NAPOLI, DE LUCA: NESSUNA SANATORIA PER GLI ABUSI EDILIZI IN COSTIERA

Redazione

Napoli – "In Campania abbiamo 80mila alloggi abusivi eretti negli ultimi 20 anni. Io penso ad una sanatoria perché se facciamo finta di essere ambientalisti, gli edifici restano dove sono e continuano ad inquinare le falde acquifere. Pensate poi alle discariche da usare e al restante materiale di risulta per eventuali abbattimenti. Preciso che sarà escluso dalla sanatoria chi ha costruito in zone pericolose, in costiera amalfitana o sorrentina e chi ha fatto gli interessi della camorra. Non permetterò certo che si danneggino i nostri paesaggi". Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca intervenendo ai microfoni di Radio 24.




CATANIA, DUPLICE OMICIDIO A PALAGONIA: ACCERTATA LA VIOLENZA DELLA 70ENNE

di C.R. 

Un crimine efferato, il duplice omicidio di Vincenzo Solano, 68 anni e di Mercedes Ibanez, 70 anni, uccisi nella loro villa di Palagonia, nel Catanese. Per il duplice omicidio, la polizia ha fermato Mamadou Kamara, 18 anni, cittadino della Costa d'Avorio ospite del Cara il qui quadro accusatorio si fa sempre più pesante. È dalle immagini del circuito di videosorveglianza che la polizia ha ricostruito i tempi in cui Kamara Mamadou, il 18enne ivoriano accusato dell'omicidio dei coniugi di Palagonia, ha agito la notte tra sabato e domenica. Dai fotogrammi, alle 23.58 Kamara esce dal Cara alla guida di una bici, con uno zaino mono spalla di colore arancione. Alle 2.13, passa lungo via Palermo, davanti casa dei coniugi, alle 2.16, percorre una stradina adiacente che porta solo a 'Villa Solano', alle 5.14 e alle 5.15 è di nuovo in strada, alle 5.22 ha un sacco appeso alla bici, mentre un altro sarà trovato in casa delle vittime e alle 6.20 fa rientra in Cara. "Aspettiamo ulteriori esami della Scientifica – ha detto il capo della Mobile di Catania, Antonio Salvago – per affermare o escludere che Kamara abbia agito da solo o con dei complici". Salvago ha aggiunto che 'l'arma per assassinare Vincenzo Solano potrebbe essere un 'estrattore' utilizzato in genere dai meccanici, una tronchesina e uno sgabello usati per colpire entrambi'.




MARSALA, STAGNONE: NON SI ESCLUDE L'AMIANTO

 

CLICCARE QUI PER LEGGERE IL BANDO DI GARA INDETTO DAL LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI TRAPANI – EX PROVINCIA REGIONALE DI TRAPANI]

 

di Angelo Barraco – Ivan Galea
Marsala (TP) – Non si può escludere la presenza di amianto all'interno della Riserva naturale regionale delle Isole dello Stagnone di Marsala. Questo quanto è stato riferito al nostro giornale dalla direzione ambiente del Libero Consorzio Comunale di Trapani.
Prosegue quindi l'inchiesta de L'Osservatore d'Italia che continua a tenere alta l’attenzione sul sito e che nel precedente servizio ha immortalato, in un reportage fotografico, numerose strutture, vasche, macchinari e materiali che ricordano l'amianto o ricordano comunque materiali edili contenenti amianto legato in matrici cementizie in uso prima del 1992 (anno in cui fu vietato l’utilizzo dell’amianto in edilizia).

 

Bonifica, anche da presenza di amianto all'interno delle aree protette e riserve gestite dal Libero Consorzio Comunale di Trapani. L'Ente Consorzio ha recentemente indetto una gara negoziata, per l'affidamento dell'appalto, vinta, con un ribasso d'asta del 52,2 percento, dall'associazione temporanea di imprese (ATI) UGRI S.N.C. di Urso Massimiliano & C. – I.S.E.A. S.R.L. Tra i requisiti richiesti per la partecipazione al bando, indetto dalla ex Provincia Regionale di Trapani, spicca all'occhio l'iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali in cui sono comprese le categorie di raccolta e trasporto di rifiuti pericolosi, di bonifica di siti contenenti amianto: materiali edili contenenti amianto legato in matrici cementizie o resinoidi e di attività di bonifica di beni contenenti amianto

 

Il ruolo dell'amministrazione comunale di Marsala. A questo punto il primo responsabile della sicurezza e della salute pubblica, ovvero il sindaco di Marsala, dovrebbe emettere una ordinanza di divieto di accesso all’area a tutela della pubblica incolumità in quanto non è stata esclusa la presenza di amianto nel sito. Inoltre, come riferitoci dai dirigenti del Consorzio Comunale di Trapani, occorre attendere il responso dei tecnici. Dunque il provvedimento del primo cittadino marsalese andrebbe a tutelare la salute della collettività in via cautelativa, almeno fino a quando non verrà accertato che sull’isola non esista un pericolo amianto.

