Ambiente
Cambiamenti climatici, Fridays for Future scende nelle piazze
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Fridays for Future scende nelle piazze per lo Sciopero Globale per il Clima. “Dopo tre anni da quando hanno iniziato a scioperare – spiega l’associazione dei giovani ambientalisti in Italia – i responsabili politici continuano a parlare, parlare, parlare. Facendo credere che si stia facendo qualcosa, quando non è così: il 2021 è previsto essere l’anno con le emissioni più alte di sempre”.
Centinaia di studenti a Venezia, andiamo davanti a Comune – I giovani veneziani rispondono presente all’appello dello sciopero globale per il clima ‘Fridays for future’. Erano circa in 400 attorno alle 9.30 in piazzale Roma, con cartelli e striscioni inneggianti alla salvaguardia dell’ambiente, ma il numero dei partecipanti è cresciuto costantemente con il passare dei minuti. “Abbiamo deciso di essere qui, perché come diciamo da tanto tempo siamo arrivati a un punto di non ritorno e non ne possiamo più – dicono gli attivisti -. Siamo stanchi dell’immobilismo davanti alla crisi climatica. Siamo a Venezia, una delle città che subirà per prima gli effetti del cambiamento climatico e non possiamo stare con le mani in mano”. Dopo il sit-in ai piedi del ponte di Calatrava, gli studenti si muoveranno lungo Strada Nuova: “L’intenzione, – spiegano – è quella di arrivare sotto Ca’ Farsetti (sede del Comune). Il pianeta può cambiare solo da noi giovani, perché chi sta seduto negli uffici deve capire che il pianeta sta morendo e siamo noi quelli che avremo il compito di cambiare il mondo”. Dispiegamento di forze dell’ordine per garantire la sicurezza della manifestazione: erano circa una ventina i carabinieri in antisommossa distribuiti sul ponte di Calatrava e davanti al Palazzo Grandi Stazioni, supportati dagli agenti della polizia locale, impegnati nel far rispettare l’ordine e il distanziamento sociale.
“Salvare futuro non ha prezzo”, corteo in centro Roma – Al grido “salvare il futuro non ha prezzo” gli studenti del Fridays for future sfilano al centro di Roma. “Gli effetti della crisi climatica sono sempre più devastanti, non possiamo stare fermi mentre il nostro presente e futuro bruciano!” hanno sottolineato gli organizzatori lanciando l’iniziativa. Centinaia i ragazzi che stanno partecipando al corteo che da piazza Vittorio sfilerà per le strade del centro della Capitale fino a piazza della Repubblica.
Giovani Friday for Future tornano in piazza a Torino – Sono migliaia i partecipanti al corteo colorato dei Fridays for Future, primo appuntamento dell’anno con lo sciopero globale per il clima. Il corteo è partito da piazza Statuto a Torino. “Invitiamo i cittadini a leggere i programmi delle diverse coalizioni – spiegano riferendosi alle imminenti elezioni amministrative – La cosa importante non sono le vaghe promesse di intervento, ma una lista di misure precise, rapide e puntuali da adottare come un cronoprogramma che indichi di quanto è in quanto tempo devono essere abbattute le emissioni”. Il corteo percorrerà piazza XVIII Dicembre, via Cernaia, via Pietro Micca, per concludersi in Piazza castello. Tra gli striscioni “La nostra casa sta andando a fuoco”, “Non c’è un pianeta B”.
Fridays for Future il 1 ottobre in piazza con Greta a Milano – Il primo ottobre un grande sciopero con Greta Thunberg in piazza a Milano. Lo annuncia una delle portavoci dei Fridays for future Italia, Martina Comparelli, ora nelle strade del capoluogo lombardo per la manifestazione globale sul clima, dove – dice – “al momento siamo più di 5mila”.Alla pre-Cop26 a Milano- spiega -“non ci saremo, nessuno di noi entrerà. I Fff Italia sono stati totalmente ignorati da questo governo; ma ci faremo sentire da fuori: il primo ottobre faremo un grande sciopero con Greta a Milano. Le nostre proposte ci sono da tempo – conclude – sono contenute nel documento ‘Ritorno al futuro’,un Piano per ripartire”.
