Cagliari, inchiesta Igea su truffe gestione miniere: pm, 71 rinvii a giudizio

CAGLIARI – Un anno e otto mesi dopo la chiusura delle indagini preliminari su Igea (la società in house della Regione Sardegna che ha il compito di gestire la messa in sicurezza delle aree minerarie) e completati i lunghi riscontri legati agli interrogatori dai 95 indagati, il pm Marco Cocco ha chiesto il rinvio a giudizio di 71 persone coinvolte nell’inchiesta “Geo&Geo”. Stralciata e proposta al Gip l’archiviazione per 24 indagati, mentre agli altri sono state confermate, a vario titolo, le contestazioni di truffa, peculato, abuso d’ufficio, turbativa d’asta e voto di scambio.
Nessuna novità tra i nomi eccellenti dell’inchiesta: andranno davanti al Gup del Tribunale che dovrà decidere sul rinvio a giudizio sollecitato dal pm Cocco l’ex presidente della società Giovanni Battista Zurru, l’ex sindacalista Marco Tuveri, la dipendente Daniela Tidu, il consigliere regionale Giorgio Oppi (Udc) e il nipote Enrico. A gennaio dello scorso anno la Procura di Cagliari aveva chiuso le indagini sull’Igea iniziate nel 2012.

Era stata denominata “Geo & Geo” l’inchiesta sull’Igea, chiusa dalla Procura. Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Iglesias, e coordinate dal sostituto procuratore Marco Cocco, erano scattate nel 2012, arrivando all’apice a dicembre del 2014 con gli arresti. Gli investigatori avevano portato alla luce il cosiddetto “Sistema Igea“. Dall’azienda spariva carburante, attrezzature e materiali della società. Ma il sistema era molto più ampio. Secondo gli investigatori venivano truccati gli appalti e si davano in cambio contratti a termine o lavori di “somma urgenza”, e come contropartita arrivavano pacchetti di voti.

Un sistema circolare che permetteva il controllo economico e politico del territorio attraverso la gestione illecita dell’azienda, la gestione illegale di beni e risorse pubbliche, gli appalti truccati con dismissione illegale di beni della società e il controllo dei flussi di denaro pubblico arrivati nel Sulcis Iglesiente, che finivano sempre nelle tasche degli stessi imprenditori.

Il sistema si occupava anche delle assunzioni a tempo determinato o concessioni di beni al fine di ottenere voti alle elezioni. Tra gli indagati a cui oggi è stato notificato l’avviso di chiusura indagini c’è il consigliere regionale Giorgio Oppi; il nipote Enrico Oppi, il candidato sindaco alle ultime elezioni comunali di Iglesias, Gian Marco Eltrudis, l’ex commissario straordinario di Iglesias Antonello Ghiani. Inoltre altri politici candidati a Iglesias e Assemini, Marco Zanda, Gigi Rubiu, Francesco Pissard, il sindacalista Mario Cro, gli imprenditori Riccardo Putzolu, Umberto Gian Luca Giganti, Agostino Tolu, Francesco Furia.