle caratteristiche base che ne contraddistinguono l’anima, le Jakobs sono per esempio quelle più semplici ma potenti, dal sapore western e le rifiniture in legno; mentre le Maliwan sono specializzate nel danno elementale. Borderlands 4 introduce diverse novità a questo già rodatissimo sistema di randomizzazione delle armi, tra cui tre nuovi produttori: Daedalus, Order e Ripper, ciascuno con le sue caratteristiche principali e un’infinita sequela di varianti. Le Order sono molto potenti e versatili, ma hanno il colpo che rende meglio se caricato; le Daedalus hanno sempre due tipi di modalità di sparo; le Ripper invece hanno la partenza lenta, ma quando ingranano portano la devastazione e averne una in tasca è sempre utile. Lo stesso sistema procedurale coinvolge granate, scudi e sistemi di rigenerazione dell’energia. Giocando si troverà continuamente nuovo equipaggiamento, ma per fortuna si ha anche il tempo di godersi e affezionarsi alle armi migliori, che male quando però arriverà il momento di sostituirle. Le granate possono essere scambiate anche con armi giganti, molto potenti ma naturalmente dal caricatore povero in modo da essere utilizzate solo per brevi periodi di tempo. Insomma, per chi vuole varietà negli armamentari Borderlands 4 dà grandissima soddisfazione e sa come rendere felice anche il player più esigente.

