“Di fatto – spiega il capitano Pollari – gli stabilimenti ai quali abbiamo applicato il sequestro amministrativo hanno operato con una autorizzazione prevista per il noleggio ambulante di attrezzature, nonostante in fase di accertamento sul luogo, abbiamo avuto modo di accertare che si trattava di stabilimenti veri e propri con ombrelloni ben piantati, lettini, docce e bagni”.
Chiara Rai
Sequestri amministrativi a quattro stabilimenti balneari sul lago Albano a Castel Gandolfo ad opera della guardia di finanza di Velletri diretta dal capitano Roberto Pollari. Il lago, ormai, sembra non arrestare la sua corsa verso l’irreversibile degrado. Che ci fosse un fenomeno di abusivismo degli esercizi balneari lo si sapeva dal almeno dal 2007, quando la Procura mise i sigilli ad almeno 15 stabilimenti, decretando, di fatto, l’inizio della “fine” del turismo lacustre. Adesso è toccato al celebre stabilimento “il pirata” il cui nome ha deciso le sorti, visto che è stato trovato dalle fiamme gialle, privo di adeguata licenza e partita iva. L’altro esercizio è l’ex stabilimento “Bay Watch” e gli altri due rispondono a ditte individuali, che si trovano non lontane l’una dall’altra e comunque sempre sul lungolago gandolfino, dove si affaccia la residenza estiva del santo Padre. “Di fatto – spiega il capitano Pollari – gli stabilimenti ai quali abbiamo applicato il sequestro amministrativo hanno operato con una autorizzazione prevista per il noleggio ambulante di attrezzature, nonostante in fase di accertamento sul luogo, abbiamo avuto modo di accertare che si trattava di stabilimenti veri e propri con ombrelloni ben piantati, lettini, docce e bagni”. Dal mattino alla sera infatti, partiti i primi giorni di giugno, questi stabilimenti hanno sempre offerto ristoro ai visitatori noleggiando un ombrellone e due lettini a 15 euro giornalieri. Intanto ai quattro abusivi, spetta il pagamento di una sanzione ridotta di 1.032 euro se versata entro 60 giorni dal sequestro, altrimenti la formula piena sarà del doppio se non verranno osservati i tempi prescritti. Il materiale sequestrato, dai lettini agli ombrelloni a tutti i suppellettili trovati dalla finanza, sono affidati in giudizio alla custodia degli esercenti. L’operazione rientra in un’altra più vasta operata dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma. Infatti, pattuglie in uniforme hanno battuto "a tappeto" i quadranti della città ed i centri della provincia interessati al fenomeno dell'abusivismo commerciale. Di fatto ne restano poco più di un paio di esercizi in regola che offrono servizi di balneari a Castel Gandolfo. Al momento si lascia il posto al degrado, all’incuria che dominano gli arenili di competenza regionale che presto dovrebbero beneficiare di una messa in sicurezza e bonifica ad opera del Parco regionale dei Castelli per un importo di 50 mila euro stanziati dall’assessorato all’Ambiente della Regione. Altra situazione in sospeso e in attesa di risoluzione è la controversia tra Regione e ex gestori,questi ultimi in attesa di tornare a lavorare, che negli anni (minimo da 10 anni) non avrebbero pagato regolarmente i canoni delle concessioni al demanio.
Sui social si segnalano una serie di episodi simili in diverse zone della capitale, sollevando dubbi su possibili rituali occulti
In un prato della zona nei pressi di via del Casale Ciminelli, infatti, è stato rinvenuto un motorino abbandonato, accanto al quale giaceva una testa di animale, probabilmente un montone, insieme a pelliccia e interiora sparse a terra. L’insolita e macabra scena non è passata inosservata, portando alcuni cittadini a contattare immediatamente i carabinieri del 112 e la polizia locale.
La situazione è fascinosa e inquietante, e non è isolata. Sui social network, molti utenti hanno condiviso le loro esperienze, evidenziando un fenomeno che, a quanto sembra, è costante in diverse zone della capitale. “Su via Torre Jacova, settimana scorsa, ho trovato zampe e altri resti, credo di coniglio, erano stati buttati lì in un sacchetto che i cani randagi e le cornacchie hanno aperto, sparpagliando il contenuto lungo la strada”, ha commentato un cittadino, aggiungendo di aver rinvenuto anche ciò che sembrava essere la pelle di un gatto. “Che diamine sta succedendo?!”, si chiede preoccupato.
Le voci che circolano tra i residenti sono molte e crescenti, con alcuni che non escludono la possibilità di riti satanici o pratiche simili dietro a queste inquietanti scoperte. Il clima di allerta è palpabile, e la paura tra le persone aumenta. Rivendicazioni come queste, seppur basate su speculazioni, testimoniano un malessere che si insinua nel tessuto sociale, rendendo i cittadini sempre più ansiosi e diffidenti.
La situazione non è semplice e necessita di un’attenta analisi delle autorità. Gli agenti di polizia e i carabinieri sono chiamati non solo a indagare su questi eventi, ma anche a rassicurare la popolazione che esige sicurezza e chiarezza. Le istituzioni dovrebbero intervenire tempestivamente per fare luce sulla questione, prevenendo il diffondersi del panico tra i cittadini e garantendo la sicurezza di tutti.
In un mondo dove il rispetto per gli animali e l’ambiente dovrebbe essere una priorità, tali episodi mettono in evidenza la necessità di un intervento deciso e di campagne di sensibilizzazione per educare la popolazione al rispetto delle vite e delle norme che regolano la convivenza civile.
Mentre le indagini avanzano, resta da sperare che simili episodi non si ripetano e che i cittadini possano tornare a vivere in serenità, senza l’ombra di eventi così inquietanti che minacciano la sicurezza e la tranquillità del loro quartiere.
Operazione dei Carabinieri colpisce duramente il settore commerciale, multe salatissime e arresti per estorsione e violazioni gravi
I Carabinieri della Compagnia di Bracciano hanno scoperto gravissime irregolarità in diverse attività commerciali della zona, suscitando preoccupazione tra i cittadini. Durante i controlli, un ristorante è stato trovato in condizioni igienico-sanitarie allarmanti, con escrementi di topi presenti nei locali e alimenti scaduti e non tracciati, pronti per essere serviti ai clienti. La multa per il ristoratore ammonta a 4000 euro.
In un altro caso, un rivenditore di ortofrutta è stato sanzionato con una multa di 5333 euro e ha subito la sospensione della licenza, oltre al sequestro di 11 kg di cibi scaduti. La situazione ha portato all’intervento dell’ASL RM4, che ha collaborato con i Carabinieri del NAS per effettuare i controlli e garantire la sicurezza alimentare della zona.
Le operazioni di controllo, estese anche alla circolazione stradale, hanno portato a ulteriori provvedimenti: 33 automobilisti sono stati sanzionati per un totale di oltre 11.789 euro. Il servizio ha inoltre portato all’arresto di due persone e alla denuncia di altre tre, legate a crimini di estorsione e possesso di armi improprie.
Tra gli arrestati figura un 42enne di Morlupo, che aveva applicato tassi usurai su un prestito di 100 euro, estorcendo successivamente 1200 euro a un conoscente. Un’altra persona, una donna già agli arresti domiciliari, è stata trasferita in carcere per violazioni della misura cautelare. Tre persone sono state denunciate per il possesso di oggetti atti a offendere.
Il bilancio delle operazioni condotte dai Carabinieri evidenzia una preoccupante situazione di degrado e irregolarità che ha richiesto l’intervento urgente delle forze dell’ordine per garantire la sicurezza della comunità e la legalità nel territorio di Bracciano.
Ogni mattina, all’alba, si ripete lo stesso copione. “Esco dal cancello di casa, in via di Monte Compatri, e mi trovo subito immerso in una scena di caos – dice l’avvocato Evandro Senatra, uno dei decano tra gli avvocati di Monte Porzio Catone – Frotte di studenti affollano la fermata dell’autobus, alcuni addirittura sul manto stradale, rischiando di trovarsi in situazioni pericolose. Questo è solo l’inizio di una mattinata che si preannuncia problematica!”
La nuova rotonda, che ha fatto tanto discutere nel comune di Monte Porzio Catone, si è rivelata una benedizione per pochi, ma per la stragrande maggioranza è diventata un vero e proprio incubo. La fila di automobili che si snoda da Monte Compatri, arrivando fino alla località Ponte Grande, è sintomatica di un ingorgo senza fine. In molti impiegano, al mattino o nelle ore di punta, quasi mezz’ora solo per raggiungerla su di un tragitto che, un tempo, richiedeva pochi minuti. «In certe ore di punta è peggio che a Roma!», dice uno dei tanti “arrabbiati” sui social. Ma il problema non riguarda solo il traffico congestionato. La sicurezza è un tema sempre più impellente.
Quello che appare sempre più evidente, ci dicono molti cittadini, è la necessità di adottare un controllo più rigoroso per le auto che giungono da Frascati. Troppo spesso si assiste a veicoli che ignorano il segnale di dare precedenza, imboccando Via di Monte Compatri a velocità ben superiori al limite di 30 km/h. Questo comportamento mette a repentaglio non solo la vita degli automobilisti, ma soprattutto quella dei pedoni, e in particolare degli studenti, che ogni giorno attraversano la strada per raggiungere la fermata dell’autobus. E se a tutto ciò aggiungiamo, sempre come dicono alcuni cittadini della zona, il “cattivo” comportamento dei mezzi pubblici, “il gioco è fatto”. Gli autobus del Cotral, l’azienda dei trasporto regionale vengono indicati, in molti post, come “indisciplinati” e “pericolosi”. Va da se che bisogna ricercare una soluzione rapida e veloce ma soprattutto va predisposta, a stretto termine, una banchina riparata per i tanti passeggeri che attendo il bus direzione Frascati.
Fioccano già le proposte, come quella di creare “una piccola rientranza nella proprietà alle spalle”, oppure spostando la fermata dei bus Cotral in un luogo ove i passeggeri non rischino di essere investiti dalle auto. Inoltre, sarebbe utile, dicono sempre i cittadini sui social, installare dei semafori funzionanti durante le ore di punta per regolare il traffico, evitando di ricadere nelle insidie delle “rotonde” che, nel nostro caso, sembrano piuttosto causare un ulteriore ingorgo. “La sicurezza e il benessere della comunità devono essere la priorità” è il filo conduttore delle dichiarazioni di molti cittadini monteporziani.
Si spera che le istituzioni ascoltino le richieste dei cittadini e trovino soluzioni efficaci per rendere vivibile il territorio.