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Cagliari, grande successo per il convegno "Dietro La Maschera – Le voci del Silenzio"

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Tempo di lettura 4 minuti Erasmo da Rotterdam disse:“Tutta la vita umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una maschera diversa, e continua nella parte…"

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di Angelo Barraco – Paolino Canzoneri

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CAGLIARI – Il 31 marzo 2017 alle ore 17.00 presso la sala consigliare del Comune di Dolianova si è tenuto l'evento dal nome “Dietro La Maschera Le Voci del Silenzio – Aspetti Giuridici, Psicologici e Criminologici della Violenza di Genere” organizzato da PENELOPE SARDEGNA onlus con la Sezione di Psicologia diretta dalla dr.ssa Emanuela Piredda e l’Istituto Internazionale di Scienze Criminologiche e Psicopatologico Forensi. L'incontro ha visto la partecipazione di un copioso pubblico ed è stato particolarmente apprezzato grazie alla perfetta sinergia ed affiatamento del nutrito staff di professionisti di alto livello che ha saputo trattare il tema della violenza con estrema perizia e visione da tutte le angolazioni. Lo scopo era quello di focalizzare e spaziare dai primi sontomi di violenze in  età evolutiva per giungere ai tragici episodi di femmicidio o femminicidio che dir si voglia, passando per il bullismo, la violenza in famiglia ed a scuola, gli atti persecutori più conosciuti come stalking, i cyber crimes ed in particolare la più temibile e subdola, la violenza psicologica, violenza senza lividi e lesioni ma che lascia ferite più profonde, a volte inguaribili e causa di morte: perché morte è anche morire dentro, annullarsi, non avere più identità. Spesso le Scomparse sono causate da qualche forma di violenza di quelle accennate e quelle con esiti nefasti spesso sono da ricondurre a violenze in famiglia. La dottoressa Valeria Casu non ha potuto presenziare all'evento perchè impossibilitata, in sostituzione ha partecipato la Dott.ssa Marianna Scioni Predidente Commissione Politiche Sociali.drl Comune ospitante"; la dr.ssa Emanuela Piredda, della commissione di psicologia di Penelope Sardegna". Entrambi portano avanti nei Comuni, nelle Scuole, nei circoli tipo Rotary, nelle Palestre e persino nelle Piazze, un programma di sensibilizzazione, informazione e studio della violenza, non solo di genere, ma di ogni forma di violenza a 360°. Nei vari incontri su questo argomento L'avvocato Gianfranco Piscitelli e la dr.ssa Piredda si interscambiamo con altri professionisti ed esperti facenti parte del loro gruppo come L'avvocato Ester Deplano, criminologa e Grafologa Forense e l'Avvocato Barbara Congiu, Vice Presidente dela commissione Regionale per la realizzazione della parità fra Uomini e Donne. Durante l'incontro l'avvocato Gianfranco Piscitelli ha sviluppato il tema analizzando il tempo della crescita dell'individuo dall’asilo sino all’età adulta senza restringerlo ai soli episodi di violenza di genere. E così ha potuto parlare dei “bambini spugna” che assorbono dalla famiglia e dalla scuola i segnali imprimendoli inconsciamente nella propria memoria storica per poi passare all’importante momento adolescenziale sino alla maggiore età passando per bullismo, primi amori e riconoscimento della violenza nell’età evolutiva come aggressioni verbali e fisiche o violenze psicologiche poste in essere dal giovane partner o amici, nascondendoli e giustificandoli con gelosia, protezione e troppo affetto per poi parlare di maltrattamenti, atti persecutori, violenza fisica ed omicidi evidenziando il novello D.L. “omicidio di identità” per gli sfregi al volto con acido, fuoco e lame. L'avvocato inoltre ha invitato i presenti a spingersi oltre l'incontro in sala e provare a trovare il coraggio di parlare con i vicini di questi argomenti, con i vicini di casa, nelle scuole, in chiesa per dare forza e voce a chi per paura o altro tace e si nasconde dietro la maschera. 
 
Pochi giorni fa abbiamo chiesto all’Avvocato Gianfranco Piscitelli di spiegarci il perché del titolo “Dietro la Maschera – le voci del silenzio” e ci ha puntualizzato che la maschera “copre la dura realtà, perché la maschera viene usata da un falso perbenismo, perché la maschera nasconde vittima e carnefice, perchè dobbiamo imparare a guardare oltre la maschera ed ascoltare le grida di aiuto, gridate in silenzio da chi è privato della voce. Perché dobbiamo strappare la maschera a chi la usa da troppo tempo per crogiolarsi nella menzogna”. Un concetto estremamente profondo in cui viene raccontata una realtà priva di trasparenze e verità, in cui prevale l’illusione dell’essere quello che non si è dinnanzi ad un perbenismo apparente e di facciata che nasconde la crudeltà dell’uomo che non si pone limiti etici e morali. Un pensiero che riporta alla mente una frase di Erasmo da Rotterdam che recita “Tutta la vita umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una maschera diversa, e continua nella parte, finché il gran direttore di scena gli fa lasciare il palcoscenico”.
 
La dottoressa Emanuela Piredda, psicologa e criminologa, oltre a sviluppare quanto detto dall'avvocato Piscitelli, ha focalizzato il suo intervento sul punto di vista psicologico del tema della “violenza psicologica” che è la più subdola, penetrante e con segni permanenti anche quando cessa invitando a non chiudersi ma a reagire, a cercare l’aiuto ed a trovare il coraggio necessario. Ed è su questo tema specifico che ha denunciato e sottolineato la forma di violenza chiamata “gaslighting” che rappresenta il crudele comportamento manipolatorio che uccide la vittima che raggiunge irreversibili stati di depressione che possono condurla sino al suicidio o gravi problemi psichiatrici.
L’Avvocato Piscitelli ci aveva inoltre specificato che “Nei vari incontri su questo argomento io e la Dott.ssa Piredda ci interscambiamo con altri professionisti ed esperti facenti parte del nostro gruppo come la Dott.ssa Ester De Plano, Avv. libera professionista ma anche criminologa e grafologa forense, collaborando con altre associazioni ed Enti quali ad esempio la Commissione Pari Opportunità della Regione Sardegna di cui una delle relatrici dell’incontro l’Avv.  Barbara Congiu è Vice presidente”
 
Gli aspetti legati alla violenza invece sono stati analizzati durante l'intervento dell'avvocata Ester De Plano, criminologa e grafologa forense, che non si è soffermata solamente sulle punizioni dei reati vecchi e nuovi ma anche sulla prevenzione e ciò che il soggetto vittima o chi assiste o sa può fare, ricordando anche i vantaggi economici di gratuito patrocinio riservati in tali casi. L’avvocata Barbara Congiu, vicepresidente della Commissione per le pari opportunità della Regione Sardegna, ha ricordato ciò che la Regione fa in favore delle vittime di violenza di genere e gli studi, le battaglie e quanto la Commissione ha fatto e fa quotidianamente.
 
L’Avvocato Piscitelli ci ha inoltre spiegato che l’Istituto Internazionale di Scienze Criminologiche e Psicopatologico-Forensi è “un Ente di Ricerca di Eccellenza riconosciuto dal MIUR ed iscritto all’Anagrafe Nazionale delle Ricerche con il codice n. 62065CSS – ha sede a Roma il rappresentante legale è la Prof.ssa Monica Calderaro, Dottoressa in Scienze e Tecniche Psicologiche, Psicografologa, Specialista in Psicologia applicata alla scrittura ed in perizie grafiche, esperta in Criminologia e Scienze Investigative e della Sicurezza, docente di grafologia e grafologia forense ai Master in Criminologia e Grafologia presso l’Università La Sapienza di Roma; Presidente è il Chiar.mo Prof. Dott. Vincenzo Maria Mastronardi noto psichiatra e criminologo clinico docente di Criminologia e di Psicopatologia Forense presso Università italiane ed estere; Responsabile per la Sardegna sono io su rfecente nomina del prof. Mastronardi. L’I.I.S.C.P.F. organizza corsi di studio, seminari di formazione, master, convegni ed eventi sulle materie giuridico-criminologiche-psicopatologico.forensi e tutto quanto di pertinente e relativo alla formazione e qualificazione professionale curando anche la pubblicazione di libri, dispense, riviste ecc”.

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Elezioni Europee, per Mario Draghi serve un cambiamento radicale e accende il dibattito

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La figura di Mario Draghi, che ieri ha sferzato l’Europa chiedendo un cambiamento radicale e ha fatto irruzione nelle Europee spiazzando i partiti, accende il dibattito in vista del voto Ue di giugno.

Per il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, “Draghi ha centrato il punto nello stressare il fatto che alcune delle nostre politiche sono state disegnate 20, 30 anni fa e in questi anni il mondo è cambiato.

La competitività è stato un fatto soprattutto interno all’Ue ma non abbiamo affrontato l’argomento dal punto di vista della competitività nel contesto globale. Necessitiamo di una politica industriale assertiva, ed è per questo che il cambiamento radicale a cui fa riferimento Mario Draghi si sta gradualmente verificando ma è assolutamente necessario”.

“Mi spiace deludervi ma a livello di leader non stiamo ancora parlando delle cariche di vertice dell’Ue, perché non sappiamo quale sarà il risultato delle elezioni europee e perché in alcuni Paesi si devono tenere le elezioni nazionali, dunque ci sono troppe incognite: il vero dialogo inizierà a giugno”, ha detto la premier estone Kaja Kallas rispondendo alla domande se le quotazioni di Mario Draghi, dopo il discorso di ieri, siano salite. “Detto questo Draghi mi piace molto”, ha aggiunto.

“Ho molto rispetto per Mario Draghi ma non voglio interferire in vicende italiane o altro. Lo rispetto molto, questo è quanto ho da dire”, ha affermato il premier ungherese Viktor Orban, rispondendo alle telecamere di La7, a margine della conferenza delle destre in corso a Bruxelles. Parlando sul tentativo di ieri di far sospendere la conferenza da parte dell’amministrazione comunale di Saint-Josse, Orban ha poi commentato: “sono contento di essere qui, oggi siamo qui al confine tra libertà e tirannia”.

Stoccate all’ex premier arrivano dal ministro Matteo Salvini, nel suo libro “Controvento”. di cui vengono anticipati stralci in attesa della presentazione a Milano il 25 aprile. Il leader della Lega definisce “sconcertanti” alcuni ministri scelti da Draghi per il suo esecutivo. Draghi – dice ancora Salvini – “ci rassicurò ma non fece nulla per la pace fiscale”.

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Castelli Romani

Asl Roma 6, all’ospedale dei Castelli operativo il nuovo reparto di terapia subintensiva

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Un servizio fondamentale per chi è colpito da ictus

Presentata l’Unità Trattamento Neurovascolare (UTN) dell’ospedale dei Castelli (ODC). Un reparto di terapia subintensiva dotata di 5 posti letto, strumentazione tecnologica e diagnostica di alto profilo e ad alta intensità di cura destinata ad accogliere pazienti affetti da lesioni cerebrovascolari acute, di natura ischemica o emorragica.

Il nuovo servizio si inserisce nella rete dell’Emergenza tempo-dipendente della Regione Lazio come unità di I livello che ha come riferimento la UTN di II livello del Policlinico Tor Vergata.

A sua volta l’Ospedale dei Castelli rappresenta la struttura di riferimento per l’ictus acuto per l’ospedale di Velletri.

Presenti il Commissario Straordinario Asl Roma 6 dott. Francesco Marchitelli, il Direttore Sanitario Asl Roma 6 dott. Vincenzo Carlo La Regina, il Direttore Medico di Presidio (Odc) dott. Daniele Gentile, il Dr Fabrizio Sallustio Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli, il Dr Carlo Capotondi direttore UOC Radiologia Diagnostica ed Interventistica, la Dr.ssa Carla Giancotti direttore UOC Anestesia e Rianimazione oltre ai
sindaci di diversi Comuni, istituzioni, autorità militari, civili e religiose. La presentazione ha visto anche la partecipazione di diversi sindaci del territorio e del sindaco di Lanuvio e deputato della Repubblica Andrea Volpi.

“Il nuovo reparto UTN – dichiarano il Commissario Straordinario Marchitelli insieme al Direttore Sanitario La Regina – rappresenta un servizio fondamentale dove ogni giorno si compiono gesti straordinari per salvare vite. La sua apertura è un tributo all’impegno verso il miglioramento della salute pubblica e alla dedizione del personale medico, che con professionalità, impegno e cuore si adopera per offrire cure di altissimo livello. Innovazione e dedizione alla cura delle persone sono tra i pilastri cardine che ci permettono di continuare a fare importanti passi insieme per la comunità”.

A inizio 2024, all’UTN e a tutto l’Ospedale dei Castelli è andato il premio di centro ictus “Diamond” conferito dal gruppo ISA (Italian Stroke Association)-Angels (società deputata all’implementazione dei percorsi diagnostico-terapeutici dell’ictus in Europa).

L’UTN rappresenta un reparto in cui operano, in un modello di multidisciplinarietà, diversi professionisti tra cui neurologi vascolari ossia con esperienza nella diagnosi e cura delle patologie cerebrovascolari, infermieri dedicati, fisioterapisti, logopedisti, dietisti.

“Uno degli obiettivi principali dell’UTN – dichiara il Dr Fabrizio Sallustio, Direttore UOSD Unità Trattamento Neurovascolare (UTN), Responsabile Unità Ictus-Ospedale dei Castelli – è ridurre i tempi di intervento in caso di emergenza neurovascolare. Grazie alla presenza di personale esperto e all’infrastruttura specializzata, i pazienti possono ricevere trattamenti cruciali in modo tempestivo senza doversi spostare a Roma con il rischio di gravi conseguenze e complicazioni a lungo termine. Inoltre, l’approccio multidisciplinare del reparto consente di valutare ogni caso in modo completo, individuando le migliori strategie terapeutiche per ciascun paziente”.

Tanto più lunga è l’occlusione arteriosa tanto più esteso è il danno cerebrale che ne deriva. Dal 2023 infatti, a seguito dell’evidenza di tempi di trasferimento ben oltre le 2 ore per i pazienti che, candidati alla trombectomia meccanica, venivano trasferiti a Tor Vergata per effettuare la procedura endovascolare, di comune accordo con la Radiologia Interventistica, coordinata dal Dr Carlo Capotondi e dal responsabile della team di radiologi interventisti dr Daniel Konda e il reparto di Terapia Intensiva, coordinata dalla dr.ssa Carla Giancotti e dal responsabile del reparto dr.ssa Simona Straffi, si è deciso di trattare questi pazienti direttamente presso l’Ospedale dei Castelli. Ad oggi tale scelta è stata premiata dai risultati in termini di esito clinico che attestano una percentuale di pazienti a medio-termine con indipendenza funzionale e autonomi (56%), nessuna disabilità (43.5%), disabilità moderata ma in grado di spostarsi autonomamente (18%), (disabilità grave 10%) (mortalità 12%).

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Salute

Aspettativa di vita e fattori che la influenzano: si vive più in Italia rispetto al resto del mondo?

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L’aspettativa di vita è un indicatore chiave della salute di una popolazione e può variare notevolmente tra i diversi paesi del mondo. Ecco un confronto tra l’aspettativa di vita in Italia e in altre regioni del mondo:

  1. Italia: Negli ultimi anni, l’aspettativa di vita in Italia è stata generalmente alta, sebbene ci siano variazioni tra regioni e gruppi demografici. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), nel 2020 l’aspettativa di vita alla nascita in Italia era di circa 83 anni per gli uomini e 86 anni per le donne.
  2. Resto dell’Europa: L’aspettativa di vita in molti paesi europei è simile o leggermente superiore a quella italiana. Ad esempio, in Francia e in Spagna, l’aspettativa di vita alla nascita è di circa 82 anni per gli uomini e 86-87 anni per le donne. Alcuni paesi nordici come Svezia e Norvegia hanno aspettative di vita ancora più alte.
  3. Stati Uniti: L’aspettativa di vita negli Stati Uniti è generalmente inferiore rispetto a molti paesi europei e all’Italia. Nel 2020, l’aspettativa di vita alla nascita negli Stati Uniti era di circa 76 anni per gli uomini e 81 anni per le donne, secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Tuttavia, è importante notare che l’aspettativa di vita negli Stati Uniti può variare notevolmente tra gruppi demografici e geografici.
  4. Asia: In molti paesi asiatici, l’aspettativa di vita è aumentata rapidamente negli ultimi decenni, ma può ancora essere inferiore rispetto a quella dei paesi occidentali. Ad esempio, in Giappone, noto per la sua longevità, l’aspettativa di vita alla nascita è di circa 84 anni per gli uomini e 88 anni per le donne.
  5. Africa: L’aspettativa di vita in Africa varia notevolmente da paese a paese e può essere influenzata da fattori come la povertà, l’accesso ai servizi sanitari e le condizioni socioeconomiche. In generale, l’aspettativa di vita in molti paesi africani è inferiore rispetto a quella dei paesi sviluppati, con alcune eccezioni come il Nord Africa e i paesi dell’Africa meridionale.

In sintesi, l’aspettativa di vita in Italia è generalmente alta e confrontabile con quella di molti altri paesi europei, mentre può essere più elevata rispetto a quella degli Stati Uniti e di alcuni paesi in via di sviluppo. E’ comunque importante considerare una serie di fattori che possono influenzare l’aspettativa di vita, tra cui l’accesso ai servizi sanitari, lo stile di vita, l’ambiente sociale ed economico e le politiche di salute pubblica. Vediamo come l’Italia si confronta con il resto del mondo su questi fattori:

  1. Accesso ai Servizi Sanitari: L’Italia ha un sistema sanitario pubblico universale, il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che fornisce assistenza sanitaria a tutti i cittadini e ai residenti legali. Questo assicura un accesso relativamente ampio ai servizi sanitari, anche se possono verificarsi differenze regionali nella qualità e nell’accessibilità dei servizi. Nel confronto con il resto del mondo, molte nazioni europee hanno sistemi sanitari simili basati su assicurazione pubblica o nazionale, garantendo un accesso universale ai servizi sanitari. Tuttavia, in altri paesi, come gli Stati Uniti, l’accesso ai servizi sanitari può essere più limitato a causa dei costi elevati e della mancanza di copertura assicurativa per alcuni gruppi di persone.
  2. Stile di Vita: Lo stile di vita degli italiani è spesso associato a una dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, pesce e olio d’oliva, che è considerata salutare e può contribuire a bassi tassi di malattie cardiovascolari e obesità. Tuttavia, come in molti altri paesi occidentali, ci sono preoccupazioni riguardo a crescenti tassi di obesità, sedentarietà e cattive abitudini alimentari, che possono influenzare negativamente la salute della popolazione.
  3. Ambiente Sociale ed Economico: L’Italia è un paese sviluppato con un alto tenore di vita, un sistema educativo avanzato e un forte senso di coesione sociale. Tuttavia, ci sono disparità socioeconomiche tra regioni e gruppi demografici, con alcune aree del sud Italia che affrontano sfide economiche e sociali più grandi rispetto ad altre. Il confronto con il resto del mondo mostra che l’Italia si colloca generalmente tra i paesi con uno standard di vita elevato e una buona qualità della vita.
  4. Politiche di Salute Pubblica: L’Italia ha adottato diverse politiche di salute pubblica per affrontare le sfide sanitarie, inclusa la promozione di stili di vita sani, la prevenzione delle malattie croniche e la gestione delle emergenze sanitarie. Ad esempio, l’Italia ha introdotto misure per ridurre il consumo di tabacco, promuovere l’attività fisica e migliorare la nutrizione della popolazione. Tuttavia, come in molti altri paesi, ci sono sfide nella realizzazione e nell’attuazione di politiche efficaci di salute pubblica, e vi è sempre spazio per miglioramenti e innovazioni.

In sintesi, l’Italia presenta aspetti positivi nei fattori di accesso ai servizi sanitari, stile di vita, ambiente sociale ed economico e politiche di salute pubblica, ma affronta anche sfide simili ad altri paesi sviluppati. L’attenzione continua su questi fattori può contribuire a migliorare ulteriormente la salute e il benessere della popolazione italiana.

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