CARMINATI USAVA LA COOP COSMA PER RECUPERARE IL DENARO "SPORCO"

di Angelo Barraco
 
Il Gip Flavia Costantini, in un passaggio che si trova in una delle 428 pagine dell’inchiesta denominata “Mafia Capitale” parla dice che “Gli esiti delle investigazioni esperite hanno consentito di appurare che la Cooperativa Servizi manutenzione società Cooperativa sociale Onlus a responsabilità limitata (Cosmada) è di fatto uno strumento utilizzato da Massimo Carminati per il recupero delle illecite somme a lui dovute e una società 'cartierà priva di consistenza aziendale e sostanzialmente inattiva, fiscalmente domiciliata presso lo studio commercialista di un sodale di Carminati, Paolo Di Ninno, il quale è risultato curare la contabilità della gran parte delle società riconducibili a Salvatore Buzzi”. Continua dicendo che la Cosmada è presieduta dall’avvocato Antonio Esposito, dal 30 giugno 2012 e risulta essere un prestanome al servizio di Carminati. Il Gip scrive che “Secondo quanto affermato da Buzzi la Cosma veniva utilizzata come stabile metodo per permettere a Carminati di rientrare del proprio credito acquisito mediante investimenti passati (nelle attività delle cooperative) e successivi guadagni ottenuti dalle attività illecite perpetrate dal sodalizio per il tramite delle opere svolte dalle cooperative poste sotto l'influenza dell'organizzazione”. Buzzi sottolineava più volte, quando parlava con i collaboratori, la necessità di “dover retribuire l'espletamento di lavori fittiziamente condotti dalla cooperativa Cosma” per far avere a Carminare quanto dovuto in base alla propria quota partè. In un’intercettazione Buzzi discute della “possibilità di fatturare l'espletamento di lavori per guardiania di bagni e spurgo di bagni” fatturando 359mila euro in favore della Cosma sottolineando “perché è ora che se…alleggerimo…dovevo da un milione a Massimo eh”.