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CARPANETO PIACENTINO: LA FAMIGLIA GALIMBERTI IN GUERRA CON IL COMUNE E AUSL PER OTTENERE I DIRITTI DEI FIGLI DISABILI

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di Cinzia Marchegiani

Carpaneto Piacentino (PC) – Esiste nell’immaginario collettivo una decadenza del nostro paese molto pronunciata, confermata dalle battaglie ciclopiche che molte famiglie italiane devono affrontare affinché i principi e i diritti sanciti dalla legge possano consegnare dignità di vita e rispetto per chi su questa terra è nato con gravi problemi di salute. Quando una famiglia è costretta a denunciare pubblicamente tramite un’inchiesta giornalistica o televisiva la propria sofferenza e le infinite difficoltà quotidiane, deve superare inevitabilmente quel pudore e quella riservatezza che dovrebbero essere invero garantite dalle stesse istituzioni.
I coniugi Galimberti, sono una coppia giovanissima che stanno vivendo sulla propria pelle e quella dei propri due figli, Brian e Jonathan, una grave situazione di ordinaria follia. Silvia e Alex hanno inviato a L’Osservatore d’Italia un vero dossier di documenti, certificati medici, corrispondenza elettronica affinché si possa fare luce sul danno perpetrato non solo a loro carico, ma soprattutto a danno dei loro due giovani figli, Brian e Jonathan, che oltre a non ricevere le elementari forme di assistenza fisioterapica adeguata domiciliare, sono due bambini cui non è stato garantito lo sviluppo psicologico sociale adeguato alla loro età. Silvia, ho imparato a conoscerla tra una telefonata e tante email, è una mamma non solo preoccupata per la salute dei figli, ma anche della propria. Sa benissimo che si deve tenere in salute, che senza di lei, Brian e Jonathan, sarebbero lasciati al loro triste destino.

La documentazione e la corrispondenza che i Galimberti hanno sostenuto con il Comune di appartenenza, i medici dell’Ausl è un vero pugno allo stomaco, che fotografa come questa famiglia, già impegnata quotidianamente nelle gravose difficoltà di gestione, deve anche combattere contro un sistema illogico che ulteriormente consuma energie e risorse della stessa famiglia. Brian e Jonathan sono due bambini affetti da una malattia rara, la sindrome di “Allan Dudley” e sono disabili al 100%, cioè sono affetti da una encefalopatia spastico-distonica su base familiare da difetto del gene MCT8. Silvia mi racconta che lei è la portatrice sana di questo difetto genetico e che l’ha scoperto però solo quattro anni fa, dopo un odissea inenarrabile che l’ha portata nelle migliori strutture ospedaliere italiane ed estere per comprendere cosa avessero Brian e Jonathan. In realtà al primogenito avevano diagnosticato un danno da ipossia dovuto ad un problema di parto, ma anche al secondo figlio la patologia si era presentata al 3° mese di vita, nonostante Silvia avesse programmato il cesareo. Entrambe i coniugi non vivono di beni al sole e dovendo andare al lavoro, hanno combattuto contro un sistema indifferente e a tratti incompetente delle leggi che tutelano i bambini affetti da gravi disabilità, per questo hanno cominciato a studiare normative e leggi consapevoli che doveva esistere una forma di tutela dei minori sia per accedere alla fisioterapia presso la propria abitazione, totalmente indispensabile per questa grave patologia, sia una forma di assistenza individuale che potesse coadiuvare il loro inserimento nella società didattica e sociale, affinché non subissero per mancanza di copertura di assistenza dedicata a ciascun figlio un parcheggio forzato su una passeggino come al centro estivo, non tutelando le attività ludiche e didattiche. Questa inattività forzata è come una morte psicologica annunciata cui i genitori hanno contrastato rispedendo al mittente le normative e le leggi che tutelano i disabili e soprattutto i minori. La compresenza di due minori con diagnosi di grave disabilità, nello stesso nucleo familiare ora di 12 e 14 anni, sono difficili da gestire anche fisicamente, e comporta momenti di elevato livello di complessità assistenziale, dovute tra l’altro nel dover agire contemporaneamente su entrambe i ragazzi. Siamo di fronte ad un Comune, Carpaneto Piacentino e la AUSL di appartenenza, oltre la Regione Emilia Romagna che non sentono l’obbligo e il dovere di rispondere alle diffide che il legale della famiglia Galimberti ha inoltrato nei mesi precedenti, la prima nel 19.06.2014 dove veniva sollecitata la mancanza di assistenza più volte richiesta dagli assistiti per i propri figli, perché titolari del diritto di fisioterapia domiciliare “mai attivato” (entrambi non deambulano), e nr 2 assistenti (per ciascun ragazzo) dalle 8:00 alle 10:00 al centro estivo nel periodo dal 16.06.2014 – 25.0.2014 per l’affiancamento del personale qualificato, richiesta anch’essa rimasta inevasa, dove l’avv Di Iorio testualmente ricorda:”ha violato ancora una volta i diritti dei minori.Tutto ciò ha provocato notevoli ripercussioni psichiche, accertate documentalmente, sulla madre Silvia Casali, la quale ad oggi risulta affetta da sindrome di attacchi di panico”. Non è servito questo avvertimento legale che preavvertiva nel caso di difetto di quanto loro richiesto la denuncia per le omissioni alle competenti autorità giudiziarie. Il silenzio di queste istituzioni ha indotto la famiglia Galimberti a cercare sempre una soluzione più ragionevole possibile, difatti nel mese di luglio e precisamente il giorno 18, l’avv Alberto Scherma in loro nome ha indirizzando al dr Giuliano Limonta della ASL Piacentina e al Sindaco Gianni Zanrei del Comune di Carpaneto Piacentino, l’ennesima richiesta di assistenza domiciliare intergrata per Brian e Jonathan, poiché dopo il temine dell’anno scolastico (26.07.2014) entrambe i fratelli rimangono presso la propria abitazione anche la mattina:”Orbene, a causa degli impegni lavorativi dei due coniugi, i Sigg.rri Jonathan e Brian Galimberti, restano soli in abitazione; quindi sussiste la necessità di ricevere assistenza domiciliare integrata (ADI) dal lunedì al sabato dalle ore 07.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 19.00 da parte di 2 (due) assistenti.”