Anche a Bari studenti in piazza dopo due anni – Anche a Bari gli studenti dei Fridays for future sono tornati a scendere in piazza dopo due anni per aderire allo sciopero globale del clima. L’ultimo corteo risale al novembre 2019, prima della pandemia. Alcune centinaia di studenti baresi manifestano per chiedere con striscioni e megafoni “giustizia climatica”. “È ora che cominci la rivoluzione” è scritto su alcuni striscioni. “Cambiamo il sistema non il clima”, “Ci avete rotto i polmoni” sono solo alcuni degli slogan scelti per il sit-in in corso in piazza Libertà, davanti alla sede della Prefettura di Bari. Al centro della manifestazione non soltanto le questioni climatiche, ma anche “la giustizia sociale che deve andare di pari passo con quella ambientale”, e la scuola: “dopo quasi due anni di didattica a distanza a causa della pandemia, pretendiamo una scuola in presenza” dicono i ragazzi, lamentando che “la vera criticità sono i mezzi di trasporto dove si creano assembramenti e per i quali nulla è stato fatto in tutto questo tempo” e chiamando in causa le istituzioni locali.
Giovani tornano in piazza anche a Bolzano – Anche a Bolzano i giovani sono tornati in piazza per manifestare per l’ambiente. Dopo la pausa forzata della pandemia, circa duecento ragazzi e ragazze si sono radunate in piazza Tribunale. “Lasciateci un futuro”, “Non si torna indietro” oppure “Salviamo la terra! E’ l’unico pianeta con la pizza!”, così gli slogan di alcuni cartelli e striscioni. Dalle scalinate del Tribunale sono intervenuti i relatori che hanno rinnovato l’appello a misure tempestive per la salvaguardia del clima.
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Nel 2022 l’ANBI ha registrato 104 fenomeni alluvionali: 2 a settimana
Mentre in Emilia Romagna si continua a lavorare per superare l’emergenza alluvionale, l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche illumina una verità sotto traccia, che conferma l’immagine di un’Italia alla mercè della crisi climatica e che, accanto alle tragedie, annovera una serie impressionante di episodi, che avrebbero potuto avere ben più gravi conseguenze.
Nel solo 2022, anno per altro caratterizzato da una grave insufficienza idrica soprattutto nel Nord Italia, i fenomeni alluvionali sono stati 104, cioè 2 alla settimana

“E’ un dato, che allarma e che dovrebbe sollecitare un grande piano di manutenzione del territorio, la più importante opera pubblica, di cui l’Italia abbisogna – sottolinea Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Per questo, rendiamo noto un elenco delle più gravi emergenze meteo registrate dall’Agosto scorso, cioè dalla fine della fase più acuta della siccità.”
Ecco l’elenco:
5/8/2022 – Alluvione in Val di Fassa (Trentino Alto Adige): cumulate di pioggia fino a 123 millimetri in un’ora (a Monzon, frazione di Pozza di Fassa); allagamenti, frane, torrenti esondati ed oltre 150 persone evacuate.
12/8/2022 – Alluvione in Calabria e Sicilia: fiumi di fango in provincia di Reggio Calabria e Messina, nonchè sull’isola di Stromboli. A Scilla ed a Stromboli automobili trascinate in mare dalle acque.
15-18/8/2022 – Nubifragi e vento forte in Emilia, Liguria, Toscana e Veneto: 2 morti per alberi caduti a Lucca e Carrara. 100 evacuati tra Massa e Carrara. Danni ad edifici ed infrastrutture. Proclamato lo stato di emergenza in Toscana e Veneto, nonchè lo stato di crisi in Emilia Romagna.
27-30/8/2022 – In Emilia-Romagna, nelle province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini: forti piogge con cumulate superiori ai 30 millimetri in poche ore provocarono danni ed allagamenti.
15-16/9/2022 Alluvione delle Marche: 13 vittime, 150 sfollati, 2 miliardi di danni.
25/9-1/10/2022 – Nubifragi in Sicilia con cumulate di pioggia superiori a mm. 100 in 24 ore tra le province di Ragusa, Trapani, Palermo, Agrigento: allagamenti e danni.
9-13/10/2022 – Alluvione nella Sicilia Occidentale: esondati fiumi, allagamenti in diversi comuni, frane e danni per milioni di euro ad infrastrutture ed a privati.
21-22/11/2022 – Ciclone Poppea: in Campania e principalmente nei comuni irpini e cilentani, cumulate di pioggia superiori a mm.100 in 24 ore. Fiumi di fango in diversi comuni.
26/11/2022 – Alluvione ad Ischia: cumulate pluviali di mm. 170 nella mattinata (mm.126 in 6 ore). Nella frana di Casa Micciola hanno perso la vita 12 persone, 5 sono stati i feriti, 450 gli sfollati, 40 le case danneggiate.
26/11-4/12 – Alluvione in Sicilia e Calabria, nelle province di Crotone, Catanzaro, Cosenza: allagamenti, esondazioni, frane e danneggiamenti ad infrastrutture, abitazioni, attività commerciali. A Roccabernarda mm. 104 di pioggia in 2 ore; in provincia di Messina (il 3/12) le cumulate hanno sfiorato i 300 millimetri.
