Connect with us

Roma

BRACCIANO, OSPEDALE PADRE PIO: SINDACO SALA, "CI BATTEREMO PER DIFENDERLO CONTRO TUTTO E TUTTI"

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 4 minuti Il sindaco di Bracciano ci rilascia un'intervista esclusiva dove spiega i motivi per cui giudica sbagliato il piano regionale

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

di Silvio Rossi

Bracciano (RM) – Il Comune di Bracciano, sindaco Giuliano Sala in testa, sta combattendo per mantenere funzionale l’ospedale Padre Pio che, a partire dal piano di riorganizzazione della sanità presentato qualche anno fa dall’allora Presidente della Regione, Renata Polverini, che demansionava il nosocomio.
Contro quella decisione Bracciano, alla testa di un gruppo di comuni limitrofi, i cui abitanti usufruiscono della struttura sanitaria, ha presentato un ricorso al TAR, che bocciò l’operato della Governatrice nel febbraio del 2011, sentenza che è stata confermata col pronunciamento del Consiglio di Stato l’anno successivo. Il Padre Pio deve continuare a esistere come polo ospedaliero, e il decreto 80/2010, col quale sarebbe dovuto diventare una “struttura di prossimità”, priva però di quelle competenze (affermano i ricorrenti) senza le quali non si può mantenere attivo neanche un pronto soccorso efficiente.
Nonostante le indicazioni del Consiglio di Stato, però, il piano regionale, questa volta a guida Zingaretti, continua a danneggiare l’ospedale con la riduzione a quaranta posti letto.
 

Abbiamo chiesto spiegazioni al sindaco Sala:

 

Che differenza c’è tra il piano della Polverini e l’attuale?
Questo piano, in via generale, non ha una negatività assoluta. Il piano fatto oggi, dal Commissario Straordinario Zingaretti, e dal responsabile della cabina di regia, Alessio D’Amato, modifica sostanzialmente il piano della Polverini, e tutta una serie di ospedali, come Monterotondo, Subiaco, Amatrice, Acquapendente, hanno avuto una risposta positiva, perché hanno creato le cosiddette “zone disagiate”, che avendo la necessità di avere un riferimento che sia qualcosa di più di una “casa della salute”, hanno lasciato queste strutture, con un po’ di posti di medicina, senza interventi per le urgenze, senza ricoveri per i traumi, per cui sono dei luoghi che hanno avuto un miglioramento per quanto riguarda il servizio, ma in realtà, secondo me, soprattutto per quanto ci riguarda, non dà risposta complessiva a quella che è stata la sentenza del Consiglio di Stato.

Quella con cui ha accolto il ricorso fatto da Bracciano e i comuni limitrofi
Esatto, abbiamo fatto il ricorso e hanno stabilito che qui deve esserci un Pronto Soccorso. Un decreto del Presidente della Repubblica del 1992 stabilisce che un Pronto Soccorso vero, nella rete nazionale dell’emergenza, deve avere le specialità dell’ospedale, quindi deve avere i letti delle specialità, almeno, di ortopedia, chirurgia e medicina. Altrimenti se tu arrivi al pronto soccorso con un trauma, o hai una rottura di una milza, o altre situazioni che non possono gestire, ti stabilizzano e ti portano via. Se invece ti possono risolvere il problema, ti possono operare direttamente perché c’è un anestesista, c’è un cardiologo, un chirurgo o un ortopedico.

Che sono le specialità che principalmente servono in emergenza.

Sì, soprattutto serve che si possano fare interventi d’urgenza. Oggi il nostro ospedale è diventato, con quella modifica, un ospedale di giorno, si fanno solo interventi programmati, e ci saranno solo dalle 9:00 alle 19:00.

Si perdono comunque tutta una serie di peculiarità

Ti trovi innanzi tutto che Si hanno fortemente ridotto i posti letto.

Li hanno portati a quaranta.
A dir la verità li hanno portati a trenta, perché sono sulla carta quaranta, ma dieci non c’entrano nulla, dei quali venti sono di medicina e dieci sono misti tra chirurgia e ortopedia, ma sono letti di passaggio, non sono letti per traumatizzati.

Prima che iniziassero i piani di ridimensionamento, quanti erano i posti letto?
Qualche anno fa erano centoventi posti letto, e potenzialmente poteva arrivare a centocinquanta, ora ce ne sono circa sessanta. Ora lo vogliono portare a quaranta, Monterotondo ne ha cinquanta, Subiaco cinquanta, per cui per assurdo noi che siamo quelli che abbiamo vinto il ricorso siamo quelli più penalizzati. Ciò che noi contestiamo poi, è che nel creare questa figura della zona disagiata, per Monterotondo che sta a quindici chilometri dal Sant’Andrea, per cui puoi gestire uno spostamento. Non voglio fare una guerra tra poveri, però hanno legato quell’ospedale a Tivoli, e quindi lo considerano lontano dalle altre strutture. Ma soprattutto, oltre che per l’ospedale, qui c’è un discorso di Asl, che complessivamente ha 0,7 posti letto per mille abitanti, mentre il parametro nazionale è di 3,3 posti letto ogni mille abitanti.

Certo, perché nella ASL RMF oltre a Bracciano c’è solo Civitavecchia. Siamo a circa un quinto rispetto alla media.
Non solo, noi siamo una ASL che prende un euro ogni cittadino residente, mentre altre ASL prendono due, due euro e mezzo per ogni abitante, laddove gli abitanti decrescono, mentre noi come territorio abbiamo fortemente contribuito al riconoscimento di 384 milioni di euro all’anno, che sono stati dati dal ministero alla Regione Lazio in virtù del censimento, perché ci sono più abitanti nella regione, e questi abitanti in più sono in grandissima parte, percentualmente, nei nostri territori, dove abbiamo dal 35 al 40% di aumento negli ultimi dieci anni di residenti, e i servizi ci vengono fortemente ridotti. Il tema fondamentale è che noi riteniamo è che questa figura di ospedale di zona disagiata sia molto più pericolosa sia per i pazienti che per i medici che ci lavorano. Perché se hai un incidente vicino l’ospedale di Bracciano, e ad esempio ti rompi la milza, tu in ospedale non ci entri, ti caricano sul 118 e ti portano a Roma, al Gemelli. Ora andare al Gemelli di giorno, partendo da qui, abbiamo dimostrato che in emergenza rischi di arrivare morto, perché ci vuole un’ora, quella che i medici chiamano “golden hour”. Con la differenza è che con la riforma Polverini tu sapevi che non c’era il pronto soccorso, e andavi dritto verso Roma, ora c’è rischio che uno da un paese vicino si reca prima qui, e poi riparte perdendo tempo prezioso.

In tutta questa vicenda, qual è stato il comportamento della ASL?
Su questo rapporto noi abbiamo un problema serio: quando noi abbiamo fatto la conferenza a ottobre, c’era una posizione di cinque distretti, compresa Civitavecchia, che era a noi contraria. Il Direttore Generale, Dott. Quintavalle, ha praticamente modificato delle quisquiglie, ha fatto politica, andando da tutti i sindaci, anche se poi lui dice che non fa politica, da noi non ha sfondato perché riteniamo che questa Asl sia penalizzata, anche in virtù del fatto che c’è un ospedale che è stato ulteriormente demansionato, e noi abbiamo manifestato il nostro dissenso, Civitavecchia invece, per voce del suo consigliere, che tra l’altro è un medico, e del sindaco, ma soprattutto il consigliere, ha espresso il parere favorevole, perché gli hanno dato le briciole. Però loro sono il comune capofila, dicono di parlare a nome di tutta la Asl, ma non è vero. Noi non chiedevamo di mettere in discussione il Direttore Generale, che fa il suo lavoro, però chiedevamo che questa Asl, sia per il fatto dei posti letto, sia per il discorso dell’ospedale, sia per il trasferimento di solo un euro a cittadino, aveva bisogno di dare un segnale, dire: noi siamo contrari, non per una sfiducia nei confronti della persona, ma perché c’è effettivamente un problema sui numeri. Questo non è stato fatto, gli unici che si sono espressi contrariamente siamo stati noi, adesso vedremo le conseguenze.

Castelli Romani

Banca Popolare del Lazio, il 4 maggio c’è l’assemblea a Castel Gandolfo

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Il prossimo sabato 4 maggio 2024, alle ore 10 presso il Centro Mariapoli Internazionale, Via
S. Giovanni Battista de la Salle a Castel Gandolfo si terrà l’assemblea dei soci della Banca Popolare del Lazio per deliberare su argomenti molto importanti.

Nello stesso giorno a Velletri si tiene la Festa della Madonna delle Grazie e processione dei Ceri nel pomeriggio. Ma sicuramente i soci interessati alle attività e assemblea della Banca troveranno comunque il modo di partecipare.

L’Articolo 6 del regolamento assembleare Bpl dice chiaramente che “gli aventi diritto possono intervenire su ciascuno degli argomenti posti in discussione una sola volta, facendo osservazioni, chiedendo informazioni e formulando eventuali proposte. La richiesta può essere avanzata fino a quando il Presidente non abbia dichiarato chiusa la discussione sull’argomento oggetto della stessa. Coloro che intervengono hanno altresì diritto di replica”.

Gli argomenti all’ordine del giorno sono, tra gli altri:

Presentazione del Bilancio di esercizio al 31.12.2023, proposta di ripartizione dell’utile e di
determinazione del valore di rimborso delle azioni per i casi di scioglimento del rapporto sociale; proposta di determinazione dell’ammontare complessivo da destinare a scopi di beneficenza, assistenza e di pubblico interesse, proposta di determinazione del compenso degli amministratori, acquisto e disposizione di azioni proprie, nomina di 3 Sindaci effettivi e 2 Sindaci supplenti e designazione del Presidente del Collegio Sindacale, fissazione degli emolumenti dei membri del Collegio Sindacale, nomina di 5 Probiviri effettivi e 2 Probiviri supplenti.

Dopo un lungo periodo dove le assemblee ancora si continuavano a tenere in remoto per via del Covid, e succedeva fino a poco tempo fa, oggi si svolgono di persona e sarà dunque un’occasione di confronto e partecipazione democratica.

Continua a leggere

Castelli Romani

Frascati, ospedale: intervento chirurgico con tecnica all’avanguardia

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 3 minuti

image_pdfimage_print

Asportato tumore allo stomaco a un’anziana senza anestesia generale
 
Straordinario intervento chirurgico all’Ospedale San Sebastiano di Frascati dove è stato possibile evitare gravi complicanze post operatorie per Bice, una signora di 85 anni di Monte Compatri che è stata operata con anestesia spinale anziché generale per l’asportazione di un tumore esteso allo stomaco.
 
Non c’è stata necessità di ricovero in terapia intensiva e nella degenza post operatoria non si sono resi necessari farmaci analgesici.
 
La signora attualmente, a meno di una settimana dall’intervento, ha avuto una precoce ripresa ed è in buona salute, presto sarà dimessa per ricongiungersi ai suoi cari.
 
Grande soddisfazione, in merito alla tecnica anestesiologica, è stata espressa sia dalla paziente che dal chirurgo operatore, il dr. Massimiliano Boccuzzi Direttore della UOC di Chirurgia Generale e dai suoi aiuti Dr. Francesco Boccaccini e Dr.Angelo Torcasio coadiuvati dalla preziosa collaborazione del servizio di endoscopia digestiva del San Sebastiano (Dr.Fabrizio Travaglini).
 
Il Commissario Straordinario della Asl Roma 6 dott. Francesco Marchitelli e il Direttore Sanitario dottor Vincenzo Carlo La Regina si sono complimentati per questo straordinario risultato: “Questo significa salvare vite – hanno detto – siamo di fronte a un intervento che segna un passo fondamentale per la presa in carico dei pazienti complessi e in età avanzata che sempre più spesso sono costretti a subire le gravi complicanze post operatorie o addirittura a non potersi sottoporre agli interventi chirurgici perché eccessivamente rischiosi. Le persone per le persone, questa è un’altra grande testimonianza del percorso di umanizzazione della salute che abbiamo intenzione di portare avanti insieme”.
 