Siamo a settembre e Brian e Jonathan non hanno ricevuto alcuna informazione o lettera che potessero spiegare questo accanimento nei loro confronti e ora questa famiglia con ulteriori spese legali si vede costretta, come anticipato nella lettera legale, a rivolgersi all’Autorità Garante competente. Ricordiamo che solo dopo l’intervento della trasmissione delle Iene, il servizio di trasporto è stato riattivato a ottobre 2013, dopo che due anni era stato disattivato, impedendo materialmente ai ragazzi di recarsi alla fisioterapia, che dovrebbe essere attivata a domicilio per legge ai disabili al 100%.

Ma dietro queste diffide c’è molto di più, c’è una lotta quotidiana fatta di corrispondenza elettronica innescata dai Galimberti lunga una vita, dove diventa un problema il trasporto con il pulmino alla scuola, non viene riconosciuto l’esenzione dal comune e quindi inviati presso l’indirizzo dei Galimberti i bollettini del conto corrente da pagare, diventa un caso di stato il seggiolone ortopedico che i Galimberti hanno fatto richiesta per il trasporto del figlio minore Brian (Jonathan invece ne è provvisto di cui lo stesso Dr Limonta, come spiega la mamma Silvia in una email, ne aveva approvato il collaudo)… ora sembra essere cambiata la normativa e quindi non si può garantire lo stesso servizio. Il seggiolone ortopedico diventa una regalia e non un diritto e attivato per aiutare espressamente la famiglia, il 30 settembre 2013 con una email si informava: “Buongiorno, inoltrerò al Servizio Assistenza Protesica di Fiorenzuola la prescrizione per seggiolone ortopedico per Brian, che sarà quindi successivamente al vaglio per eventuale autorizzazione.”

