PESCARA: SU INQUINAMENTO DELL'ACQUA FOSCHI (FDI-AN) PRESENTA UN ESPOSTO IN PROCURA

Redazione

Pescara – Se davvero le acque adriatiche fossero inquinate allora ci sarebe un allarme per la salute pubblica. "Attivare ogni forma di tutela al fine di prevenire e reprimere qualsivoglia comportamento foriero di inquinamento che provochi nocumento al territorio ed ai cittadini che lo abitano". E' quanto si legge in un esposto che il portavoce provinciale di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, Armando Foschi, ha presentato alla Procura della Repubblica di Pescara relativamente al presunto inquinamento delle acque della costa del capoluogo adriatico. La denuncia e' stata inviata, per conoscenza, anche al prefetto. "Da alcuni giorni – scrive l'esponente politico – la stampa riporta notizie in merito a casi di gastroenterite che avrebbero colpito molte persone, in particolare bambini, dopo aver fatto il bagno al mare. Tanti sembrano essere anche i casi di dermatiti, causati sempre dall'acqua marina. Sempre secondo gli organi di informazione, una segnalazione evidenzia la presenza di 'Impetigine': una infezione contagiosa dovuta a germi piogeni che colpisce specialmente i bambini piccoli aggredendo gli strati superficiali della cute, volto e arti. Per alcuni pediatri – viene rilevato nell'esposto – la causa e' lo stafilococco, probabilmente presente nell'acqua del mare e in parte anche sulla sabbia". Foschi, inoltre, rileva che "negli ultimi tempi, alcune condotte fognarie, a seguito di guasti e/o rotture, pare abbiano sversato liquami non depurati nel fiume Pescara, ossia in mare". Il portavoce provinciale di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale chiede pertanto nell'esposto "che venga avviata un'indagine sui fatti" narrati "per accertare se vi siano responsabilita' sulle conseguenze di quanto accaduto e se vi siano state azioni omissive e/o dolose da parte delle autorita' e istituzioni preposte alla tutela della salute pubblica, chiedendo provvedimenti, ai sensi di legge, per coloro che dovessero risultarne responsabili"




FRANA IN CADORE: VITTIME

di Giuseppa Guglielmino

Una tragedia dovuta alle pessime condizioni metereologiche. C‘è un disperso per il maltempo nel Veneto già colpito dalla tromba d’aria dell’ 8 luglio sullaRiviera del Brenta. Ieri una bomba d’acqua ha provocato frane esmottamenti tra Cortina, rimasta parzialmente isolata, e SanVito di Cadore. Una frana ha fatto tracimare un bacino dicontenimento, e l’acqua ha travolto tre automobili, tra cuiquella di una coppia di giovani coniugi polacchi: lei è statatratta in salvo dai pompieri, lui risulta invece disperso

Durante le ricerche del compagno della ragazza estratta ieri dalla sua macchina trascinata dalla frana del torrente Rusecco, sono stati rinvenuti i corpi senza vita di due persone, al momento non identificate, uno un chilometro circa sotto la briglia dove si è fermata l'auto della coppia, l'altro molto più a valle. Il Soccorso alpino di San Vito di Cadore sta proseguendo, assieme agli altri enti, nella bonifica della massa detritica per escludere il coinvolgimento di altre persone.




TRAGEDIA A FIRENZE: MUORE SOTTO UN TRENO PERCHE' VOLEVA SALUTARE GLI AMICI

Redazione

Deve essere identificato il trentenne morto alla stazione di Firenze Smn sotto le ruote di un treno in partenza. Secondo una ricostruzione della Polfer sembra che stesse salutando alcuni amici a bordo del treno, diretto a Pisa. Per fare questo si sarebbe anche appeso a un finestrino ma poi sarebbe scivolato andando a finire sotto il convoglio che si metteva in marcia. Il macchinista non si è accorto di nulla e ha proseguito. Intanto sono scattati i soccorsi ma non è stato possibile salvarlo.




