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Cronaca

CASO REGENI, LA MADRE: "SUL VISO DI GIULIO HO VISTO IL MALE DEL MONDO"

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Tempo di lettura 3 minuti Padre, fiducia in Italia ma serve risposta forte

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Redazione

Quanto dolore può provare una madre? "Sul viso di Giulio ho visto il male del mondo". Lo ha detto la madre del ricercatore italiano ucciso al Cairo nel corso della conferenza stampa a Roma con il Senatore Luigi Manconi, Presidente della Commissione per i diritti umani e il padre del giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto. Prevista anche la partecipazione degli avvocati Alessandra Ballerini e Gianluca Vitale e del portavoce di Amnesty international Italia Riccardo Noury.

La madre del giovane ha detto che "Se il 5 aprile sarà una giornata vuota confidiamo in una risposta forte del nostro Governo. Forte ma molto forte. E' dal 25 gennaio che attendiamo una risposta su Giulio".

Noi, a livello viscerale, sapevamo che nostro figlio non era nei servizi segreti, con tutto il rispetto per chi fa il lavoro di intelligence". Lo ha detto la madre nel corso della conferenza stampa al Senato spiegando che anche se Giulio Regeni era andato via di casa ormai da dieci anni tra i genitori e lui c'era un rapporto strettissimo, appunto, ha ribadito Paola Regeni "viscerale".

"In obitorio ho riconosciuto Giulio solo dalla punta del naso, non vi dico quel che gli hanno fatto". Così Paola Regeni ha descritto le condizioni del figlio dopo aver visto la salma all'istituto di medicina legale. L'ultima foto del ricercatore, ha raccontato la donna, risale a 10 giorni prima della scomparsa ed è proprio quella circolata centinaia di volte sui media, quella in cui si vede Giulio sorridente, con un maglione verde. "Il suo era un viso sorridente, con una sguardo aperto – ha detto Paola – e quella è una foto felice. Non si vede, ma sotto c'era un piatto di pesce, perché Giulio era con i suoi amici e sapeva anche divertirsi, non solo studiare". Dopo quell'immagine, però, i genitori ne hanno dovuta vedere un'altra. "E' un immagine che con dolore io e Claudio cerchiamo di sovrapporre a quella di quando era felice. Il suo volto, come restituito dall'Egitto – ha spiegato Paola – è completamente diverso. Al posto di quel viso solare e aperto c'è un viso piccolo piccolo piccolo, non vi dico cosa gli hanno fatto. Su quel viso ho visto tutto il male del mondo e mi sono chiesta perché tutto il male del mondo si è riversato su di lui". Così, quando è entrata nell'obitorio, Paola Regeni ha riconosciuto suo figlio dal naso. "L'unica cosa che ho ritrovato di quel suo viso felice è il naso. Lo ho riconosciuto subito dalla punta del naso". La madre del ricercatore ha poi affermato che quello di Giulio non è un caso isolato. "Se ci riferiamo a quel che è accaduto, e cioè alle torture subite da un cittadino italiano, allora è probabilmente un caso isolato. Ma altrimenti non lo è affatto poiché gli stessi amici di Giulio, la parte amica dell'Egitto, ci hanno detto che lo hanno torturato e ucciso come un egiziano.". La morte di Giulio, ha concluso la donna, "non è dovuta al morbillo o alla varicella. Forse le sue idee non piacevano?".

 "Abbiamo fiducia nelle nostre istituzioni e andremo avanti con loro, ma crediamo che un richiamo forte sia necessario se non arriveranno risposte concrete". Così Claudio Regeni ha risposto ad una domanda su quale debba essere l'atteggiamento del governo italiano qualora continuassero i depistaggi e la mancanza di risposte da parte delle autorità egiziane che indagano sulla morte del figlio. "Credo che le proposte avanzate dal senatore Manconi siano la risposta giusta in mancanza di collaborazione" ha aggiunto il padre del ricercatore ricordando che "non abbiamo mai avuto la sensazione che il governo egiziano voglia collaborare seriamente" alla ricerca della verità. Claudio Regeni ha poi ribadito che Giulio non era una spia – "avevano contatti frequenti e profondi, ci raccontava tutto dei suoi rapporti al Cairo e niente lasciava minimamente pensare che lavorasse con i servizi" – e che quando è partito dall'Italia per tornare al Cairo era "sereno, contento e tranquillo".
 Richiamare l'ambasciatore italiano al Cairo per consultazioni, rivedere le relazioni consolari tra i due paesi, inserire l'Egitto nell'elenco dei paesi non sicuri dell'unità di crisi della Farnesina. Sono le proposte che il presidente della Commissione diritti umani del Senato Luigi Manconi ha lanciato nel corso della conferenza stampa con i genitori di Giulio Regeni. Proposte che hanno trovato l'appoggio della famiglia del ricercatore torturato e ucciso. "La famiglia – ha detto Manconi – ha una fiducia forte nei confronti del procuratore Pignatone e dell'operato degli investigatori. Ma bisogna operare con più forza". Per questo il governo dovrebbe "porre la questione dei richiamo, non del ritiro, del nostro ambasciatore per consultazioni. Un gesto non solo simbolico per far comprendere come il nostro paese segue il caso". Ed inoltre, ha aggiunto, "penso sia necessario considerare la revisione delle relazioni diplomatico-consolari tra i due paesi, mettendo in conto l'urgenza e l'ineludibilità di altri atti concreti da parte dell'Unità di crisi della Farnesina, che potrebbe dichiarare l'Egitto paese non sicuro".

Cronaca

Roma, Cinecittà: arrestato tossicodipendente che perseguitava i genitori per estorcergli denaro

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ROMA – I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno arrestato in flagranza un 50enne romano, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato del reato di atti persecutori ai danni degli anziani genitori non conviventi.
L’uomo si è presentato presso l’abitazione dei genitori in via Libero Leonardi, in zona Cinecittà e dopo aver citofonato più volte e poi bussato alla porta nel tentativo di entrare in casa, al diniego dei genitori, ha iniziato a colpire violentemente la porta dell’appartamento danneggiandola, spingendo così i genitori a chiedere l’intervento dei Carabinieri tramite il numero di emergenza 112, attirando l‘attenzione degli altri residenti del palazzo.
Dopo pochi minuti i Carabinieri hanno raggiunto l’abitazione e sorpreso l’uomo che versava in evidente stato di agitazione e lo hanno arrestato e condotto in caserma. Poco dopo sono giunti anche i genitori per formalizzare la denuncia riferendo che da circa un anno erano vittime di analoghi episodi di violenza che non avevano mai denunciato, e che erano determinati dallo stato di tossicodipendenza del figlio e finalizzati all’ottenimento di somme di denaro.
Per questo motivo, l’uomo è stato arrestato e condotto presso il carcere di Regina Coeli dove il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e disposto per lui la custodia cautelare in carcere.

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Castelli Romani

Asl Roma 6, dipendenze da gioco d’azzardo: nuove sinergie sul territorio per contrastare un fenomeno ancora sommerso

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Si fa ancora più intenso l’impegno delle Unità Operative Complesse (UOC) Dipendenze Patologiche della Asl Roma 6 nel progetto della Regione Lazio “Gioco d’Azzardo, Gioco Bugiardo” per il contrasto a quella che ormai è diventata una patologia che ha in comune con la dipendenza da sostanze, il comportamento compulsivo che produce effetti sulle relazioni sociali o sulla salute seriamente invalidanti.

Durante una giornata di approfondimento, lo scorso 13 settembre presso la sala Viola dell’Ospedale dei Castelli, si sono messe a punto nuove sinergie per proseguire in maniera sempre più efficace l’attività della rete, l’elaborazione di progetti individualizzati in equipe multidisciplinari e la condivisione di linee di azione.

A questo momento seguirà un futuro appuntamento rivolto ai Comuni che rientrano nel territorio Asl Roma 6 e che possono contribuire a rinforzare la rete di contrasto.

Il Commissario Straordinario della Asl Roma 6 Dott. Francesco Marchitelli segue da vicino queste iniziative: “Mi complimento con quella che definisco la “comunità della Asl Roma 6″ impegnata quotidianamente per sostenere le persone e promuovere il benessere della collettività. Questo ulteriore momento di approfondimento è la dimostrazione di quanto intendiamo essere sempre più vicini al territorio”.