In questo quarto capitolo della saga è anche possibile fare ampio uso del “viaggio veloce”, grazie a stazioni di teletrasporto presenti in buon numero e che si possono istantaneamente raggiungere da qualunque posizione, basta aprire la mappa e selezionare la stazione dove ci si vuole materializzare. Per ottimizzare le possibilità di spostamento rapido conviene non tralasciare di liberare i Rifugi che si incontrano sul proprio percorso, in quanto in ciascuno di essi si trova sempre una stazione di teletrasporto. Peraltro, un Rifugio è una risorsa importante sotto svariati punti di vista, visto che contiene le operazioni di cui si può avere bisogno, a cominciare dalla compravendita di oggetti, nonché una classica “lavagna delle missioni” da cui ottenere fetch-quest, taglie e altre quest secondarie, utili a salire di livello più rapidamente. I Rifugi da conquistare costituiscono un mero esempio, anche se senza dubbio di particolare importanza, delle molte attività e punti di interesse disseminati nel gioco. E’ frequentissimo trovarsi nelle vicinanze di un collezionabile o di una qualche attività: oltre a classiche missioni secondarie innescate dall’incontro con un mission-giver, sono presenti anche diverse tipologie di dungeon (diversificati a seconda della comunità a cui appartengono: bunker di proprietà dell’Ordine, miniere degli Auger di Terminus, e così via), strutture di complessità a volte considerevole, ricche di insidie, ma ovviamente anche di ricompense! Dopo aver parlato di tutte queste novità, è anche giusto rimarcare che la struttura portante del gioco, nonché molte delle meccaniche più riconoscibili, sono state assolutamente mantenute: le tipologie di armi sono quelle abituali, così come i quattro slot disponibili per equipaggiarle (unico cambiamento riguarda le armi pesanti che occupano lo slot destinato alle granate), l’importanza dei danni elementali, il meccanismo del Lotta-per-la-Vita (che consente, una volta messi a terra, di ritornare in vita uccidendo un avversario nel tempo concesso da un conto alla rovescia) e soprattutto la ricerca quasi compulsiva di loot, con l’apertura continua di casse, armadietti e ogni altra cosa che abbia un led verde! Naturalmente il gameplay è molto condizionato dalla composizione della build del personaggio: in quest’ambito Borderlands 4 propone un’evoluzione, non una rivoluzione, di quanto già proposto in Borderlands 3. L’albero delle Abilità è suddiviso in tre sezioni, ciascuna dedicata ad una diversa Abilità. I nodi che compongono le tre sezioni, una volta che vengono sbloccati (spendendo i punti-abilità guadagnati salendo di livello) sono però sempre attivi, anche quando si trovano in una sezione che non è quella dell’Azione che in quel momento si è deciso di equipaggiare. I potenziamenti presenti sono peraltro di vario tipo, ci sono semplici bonus passivi che vanno direttamente a migliorare la build (come un aumento del livello di salute, o della velocità di movimento), ma più spesso si tratta di perk legati alle uccisioni realizzate e bisogna quindi saper scegliere con saggezza. In ogni sezione ci sono inoltre alcuni elementi particolari, legati invece all’Abilità: Migliorie, che appunto vanno a dotare l’Abilità di effetti aggiuntivi e, nello strato finale dello skill tree, le Abilità Supreme, che arrivano ad alterare in maniera netta il comportamento dell’Abilità stessa. Non è necessario spendere punti per sbloccare questi elementi, la cui disponibilità è però condizionata dall’averne speso un certo numero nella stessa sezione, o sotto-sezione: per arrivare a poter equipaggiare un’Abilità Suprema in un playthrough è necessario concentrare i propri punti quasi esclusivamente su quell’unica sezione dello skill tree. Arrivati al livello 20 si sblocca poi lo slot per eventuali Mod di Classe rivenute od acquistate: esse non soltanto garantiscono bonus diretti di vario genere, ma forniscono uno o più punti extra ad abilità dello skill tree, arrivando a poter influenzare le scelte in merito. Le mod vengono gestite alla stregua di un’arma, sono quindi caratterizzate da un loro livello e grado di rarità. Pur essendo, come dice il nome, specifiche per una certa Classe, i drop sono del tutto casuali e non è raro trovarsi a raccogliere mod che non si possono usare. Non si può però parlare di Borderlands 4 senza soffermarsi sulla modalità cooperativa a 4 giocatori, che fin dagli esordi è un “marchio di fabbrica” della serie. Il gioco offre una totale apertura delle sessioni di gioco, supportando il cross-play fra tutte le piattaforme in cui è presente, a condizione che i partecipanti siano registrati sulla piattaforma SHiFT di Gearbox, che funge così da orchestratore del matchmaking. Naturalmente si può disattivare il cross-play e anche limitare l’ingresso in partita a giocatori della propria lista amici, fino ad arrivare a creare una sessione totalmente privata, solo su invito. Inoltre Borderlands 4 ha mantenuto anche la co-op locale a schermo condiviso, per due giocatori: da notare che è possibile partecipare a una co-op online anche a partire da una co-op locale! La partecipazione al gruppo è basata su un rigoroso drop-in/drop-out, è quindi possibile aggregarsi o uscire dal gruppo in qualsiasi momento, anche mentre il gruppo è nel vivo dell’azione, l’esperienza guadagnata viene sempre mantenuta, così come i progressi conseguiti nel corso della sessione: ad esempio, un Rifugio di cui si prende possesso durante una sessione co-op sarà mantenuto tale anche una volta tornati alla propria partita single-player. Insomma, di carne a cuocere ce n’è davvero tantissima. A livello grafico Borderlands 4 offre la classica possibilità di scelta tra le due modalità Performance e Qualità. In considerazione anche della particolare cifra stilistica del gioco, pensiamo valga la pena sacrificare un po’ di risoluzione per godere di un’azione più fluida. Detto ciò possiamo dire che il gioco si è comportato in maniera più che buona, senza momenti di seria difficoltà del motore, sia in situazioni all’aperto con campo visuale molto lungo, sia in situazioni più concitate, come ad esempio le boss-fight, un vero tripudio di effetti elementali di vario genere. Il livello di dettaglio rimane comunque accettabile, anche se occasionalmente si nota qualche pop-in e qualche ritardo nel caricamento di certe texture. Inutile sottolineare che musiche e dialoghi sono assolutamente sensazionali, proprio come la saga ha abituato i fan negli anni. Tirando le somme, Borderlands 4 è risultato essere un prodotto immenso, incredibilmente profondo e denso di cose da fare. Annoiarsi è veramente impossibile e il tasso di rigiocabilità è veramente molto elevato. Insomma, sia che siate amanti della serie, sia che non abbiate mai messo piede su Pandora, Borderlands 4 è un titolo che deve essere assolutamente giocato.

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GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9
Sonoro: 10
Gameplay: 9,5
Longevità: 9,5

VOTO FINALE: 9,5

Francesco Pellegrino Lise

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