19/1/2023 – Campania, “bombe d’acqua” sulle province di Caserta, Benevento e Salerno con cumulate superiori ai mm. 100 in 24 ore. In Molise e nel Casertano esondato il fiume Volturno; danni alle colture ed allagamenti.
8-10/2/2023 – Uragano Medicane sulla Sicilia: mm. 309 di pioggia in 48 ore a Siracusa (mm. 224 in 24 ore); mm. 270 sulla provincia di Ragusa; esondazioni, frane, allagamenti e danni. Proclamato lo stato di crisi.
2-17/5/2023 Alluvioni in Emilia-Romagna, Nord Toscana, Nord Marche: 14 morti
20/5/2023 – Nubifragi sulle province di Catania (a Paternò mm. 210 di pioggia in 24 ore) e di Nuoro (mm. 210 tra il 20 ed il 21 Maggio a Dorgali).
“Oltre all’incommensurabile tributo in vite umane – dichiara in conclusione Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – vanno considerati i miliardi di danni, di cui mediamente solo il 10% viene realmente ristorato ai cittadini; intervenire in prevenzione costerebbe 5 volte meno. Non solo: l’insicurezza idrogeologica è un freno allo sviluppo e l’alluvione è l’evenienza naturale, che permane più a lungo nella memoria collettiva di una comunità, condizionandone la vita per anni. Mettiamo a disposizione del Paese ed a chi lo rappresenta la nostra esperienza e centinaia di progetti cantierabili, il piano Invasi che hanno presentato ANBI ed Coldiretti ne costituisce la testimonianza più concreta.”
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Ambiente
Emergenza Emilia Romagna, dalle idrovore ai droni: prosegue dall’ANBI il supporto ingegneristico e pratico alla gestione dell’alluvione
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7 giorni fail
29 Maggio 2023
Completate le manovre eccezionali di inversione del corso del Canale Emiliano Romagnolo per far defluire le acque dalle zone allagate nell’alveo del fiume Po, il Consorzio C.E.R., punto d’eccellenza dell’innovazione targata ANBI, prosegue nel supporto ingegneristico e pratico alla gestione dell’alluvione.
Su mandato della Prefettura di Ravenna, in collaborazione con il Consorzio di bonifica della Romagna e Italdron, i ricercatori di Acqua Campus C.E.R.- ANBI, hanno completato, attraverso l’uso combinato di droni con tecniche di fotogrammetria e telerilevamento, la mappatura di un’estesa area nel Ravennate, così da stimare i volumi d’acqua ancora in circolazione e identificare le zone più sensibili dal punto di vista geomorfologico.
I dati raccolti permettono di creare un modello digitale del terreno, generando una mappa in tre dimensioni del territorio, ora a disposizione di quanti da giorni si stanno prodigando per allontanare le acque alluvionali.
La stessa tecnologia è utilizzata anche lungo l’asta principale del canale C.E.R. per consentire di identificare eventuali danni, che le esondazioni dei torrenti appenninici possano aver causato sulle lastre e nelle arginature.
“Credo che l’azione di operatori e mezzi dei Consorzi di bonifica, che continuano a mobilitarsi da tutta Italia, sia la più efficace rappresentazione di una tragedia, che sa di passato, guardando però al futuro prossimo, che attende il nostro Paese, minacciato dalla crisi climatica”: ad invitare alla riflessione su questi giorni particolarmente difficili è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
“Di fronte all’estremizzazione degli eventi atmosferici è evidente l’inadeguatezza della rete idraulica, seppur costruita con tempi di ritorno secolari, ma secondo modelli statistici purtroppo superati dall’accentuarsi dei fenomeni meteo – conclude il Presidente di ANBI – E’ come una roulette: le probabilità, che escano rosso o nero, sono al 50%, ma ciò non significa che la pallina non possa fermarsi su un colore anche più volte di seguito: purtroppo il ripetersi di eventi alluvionali sulla Romagna a distanza di pochi giorni e, per converso, il susseguirsi di disastrosi periodi siccitosi in altre zone del Paese, sono lì a dimostrarlo.”
“L’errore più grande, che dobbiamo evitare di continuare a fare, è ritenere che quanto accaduto in Romagna, pur accentuato da precipue condizioni geomorfologiche, con la velocità assunta dai cambiamenti climatici non possa ripetersi in tempi brevi in un Paese, dove il 94% dei comuni è ormai toccato dal rischio idrogeologico” aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI –
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Ambiente
Alluvione Emilia Romagna, Osservatorio ANBI: “La crisi climatica obbliga a ripensare le priorità del Paese”
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18 Maggio 2023
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