L’analisi complessiva del fenomeno “Gioco d’Azzardo Patologico” a livello territoriale consente di ritenere che il consumo di sostanze psicotrope e le dipendenze comportamentali (gioco d’azzardo, internet, videogiochi, shopping compulsivo, ecc.), nella popolazione residente, rappresentino un fenomeno significativo ma ancora per gran parte sommerso. Per questo motivo si ritiene di fondamentale importanza parlarne.

Il focus è servito anche a rinnovare quelli che sono obbiettivi di fondamentale importanza. Tutti d’accordo sul proseguo di un cammino volto a promuovere attività di aggancio e presa in carico di persone con comportamenti di dipendenza dal gioco e delle loro famiglie, integrando e supportando i servizi socio-sanitari del territorio. E poi ancora attivare l’implementazione di gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto e di un’Unità di strada per la prevenzione e il contrasto. Continuare a promuovere una campagna di sensibilizzazione rivolta alla cittadinanza per fornire informazioni sui servizi offerti dal pubblico e dal privato per la prevenzione e il contrasto ai comportamenti di gioco d’azzardo patologico.

L’incontro dello scorso 13 settembre è stato dunque molto proficuo grazie alla condivisione di esperienze pratiche e sono state individuate ulteriori azioni  da realizzare per ogni territorio dii competenza di ogni specifico Servizio per le Dipendenze (SER.D.).

“L’opportunità di trovarsi insieme – ha detto, tra l’altro il Direttore sost. f.f. UOC Dipendenze Patologiche Dottoressa Simonetta della Della Scala – ha favorito l’incontro fra equipe multidisciplinari di servizi diversi e con quelle appartenenti agli Enti del Terzo Settore coinvolti. L’analisi delle criticità emerse ha fatto scaturire ulteriori proposte di collaborazione ed il bisogno di allargare l’evento in un’ottica d’integrazione sociosanitaria visti i progetti attivi sullo stesso argomento in più Distretti Socio-Sanitari della ASL in previsione di un incontro rivolto anche ai Comuni”. 

Di rilievo tutti gli interventi degli esperti per capire come si agisce per contrastare il disturbo da Gioco d’azzardo a partire dal Direttore sost. f.f. UOC Dipendenze Patologiche Dott.ssa Simonetta della Della Scala proseguendo con l’intervento della Dott.ssa Paola Capoleva Direttore f.f. UOC Integrazione sociosanitaria e Welfare di Comunità. Si è proseguito con altri contributi di medici, specialisti e associazioni del Terzo settore impegnate nel progetto.

Rimangono dunque puntati i riflettori sulla dipendenza da gioco d’azzardo, una dipendenza patologica “sine substantia”. In ambito clinico infatti è dimostrata in letteratura la comorbilità con altre patologie quali la depressione, l’ipomania, il disturbo bipolare, l’impulsività, l’abuso di sostanze, disturbi di personalità (antisociale, narcisistico, istrionico, borderline), il deficit dell’attenzione con iperattività, il disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia e altri disturbi fisici associati allo stress (ulcera peptica, ipertensione arteriosa, etc). Per questo l’importanza di fare rete.

 
 
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Cronaca

Roma, minaccia il titolare di un market con un taglierino e rapina 30 euro: arrestato un 20enne

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ROMA – I Carabinieri della Stazione Roma Piazza Dante, d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, hanno eseguito di iniziativa un fermo di indiziato di delitto nei confronti di un 20enne egiziano, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato del reato di rapina aggravata. I militari hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico del giovane quale l’autore di una rapina avvenuta la scorsa notte ai danni di un minimarket in via Manin.
 
Il titolare dell’attività ha allertato i Carabinieri e ha denunciato di essere stato minacciato da una persona, a lui sconosciuta, che, entrata nel negozio armata di un taglierino, lo avrebbe costretto a consegnare il denaro contenuto nella cassa, appena 30 euro.
 
Intervenuti sul posto, i militari hanno acquisito le immagini della video-sorveglianza del locale lungo le vie limitrofe ed hanno identificato il 20enne poi rintracciato in via Turati.Bloccato e perquisito, l’indagato è stato trovato in possesso del taglierino utilizzato e di 5 dosi di hashish. Per lui è scattata anche la denuncia a piede libero per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
 
Il fermato è stato condotto presso la casa circondariale di Regina Coeli dove il Tribunale di Roma ha convalidato il fermo e disposto per lui la custodia cautelare in carcere.  
 
Privo di virus.www.avast.com

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