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Roma

Bracciano: lo spettro del dissesto finanziario per la neo giunta Tondinelli

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Tempo di lettura 4 minuti Tellaroli: “Saremo costretti a vederci aumentare al massimo le aliquote fiscali e ridurre diversi servizi assistenziali per evitare il crack dell'Ente”.

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Red. Cronaca

BRACCIANO (RM) – Debiti fuori bilancio, incertezze sugli equilibri di bilancio, posizioni debitorie, squilibrio finanziario della Bracciano Ambiente, gravi irregolarità, documentazione mancante, ingenti passivi, anomalie relative a quasi tutte le aree di attività amministrativa: sviluppo Turistico, Risorse Patrimoniali, Opere Architettoniche e Beni Culturali, Urbanistica e Rifiuti, Servizi Sociali, Amministrativo, Staff e Polizia Locale,  nonché la mancanza delle relazioni specifiche dei Capi Area. Questo quanto emerge dal  bilancio consuntivo del Comune di Bracciano e dalla relazione dell’Organo di Revisione.

Una realtà che dal Movimento Cinque Stelle di Bracciano viene definita come "desolante e una vera e propria galleria degli orrori amministrativi". "È questo un tema sul quale avremmo voluto avere un confronto con l’Amministrazione in carica, – dichiara il consigliere pentastellato Marco Tellaroli – per approfondire adeguatamente la situazione, le eventuali soluzioni alternative possibili e le prospettive future per la cittadinanza, alla luce di quanto emerso. Purtroppo – prosegue Tellaroli – non ci è stato possibile, visto che le Commissioni ancora non sono operative, e  il Dott. Alessandro Bonura, Presidente del Collegio Revisore dei Conti del Comune Santa Marinella e Assessore al Bilancio nel Comune di Bracciano, era in ferie".

Il Comune di Bracciano ha adottato la deliberazione n.14 del 14 giugno 2016 del Commissario straordinario
, al fine di ricorrere alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale di cui all’art. 243 bis del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267. Procedura, ad avviso del Movimento Cinque Stelle, solo astrattamente alternativa al già disciplinato dissesto (chiamata comunemente pre-dissesto). "Non c’eravamo sbagliati – prosegue il Consigliere Tellaroli – le casse del Comune di Bracciano sono vuote. La gestione dissennata degli ultimi anni ha portato il Comune al baratro finanziario. Le cause sono diverse e, ad onor del vero, – evidenzia il consigliere – non imputabili alla responsabilità a questa amministrazione, che si è soltanto trovata con il cerino in mano". Il consigliere M5s fa poi un appunto all’amministrazione neoeletta: di non aver avuto un adeguato confronto con le forze di opposizione e di essere rimasta, secondo i pentastellati, silente verso la cittadinanza.

"Il pre-dissesto, – spiega il consigliere M5s di Bracciano – che la giunta Tondinelli si appresta a varare nel Consiglio del 19 Agosto, non è nient'altro che un programma di austerity locale pluriennale (quasi tutti lo hanno spalmato su 10 anni), formalizzato in un “piano di rientro” contenente, le soluzioni necessarie per superare le condizioni di squilibrio economico-patrimoniale: “saremo costretti quindi a vederci aumentare al massimo le aliquote fiscali ed a vederci ridurre diversi servizi assistenziali per evitare il crack dell'Ente”.

In caso di dichiarazione di dissesto finanziario, la norma prevede che qualora la Corte dei Conti riconosca, anche in primo grado, gli amministratori responsabili “…. di aver contribuito con condotte, dolose o gravemente colpose, sia omissive che commissive al verificarsi del dissesto finanziario, non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati. I sindaci e i presidenti di provincia ritenuti responsabili ai sensi del periodo precedente, inoltre, non sono candidabili, per un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di provincia, di presidente di Giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento europeo. Non possono altresì ricoprire per un periodo di tempo di dieci anni la carica di assessore comunale, provinciale o regionale nè alcuna carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici. Ai medesimi soggetti, ove riconosciuti responsabili, le sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei conti irrogano una sanzione pecuniaria pari ad un minimo di cinque e fino ad un massimo di venti volte la retribuzione mensile lorda dovuta al momento di commissione della violazione…” (art. 248, c. 5, TUEL). In buona sostanza: sanzione pecuniaria e “morte” politica per almeno 10 anni. In caso di ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario, nulla di tutto ciò è invece previsto. "Risulta abbastanza evidente, quindi, – dichiara ancora Marco Tellaroli – chi sarà costretto a pagare di tasca propria il tentativo di salvataggio (o meglio di autoassoluzione) di una classe politica incompetente, specialmente se ci si ferma a riflettere sul peso che avranno l’Imu e la Tasi, destinate ad aumentare e chi invece ci guadagnerà qualcosa dal pre-dissesto: il politico! Che farà salva la sua poltrona, scaricando – potenzialmente per un decennio – i costi dell’incerto bail-out sui contribuenti e congelando qualsiasi prospettiva occupazionale nella pubblica amministrazione locale. La procedura di riequilibrio finanziario, come detto poc’anzi, – evidenzia ancora il consigliere pentastellato di Bracciano – porta il Comune all’adozione di un piano di rientro, con conseguenti notevoli sacrifici per la Cittadinanza che, tra l’altro, non garantiscono il risultato. Infatti, qualora l’obiettivo diventasse irraggiungibile a causa di un ulteriore peggioramento delle finanze comunali, la norma prevede comunque l’applicazione delle regole inerenti al dissesto. Oltre al danno la beffa!"

Una situazione quindi, pesantissima,
quella che si prospetta per la città di Bracciano tanto che la stessa Corte dei Conti ha espresso una nota critica nei confronti della nuova procedura introdotta nel TUEL, arrivando addirittura ad affermare che la procedura di dissesto presenta indubbi vantaggi economici  per l’erario comunale. "La scelleratezza economica delle passate amministrazioni di centro sinistra – conclude Marco Tellaroli – ha provocato, quindi, un disastro finanziario che ha ingessato il bilancio e la spesa comunale, che subirà  drastiche riduzioni e numerosi tagli. La strada intrapresa per cercare di risanare le comatose finanze pubbliche è tutta in salita… anzi decennale".
 

Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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