CAOS A ROMA: CHIUSI I SITI ARCHEOLOGICI PER ASSEMBLEA. TURISTI FURIOSI

Redazione

Roma – Roma sotto sopra per la chiusura dei maggiori siti archeologici a causa dell'assemblea sindacale di tutto il personale della Soprintendenza per discutere della grave situazione in cui si trovano i lavoratori del Ministero. Colosseo, Foro Romano e Palatino, Terme di Diocleziano e Ostia Antica hanno i cancelli serrati. L'apertura dei siti è stata ritardata alle 11.30, quando dovrebbe finire l'assemblea ma i disagi e le lagnanze dei turisti sono tante, soprattutto perché non sono stati avverti ti per tempo e ci sono stati anche degli errori negli avvisi affissi in inglese al Colosseo.

"Si informano i visitatori che oggi 18 settembre 2015 il Colosseo resterà chiuso dalle 8.30 alle 11 causa assemblea sindacale del personale di custodia. Ci scusiamo per il disagio". Così questa mattina i numerosi turisti sono stati avvertiti della chiusura dell'Anfiteatro Flavio per l'agitazione delle Rsu dei lavoratori. La traduzione in inglese dell'avviso, però, parla di chiusura "from 8.30 am to 11 pm", cioè le 23 di stasera. E tra i turisti nasce un po' di confusione. "Quindi sarà chiuso tutto il giorno?", si domanda una signora.

"Ok, we have to come back later". Si organizzano di conseguenza i gruppi di turisti giunti questa mattina davanti ai cancelli serrati del Colosseo. Un cartello apposto davanti l'ingresso recita che l'Anfiteatro Flavio resterà chiuso fino alle 11 per assemblea sindacale dei lavoratori. Ma la notizia non era nota ai turisti, che si sono comunque messi in coda. Ad avvertire la folla sono per lo più i centurioni. "Ah, è chiuso? Ma non c'è nessun avviso se non dentro, praticamente", lamenta una signora, appresa la notizia. Un gruppo di turisti inglesi hanno comprato ieri il biglietto sul sito internet per saltare la fila: "Potevano scriverlo almeno lì, ci saremmo organizzati", dicono. "Abbiamo giusto due giorni, Roma è grande, avremmo fatto altre scelte", lamenta una donna polacca. Colte di sorpresa anche le guide turistiche. Una ragazza che accompagna una comitiva polacca cerca qualcuno cui chiedere lumi, poi si rassegna: "Faremo prima il Foro, poi verremo qui al Colosseo. Certo, è una bella delusione per i turisti". Qualche confusione anche tra le forze dell'ordine che lamentano di "non essere stati avvertiti". Nel frattempo la coda si ingrossa, i turisti arrivano all'ingresso e tornano indietro: l'unico avviso si trova praticamente oltre il cancello.

"La chiusura ai visitatori dei principali siti archeologici della Capitale questa mattina, motivata da un'assemblea sindacale (peraltro regolarmente convocata) porta, ancora una volta, alla ribalta l'urgenza di ricomprendere la fruizione dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali" dichiara in una nota Roberto Alesse, presidente dell'Autorità di garanzia per gli scioperi. "Proprio ieri – sottolinea – è iniziata in Senato la discussione dei disegni di legge di modifica alla legge sul diritto di sciopero, sollecitata dallo stesso Governo, ed è mio auspicio che, in quella sede, si ragioni con rigore e serietà anche di questo tema. Lasciare la fruizione del nostro patrimonio culturale fuori dai servizi pubblici vuol dire continuare a dare una pessima immagine del Paese ai cittadini e ai milioni di turisti che quotidianamente scelgono di vistare le nostre città".