 

Le condizioni in cui versa lo Stagnone – addirittura nel 1995 la Procura di Marsala aprì un'inchiesta per scarichi abusivi – sono di uno stato di abbandono evidente per un paradiso terrestre che meriterebbe molto di più di questo.

 

Qualche precedente storico. Allo Stagnone aveva sede la società per azioni "Icemare" costituita nel 1984 da Roberto Parisi – successivamente assassinato per mafia – che aveva tra gli obiettivi la produzione di sale e la creazione di impianti alberghieri e di coltivazione ittica. La Icemare nel 1986 ottenne dall'assessorato regionale cooperazione la prima tranche di un finanziamento di circa 600milioni di vecchie lire per la costruzione di un impianto di itticoltura, ma per l'opera venne contestata addirittura la mancata richiesta della licenza edilizia. Così vennero indagati per truffa Gilda Ziino, vedova di Roberto Parisi, insieme a Savino Celestri, Giuseppe Mangano, Francesco Mazza e il commercialista Fulvio Lima. Nel 1997 l'amministrazione regionale revocò il finanziamento, sospendendo il pagamento della quota restante di contributo. Nel 1998 fu dichiarato il fallimento della Icemare con conseguente asta giudiziaria dei beni che si aggiudicò un'altra società.

 

Ha collaborato David Sciacca




MARSALA, LIDO LE TORRI DI SAN TEODORO: NUOVI SVILUPPI

 
LEGGI ANCHE: MARSALA, LIDO LE TORRI DI SAN TEODORO: SCOPPIA IL CASO
 
 
di Angelo Barraco
 
Marsala (TP) – L'articolo de L'Osservatore d'Italia che ha sollevato il caso del lido Le Torri di San Teodoro a Marsala non è passato certamente inosservato, infatti una moltitudine di persone hanno fatto sapere di aver vissuto una situazione simile a quella descritta sul servizio. E sembrerebbe che la nostra inchiesta abbia scosso gli umori anche della politica;
 
Le segnalazioni in merito sono tante e il lido Le Torri è ora al centro dell’interrogazione parlamentare all’Ars del M5S, prima tra tutte la deputata Cinquestelle Valentina Palmeri. Ciò che chiede la parlamentare è di svolgere accertamenti in merito a quanto accaduto e verificare se vi siano realmente catene che impediscono l’accesso.
 
Noi de L’Osservatore d’Italia abbiamo chiaramente visto le catene che chiudevano l’accesso alla spiaggia e documentato, con tanto di registrazione, un signore che ci imponeva di non sostare su quel luogo. 
 
La parlamentare ha dichiarato inoltre che se è vero che viene imposto un divieto di sosta al lido, se viene imposto l’allontanamento e se l’allontanamento è attuato anche davanti al lido in acqua allora “si provveda urgentemente a sanzionare i gestori del lido Torre San Teodoro, in quanto il comportamento tenuto sarebbe infatti in palese contrasto con tutte le normative afferenti alle concessioni demaniali delle spiagge”.

E’ stata resa nota anche una dichiarazione da parte del Presidente dell’Associazione Strutture Turistiche di Marsala, Ing. Gaspare Giacalone che ha riferito: “ In questi giorni molti dei nostri associati mi hanno contattato per prendere posizione nei riguardi del Lido a San Teodoro, dove, secondo alcuni, il gestore ha avuto numerosi diverbi con i turisti che hanno il piacere di raggiungere l’estremo lembo di mare che divide l’Isola Grande dalla terraferma.
Molti di noi si prodigano quotidianamente per fare arrivare qualche turista in più, raccogliendo la tassa di soggiorno, facendo sconti particolari, proponendo posti da visitare (molti di noi hanno invitato gli ospiti a raggiungere quel posto dove a piedi si può guadare quel tratto di mare e raggiungere la spiaggia “Tahiti”, come segnata nelle nostre cartine turistiche) per allungare di qualche giorno la permanenza. Tutto questo lavoro invisibile potrebbe venire meno per colpa di qualche operatore turistico poco incline al rispetto del turista: un bene molto prezioso, a cui Marsala non può assolutamente rinunciare. Che fare? Che dire? Come attivarsi? Bisogna attivare tutti i tipi di controlli e fare rispettare le leggi e i regolamenti: ricordo che recentemente in città per qualche metro di suolo pubblico in più ci sono state multe salate per i gestori, i quali devono, a poco a poco, capire che hanno in concessione un bene che è proprietà di tutti.”

Intanto sembra siano partiti i primi controlli da parte degli uomini della Capitaneria di Porto e dei Vigili Urbani che si sono recati presso il lido per effettuare delle verifiche.

 




AGRIGENTO, RAPINA DA 124MILA EURO AD UN IMPRENDITORE

Redazione

Agrigento – La Polizia ha arrestato a Porto Empedocle (Agrigento) Giuseppe Butera di 37 anni, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno, e Francesco Di Stefano, 39 anni, entrambi empedoclini, per rapina aggravata. I due nella notte, nei pressi della centralissima Via Roma, hanno infatti rapinato un anziano pensionato di Lampedusa a cui i malviventi hanno sottratto una borsa contenente quasi 124 mila euro in contanti. Una Volante della Polizia, passando nella zona, ha udito le grida della vittima e ha subito bloccato e arrestato Di Stefano. Subito dopo, nonostante la fuga, e' stato arrestato anche Butera. L'ingente somma di denaro costituiva il provento della commercializzazione di prodotti ittici da parte di una azienda di cui la vittima e' titolare.




MARSALA: LIDO SAN TEODORO; ECCO LE NOVITA'

di Angelo Barraco
 
Marsala – Il nostro reportage ha smosso le acque sulla situazione del lido Le Torri di San Teodoro, piccolo paradiso terrestre situato a Marsala, affiancato dalle saline e costante meta di turisti che sopraggiungono da ogni parte del mondo. Il nostro servizio ha portato ad un marasma di soggetti che hanno vissuto una situazione simile alla nostra che hanno condiviso, commentato e che ci hanno contattato e che si sono indignati pubblicamente per quanto successo. Adesso è stata resa nota una dichiarazione da parte del Presidente dell’Associazione Strutture Turistiche di Marsala, Ing. Gaspare Giacalone che ha riferito: 
 
“ In questi giorni molti dei nostri associati mi hanno contattato per prendere posizione nei riguardi del Lido a San Teodoro, dove, secondo alcuni, il gestore ha avuto numerosi diverbi con i turisti che hanno il piacere di raggiungere l’estremo lembo di mare che divide l’Isola Grande dalla terraferma.
Molti di noi si prodigano quotidianamente per fare arrivare qualche turista in più, raccogliendo la tassa di soggiorno, facendo sconti particolari, proponendo posti da visitare (molti di noi hanno invitato gli ospiti a raggiungere quel posto dove a piedi si può guadare quel tratto di mare e raggiungere la spiaggia “Tahiti”, come segnata nelle nostre cartine turistiche) per allungare di qualche giorno la permanenza. Tutto questo lavoro invisibile potrebbe venire meno per colpa di qualche operatore turistico poco incline al rispetto del turista: un bene molto prezioso, a cui Marsala non può assolutamente rinunciare.
Che fare? Che dire? Come attivarsi? 
Bisogna attivare tutti i tipi di controlli e fare rispettare le leggi e i regolamenti: ricordo che recentemente in città per qualche metro di suolo pubblico in più ci sono state multe salate per i gestori, i quali devono, a poco apoco, capire che hanno in concessione un bene che è proprietà di tutti.”
 
Inoltre a noi de L’Osservatore D’Italia è sopraggiunta la notizia che venerdì mattina la Capitaneria di Porto e i Vigili Urbani si sono recati presso il lido a fare delle verifiche.
 
Il nostro reportage: Abbiamo messo le nostre cose sul muretto e siamo andati al mare. Al nostro rientro dal mare è sopraggiunto un signore che ci rimproverava affermando che eravamo a casa sua. L’uomo ha ribadito che la spiaggia era di sua proprietà e che non si poteva sostare sulla battigia ma soltanto transitare e che nemmeno i nostri zaini potevano stare appoggiati su quel muretto.Stupiti e increduli da tutto ciò ci siamo quindi recati all'ingresso della spiaggia del Lido Torre San Teodoro dove è presente un cartello che riporta svariati divieti, controlliamo se c’è il timbro del Comune, ma il cartello risulta privo da marchi, chiediamo quindi all'uomo dove fosse il timbro comunale, ma non ci arriva risposta. Altri cartelli pieni di divieti e privi del timbro comunale sono presenti molti metri prima dell'ingresso e a ridosso della spiaggia dove è presente anche una catena che chiude parte dell'accesso alla spiaggia. Incontriamo tanti altri turisti, soprattutto del nord Italia, scioccati dal comportamento dell'individuo che li aveva persino cacciati dall’acqua perché si trovavano nello spazio di mare dove l’uomo ha giochi, altalene ecc.
 
I turisti amareggiati vanno via, ma c’è chi ricorda il passato di questo lido che era stato posto sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Marsala. Il tutto è iniziato con una nota presentata nel gennaio del 2011 dalla società SOSALT s.p.a. che è l’affittuaria delle saline che si lamentava delle difficoltà di attraversamento del tratto di mare tra San Teodoro e l’Isola Lunga. La concessionaria del lido O. N., impediva il transito dei mezzi con le altalene posizionate in acqua e i giochi. Il lido, dopo una serie di vicissitudini era stato chiuso e con esso anche il ristorante. 
 
Il consigliere comunale Daniele Duccio: "Pensare di sviluppare il turismo con questi atteggiamenti è assolutamente improbabile". "E' estremamente grave che dei titolari di strutture balneari confondino il fatto di essere concessionari di un'area con l'esserne padroni. – Commenta il consigliere comunale Daniele Nuccio sul proprio profilo Fb – Questo è un'atteggiamento – prosegue il consigliere – che non può essere tollerato minimamente. Personalmente (per il ruolo che mi è stato assegnato) mi riservo di andare a trovare tutta la documentazione relativa al caso. Pensare di sviluppare il turismo con questi atteggiamenti è assolutamente improbabile. Le vicissitudini relative alla storia di questo lido sono innumerevoli, se però si leggono le recensioni su "TripAdvisor" e si scopre che tutti i commenti cominciano con "Carissimo!", "Evitatelo!", Non ci andate!", "Scandaloso", "Un paradiso in mano a sciacalli!", ecco che quanto sopra detto comincia a rendere un pò meglio l'idea. Invito ufficialmente la titolare dello stabilimento Sig.ra Ombretta Nizza – conclude Daniele Nuccio – a fornire opportune spiegazioni pubblicamente. Temo che la misura sia colma."
Il Movimento 5 Stelle di Marsala ha scritto al sindaco e al Comandante della Polizia Municipale sollecitando controlli sul caso in questione.
 
Cosa dice la legge in merito. La normativa (art. 11 comma 2 lettera d Legge 15 dicembre 2011 n. 217) dice: “fermo restando, in assoluto, il diritto libero e gratuito di accesso e di fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione, disciplinare le ipotesi di costituzione del titolo di uso o di utilizzo delle aree del demanio marittimo”  La legge recita chiaramente che i concessionari devono riconoscere e garantire il diritto libero e gratuito di accesso e di fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione a tutti, anche a chi non è cliente.



MARSALA: L'ISOLA LUNGA E' UNA BOMBA ECOLOGICA

 

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di Angelo Barraco

Marsala (TP)
– La riserva naturale dell’Isola Lunga è una discarica a cielo aperto di fibrocemento, vetroresina, eternit e materiali che ricordano l'amianto. Dopo lo scandalo della spiaggia di San Teodoro del lido La Torre di cui ci siamo occupati e ci stiamo occupando, Marsala torna prepotentemente a occupare le nostre colonne con un luogo che è poco distante da quella spiaggia ed è meta fissa di turisti.

L’isola è raggiungibile a piedi da San Teodoro, attraversando un mare cristallino che bagna appena le caviglie.  Noi de L’Osservatore D’Italia siamo quindi andati sull’Isola Lunga in seguito ad una segnalazione che riguardava la spazzatura presente sull’oasi.

Ecco cosa abbiamo visto: Non appena si arriva sull’isola si attraversa un cancello e guardando a destra c’è una struttura abbandonata e le pareti crollate, presumibilmente utile in passato per il sale. La struttura può sembrare soltanto un vecchio rudere, invece all'interno sono presenti diverse cisterne che ricordano l'amianto, alcune anche in evidente stato di corrosione. Lo scenario che abbiamo immortalato nel reportage fotografico, che alleghiamo con questo articolo di denuncia, ci ha letteralmente scioccati poiché il luogo si trova vicino al mare e le polveri possono quindi sollevarsi e disperdersi facilmente nell'ambiente circostante.

Dopo questa scoperta inaspettata, almeno per noi, abbiamo deciso di proseguire l’esplorazione dell’isola per vedere se nel resto della riserva naturale ci fosse altra presenza di amianto. Ispezionato quindi l’altro lato dell’edificio e dopo aver letto un cartello con su scritto “Pericolo di crollo”, abbiamo notato due enormi cisterne delle quali una, si trova all’interno di una fatiscente struttura in legno. Sul tetto è presente una cisterna instabile poggiata addirittura su dei tubi. Pochi metri più avanti il mare, e abbandonato sulla spiaggia un frigorifero.

Sempre vicino la struttura, inoltrandoci, abbiamo visto e immortalato un cimitero di vasche sotto uno scheletro di barre di legno. Il materiale è spaccato, corroso ed è veramente tanto, troppo per una riserva naturale. Sbalorditi, abbiamo deciso di proseguire la nostra esplorazione verso zone più aperte, vicino al mare, a sinistra dall’entrata quasi di fronte alle vasche vuote.

Abbiamo trovato dei macchinari, posizionati in acqua, molto vecchi e pieni di ruggine.
Come si fa a lasciare un elemento tanto pericoloso e che può portare alla contaminazione delle acqua di una riserva in questo stato? Quando pensavamo che più scempio di così non avremmo potuto vedere ecco che sulla nostra sinistra, proprio a ridosso dell’acqua, ci appare un'altra discarica a cielo aperto. Le parole sono venute a mancare. Quello che ci chiediamo noi è se l’isola è una riserva naturale o una riserva di degrado e rifiuti, viste le abnormi quantità presenti.

Quelle acque circondate da rifiuti, strutture fatiscenti, frigorifero e bottiglie in plastica sono meta costante di turisti e bagnanti. L'isola necessita assolutamente di una bonifica altrimenti si rischia di compromettere l'intero ecosistema e di inquinare irreversibilmente un angolo di paradiso naturalmente protetto.

Continueremo a seguire da vicino anche questa questione!
Ha collaborato David Sciacca
 




A MILANO LA CASA DEGLI ORRORI: ECCO COME TENEVA GLI ANIMALI UNA DONNA

Redazione
Vimodrone (MI)
– Una pensionata 71enne, incensurata, è indagata per maltrattamenti di animali a Vimodrone: nel frigo aveva la carcassa di un gatto, in cantina un altro gatto imbalsamato e altri due, vivi, sul balcone, in gabbia e in cattive condizioni di salute. Allertati da alcuni residenti sul posto, sono intervenuti i carabinieri di Vimodrone insieme con i volontari del gruppo animalista milanese Meta. La donna, davanti alla carcassa in frigo avvolta nel cellophane, ha spiegato ai militari che si trattava di gatti a cui era affezionata e di aver voluto tenerli con sé anche dopo la loro morte. Al momento la pensionata, che vive sola nell'appartamento, è stata indagata. Sono in corso accertamenti sulla presenza di altri simili episodi a suo carico.




POTENZA, RIEVOCAZIONE IN COSTUME: ESPLODE UN FUCILE E MUOIONO DUE PERSONE

Redazione

Potenza – Muoiono due figuranti e cinque persone finiscono in ospedale. Questo quanto accaduto ieri a Potenza, in Contrada Dragonara, dove era in corso una rievocazione in costume dell'epoca del brigantaggio.
La rappresentazione era cominciata da circa un'ora quando è stata allestita la scena della fucilazione di un brigante: sei figuranti in abiti militari stavano per eseguire la sentenza di morte quando uno o forse due dei fucili di scena sono esplosi. Uno dei figuranti che impersonavano i soldati, Agostino Carullo, di 55 anni, è morto all'istante, raggiunto alla testa da grosse schegge. Vicino a lui si trovava Donato Gianfredi, di 56 anni, anche lui nella parte di un soldato; ha riportato ferite gravissime ed è morto poco dopo l'ingresso nella sala operatoria dell'ospedale San Carlo di Potenza.
In ospedale sono stati trasportati altri cinque feriti: due in codice rosso tra in quali un bambino di cinque anni, che sono in sala operatoria. Gli altri tre feriti sono giunti in codice verde: le loro condizioni non sono gravi. Molte altre persone sono state colpite da schegge ma hanno riportato lesioni non gravi. Tutti i testimoni che stavano osservando la rievocazione storica e, in particolare, la scena della fucilazione del brigante, hanno detto di aver sentito una fortissima esplosione provenire da almeno uno dei fucili di scena utilizzati dai figuranti.
Nella piazzetta fra le case della Contrada dove è avvenuto il fatto vi sono a terra i resti di tre fucili di scena; altri tre sono appoggiati, due al muro di una casa, il terzo alla porta di un deposito. L'area – dov'è ancora il cadavere di Carullo – è transennata e vi sono polizia, carabinieri e vigili del fuoco.ada di campagna dove era in corso una rievocazione in costume dell'epoca del brigantaggio. Carullo è morto all'istante, Gianfredi poco dopo l'ingresso in sala operatoria dove i chirurghi hanno cercato di salvarlo
 




NAPOLI, FREDDATO DAVANTI LA FIGLIA DI DUE ANNI: E' CACCIA AI CRIMINALI

Redazione

Napoli – Va a fare la spesa con la figlia di due anni e resta ucciso. Questo quanto accaduto ieri ad Anatolij Korov, un 38enne di origini ucraine, residente a Castello di Cisterna, nel Napoletano, che nella serata di ieri si è recato nel supermercato Piccolo di via Selva, a poche centinaia di metri dalla propria abitazione, in compagnia della più piccola dei tre figli.
L'uomo, notava dei criminali arrivare a bordo di una moto nera, e non esitava a lasciare la piccola ed il carrello per tornare indietro e cercare di bloccare i malviventi. Korov si è avventato su uno dei due rapinatori, armato di pistola, che stava minacciando la cassiera intimandole di consegnare l'incasso. Ne è nata una colluttazione durante la quale i malviventi hanno esploso alcuni colpi di pistola, ferendo l'ucraino al petto e ad una gamba.

Sul posto sono giunti i carabinieri, che stanno ora indagando per risalire all'identità dei criminali, scappati subito dopo aver ucciso Korov, rimasto, senza vita, in una pozza di sangue davanti alle casse. Inutili i tentativi di aiutare l'uomo da parte del personale e di alcuni clienti del supermercato, i quali si sono resi quasi subito conto che per il 38enne non c'era più nulla da fare, e che hanno avvertito i familiari dell'ucraino per far portare via la bambina, lasciata dal papà nel carrello all'uscita del punto vendita.

La vittima, residente a Castello di Cisterna da diversi anni, e con regolare permesso di soggiorno, era molto conosciuta in paese così come tra i clienti del supermercato, che ricordano il 38enne come ''un gran lavoratore''. L'uomo, senza un lavoro fisso, si prestava, infatti, ad ogni tipo di mansione per poter sfamare la propria famiglia. Padre di tre bambini, Korov è ricordato soprattutto per la sua disponibilità incondizionata verso quelli che ormai erano diventati i suoi compaesani.
 




Marsala amianto

di Angelo Barraco
 
Marsala – La Riserva naturale dello Stagnone è uno dei luoghi più belli e suggestivi della città di Marsala, meta fissa di turisti e si estende da Capo Lylibeo a San Teodoro. E’ un luogo in cui dal punto di vista zoologico c’è una proliferazione di organismi continua che si formano prima di andare in mare aperto. La Riserva è costituita da diversi isolotti e isole che sono: L’Isola Grande, Santa Maria, il piccolo scoglio di Schola, poi vi è San Teodoro, San Teodoro fino a Mothia. Un luogo che è meta fissa dei turisti è l’Isola Lunga, che viene raggiunta a piedi dalla splendida spiaggia di San Teodoro; il turista si fa un lungo tratto a piedi con l’acqua che rimane fissa alle caviglie e poi raggiunge questa isola; ma cosa trova in questa isola? Amianto. L’isola Lunga è piena di amianto che si trova sotto gli occhi di tutti ma sembra che la cosa sia invisibile, eppure parliamo di una riserva naturale. Non appena si arriva all’Isola Lunga e si varca il cancello troviamo sulla nostra destra una struttura molto datata in pessime condizioni che riporta dalla parte opposta, come altre strutture, persino il cartello con su scritto pericolo di crollo. Questa struttura era utilizzata per la lavorazione del sale. All’interno della struttura vi sono vasche di amianto, vasche che presentano usure. Girando attorno agli stabili ci siamo accorti inoltre che vi sono delle botti vicino al mare e una esposta ubicata su di un tetto che palesemente è instabile. Ma non si è fermato qui il problema, mentre svolgevamo il servizio e ascoltavamo turisti romani che si lamentavano per lo stesso problema, abbiamo visto un frigorifero abbandonato in riva al mare, siamo andati avanti e abbiamo visto altre vasche, tante vasche, troppe vasche, posizionate in luoghi che potrebbero danneggiare la nostra salute. C’erano vasche che si trovavano sotto una struttura in legno pronta per cedere, c’erano vasche di amianto vicino al mare e presentavano spaccature e lesioni. Abbiamo inoltre trovato una struttura –che probabilmente serviva per le saline- fatta in metallo, tale metallo ormai, essendo datalo, si è arrugginito e la ruggine è propensa a cadere in acqua poiché si distacca e va nell’acqua e la inquina. Abbiamo poi visitato le saline dell’Isola Lunga e abbiamo visto che in passaggio tra una vasca e l’altra e chiuso con lastre di amianto, l’amianto è corroso e in acqua crea danni all’ecosistema. Le vasche in questione sono parecchie. Ci siamo recati infine presso la spiaggia di Tahiti che negli anni è sempre stata una delle mete più ambite dai turisti che visitano l’isola, e invece? l’isola di Tahiti che prima era un paradiso è diventata una discarica a cielo aperto, dove batterie di macchine, costruzioni fittizie di case fatte da qualche dormiente di passaggio e cumuli su cumuli di spazzatura fanno da cornice a quella che dovrebbe essere una delle più belle spiagge di Marsala. Lo stupore dei turisti era tanto, stupiti anche dai cumuli di amianto e detriti abbandonati nelle terre incontaminate dove il verde dovrebbe predominare. Ma l’abbandono non si ferma soltanto qui, ci sono trattori abbandonati da anni e anni, perché non rimuoverli? Chi si dovrebbe interessare nel rimuovere tutto ciò? L’amianto crea danni gravissimi alla salute; come mai non è mai stato tolto? Un turista che si reca in quell’isola vede poca bellezza e tanta sporcizia; una riserva naturale dovrebbe essere lasciata in totale degrado?
 
Ecco cosa dice la Legge 27 marzo 1992 n. 257
 
Art. 1 – Finalità 
1. La presente legge concerne l'estrazione, l'importazione, la lavorazione, l'utilizzazione, la commercializzazione, il trattamento e lo smaltimento, nel territorio nazionale, nonché l'esportazione dell'amianto e dei prodotti che lo contengono e detta norme per la dismissione dalla produzione e dal commercio, per la cessazione dell'estrazione, dell'importazione, dell'esportazione e dell'utilizzazione dell'amianto e dei prodotti che lo contengono, per la realizzazione di misure di decontaminazione e di bonifica delle aree interessate dall'inquinamento da amianto, per la ricerca finalizzata alla individuazione di materiali sostitutivi e alla riconversione produttiva e per il controllo sull'inquinamento da amianto.2. Sono vietate l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto. Previa autorizzazione espressa d'intesa fra i Ministri dell'ambiente, dell'industria, del commercio e dell'artigianato e della sanità, è ammessa la deroga ai divieti di cui al presente articolo per una quantità massima di 800 chilogrammi e non oltre il 31 ottobre 2000, per amianto sotto forma di treccia o di materiale per guarnizioni non sostituibile con prodotti equivalenti disponibili. Le imprese interessate presentano istanza al Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato che dispone, con proprio provvedimento, la ripartizione pro-quota delle quantità sopra indicate, nonché determina le modalità operative conformandosi alle indicazioni della commissione di cui all'articolo 4
 
Art. 2 – Definizioni
1. Ai fini della presente legge si intendono per:a) amianto: i silicati fibrosi di cui all'articolo 23 del decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277;b) utilizzazione dell'amianto: la lavorazione e la produzione di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto libero o legato in matrice friabile o in matrice cementizia o resinoide, o di prodotti che comunque possano immettere nell'ambiente fibre di amianto; c) rifiuti di amianto: i materiali di scarto delle attività estrattive di amianto, i detriti e le scorie delle lavorazioni che utilizzano amianto, anche provenienti dalle operazioni di decoibentazione nonché qualsiasi sostanza o qualsiasi oggetto contenente amianto che abbia perso la sua destinazione d'uso e che possa disperdere fibre di amianto nell'ambiente in concentrazioni superiori a quelle ammesse dall'articolo 3.
 
Art. 3 – Valori limite
1. La concentrazione di fibre di amianto respirabili nei luoghi di lavoro ove si utilizza o si trasforma o si smaltisce amianto, nei luoghi ove si effettuano bonifiche, negli ambienti delle unità produttive ove si utilizza amianto e delle imprese o degli enti autorizzati alle attività di trasformazione o di smaltimento dell'amianto o di bonifica delle aree interessate, non può superare i valori limite fissati dall'articolo 31 del decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277, come modificato dalla presente legge. 2. I limiti, le procedure e i metodi di analisi per la misurazione dei valori dell'inquinamento da amianto, compresi gli effluenti liquidi e gassosi contenenti amianto, sono disciplinati dal decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 114. 3. Eventuali aggiornamenti o modifiche dei limiti di cui ai commi 1 e 2 sono disposti, in coerenza con la normativa comunitaria, anche su proposta della commissione di cui all'articolo 4, con decreto del Ministro della sanità, di concerto con il Ministro dell'ambiente e con il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato. 4. La lettera a) del comma 1 dell'articolo 31 del decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277, è sostituita dalla seguente: «a) 0,6 fibre per centimetro cubo per il crisotilo». 5. Il comma 2 dell'articolo 31 del decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277, è abrogato.
 
Capo III – TUTELA DELL'AMBIENTE E DELLA SALUTE
 
Art. 8 – Classificazione, imballaggio, etichettatura
1. La classificazione, l'imballaggio e l'etichettatura dell'amianto e dei prodotti che contengono amianto sono disciplinati dalla legge 29 maggio 1974, n. 256 e successive modificazioni e integrazioni, e dal decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 215.
 
Art. 9 – Controllo sulle dispersioni causate dai processi di lavorazione e sulle operazioni di smaltimento e bonifica
1. Le imprese che utilizzano amianto, direttamente o indirettamente, nei processi produttivi, o che svolgono attività di smaltimento o di bonifica dell'amianto, inviano annualmente alle regioni, alle provincie autonome di Trento e di Bolzano e alle unità sanitarie locali nel cui ambito di competenza sono situati gli stabilimenti o si svolgono le attività dell'impresa, una relazione che indichi:
 
a) i tipi e i quantitativi di amianto utilizzati e dei rifiuti di amianto che sono oggetto dell'attività di smaltimento o di bonifica;
b) le attività svolte, i procedimenti applicati, il numero e i dati anagrafici degli addetti, il carattere e la durata della loro attività e le esposizioni all'amianto alle quali sono stati sottoposti;
c) le caratteristiche degli eventuali prodotti contenenti amianto;
d) le misure adottate o in via di adozione ai fini della tutela della salute dei lavoratori e della tutela dell'ambiente.(8)
 
2. Le unità sanitarie locali vigilano sul rispetto dei limiti di concentrazione di cui all'articolo 3, comma 1, e predispongono relazioni annuali sulle condizioni dei lavoratori esposti, che trasmettono alle competenti regioni e provincie autonome di Trento e di Bolzano ed al Ministero della Sanità .
 
3. Nella prima attuazione della presente legge la relazione di cui al comma 1 deve riferirsi anche alle attività dell'impresa svolte nell'ultimo quinquennio ed essere articolata per ciascun anno.
 
Art. 10 – Piani regionali e delle province autonome
1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano adottano, entro centottanta giorni dalla data di emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui all'art. 6, comma 5,(7) piani di protezione dell'ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall'amianto.
2. I piani di cui al comma 1 prevedono tra l'altro:
 
a) il censimento dei siti interessati da attività di estrazione dell'amianto;
b) il censimento delle imprese che utilizzano o abbiano utilizzato amianto nelle rispettive attività produttive, nonché delle imprese che operano nelle attività di smaltimento o di bonifica;
c) la predisposizione di programmi per dismettere l'attività estrattiva dell'amianto e realizzare la relativa bonifica dei siti;
d) l'individuazione dei siti che devono essere utilizzati per l'attività di smaltimento dei rifiuti di amianto;
e) il controllo delle condizioni di salubrità ambientale e di sicurezza del lavoro attraverso i presidi ed i servizi di prevenzione delle unità sanitarie locali competenti per territorio;
f) la rilevazione sistematica delle situazioni di pericolo derivanti dalla presenza di amianto;
g) il controllo delle attività di smaltimento e di bonifica relative all'amianto;
h) la predisposizione di specifici corsi di formazione professionale e il rilascio di titoli di abilitazione per gli addetti alle attività di rimozione e di smaltimento dell'amianto e di bonifica delle aree interessate, che condizionato alla frequenza di tali corsi;
i) l'assegnazione delle risorse finanziarie alle unità sanitarie locali per la dotazione della strumentazione necessaria per lo svolgimento delle attività di controllo previste dalla presente legge;
l) il censimento degli edifici nei quali siano presenti materiali o prodotti contenenti amianto libero o in matrice friabile, con priorità per gli edifici pubblici, per i locali aperti al pubblico o di utilizzazione collettiva e per i blocchi di appartamenti.
 
3. Il piani di cui al comma 1 devono armonizzarsi con i piani di organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1982, n. 915, e successive modificazioni e integrazioni.
4. Qualora le regioni o le provincie autonome di Trento e di Bolzano non adottino il piano ai sensi del comma 1, il medesimo adottato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro della Sanità , di concerto con il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato e con il Ministro dell'ambiente, entro novanta giorni dalla scadenza del termine di cui al medesimo comma 1.
 
Art. 12 – Rimozione dell'amianto e tutela dell'ambiente
1. Le unità sanitarie locali effettuano l'analisi del rivestimento degli edifici di cui all'articolo 10, comma 2, lettera l), avvalendosi anche del personale degli uffici tecnici erariali e degli uffici tecnici degli enti locali.
2. Con decreto del Ministro della Sanità , da emanare entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le norme relative agli strumenti necessari ai rilevamenti e alle analisi del rivestimento degli edifici, nonché alla pianificazione e alla programmazione delle attività di rimozione e di fissaggio di cui al comma 3 e le procedure da seguire nei diversi processi lavorativi di rimozione.(9)
3. Qualora non si possa ricorrere a tecniche di fissaggio, e solo nei casi in cui i risultati del processo diagnostico la rendano necessaria, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano dispongono la rimozione dei materiali contenenti amianto, sia fioccato che in matrice friabile. Il costo delle operazioni di rimozione a carico dei proprietari degli immobili.
4. Le imprese che operano per lo smaltimento e la rimozione dell'amianto e per la bonifica delle aree interessate debbono iscriversi ad una speciale sezione dell'albo di cui all'art. 10 del decreto- legge 31 agosto 1987 n. 361, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1987, n. 441. Il Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro dell'industria del commercio e dell'artigianato, stabilisce con proprio decreto, da emanare entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, i requisiti, i termini, le modalità e i diritti di iscrizione. Le imprese di cui al presente comma sono tenute ad assumere, in via prioritaria, il personale gi addetto alle lavorazioni dell'amianto, che abbia i titoli di cui all'articolo 10, comma 2, lettera h), della presente legge.
5. Presso le unità sanitarie locali istituito un registro nel quale indicata la localizzazione dell'amianto fioccato o in matrice friabile presente negli edifici. I proprietari degli immobili devono comunicare alle unità sanitarie locali i dati relativi alla presenza dei materiali di cui al presente comma. Le imprese incaricate di eseguire lavori di manutenzione negli edifici sono tenute ad acquisire, presso le unità sanitarie locali, le informazioni necessarie per l'adozione di misure cautelative per gli addetti. Le unità sanitarie locali comunicano alle regioni e alle provincie autonome di Trento e di Bolzano i dati registrati, ai fini del censimento di cui all'art. 10, comma 2, lettera l).
6. I rifiuti di amianto sono classificati tra i rifiuti speciali, tossici, nocivi, ai sensi dell'art. 2 del decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1982, n. 915, in base alle caratteristiche fisiche che ne determinano la pericolosità , come la friabilità e la densità .(3)
 
Collaboratore: David Sciacca