DELITTO GARLASCO: OTTO ANNI FA VENIVA UCCISA CHIARA POGGI

di Angelo Barraco

Milano – Sono passati otto anni dal terribile delitto di Chiara Poggi avvenuto a Garlasco, omicidio che oggi, a distanza di otto anni, rimane avvolto da una fitta nebbia misteriosa che attanaglia i personaggi che hanno gravitato attorno alla morte di Chiara. L’omicidio di Garlasco ha segnato le pagine della cronaca nera italiana ma quest’anno è stato un anno importante per la vicenda poiché Alberto Stasi, all’epoca dei fatti fidanzato di Chiara, è stato condannato dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano a 16 anni di carcere con rito abbreviato, in seguito alla cancellazione di due assoluzioni. Si attende il processo davanti alla Suprema Corte, la data deve essere ancora fissata. In seguito alla condanna il giovane Stasi non è stato arrestato, ma non ha mai manifestato l’intenzione di allontanarsi dall’Italia. Ecco cosa c’è scritto nelle 140 pagine di motivazione della sentenza: “Alberto Stasi ha brutalmente ucciso la fidanzata che evidentemente era diventata una presenza pericolosa e scomoda, come tale da eliminare per sempre dalla sua vita di ragazzo 'perbene'. La dinamica dell'aggressione evidenzia come Chiara non abbia avuto nemmeno il tempo di reagire, dato questo che pesa come un macigno (…) sulla persona con cui era in maggior e quotidiana intimità, Chiara Poggi è rimasta inerme di fronte al suo aggressore, ''Era così tranquilla, aveva così fiducia nel visitatore da non fare assolutamente niente, tanto da venire massacrata senza alcuna fatica, oltre che senza alcuna pietà''. Per quanto riguarda il movente, i Giudici ipotizzano una motivazione forte che probabilmente possa essere stata la scoperta Chiara verso l’interesse di Alberto Stasi per la pornografia. Alberto Stasi si è sempre proclamato innocente e vittima di un caso giudiziario, ma sin dall’inizio ha messo in primo piano se stesso e il suo atteggiamento ha sin da subito insospettito e condotto gli inquirenti a quella che poi è stata la decisione finale. La vera vittima di questo caso giudiziario è Chiara Poggi, che ha pagato con la vita.
 
L’omicidio
Il 13 agosto del 2007 Alberto Stasi, studente di Economia e Commercio alla Bocconi, prova a prendere contatto telefonicamente la fidanzata Chiara Poggi, con la quale aveva trascorso la sera precedente, mangiando due pizze, prima di tornare a casa, perché in quel periodo Alberto stava preparando la tesi di laurea. Verso le 13.30 si reca a casa della fidanzata, non ricevendo risposta al citofono decide di scavalcare il cancello. Arrivato sulla porta di casa, decide di entrare, e trova molto sangue a terra, seguendo le tracce verso la tavernetta trova il corpo di Chiara. Chiama subito i soccorsi, e si reca nella vicina caserma dei Carabinieri, che distano pochi metri dalla villetta dei Poggi. Chiara è morta per una decina di colpi violenti inferti con un’arma appuntita, che non sarà mai ritrovata, tra le 9 e le 12 di mattina (l’orario preciso non sarà mai stabilito). Nella villetta le uniche tracce presenti sono quelle di Chiara, dei suoi familiari, di Alberto e di un falegname che aveva fatto dei lavori pochi giorni prima della morte (oltre alle tracce dei soccorritori chiamati da Stasi). Le indagini si concentrarono sull’ex fidanzato. Hanno destato sospetto l’atteggiamento dopo il ritrovamento del cadavere (sembra che il tono di voce di Stasi quando chiamò il 118 era troppo “rilassato”), le tracce del DNA di Chiara sulla bici di Alberto, la mancanza di sangue sotto le sue scarpe, nonostante il pavimento della casa fosse pieno. Alberto Stasi venne arrestato il 24 settembre, ma la scarsità d’indizi certi convinse il GIP a scarcerarlo dopo quattro giorni. Nelle indagini successive (dicembre 2007) viene trovato nel computer di Stasi materiale pedopornografico, elemento che ha contribuito a minare l’immagine del fidanzato di Chiara nell’opinione pubblica. Il 3 novembre 2008 Alberto Stati viene rinviato a giudizio per l’omicidio di Chiara Poggi.



MATTEO MESSINA DENARO: A CASTELVETRANO ANNULLATO IL MEMORIAL PER IL FIGLIOCCIO DEL SUPER BOSS

di Andrea Li Causi
 
Castelvetrano (TP)– L’Amministrazione Comunale di Castelvetrano ha annullato la partita tra Marsala e Folgore in memoria di Paolo Forte, amico intimo e figlioccio del superboss Matteo Messina Denaro. Il Sindaco di Castelvetrano, Felice Errante, scrive in un comunicato che è fortemente indignato per la campagna mediatica che si è scatenata per una infelice scelta operata dalla società di intestare un memorial a Paolo Forte e scrive nel comunicato: “In ordine alla partita di calcio che la società Folgore avrebbe dovuto disputare giovedì con il Marsala, ho chiesto ed ottenuto dal presidente Gaspare Raineri l'annullamento dell'incontro. – aggiunge che- di fronte al nostro impegno quotidiano ed alla battaglia in favore dell’affermazione della legalità che la mia comunità, continua a portare avanti con sacrificio, pretendo un maggiore rispetto da parte degli organi di informazione. A quei giornalisti che con troppa sufficienza attribuiscono patenti di mafiosità chiedo di trascorrere qualche giorno nel nostro territorio, di parlare con la gente, di conoscere i fatti, e sono certo che la loro opinione muterà radicalmente”
 
Anche l’associazione Libera scrive una nota: “Lo sport è occasione educativa dove poter sperimentare valori quali la solidarietà, la condivisione, il sacrificio,il rispetto delle regole. Quando un torneo di calcio viene dedicato alla memoria di qualcuno lo si fa perchè, in qualche modo, si vuole rendere omaggio a chi, in vita, ha incarnato valori sani, grazie al suo comportamento, che si intendono proporre come esempi cui richiamarsi per il futuro. I memorial hanno questo scopo”. Prosegue il comunicato: “Libera in questi anni ha più volte organizzato eventi sportivi dedicati alla memoria di vittime di mafia o, comunque, a persone il cui ricordo costituisce occasione per sensibilizzare alla crescita sociale e civile”. Aggiunge inoltre: “Per queste semplici ragioni non può non destare meraviglia e disappunto la notizia del memorial di calcio dedicato a Paolo Forte, ossia a chi ha messo la propria vita al servizio non della collettività, o del bene comune, o del rispetto dei valori fondanti il positivo vivere civile, bensì al servizio della mafia e dei suoi più rappresentativi esponenti, tra i quali il mafioso latitante Matteo Messina Denaro”.
 
Ma chi era Paolo Forte? Era uno degli amici più intimi del super boss Matteo Messina Denaro, Forte risultava inoltre coinvolto in diverse indagini di mafia ed era ritenuto dagli inquirenti un uomo d’onore della temuta famiglia mafiosa di Castelvetrano. Paolo Forte è morto a 54 anni nell’ottobre del 2012 a seguito di un infarto fulminante, prima di morire era monitorato giorno e notte dai carabinieri poiché erano sicuri che di li a poco li avrebbe condotti nella tana del superlatitante. La morte lo ha sottratto al maxiblitz che ha smantellato in quel periodo parte del mandamento di Castelvetrano. L’uomo era un imprenditore e aveva un distributore di benzina sullo svincolo A29. Era finito in carcere nel 1996 per i suoi rapporti con Matteo Messina Denaro ma non solo, Paolo Forte aveva dato il suo contributo alle stragi del 93 dando una mano ad un affiliato, Antonio Scarano; un pugliese che risiedeva a Triscina. Nell’ordinanza si apprende inoltre che i suoi rapporti con le cosche non si erano mai interrotti e lui si adoperava in prima persona sul business dell’eolico in Sicilia e a Castelvetrano era uno dei mafiosi di spicco. Al suo funerale avrebbero partecipato, oltre  semplici conoscenti, anche esponenti mafiosi della provincia di Trapani.
 



MORTA SULLA SPIAGGIA A MESSINA, PM: "ACCERTATA CESSIONE DI DROGA"

di Angelo Barraco

Messina – Sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando sul finire degli anni 90 scoppiava in Italia il boom dell’ecstasy e molti giovani che andavano in discoteca ne facevano largo uso, trascorrevano le serate in totale devastazione fisico-psicologico e spesso morivano. Apparentemente sembrava essersi placata questa minaccia di morte fatta in pillole, ma solo apparentemente, fino a che non è morto un giovanissimo al noto locale Cocoricò in seguito all’ingerimento di ecstasy. Adesso l’ombra delle pasticche aleggia anche su un’altra morte strana avvenuta a Messina, quella della 16enne Ilaria Boemi. La pista della droga è privilegiata dalla procura di Messina che sta coordinando le indagini. Si attende intanto il risultato autoptico che chiarirà in via definitiva le cause della morte della giovane anche se dai primi risultati autoptici emerge che nel sangue della giovane c’erano tracce di alcol e metanfetamina. Intanto il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita spiega: “Se dovessimo trovare conferma a questa ipotesi avvieremo controlli anche con le altre procure che trattano casi analoghi per verificare se in Italia sta girando dell'ecstasy letale”. Intanto questa notte la squadra mobile ha eseguito svariati interrogatori. La polizia ha accertato che c’è stata la cessione di droga, inoltre ha identificato i due giovani che erano con Ilaria nel momento in cui ha perso i sensi e poi è deceduta. Sono un maschio (maggiorenne) e una femmina (minorenne). Sono stati sentiti come persone informate dei fatti. Secondo quanto emerge i due giovani erano amici di Ilaria ma non avrebbero venduto l’ecstasy alla giovane e sarebbero fuggiti nel momento in cui sarebbero sopraggiunte persone per paura di essere coinvolti. 

I funerali – Oggi vengono celebrati i funerali di Ilaria a Messina. Al funerale tanti amici, compagni di classe, parenti e i familiari in lacrime nel ricordo della giovane la difendono dagli attacchi: “'Non era quella che è stata descritta e che appare su Facebook, era una ragazza splendida, buona, educata”, il fratello inoltre aggiunge: “Era una bambina, aveva solo 16 anni e tanta voglia di vivere. Non faceva uso di stupefacenti. Se le analisi diranno il contrario vuol dire che qualcuno le ha messo qualcosa in un cocktail”. 



NAPOLI, SMA1: CORSA CONTRO IL TEMPO PER LA PICCOLA VITTORIA DE BIASE

di Christian Montagna

Marano (Na) – Emozionante ma nello stesso momento struggente l’appello di mamma Sonia e papà Gerardo in seguito alla conferenza di ieri tenutasi presso la loro abitazione. Indetta dai tre legali della famiglia, F. Marinelli, E. Altieri e A. D’Orta e terminata poco prima delle 12 , la conferenza ha comunicato alla stampa l’iter legislativo che ha portato, il 7 Agosto, all’ordinanza del Giudice Iaconi del Tribunale di Napoli Nord secondo cui il Ministero entro venti giorni deve impegnarsi a procurare il farmaco Isis smnrx. Un ordinanza che ben presto diventerà storia, ma, soprattutto speranza per tutte quelle famiglie che si trovano nella stessa situazione della famiglia De Biase e per tutti quei genitori che lottano per garantire una vita dignitosa ai propri figli.

L’appello dei genitori. Al termine della conferenza, i giornalisti hanno chiesto a Sonia Cirillo, la mamma di Vittoria, quali fossero le abitudini di vita della piccola: “Vittoria esce poco, viaggia sdraiata perché non riesce più a tenere la posizione seduta ne tantomeno il capo; ha imparato a respirare in modo da non affaticarsi troppo; è difficile da gestire durante le crisi respiratorie che purtroppo, dice la mamma, capitano spesso e soltanto io riesco a controllarla in questi momenti atroci e pericolosi”. Conclude poi dicendo: “Noi siamo felici di questo risultato, ringraziamo i nostri avvocati, il presidente, il professor Fels, persone eccezionali e umane ma spero che questa possa essere la svolta per tante altre famiglie”.