CAGLIARI: BUFERA NEL PD. SI DIMETTE IL SINDACO DI QUARTU SANT'ELENA STEFANO DELUNAS

di Giuseppa Guglielmino

Cagliari – La terza città della Sardegna, Quartu Sant'Elena (Ca), è rimasta senza sindaco. Il primo cittadino, Stefano Delunas, dirigente nazionale del Pd, eletto appena due mesi fa a capo di una coalizione di centrosinistra guidata dai democratici, si è dimesso la scorsa notte nel corso del consiglio comunale, raccogliendo le dimissioni di altri sei consiglieri comunali del suo partito. Caos in aula, tanto che la polizia municipale ha dovuto sgomberare l'aula. Gli attriti con il suo partito si sono palesati immediatamente dopo le elezioni a causa del «metodo Delunas», secondo il partito troppo decisionista e arrogante nelle sue scelte. La crisi era iniziata con le dimissioni dell'assessore Cristian Gitani (Pd), rassegnate appena 15 giorni dopo la sua nomina. Nella seduta del 22 luglio scorso, poi, il Consiglio comunale e la maggioranza Pd avevano mandato un altro segnale forte a Delunas, bocciandogli il programma di governo. Due giorni fa si era dimessa l'assessore della Cultura, Valentina Casalena, anche lei Pd, e minacciavano di farlo anche il vice sindaco Paolo Passino e l'assessore delle attività produttive Anna Rita Fois, tutti contro il neosindaco. Infine ieri notte in aula l'epilogo con le dimissioni del primo cittadino e di sei consiglieri. Ora Delunas e il Pd hanno 20 giorni, a partire da oggi, per ricomporre la frattura e ritirare le dimissioni, altrimenti il Consiglio comunale sarà sciolto e si tornerebbe alle urne dopo appena due mesi dall'elezione del sindaco e del consiglio comunale. Sarebbe la consiliatura più breve della storia

Addirittura il sindaco Delunas ha postato su Facebook

IL MITO DELLA CAVERNA DI PLATONE

“In séguito, continuai, paragona la nostra natura, per ciò che riguarda educazione e mancanza di educazione, a un’immagine come questa.

Dentro una dimora sotterranea a forma di caverna, con l’entrata aperta alla luce e ampia quanto tutta la larghezza della caverna, pensa di vedere degli uomini che vi stiano dentro fin da fanciulli, incatenati gambe e collo, sí da dover restare fermi e da poter vedere soltanto in avanti, incapaci, a causa della catena, di volgere attorno il capo…

Non sarebbe egli allora oggetto di riso? e non si direbbe di lui che dalla sua ascesa torna con gli occhi rovinati e che non vale neppure la pena di tentare di andar su?

E chi prendesse a sciogliere e a condurre su quei prigionieri, forse che non l’ucciderebbero, se potessero averlo tra le mani e ammazzarlo? – Certamente, rispose…”




LA TRAGEDIA DELLE DUE SORELLE SUL FIUME SECCHIA

Redazione

Una tragica fine e un macabro scenario. Ecco cosa è successo a due sorelle. Sono andate al fiume per cercare un po' di fresco e fare un bagno, ma in una zona pericolosa, a valle della diga, dove c'e' il divieto di balneazione e dove il fiume raggiunge anche i sei metri di profondita'. Cosi' si e' consumata la tragedia nel fiume Secchia, nella zona di Borgo Venezia a Sassuolo, le cui cause sono ancora in corso di accertamento. All'origine forse un malore, forse la difficolta' di nuotare, solo la bimba che si e' salvata potra' raccontare qualcosa di piu'. Di quattro sorelle di origine marocchina, due sono state trovare morte- una bimba di 8 anni e una ragazza di 18 – i corpi circa a venti metri di distanza l'uno dall'altro. Una terza ragazza, di 21 anni, e' stata recuperata dai vigili del fuoco e trasportata in gravi condizioni all'ospedale di Baggiovara: si trova ricoverata in neurorianimazione in prognosi riservata. La quarta sorella, la piu' piccola, di sette anni, e' illesa: e' stata lei a dare l'allarme e a cercare aiuto. Le quattro sorelle si trovavano in una zona molto appartata del fiume: la ragazzina, pur choccata da quanto stava accadendo, ha pero' sentito in lontananza la presenza di alcuni operai della polizia municipale che stavano lavorando nei pressi della diga, e' riuscita a raggiungerli e a chiedere aiuto. Al loro arrivo sul posto, solo una ragazza aveva ancora la testa fuori dall'acqua, le altre non ce l'avevano fatta: le hanno recuperate i sommozzatori. E' intervenuto anche il commissariato di Sassuolo. Una tragedia immensa per una famiglia di immigrati integrata a Sassuolo: il padre lavora in una azienda ceramica della zona, la mamma e' casalinga




SALERNO: ORRORE A MERCATO SAN SEVERINO. UCCIDE LA MADRE E LA SORELLA IN STRADA

Redazione

Doppio omicidio a Mercato San Severino, in provincia di Salerno. Un 32enne ha ucciso la madre e la sorella. Sul posto sono intervenuti i carabinieri.

Il caso Un giovane sulla trentina, Giovanni De Vivo, presumibilmente con problemi psichici ha strangolato la madre, Clara De Santis e la sorella minore, Debora De Vivo e ha poi tentato di togliersi la vita. A salvarlo sono stati i vigili del fuoco, che con una scala sono entrati direttamente dal balcone, visto che la porta blindata dell'appartamento era bloccata dall'interno.

Dopo aver sfondato il vetro del balcone si sono introdotti all'interno dell'appartamento e hanno trovato i corpi delle due donne, e l'omicida in una pozza di sangue, con alcuni tagli che si era provocato presumibilmente con un coltello. Il giovane è stato soccorso e portato d'urgenza al vicino ospedale Fucito di Mercato San Severino, scortato da una macchina dei carabinieri.

Attualmente è ricoverato lì, piantonato dai militari, e per ora non si conoscono l'entità delle ferite e il suo quadro clinico. Le urla hanno attirato alcuni vicini che hanno allertato le forze dell'ordine. Il giovane, sembra soffrisse di problemi mentali, e come raccontano dai vicini di casa, era quasi una consuetudine udire ad ogni ora del giorno e della notte le urla provenire da quell'appartamento al primo piano.




NAPOLI: SCOPERTA PIANTAGIONE CON OLTRE 1000 PIANTE DI MARIJUANA

Redazione

Napoli – Blitz della Guardia di Finanza di Napoli contro il traffico illecito di sostanze stupefacenti in Campania. Le fiamme gialle hanno sequestrato, nel comune di Lettere, una piantagione di canapa indiana che era stata abilmente occultata tra la folta vegetazione spontanea in una zona impervia dei monti lattari. I militari della compagnia di Castellammare di Stabia, hanno rinvenuto oltre 1.000 rigogliose piante di marijuana, tutte di circa due metri di altezza complice la calura estiva degli ultimi giorni e il sistema di irrigazione automatico. Al termine dell’operazione sono stati prontamente distrutti tutti gli arbusti di marijuana direttamente sul terreno.
 




RAGUSA, CASO SHOCK: LA RIMANDANO A CASA DALL'OSPEDALE E PARTORISCE FETO MORTO

Redazione

Ragusa – E' un caso sul quale è necessario fare assolutamente chiarezza. Quando ci si rivolge ad una struttura pubblica si deve ricevere l'adeguata assistenza. La Procura della Repubblica di Siracusa ha aperto un'inchiesta sulla morte di un feto all'ospedale Trigona di Noto. E' stata la famiglia della madre a presentare una denuncia alla polizia. Il decesso e' avvenuto giovedi' scorso. Il giorno prima la madre, una diciannovenne si era recata al pronto soccorso con dolori al ventre ma i medici, secondo una prima ricostruzione al vaglio degli inquirenti, l'avrebbero dimessa. Dopo 24 ore si e' consumata la tragedia e la donna ha partorito il feto morto. La Procura ha disposto l'autopsia




MILANO, COMUNALI: SALVINI PREFERISCE SFIDARE RENZI

Redazione

Milano – "Per quanto mi rigurda le primarie a Milano sono sempre utili, anche per il centrodestra. Rigurado una mia discesa in campo rispondo che nella vita tutto può succedere, ma al momento preferirei sfidare Renzi per guidare il paese, tanto prima o poi Renzi cade. Il mio desiderio è quello di liberare L'Italia da Renzi, su Milano però stiamo lavorando". Lo ha detto il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, mattina a "Buongiorno Lombardia" su telelombardia. Quanto agli aiuti al Sud, Salvini ha proseguito dicendo che "se non riparte il sud non è un problema solo per il sud ma per tutto il paese. Il problema però non sono solo i soldi, il problema è come questi vengono utilizzati, se li sbatti nel cesso come è stato fatto finora allora è inutile mandarne ancora. Dalla Lombardia partono già troppi miliardi ogni anno: basta sprecare i nostri soldi".




MILANO AVRÀ DUE MOSCHEE: APERTE LE BUSTE PER IL BANDO DEL COMUNE

Redazione

Milano – Stilata la graduatoria provvisoria per il bando dei luoghi di culto del Comune: per i tre spazi contesi (ex Palasharp, via Esterle e via Marignano) risultano in testa tre associazioni islamiche. Lunedì mattina in largo Treves sono state aperte le buste contenenti le offerte economiche per il bando, contenenti i rialzi sul canone minimo di affitto annuo per i tre spazi. Per l'area davanti all'ex Palasharp di via Sant'Elia a Lampugnano è primo il raggruppamento di associazioni islamiche di Milano legato al Caim, con l'innovativo progetto dell'architetto Italo Rota. L'offerta economica ha visto un rialzo del 200 per cento che ha portato a 30mila la base di 10mila euro annui. Per gli ex bagni pubblici di via Esterle è prima, con un offerta di 37.500 euro annui, la Bangladesh cultural and Welfare association, sempre legata al Caim. Per via Marignano il primo classificato è il Centro islamico di Milano e Lombardia, che con un rialzo del 102 per cento ha raddoppiato il canone annuo base di 7600 euro. A questo punto i prossimi passaggi, spiegati dal direttore centrale alle Politiche sociali Claudio Maurizio Minoia, saranno una verifica amministrativa sulle autodichiarazioni presentate, e una graduatoria definitiva attesa per settembre. In ogni caso, secondo quanto prescrive il bando, solo due dei tre spazi potranno essere assegnati a uno stesso culto, con la possibilità per l'assegnatario con il punteggio totale minore tra i tre vincitori di essere escluso a favore del secondo in classifica, per una determinata area. In questo l'assegnazione andrebbe probabilmente alla chiesa evangelica, guidata dal pastore Riccardo Tocco.




PALERMO, ARRESTATI I CAPIMAFIA DI "COSA NOSTRA" VICINI AL LATITANTE MESSINA DENARO

A.D.M.

Palermo – Intercettazioni, pedinamenti, indagini senza sota per arrivare a sgominare la rete dei capimafia vicino boss latitante Matteo Messina Denaro. Esponenti di vertice delle famiglie di Cosa Nostra trapanese e presunti favoreggiatori di Messina Denaro sono stati arrestati nell'operazione "Ermes" condotta dalla polizia di Stato e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Palermo. Arresti e perquisizioni sono stati eseguiti nelle province di Palermo e Trapani da personale delle Squadre Mobili delle due città con il coordinamento del Servizio centrale operativo della polizia di Stato e la partecipazione del Ros dei carabinieri.

I provvedimenti restrittivi riguardano i capi del mandamento di Mazara del Vallo e dei clan di Salemi, Santa Ninfa, Partanna, ritenuti feudi di Messina Denaro. L'indagine si collega alle "Golem I e II" e "Eden I e II", che avevano già colpito la rete di fiancheggiatori e parenti del latitante. Gli arresti eseguiti sono in tutto undici. Gli investigatori hanno colpito il sistema di comunicazioni di Matteo Messina Denaro, che come altri capimafia usava i "pizzini" per dare ordini e gestire gli affari. Il centro di smistamento dei bigliettini era in un casolare nelle campagne di Mazara del Vallo