Connect with us

Roma

BRACCIANO, CUPINORO. SEL: "SPUNTA IL LUNGO NASO DEL SINDACO PINOCCHIO"

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

Riceviamo e pubblichiamo da SEL Lago di Bracciano

Bracciano (RM) – Finalmente si avvia, seppure in tono apparentemente dimesso, il piano scellerato da sempre voluto dal Sig. Sala e da questa amministrazione sedicente di centro sinistra; i nodi sono venuti al pettine, e tutti i veli sono caduti: Bracciano si appresta, finalmente, ad accogliere i rifiuti di Roma.
E’ un piano – ripetiamo, scellerato – che nei fatti è in continuità con una iniziativa tentata nel 2006 dall’allora sindaco Negri, a capo di una amministrazione di centro destra, con la firma di un protocollo d’intesa fra AMA Servizi s.r.l., Comune di Bracciano e Bracciano Ambiente S.p.A.; obiettivo era costituire un “polo” dei rifiuti di valenza regionale, realizzando un grande impianto di preselezione dei rifiuti.

Già allora fu lanciato l’allarme: << in una situazione in cui la raccolta differenziata nella nostra zona era mediamente attestata su livelli risibili, Cupinoro si apprestava ad accogliere grandissime quantità di rifiuti indifferenziati, con ciò attuando un vero e proprio boicottaggio alle politiche – che seppure faticosamente iniziano a farsi strada – di raccolta differenziata a monte e raccolta spinta del tipo “porta a porta” >>.

Fu posto, oltre alla questione di merito sulla gestione dei rifiuti, un altro punto che ha a che fare con il “buon governo” e la “buona politica”: << la necessità di attivare una sede di confronto ed elaborazione in cui tutti coloro che avevano “interessi” e ruolo nella vicenda – associazioni di cittadini e movimenti organizzati, amministratori, forze politiche e sindacali – potessero partecipare alle scelte: fu indicato il FORUM di Agenda 21 >>.

Oggi si parla di conferire a Cupinoro rifiuti – seppure trattati – in quantità assai limitata (20.000 tonnellate) in un tempo anch’esso limitato (entro la fine del 2013); e il Sig. Sala ci propina il solito fiume di parole assicurando che mai Cupinoro diventerà un’altra Malagrotta.

A parte il fatto che le leggi non consentono più di realizzare simili mostri, la nostra accusa al pinocchio nostrano è stata ed è un’altra: non credeva e non crede nella logica della raccolta differenziata, sposò – di fatto – il piano Polverini (volto a “risolvere il problema” riempiendo il Lazio di impianti di selezione di rifiuti indifferenziati, puntando a tante discariche e all’incenerimento), e lanciò – novello Caligola – attraverso il suo avvocato di fiducia nominato presidente della Bracciano Ambiente, l’idea di realizzare un grande impianto (per 130.000 tonnellate di rifiuti l’anno) di selezione dei rifiuti indifferenziati provenienti da tutto il Lazio (si parlò di grande realtà industriale di valenza regionale, e forse oltre), segnalando la possibilità di conferire a Cupinoro rifiuti trattati per 1 milione e mezzo di metri cubi. Una vera pazzia, segno di totale inadeguatezza tecnica e manageriale.

A questa si aggiunge un’altra accusa: perseverare nella gestione proprietaria e personale del potere, deridendo chi chiede di attivare il << Comitato della Trasparenza e Partecipazione che consenta ai cittadini di essere, ora, attori responsabili di scelte così importanti ed esercitare, poi, una funzione di “controllo democratico” accedendo ai dati tecnici e di gestione >>.
Non basta: il Sig. Sala è responsabile del disastro – da tempo annunciato – della società Bracciano Ambiente, che sta smembrando, svendendo e privatizzando: una follia all’ennesima potenza, evitabile se solo fosse sceso dal suo piedistallo dorato e avesse ascoltato chi, come noi, proponeva un dettagliato piano di ristrutturazione e rilancio

Non ci racconti frottole, e abbia il coraggio delle sue azioni; il piano è svelato: non è fare cassa subito (circa 1 milione e 200 mila euro a fronte delle 20.000 tonnellate di rifiuti romani) per sanare il buco di bilancio della Bracciano Ambiente, dovuto peraltro ai crediti della società nei confronti dello stesso Comune di Bracciano, attraverso una iniziativa limitata nello spazio e nel tempo peraltro spacciata come “solidarietà verso la capitale in emergenza”. Il piano è realizzare a Bracciano un grande polo dei rifiuti laziale, o forse anche oltre, approfittando della crisi di Roma e guardando ben oltre la fine di quest’anno; e lo vogliono fare senza idee, senza soldi: smembrando, svendendo, privatizzando, e mandando a casa lavoratrici e lavoratori.

CHIEDIAMO
CHE LA BRACCIANO AMBIENTE VENGA RAPIDAMENTE COMMISSARIATA, AFFIDANDONE LA GESTIONE A PERSONE CAPACI E MOTIVATE, CHE NON SIANO PRIGIONIERE DI CONFLITTI D’INTERESSE E SIANO MOSSE DAL SOLO OBIETTIVO DI GUARDARE ALL’INTERESSE DEI CITTADINI.
CHE SIA COSTITUITO IL COMITATO DELLA TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE CHE CONSENTA AI CITTADINI DI ESSERE, ORA, ATTORI RESPONSABILI DI SCELTE COSÌ IMPORTANTI ED ESERCITARE, POI, UNA FUNZIONE DI “CONTROLLO DEMOCRATICO” ACCEDENDO AI DATI TECNICI E DI GESTIONE.

INVITIAMO
CITTADINI, ASSOCIAZIONI, FORZE POLITICHE E SINDACALI AD OPPORSI A QUESTA INCREDIBILE DERIVA CON TUTTI I MODI DEMOCRATICI POSSIBILI.
 

AUSPICHIAMO
CHE A QUESTO ENNESIMO ATTO SCELLERATO DA PARTE DEL SINDACO SALA REAGISCANO ANCHE LE VOCI DISSIDENTI DEL PARTITO DEMOCRATICO LOCALE CHE DA ANNI PER SPIRITO DI PARTITO TACCIONO. OGGI CREDIAMO CHE È IL MOMENTO DI USCIRE ALLO SCOPERTO E FINALMENTE PRENDERE CON CORAGGIO LE DISTANZE DA QUESTA RAPPRESENTAZIONE DELLA POLITICA CHE SVILISCE IL CONCETTO DI DEMOCRAZIA, SVUOTA LA PARTECIPAZIONE, SNATURA I VALORI DELLA SINISTRA.

 

LEGGI ANCHE:

Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

Continua a leggere

Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

Continua a leggere

Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti

image_pdfimage_print

I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti