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Roma

BRACCIANO, CUPINORO: PARLA IL PRESIDENTE DELLA BRACCIANO AMBIENTE SPA

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Tempo di lettura 5 minuti Tutti gli indirizzi della politica societaria, incluso il piano pluriennale, sono stati discussi e votati da consigli comunali aperti alla partecipazione dei cittadini

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Redazione

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Marcello Marchesi presidente di Bracciano Ambiente S.p.A.

Egregio direttore,
ingenuamente, ero convinto che nel resoconto di quanto accaduto nel corso della conferenza stampa del 3 ottobre avrei trovato tutte le informazioni che nell’occasione sono state fornite ai giornalisti, affinché, loro tramite, pervenissero ai cittadini, consentendo a questi ultimi di farsi un'opinione libera e consapevole sulla vicenda che ha suscitato grande clamore e, in generale, sulle modalità di gestione della società partecipata.
Mi riferisco, in particolare:
•    alla notizia che, dopo ventidue anni e 2,2 milioni di metri cubi di rifiuto “tal quale” smaltito a Cupinoro a seguito di una decisione commissariale passata sopra le teste di cittadini ed amministratori, questo consiglio d’amministrazione il 26 settembre scorso ha deliberato che in tale impianto e, dunque, nel territorio di Bracciano, dal I novembre 2013, non saranno più ammesse le 90.000 tonnellate/anno di rifiuti indifferenziati che (dal 1991) i 25 comuni del bacino sversano a prezzi di saldo, ma saranno ammessi i soli scarti resi inerti dal trattamento meccanico biologico;
•    alla notizia che lo scarto da TMB, avente codice CER 19.12.12, di cui ho portato in conferenza alcuni campioni prelevati la stessa mattina da un impianto che tratta i rifiuti di Roma Capitale, tra lo stupore dei giornalisti presenti che li hanno annusati e fotografati, non puzza, non percola e non inquina e, secondo le leggi di questo Paese e le rigorose direttive dell'U.E. in materia di rifiuti, non essendo ulteriormente valorizzabile, deve (non può, deve) essere smaltito in una discarica residuale, qual è Cupinoro;
•    alla notizia che le 20.000 tonnellate di scarti bio-stabilizzati provenienti da impianti di TMB, oggetto del provvedimento commissariale, costituiscono meno dell'1% della volumetria complessiva di Cupinoro, il cui 99% è costituito da rifiuti non bio-stabilizzati, provenienti dai Comuni di bacino che, a differenza di Bracciano, non differenziano la propria immondizia;
•    alla notizia che, essendo fin dal 2007 autorizzata dalla Regione Lazio a destinare il 30% della volumetria assentita a rifiuti trattati extra bacino, la Bracciano Ambiente, per fronteggiare l'abbattimento dei ricavi da conferimenti di bacino senza gravare i contribuenti, rilanciare la propria politica di investimenti e garantire il benessere e la sicurezza dei cittadini, abbia deciso di utilizzare il solo 5,7% di detta volumetria, pari alle 20.000 tonnellate successivamente commissariate, per smaltire scarti innocui, a fronte del 30% consentito dall'autorizzazione in suo possesso;
•    alla notizia, ribadita più volte in questa e nelle precedenti conferenze stampa, che Cupinoro non sarà mai la discarica di Roma – o, come ama ripetere la disinteressata propaganda, una nuova Malagrotta – non solo per la ragione necessaria e sufficiente che né la proprietà pubblica, né questa governance che ne è espressione, lo vogliono, ma anche per una elementare ragione logica: i soli scarti da TMB di Roma costituiscono un ordine di grandezza (circa 800.000 t/a) manifestamente incompatibile con gli impianti attuali e con quelli previsti in futuro a Cupinoro; è sufficiente l’uso di un motore di ricerca per avvedersi, infatti, che gli scarti della Capitale sono già in viaggio per gli impianti d'Italia e d'Europa, che hanno vinto le gare europee per lo smaltimento degli stessi, bandite da AMA SpA e dagli altri titolari di impianti di trattamento, gare alle quali la Bracciano Ambiente – ovviamente – non ha partecipato.

Mi rendo conto, tuttavia, che si tratta di notizie (ancorché vere) giornalisticamente poco interessanti, a fronte delle bellicose dichiarazioni – “questa è una guerra, non si possono fare prigionieri” – dei comitati, di maggiore e più redditizio impatto mediatico.
Aggiungo, quanto alla partecipazione alle scelte dell'azienda da parte della cittadinanza, che questo consiglio d'amministrazione è espressione del consiglio comunale, il quale, a sua volta, è espressione diretta (e recente) della cittadinanza braccianese, secondo le norme di questo Paese che regolano la partecipazione democratica rappresentativa alla gestione dei beni comuni.

La gara – definita “clandestina” – per porre sul mercato extra bacino le 20.000 tonnellate disponibili, costituenti meno dell'1% della volumetria di Cupinoro, esattamente corrispondente alle autorizzazioni regionali ed agli indirizzi comunali ricevuti, non appena deliberata dal consiglio d'amministrazione, è stata pubblicata sul sito della Bracciano Ambiente, sulla Gazzetta Ufficiale e su due quotidiani a tiratura nazionale, per ben due volte, essendo il primo incanto andato deserto.

Tutti gli indirizzi della politica societaria, incluso il piano pluriennale, sono stati discussi e votati da consigli comunali aperti alla partecipazione dei cittadini ed i provvedimenti del consiglio d’amministrazione vengono pubblicati quotidianamente sul sito della società, così come i bandi per approvvigionamento di beni o servizi, i contratti con i fornitori, i dipendenti, i collaboratori, i bilanci, ogni singola voce di spesa, i compensi di ciascuno, i regolamenti interni ed ogni altro aspetto, anche il più trascurabile, della vita dell'azienda.