Tecnicamente si è trattato di un intervento chirurgico di gastrectomia subtotale per una voluminosa neoplasia gastrica a un’anziana con un quadro clinico complesso perché già operata alcuni anni fa per una neoplasia del colon e venti giorni fa sottoposta a intervento per una frattura di femore post traumatica, sempre presso il San Sebastiano.
 
In considerazione dell’età avanzata e delle varie comorbidità, in accordo con la paziente, l’equipe della UOSD di Anestesia e Rianimazione del San Sebastiano con il Responsabile Dott. Benedetto Alfonsi, afferente al Dipartimento di Emergenza diretto dalla Dott.ssa Carla Giancotti, ha deciso di non eseguire l’intervento in anestesia generale, bensì in anestesia locoregionale, che è stata effettuata dal Dr. Benedetto Alfonsi in collaborazione con il Prof.Fabrizio Fattorini.  
 
All’anestesia spinale, necessaria per l’intervento chirurgico, è stato associato l’ESP Block bilaterale, un blocco di fascia ecoguidato della parete posteriore del torace.
 
Il blocco di fascia è stato effettuato per garantire l’analgesia post operatoria senza la necessità di oppiacei. I blocchi di fascia rappresentano attualmente un ulteriore passo avanti nel controllo del dolore post operatorio. Per migliorare il comfort operatorio, durante l’intervento la paziente è stata lievemente sedata. Ora sta bene e l’intervento è riuscito.
 
Tale testimonianza è importante anche dal punto di vista scientifico alla luce del continuo incremento di pazienti over 80 con molteplici comorbilità che sempre più spesso si rivolgono all’Ospedale di Frascati, essendo collocato in un’area demograficamente ricca di case di riposo per anziani e di pazienti geriatrici.
 
“Da vari anni – dichiara il  dottor Massimiliano Boccuzzi, direttore UOC di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Frascati – sono in aumento gli anziani sottoposti ad interventi di chirurgia maggiore che prima erano uno scoglio difficile da superare per alcune tipologie di pazienti e da anni chirurghi ed anestesisti sono impegnati nell’affinamento di tecniche anestesiologiche e chirurgiche mininvasive, che ci possano condurre ad una sensibile riduzione dei rischi anestesiologici e delle complicanze chirurgiche, in tali tecnologie la Asl Roma 6 si sta dimostrando un importante punto di riferimento permettendo agli operatori di poter crescere e perfezionare nuove tecniche a basso impatto di complicanze post operatorie”.

 



Privo di virus.www.avast.com

Continua a leggere

Cronaca

Roma, al Quarticciolo baby spacciatori per evitare imputazioni

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura < 1 minuto

image_pdfimage_print

ROMA – Proseguono i controlli antidroga in zona Quarticciolo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma che, dopo gli 11 arresti eseguiti qualche giorno fa che hanno portato alla luce anche numerosi nascondigli utilizzati per occultare lo stupefacente – cassonetti dei rifiuti, aiuole, fori nei muri e addirittura una trappola per topi – hanno arrestato in flagranza di reato un 16enne romano gravemente indiziato del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In compagnia del 16enne c’era anche un 13enne, non imputabile, che è stato segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Roma.
Più nel dettaglio, i Carabinieri della Stazione di Roma Tor Tre Teste, impegnati in un servizio perlustrativo finalizzato alla repressione dei reati in materia di stupefacenti nel quartiere Quarticciolo, hanno sorpreso i due minori cedere dello stupefacente ad alcuni acquirenti in strada, prelevandolo da un nascondiglio di fortuna costituito da un arbusto.
I Carabinieri hanno fermato i due ragazzini e li hanno trovati in possesso di oltre 400 euro in contanti, ritenuti provento di attività illecita, rinvenendo 12 dosi di crack occultate tra gli arbusti.
Su disposizione della Procura per i Minorenni, il 16enne è stato accompagnato al centro di prima accoglienza di via Virginia Agnelli e, su richiesta del Pubblico Ministero, il G.I.P. ha applicato la misura cautelare delle prescrizioni con ordinanza del 30/03/2024, mentre il 13enne è stato affidato ai rispettivi genitori.



Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti