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Roma

Bufera M5S: caso Muraro, l'email a Di Maio che dal palco di Nettuno si difende. E la Raggi non cede

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Tempo di lettura 3 minuti Paola Taverna chiede a Di Maio di condividere questa missiva con il resto dei componenti del direttorio nazionale, loro però hanno riferito di non essere stati informati

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di Angelo Barraco

Roma – Il Movimento Cinque Stelle è stato investito da una bufera che sembra non volersi placare, poichè dopo gli scandali che riguardano gli spostamenti dell’organico interno con relativo riassestamento e l’indagine che vede coinvolta l’assessore Paola Muraro, con l’accusa della violazione di norme ambientali, spunta una lettera esclusiva pubblicata dal Messaggero.it scritta da Paola Taverna a Luigi Di Maio datata 5 agosto in cui viene dato avviso in merito alle indagini in corso nei confronti di Paola Muraro. Paola Taverna chiede a Di Maio di condividere questa missiva con il resto dei componenti del direttorio nazionale, loro però hanno riferito di non essere stati informati. La missiva riporta il seguente testo:
 
“Caro Luigi, a scopo informativo ti scrivo questa mail a nome e per conto di tutto lo staff romano, certa che tu riferirai opportunamente agli altri colleghi del direttorio nazionale. A seguito della riunione odierna (05/08/2016) con gli altri membri dello staff è emerso quanto segue: 1) Questione nomine del Gabinetto: al momento non abbiamo ancora ricevuto comunicazione certa dei nomi che comporranno lo staff del Sindaco, nonostante le mie ripetute richieste. Raffaele Marra risulta ancora essere Vicecapo di Gabinetto, nonostante le nostre reiterate e decise richieste affinchè sia rimosso senza indugio da tale incarico. Ci preme sottolineare, inoltre, che da varie fonti giornalistiche ci pervengono segnalazioni documentate in merito alla insussistenza della qualifica di dirigente pubblico, stante una serie di provvedimenti giurisdizionali che avrebbero annullato la validità della nomina. Se questa tesi dovesse essere confermata, tale fatto dimostrerebbe inequivocabilmente l'impossibilità di poter svolgere tale ruolo il rischio di danno erariale e, aggiungiamo, sarebbe fonte di una situazione di insostenibile imbarazzo per il Movimento. Ribadiamo quindi il nostro parere già più volte espresso al Sindaco circa la necessità che venga immediatamente rimosso.
 
2) Questione rifiuti: come sai la situazione attuale è assolutamente delicata. Sempre da diverse fonti giornalistiche ci pervengono notizie circa l'imminente notifica di un avviso di garanzia all'assessore in questione per un'ipotesi di reato consistente in violazioni procedurali di verifica e controllo prescritte da TU ambiente per il trattamento dei rifiuti (circola la voce che possa trattarsi di truffa). Assessore in ogni caso già indagata secondo quanto risulta dalla visura ex art. 335 cpp. Allo stato attuale non possiamo escludere ulteriori evoluzioni dell'indagine che portino a contestazioni di maggiore gravità. Su questo punto ci consulteremo ulteriormente a stretto giro con il capo di Gabinetto al fine di definire meglio i contorni della vicenda e di valutare le opportune iniziative da intraprendere per salvaguardare l'immagine del Sindaco e dell'intero Movimento”.
 
Ieri, 7 settembre, I Cinque Stelle hanno scelto Nettuno per il loro vertice in merito alle vicende che stanno travolgendo il Comune di Roma. Una location strategica, nei pressi del luogo in cui Beppe Grillo tiene il suo spettacolo, ma anche perché hanno voluto scegliere un luogo defilato rispetto alla splendida cornice del Circeo e Fregene. Nettuno è importante perchè alla guida c’è il penta stellato Angelo Casto, l’ex vicequestore che alle comunali ha vinto con 69,06%. Di Maio è salito sul palco e ha parlato proprio dell’email sopracitata “Ho commesso un errore. Ho sottovalutato” riferendosi al contenuto dell’email che ha ricevuto. Ha aggiunto inoltre che “Non l'ho detto a Roberto, Carla, Carlo, Alessandro, l'ho sottovalutata e sono qui a dirvelo negli occhi”. Beppe Grillo è salito sul palco ringraziando “il direttorio che ha protetto Virginia Raggi. Andrà avanti, e noi vigileremo. Stiamo sfondando un sistema che era in piedi da 50 anni, che ci crediate o no", ha detto ancora il leader M5s, che ha concluso: "Andate a fanc… tutti!”, aggiungendo inoltre che “Raggi sta reggendo benissimo. Virginia andrà avanti. Sta attraversando una cosa che non auguro a nessuno, molto dura anche da un punto di vista psicologico, ma lei sta reggendo benissimo” e  che “Virginia è come il primo sindaco negro nel 1968 nel Mississipi”. Ha inoltre ringraziato i ragazzi del direttorio e la Sindaca “Poi le palle le dovete tirare fuori voi. La domanda che dovete farvi è: mi riguarda questa cosa? Se la risposta è sì, allora diventate voi sindaci del territorio, proteggetelo! Oggi la più grande forma di politica è dire di no”. Ha parlato della reazione al sistema, dicendo che “e' una cosa bellissima. E' una meraviglia. Siamo entrati nella superfetazione della merda cosmica”. Grillo non ha incontrato la Raggi a Roma ma ha preferito piuttosto parlare telefonicamente con la Sindaca sul caso Muraro, lei avrebbe ribadito di essere in attesa di leggere le carte e poi prenderà una decisione. In un’intervista sul Blog di Grillo la Sindaca ha dichiarato che “Lo dico chiaro a tutti: saranno i pm a decidere se c'è una ipotesi di reato o si va verso una richiesta di archiviazione. Non i partiti o qualche giornale. Intanto, l'assessore deve continuare ad impegnarsi per ripulire la città. E si metta fine alle polemiche”. Un altro nome finito nell’occhio del ciclone è quello di Salvatore Romeo, a lui dovrebbe essere ridotto lo stipendio. La Raggi da riferito “Non è passato giorno senza che ci sia un attacco, un'accusa. Io ho le spalle larghe e non ho paura. Voglio migliorare Roma Sono stati giorni e notti di lavoro senza sosta – scrive ancora – mi sto dedicando anima e corpo alla città. Siamo dei cittadini chiamati a ricostruire dopo 30 anni di cancrena di un sistema politico corrotto”. 

Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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