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Roma

BUFERA AL COMUNE DI FRASCATI, IN CONSIGLIO VOTO DI SFIDUCIA AL SINDACO SPALLETTA

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Tempo di lettura 4 minuti Nel corso della conferenza il primo cittadino del Comune dei Castelli ha spiegato la questione dei rimborsi elettorali

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Redazione

Frascati (RM) – Il sindaco di Frascati, Alessandro Spalletta, ha incontrato la stampa per spiegare la sua posizione rispetto alla mozione di sfiducia che la minoranza ha presentato e che verrà discussa nel Consiglio comunale convocato domani. Al suo fianco il presidente del Consiglio comunale Gianluigi Peduto e il vicesindaco Francesca Sbardella. Nel corso della conferenza il primo cittadino del Comune dei Castelli ha spiegato la questione dei rimborsi elettorali: «Sono qui per spiegare le mie ragioni, per dire la mia, dopo aver letto tanto, a partire dal testo della mozione di sfiducia, passando per i social, arrivando fino ai mezzi di informazione- ha esordito Spalletta- Mi sono impegnato, ho fatto un indagine per raccogliere tutte queste informazioni, le ricostruzioni fatte non sono di facile interpretazione, si parla di società, di collegamenti e quant'altro. Il primo punto è quello dei rimborsi elettorali, questi sono alla luce del sole, quanti sono, da dove provengono, so perfettamente quanto impegno e quanta determinazione ho messo nella mia campagna elettorale, un impegno e una determinazione che si sono trasferiti nella mia attività di sindaco. Le accuse che mi vengono mosse però non riguardano questo impegno ma altre situazioni. Le persone che mi hanno sostenuto durante la campagna elettorale lo hanno fatto perchè hanno creduto negli stessi miei valori, la mia famiglia, i miei amici, vecchi e nuovi, i tanti cittadini che mi hanno votato e che mi hanno sostenuto in questa avventura. Lo hanno fatto perchè vedevano in questa compagine elettorale la vera forza per cambiare le cose a Frascati».

«È normale che sia così, chi mi ha sostenuto lo ha fatto per proprio conto, con le sue aspettative, con le sue speranze. Chi vedeva, in queste speranze, qualcosa che potesse andare oltre la legge, ha capito male. Ha sbagliato. È giusto che paghi. Nessun tipo di favoritismo, di amicizia, ha potuto generare da parte mia o da parte dell'amministrazione, comportamenti che non siano rispettosi dell'istituzione che noi qui rappresentiamo. Chi pensa diversamente ripeto, sbaglia. Dal giorno della mia elezione, l'8 giugno, non mi risulta che nessuna delle persone o delle società ad esse collegate che in questi giorni sono alla ribalta nelle cronache, sia stato in qualche modo favorito in bandi, gare o per qualsiasi altra attività legata al Comune di Frascati. Un esempio che voglio portare – continua il Sindaco Alessandro Spalletta – è quello dei lavori di piazza Marconi che non sono stati portati a termine, come spesso a torto viene scritto e detto, da una società che fa capo a Carlo Calicchio, persona che conosco, ma da altre società, nessuna legata, in nessuno modo a questa persona. Così come per il centro Cara, si è trattato in quel caso di un bando prefettizio, l'amministrazione nulla ha a che vedere con quel bando», ha proseguito. «Non capisco il teorema di chi sostiene le presunte situazioni 'fumosè che legherebbero il sindaco e le società che sono state invitate e hanno partecipato ai bandi. Nessun collegamento. Il Sindaco si occupa di fare il Sindaco, i bandi sono sotto la cura e la direzione dei Dirigenti. C'è un codice, al quale i dirigenti devono sottostare per regolamentare i bandi. Noi ci atteniamo a quel codice, quel regolamento. Nessun amministratore locale può scegliere quali società vengono invitate ai bandi. Voglio dire a tutti i cittadini di Frascati che possono sentirsi più che garantiti e tutelati perchè ricopriamo con grande senso di responsabilità, moralità e buona fede la funzione amministrativa che ci è stata assegnata, nel pieno rispetto della decisione popolare, espressione della vittoria elettorale dell'8 giugno 2014. Qualcuno li è stato sfiduciato, non è stato premiato e adesso sarebbe giusto che nella logica dialettica politica, questo confronto avvenisse nelle sedi competenti. Non mi sembra che queste questioni facciano parte della dialettica politica, se ci sono situazioni poco chiare, queste vengano chiarite dalle autorità competenti», ha aggiunto Spalletta.

