CASO MAUGERI: LA REGIONE LOMBARDIA CHIEDE OLTRE 5 MILIONI A FORMIGONI

Redazione
 
Milano – La Regione Lombardia è parte civile nel processo a carico sul caso Maugeri e che coinvolge Roberto Formigoni e altre nove persone. Il legale rappresentante ha chiesto all’ex governatore lombardo un provvisionale risarcimento danni pari a 5 milioni e 619 mila euro. Formigoni, ricordiamo, è imputato per associazione a delinquere e corruzione. L’accusa sostiene che l’ex governatore lombardo avrebbe favorito l’ospedale San Raffaele di Milano e la Fondazione Maugeri con 200 milioni di euro di rimborsi per prestazioni sanitarie non tariffabili, il tutto sarebbe stato possibile grazie all’approvazione di delibere da parte della giunta lombarda. Ma non è tutto, dalle casse degli istituti sarebbero stati sottratti 70 milioni da Pierangelo Daccò –condannato a 9 anni per il crac del San Raffaele- e Antonio Simone. L’accusa sostiene che i soldi sarebbero serviti “circa otto milioni di euro in benefit di lusso” inoltre l’accusa sostiene che si tratta di “fatti gravissimi di corruzione sistemica durata dieci anni” nei quali sono stati “sperperati 70 milioni di denaro pubblico, con due enti al tracollo, la Maugeri e il San Raffaele”. I pm hanno chiesto per 8 anni e 8 mesi per Antonio Simone e Pierangelo Daccò e hanno definito Formigoni come “Il capo e il promotore “del “gruppo criminale” poiché ha fatto “commercio privato delle funzioni pubbliche”. I magistrati hanno scritto che “abbiamo ricostruito dei fatti gravissimi di corruzione, una corruzione sistemica durata dieci anni. Questo processo dimostra quanto la corruzione sia devastante per il sistema economico, abbiamo avuto qua 70 milioni di euro di denaro pubblico sperperati, con due enti al tracollo, la Maugeri e il San Raffaele, con imprenditori che hanno depredato questi enti e un danno enorme al sistema sanitario”. L’accusa sostiene che tra il 97 e il 2011 sarebbero stati sottratti circa 61 milioni di euro dalle casse del Maugeri e nove milioni dalle casse del San Raffaele tra il 2005 e il 2006. I soldi sarebbero andati sui conti di Daccò e Simone che avrebbero garantito benefit di lusso a Formigoni e lui avrebbe fornito rimborsi indebiti, che per il Maugeri ammonterebbero a circa 200 milioni di euro. I pm spiegano che “Se non ci fosse stato l’arresto di Daccò per il caso San Raffaele e se il fiduciario Grenci non avesse portato la contabilità in Procura, la corruzione sistematica che durava da oltre 10 anni sarebbe proseguita”. L’accusa sostiene inoltre che “senza l’adesione di Formigoni l’associazione per delinquere non sarebbe nata” poi lui fece ordini e pressioni per appoggiare, in cambio di tangenti, gli enti ospedalieri amici.