BORGARO TORINESE: DENUNCIA FINTO SEQUESTRO DEL FIGLIO PER PAURA CHE GLI VENGA TOLTO

Redazione

Torino – Una grande paura: quella di perdere un figlio. Questa la motivazione che ha portato un padre a mentire. Dopo che l'intero paese si era fermato per cercare il bimbo smarrito, il padre che lo aveva appena ritrovato ha incontrato una donna che gli avrebbe detto che rischiava di vedersi togliere il bambino per abbandono di minore. Sarebbe stata questa paura a indurlo a mentire e a denunciare il finto tentativo di sequestro, alla festa patronale di Borgaro Torinese, una dovizia di dettagli che sono stati smentiti dalle immagini delle telecamere del comune di Borgaro. Non c'e' stato alcun inseguimento, ne' il pugno sferrato all'inesistente rapitore, ne' la fuga con un complice a bordo di una Renault 19 grigia mai transitata sul luogo. Il racconto era inverosimile anche per i tempi: solo 4 minuti intercorrono tra un'immagine che mostra il bambino per strada e un'altra in cui il piccolo e' gia' tornato in braccio alla mamma, troppo poco per essere compatibile con gli eventi raccontati dal padre. L'uomo, 33 anni, e' ora indagato per simulazione di reato, calunnia, procurato allarme e abbandono di minore. Messo davanti ad alcune foto segnaletiche aveva riconosciuto "al 90%" il presunto responsabile: ma si trattava, in realta', di un uomo detenuto da parecchio tempo. Da qui, l'accusa di calunnia e il primo segnale di allarme da parte dei carabinieri sul racconto dell'uomo, che poi messo alle strette, ha confessato.

Non ci sono altri indagati. "Dopo aver confessato ha detto che non si aspettava che si scatenasse un tale pandemonio mediatico. Poi si e' sentito un po' protagonista". E' uno degli aspetti psicologici della vicenda sottolineati dal procuratore capo di Ivrea (To) Giuseppe Ferrando. L'uomo, vedendo l'attenzione dei media, aveva rilasciato molte interviste e il giorno dopo era tornato sul luogo del rapimento inventato per essere intercettato da telecamere e taccuini. Un altro aspetto e' quello del rapitore che, seppure inesistente, "dopo il racconto e la descrizione fatta dall'uomo si e' materializzato, anche i cittadini sono quasi riusciti a farlo nascere dal nulla". Ferrando, dopo essersi complimentato con i carabinieri per essere riusciti a scoprire in solo 24 ore la c'era dinamica dei fatti, ha raccomandato "calma, cautela e professionalita' nel dare notizie, perche' si rischia un effetto boomerang". "Come sindaco di Borgaro il mio primo pensiero e' quello di ringraziare i mie cittadini. C'e' stato davvero il forte rischio che sull'onda dell'isteria collettiva potessero svilupparsi degenerazioni violente come successo alla Continassa due anni fa. Invece gli abitanti di Borgaro hanno saputo tenere i nervi saldi". E' il commento di Claudio Gambino, primo cittadino di Borgaro Torinese. "E' evidente che la convivenza con il campo rom sul nostro Comune non e' semplice – ha aggiunto il sindaco – ci sono delle criticita' alle quali stiamo lavorando come per esempio l'accordo con Torino per avere degli agenti sulla linea 69. Un ruolo fondamentale nella rapida soluzione del caso lo ha giocato l'ottima collaborazione che c'e' stata tra i Carabinieri e la Polizia Locale e determinanti sono state le telecamere del Comune messe a disposizione degli inquirenti, che hanno consentito di accertare rapidamente come si erano realmente svolti i fatti. Borgaro – ha concluso – era e resta per fortuna una cittadina tranquilla in cui i genitori e i nonni possono passeggiare senza rischi con i propri bambini"