CASTEL GANDOLFO, IL CASTELLETTO DIVENTERA' MUSEO DEL LAGO?

Milvia Monachesi non nasconde il desiderio di voler dedicare a questo “piccolo sogno”  almeno due stanze, se non un piano dei tre livelli in cui è sviluppato il famigerato e splendido immobile confiscato all’ex tesoriere della banda della Magliana Enrico Nicoletti.

 

Chiara Rai
Potrebbe chiamarsi il “museo del lago” o giù di lì, un punto dedicato alla conservazione dei reperti archeologici del bacino Albano. Raggiunto al telefono il sindaco di Castel Gandolfo Milvia Monachesi non nasconde il desiderio di voler dedicare a questo “piccolo sogno”  almeno due stanze, se non un piano dei tre livelli in cui è sviluppato il famigerato e splendido immobile confiscato all’ex tesoriere della banda della Magliana Enrico Nicoletti. A Castel Gandolfo è conosciuto come il “Castelletto” perché assomiglia a un castello fiabesco: 450 metri quadri vista lago in via dei Pescatori. L’Agenzia del Demanio confisca l’immobile nel 1996 alla Videovar, società riconducibile a Nicoletti. Nelle scorse ore, gli agenti del Commissariato di Albano, diretto da Massimo Fiore, hanno dato esecuzione al provvedimento. Una operazione interforze: polizia di Albano,  carabinieri di Castel Gandolfo, polizia Municipale e Protezione Civile,  oltre a personale dell’agenzia del demanio. Il provvedimento, firmato dal Prefetto Giuseppe Caruso, direttore dell’ANBSC, ha consentito, di fatto, la confisca dell’immobile di gran pregio in via definitiva e la consegna delle chiavi al Comune di Castel Gandolfo. “Mi hanno consegnato le chiavi venerdì – ha detto il primo cittadino gandolfino – ci tengo a ribadire che di fatto l’immobile avrà la destinazione concordata con il demanio, ovvero ai servizi di sicurezza che saranno attivi soprattutto in estate dove maggiore sarà il bisogno di un’ambulanza di un presidio medico e della protezione civile. Detto questo, mi piacerebbe poter utilizzare questo immobile anche l’inverno, dedicandone una minima parte ad una destinazione sociale e culturale come può essere la conservazione del patrimonio archeologico del lago che meriterebbe di essere ammirata”. Certo, sarebbe una buona idea, che vi fosse anche un punto "Libera" di riferimenti per i Castelli Romani, visto che rientrerebbe anche in un contesto in tema con i principi che ispirano l'associazione: lotta alle infiltrazioni mafiose, beni cinfiscati ecc. Comunque, Monachesi puntualizza subito che non intende dar vita ad un progetto mastodontico anche perché c’è il limite dei parcheggi a disposizione da tenere presente. Intanto continuano le operazioni di trasloco e inventario degli oggetti e del mobilio rinvenuti all’interno della villa. Il materiale sarà stoccato a carico della persona che aveva disponibilità dell’immobile, in un magazzino il cui titolare è stato nominato custode giudiziale. Il “Castelletto” è finora rimasto nella disponibilità della famiglia Campi, estranea, alle vicende per cui si è proceduto alla confisca. I Campi nel ’75 acquistano da Nicoletti l’immobile:  stipulano un compromesso di vendita pagando l’intero importo e ottenendo, contestualmente, il possesso del bene. I Campi non ottennero mai la formalizzazione dell’atto di vendita. E adesso, oltre al danno economico subito, per loro, anche la beffa di aver perso la casa d’infanzia. 

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