RICCIONE: RIAPRE IL COCORICÒ, GRANDE AFFLUENZA DI GIOVANI

di Angelo Barraco
 
Riccione – Ieri 5 dicembre il Cocorirò ha riaperto le porte in seguito allo stop durato quattro mesi. Poco prima della mezzanotte c’era tanta affluenza di ragazzi in attesa di entrare. All’interno del locale sono stati potenziati i controlli e vige un regime di maggiore sicurezza, inoltre ai minori è vietato l’ingresso, qualora un soggetto esce dal locale non può più rientrarvi, i parcheggi sono stati transennati e sono state istallate circa 70 telecamere. Ma come mai era stato chiuso il Cocoricò? Ripercorriamo la vicenda. La notte del 19/07/2015 ha perso la vita in seguito all’assunzione di ecstasy. Il giovane, della provincia di Perugia, si trovava all’interno del locale con gli amici e intorno alle 4 si è sentito male. L’ambulanza lo ha immediatamente soccorso, è stato portato in ospedale ma non c’e stato nulla da fare per il giovane. Le polemiche che si sono succedute sono state tante, giorno 11/09/2015 il Tar dell’Emilia Romagna ha rigettato il ricorso presentato dal Cocorico' contro la decisione del Questore di Rimini. Lo rende noto il Codacons, che si era costituito in giudizio difendendo il provvedimento della Questura.
 
L'ordinanza del Tar. Nel rigettare il ricorso il Tar scrive nel testo dell'ordinanza: "Considerato che ai sensi dell'invocato art. 41 della Costituzione l'iniziativa economica privata e' libera ma non puo' svolgersi in contrasto con l'utilita' sociale, e quindi non deve provocare 'danni sproporzionati all'ambiente e alla salute' (Corte Cost. 116/06) e alla sicurezza pubblica; che tale principio si impone in sede di bilanciamento degli interessi in gioco, assegnando prevalenza a quest'ultimo; che l'esercizio del potere ex art. 100 TULPS e' connotato da amplissima discrezionalita', nella fattispecie immune da censure di manifesta irragionevolezza o errori di fatto, esercitato in base ad un principio e per un fine di 'precauzione', cioe' allo scopo di provocare disaggregazione di criminalita' gravitante nel luogo considerato (e non certo di sanzionare responsabilita', coinvolgimenti o inerzie del gestore); che la durata della sospensione e' stata parametrata a tale esigenza, e che quindi non appaiono violati i principi di proporzionalita' e adeguatezza al fine". "Ci auguriamo – commenta il Codacons – che, dopo questa decisione del Tar, il Cocorico' sappia prendere adeguati provvedimenti contro lo spaccio di sostanze stupefacenti e a tutela della salute dei giovani, per i quali la discoteca rappresenta un importante punto di riferimento".



LECCE A MANO ARMATA: PRESI I BANDITI CHE TERRORIZZAVANO L'INTERA PROVINCIA

di Domenico Leccese

Galatina (LE) – Terrorizzavano l'intera provincia di Lecce, rapinando vari supermercati,  Luigi Panico di 37 anni, e Simone Luceri, di 36 anni, entrambi di Galatina (LE).  Gli Agenti del Commissariato di Galatina, raccolte le prove, hanno dato esecuzione ad un ordine di custodia cautelare nei confronti dei due malviventi. Panico e Luceri sono anche accusati di aver colpito almeno altre sette volte.

Luigi Panico e di Simone Luceri sono quindi ritenuti responsabili di diverse rapine a mano armata, effettuate in concorso tra loro e con altri non ancora identificati, ricettazione, danneggiamento a seguito di incendio, porto e detenzione abusiva di armi in luogo pubblico. Erano già stati arrestati per aver partecipato con altri alla rapina del 19 agosto  2015 ai danni all’  Eurospin di Cursi ed erano fortemente sospettati di essere i protagonisti di ulteriori assalti nel corso di quest’anno. Inoltre, secondo gli investigatori del Commissariato di Galatina, che hanno svolto le indagini, i due potrebbero aver partecipato ad altri colpi. Il gruppo agiva sempre o quasi, preferendo il medesimo tipo di attività commerciale, supermercati, ed i veicoli da utilizzare, in particolare i vecchi modelli della Fiat Uno.

L’indagine, sulla scorta dell’analisi delle immagini dei circuiti di video sorveglianza, in seguito a si è sviluppata con perquisizioni personali e domiciliari eseguite nei confronti dei due, durante le quali sono stati rinvenuti oggetti e abbigliamento, indossato durante le varie rapine, che hanno fruttato un bottino totale di circa 12milaeuro.

