Castel Gandolfo, dopo 30 anni torna alla luce un porto romano rimasto nascosto dalla vegetazione incolta

CASTEL GANDOLFO (RM) – Tornato alla luce un antico porto romano situato sulle sponde del lago a Castel Gandolfo che era rimasto nascosto dalla vegetazione incolta per quasi trent’anni.

E il merito di averlo riportato alla luce è tutto della famiglia Saroli che gestisce una storica attività nella città Vaticano II che a proprie spese si è occupata delle operazioni di bonifica del sito restituendolo ora alla collettività.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 31/10/2019

Il porto risale al 398 a.C. circa e si presenta ben conservato, tant’è che sono ancora visibili gli attracchi delle navi costituiti da grossi fori circolari ricavati nelle rocce.

Tra emozioni ed entusiasmi c’è stato il primo sopralluogo dei rappresentanti delle istituzioni sovracomunali tra cui il dirigente dell’area ambientale del Parco Regionale dei Castelli Romani Stefano Cresta e della Soprintendente ai Beni archeologici e culturali di zona Simona Carosi.

Per i castellani nativi del posto, il porto romano che tornerà per quanto possibile agli antichi splendori, è una grande ricchezza da annoverare insieme ai resti archeologici preistorici e romani, come il Villaggio delle Macine, l’emissario artificiale ed i ninfei dorico e del Bergantino, quest’ultimo parte integrante del complesso della villa albana di Domiziano.