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Bullismo, Cangemi: prosegue la campagna “No Bulli” con Roma, Lazio e Frosinone

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Prosegue la campagna di prevenzione e di contrasto al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo “‘No Bulli”, presentata lo scorso mese in Consiglio regionale del Lazio e promossa dal Vice Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Giuseppe Cangemi, insieme alle società di calcio professionistiche di Roma e del Lazio: SS Lazio, As Roma e Frosinone Calcio.

Il progetto, realizzato attraverso una convenzione siglata dalle società sportive con il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Lazio, promuove iniziative comuni al fine di prevenire e contrastare il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo e tutelare la crescita educativa, sociale e psicologica dei minori. A sostegno dell’iniziativa anche il Corecom Lazio, presieduto da Michele Petrucci, promotore di progetti di indagine e prevenzione sul cyberbullismo.

In apertura della presentazione, in Consiglio regionale, è stato proiettato lo spot ‘No Bulli’ realizzato dalla società Micromegas Comunicazione, a cui hanno partecipato i calciatori delle prime squadre e i bambini delle Scuole Calcio di Frosinone, Lazio e Roma.

La campagna ‘No Bulli’ coinvolge le bambine e i bambini delle Scuole Calcio delle tre società professionistiche che, come ha spiegato il vicepresidente Cangemi, “giocheranno le partite della stagione 2018/19 indossando il logo ‘No bulli’ sulla spalla delle maglie di gioco, facendosi portavoce di un messaggio di rispetto e amicizia da trasmettere agli altri atleti che incontreranno sul campo. L’obiettivo è condividere questi progetti per fare sì che le società siano a fianco delle istituzioni nella lotta al contrasto del bullismo e del cyberbullismo. Questo è il punto di partenza di un progetto che condivideremo per il resto di questa stagione e la prossima”.

Il Garante dell’Infanzia Marzetti ha ricordato che “il Lazio è stata la prima regione in Italia a dotarsi di una legge sul bullismo” e rivolgendosi ai calciatori presenti ha sottolineato come “siete un esempio sul campo per tanti ragazzi e un piccolo gesto da parte vostra è grandissimo per loro. Il bullismo è una piaga della nostra società, dobbiamo contrastarlo con tutte le nostre forze e per questo è importante essere uniti”.

Testimonial d’eccezione i calciatori Ciro Immobile, Alessandro Florenzi e Daniel Ciofani che insieme alle calciatrici Melissa Adiutori, Martina Santoro e Flaminia Simonetti hanno presentato le maglie della Scuola Calcio e il logo No Bulli. “Sono felice di questa iniziativa – ha detto Immobile – rappresento una società importante come la Lazio e siamo contro ogni forma di violenza, nelle scuole, negli spogliatoi e nel mondo”. Anche Florenzi ha evidenziato l’importanza del progetto e rimarcato come “i bambini devono sapere che il calcio prima di tutto è un gioco e non devono pensare al futuro. Il mio gruppo è come una scuola, una comitiva. Mi sono fatto male due volte e senza il sostegno dei miei compagni non ce l’avrei fatta”. Sulla stessa linea il gialloblu Ciofani il quale ha sottolineato che “lo sport di squadra è una fucina per la condivisione, quando sbagli gli altri rimediano: questa è la solidarietà per far sì che il seme del bullismo non fiorisca”.

Significativo, a sottolineare l’attenzione verso una tematica delicata per i giovani e la loro crescita sociale oltre che sportiva, l’intervento dei vertici delle società. “Abbiamo messo in campo da diverso tempo azioni per educare sia i ragazzi che gli stessi genitori, – ha detto il presidente della SS Lazio, Claudio Lotito –  mettendo a disposizione uno psicologo. Nei campi di calcio del settore giovanile i genitori sono i più sfrenati. Quindi abbiamo aderito con grande entusiasmo a questa iniziativa perché i giocatori devono essere campioni nella vita, dando l’esempio anche fuori dal campo”.

Il vicepresidente della Roma, Mauro Baldissoni, ha auspicato che “il protocollo sia il veicolo per iniziative congiunte perché lo sport è all’opposto del bullismo: bullismo in fondo vuol dire vigliaccheria. Il più forte fisicamente che se la prende col più debole è il contrario di ciò che avviene nei gruppi sportivi: quando si fa sport il gruppo è unito e aiuta chi è in difficoltà”

Per il dirigente del Frosinone, Salvatore Gualtieri, “una società di calcio moderna deve essere in prima linea sui questi temi. Da due anni abbiamo implementato il progetto Frosinone Experience, che all’interno ha il progetto Scuole. Andiamo ogni mese nelle scuole di Frosinone e provincia con un format che prevede un calciatore che racconta la sua storia, il preparatore atletico che racconta della sana alimentazione, la Questura e l’università Cassino. Questa campagna contro il bullismo sarà inserita nel nostro progetto”

Importante inoltre il contributo dei referenti dei settori giovanili: Stefano Pasquinelli, Coordinatore Attività di Base SS Lazio, Massimo Tarantino, Responsabile del Settore Giovanile AS Roma e Luigi Lunghi, Presidente Accademia Frosinone Calcio i quali hanno ribadito l’apprezzamento per la campagna e assicurato il massimo impegno per la riuscita delle iniziative previste nel progetto.

La campagna ‘No Bulli’ proseguirà, infatti, con altre attività, previste dall’intesa e con il coinvolgimento del Corecom Lazio, tra cui un mini torneo, che sarà programmato al termine delle attività della scuola calcio, e giornate di formazione e informazione, da svolgere presso gli impianti sportivi delle singole società, al fine di coinvolgere il maggior numero di atleti e gli staff tecnici ai quali spetta il delicato compito di allenare e di educare le ragazze e i ragazzi, dentro e fuori il campo di gioco.

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Castelli Romani

Asl Roma 6, all’ospedale dei Castelli operativo il nuovo reparto di terapia subintensiva

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Un servizio fondamentale per chi è colpito da ictus

Presentata l’Unità Trattamento Neurovascolare (UTN) dell’ospedale dei Castelli (ODC). Un reparto di terapia subintensiva dotata di 5 posti letto, strumentazione tecnologica e diagnostica di alto profilo e ad alta intensità di cura destinata ad accogliere pazienti affetti da lesioni cerebrovascolari acute, di natura ischemica o emorragica.

Il nuovo servizio si inserisce nella rete dell’Emergenza tempo-dipendente della Regione Lazio come unità di I livello che ha come riferimento la UTN di II livello del Policlinico Tor Vergata.

A sua volta l’Ospedale dei Castelli rappresenta la struttura di riferimento per l’ictus acuto per l’ospedale di Velletri.

Presenti il Commissario Straordinario Asl Roma 6 dott. Francesco Marchitelli, il Direttore Sanitario Asl Roma 6 dott. Vincenzo Carlo La Regina, il Direttore Medico di Presidio (Odc) dott. Daniele Gentile, il Dr Fabrizio Sallustio Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli, il Dr Carlo Capotondi direttore UOC Radiologia Diagnostica ed Interventistica, la Dr.ssa Carla Giancotti direttore UOC Anestesia e Rianimazione oltre ai
sindaci di diversi Comuni, istituzioni, autorità militari, civili e religiose. La presentazione ha visto anche la partecipazione di diversi sindaci del territorio e del sindaco di Lanuvio e deputato della Repubblica Andrea Volpi.

“Il nuovo reparto UTN – dichiarano il Commissario Straordinario Marchitelli insieme al Direttore Sanitario La Regina – rappresenta un servizio fondamentale dove ogni giorno si compiono gesti straordinari per salvare vite. La sua apertura è un tributo all’impegno verso il miglioramento della salute pubblica e alla dedizione del personale medico, che con professionalità, impegno e cuore si adopera per offrire cure di altissimo livello. Innovazione e dedizione alla cura delle persone sono tra i pilastri cardine che ci permettono di continuare a fare importanti passi insieme per la comunità”.

A inizio 2024, all’UTN e a tutto l’Ospedale dei Castelli è andato il premio di centro ictus “Diamond” conferito dal gruppo ISA (Italian Stroke Association)-Angels (società deputata all’implementazione dei percorsi diagnostico-terapeutici dell’ictus in Europa).

L’UTN rappresenta un reparto in cui operano, in un modello di multidisciplinarietà, diversi professionisti tra cui neurologi vascolari ossia con esperienza nella diagnosi e cura delle patologie cerebrovascolari, infermieri dedicati, fisioterapisti, logopedisti, dietisti.

“Uno degli obiettivi principali dell’UTN – dichiara il Dr Fabrizio Sallustio, Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli – è ridurre i tempi di intervento in caso di emergenza neurovascolare. Grazie alla presenza di personale esperto e all’infrastruttura specializzata, i pazienti possono ricevere trattamenti cruciali in modo tempestivo senza doversi spostare a Roma con il rischio di gravi conseguenze e complicazioni a lungo termine. Inoltre, l’approccio multidisciplinare del reparto consente di valutare ogni caso in modo completo, individuando le migliori strategie terapeutiche per ciascun paziente”.

