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CAROLINA KOSTNER NEI GUAI: RISCHIA LA SQUALIFICA

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Tempo di lettura < 1 minuto La Procura antidoping del Coni ha aperto un fascicolo per accertare eventuali violazioni del codice Wada

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Redazione

Non terminano i guai per la campionessa Carolina Kostner. La Procura antidoping del Coni ha aperto un fascicolo per accertare eventuali violazioni del codice Wada da parte di Carolina Kostner, la 28enne pattinatrice bolzanina che ha preso parte la scorsa settimana all'Italian Summer Tour 2015, un evento organizzato dall'associazione dilettantistica Ghiaccio Spettacolo che ha visto il bronzo di Sochi 2014 esibirsi a Corvara, Pinzolo ed Asiago. Il procuratore Tammaro Maiello, dopo aver acquisito agli atti tutto il materiale d'interesse all'indagine, compresi i post su Facebook della stessa azzurra poi rimossi, ha inviato come atto dovuto delle lettere anche alla Federghiacco e alle Fiamme Azzurre, il Gruppo Sportivo della Kostner, al fine di appurare l'esistenza di violazioni in un'indagine che, in primis, ha come obiettivo quello di tutelare la stessa pattinatrice. La Kostner e' stata squalificata lo scorso gennaio per 16 mesi per aver aiutato l'ex fidanzato Alex Schwazer a saltare un controllo antidoping e la sanzione potrebbe ripartire dalla data di un'ultima ed eventuale trasgressione del divieto di esibirsi nell'ambito di attività organizzate da società ed enti affiliati al Coni e in presenza di altri tesserati. La Kostner, che ha fatto appello al Tas di Losanna contro la squalifica in primo grado inflittale dal Coni, e' ancora attesa il 9-10 ottobre, all'Arena di Verona, per 'Intimissimi on Ice' 2015

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Harry Potter Campioni di Quidditch, sfide fra i cieli a caccia del boccino d’oro

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Da sempre chi ama l’universo di Harry Potter sogna di poter prender parte a una partita di Quidditch, lo sport che vede maghi e streghe affrontarsi in una partita, simile a un misto di calcio e rugby, con la differenza che si “corre” a cavallo di un manico da scopa. Ebbens, grazie a Harry Potter Campioni di Quidditch, nuovo videogame per Pc, Switch, Xbox e Playstation, tutto questo è finalmente possibile. Annunciato nel 2023, il titolo si presenta principalmente come un gioco multiplayer competitivo basato sullo sport ideato da J.K. Rowling. Il gioco permette ai giocatori e alle giocatrici di sfidarsi in squadre, prendendo parte a partite di Quidditch nei diversi ruoli tradizionali del gioco: Cacciatore, Battitore, Portiere e Cercatore, e proprio come nei libri e nei film bisognerà schivare i bolidi, fare gol con la pluffa e acchiappare l’inafferrabile boccino d’oro. Ovviamente, trattandosi di un videogioco, per rendere l’esperienza più godibile sono state apportate alcune modifiche al regolamento: primo fra tutti il punteggio, la partita infatti non finisce automaticamente con la cattura del boccino d’oro, e quest’ultimo vale solo 30 punti, contro i 150 canonici. Inoltre, il boccino può apparire più volte durante una partita, in genere due o tre volte, trasformandolo sì in un momento di gioco entusiasmante, ma non così decisivo da ribaltare completamente le sorti di una partita con un singolo colpo di scena. Ciò conferisce ai Cacciatori un ruolo di maggiore importanza, permettendo loro di accumulare punti con costanza e di contribuire al risultato della squadra in modo sostanziale. Le partite durano solo 6 minuti e il cap del punteggio è fissato a 100. Anche la presenza di un solo Battitore per squadra, invece dei due canonici, è una modifica importante: il Battitore rimane una figura potente, in grado di mettere fuori gioco temporaneamente un avversario con un colpo ben assestato, ma senza monopolizzare la dinamica della partita. Questo consente agli altri ruoli di brillare maggiormente, rendendo ogni singola azione importante per aggiudicarsi la vittoria. Sicuramente, dal punto di vista del bilanciamento del gioco ai fini videoludici della competizione, questi cambiamenti non solo rendono le partite più bilanciate, ma evitano anche situazioni in cui una cattura del boccino annullerebbe tutto il lavoro fatto dalla squadra fino a quel momento. Insomma, il titolo è molto simile a quanto descritto nei romanzi e a quanto visto nei film, ma trattandosi di un videogame differisce in qualcosa.

