Connect with us

Scienza e Tecnologia

Call of Duty Black Ops 4, tre giochi in uno per gli amanti del multiplayer

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 6 minuti
image_pdfimage_print

Con Call of Duty Black Ops 4 Activision cambia le carte in tavola e imposta un titolo che punta a volersi imporre anche tra i videogiocatori più competitivi. Per raggiungere tale scopo la software house ha deciso di sacrificare la componente single player in favore dell’introduzione della modalità Battle Royale che affiancherà l’ormai noto multiplayer e la modalità zombi. Con questo nuovo titolo quindi si è cercato di creare un impianto di gioco capace non solo di accontentare gli annuali fan della saga, ma anche di portare quelle necessarie modifiche per avvicinarsi in pianta stabile al circuito del gaming competitivo. Ma veniamo al dunque, la modalità che ha il compito di rivisitare il concetto di Battle Royale in chiave CoD prende il nome di Blackout e ha la peculiarità di introdurre la fluidità tipica del franchise in una tipologia di gioco che ha ormai trovato la sua folta schiera di appassionati grazie a titoli come Pubg e Fortnite.

L’impostazione iniziale che Call of Duty Black Ops 4 dà a questa modalità Blackout è quella classica, con la possibilità di selezionare una partita in solitaria o a squadre da due o da quattro giocatori, che vengono scelti tramite matchmaking nel caso in cui non si sia già in team con degli amici. Una volta iniziata la ricerca di una partita, si verrà lanciati in una “simulazione” della mappa di gioco, con la possibilità di esplorare liberamente e con il dono dell’immortalità. Questo naturalmente fino a quando tutti i giocatori non saranno presenti nella lobby e il match sarà quindi pronto per iniziare. Durante questa fase, aprendo la mappa di gioco, è inoltre possibile iniziare a vedere il percorso che seguirà l’elicottero da cui ci bisognerà lanciarsi. Funzionalità, questa, introdotta soltanto recentemente nelle produzioni dei Bluehole e di Epic Games, ma che è di estrema utilità in termini organizzativi, soprattutto quando si gioca in squadra. A quanto punto si avranno sessanta secondi per decidere dove e quando buttarsi giù. Naturalmente prima si arriverà a terra e prima si potrà iniziare la ricerca di un’arma: essenziale per assicurarsi la sopravvivenza nelle caotiche fasi iniziali del gioco. Per chi non lo sapesse nei giochi Battle Royale si entra in gioco con solo i vestiti addosso e sarà necessario trovare armi, corazze ed equipaggiamenti sul campo. Nella modalità Backout proposta in questo nuovo Call of Duty Black Ops 4 la gestione dell’inventario è molto interessante e risulta in sostanza l’unica vera novità, che questa Battle Royale aggiunge rispetto alla concorrenza. Oltre alle due armi equipaggiabili, entrambe altamente personalizzabili con ottiche, calci e accessori vari, c’è anche la possibilità di portare con sé un gadget medico, tra i vari oggetti che curano 25, 50 o 100 punti ferita, utilizzabile con il dorsale sinistro, e uno strumento come il rampino o una granata da usare con il dorsale destro. In più sono presenti due slot passivi dedicati uno alla corazza, di tre livelli differenti, tra cui l’ultima in grado di proteggere dai colpi alla testa, e l’altro allo zaino, con la classica utilità di ampliare il proprio inventario da cinque a dieci slot. Nonostante questa pratica selezione rapida, in qualsiasi momento della partita si potrà aprire il menu rapido per utilizzare liberamente tutti gli equipaggiamenti, tra cui dei particolari bonus dalla durata a tempo, che si possono trovare in giro per la mappa e forniscono gli stessi benefici dei classici perk di Call of Duty. Quanto alle munizioni, è invece presente una sezione dell’inventario dedicata e queste non graveranno sul peso e non occuperanno alcuno spazio nello zaino. La mappa di gioco nel complesso è ben strutturata, dalle dimensioni più contenute rispetto alle ormai note Erangel e Miramar presenti su Pubg, ma con una buona alternanza di scenari: da centri urbani ad ampi spazi aperti. Non manca infine la possibilità di sfruttare i mezzi presenti, da camion lenti ma ben corazzati e quad rapidi ma vulnerabili, fino a poter guidare motoscafi lungo i canali ed elicotteri per solcare i cieli. Ovviamente anche nel Battle Royale di Call of Duty 4 Black Ops lo scopo del gioco è rimanere l’ultimo giocatore o l’ultima squadra in vita mentre l’area di gioco si restringe sempre di più. Se si rimane fuori dai bordi la vita del proprio personaggio si riduce progressivamente fino alla morte. Tirando le somme, la modalità Blackout è una tipologia di gioco che convince e diverte nonostante sia palesemente un’interpretazione in chiave Call of Duty di una formula già collaudata e con meccaniche ben precise che, pur non apportando alcuna vera innovazione al genere, riesce ad ampliare l’offerta del titolo.

Per quanto riguarda il resto del pacchetto, in Call of Duty Black Ops 4 è presente l’immancabile multiplayer, vero fiore all’occhiello della saga da ormai più di 10 anni, ma prima di descrivere in cosa consiste è necessario fare una piccola premessa. Come già detto all’inizio la campagna single player è stata rimossa, ma la casa di sviluppo statunitense ha pensato bene di far approcciare futuri e vecchi giocatori attraverso un sistema intelligente, quanto mai appropriato. Gli eroi indiscussi di Black Ops 4 sono senza dubbio gli Specialisti, quindi, quale occasione migliore di poterli mettere in campo guidando il videogiocatore nelle varie modalità proposte? Si entra di diritto nel Quartier Generale degli Specialisti, un luogo che rappresenta un HUB per coloro che vogliono conoscere il background degli eroi e capire il funzionamento di ciascuno di essi. In linea di massima si tratta di un enorme tutorial che getta le basi per introdurre al giocatore quello che lo aspetterà nei mesi seguenti. I fan più appassionati troveranno anche di gradito gusto i file relativi ai dossier di ciascun specialista, dove scene di intermezzo, si alterneranno agli obiettivi preposti dall’istruttore guida. Niente campagna quindi, ma un modo intelligente di far conoscere Black Ops 4 ad ogni tipologia di videogiocatore. Venendo al multiplayer, le differenze sostanziali rispetto a quanto già visto in passato risiedono in un Time To Kill più diluito e la mancanza di auto-rigenerazione dopo una sparatoria. Sarà invece presente un’abilità speciale che consentirà ad una siringa di far scorrere più adrenalina e recuperare, quindi, punti vita. Tale introduzione ha un costo in cooldown, cioè un tempo di ricarica che consentirà al giocatore di non abusare troppo del reintegro, anche se la gestione dei perks e del loadout del proprio Specialista consente la riduzione di tale tempistica. Anche per questo motivo, la salute è stata aumentata del 50% in virtù del fattore rigenerate assente. Sono state eliminate anche dinamiche correlate alla parte più tecnologica degli Specialisti, vale a dire la corsa sui muri ed il doppio salto. Nonostante quasi tutte le modalità siano state mantenute, alcune non sono presenti come ad esempio “Gioco delle armi”, ma ne sono state introdotte altre di egual spessore, se non addirittura di qualità superiore e più appaganti. Certamente i vari Deathmatch a squadre, Cerca e Distruggi o Uccisione Confermata risultano ancora oggi le playlist più apprezzate, così come Dominio e Controllo, ma la vera novità dal punto di vista del multiplayer risiede in Furto. In questa nuova modalità di gioco due squadre si alternano nel recupero di un’ingente somma di denaro per estrarlo in punto preciso attraverso un elicottero. Si parte con una gestione oculata del proprio equipaggiamento, con dei crediti (fittizi) spendibili per armi e oggetti, per poi fiondarsi insieme alla squadra in uno scontro che non tollererà l’entrata dopo la morte. Sarà disponibile una sola vita per scontro, quindi questo fa sì che le partite abbiano un approccio ragionato e che il team cooperi all’unisono per arrivare alla vittoria. Al netto delle modalità disponibili, vi è anche una modifica sostanziale alla playlist presente su Veterano, speciale attività che prevede l’utilizzo di un numero inferiore di modalità aventi delle modifiche sostanziali al gameplay. L’eliminazione del radar non consente ai giocatori di capire la posizione del nemico, così come un time to kill più ridotto induce alla cautela, nonché la presenza del fuoco amico potrà causare uccisioni da parte dei compagni di squadra. Per evitare l’abuso consistente dovuto alla morte per via del fuoco amico, Treyarch ha introdotto un sistema di espulsione dalla partita per uccisioni multiple errate. Tale sistema è sicuramente utile per eliminare giocatori che effettivamente disturbano il match, ma risulta anche controproducente nel caso di morti accidentali.

https://www.youtube.com/watch?v=ooyjaVdt-jA

A completare la massiccia offerta di Call of Duty Black Ops 4 c’è la tanto apprezzata modalità Zombi. Se si è amanti di questa tipologia di gioco, presente ormai da dieci anni nei titoli della saga, in quest’ultima produzione sarà possibile trovare quanto di meglio si possa desiderare. Treyarch ha infatti deciso di inserire ben tre diversi scenari, appartenenti a differenti epoche storiche, dove i giocatori saranno chiamati a respingere orde di non morti sempre più dense, tra perks e pozioni indispensabili per avere ragione di una quantità di avversari mai così agguerrita. Tra trovate sceniche d’eccezione, che ovviamente e qualche limatura alle regole classiche del genere, si può affermare senza alcun dubbio che Treyarch ha centrato perfettamente il bersaglio. A livello tecnico/grafico, Call of Duty Black Ops 4 non brilla certamente per innovazione, spesso e volentieri si possono notare texture non proprio eccelse, animazioni al di sotto del livello di altri prodotti AAA e modelli poligonali non rifiniti al meglio. Anche sotto l’aspetto grafico, il titolo risulta essere poco entusiasmante e non stupisce. Fortunatamente i cali di frame si presentano raramente, salvo in alcuni momenti concitati su Blackout, quindi l’esperienza di gioco sarà quasi sempre fluida e appagante. Il netcode nel complesso risulta essere ben solido, come già visto in altre produzioni targate Activision, e questo è un bene in quanto garantisce piacevoli e longeve sessioni di gaming esenti da problematiche poco gradevoli.

Tirando le somme, questo Call of Duty Black Ops 4 è un prodotto che diverte e che offre una varietà di gioco mai vista prima nel franchise. Activision e Treyarch hanno ascoltato con attenzione le richieste della community portando alla luce un prodotto solido e ben variegato nelle modalità che, purtroppo, pecca di una campagna single player maldestramente sostituita da tutorial, con protagonisti i vari Specialisti, che mancano di spessore e caratterizzazione. Il titolo potrebbe candidarsi realmente a essere quel punto di raccordo, mai trovato fino a questo momento, tra la vecchia e nuova fetta d’utenza utile a dar nuova linfa vitale a un brand che, nel corso degli ultimi anni, è rimasto bloccato in un limbo che non ha mai convinto o soddisfatto gli utenti. In ogni caso, se siete amanti degli shooter, del Battle Royale, della competizione o della saga, questo titolo non può assolutamente mancare nel vostro scaffale sia che siate possessori di Pc, Xbox One o PS4.

 

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8
Longevità: 9
Gameplay: 8,5
Sonoro: 8,5
VOTO FINALE: 8,5

 

Francesco Pellegrino Lise

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scienza e Tecnologia

Naruto X Boruto: Ultimate Ninja Storm Connections, il più completo della saga

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 5 minuti
image_pdfimage_print

Naruto X Boruto: Ultimate Ninja Storm Connections esce proprio in contemporanea alla celebrazione del ventesimo anniversario dell’anime ispirato al manga di Masashi Kishimoto su Pc, Switch, PlayStation e Xbox. Il titolo, che vede il ritorno del team CyberConnect2 sulla serie, si pone quindi come una sorta di “enciclopedia” che racchiude l’intera esperienza dei precedenti capitoli della serie, ma senza rinunciare a qualche novità. Cuore pulsante dell’esperienza di gioco sono le due modalità Storia: la prima che ripercorre la trama di Naruto nella sua interezza dalle origini fino allo scontro finale con Kaguya, mentre la seconda si concentra su Boruto. Trattandosi di un’opera ancora in corso però il team di CyberConnect2 ha deciso di non adattare gli archi usciti nel manga, ma di creare una storia inedita appositamente per il gioco. La prima modalità è quindi quella più “tradizionale” e ideale per chi vuole tuffarsi nostalgicamente nelle avventure di Naruto. La progressione è lineare e alterna i combattimenti a diversi filmati che narrano i principali eventi sfruttando dei frame presi direttamente dall’anime. Non si tratta tuttavia di una trasposizione adatta a chi si avvicina per la prima volta a Naruto: essendo una mole enorme di storia da adattare gli sviluppatori si sono concentrati solo sui momenti più importanti tagliando e riassumendo brevemente nei filmati tantissimi archi e combattimenti che per chi già conosce la storia bastano per rinfrescare la memoria. Purtroppo per un neofita tutto questo non basterebbe e si perderebbe fin troppi pezzi e difficilmente capirebbe davvero cosa succede, proprio per questo il nostro consiglio è quanto meno quello di informarsi sugli eventi della storia narrati del manga. Proprio per tale motivo segnaliamo che è presente un’apposita Enciclopedia, molto esaustiva, che racchiude e spiega tutte le principali voci di personaggi, eventi e tecniche. Oltre ai combattimenti normali tornano anche le boss fight, vero e proprio marchio di fabbrica di CyberConnect2 caratterizzate da meccaniche semplici ma con spettacolari Quick-Time-Events che creano delle sequenze visivamente migliori anche rispetto all’anime. Prima di ogni battaglia inoltre vengono mostrati alcuni obiettivi secondari come finire la battaglia con una certa percentuale di vita rimanente, colpire con una tecnica speciale e così via venendo ricompensati con nuove voci per l’Enciclopedia oppure skin, colori alternativi e accessori con cui personalizzare l’estetica dei personaggi. Per completare questa modalità basteranno circa 3 ore, ma il piatto forte è riservato alla parte di Boruto: come accennato, si tratta di una storia originale creata appositamente per il gioco, e per arrivare ai titoli di coda il tempo necessario è di circa 7 ore abbondanti. Oltre alle due modalità Storia inoltre sono presenti altre tipologie di gioco come Sopravvivenza (una serie di battaglie infinita dove viene recuperata solo una piccola parte di vita tra uno scontro e l’altro), Tornei a eliminazione diretta o a gironi, scontri contro la CPU o altri giocatori in locale o online in match casual o classificati.

A livello di gameplay, chiunque abbia una certa familiarità col rodato sistema di combattimento della serie si sentirà subito a casa: basato su combo infinite e rocambolesche, kunai esplosivi, sostituzioni all’ultimo secondo, tecniche segrete dalle animazioni semplicemente spettacolari e chi più ne ha più ne metta, il gameplay di Naruto X Boruto: Ultimate Ninja Storm Connections non ha subito modifiche di rilievo, ma rispetto al passato la barra del chakra si ricarica anche da sola e il suo consumo è stato leggermente ridotto, favorendo un approccio ai duelli più aggressivo che mai. Ben più impattante ci è parsa la rimozione degli shuriken infusi di chakra, che stavolta sono stati sostituiti da ninjutsu ispirati alle tecniche dei vari beniamini: una soluzione che, oltre a differenziare maggiormente i pattern di attacco dei combattenti, traduce finalmente in termini di gameplay tante tecniche di lotta che finora avevamo potuto vedere soltanto nella serie televisiva. L’altra novità di Naruto X Boruto Ultimate Ninja Storm Connections va ricercata nell’introduzione di un sistema di controllo semplificato e che appunto va incontro alle esigenze di coloro che non frequentano il genere: fortunatamente facoltativa e attivabile nel menu opzioni, questa consente di lottare ed eseguire in automatico le varie tecniche ninja premendo soltanto un tasto. Anziché inventare qualche nuovo sistema che potesse svecchiare un combat system che, dopo tanti anni di onorato servizio, comincia a perdere colpi, lo sviluppatore ha preferito volgere lo sguardo al passato, ripescando da Ultimate Ninja Storm Revolution la possibilità di personalizzare i propri personaggi preferiti con orpelli estetici di ogni genere e forma. Da Ultimate Ninja Storm 4 sono invece tornate le Tecniche Segrete di gruppo, vale a dire quelle rovinose mosse finali disponibili solo quando si utilizzano due o più personaggi in qualche modo legati tra loro, il cui innesco è ora vincolato da un indicatore posto accanto alle sostituzioni e che si ricarica col tempo. Non solo i timidi ritocchi effettuati da CyberConnect 2 non rivoluzionano minimamente l’offerta, ma nemmeno la perfezionano: nel corso dei nostri test siamo incappati nei limiti dell’intelligenza artificiale degli avversari, che oggi come allora lascia molto a desiderare e obbliga il giocatore a sottoporsi a interminabili inseguimenti, e nei medesimi problemi di bilanciamento che sette anni fa affliggevano Storm 4, che ancora una volta si traducono in lottatori dalle capacità ben al di sopra della media e che a volte possono portare a veri e propri scontri frustranti.

A livello di personaggi giocabili questo Naruto X Boruto: Ultimate Ninja Storm Connections offre un impressionante rosa con oltre 130 combattenti selezionabili, anche se va specificato che nel conteggio sono presenti anche le diverse varianti dello stesso personaggio. Ad esempio Naruto è presente in oltre 10 versioni partendo da quello della prima serie fino ad arrivare all’ultima trasformazione vista nell’anime di Boruto, e rimanendo in tema la maggior parte dei personaggi totalmente nuovi naturalmente viene proprio da quest’ultima serie. Sul piano tecnico la nuova proposta di Bandai Namco non si discosta granché da quanto visto in passato. Sorretto da un frame rate che su Xbox Series X viaggia stabilmente a 60 fps, il titolo risulta ogni tanto un po’ ostico a causa una telecamera imprecisa, che tende a incastrarsi nello scenario e a impedire una corretta visione dell’azione. La splendida grafica in cel shading che contraddistingue le opere di CyberConnect2 invece si difende ancora benissimo, trascinando i giocatori all’interno di un anime interattivo e raggiungendo il proprio apice durante le straordinarie animazioni che accompagnano le tecniche segrete. Splendidi invece gli effetti sonori e il doppiaggio, come al solito presente sia in inglese che giapponese. Per i fan che sono abituati alle voci storiche che hanno tenuto loro compagnia per ben due decenni consigliamo di fruire principalmente del doppiaggio in lingua nipponica, in quanto lo troviamo sicuramente più profondo e azzeccato, specie per quel che concerne gli accostamenti vocali. Trattandosi di un titolo realizzato per celebrare il ventesimo anniversario dell’anime abbiamo sperato fino all’ultimo che in Naruto X Boruto: Ultimate Ninja Storm Connections fosse presente la magnifica colonna sonora della serie televisiva, ma purtroppo il nostro sogno non si è realizzato. Sia chiaro, le tracce proposte dall’accompagnamento musicale svolgono il loro dovere senza lode e senza infamia, ma vista la natura del titolo ci saremmo aspettati una feature del genere. Tirando le somme, Naruto X Boruto: Ultimate Ninja Sorm Connections poteva essere la summa della serie di CyberConnect2, nonché il primissimo tie-in di Naruto a ripercorrere la sua epopea da cima a fondo. Purtroppo però il riciclo di contenuti dalle passate iterazioni della saga, i tagli grossolani alla storia di Naruto e la scarsa fantasia profusa nella realizzazione della storia inedita hanno però minato la riuscita dell’operazione. Intendiamoci, il gioco è un prodotto molto buono, solo che i veri appassionati avrebbero desiderato sicuramente qualcosina in più.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Gameplay: 8

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise

Continua a leggere

In evidenza

Meta rende Messenger ancora più sicuro con la crittografia end-to-end predefinita

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Meta ha finalmente attivato la crittografia end-to-end sulle chat di Messenger per impostazione predefinita. A darne notizia è proprio lo stesso Mark Zuckerberg su Facebook. La funzionalità di crittografia end-to-end, che Meta aveva già introdotto su Messenger nel 2016 come opzionale, permette ai messaggi della chat di essere più sicuri, visto che possono essere letti solo dal mittente e dal destinatario. Non tutti gli utenti conoscevano la possibilità di attivare la modalità, che adesso è presente di default tra le finestre delle conversazioni, senza che gli iscritti debbano fare nulla. Il patron di Meta ha specificato che, come funzione abilitata a livello globale, la crittografia end-to-end verrà implementata gradualmente nel corso delle prossime settimane. Secondo un post più specifico di Loredana Crisan, vicepresidente di Messenger, la crittografia non modificherà, almeno dal punto di vista grafico, Messenger. In tal modo, si potranno continuare ad utilizzare sticker, temi ed emoticon, con la certezza di godere di una difesa di livello più alto. Non a caso, alcuni governi temono che la crittografia possa rallentare le operazioni di polizia che utilizzano anche i social per portare avanti le indagini. A settembre il governo britannico aveva esortato Meta a non implementare la crittografia su Instagram e Messenger per non rendere più semplice la vita agli adescatori di minori. Allo stesso modo, organizzazioni negli Stati Uniti hanno affermato che la tecnologia sarà uno strumento per i criminali di comunicare in maniera più veloce a scapito della sicurezza nazionale. Crisan ha delineato anche altre novità in arrivo su Messenger nei prossimi mesi. Tra queste, la possibilità di modificare un messaggio fino a 15 minuti dopo l’invio e l’estensione a 24 ore dei testi “effimeri”, prima che scompaiano. Per conoscere ulteriori sviluppi sulla questione non resta altro che aspettare, sperare per il meglio e capire la posizione della società di Zuckerberg a riguardo.

F.P.L.

Continua a leggere

Scienza e Tecnologia

Super Mario RPG, il remake che ci voleva

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

Super Mario RPG, è un titolo che in molti adulti di oggi ricorderanno in quanto ha esordito su Super NES quasi tre decenni fa. Il titolo proprio a fine 2023 ritorna su Nintendo Switch con un remake che intende catturare l’attenzione sia dei veterani che dei nuovi giocatori. Questo gioco, originariamente nato dall’idea di una fusione audace tra l’universo di Mario e le meccaniche di Final Fantasy, è stato un pioniere per moltissimi titoli successivi come Paper Mario e Mario & Luigi: Superstar Saga. Il passaggio da un’esperienza 2.5 dimensioni a un’ambientazione completamente in 3D ha i suoi pro e contro. Se da un lato gli ambienti traggono vantaggio da questa modernizzazione, risultando più dettagliati e avvolgenti, i modelli dei personaggi perdono un po’ della loro originale e iconica attrattiva e la nuova grafica, pur essendo colorata e brillante, non riesce sempre a catturare lo spirito unico del titolo originale. Detto ciò, però, è doveroso dire che questo remake di Super Mario RPG è un’operazione sontuosa che rievoca un pezzo di storia videoludica, con un piano di ristrutturazione fedele in maniera sorprendente. Il suo gameplay può risultare vintage, nonostante le ottime aggiunte, così come il livello di sfida potrebbe essere poco avvincente per chi si aspetta un JRPG classico. Tuttavia è difficile rimanere impassibili di fronte a un videogioco dal concept così iconico, che ha lasciato il segno ed ispirato generazioni di videogiochi e che oggi può essere riscoperto senza emulazione o hardware d’importazione. Ma veniamo al dunque. Una volta lanciato il gioco la prima cosa che ogni vero fan si chiede è: “Super Mario RPG è ancora un’esperienza magica oggi come allora?”. Beh a nostro avviso sì e adesso vi spieghiamo il perché. Bastano appena cinque minuti di gioco, nel piccolo tutorial in cui si fa una visita a Bowser e lo si combatte dalla cima di un grosso lampadario, per essere investiti di un senso di magica nostalgia e di esilarante piacere. Il titolo Nintendo è così atipico per gli standard della compagnia nipponica che non può non strappare un sorriso con le sue gag goffe, i suoi dialoghi volutamente “tonti” e i suoi colori allegri. Nel contempo però questo remake del videogame del 1996 riesce anche a intrigare con una formula a turni che premia la pianificazione della strategia e il tempismo nella sua esecuzione. Al contrario di quanto visto in remake più ambiziosi, come ad esempio quello del magnifico Final Fantasy VII, Super Mario RPG propone un pacchetto decisamente più modesto e lineare, più semplice nelle dinamiche e diretto nell’esposizione, senza troppi fronzoli: un prodotto palesemente proveniente da un’altra era, quasi un esperimento sotto molti di vista. Pad alla mano però questo suo minimalismo colpisce nel segno, regalando un’esperienza non troppo lunga (bastano 10-15 ore per arrivare alla scritta fine) e parca di complessità, ma ricca di fascino e carisma, che stuzzica a volerne ancora, a non spegnere la console prima di aver fatto la conoscenza di un altro iconico personaggio o di aver messo le zampe su un’altra stella. Sarà anche un remake fedele alle sue origini, ma non per questo è un titolo a secco di novità. Super Mario RPG è molto più accessibile rispetto al passato, grazie a nuove funzionalità che faranno la felicità dei nuovi giocatori e dei veterani, come l’autosalvataggio, utilissimo per evitare di rifare troppa strada in caso di game over (o casomai ci si dovesse scordare di andare a salvare), un livello di difficoltà ridotto per concentrarsi sulla storia, lo spostamento rapido per poter viaggiare rapidamente tra un luogo e l’altro della mappa, un compendio con le informazioni dei nemici sconfitti e la possibilità di riaffrontare i boss con mosse e strategie inedite. Il tempismo in battaglia inoltre ora riveste un ruolo ancora più importante, in quanto azzeccando il momento perfetto si potrà estendere parte del danno agli avversari circostanti e caricare una barra con cui sfoderare un pirotecnico attacco finale, uno per ogni tripletta di membri del party.