L'intera azione amministrativa dell'azienda pubblica è dunque resa disponibile, senza mediazioni, a tutti i cittadini, semplicemente accedendo al portale della Bracciano Ambiente.
Comprendiamo che non faccia notizia, ma è ciò che noi intendiamo per trasparenza e partecipazione.
Cordialmente.
Marcello Marchesi
presidente di Bracciano Ambiente S.p.A.

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Metropoli

Formello, terremoto in Comune: nasconde detonatori per bombe in casa: arrestato il marito di una Consigliera comunale di maggioranza

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Nasconde in casa due detonatori per bombe non facili da reperire sul mercato e tre cartucce per fucili. Per questo motivo è stato arrestato Domenico Verbicaro, marito di Anna Stella, quest’ultima consigliera comunale che siede tra i banchi della maggioranza nel comune di Formello situato alle porte di Roma.

L’uomo è accusato di detenzione illegale di armi

Tutto è nato da una perquisizione fatta lo scorso 4 marzo dai carabinieri della Stazione di La Storta in casa della consigliera comunale a seguito di una segnalazione relativa la presunta detenzione di sostanze stupefacenti.

Nell’abitazione, i militari hanno trovato una piccola quantità di marijuana nella disponibilità del figlio 33enne della coppia e notavano un atteggiamento insofferente da parte di Domenico Verbicaro che tentava di nascondere una scatola. A quel punto i carabinieri hanno preso in mano il pacco e trovato all’interno i due detonatori grandi quanto un chiodo lungo e le tre cartucce. Per Verbicaro è quindi scattato l’arresto con l’accusa di detenzione illegale di armi.

L’uomo è poi risultato avere una parentela con un nipote in rapporti con i clan della ‘ndrangheta stanziali a Roma nord e interrogato dagli investigatori non ha voluto spiegare la provenienza di quel materiale compromettente.

È stato quindi condotto in carcere dove si trova tuttora in attesa di sviluppi investigativi che dovranno ricostruire per quale motivo avesse nella sua disponibilità gli inneschi di bombe che possono essere anche al tritolo. L’accusa al momento è detenzione abusiva di munizionamento e di materiale esplodente.

Il sindaco della cittadina Gian Filippo Santi al momento non ha preso alcuna decisione, anche se in consiglio comunale la notizia dell’arresto ha fatto molto rumore, se non altro per le implicazioni che potrebbe avere sul piano politico.

L’operazione dei carabinieri del Gruppo di Ostia è stata portata a termine all’inizio del mese nell’ambito di un’indagine più vasta.

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Metropoli

Campagnano Romano, dammi i soldi o ti brucio il locale: in manette 33enne del posto

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CAMPAGNANO ROMANO (RM) – In manette un 33enne di Campagnano Romano accusato di estorsione. Ad arrestare l’uomo, lo scorso mercoledì, i Carabinieri della locale Stazione.

Il 33enne si è presentato presso un noto ristorante di Campagnano e, in evidente stato di alterazione, ha iniziato a minacciare il gestore del locale pretendendo che gli consegnasse del denaro. Nonostante il fermo rifiuto opposto dalla vittima, l’uomo non ha desistito dai propri intenti, minacciando di bruciare il locale qualora non avesse ottemperato alla richiesta.

Nel tentativo di evitare che il 33enne passasse dalle parole ai fatti la vittima ha consegnato all’uomo una somma di denaro che, sebbene esigua, è servita a placarne la violenza.

Nel frattempo però il titolare del ristorante aveva avvertito i Carabinieri dell’accaduto e i militari, intervenuti immediatamente, sono riusciti a bloccare il 33enne mentre cercava di allontanarsi con i soldi appena intascati e lo hanno arrestato.

Lo scorso 17 marzo l’uomo è stato giudicato con rito direttissimo presso il Tribunale di Tivoli, che ha convalidato l’arresto applicando la misura degli arresti domiciliari.

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Roma

Roma, donna accoltellata in strada: arrestato il compagno per tentato omicidio

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ROMA – I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno arrestato un uomo 36enne, gravemente indiziato del reato di tentato omicidio ai danni della compagna, una donna di 40 anni originaria di Cuba.
 
Intervenuti in via Fruschelli, dove una telefonata al 112 aveva segnalato una donna ferita in strada che perdeva sangue, i Carabinieri si sono trovati difronte la vittima che presentava due tagli da coltellate nella zona lombare. Chiamati i soccorsi la donna è stata trasportata in codice rosso all’ospedale Sant’Eugenio. Nel frattempo i Carabinieri hanno raccolto la sua denuncia in cui ha riferito di essere stata poco prima ferita dal compagno. 
 
Subito i militari si sono portati presso l’abitazione dove i due vivevano ed hanno rintracciato il compagno, 36 anni, romano, trovato in stato di alterazione psico-fisica per cui si è reso necessario condurlo in ospedale, ancora in vestaglia. Scattata la perquisizione, è stato subito trovato un coltello da cucina, ancora sporco di sangue che è stato sequestrato. I sanitari che hanno prestato le prime cure all’uomo hanno trovato dell’hashish nella tasca della vestaglia e l’hanno consegnata ai Carabinieri per cui l’uomo verrà anche segnalato all’Ufficio Territoriale del Governo, quale assuntore di sostanze stupefacenti. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della 7^ sezione del Nucleo Investigativo di Roma per i rilievi tecnico scientifici.
 
L’uomo è stato condotto presso il carcere di Regina Coeli dove il Gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica, ha convalidato l’arresto e disposto per lui la misura della custodia cautelare degli arresti domiciliari senza braccialetto elettronico.
 



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