E poi l’assistenza fisioterapica domiciliare diventa un caso di stato per il comune e la Regione Emilia Romagna. I Galimberti, tramite una email del 19 aprile 2014 inviava al dirigente generale della Asl di Piacenza una diffida per la mancata attuazione della legge 104/92, dove ripercorrendo l’iter burocratico avviato scrivevano:” Si chiede pertanto l'attivazione a domicilio della fisioterapia come da progetto, nel caso in cui ciò non avvenga, ci costringe a diffidare sia lei che il direttore sanitario e amministrativo dell'ASL affinché venga rispettato l'atto d'indirizzo approvato con D.P.R del 24/01/94 , e tutt'ora vigente, ed anche l'Assessorato Regionale alla Sanità, come espressamente stabilito dallo stesso atto (art 7).Se necessario le diffide le diffonderemo via stampa e televisione. Pertanto ai sensi e per gli effetti della legge 241 del 1990 la famiglia Galimberti chiede una risposta scritta entro i termini imposti dalla legge; se decorso tale periodo non avremo nessun riscontro, come già detto, sarà perseguibile penalmente. In attesa, Le porgiamo i più cordiali saluti.” La risposta arriva a Silvia e Alex con una raccomandata A.R., il documento della AUSL di Piacenza (servizio Sanitario Regionale Emilia Romagna) in data 13 maggio 2014, con il protocollo n.0025087 a firma del dirigente generale Andrea Bianchi che in una lunga lettera confermava e spiegava le decisioni in merito al diniego dell’autorizzazione alla fisioterapia domiciliare:”in merito alle sopraggiunte richieste di ausili e protesi preparatori ed eventuale tentativo di introduzione della statica nell’ambito del trattamento fisioterapici nonché l’ipotesi di passare al trattamento fisioterapico domiciliare, ha reso necessario per procedere alla revisione del progetto riabilitativo l’acquisizione di un terzo parere tecnico del Centro HUB di 3° livello per i gravi disturbi neuromotori in età evolutiva di Reggio Emilia e si è provveduto ad un controllo specialistico nei giorni 12.02.2014 e 15.04.2014 e i referti di due diversi specialisti fisiatri non hanno ritenuto opportuna l’introduzione della statica e non hanno intravisto indicazione per fisioterapia domiciliare, né per obiettivi clinico funzionali, né per acuzie. Poiché a ciò si aggiunge la mancanza di indicazione pratico-gestionale (i minori sono trasportati quotidianamente a scuola e più volte alla settimana per le attività di socializzazione) l’ipotizzato passaggio al trattamento riabilitativo domiciliare non è apparso allo stato attuale necessario.”

Riassumendo…siccome due bambini con disabilità al 100% si spostano per andare a scuola e alle attività ricreative, la fisioterapia domiciliare non viene autorizzata, mentre spesso, dal dossier della documentazione e corrispondenza attivata dai Galimberti si evince che Brian e Jonathan sono costretti a sospendere le ore importanti di fisioterapia, per sbalzi di temperatura che subiscono nel passaggio tra casa, trasporto e ambulatorio che già in passato hanno provocato broncospasmo (in modo particolare Jonathan, infatti la famiglia è dotata di broncoaspiratore e saturimetro ed il farmaco Bentelan per gravi attacchi).
Silvia è una mamma giovanissima che causa diagnosi errata della patologia di Jonathan ha programmato la seconda gravidanza ma che a tre mesi di vita il suo piccolo Brian ha cominciato ad accusare le stesse dinamiche fisiche del fratello maggiore Jonathan, di fatto un duro colpo da metabolizzare e sicuramente un carico di gestione dei due ragazzi che purtroppo hanno identiche necessità sanitarie e grado di disabilità. Oltre a questo i Galimberti stanno combattendo una guerra che non dovrebbe essere a loro carico, una situazione che dovrebbe essere chiarita sia nelle responsabilità che nelle competenze istituzionali. Le due diffide ad ora non hanno avuto risposta, la famiglia che tra l’altro chiede solo di poter vivere nell’intimità i propri figli, gestirli nella propria casa, dove l’affetto e l’assistenza dei genitori non potrebbe avere surrogati similari, è colpita nella dignità e nel rispetto del dolore. Silvia una mamma davvero impagabile chiede non la luna, ma solo l’attuazione delle leggi italiane che vanno in aiuto a famiglie che ne hanno bisogno, mentre un seggiolone ortopedico diventa un problema di verifiche di bilancio, dove due disabili in una stessa famiglia vengono autorizzate l’assistenza riferita al nucleo familiare e non congrua al numero dei disabili. Silvia, come tutti i genitori pensa al futuro dei propri figli, vede un domani non solo incerto ma compromesso anche dalla sua stessa salute messa a rischio non solo fisicamente (Brian e Jonathan non sono più due piccoli bambini facili da sostenere nelle manovre che tutti i giorni devono essere realizzate) e psicologicamente ma soprattutto da quel muro invisibili eretto dalle istituzioni. Silvia è una donna fragile come l’acciaio e racconta:”Momenti di sconforto ci sono, momenti dove non vedi luce e futuro e solo grandi paure affollano le notti e i pensieri. Devo ringraziare l’ANAP onlus , Associazione Nazionale Amici per la Pelle, malattie croniche, che è sempre presente con il supporto morale e non solo, e soprattutto a qualsiasi ora, a volte andare avanti diventa insostenibile, soprattutto quando le istituzioni sembrano insensibili al dolore.” La drssa Maria Grazia Salvi, coordinatrice Regione Lombardia in merito alla situazione dei Galimberti, a L’Osservatore d’Italia ha annunciato a breve una fiaccolata che sarà realizzata a Milano dove interverranno alcuni politici, la stessa dichiara:” il diritto alla salute è un diritto di tutti, e nessuno è immune alla malattia. Vi informeremo quando sarà ufficiale la data assegnata.”