Harry Potter: Campioni di Quidditch punta tutto sulle abilità con la scopa, esattamente come ci si aspetterebbe da un gioco dedicato allo sport ufficiale di maghi e streghe. La sensazione di librarsi in aria su una scopa è davvero sensazionale, e la precisione dei controlli è notevole. La velocità di volo è ben bilanciata, permettendo di sentirsi rapidi e agili senza mai perdere il controllo del personaggio, il che rende ogni partita dinamica e coinvolgente. Il boost poi è un’aggiunta graditissima, perfetta per sfrecciare a tutta velocità dietro alla pluffa o al Boccino d’Oro, mentre le schivate permettono di creare movimenti fluidi e coreografici che risultano davvero spettacolari, soprattutto quando si riesce a schivare un bolide all’ultimo secondo o ci si infila abilmente tra i difensori avversari mettendo a segno un punto. In Harry Potter: Campioni di Quidditch ogni ruolo ha una sua specifica funzione divertente e tendenzialmente utile. Tutto questo rende il gameplay divertente e vario, almeno per le prime ore di gioco. Giocare come cercatore, per esempio, rimane una delle esperienze più appaganti, soprattutto per chi ama la caccia al boccino d’oro. Anche se la piccola sfera è stata “depotenziata a livello di punti” rispetto alle versioni canoniche del Quidditch, il fascino di inseguire quella palla magica scintillante e velocissima rimane inalterato, e la sensazione di vittoria quando lo si afferra è impagabile. Ma anche gli altri ruoli sono interessanti: i cacciatori ad esempio hanno un compito dinamico e complesso, costantemente impegnati con gli avversari in scontri frenetici per rubarsi la pluffa, scattando avanti e indietro per il campo e ovviamente affrontando il Portiere con tiri precisi e potenti. E poi c’è il battitore, un ruolo sostanzialmente di controllo da non sottovalutare, perché può fare davvero la differenza: lanciare un bolide al momento giusto può interrompere l’azione del cercatore avversario proprio quando sta per catturare il boccino, può fermare un cacciatore o addirittura neutralizzare il portiere. Per quello che concerne la gestione del menù di gioco e delle meccaniche di progressione, Harry Potter: Campioni di Quidditch sembra seguire la scia dei titoli free-to-play, nonostante il prezzo di lancio sia di circa 40 euro. Questo si riflette soprattutto nella possibilità di sbloccare personaggi iconici del mondo magico come Harry, Ron, Draco Malfoy e Angelina Johnson, il che dà sicuramente una marcia in più al senso di immersione per i fan della saga. Tuttavia, il sistema di sblocco appare più vicino a quello di giochi con microtransazioni, e la progressione potrebbe risultare lenta per chi non è abituato a questo tipo di dinamica.

La modalità per giocatore singolo di Harry Potter: Campioni di Quidditch si presenta come un’esperienza piacevole, ma piuttosto breve e lineare. Diciamo che è come un lungo tutorial che prepara i giocatori al multiplayer, che è di fatto il cuore pulsante della produzione. La modalità permette di partecipare a quattro tornei, dove ogni competizione si articola in una serie di partite che culminano nella possibilità di vincere la tanto ambita coppa del mondo di Quidditch. Tuttavia, questa modalità di gioco è tutt’altro che un lungo e impegnativo viaggio verso la gloria sportiva, infatti, in una manciata di ore si diventerà già campioni. Letteralmente. Il ritmo incalzante delle partite e la semplicità con cui si possono superare gli avversari rendono questa modalità adatta a chi cerca un passatempo senza troppo impegno o a chi vuole imparare i rudimenti del gioco. Il cuore strategico del gioco risiede nella composizione della squadra, che è formata da sei giocatori, ognuno con le proprie abilità e peculiarità. Questo aspetto tattico offre delle possibilità interessanti per i match, ma è nel multiplayer 3 vs 3 che il gioco dà il meglio, con ogni giocatore che deve scegliere due ruoli tra i quattro disponibili (Cacciatore, Cercatore, Battitore, Portiere) e alternarsi tra essi durante la partita. In teoria, questo dovrebbe garantire varietà e frenesia nelle partite online, ma nella pratica non riesce a raggiungere quel livello di divertimento che ci si aspetterebbe da un titolo dedicato al Quidditch. Sebbene le partite siano frenetiche e competitive, manca quel qualcosa in grado di catturare l’attenzione del giocatore per ore. Un’altra nota dolente è l’assenza totale di una modalità 6 contro 6, una caratteristica che, per un gioco basato sul Quidditch, è una pecca piuttosto grave. La presenza di soli tre giocatori per squadra limita in parte il potenziale strategico e la complessità delle partite, riducendo anche il coinvolgimento che si potrebbe avere con una squadra in cui ogni ruolo è ricoperto da un giocatore umano. Questo potrebbe far storcere il naso ai fan più esigenti, che si aspettano di poter vivere una vera e propria esperienza da stadio, dove ogni ruolo è coperto e ogni azione ha un impatto diretto sull’esito del match. Speriamo che Unbroken Studios intervenga al più presto con aggiornamenti che possano risolvere queste mancanze, magari introducendo proprio la modalità 6 contro 6 tanto desiderata, perché al momento questa assenza si fa sentire e riduce il potenziale del titolo. A livello tecnico/grafico, Harry Potter Campioni di Quidditch riesce a valorizzare l’esperienza di gioco. Le animazioni dei giocatori mentre sfrecciano sulle scope, inseguono la pluffa o si scontrano coi bolidi sono fluide e convincenti, conferendo al gioco una dinamica visiva accattivante. I movimenti risultano naturali, e ogni azione sul campo di gioco ha una sua soddisfazione estetica. Anche il comparto sonoro è di buon livello: gli effetti sonori delle scope che sfrecciano, le magie e i rumori di fondo del pubblico riescono a dare vita a una partita di Quidditch entusiasmante. La colonna sonora, pur non essendo memorabile quanto quella presente nei film, accompagna efficacemente l’azione senza mai risultare invadente. Insomma, tirando le somme, se si è amanti dell’universo di J.K. Rowling e si è disposti ad accettare qualche compromesso, Harry Potter Campioni di Quidditch è un titolo che ha tutte le carte in regola per offrire forti emozioni e divertimento di alto livello.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8
Sonoro: 8
Gameplay:8
Longevità:8

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise

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iPhone 16 Plus, prestazioni di alto livello che si avvicinano al modello Pro

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Negli ultimi anni, le versioni base degli iPhone sono rimaste più di un passo indietro rispetto alle più costose e prestanti versioni Pro. Bene, questo trend è destinato a cambiare in questo 2024, con la presentazione degli iPhone 16. Sia l’omonimo telefono che la variante Plus possono infatti contare su un comparto hardware in grado più di ieri di dare del filo da torcere ai top di gamma dell’azienda, votati ad un utilizzo da parte dei professionisti di foto e video. Di fatto, l’iPhone 16 Plus può rappresentare una valida alternativa, anche in termini di prezzo, ai modelli più costosi della Mela. Le funzionalità premium un tempo esclusive dei modelli iPhone Pro si concentrano sul pulsante Azione, la fotografia macro e il ray tracing per i giochi. Apple ha inoltre dato a iPhone 16 Plus nuove funzionalità e miglioramenti, come il pulsante “Controllo fotocamera” e la ricarica MagSafe più veloce. Non manca Apple Intelligence, con le funzionalità di intelligenza artificiale, che però non sono disponibili nel nostro Paese e nel resto d’Europa. La speranza è di vederle più avanti nel corso del 2025. In aggiunta a ciò, una fotocamera ultra-grandangolare migliorata e stili fotografici da aggiungere dopo aver scattato una foto, con i modelli base di iPhone 16 che continuano a sfumare il confine tra le opzioni entry-level e quelle Pro. Unico appunto è il display “obsoleto” da 60 Hz, visto che i pannelli ad alta frequenza restano una caratteristica dei modelli Pro. L’ iPhone 16 Plus ha un design più simile all’iPhone 15. Tuttavia, l’isola della fotocamera sul retro è ora un ovale a forma di pillola con due lenti che ricorda l’iPhone X e l’iPhone XS. Questo allineamento consente all’iPhone 16 di girare video spaziali stereoscopici per la visualizzazione con il visore Apple Vision Pro. Il colosso di Cupertino ha introdotto inoltre due nuovi pulsanti nei modelli base di iPhone 16: il pulsante Azione, adottato dai modelli Pro e che sostituisce l’interruttore suoneria/silenzioso, e un nuovissimo pulsante di controllo della fotocamera, presente in tutta la serie iPhone 16. Il pulsante Azione è una scorciatoia per funzioni e caratteristiche utili, come l’attivazione/disattivazione della torcia o una modalità Focus che limita le distrazioni. È più utile del vecchio interruttore Modalità silenziosa anche se può essere confuso con il pulsante di aumento del volume. Cuore pulsante dell’iPhone 16 Plus è il processore A18, che diventa “Pro” sulle versioni top di gamma. Cambia qualcosa ma non in maniera rivoluzionaria: le prestazioni sono tali da permettere di eseguire qualsiasi app o gioco senza alcun intoppo. Specialmente per il gaming, il processore A18 è abbastanza potente da supportare titoli di gioco di livello alto, in precedenza esclusivi dei modelli iPhone 15 Pro. Inoltre, iPhone 16 Plus è il primo telefono base di iPhone a supportare il ray tracing per una migliore grafica di illuminazione. Quelli fino ad ora elencati sono aggiornamenti interessanti ma, come anticipato, bisogna accontentarsi di uno schermo con una frequenza di aggiornamento di 60 Hz anziché 120 Hz, come i modelli iPhone 16 Pro e tutti gli iPhone Pro a partire dalla serie iPhone 13. C’è una differenza innegabile: le animazioni sono molto più fluide a 120 Hz e anche alcuni giochi che supportano 120 frame al secondo (fps) possono essere eseguiti in modo ottimale. In confronto, le animazioni su un display a 60 Hz sembrano discontinue, dando l’impressione che le prestazioni del telefono siano lente, il che non è assolutamente il caso dell’iPhone 16. Per quello che concerne le fotocamere, il sensore principale, da 48 megapixel dell’iPhone 16, è identico a quello dell’iPhone 15 ma c’è un dettaglio. Il sensore, ora chiamato Fusion, evidenzia l’opzione di zoom ottico 2x e la nuova funzione di filtri che regolano tinta e tonalità con consapevolezza contestuale. Ad esempio, uno stile vibrante potrebbe saturare profondamente i colori, ma lo farà in modo più delicato per i volti. Ci sono 11 nuovi stili e controlli migliorati per adattare ogni stile all’aspetto desiderato. La parte migliore di questo aggiornamento è l’opportunità di aggiungere e regolare stili fotografici dopo aver scattato una foto. Lo zoom 2x non è esteso quanto lo zoom 5x sui modelli iPhone 16 Pro, ma è comunque una buona opzione per avvicinarsi un po’ di più ai soggetti. L’iPhone 16 Plus ha inoltre una nuova fotocamera ultrawide che può catturare più luce rispetto ai precedenti iPhone, e si nota soprattutto negli scatti in condizioni di scarsa illuminazione. Il nuovo allineamento verticale consente all’iPhone 16 di scattare foto e video spaziali per la prima volta in un modello base. A livello di miglioramenti la novità clou è la ricarica MagSafe da 25 W più veloce con il nuovo caricabatterie MagSafe rispetto alle velocità da 15 W dell’originale. È più o meno veloce quanto la ricarica cablata con la porta Usb-c, con Apple che sottolinea come entrambe possano ricaricare l’iPhone 16 Plus al 50% in 35 minuti. L’azienda non ha aggiornato la porta di alimentazione per supportare velocità di trasferimento più elevate ma non un fattore decisivo, poiché il trasferimento di dati da e verso un altro dispositivo non è così comune come una volta. Tirando le somme possiamo dire che l’iPhone 16 Plus è portatore di diversi aggiornamenti chiave che lo rendono il migliore “melafonino” entry-level dell’azienda di Cupertino. Il pulsante Azione, il Camera Control, il processore A18 di nuova generazione, una fotocamera ultrawide migliorata, la fotografia macro sono solo alcuni. E quando arriverà Apple Intelligence, si aprirà un mondo ulteriore di possibilità creative e di ottimizzazione, grazie alle potenzialità dell’IA generativa. Insomma, mai come quest’anno è consigliabile acquistare una versione Plus.

F.P.L.

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Ace Attorney Investigation Collections, è ora di rimettere la toga

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Dopo anni di attesa, arrivano finalmente entrambi gli Ace Attorney Investigations anche in occidente, grazie a un’interessante raccolta per Pc, Switch, Xbox e PlayStation. Questi due titoli hanno da sempre occupato un posto particolare nel cuore dei fan, ma fino ad ora era l’ultimo tassello mancante nel mosaico dei titoli della serie non ancora rimasterizzati per le console di attuale generazione. La sua assenza si faceva sentire, soprattutto considerando le difficoltà che accompagnarono il lancio originale su Nintendo DS: un rilascio che fu caratterizzato da diverse limitazioni, tra cui la scarsità di copie fisiche disponibili sul mercato e la mancanza di una localizzazione adeguata per diverse lingue, il che ne limitò fortemente l’accessibilità a un pubblico internazionale. Con questa Ace Attorney Investigations Collection, Capcom ha cercato di colmare queste lacune, offrendo finalmente una versione migliorata e accessibile di questi rari titoli a un pubblico più vasto e su piattaforme moderne. La raccolta, infatti, non si limita a essere una semplice operazione nostalgia, ma rappresenta un vero e proprio sforzo di rimasterizzazione e localizzazione, con l’obiettivo di restituire ai giocatori e alle giocatrici un’esperienza di gioco che rispetti la qualità e il fascino originali, arricchiti però da una veste grafica del tutto nuova e da alcune significative migliorie tecniche. Tuttavia, non tutto è privo di ombre: nonostante il notevole lavoro svolto per rendere questa collezione accessibile a un pubblico globale, i fan italiani potrebbero sentirsi delusi/e dalla mancanza dei sottotitoli nella loro lingua. Questa assenza rappresenta un limite significativo, soprattutto per coloro che non sono completamente a proprio agio con l’inglese e che avrebbero apprezzato la possibilità di godere appieno delle intricate trame e dei dialoghi ricchi di sfumature che da sempre caratterizzano questa serie. Pur trattandosi di spin-off, i due titoli della saga Investigations introducono alcune novità nella classica ricetta di Ace Attorney che riescono a movimentare un po’ le acque rispetto alla serie principale. La novità più rilevante sul piano delle meccaniche è il Logic System. Questa nuova modalità va ad affiancarsi alla classica raccolta di indizi sparsi per lo scenario da collegare tra di loro per tramutarli in prove. In questa occasione, durante i sopralluoghi sulla scena del crimine, il protagonista può rilevare anche fatti e situazioni fuori posto, che forniscono indicazioni sullo svolgersi degli eventi. Unendo tra loro due deduzioni logiche si possono dunque eliminare dal campo d’esame ricostruzioni incongruenti e far avanzare la trama lungo i giusti binari.

Questa nuova modalità di indagine si inserisce all’interno di un’altra novità per la serie, ovvero l’esplorazione tridimensionale degli ambienti. Se nei capitoli principali si dovevano esaminare nel dettaglio schermate statiche in cerca di elementi fuori posto, nei due episodi di Investigations questi momenti si affiancano ad altri in cui muovere Miles per lo scenario in cerca di punti di interesse. Dal punto di vista pratico non cambia molto, bisogna pur sempre esaminare il luogo del delitto e raccogliere elementi utili a incastrare il colpevole. L’esplorazione in terza persona, però, contribuisce ad aggiungere profondità narrativa al racconto grazie alle costanti interazioni tra i personaggi in scena che esaltano il pregio migliore della saga, ovvero quella capacità di mischiare dramma e commedia dell’assurdo, momenti di disperazione che si alternano a scenette comiche. Ulteriore aggiunta che fa la sua comparsa nel secondo episodio di Investigations e che lega insieme i due aspetti citati poc’anzi è il Mind Chess. Questa nuova meccanica fa la sua comparsa all’interno di alcuni dialoghi e gioca con la passione di Miles Edgeworth per gli scacchi, che il gioco furbescamente non perde occasione di ricordare. Essa non modifica il duello verbale e la sua evoluzione, ma sovrappone a questo un nuovo livello di lettura, con la schermata della scacchiera che appare a mostrare graficamente l’evoluzione del confronto. Una volta distrutti tutti i pezzi dell’avversario, il duello è vinto e la trama può procedere. Se poi si è stanchi di presentare prove durante la parte strutturalmente più ripetitiva, la Collection offre la possibilità di attivare una modalità storia che risolve automaticamente gli enigmi. Ovviamente tale feature non permette di ottenere achievement ed elimina ogni elemento di gameplay, ma almeno migliora lo scorrere delle fasi meno riuscite del primo gioco. Inoltre nel caso si voglia solo giocare specifiche parti di ogni caso, è possibile accedere ad ogni fase liberamente nella selezione capitoli. Insomma le opzioni aggiuntive a questa raccolta non mancano. E dal punto di vista tecnico? Beh, gli Ace Attorney Investigations erano giochi per Nintendo DS, quindi non bisogna attendersi miracoli: restano comunque giochi 2D, con artwork dei personaggi scarsamente animati durante i dialoghi e un quantitativo limitato di doppiaggi. Ciò nonostante, Capcom ha fatto un ottimo lavoro su questa collection, non solo riarrangiando la colonna sonora (l’originale è comunque selezionabile dalle opzioni), ma ridisegnando anche ogni singolo sprite con cura. Persino l’intervento del team sull’interfaccia risulta estremamente solido, cosa non scontata se si considera che in origine i due giochi facevano uso di uno schermo touch aggiuntivo. In parole povere, un ottimo lavoro generale, ben curato, con un po’ di sana “quality of life” aggiuntiva che non fa mai male. Peccato solo, come già detto, per la totale assenza della lingua italiana. Uno scoglio che per alcuni potrebbe tradursi nel mancato acquisto del titolo.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8
Sonoro: 7,5
Gameplay:7
Longevità: 7

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise

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