I due, sono ritenuti dagli investigatori, responsabili delle rapine a mano armata avvenute il  21 marzo 2015 allo Eurospin di Sogliano Cavour, 24 marzo 2015 al Penny di San Cesario di Lecce, ed al vicino distributore Apulia carburanti di San Donato di Lecce. {Dopo questo doppio colpo, l’auto usata fu data alle fiamme la sera stessa}
Gli altri colpi per i quali i due sono indagati riguardano le rapine del 4 aprile 2015 al supermercato MD di Aradeo 16 giugno 2015 al Dok di Sogliano Cavour, attività poi presa di mira nuovamente il 29 giugno 2015 e 23 luglio 2015 al Conad City di Galatina.




MARSALA: INCENDIO DOLOSO ALL'ASSOCIAZIONE SPORTIVA

di Angelo Barraco
 
Marsala (TP) – La notte del 2 dicembre 2015 è divampato un incendio di origine dolosa in una pista in uso per la corsa dei cavalli. La pista si trova in contrada Madonna Cava Bufalata, nella periferia nord di Marsala, vicino al Centro Radar dell’Aeronautica di Perino. La struttura appartiene ad un’associazione sportiva, il terreno su cui poggia la struttura appartiene invece ad un privato.
 
Era tarda sera e la scuderia avrebbe dovuto essere chiusa, ma i residenti della zona hanno visto del fumo uscire e hanno sentito del rumore provenire dalla pista, allarmati hanno immediatamente chiamato i vigili del fuoco del distaccamento di Corso Calatafimi. Non appena i pompieri sono giunti sul posto hanno rilevato tre focolai, il primo di essi riguardava un capannone che si trova nei pressi della strada comunale e dove all’interno è riposta un’asta che serve per allineare i cavalli prima di farli allenare. L’altro rogo, prontamente spento, riguardava la paglia. Sulla pista invece è stato dato alle fiamme un camion. Vicino al luogo in cui è stato cagionato il danno alla pista si trovavano telecamere?



LUCI D’AUTORE, MERCATINI E PRESEPI: LA MAGIA DEL NATALE E’ TRA LE VIE DI BACOLI

GUARDA LA GALLERY IN FONDO ALL'ARTICOLO [CLICCARE SOPRA LE FOTO PER INGRANDIRLE]

 

di Christian Montagna

Bacoli (NA) – Uno spettacolo inusuale per la nostra vista è quello che sta regalando la cittadina campana di Bacoli. Luci d’autore, presepi, mercatini natalizi, musiche tradizionali, bancarelle, negozi aperti fino a tarda serata: ecco come si presentava alcune ore fa la città flegrea, a poche settimane dal Natale. Il fiume di persone che scorreva per le vie del centro storico ha accolto con meraviglia tutto ciò.


Numerose famiglie, giovani, bambini e anziani provenienti dai comuni limitrofi e dalla città di Napoli hanno invaso la città del neo eletto sindaco J. Della Ragione. Un’attrazione turistica che attira da ogni luogo centinaia di visitatori che, almeno per una serata, si immergono nella magia del Natale, accantonando problemi e pensieri.


Via Gaetano De Rosa e Via Ercole, diventano per l’occasione isole pedonali: lungo le strade, simpatiche casette in legno, colorate dalle luci natalizie e ovattate di neve artificiale per esporre prodotti di ogni genere, dal piccolo artigianato, ai souvenir, ai prodotti gastronomici e dulcis in fundo, ai prodotti natalizi per gli amici a quattro zampe!


Altra eccellenza, quella delle casette trasformate in ristoranti take- away: simpatici cuochi deliziavano infatti i passanti con specialità tipiche del luogo e piatti classici della tradizione culinaria campana, il tutto, a prezzi super accessibili. A Piazza Marconi, subito dopo le due vie principali dei mercati, è stato allestito invece il piccolo villaggio di Babbo Natale, grazie al quale, i bambini potranno spedire la tradizionale letterina direttamente al Polo Nord.


La Villa Comunale, invece, trasformata per l’occasione in uno spettacolo di luci d’autori, è stata aperta al pubblico, vigilata da protezione civile e polizia locale. Figure legate al Natale sparse tra i cespugli, grandi immagini di Babbo Natale, renne e carrozze e tanti fiocchi di neve hanno fatto da sfondo allo scenario fiabesco mozzafiato.


Ad organizzare il tutto, i commercianti dell’associazione "Commercianti Bacoli in Corso” con il benestare del Comune che ha concesso le autorizzazioni .

Chapeau!




SALVATORE COLLETTA: LO STRAZIANTE APPELLO DEI GENITORI

di Angelo Barraco
 
Palermo – La scomparsa di Salvatore Colletta e Mariano Farina, avvenuta a Casteldaccia (Palermo) la mattina del 31 marzo del 1992, è ancora avvolta da una fitta cortina di mistero. Quella mattina i due 15enni decidono di non andare a scuola e preferiscono invece andare al mare che si trova a 2 km dal paese e fare un pic-nic, davanti dalle villette che sono chiuse perché, essendo fuori stagione, i villeggianti si trovano in città. Salvatore e Mariano comprano  delle vivande e si fanno accompagnare da un amico in motorino e prima di salutarsi con l’amico, Mariano gli dice che hanno voglia di fare un giro per vedere com’è la vita. Da quel momento i due ragazzini sembrano essere stati inghiottiti nel vuoto. Oggi i genitori di Salvatore Colletta lanciano un appello che i genitori lanciano attraverso AdnKronos. 
 
“Siamo i genitori di Salvatore Colletta, il ragazzo scomparso da Casteldaccia il 31 marzo 1992 assieme a Mariano Farina. Ricordiamo e viviamo sempre con maggiore angoscia quel giorno come se fosse ieri, perché due genitori non possono e non potranno mai dimenticare ili proprio figlio. Io e mio marito non smetteremo mai di lottare per ritrovare Salvatore. In questi lunghi 23 anni abbiamo vissuto ogni giorno con dolore ma allo stesso tempo con un infinita speranza – dicono – oggi più che mai che è il giorno in cui Salvatore compie 39 anni. Oggi vorremmo essere tutta la famiglia a festeggiare, ad aprire i regali e a spegnere le candeline della torta con lui, ma non è possibile perché quel 31 marzo 1992 ha spezzato i nostri cuori togliendoci il motivo per cui ogni giorno valeva la pena sorridere. E per noi quello era Salvatore, a casa abbiamo altri 6 figli a parte lui e 3 nipotini che non lo conoscono, andiamo avanti perché è giusto così, non abbiamo mai fatto mancare affetto o nulla agli altri nostri figli, ma c' è sempre una ferita aperta che non riesce a chiudersi, c' è sempre un pensiero fisso prima di andare a letto ogni sera, sempre gli stessi punti di domanda – dicono ancora i genitori di Salvatore che non si sono mai arresi – Sorridiamo sempre per metà. E' come se da quel giorno la nostra vita si fosse fermata. Ricordiamo ancora il giorno della sua nascita, un giorno molto atteso visto che per i primi sei anni di matrimonio io e mio marito non riuscivamo ad avere figli e poi, finalmente, arrivò Salvatore, il più grande di tutti gli altri 6 miei figli. Eravamo talmente felici perché ormai credevamo di non poterne mai avere e invece arriva questo meraviglioso bambino con tanti capelli e un carattere che portava allegria e felicità in casa. Quella stessa felicità che oggi non abbiamo più, tutti in famiglia si chiedono se Salvatore sia vivo e stia bene: Ciro che all'epoca aveva qualche anno in meno di Salvatore e passava molto tempo con lui a giocare a pallone perché era la passione di entrambi, Maurizio che allora aveva circa 10 anni ha un ricordo molto nitido di Salvatore, Massimo che ne aveva 8, a cui Giovanni Montalto (il ragazzo che il giorno della scomparsa diede un passaggio in Contrada Gelso a Salvatore e Mariano) disse che i due ragazzi stavano scappando di casa, Alessandro, che era ancora molto più piccolo di Massimo, Katia che aveva 2 anni e non ricorda molto bene Salvatore e infine Mariagrazia che è nata dopo 2 anni dalla scomparsa e non lo ha nemmeno conosciuto. Oggi, in una giornata così importante per noi vorrei ricordare e soprattutto sollecitare le forze dell'ordine a non tralasciare più nessuna pista anche la meno possibile perché in passato tante e troppe cose sono state lasciate al caso. Negli anni tante segnalazioni sia in Sicilia (al mercato di Bagheria, in compagnia dei nomadi a Termini Imerese, a Trappeto in un bar, a Roma a chiedere l' elemosina in una piazza ecc) certo, non sono mai mancati gli sciacalli ma la maggior parte delle segnalazioni provenivano anche da persone che conoscevano molto bene i ragazzini. Per questo io sono convinta che fossero reali e veritiere, ma oggi che a me manca un figlio, non ho qui un figlio da abbracciare e fargli gli auguri il giorno del compleanno, io provo rabbia perché non è mai stato fatto tutto il possibile perché se i primi giorni si mettevano dei posti di blocco in Sicilia i ragazzi si potevano trovare. Quindi, io mi domando se è quanto ancora dobbiamo aspettare per sapere cosa è successo a nostro figlio, quanti compleanni e anni dobbiamo passare ancora senza di lui e soprattutto sapere se ci sia qualcuno dietro che sa e non parla. Mi rivolgo a chi potrebbe sapere qualcosa: mettetevi al mio posto, al posto di una mamma che spera sempre e che vuole sapere fino a che punto sperare, che vuole semplicemente la verità nel bene o nel male, liberatevi da questo fardello che vi portate dentro da 23 anni e fate si che il giorno che Dio mi chiamerà e chiuderò gli occhi me ne andrò sapendo ciò che è successo a mio figlio, ve lo chiedo con il cuore in mano. Perché non è possibile che nessuno non ha visto nulla e che due ragazzi sono scomparsi per andare a fare un picnic in spiaggia, i giorni seguenti vengono visti sempre con i nomadi e nessuno riesce a prenderli – lamentano ancora i genitori di Salvatore – come non è più possibile non avere nulla a cui aggrapparsi. Infine, mi rivolgo a te Salvatore, se sei ancora vita ricorda che hai una famiglia che ti aspetta e vive con la speranza di poterti abbracciare e di festeggiare con te tutti i compleanni persi in questi anni, auguri Salvatore per i tuoi 39 anni! Se stai leggendo queste righe, visto che so del tuo carattere timido e timoroso dei giudizi altrui voglio dirti di non avere paura di tornare a casa perché è ciò che desideriamo più al mondo perché nella vita si sbaglia ma gli errori vengono commessi in modo che ci siano dei rimedi sempre e comunque. Ti aspettiamo e ti pensiamo sempre”.
 
Un appello, quello della famiglia, scritto con il dolore di chi vive nel limbo e nel dubbio. Nei giorni successivi alla scomparsa sono state diverse le segnalazioni che vedevano i ragazzi a Bagheria, ma anche a Caltanissetta e a Palermo stesso. Si pensava di essere ad un passo dal ritrovamento dei giovani ma poi tutto sfumava. Fu analizzata anche la pista nomadi e a dar credito a questa pista ci sono diversi elementi. Il primo è l’avvistamento dei giovani al mercato di Bagheria a chiedere l’elemosina, il secondo elemento riguarda la testimonianza di una conoscente dei giovani, una bambina di nome Italica che avrebbe incontrato Mariano vicino al campo degli zingari di Termini Imerese, mentre portava un tavolo dentro una roulotte. Italica ha chiesto a Mariano: “cosa ci fai qua? Tutti ti cercano”, lui avrebbe risposto invece “Vattene che poi mi faccio sentire io”, nel frattempo un nomade lo avrebbe preso per le orecchie e gli avrebbe urlato “ti ho detto che non devi parlare con nessuno”. La famiglia di Salvatore ha ricevuto una telefonata da parte di una persona che diceva di essere proprio Salvatore, la chiamata è stata però interrotta. La voce avrebbe detto “Mamma, sono io, Salvatore”, la mamma ha chiesto “Ma dove sei?” e la linea si è interrotta. La chiamata è arrivata due anni dopo la scomparsa e la madre ha riconosciuto il figlio. Un’altra pista messa sotto la lente d’ingrandimento è stata quella mafiosa, poiché una dozzina di ville in contrada Gelso appartenevano a Boss mafiosi. La voce sulla pista mafiosa si è intensificata per anni, ma dagli atti di un’inchiesta riaperta nel 2011 emerge che un pentito, il cui nome rimane a noi ignoto, abbia raccontato che in alcune villette di Casteldaccia si svolgevano summit dove presenziava il sanguinario boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano. Il periodo in questione è proprio all’inizio degli anni 90. In quelle ville abitavano boss del calibro di Masino Spadaro, Michele Greco, Filippo Marchese. Li si svolgevano gli incontro tra i capi mafia per stabilire stragi, omicidi. Colui che convocava le riunioni era il boss  Ciccio Pastoia, morto suicida in carcere e boss di Belmonte Mezzagno. Se avessero visto il boss Bernardo Provenzano?  La mafia è nota per non essere capace di far del male ai bambini, ma il terribile omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo smentisce categoricamente questa leggenda metropolitana. Anni fa una donna, ex moglie di un mafioso, raccontò che nel 92, il suo ex marito fu incaricato di seppellire due corpi. La donna indicò anche il punto esatto del seppellimento, ovvero nelle zone di Bagheria. Gli inquirenti prelevarono del terriccio. Di chi erano quei corpi? Dove sono Salvatore e Mariano? I 1992 fu un anno ricco di omicidi di mafia, nel mese di marzo, proprio qualche giorno prima che sparissero i ragazzi, fu ucciso Salvo Lima il 12 marzo. I sanguinari boss come Riina, Calò, Brusca, Graviano, si sparpagliavano fuori dal territorio poiché la tensione era alta e si rifugiavano altrove. Pochi giorni dopo la scomparsa di Salvatore e Mariano su ucciso dalla mafia Giuliano Guazzelli (4 aprile 1992), che nella sua vita aveva condotto indagini sul clan dei Corleonesi. Il 23 maggio ci fu la Strage di Capaci e il 19 luglio la Strage di Via d’Amelio. A Palermo si viveva un clima di terrore. 



TRAFFICO DI MIGRANTI: ALTRO BLITZ NEL MONDO DEL CIRCO: PRESI I "CAPI" DELL'ORGANIZZAZIONE

Redazione

Palermo – Ancora il traffico di immigrati da parte di stranieri con la complicità di funzionari pubblici della Regione Sicilia. Questa volta tocca ai vertici dell'organizzazione. Nelle precedenti due tranche dell'operazione erano finiti nella 'rete' della Polizia di Stato impresari di circhi e tre burocrati della Regione siciliana. Adesso scattano altre dieci misure emesse dal Gip di Palermo Agostino Gristina, nell'ambito di un vasto blitz nel mondo cicense che ha portato alla luce un'associazione internazionale dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nel territorio nazionale di cittadini, provenienti prevalentemente dall'India, dal Pakistan e dal Bangladesh. Contestati anche i reati di corruzione di pubblici ufficiali, falso materiale ed ideologico. L'organizzazione, dietro pagamento di diverse migliaia di euro, ha garantito a centinaia di indiani, pakistani e bengalesi di entrare in Italia tramite la concessione di un visto d'ingresso per ragioni di lavoro, ottenuto grazie alla collaborazione di dipendenti corrotti dell'assessorato regionale delle politiche sociali e del lavoro. Sono risultati coinvolti almeno 500 soggetti stranieri per un giro d'affari di circa 7 milioni di euro. Le misure, a carico di cinque italiani e cinque stranieri, sono sette ordinanze di custodia cautelare in carcere, due divieti di espatrio ed un obbligo di presentazione. Questa volta ad essere colpiti dal provvedimento sono alcuni dei vertici dell'organizzazione nei cui confronti era gia' stato eseguito il fermo emesso dalla Procura di Palermo per gli stessi reati. Tra i soggetti destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, già destinatari di provvedimento di fermo, c'e' Tommaso Fernandez, 56enne di Reggio Calabria, uno dei capi dell'associazione nonche' tra gli ideatori del meccanismo. Grazie al suo ruolo di direttore amministrativo del Circo Vassallo e di consulente di molte imprese circensi per ogni aspetto burocratico, amministrativo e gestionale, aveva accumulato un'approfondita conoscenza della legislazione di settore che gli ha consentito di organizzare e dirigere le attivita' dell'associazione.

Kishan Chand, indiano di 50 anni, e Avtar Chand, 31enne nativo del Bangladesh, fanno parte degli stranieri del "gruppo di Arezzo" che si recavano periodicamente da Vito Gambino, funzionario dell'assessorato al Lavoro, quali intermediari di alcuni circhi, per l'assunzione fittizia di loro connazionali. Sono destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere anche Gabriel Marinescu Mihai, romeno di 36 anni, e Ronny Denji, 53 anni di Aosta, che già si trovavano in regime restrittivo a seguito della convalida del fermo avvenuta il 10 novembre; Rashid Manzoor, indiano di 48 anni, che si trovava all'estero al momento dell'esecuzione del precedente fermo. Colpiti dal divieto di espatrio un finlandese di 69enne e un 47enne di Butera, del circo "Di Vienna". L'obbligo di presentazione, invece, e' stato disposto nei confronti di un 66enne di Arce del circo "De Blasis". Rimane latitante, Nirmal Singh, altro elemento di spicco dell'organizzazione. Per l'esecuzione delle misure cautelari hanno collaborato con la Squadra mobile di Palermo, gli uffici di Roma, Firenze, Arezzo, Latina, Milano. Il sistema svelato dalla Squadra mobile di Palermo, diretta da Rodolfo Ruperti, ha consentito di aggirare la legislazione vigente in materia di immigrazione, facendo leva su una norma che consente di autorizzare l'ingresso di lavoratori dello spettacolo, tra i quali gli occupati presso circhi o spettacoli viaggianti all'estero, al personale artistico e tecnico per spettacoli lirici, teatrali, concertistici o di balletto. Possono così essere assunti "lavoratori qualificati" nell'ambito delle attività connesse agli spettacoli, a seguito di apposita autorizzazione rilasciata dall'ufficio speciale per il collocamento degli operatori dello spettacolo, previo nulla osta dell'autorità provinciale di pubblica sicurezza. In ambito nazionale questo procedimento è incardinato presso il ministero del Lavoro, mentre per la Sicilia è competente l'assessorato regionale alle Politiche sociali e al Lavoro, in cui lavorano diversi soggetti coinvolti che dietro compenso rilasciavano dei falsi nulla osta al lavoro per prima occupazione o visto d'ingresso cittadini extracomunitari, necessari per ottenere, da parte delle ambasciate, il visto d'ingresso nel territorio nazionale.




GUERRINA PISCAGLIA: PADRE GRAZIANO RINVIATO A GIUDIZIO

di Angelo Barraco

Arezzo – Aperto e subito rinviato al 18 dicembre il processo davanti alla Corte d'Assise di Arezzo per padre Graziano, accusato dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere di Guerrina Piscaglia, la donna scomparsa il 1 maggio 2014 dalla sua casa di Cà Raffaello, nel comune frazione di Badia Prataglia (Ar). Il rinvio del processo è stato dettato dall'adesione dei suoi avvocati allo sciopero nazionale indetto dalle Camere penali.
 
Padre Graziano è stato scarcerato e ha ottenuto la misura restrittiva degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Il frate era statoarrestato il 23 aprile nell’ambito dell’inchiesta sulla scomparsa di Guerrina Piscaglia. La decisione della misura restrittiva sostitutiva al carcere è stata presa dal Tribunale del riesame di Firenze. Ricordiamo inoltre che l’uomo è accusato  di omicidio e occultamento di cadavere. I testimoni che verranno ascoltati nel corso del processo saranno circa 130. Ma andiamo a ritroso, il 27 aprile di quest’anno si è svolto l’interrogatorio di garanzia davanti al gip presso il carcere di Arezzo per Padre Graziano, ma il prete si è avvalso della facoltà di non rispondere. Padre Graziano, unico indagato per la scomparsa di Guerrina Piscaglia avvenuta il 1 maggio 2015 è stato arrestato il 23/04/2015.
 
L’arresto è avvenuto a poche ore dalla possibile libertà del prete congolese. Per il Prete, l’accusa nei suoi riguardi è cambiata da favoreggiamento ad omicidio e occultamento di cadavere.  Padre Graziano è stato arrestato a Roma, i Carabinieri si sono presentati di fronte al portone del convento dei Premostratensi in Viale Giotto, quartiere Aventino e hanno notificato al frate il provvedimento del giudice. Il Frate poi è salito nell’auto dei Carabinieri e si sono diretti ad Arezzo. La misura cautelare era stata richiesta il 23 febbraio 2015 dal procuratore della Repubblica di Arezzo, Roberto Rossi e dal sostituto procuratore della Repubblica Marco Dioni. La misura cautelare è stata ritenuta un’esigenza perché vi era il pericolo di fuga dell’indagato e l’inquinamento probatorio.
Ricordiamo che il 24 aprile scadeva il divieto di espatrio per Padre Graziano.
 
Gli elementi contro Padre Graziano: Quando Guerrina è già scomparsa, dal cellulare della donna partono due sms; uno rivolto ad un prete nigeriano che vive a Roma e un altro prete di Can Raffaello. Il numero del prete nigeriano che vive a Roma però lo poteva avere soltanto Padre Graziano. Quando a Padre Graziano gli viene chiesto come mai Guerrina aveva il numero del prete nigeriano e Padre Graziano è rimasto in silenzio. Padre Graziano successivamente parla con Padre Faustino, parlando di un’altra persona, un certo Signor Francesco. Per il gip di Arezzo, Piergiorgio Ponticelli, il movente che avrebbe spinto Padre Graziano ad uccidere Guerrina Piscaglia è dovuto alla morbosità della Piscaglia verso il prete. Il prete forse avrebbe avuto paura che sarebbe nato uno scandalo per questa relazione che lui ha sempre negato, ma che la donna avrebbe minacciato di rivelare e di rendere pubblica sostenendo persino di essere incinta e che il figlio fosse proprio di Padre Graziano. Vi sono certamente le prove oggettive che dimostrano la tresca tra la donna e il prete, vi è la prova oggettiva di tutto ciò. La speranza è che questo caso, attualmente senza un corpo da analizzare e che possa dare risposta, non finisca nel limbo del processo nullo come nel caso Ragusa.



MILANO ECCO IL SOSTITUTO DI TRONCA: IN ARRIVO L'EX QUESTORE ALESSANDRO MARANGONI

Redazione

Milano – E' l'ex questore Alessandro Marangoni la figura proposta da Angelino Alfano per sostituire Francesco Paolo Tronca nel ruolo di prefetto. Alfano ha firmato la lettera con cui avanza il nome dell'attuale vice capo della polizia. Ora tocca al consiglio dei ministri sancire la nomina ufficiale. “L'arrivo a Milano di Alessandro Marangoni come Prefetto della città è molto positivo. Marangoni si è sempre distinto per la sua alta professionalità e per i grandi risultati ottenuti nei tanti incarichi che ha svolto. Il Prefetto conosce Milano e con lui, negli anni in cui era Questore della città, abbiamo sempre collaborato con grande profitto per il bene di Milano e dei milanesi”. Lo afferma il Sindaco di Milano commentando l’indicazione da parte del Ministro Alfano.




LORIS STIVAL: RESPINTA PERIZIA PSICHIATRICA PER VERONICA PANARELLO

di Angelo Barraco
 
Ragusa – Importanti novità per la misteriosa morte del piccolo Loris Stival. Nel corso dell’udienza preliminare, la Procura di Ragusa ha contestato a Veronica Panarello, madre del piccolo, l’aggravante della premeditazione. La contestazione è arrivata dal procuratore Carmelo Petralia e dal sostituto Marco Rota. Inoltre il Gup di Ragusa ha rigettato la richiesta di perizia psichiatrica su  Veronica Panarello che aveva avanzato il suo legale, l’avvocato Francesco Villardita. Il legale aveva indicato la perizia “Come integrazione probatoria con il 422 del codice di procedura penale” poiché sarebbe rimasta agli atti o come incidente probatorio: “La richiesta di perizia psichiatrica e' stata argomentata in particolare sul secondo capo di imputazione, sull'occultamento di cadavere, in riferimento ad anomalie comportamentali, su ricordi, amnesie". Inoltre l’avvocato aveva depositato una consulenza medico-legale firmata dal professor Ricci, un docente di Medicina Legale, in merito alla compressione e alla legatura dei polsi di Loris. 
 
 
Eventi recenti. Veronica Panarello in questi mesi ha reso agli inquirenti delle dichiarazioni riguardante quel tragico giorno in cui Loris è morto, queste informazioni sono di volta in volta cambiate ed evolute fino a diventare una velata confessione. Veronica chiedere di essere ascoltata e dopo un lungo interrogatorio, Venerdì 13 novembre la donna ha ammesso , di fronte al Pm Marco Rota, di non aver accompagnato il figlio a scuola in quel tragico 29 novembre 2014 ma aggiunge di non essere stata lei ad uccidere Loris e ha continuato dicendo che suo figlio, quel giorno, è salito a casa con le chiavi che gli aveva dato lei. La donna ha concluso l’interrogatorio riferendo al Pm di “avere un buco e di non ricordare” tutto il resto. Mentre la donna parlava con il Pm Marco Rota, affianco a se c’era il suo avvocato Francesco Villardita. Ricordiamo inoltre che la donna aveva sempre proclamato la sua innocenza e aveva fortemente sostenuto a gran voce di aver accompagnato suo figlio a scuola il giorno del tragico omicidio ma secondo gli inquirenti si tratta di una bugia poiché la sua auto non viene immortalata dalle videocamere della scuola, invece le telecamere di Santa Croce di Camerina sembra che immortalino la sua auto che compie il tragitto proprio in direzione del canalone. Ma i primi segnali di un cambiamento di versione della vicenda da parte di Veronica iniziano il 6 novembre scorso, quando chiama il marito Davide Stival riferendo: “Quella mattina il bambino io non l’ho accompagnato a scuola, è salito a casa da solo, usando il portachiavi con l’orsacchiotto”.
 
Ma tutto cambia ulteriormente martedì 17 novembrequando Veronica fornisce agli investigatori un’ulteriore versione dei fatti che risuona alle orecchie di chi ascolta come una flebile confessione poiché la donna riferisce agli inquirenti che Loris sarebbe morto mentre giocava con le fascette elettriche. Veronica ha affermato che si sarebbe trattato di un incidente verificatosi al suo rientro a casa. Secondo una logica consequenziale basata sugli elementi forniti dalla donna, Veronica avrebbe cercato di salvare il figlio ma in preda al panico lo avrebbe portato al Mulino Vecchio. La donna comunque continua a ripetere a gran voce di non aver ucciso suo figlio. Inoltre sono state depositate le motivazioni sul respingimento che riguarda la richiesta di scarcerazione: “Esiste un elevato grado di probabilità della responsabilità per l’omicidio di Loris Stival”. Ma quali sono gli elementi a suo carico? Le videoriprese di Veronica immortalate da sistemi di videosorveglianza pubblica e privata, l’ubicazione della donna tra le 9,25 e le 9,36 presso le zone del canalone, il mancato ingresso a scuola di Loris, le fascette ritrovate a casa.



PENSIONI: 4 SU 10 SONO INFERIORI A MILLE EURO

Redazione

Sono sei milioni e mezzo i pensionati, con un assegno sotto i mille euro al mese e 240mila a poter contare con una pensione “dorata”, sopra i 5mila euro: ecco le due facce di una stessa medaglia rivelate dai dati Istat del 2014. Le pensioni italiane pesano per il 17,7% del Pil. I pensionati che in Italia possono contare su oltre 5.000 euro al mese sono quasi 240.000, appena l'1,4% del totale. Altri 767.000 pensionati (il 4,7% dei 16,25 milioni di pensionati) può contare su redditi da pensione tra 3.000 e 5.000 euro al mese.


Aumenta invece il numero dei pensionati poveri: il reddito medio di chi ha iniziato a ricevere la pensione nel 2014 (13.965 euro) è inferiore a quello dei cessati (15.356) e a quello dei sopravviventi (17.146), coloro che anche nel 2013 percepivano almeno una pensione. Quindi tra le ”new entry” e i già presenti la differenza è di oltre 3 mila euro annui.


Tra il 2011 e il 2014 i pensionati in Italia sono diminuiti di oltre 400.000 unità, tra 16.668.000 del 2011 a 16.259.000 del 2014. Il dato con tutta probabilità risente della stretta sui pensionamenti decisa con la riforma Fornero della previdenza.


Quasi la metà delle pensionate non arriva a mille euro mensili. Nel 2014 il reddito da pensione si ferma prima per il 49,2% delle donne. Le donne con meno di mille euro al mese sono oltre 4,2 milioni. Tra queste possono contare su meno di 500 euro 1.169.000 persone.


Nel 2014 la spesa complessiva per prestazioni pensionistiche ha superato i 277 miliardi di euro con un aumento dell'1,6% sul 2013. L'incidenza sul Pil è cresciuta di 0,2 punti dal 16,97% al 17,7%. Lo rileva l'Istat spiegando che sono state erogate 23,2 milioni di prestazioni.




CASO ILARIA BOEMI: ARRESTATE TRE RAGAZZE COINVOLTE NELL'OMICIDIO

Redazione
 
Messina – Arrestate tre ragazze per la strana morte di Ilaria Boemi, giovane sedicenne morta il 10 agosto sul lungomare di “Ringo”. La Polizia ha ricostruito le ultime ore della giovane e secondo tale ricostruzione sarebbero state le ragazze, di cui una minorenne, a procurare la droga che ha cagionato la morte alla giovane. Droga sintetica riconducibile all’MDMA e che ha provocato ad Ilaria Boemi un arresto cardio-circolatorio e i soccorsi non sono stati sufficienti per strapparla alla morte.  La terza ragazza invece è coinvolta in vicende di spaccio con la vittima. Ad arrestare le ragazze è stata la Squadra Mobile di Messina che, in seguito ad indagini serrate, ha delineato coloro che hanno passato le ultime ore con Ilaria.