CASSIUS CLAY: MUORE UNA LEGGENDA DEL PUGILATO MONDIALE

Redazione

Morto Cassius Clay  il fuoriclasse del pugilato. L'ex campione del mondo dei pesi massimi, oro olimpico a Roma nel 60 è deceduto all'età di 74 anni circondato da familiari e amici in un ospedale di Phoenix. Muhammad Ali, questo il nome del fuoriclasse dei pesi massimi dopo la conversione all'Islam, era stato ricoverato in ospedale a Phoenix in Arizona, a causa di una malattia che lo aveva colpito alle vie respiratorie. Il grande pugile era anche affetto dal morbo di Parkinson che lo affliggeva da anni. I funerali si svolgeranno nella sua città natale di Louisville, Kentucky.

Gli ultimi incontri di Ali

Dal 1976 la velocità di Ali cominciò a diminuire, probabilmente a causa dell'avanzare dell'età, e dal 1977 non riuscì più a mettere KO i suoi avversari. Un segnale dell'evidente declino di Ali fu la vittoria unanime ai punti (anche se molto deludente) contro Alfredo Evangelista, un pugile poco dotato

Nel 1977 Ali affrontò Earnie Shavers, battendolo per decisione unanime ai punti in un incontro spettacolare. Ali dichiarò in seguito che Shavers fu il più potente pugile che avesse mai affrontato. In molti attribuiscono alla violenza di questo incontro la malattia che qualche anno dopo lo avrebbe colpito.

Nel 1978 perse il titolo per decisione non unanime ai punti contro Leon Spinks, il quale perse subito dopo il titolo WBC per essersi rifiutato di combattere contro Ken Norton, contendente numero uno a quel tempo per il titolo unificato. Ali vinse per decisione unanime ai punti la rivincita contro Spinks, riottenendo il titolo WBA, ma subito dopo annunciò il suo ritiro.

Ritornò nel 1980 per tentare di riconquistare il titolo WBC contro Larry Holmes, ma perse per getto della spugna alla decima ripresa. Combatté per l'ultima volta l'11 dicembre 1981 contro Trevor Berbick e perse per decisione unanime ai punti dopo dieci round. In quel combattimento Ali apparve molto lento nei movimenti e il suo allenatore Angelo Dundee notò che parlava più lentamente del solito: erano i primi sintomi della Sindrome di Parkinson.

Su 61 incontri disputati, vanta un record di 56 vittorie, 37 delle quali per KO. Ha perso per KO una sola volta.Ritiratosi definitivamente dall'attività agonistica nel 1981, nel 1984 gli fu diagnosticato il morbo di Parkinson, e commosse il mondo apparendo come ultimo tedoforo alle Olimpiadi di Atlanta del 1996; in quell'occasione gli fu anche riconsegnata la medaglia d'oro vinta a Roma nel 1960, poiché si narra che abbia gettato l'originale in un fiume come plateale gesto di protesta verso il suo Paese e la perdurante discriminazione razziale: di ritorno in patria dopo i fasti romani, un ristoratore si rifiutò di servirlo, perché nero.

Muhammad Ali è stato oggetto della biografia di Michael Mann nel film Ali del 2001. Il film racconta la vita del pugile (interpretato da Will Smith) dal match che gli valse per la prima volta il titolo mondiale dei pesi massimi fino alla riconquista, a Kinshasa nello Zaire, nel 1974 contro George Foreman.

Nel 2005 Muhammad Ali è stato insignito a Berlino della Medaglia Otto Hahn per la Pace in oro dalla "Deutsche Gesellschaft für die Vereinten Nationen" (Società Tedesca per le Nazioni Unite). Il 9 novembre 2005 ha ricevuto la più alta onorificenza civile statunitense dal Presidente George W. Bush: la Medaglia presidenziale della libertà

Nel 2012 è apparso alle Olimpiadi di Londra, dove era evidente lo stato avanzato della Sindrome di Parkinson. Il 20 dicembre è stato ricoverato in ospedale per un delicato caso di polmonite. Il grande atleta, dotato di una forza di volontà e di un carattere d'acciaio, non si è fatto moralmente sconfiggere dalla malattia e continua a combattere le sue battaglie di pace, in difesa dei diritti civili, pur sempre rimanendo un simbolo per la popolazione di colore americana.