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Roma

CANALE MONTERANO, NATILI: ECCO IL PERCHE’ LA NOSTRA RISERVA VERREBBE GRAVEMENTE COMPROMESSA

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In merito all’articolo a firma Chiara Rai "CANALE MONTERANO, LO SPETTRO DEL "PIANO CASA" SULLA RISERVA NATURALE"  pubblicato il 18 settembre su questo quotidiano il giurista Daniele Natili dell’associazione “Voci di strada” ha voluto dare il proprio contributo.

 

Natili: "La delibera del 9 agosto, nel definire la sfera di applicabilità del piano casa nella Riserva, interpreta l'art. 7 della legge istitutiva della Riserva stessa in un modo che, oltre a comportare la suddetta, troppo ampia, applicazione del Piano casa nei confini dell'area protetta, di fatto potrebbe consentire l'edificabilità di nuove costruzioni in tutta l'Area II con indice 0,03 mc/mq. Questo è un grande problema. Il piano casa non prevede nuove costruzioni, il Piano casa si applica agli edifici esistenti. Ora, la nostra riserva, se venisse consentito un indice di fabbricabilità per nuove costruzioni di 0,03 mc/mq dentro i suoi confini, verrebbe gravemente compromessa."

 

Daniele Natili

In merito all'articolo "CANALE MONTERANO, LO SPETTRO DEL "PIANO CASA" SULLA RISERVA NATURALE" , pubblicato il 18 settembre su L'osservatore laziale si osserva quanto segue:

1) Nello scorso mese di marzo il consiglio comunale ha approvato una delibera di indirizzo urbanistico, definita "variante", ma nella forma di delibera immediatamente esecutiva. Il comune sostiene che nella sostanza non si tratti di una variante, ma di una delibera adottata con procedimento di semplificazione.
La regione Lazio ha comunicato al comune (il 4 settembre scorso) una richiesta di revoca della delibera di marzo, perché una simile delibera poteva essere adottata solo con il complesso procedimento di variante urbanistica secondo gli artt. 7 e ss. della L. Urbanistica nazionale e gli artt. 32 e 34 della L. Regionale n. 38/1999. In primo luogo vi è una disputa tra comune e regione Lazio in merito al procedimento. A mio parere ha ragione la regione Lazio ad evidenziare un vizio procedurale: in materia urbanistica, a parte casi limitati previsti in singole disposizioni di legge, il comune è l'ente preposto a prendere l'iniziativa, ma solo con procedimento speciale, o piano regolatore generale (PRG, oggi anche "Piano Urbanistico Comunale Generale) oppure variante al piano generale. L'articolo, poi, entra nel dettaglio dei problemi riguardanti le autorizzazioni paesaggistiche, ma la questione prioritaria è il procedimento a garanzia di tutti i cittadini, che non è stato adottato.

2) Il 9 agosto il comune di canale ha adottato una delibera immediatamente esecutiva, anche in attuazione della precedente delibera di marzo, che presenta tre capitoli. Qui è necessario commentare i primi due. Il primo capitolo introduce un meccanismo – meritevole nelle intenzioni – di "perequazione urbanistica". Si tratta di un meccanismo che i comuni adottano, al posto delle procedure di esproprio, nell'ambito dei piani urbanistici generali o delle varianti. Si individuano aree o comparti, e all'interno di tali aree omogenee si compiono trasferimenti di cubatura per armonizzare, a fini di equità fra i cittadini coinvolti, i vantaggi e gli svantaggi che derivano dalla pianificazione di quella zona. Se si prevede una scuola, per esempio, e occorre espropriare, la perequazione fa si che il peso di quell'esproprio, economicamente, gravi su tutti i cittadini della zona, e non sulla singola famiglia. Ora, il comune di Canale, ha usato questo strumento meritevole in modi procedurali e sostanziali dubbi, in quanto anche in questo caso occorrerebbe una variante. Invece la delibera di agosto è immediatamente esecutiva.

3) Il capitolo secondo della delibera definisce la sfera di applicabilità del Piano Casa alla Riserva di Monterano.
Trattandosi di attività urbanistica relativa alla Riserva, è corretto che l'articolo qui riportato evidenzi come sia mancata la richiesta di parere da parte del Direttore della Riserva stessa, come prevede il Testo Unico degli Enti Locali.
Anche questo è un vizio che potrebbe inficiare anche la delibera di Agosto in sede di controlli regionali.

4) L'articolo parla di Area I e Area II della riserva, dicendo che l'amministrazione comunale sostiene l'applicabilità del Piano casa a tutta l'Area II. Dove è il problema? La questione è la seguente. Il Piano Casa è una legge di stimolo all'economia. Prevede tutta una serie di possibilità di interventi; nella sostanza, prevede che possano essere sostituiti e ampliati, ristrutturati e ampliati, oppure semplicemente ampliati (generalmente del 20%) gli edifici regolarmente costruiti o quelli regolarmente sanati. Quando il Piano Casa affronta il problema di come le sue norme si applichino dentro le Riserve e le Aree Naturali Protette, esso dice una cosa molto chiara. Dice che esso si applica a tutte le zone B delle riserve del Lazio, nel caso che queste non abbiano un piano di assetto definitivamente adottato.Se il piano di assetto vi è, il Piano casa si applica alle zone edificabili delle Riserve (semplificando un po' rozzamente, ma per essere chiari). Se il piano di assetto non vi è allora il Piano casa si applica alle zone B delle riserve regionali, come definite dalla Legge regionale generale sulle riserve. Le zone B sono quelle parti delle riserve destinate a "promozione economica e sociale”; si tratta delle zone destinate ad attività economiche (es. turismo e spettacolo) nelle riserve. È chiaro allora, che il Piano casa non vuole compromettere le aree di interesse ambientale delle riserve, ma vuole solo il recupero e sviluppo degli edifici destinati ad attività economiche compatibili con le riserve. Il problema è che la Riserva di Canale Monterano nasce con legge speciale anteriore alla legge generale sulle riserve. L'area II della riserva di Canale è molto vasta. Comprende aree riconducibili alle zone B e aree di diversa vocazione. Per cui sorge il problema. L'Area II della nostra riserva è equiparabile integralmente alle zone B del Piano casa? Secondo me no! Perché la legge Piano Casa non vuole certo aggredire spazi delle riserve destinati a pura protezione ambientale.

5) L'articolo giornalistico non evidenzia chiaramente un ulteriore aspetto. La delibera del 9 agosto, nel definire la sopra detta sfera di applicabilità del piano casa nella Riserva, interpreta l'art. 7 della legge istitutiva della Riserva stessa in un modo che, oltre a comportare la suddetta, troppo ampia, applicazione del Piano casa nei confini dell'area protetta, di fatto potrebbe consentire l'edificabilità di nuove costruzioni in tutta l'Area II con indice 0,03 mc/mq. Questo è un grande problema. Il piano casa non prevede nuove costruzioni, il Piano casa si applica agli edifici esistenti. Ora, la nostra riserva, se venisse consentito un indice di fabbricabilità per nuove costruzioni di 0,03 mc/mq dentro i suoi confini, verrebbe gravemente compromessa.

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Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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