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Roma

CASTELNUOVO DI PORTO: PASSAGGI A LIVELLO KILLER SULLA TRATTA FERROVIARIA ROMA – VITERBO.

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Tempo di lettura 4 minuti Domenica 12 gennaio alla stazione ferroviaria di Castelnuovo di Porto la mobilitazione dei cittadini per fare il punto della situazione

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di Gabriella Resse

Castelnuovo di Porto (RM) – Partiamo dal doloroso fatto di cronaca : il 2 gennaio 2014 verso le ore 15, la Nissan Micra della Signora Franca ( 52 anni e due figli ), al ritorno dal lavoro, alla Camera dei Deputati, è stata travolta dal treno n. 706, partito alle 14.19 da Piazzale Flaminio, all’altezza del passaggio a livello di Sant’Antonio (27esimo km della via Flaminia), nell’area di competenza del comune di Castelnuovo di Porto.

Le dinamiche dell’incidente non sono state ancora chiarite del tutto, ma lo schianto è stato molto violento e l’auto, finita nel pendio sottostante, si è ripiegata su se stessa, uccidendo sul colpo la vittima. I vigili del fuoco ed i Carabinieri di Castelnuovo e Bracciano intervenuti sul posto, hanno impiegato circa un’ora per tirare fuori il corpo della donna dalle lamiere. Questo passaggio sui binari, come molti altri della zona (e della linea Roma –Viterbo), sono incustoditi e sprovvisti di barriere di arresto del traffico, la segnaletica è affidata alla croce di Sant’Andrea, ovvero il segnale di pericolo che indica la presenza di binari ferroviari, da un semaforo e relativo segnale sonoro (non sempre funzionanti al meglio in tutti i passaggi a livello della zona ,considerato che di giorno il semaforo rosso è quasi indistinguibile quando colpito dalla luce diretta del sole, mentre il segnale sonoro spesso e volentieri si incanta).

Questa è la cronaca, dolorosa, angosciante, di questa disgrazia, e mentre ancora si festeggia l’arrivo del nuovo anno, una donna attiva ed impegnata anche nel sociale, a sentire la testimonianza di persone a lei vicine, viene sottratta alla vita ed all’amore dei suoi cari.. e fin qui potrebbe sembrare un tragico evento da rinchiudere nella sfera delle fatalità e del privato e che invece rappresenta solo il triste epilogo di una serie di campanelli d’allarme sottovalutati da chi ha la responsabilità delle infrastrutture stradali e dei trasporti. Infatti non di rado si è avuta notizia di sventati incidenti, o di incidenti più o meno gravi, non sempre innalzati agli onori della cronaca, come l’incidente avvenuto poco prima della fine dell’anno al passaggio a livello di Riano all’altezza del 25esimo km della Flaminia, dinamica piuttosto simile all’incidente di Castelnuovo, ma dall’epilogo fortunatamente non così drammatico.

Ma facciamo un passo indietro: il 5 aprile del 2008, nei pressi di Rignano Flaminio, la linea ferroviaria rimaneva interrotta per circa due ore e mezzo per un incidente. Intorno alle 18,30 una Renault Megane, veniva investita da un convoglio della Roma nord, diretto a Civita Castellana ad un passaggio a livello incustodito. Sembra che l’auto non avesse rispettato il segnale di pericolo. Il 28 dicembre del 2009 al chilometro 30 della via Flaminia nel comune di Rignano Flaminio, un’auto guidata da un giovane, non si è fermata al passaggio a livello incustodito, l’auto è stata trascinata per 40 metri, fortunatamente il conducente nonostante il grave impatto non ha riportato gravi danni.

A questo punto ci si renderà conto che la situazione non può più restare “alla sbarra” per fare un triste gioco di parole, non siamo più negli anni 50 ed intorno a questa ferrovia, nata nei primi anni del novecento e mai rimodernata, non passa più il carretto del contadino e basta, l’area si è fortemente urbanizzata ed il traffico di pedoni, ciclomotori ed automobilisti, è ormai alla stregua di quello che ritroviamo in un qualsiasi quartiere romano di periferia. Le barriere al momento, diventano una necessità, anche se immagino che la Regione Lazio (che dovrebbe fornire i finanziamenti per dette opere) potrebbe senz’altro obbiettare sul fatto che se dovesse intervenire su tutti i passaggi a livello della tratta ferroviaria in questione, l’esborso economico per l’Ente sarebbe inaffrontabile.

Certo, è vero, ma è altrettanto vero che le opere di ammodernamento della linea che avrebbero dovuto garantire (ormai da anni) la graduale scomparsa dei passaggi a livello, vanno a rilento, per non dire che siamo ancora ai progetti o quasi. Ancora tutto fermo, nonostante i continui annunci di inizio lavori, che dovrebbero cominciare dalla tratta Riano-Piazzale Flaminio. La questione è che la sicurezza dei cittadini non può più nutrirsi ancora di promesse, attese e rinvii, il problema esiste ora e deve essere risolto il prima possibile e dunque si rendono necessari degli interventi tampone. Il clamore del fatto avvenuto lo scorso 2 gennaio, ha stretto a corte moltissimi cittadini di Castelnuovo di Porto e delle zone limitrofe che si stanno organizzando per mettere in campo una battaglia di solidarietà e civiltà, affinché la morte di questa donna, madre di famiglia, non cada nel dimenticatoio. Così, nell’arco di quattro giorni, su facebook si è assistito alla nascita e rapida crescita del gruppo “ Barriere per vivere” che ha raggiunto le 1153 adesioni. Fondatrice del gruppo, la signora Loretta Peschi che insieme a molti altri cittadini tra cui stimati professionisti, si sta attivando per portare avanti una protesta che possa scuotere i vertici dell’Atac e della Regione Lazio, perché si giunga ad un punto di convergenza sulla necessità della messa in sicurezza di questi passaggi a livello (in questo caso, in particolar modo per Castelnuovo) e a tal fine è stato sollecitato anche il Sindaco della cittadina, Fabio Stefoni.

Per questa domenica,12 gennaio, è stata organizzata, alla stazione ferroviaria di Castelnuovo di Porto, una riunione dei cittadini che faranno il punto della situazione e che saranno a colloquio con i giornalisti per esporre le loro richieste/proposte che sottoporranno poi agli enti competenti della sicurezza e delle infrastrutture della tratta ferroviaria.

Personalmente, mi chiedo cosa ne pensano della questione gli altri sindaci dell’area e se non sia il caso di fare un’azione congiunta affinché sia possibile muoversi in sicurezza su questi passaggi a livello, attendendo il Santo Graal del raddoppio della ferrovia ormai annunciato da anni (natività dal parto difficile). La speranza infine è che la morte di questa splendida cinquantenne, possa almeno rappresentare quella luce chiarificatrice che indichi ai nostri “magi governatori ” la strada più giusta da intraprendere affinché drammi come questi, non debbano più avvenire.
 

Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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