Tanto più lunga è l’occlusione arteriosa tanto più esteso è il danno cerebrale che ne deriva. Dal 2023 infatti, a seguito dell’evidenza di tempi di trasferimento ben oltre le 2 ore per i pazienti che, candidati alla trombectomia meccanica, venivano trasferiti a Tor Vergata per effettuare la procedura endovascolare, di comune accordo con la Radiologia Interventistica, coordinata dal Dr Carlo Capotondi e dal responsabile della team di radiologi interventisti dr Daniel Konda e il reparto di Terapia Intensiva, coordinata dalla dr.ssa Carla Giancotti e dal responsabile del reparto dr.ssa Simona Straffi, si è deciso di trattare questi pazienti direttamente presso l’Ospedale dei Castelli. Ad oggi tale scelta è stata premiata dai risultati in termini di esito clinico che attestano una percentuale di pazienti a medio-termine con indipendenza funzionale e autonomi (56%), nessuna disabilità (43.5%), disabilità moderata ma in grado di spostarsi autonomamente (18%), (disabilità grave 10%) (mortalità 12%).

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Diffamazione, Alessandra Costante (Fnsi): “Carcere per i giornalisti misura incivile”

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“Gli emendamenti presentati in commissione Giustizia dal senatore di FdI Gianni Berrino al ddl Diffamazione dimostrano che qualcuno non ha capito molto delle sentenze della Corte costituzionale in materia. Il carcere per i giornalisti è un provvedimento incivile e denota la paura di questo governo nei confronti della libertà di stampa. Questa è l’orbanizzazione del Paese”. Lo afferma Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi.

“Parlare di carcere in caso di quella che viene considerata ‘diffamazione grave’ – prosegue – significa voler mettere il silenziatore a molte inchieste giornalistiche. Appare, inoltre, del tutto pretestuosa e funzionale a un disegno liberticida la confusione tra fake news e diffamazione a mezzo stampa. Con queste norme faremo un altro salto indietro nelle classifiche internazionali sulla libertà di informazione. L’auspicio è che in Parlamento anche pezzi della maggioranza sappiano reagire di fronte a questo ennesimo sfregio all’articolo 21 della Costituzione”.

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Costume e Società

Vittorio De Sica: il Maestro del Neorealismo nel cinema italiano

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Nel panorama del cinema italiano, pochi nomi risplendono con la stessa intensità e importanza di Vittorio De Sica. Regista, attore e icona del Neorealismo, De Sica ha lasciato un’impronta indelebile sulla storia del cinema, sia in patria che a livello internazionale. Il suo contributo al cinema italiano è stato non solo significativo, ma anche rivoluzionario, influenzando generazioni di cineasti e spettatori.

Nato nel 1901 a Sora, in provincia di Frosinone, De Sica ha iniziato la sua carriera nel mondo dello spettacolo come attore teatrale, per poi approdare al cinema negli anni ’30. Tuttavia, è negli anni ’40 che ha raggiunto il suo apice artistico, diventando una delle figure centrali del movimento neorealista italiano. Con film come “Sciuscià” (1946), “Ladri di biciclette” (1948) e “Miracolo a Milano” (1951), De Sica ha portato sullo schermo storie di semplici persone comuni, mostrando la realtà quotidiana e le difficoltà della vita nell’Italia del dopoguerra.

La capacità di De Sica di cogliere l’essenza umana nei suoi film è stata evidente anche nei suoi ruoli da attore. La sua performance memorabile in “Ladri di biciclette”, dove interpreta un disoccupato che cerca disperatamente di recuperare la sua bicicletta rubata, è stata acclamata dalla critica e dal pubblico, confermando il suo talento poliedrico.

Ma è soprattutto il suo lavoro dietro la macchina da presa che ha reso De Sica una leggenda del cinema. I suoi film sono caratterizzati da una semplicità ed un’onestà straordinarie, con una fotografia in bianco e nero che cattura magistralmente l’atmosfera di povertà e speranza dell’Italia del dopoguerra. Inoltre, De Sica ha saputo dirigere i suoi attori in modo naturale e autentico, spesso scegliendo volti non professionisti per dare maggiore realismo alle sue storie.

Oltre ai suoi contributi al Neorealismo, De Sica ha dimostrato la sua versatilità come regista con film di diversi generi, tra cui commedie brillanti come “Matrimonio all’italiana” (1964), con Sophia Loren e Marcello Mastroianni, e drammi intensi come “Umberto D.” (1952), una toccante storia di un anziano pensionato che lotta per sopravvivere in una società che lo dimentica.

Il suo impatto sul cinema italiano e mondiale è stato riconosciuto con numerosi premi e riconoscimenti, tra cui quattro Oscar alla miglior sceneggiatura originale e un Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia. Ma più importante di tutti i premi, il vero lascito di Vittorio De Sica è il suo straordinario corpus di opere cinematografiche, che continuano a ispirare e commuovere gli spettatori di tutto il mondo, dimostrando il potere senza tempo del cinema nel raccontare storie umane universali.

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