Altrettanto incisivo e commovente è stato Gerardo, il papà della piccola che ha dedicato questa vittoria giudiziaria alla sua città, Napoli, definendola “una città viva e interessata alle problematiche sociali”. Ha poi ringraziato tutti per il grande affetto dimostrato in questi mesi attraverso messaggi, telefonate, fiaccolate e petizioni. “Napoli, ha ribadito Gerardo, ha dato una grande dimostrazione di umanità e professionalità”. Ma, in conclusione e dopo tutte queste belle parole, Gerardo ha ricordato che quella di Vittoria “ è una corsa contro il tempo. Adesso, abbiamo bisogno del farmaco”.




LECCE: RAGAZZO MORTO IN DISCOTECA: L'AUTOPSIA RIVELA CHE ERA MALATO AL CUORE

di Angelo Barraco

Lecce – Domenica scorsa, nei pressi di una discoteca a Santa Cesarea è morto è il 19enne Lorenzo Toma dopo essere stato colto da un malore improvviso. Subito sono accorsi i sanitari del 118 in seguito al malore ma non sono riuscito a rianimarlo. E’ stato immediato l’intervento dei Carabinieri della compagnia di Maglie che hanno provveduto a raccogliere testimonianze partendo proprio dagli amici del giovane. Al giovane è stata eseguita l’autopsia ed è emerso che aveva una cardiomiopatia ipertrofica che può determinare la morte improvvisa, il responso è stato reso noto stamane. Quindi non c’entra la droga, poiché nell’ultimo periodo, dopo l’episodio del Cocoricò l’allarmismo si è accentuato, come se il problema droga in Italia ci fosse da poco tempo, come se le coscienze verso i giovani si fossero svegliate soltanto adesso. Adesso si parla di controllare le discoteche per limitare i problemi. Angelino Alfano ha inviato direttive a tutti i prefetti per intensificare servizi di controllo e prevenzione su tutto il territorio. Alfano ha spiegato: “Con la direttiva ho predisposto l'adozione di misure preventive di vigilanza e sicurezza piu' opportune, soprattutto nelle ore serali e notturne, con particolare riguardo ai locali pubblici e di intrattenimento – continua dicendo-  i luoghi di ritrovo interessati da una numerosa affluenza di persone e di giovani. In questo quadro, riserveremo una particolare attenzione al rispetto degli orari di chiusura e della effettiva capienza dei locali –conclude – al fine di rendere piu' sicuri i luoghi di divertimento e di incontro, specialmente per i nostri giovani. Un conto è il ballo che diverte, altra cosa e' lo sballo che uccide”.



MARINA DI CAMEROTA: RAGAZZO MUORE COLPITO DA ROCCE CHE CADONO SULLA DISCOTECA

A.B.
 
Salerno – I nubifragi passeggeri che stanno investendo il sud Italia si stanno già facendo sentire, e in un paese in cui riemerge l’incubo delle discoteche, della droga, dell’alcol assunto dai minori, con uno stupore da parte dell’opinione pubblica quasi come se fosse una novità, ecco che è accaduta la tragedia: un giovane di 27 anni, Crescenzo Della Razione, la scorsa notte si trovava a Marina di Camerota (Salerno) quando un masso di notevoli dimensioni si è staccato dalla parete durante un violento nubifragio e ha colpito il giovane alla testa. Il giovane è stato colpito alla testa ed è morto all’istante. Il tragico evento è avvenuto nella nota discoteca all’aperto “Ciclope”. Quando il giovane è stato colpito dal masso e dal pietrisco si stava riparando dal nubifragio e si trovava all’ingresso del locale. I carabinieri di Sapri indagano sull’accaduto, coordinati dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania. Intanto il locale è stato posto sotto sequestro dalla Procura. La prima ricostruzione dell’accaduto è la seguente: il giovane al momento del distacco delle pietre dall’altezza di 60 metri si trovava in una zona della discoteca vicino alla pista da ballo e si riparava dall’acquazzone. Il corpo del giovane è stato portato presso l’obitorio dell’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania. E’ stata disposta anche l’autopsia sul corpo del giovane e il medico incaricato dalla Procura è il dottor Adamo Maiese. Il giovane si trovava nel Cilento per una vacanza con amici poiché era un giovane studente universitario che saltuariamente lavorava come cameriere. 



CASTELVETRANO: UN MEMORIAL PER IL FIGLIOCCIO DI MATTEO MESSINA DENARO

di Andrea Li Causi

Castelvetrano – E’ finita l’epoca in cui il mafioso si nascondeva e faceva di tutto per non dare nell’occhio. In un periodo in cui le forze dell’ordine sono alla ricerca del superlatitante Matteo Messina Denaro, in un periodo in cui sono stati eseguiti numerosi arresti per arrivare al boss ed è stata smantellata la sua rete di protezione, a Castelvetrano viene organizzato un memorial al figlioccio di cresima del boss. Il primo memorial dedicato a Paolo Forte avrà luogo il 13 agosto alle 17.30 presso lo stadio locale e giocheranno: la squadra di Castelvetrano, la Folgore e la squadra di Marsala, il Marsala 1912. Chissà se il boss guarderà la partita dalle gradinate dello stadio. Ma chi era Paolo Forte? Era uno degli amici più intimi del super boss, Forte risultava inoltre coinvolto in diverse indagini di mafia ed era ritenuto dagli inquirenti un uomo d’onore della temuta famiglia mafiosa di Castelvetrano. Paolo Forte è morto a 54 anni nell’ottobre del 2012 a seguito di un infarto fulminante, prima di morire era monitorato giorno e notte dai carabinieri poiché erano sicuri che di li a poco li avrebbe condotti nella tana del superlatitante. La morte lo ha sottratto al maxiblitz che ha smantellato in quel periodo parte del mandamento di Castelvetrano. L’uomo era un imprenditore e aveva un distributore di benzina sullo svincolo A29. Era finito in carcere nel 1996 per i suoi rapporti con Matteo Messina Denaro ma non solo, Paolo Forte aveva dato il suo contributo alle stragi del 93 dando una mano ad un affiliato, Antonio Scarano; un pugliese che risiedeva a Triscina. Nell’ordinanza si apprende inoltre che i suoi rapporti con le cosche non si erano mai interrotti e lui si adoperava in prima persona sul business dell’eolico in Sicilia e a Castelvetrano era uno dei mafiosi di spicco. Al suo funerale avrebbero partecipato, oltre  semplici conoscenti, anche esponenti mafiosi della provincia di Trapani. 



BRINDISI: QUATTRO RAGAZZE SI SBRONZANO IN SPIAGGIA ED ENTRANO IN COMA ETILICO

A.B.

Brindisi – L’estate porta spensieratezza e libertà, ma la mancanza di controllo e di “paletti” porta a conseguenze più o meno gravi. Quattro ragazze di un’età compresa dai 14 ai 16 sono state soccorse in spiaggia per un sospetto coma etilico. Una delle quattro ragazze invece è in condizioni più gravi ed è stata ricoverata all’ospedale Perrino di Brindisi per intossicazione da Alcol. Le altre invece non sono state ricoverate. Secondo quanto riscontrato dagli accertamenti dei carabinieri, le quattro ragazzine si trovavano in spiaggia per la vigilia di San Lorenzo per guardare le stelle e insieme a loro c’erano anche altri amici. A chiamare i soccorsi sono stati proprio gli altri ragazzi. Ci sono attualmente accertamenti in corso per verificare se oltre ad aver fatto uso di alcol, le giovani abbiano fatto uso di altre sostanze. La vicenda è stata segnalata alla procura dei minori di Lecce.  Dopo l'episodio al Cocoricò sembra che l'opinione pubblica abbia acceso nuovamente i riflettori sul problema Alcol/droga e sui giovani. Voi che ne pensate?



NAPOLI, SMA 1: LA PICCOLA VITTORIA HA VINTO. IL TRIBUNALE AUTORIZZA IL FARMACO

di Christian Montagna

ESCLUSIVO: LEGGI L'ORDINANZA DEL TRIBUNALE NELLE FOTO IN FONDO ALL'ARTICOLO

Napoli – Si appresta a diventare storica la sentenza del Tribunale di Napoli Nord in merito alla vicenda della piccola Vittoria De Biase affetta da Sma 1. Il giudice ha finalmente autorizzato l’ uso compassionevole del farmaco Isis smnrx giunto in terza fase di sperimentazione. Una speranza per Vittoria, ora, comincia ad esserci seriamente. I legali della famiglia De Biase, A. d’Orta, E. Altieri e F.Marinelli, che assistono la piccola sin dall’inizio di questa impervia battaglia per la vita, hanno comunicato, attraverso una conferenza stampa terminata pochi minuti fa, le motivazioni della piacevole sentenza che fa sperare in un futuro migliore per la piccola.

 

L'ordinanza del Tribunale. Visti gli atti e la richiesta dei legali, il giudice del Tribunale di Napoli Nord ha dichiarato che:  “…anche la giurisprudenza ha contribuito ad elaborare una serie di principi in materia, stabilendo che “il diritto al ottenere trattamenti sanitari, essendo basato su norme costituzionali di carattere programmatico impositive di un determinato fine di raggiungere, è garantito ad ogni persona come diritto costituzionalmente condizionato all’attuazione che il legislatore ordinario ne dà attraverso il bilanciamento dell’interesse tutelato da quel diritto con gli altri interessi costituzionalmente protetti,  tenuto conto dei limiti oggettivi che lo stesso legislatore incontra nella sua opera di attuazione in relazione alle risorse organizzative e finanziarie di cui dispone al momento; ed inoltre che il giudice ordinario può e deve ordinare la dispensazione gratuita di un farmaco “indispensabile e insostituibile per il trattamento di gravi condizioni o sindromi morbose che esigono terapie di lunga durata” che la normativa secondarie di natura amministrativa non abbia assunto, in violazione dei criteri in proposito stabiliti dalla legge, nella relativa categoria, previa disapplicazione dell’atto amministrativo in cui l’esclusione si sia caratterizzata…” (continua nelle foto in fondo all'articolo).

Vagliando gli tabella della Costituzione citati dai legali e il codice deontologico medico e in merito al diritto di somministrazione di un farmaco, il giudice, non avendo conoscenze specifiche in materia trattata, ha ritenuto opportuno nominare il prof. Antonio Fels, primario di neurologia presso l’Ospedale Cardarelli di Napoli al fine di accertare se il farmaco costituisca l’unica alternativa terapeutica viste le condizioni di Vittoria.

 

La condanna. Nell'ordinanza finale emessa si legge che:Il Tribunale ordina al Ministero della Salute ed all’Aifa, a ciascuno per quanto di competenza, l’acquisto del farmaco sperimentale ISIS-SMNRx ed al Policlinico Gemelli di Roma la sua somministrazione alla piccola Vittoria De Biase per via intratecale entro 20 giorni da oggi e comunque nel più breve tempo possibile; condanna il Ministero della Salute alla refusione delle spese di lite del presente grado di giudizio, pari ad euro 2.000,00 più Iva e Cpa; pone a carico del Ministero della Salute le spese di consulenza tecnica d’ufficio come da separato decreto; compensa le spese di lite tra le parti istanti e le altre parti convenute del giudizio.”

 

La richiesta dei legali. Appellandosi all’articolo 32 della Costituzione secondo cui la salute è un “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, i legali avevano chiesto al Tribunale di Napoli di concedere il farmaco in quanto aspetto fondamentale di suddetto diritto. Oltre agli studi sperimentali che vedono protagonista il farmaco, anche la cura compassionevole infatti deve essere consentita. Codice deontologico medico e Dichiarazione di Helsinki erano stati nel corso della richiesta più volte citati nella speranza di poter giungere ad una lieta notizia motivata e giuridicamente accettabile. L’uso compassionevole del medicinale Isis era stato già prescritto dal prof. Vittorio Ceraso, neurologo e studioso di malattie neurodegenerative alla piccola Vittoria, ma, la casa farmaceutica aveva ignorato tale richiesta . Ed è proprio da questa prescrizione che era partito il ricorso alla giustizia e al Tribunale. Una richiesta, quella dei legali, alla casa farmaceutica affinché possa mettere a disposizione il farmaco per uso compassionevole viste le precarie condizioni di salute di Vittoria. Sebbene il Ministero della Salute, avesse già in precedenza dai propri uffici fatto invano richiesta del farmaco, la sentenza del Tribunale obbliga ora ad autorizzare la somministrazione presso gli ospedali “Gaslini” di Genova e “Gemelli “ di Roma, che hanno in carico la sperimentazione.

 


Vittoria e la sua grande battaglia per la vita. E’ stato grazie al social network Facebook che il nostro giornale ha conosciuto la storia di questa bambina affetta da Sma 1. Precisamente a Marano, alle porte di Napoli, il 2 Gennaio 2014 nasce Vittoria, destinata a rimanere nella storia per la sua grinta, la sua tenacia e per la sua battaglia. Due grandi occhioni, capelli neri ed uno sguardo vivo che trasmette tanta forza. Vittoria, come tutte le bambine della sua età, nasce e si diletta con i suoi genitori a crescere naturalmente per i primi quattro mesi di vita. Mamma Sonia e Papà Gerardo sono le persone più felici del mondo: hanno dato la vita ad una principessa. Ed è proprio la vita che scorre felicemente per questa bella famiglia fino a quando, intorno al quinto mese di vita, Vittoria comincia a manifestare dei sintomi allora non diagnosticati. Il primo ricovero all'Ospedale Santobono di Napoli del 16 Giugno 2014 non riesce a far stabilire ai sanitari le cause di questo malessere. Ad Agosto però, arriva la notizia: Vittoria è affetta da SMA 1, la forma più grave. I genitori accolgono attoniti la notizia ma ciò nonostante, si armano di pazienza e cominciano il più grande calvario che due persone possano fare nella vita, quello per salvare la propria bambina. Gli ospedali di Napoli e Roma che in questi mesi visitano Sonia e Gerardo per assicurare a Vittoria una vita tranquilla seguono un protocollo che prevede la tracheotomia. Ma mamma e papà di questa non ne vogliono proprio sapere e preferiscono affidarsi ai metodi sperimentali e all'utilizzo dei farmaci compassionevoli. La situazione si complica il 31 Gennaio 2015: Vittoria viene ricoverata all'ospedale Bambin Gesù di Roma per una broncopolmonite e le viene diagnosticata un infezione da virus AH1N1. La piccola fa i conti con la rianimazione ma in pochi giorni il virus viene debellato. Trascorre un mese in un letto di rianimazione, privata del sostegno della sua mamma e del suo papà che dall'esterno di quella sala pregano per la loro piccola. Vittoria comincia ad avvertire il peso della sofferenza, la noia della solitudine: in quella stanza di rianimazione proprio non vuole starci e comincia a versare lacrime. Anche al Bambin Gesù di Roma, il protocollo da seguire prevede la tracheotomia ma, mamma Sonia e papà Gerardo tentano un'altra strada perché come quest'ultimo ripete ancora, " Un mese di mia figlia equivale a dieci anni della mia vita" . Il 25 Marzo, con l'aiuto di Chiara Mastella, coordinatrice del Sapre, giungono a spese proprie e dopo aver impiegato circa una settimana per poter trovare un mezzo disponibile ( 2500 euro per viaggiare in autoambulanza con un medico rianimatore ed un infermiere privato) all'ospedale Buzzi di Milano. Ed è proprio grazie all' aiuto di Chiara Mastella, alla i genitori rivolgono uno speciale ringraziamento per l'amore e la dedizione con i quali si dedica ai bambini, che Vittoria riesce a sopravvivere. Papà Gerardo comincia a perdere le staffe e si chiede perplesso dove fosse il sostegno dello Stato e come avesse potuto fare una famiglia senza possibilità economiche. In questa struttura, Vittoria comincia a trovare un pò di serenità: viene svezzata dall'ossigeno in due giorni e aiutata con una minima quantità di ossigeno durante la giornata ma, una volta migliorate le sue condizioni di salute, viene dimessa e torna a casa, in treno.

La mobilitazione sui social. La storia di Vittoria ha fatto il giro d'Italia, conquistando anime e cuori, il mio compreso. Su Facebook è stata indetta una petizione a cui numerose persone stanno aderendo tuttora: la mamma e il papà, chiedono di poter accedere all'uso compassionevole del farmaco Isis smnrx. Per le piazze di Napoli, nelle chiese, alle feste di piazza, Vittoria diventa la figlia, la sorella, la cugina di tutti i napoletani: firme cartacee raccolte da volontari, firme online e ovunque, stadio compreso, una grande manifestazione di affetto, fino ad arrivare alla fiaccolata del Vomero del 22 Giugno scorso quando, in trecento o forse più, le strade del quartiere si colorano di un solo nome, quello di Vittoria.
 




GIALLO A MESSINA: CADAVERE DI UNA RAGAZZA RINVENUTO IN SPIAGGIA

di Angelo Barraco

Messina – Sulla spiaggia del lungomare Ringo di Viale della Libertà a Messina è stato rinvenuto il cadavere di una ragazza di 25 anni. Il corpo non è stato identificato perché era sprovvisto di documenti di riconoscimento e inoltre non sono state presentate denunce di scomparsa. A segnalare la presenza del cadavere è stato un ciclista che ha chiamato immediatamente il 118. Non appena i sanitari sono giunti sul posto, non hanno potuto fare altro che costatare il decesso della giovane. Ad una prima ispezione cadaverica sembra che sul corpo non ci sono segni di violenza e né segni esterni di un overdose da eroina. Saranno indagini accurate sul cadavere e le indagini degli inquirenti su questa misteriosa morte a chiarire come mai è deceduta la giovane. Intanto sono stati resi noti alcuni dettagli per aiutare gli inquirenti ad identificare la ragazza: ha i capelli corti e rasati su entrambe le tempie, indossava jeans chiari, una t-shirt nera e scarpe di ginnastica scure. La giovane aveva 3 piercing, uno sul labbro, uno sul naso e uno sulla lingua. 




MILANO: BOOM DI VISITATORI A PALAZZO MARINO

di Giuseppa Guglielmino

Milano – Sono circa 3.200 in 2 mesi le persone che hanno visitato gli spazi storici di Palazzo Marino e le nuove sale aperte al pubblico dal 3 giugno di quest’anno. Cresce quindi l’interesse per la ‘Casa dei milanesi’, da parte di turisti stranieri e visitatori italiani, a conferma di un successo che già nelle prime settimane aveva fatto segnare dati molto positivi. In particolare, dal 3 giugno al 31 luglio, sono state 41 le visite guidate tradizionali su prenotazione e ben 130 quelle in modalità ‘smart’, ovvero utilizzando le audioguide in un percorso di 45 minuti. Un visitatore su 5 è di nazionalità straniera con una netta prevalenza di cittadini francesi, seguiti da spagnoli, statunitensi, tedeschi e cinesi.

“L’apertura delle nuove sale, realizzata grazie alla partnership con Banca Popolare di Milano – ha dichiarato l’assessora al Tempo libero Chiara Bisconti – ha suscitato grande interesse e sono arrivate molte richieste anche per il mese di agosto. Infatti, per la prima volta, la ‘casa dei milanesi’ resterà aperta alle visite per tutta l’estate offrendo a chi si trova a Milano per Expo e non solo, l’opportunità di conoscere i tesori di Palazzo Marino”.