 

«Non permetto, personalmente e mi faccio voce anche degli altri amministratori, a nessuno di mettere in dubbio la nostra integrità morale e la nostra onestà, valutabile è sicuramente il nostro operato amministrativo, come è giusto che sia. Vorrei riaffermare, in questa occasione, il ruolo della politica. È troppo ghiotta questa occasione per non rimettere al centro del nostro interesse quello che è il vero bisogno di Frascati. Quello di capire se questa città vuole essere amministrata da un consiglio e da una giunta controllata da una minoranza, sui temi veramente politici, su quelle che sono le nostre iniziative che stiamo portando avanti dal nostro insediamento, con tutte le difficoltà del caso e con tutte le stratificazioni di anni che sapevamo avremmo dovuto ereditare e ricostruire per ripartire e rimettere in moto la macchina amministrativa e far riprendere a Frascati lo sviluppo che merita. Non voglio riprendere il discorso dei manifesti, non voglio dare importanza in questa sede a tutto quello che dicono. Ritengo che il valore aggiunto di un'amministrazione, nei suoi tre organi fondamentali, Sindaco, giunta e Consiglio sia che ognuno faccia la sua parte, insieme anche alla minoranza con la sua azione di controllo. Credo che da questo nasca un valore aggiunto per la città, il resto genera nella città un clima non favorevole, soprattutto in un momento in cui la crisi, che ci stiamo lasciando alle spalle, ci ha già logorato a sufficienza, ora è il momento di rimboccarsi le maniche. Propongo uno slogan quindi 'Giù le mani da Frascati, una mano per Frascatì. La nostra città non ha bisogno di imboscate mediatiche, bisogna dire basta alla pratica di queste azioni ricorrenti, dobbiamo lavorare insieme per Frascati dobbiamo rilanciare la nostra città, dobbiamo abbandonare quelle che non sono le questioni politiche e amministrative, ciascuno di noi deve contribuire allo sviluppo di Frascati, questo è il punto sul quale ognuno di noi deve impegnarsi per il futuro. Se dovessero emergere novità su quello che sta uscendo sulla stampa, sarà mia cura redigere un ulteriore lavoro di analisi sulla questione, intanto ne parlerò in Consiglio Comunale».

 

In conclusione, Spalletta ha esposto una breve ricostruzione ai fatti che vengono citati all'interno di un articolo sul Social Facebook: «Non parlo dei fatti riguardanti il periodo 2008-2012, politicamente non esistevo evito quindi di dare informazioni rispetto a queste questioni. Inizio invece dalla data del 25 febbraio 2014, riguardo la questione di Piazza Marconi, un appalto aggiudicato dalla società 'Manutenzioni stradali S.r.l. una società che nulla ha a che vedere con Carlo Calicchio, società che invece avevano ottenuto lavori dal Comune di Frascati nel 2007 (4 maggio) per la realizzazione della biblioteca del Parco dell'ombrellino, nel 2008 per la pista di pattinaggio della banca d'Italia a Vermicino e nel 2014, prima della mia elezione, per i lavori di regimentazione di acque meteoriche in via Flaminio Ponzio. Dalla mia elezione nessuna delle società facente capo a questa persona o al signor Luigi Martella, si è aggiudicata gare di bando indette dal Comune di Frascati. Voglio concludere con uno slogan, 'Chi sa fa, chi non sa insegnà, vorrei aggiungere 'oppure inventà»

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Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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