Se i malati e i loro diritti sono soggetti alle variazioni di bilancio del comune, dall’interpretazione della legge che tutela i malati con disabilità al 100%, se i familiari dei malati devono incessantemente studiare le leggi e richiederne la loro attuazione affinché il malato possa vivere nel miglior modo possibile, se per avere un diritto si deve pagare un avvocato…forse c’è un ulteriore patologia da curare e le crepe di queste anomalie andrebbero colmate… Quando un genitore deve mettere in pubblica piazza l’intimità della propria casa e la dignità alla mercé di tutti, è costretto suo malgrado a far leva sul quel pudore tanto custodito nella riservatezza affinché la violazione dei diritti diventino una vera denuncia pubblica. L’Osservatore d’Italia sempre attento alle tematiche più delicate che le famiglie vivono in prima persona, auspica un dialogo più diretto e attento, poiché se è vero che i fondi sono sempre di meno, per i malati gravi, disabili e per i minori soprattutto, ogni anno confluiscono patrimoni dal valore inestimabile alle Regioni e forse sarebbe ora verificare come vengono spesi e quindi intercettate le problematiche sanitarie. Come sempre nei momenti di crisi ogni Comune dovrebbe attivare la classica gestione “da buon padre di famiglia”… prima le priorità poi tutto il resto…difficile ruolo indubbiamente, ma l’Italia è diventato quello strano paese che se non si denuncia pubblicamente le proprie odissee burocratiche, i sindaci e i responsabili sanitari rimandano a data incerta quello che per legge dovrebbe essere subito attuato…Alle diffide si risponde, o forse sia il direttore generale Andrea Bianchi e il Sindaco sono soddisfatti dalla lettera protocollata della Regione Emilia Romagna, i bambini con disabilità riconosciuta al 100% vanno a scuola, quindi niente fisioterapia integrata domiciliare? 

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Dragon’s Dogma 2, il gdr fantasy targato Capcom torna su pc e console

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Dragon’s Dogma 2 è il sequel dell’omonimo gioco di ruolo per Pc e console uscito 12 anni fa. La nuova creazione targata Capcom perfeziona la formula ludica del capitolo precedente, eliminando tutti quegli elementi di ridondanza che appesantivano il gameplay aggiungendo una serie di aspetti che rendono l’esperienza di gioco molto più scorrevole e gradevole. Ma facciamo un piccolo passo indietro, a vantaggio di chi si avvicina a questo universo per la prima volta. Il ritmo di gioco del titolo si pone esattamente a metà tra un andamento compassato e la frenesia di uno “stylish-action”. Ed è proprio grazie a questa evoluzione che Dragon’s Dogma 2 incontrerà i gusti di una fetta di pubblico più ampia e appassionerà sia giocatori di vecchia data che nuovi. Ma partiamo dal principio, il nuovo gdr del colosso del gaming nipponico è ambientato in un universo di fantasia dove Vermund e Battahl, i due principali regni in cui è diviso il mondo, sono in pieno conflitto. Secondo la legge la corona spetta di diritto all’Arisen, un guerriero marchiato da un drago e destinato a sconfiggerlo per liberare il mondo dalla suo dominio di terrore. Si tratta quindi di una figura importante e rispettata, eppure al risveglio del protagonista ci si trova in cella, nonostante il marchio dimostri che sia proprio lui o lei (a seconda della scelta fatta) l’Arisen. Il fatto poi di soffrire di amnesia non gioca proprio a favore dell’eroe, ma ben presto si scopre il motivo dietro questi eventi: qualcuno si sta spacciando per l’Arisen al posto del giocatore, e sta facendo di tutto per impedire di reclamare ciò che spetta lui di diritto. Inizia così una lunga avventura per scoprire sia le menti dietro al complotto che stanno manipolando non solo la memoria del protagonista, ma soprattutto la situazione geopolitica del mondo, sia per adempiere al già scritto destino e sconfiggere l’enorme drago causa del marchio. Come i fan di vecchia data avranno già notato, la trama è molto simile alla storia del primo Dragon’s Dogma. Dragon’s Dogma 2 infatti più che un sequel sembra quasi un reboot di quanto visto 12 anni fa, una sorta di riproposizione del gioco originale con tutti gli elementi che all’epoca il creatore Hideaki Itsuno non era riuscito ad inserire. Nel 2012 Il progetto di Itsuno era molto ambizioso, ma complici un budget estremamente ridotto, idee troppo avanzate per la tecnologia dell’epoca e il fatto che si trattasse del primo vero RPG open world per Capcom, il risultato finale fu comunque buono, ma la sensazione generale fu che il titolo aveva un grande potenziale ma che non riuscisse a esprimerlo al massimo. Dragon’s Dogma 2 ripropone quindi una storia molto simile al gioco originale, ambientata in un mondo parallelo a quello precedente, mantenendo sì diversi punti in comune, ma migliorandoli, a partire dal sistema di Pedine, la caratteristica principale del gioco. Le Pedine altro non sono che NPC che accompagnano l’Arisen nel corso dell’avventura, ma caratterizzati da una intelligenza artificiale particolare che li rende più simili possibile a dei veri giocatori umani. L’idea era quella di avere una sorta di esperienza multiplayer all’interno di un titolo per giocatore singolo, e se già nel 2012 il risultato era promettente, le tecnologie moderne hanno permesso ad Itsuno di avvicinarsi maggiormente alla sua visione originale, anche se ancora con qualche limitazione.

Per chi si stesse chiedendo: come funziona esattamente il sistema di Pedine? Eccovi la risposta. Per comprendere bene il tutto è necessario partire fin dal principio, esattamente da quando il gioco chiede di personalizzare l’aspetto del proprio Arisen. L’editor è piuttosto completo e profondo, e se si ha la pazienza necessaria si possono passare diverse ore a modificare ogni minimo dettaglio per creare l’eroe che più rispecchia il proprio gusto estetico. Lo stesso viene richiesto per realizzare la Pedina personale che accompagnerà il proprio eroe nel corso dell’avventura. Progredendo nel gioco si possono reclutare fino a due altre Pedine, ma la particolarità è che saranno quelle create da altri giocatori, che a loro volta saranno in grado di reclutare la Pedina da noi inventata. Si crea così un circolo vizioso in cui le Pedine “viaggiano” tra i vari mondi, ma non lo fanno in maniera passiva: anzi, apprendono e condividono le loro conoscenze. Può capitare infatti di reclutare la pedina di un giocatore che è più avanti nella storia e che ha già completato le missioni che si sta cercando di affrontare in quel preciso momento. In questo caso non sarà raro sentire la sua Pedina dare informazioni su dove andare o consigli strategici su come affrontare i mostri. Un dettaglio non da poco, considerato che Dragon’s Dogma 2 è piuttosto avaro di marcatori e lascia al giocatore il compito di capire cosa fare e dove recarsi spargendo indizi ma senza quasi mai dare vere e proprie indicazioni. Spesso si attivano quest semplicemente perché camminando si sente una conversazione di alcuni NPC che parlano di qualche stranezza nei dintorni, e avere una Pedina in grado di dare qualche informazione preziosa è un aiuto utilissimo. Bisogna quindi sempre essere con occhi spalancati e orecchie aguzze per evitare di restare bloccati, anche se capita raramente visto che basta esplorare per essere inondati di eventi e attività da svolgere. A volte le quest si accumulano in maniera soverchiante, tanto da essere difficile stare dietro a tutto, specialmente con le missioni a tempo. Ma niente panico, se il gioco viene affrontato con un certo criterio sarà possibile fare la maggior parte delle cose senza troppo stress. Dragon’s Dogma 2 lascia un’enorme libertà al giocatore su come affrontare l’avventura, ma spesso ignorando o svolgendo alcuni compiti ci saranno conseguenze buone o cattive rispetto alla situazione. Ad esempio se si viene a sapere di qualcuno perso in un bosco pieno di lupi, non ci si deve stupire se, rimandando troppo la missione, ad un certo punto andando nel bosco si trovino solo dei vestiti insanguinati al posto di qualcuno da salvare. La mappa di Dragon’s Dogma 2 è grande circa quattro volte quella del predecessore, ma rimane densa di attività e punti di interesse che rendono meno tediosa un’altra delle sue caratteristiche, ovvero l’assenza di cavalcature e forti limitazioni sui viaggi rapidi. Per buona parte del tempo quindi si è costretti a girare a piedi, una precisa scelta di design che aveva già creato forti controversie nel gioco originale, ma su cui Itsuno è rimasto intransigente nella sua visione. Progredendo nella storia si sbloccano delle particolari pietre da poter posizionare in qualsiasi punto della mappa per trasformarle in punti di teletrasporto, ma il loro utilizzo è limitato e a nostro avviso va riservato esclusivamente in casi di estrema necessità. In alternativa si può chiedere un passaggio alle carovane che partono dai centri abitati, ma non è raro subire imboscate o attacchi da mostri selvatici pronti a distruggere il mezzo e costringere i giocatori non solo ad una battaglia ma anche a continuare comunque a piedi il viaggio. Rimanendo in tema di battaglie, le Pedine svolgono quasi sempre egregiamente il loro dovere, posizionandosi correttamente ed eseguendo azioni offensive o di supporto che non sfigurerebbero davvero se fossero controllate da un giocatore umano. Se poi, come già detto, provengono da un mondo dove hanno già affrontato sfide simili, possono fornire un ulteriore supporto sia strategico, svelando i punti deboli della creatura da uccidere, sia pratico andando a svolgere le azioni che più si addicono alla situazione. Per quanto le Pedine siano quindi una parte centrale dell’esperienza di Dragon’s Dogma 2 non bisogna dimenticare mai tuttavia che il vero protagonista è l’Arisen.

Per quello che riguarda il combat system, si può dire che rispetto al passato ha subito poche modifiche. Presente ancora la classica alternanza di attacchi leggeri, pesanti e abilità in base a quale delle dieci Vocazioni disponibili si decide di seguire all’inizio. Le Vocazioni altro non sono che le classi di appartenenza del proprio pg, partendo da quelle di Base classiche Guerriero, Mago, Ladro e Arciere, passando per le Ibride Arciere-Mago, Cavaliere Mistico, Eroe Leggendario e Illusionista, fino ad arrivare alle Avanzate Distruttore e Stregone. Se si è appassionati di giochi di ruolo, si può già immaginare come si differenziano gli stili di combattimento delle varie classi già dal nome, ma tra queste spiccano le novità dell’Illusionista e dell’Eroe Leggendario. Il primo sfrutta molto la potenza dell’intelligenza artificiale di Dragon’s Dogma 2, e armati solo di un semplice incenso si potrà essere in grado di portare caos e distruzione tra le file nemiche grazie a potenti allucinazioni che inducono gli avversari a scontrarsi tra loro, oppure giocare d’astuzia e ad esempio creare l’illusione di un ponte dove c’è un burrone e godersi i malcapitati piombare senza alcuna speranza nel vuoto senza capire cosa sia successo. Si tratta di una Vocazione piuttosto difficile da padroneggiare, che richiede di muoversi nelle retrovie, e soprattutto nelle prime fasi può sembrare più debole rispetto ad altre da subito più efficaci, ma una volta presa la mano vi assicuriamo che è in grado di dare grandi soddisfazioni. Discorso simile va fatto per l’Eroe Leggendario, che sulla carta è il sogno degli indecisi visto che permette di cambiare Vocazione e arma permettendo combinazioni di ogni tipo. All’atto pratico si rivela una classe impegnativa e pensata per i giocatori più esperti, con cambi non proprio immediati e soprattutto una complessa gestione dell’equipaggiamento per via del peso di tutte le armi. L’Arisen infatti è forte ma non è una bestia da soma, e organizzare un equipaggiamento funzionale che non limiti troppo i movimenti per una sola Vocazione è già una sfida, vi lasciamo immaginare cosa voglia dire gestirne più insieme. Spendendo i punti abilità si possono sbloccare nuove tecniche da utilizzare sul campo, inoltre alcuni potenziamenti possono essere trasferiti anche ad altre Vocazioni, invogliando quindi a cambiare spesso classe per sperimentare nuovi stili di combattimento senza dover ogni volta ricominciare da zero ma avere già una base solida su cui poter fare affidamento. Altra caratteristica dei combattimenti di Dragon’s Dogma 2 che torna dal precedente capitolo è la possibilità di afferrare i nemici, permettendo ad esempio di aggrapparsi alla zampa di un mostro enorme e arrampicarsi fino a raggiungere un punto debole per poi colpirlo. Per quello che concerne la longevità di Dragon’s Dogma 2, la storia principale può essere conclusa in circa 30 ore, ma esplorando al massimo l’enorme mappa il numero può come minimo raddoppiare. Il gioco inoltre ha una forte rigiocabilità, poiché molte missioni possono avere esiti diversi a seconda delle scelte fatte o semplicemente della casualità, ed è praticamente impossibile vedere tutto in un’unica run. Rimanendo in tema, un’altra delle scelte di design di Dragon’s Dogma 2 che sicuramente creano controversie è quella di avere un unico file di salvataggio. Non è possibile quindi creare personaggi multipli o crearsi dei “checkpoint” per riprendere da un punto e fare scelte diverse, ma si ha sempre la “pressione” che ogni scelta conta, perché non si può più tornare indietro. A questo si aggiunge anche il fatto che se una Pedina o un NPC muore è perso per sempre. Per chi se lo stesse chiedendo questo può succedere anche con personaggi importanti legati ad alcune missioni. Fortunatamente però si possono usare specifici oggetti per riportare in vita qualcuno, ma sono piuttosto rari e vanno anch’essi usati con molta parsimonia. Tecnicamente parlando Dragon’s Dogma 2 si difende piuttosto bene, donando sempre un colpo d’occhio piacevole e un ottimo livello di dettaglio. Quello che convince meno tuttavia è il frame rate limitato a 30 fps su console. Ottima invece la colonna sonora e il doppiaggio disponibile in inglese o giapponese e testi localizzati in italiano. Tirando le somme, il nuovo gdr di Capcom è senz’ombra di dubbio un titolo da avere se si ama il genere. Giocandolo ci si accorge che è un prodotto che vive di esagerazioni, da affrontare lentamente con curiosità e spirito di avventura. Se si decide di accettarne le regole, il mondo fantasy imbastito da Itsuno regalerà un combat system davvero appagante, estremamente creativo e ricco di momenti epici. Le quest non lineari e una mappa estremamente densa sono elementi che avrebbero potuto condurre il titolo di Capcom verso vette di eccellenza assoluta, tuttavia a frenare la salita ci hanno pensato un’intelligenza artificiale non sempre performante, qualche piccolo problema di bilanciamento tra le classi e alcune macchinosità di troppo. Dragon’s Dogma 2 rimane comunque un prodotto di altissimo livello e lasciarlo perdere a nostro avviso è un errore da non commettere assolutamente.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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Robotaxi Tesla, il trasporto pubblico del futuro è in arrivo l’8 agosto

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Elon Musk ha sganciato una nuova bomba attraverso X (l’ex Twitter). A quanto detto dal Ceo sembra propio che Tesla presenterà un robotaxi a guida autonoma il prossimo 8 agosto. I modelli Tesla con Fsd (Full Self-Driving) “saranno sovrumani a tal punto che sembrerà strano in futuro che gli esseri umani guidino automobili, anche se esausti e ubriachi!” ha detto in un post su X lo scorso marzo. Musk ha anche affermato che i proprietari di veicoli Tesla con Fsd potranno far sì che le loro auto fungano da robotaxi, anziché rimanere parcheggiate. Nonostante il suo potenziale, l’introduzione dei veicoli a guida autonoma negli Stati Uniti è stata finora incerta e difficile in quanto sia i legislatori che il pubblico esprimono preoccupazioni sulla sicurezza. San Francisco è stata un banco di prova per la tecnologia. I robotaxi di Google Waymo in città sono stati presi di mira da vandali contrari ai veicoli autonomi, mentre Cruise, di proprietà di GM, ha sospeso a tempo indeterminato il suo servizio di robotaxi alla fine di ottobre, dopo che diversi incidenti hanno scatenato una repressione da parte delle autorità di regolamentazione della California. Anche la funzione “pilota automatico” di Tesla è stata messa sotto esame e accusata di aver “gonfiato” le proprie capacità per favorire le vendite. La rivelazione del robotaxi di Tesla arriva poco dopo che Reuters ha reso noto che la società ha abbandonato il piano di produrre un modello di auto elettrica low cost, con un prezzo di circa 25mila dollari per favorirne l’adozione nel mercato di massa. Musk ha però negato la notizia. La società cinese di veicoli elettrici Byd nel quarto trimestre ha strappato a Tesla lo scettro di regina mondiale dell’elettrico per vendite.

F.P.L.

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MW3, la stagione 3 porta un numero incredibile di novità

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MW3 (qui la nostra recensione) si amplia ancora una volta con l’arrivo della stagione 3, ma questa volta lo fa in maniera a dir poco mastodontica. Mercoledì 3 aprile è arrivato su Pc, Xbox e Playstation, uno dei più grandi rilasci di contenuti nella storia di Call of Duty. Un’esperienza completamente connessa, grazie alla massiccia integrazione di contenuti con Warzone Mobile. Il Gruppo Konni ha lasciato un segno indelebile su Fortune’s Keep e ora sta occupando un altro territorio: la famigerata Rebirth Island che torna in Warzone. La stagione 3 rilascia inoltre uno dei più grandi drop di mappe multigiocatore di sempre, con ben sei nuove mappe Core 6v6. Sono incluse anche quattro armi base gratuite, otto parti aftermarket, partite classificate (tra cui Resurgence su Rebirth Island), l’arrivo di Makarov e Snoop Dogg e due nuovissimi operatori per il Battle Pass premium, Banshee e Hush. Con la Season 3 sarà possibile giocare nella modalità Cattura la Bandiera, ma sono in arrivo anche Minefield, One in the Chamber e, più avanti nel corso della stagione, le playlist Scorta e Vortex. Inoltre arrivano nuovi perk e, nel corso della stagione, una nuova Tactical EMD Mine a un nuovo Enhanced Vision Goggles. Ma andiamo ad esaminare più nello specifico le novità in arrivo.

Le novità in arrivo su MWZ:

La storia di Dark Aether continua: i giocatori potranno mettersi in gioco in una missione di salvataggio su larga scala dopo che la dottoressa Jansen è entrata in una nuova e terrificante regione dell’Etere Oscuro. In arrivo anche la “Terza Frattura”: un paesaggio di vuoto etereo che ospita orrori che inducono alla follia, tra cui una nuova e diabolica variante di Discepolo. I giocatori potranno fornire supporto di fuoco a Ravenov e trovare la dottoressa Jansen prima che venga consumata dall’oscurità. Sfide e schemi della Stagione 3: i giocatori potranno sbloccare i livelli di prestigio per acquisire le Sfide Zombi e raccogliete tre nuovi Schemi per migliorare i propri progressi. Inoltre è pronto a scendere in campo il signore della guerra Rainmaker: rintanato sull’isola di Rahaa, questo psicopatico pesantemente corazzato fa piovere fuoco d’artiglieria e ha poca considerazione per le sue forze. Sebbene il suo complesso sia facile da raggiungere, mettere piede sull’isola con gli arti ancora attaccati al corpo potrebbe essere una sfida più complessa da affrontare da soli o con gli amici.

Anche Warzone si aggiorna:

Come già detto i giocatori potranno tornare su Rebirth Island, ma l’area non sarà proprio uguale al passato, infatti ci saranno alcune ad attendere i giocatori. Scanner biometrici. Display intelligenti. Weapon Trade Station. Una nuova missione del Resurgence Champion su Rebirth Island. Condizioni orarie variabili che cambiano l’atmosfera ma non la visibilità dell’azione. Infiltrazioni in cui la Torre dell’acqua, il Faro e persino il tetto della prigione vengono distrutti all’inizio dell’avventura. E una serie di segreti da scoprire. I combattimenti ottimizzati per Rebirth Island arriveranno nella Stagione 3. Call of Duty: Warzone Ranked Play – Resurgence su Rebirth: Le partite classificate continuano con una nuova mappa da padroneggiare. Saranno utilizzate le stesse regole e innovazioni di Resurgence.

C’è tanto anche sul verante Mobìle e multiplayer.

Dopo un lancio monumentale, Call of Duty: Warzone Mobile offre un gameplay su una grande mappa grazie alle partite a Verdansk e a Rebirth Island, disponibili fin da ora, insieme alle mappe multigiocatore e alle playlist. I giocatori possono livellare armi e exp su qualsiasi piattaforma, collegando il loro account Activision su Warzone Mobile. Al lancio, la prima stagione unificata di Call of Duty: Warzone Mobile è collegata alla Stagione 3 di Call of Duty: Warzone e MW3. Sarà possibile ottenere nuove armi base gratuite e otto nuove parti aftermarket, sbloccare nuovi operatori e guadagnare oltre 100 contenuti con BlackCell e Battle Pass. Oltre a quanto detto la mappa Rust, amatissima dai fan, si aggiunge al pool di mappe, insieme a due nuove modalità Battle Royale, Plunder e Buy Back! Inoltre, le torri UAV sono pronte a rivelare le posizioni dei nemici in tutta Rebirth Island. Eventi: i player potranno assemblare la squadra perfetta giocando a tutti gli eventi settimanali e ottenendo skin operatore e progetti delle armi.

Insomma, anche questa volta lo shooter targato Activision offre un quantitativo di contenuti pazzeschi, tutti mirati a rendere l’esperienza di Call of Duty ancora più imponente e divertente di quanto lo sia stato fino ad ora.

Francesco Pellegrino Lise

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