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Castelli Romani

Castel Gandolfo e Marino: un fine settimana all’insegna della musica sacra

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Dalla riflessione su Giovanni Pierluigi da Palestrina al Gospel contemporaneo, un viaggio musicale gratuito tra arte, fede e tradizione nei Castelli Romani

Dopo aver incantato il pubblico nelle chiese di Aprilia, Pomezia e Lanuvio, il Festival Diocesano di Musica Sacra si prepara a tornare nel cuore dei Castelli Romani, portando la sua seconda edizione in due luoghi simbolici per storia e spiritualità: Castel Gandolfo e Marino. Sabato 24 e domenica 25 maggio, la musica sacra sarà protagonista con due appuntamenti ad ingresso gratuito, organizzati dall’Accademia Filarmonica Europea in collaborazione con la Diocesi Suburbicaria di Albano. Un progetto che non è solo rassegna concertistica, ma percorso di riscoperta e connessione profonda tra la bellezza della musica e l’esperienza del sacro, capace di parlare a ogni generazione.

Sabato pomeriggio, nella Cripta della Parrocchia Pontificia di San Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo, sarà il prof. Francesco Luisi, uno dei più autorevoli musicologi europei, ad aprire la serata con una lectio dal titolo “Perché Palestrina è considerato Princeps Musicae”, in omaggio al cinquecentenario della nascita del celebre compositore. Un tuffo nella grandezza di Giovanni Pierluigi da Palestrina, la cui arte ha segnato in modo indelebile la storia della musica occidentale. Subito dopo, alle 19.30, le parole lasceranno spazio alle armonie: il Coro Musicanova, diretto da Fabrizio Barchi, eseguirà un programma vocale che ripercorre l’eredità polifonica di Palestrina e dei suoi contemporanei come Di Lasso, Byrd e da Vittoria. Un concerto che promette di essere un’intensa esperienza spirituale, tra intrecci di voci, sospensioni sonore e riverberi d’anima.

Il giorno seguente, domenica 25 maggio, alle ore 19.00, la Basilica di San Barnaba Apostolo a Marino accoglierà un’esibizione che espande i confini della musica sacra verso la modernità. Il Coro di Voci Bianche del Teatro dell’Opera di Roma, diretto da Alberto de Sanctis, presenterà “Il Sacro da Palestrina alla Musica Contemporanea”, un itinerario sonoro che attraversa i secoli: da Puccini a Fauré, da Buxtehude al Gospel di Robert Ray, dimostrando come il sacro possa assumere forme diverse, capaci di emozionare e toccare corde profonde in ogni epoca.

La prima parte del Festival ha già raccolto ampi consensi, con momenti di grande intensità come l’inedito “Fratres in unum per Archi e Soprano” del giovane compositore Francesco Maria De Cristofaro, eseguito dal coro giovanile Academia Alma Vox e dalla soprano Chiara Vecchiola, salutato da un lungo applauso. Particolarmente apprezzata anche la potente esibizione del coro croato “Akmuz Fer” dell’Università di Zagabria, diretto da Josip degl’Ivellio, con la sua timbrica profonda e avvolgente. A rappresentare la Diocesi, durante i precedenti appuntamenti, è stato Don Franco Ponchia, che ha portato i saluti del Vescovo Mons. Vincenzo Viva.

«La risposta del pubblico ci conferma che la musica sacra sta tornando a essere un linguaggio accessibile e apprezzato», ha commentato il M° Francesco Maria Silvagni, presidente dell’Accademia Filarmonica Europea. «Un grazie particolare va alle autorità militari, civili e religiose che ci sostengono, alla Vicesindaca di Lanuvio Valeria Viglietti per l’impegno, alla BCC dei Colli Albani per aver reso possibili i concerti del weekend e alla Regione Lazio per aver sostenuto quello di domenica».

Il Festival è patrocinato dal Pontificio Istituto di Musica Sacra, dalle Ambasciate presso la Santa Sede di Austria, Croazia, Ucraina e del Sovrano Militare Ordine di Malta, oltre che dalla Fondazione Pierluigi da Palestrina e dall’Associazione “Tota Pulchra”. Il programma proseguirà nei prossimi weekend in altre località del Lazio, con appuntamenti a Nettuno, Ciampino, Ariccia, Anzio, Ardea, Genzano e Nemi. Tutti i concerti sono ad ingresso libero. La musica sacra, con il suo potere evocativo e universale, continua così il suo viaggio tra pietra e spirito, tra note e preghiere, aprendo nuove strade d’ascolto e contemplazione.

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