A livello di trama l’avventura si apre, nemmeno a dirlo, con l’ennesimo rapimento della Principessa Peach da parte del malvagio Bowser, il più celebre trai gli arci-nemici del mitico idraulico di Nintendo. Proprio durante il combattimento tra Mario e la sua nemesi, però, un gigantesco spadone senziente precipita sul pianeta e colpisce il castello di Bowser causando un trambusto tale da separare i tre comprimari. È la prima avvisaglia dell’invasione da parte dell’esercito di Fabbro Magno, una civiltà aliena di potenti guerrieri intenzionata a conquistare il Regno dei Funghi e impadronirsi dello sconfinato potere delle Stelle. Toccherà all’impavido avventuriero dal cappello rosso, assieme a una squadra di insospettabili alleati, affrontare questa terribile minaccia e respingere una volta per tutte il veemente assalto nemico. Non proseguiamo oltre nello sviscerare la storia per non rovinare il gusto della scoperta a coloro che non hanno mai avuto occasione di immergersi in questa peculiare avventura, ma possiamo anticipare che l’intreccio narrativo imbastito per Super Mario RPG risulta ancora oggi fresco, interessante e genuinamente divertente. Si tratta di un racconto dalla struttura piuttosto semplice e lineare, adatto a tutte le età e privo di svolte particolarmente audaci, ma impreziosito da un cast di personaggi memorabile e, soprattutto, come accennato più sopra, permeato da una carica comica a dir poco irresistibile. Una nota di merito va fatta inoltre per l’eccellente operazione di localizzazione e adattamento in italiano che contribuisce a far calare gli utenti, anche quelli più giovani, nella stravagante atmosfera del gioco. Altra chicca straordinaria riguarda il comparto audio, infatti Yoko Shimomura, il compositore del Super Mario RPG dell’epoca, è salito di nuovo in cattedra per riarrangiare l’intera colonna sonora, e il risultato finale è magnifico. In ogni caso , nel caso in cui lo si preferisca, è anche possibile selezionare l’audio originale. A livello estetico comunque, per chi ha avuto la fortuna di giocare all’originale, il colpo d’occhio è fantastico e Mario e soci non sono mai stati così espressivi, nonostante il set di animazioni sia piuttosto limitato. In ogni caso questo remake di Super Mario RPG è qualcosa da avere assolutamente, da giocare e da ammirare in tutta la sua bellezza senza tempo.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 9

Gameplay: 8,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti