VIGEVANO: LEI DECIDE DI CAMBIARE VITA E LUI LA UCCIDE A COLTELLATE

Redazione

Vigevano (PV) – Uccide la moglie nel bar che gestiva con lei, a Vigevano (Pavia) e poi va a costituirsi alla caserma dei carabinieri. Il tragico gesto allo Psycho Cafè della cittadina lombarda, dove Francesco Albano, 71 anni, ha assassinato Assunta Cignano, 43, colpendola con due coltellate dietro il bancone del locale. Lui è originario di Scafati ma risiedeva da tempo a Vigevano. Lei se n'era andata di casa da pochi giorni e aveva iniziato una nuova relazione. La coppia ha due figlie di 19 e 16 anni: le giovani, appena saputo l'accaduto, hanno avuto un malore e sono state soccorse e portate in ospedale. Sembra che i due litigassero spesso e che il delitto sia avvenuto al culmine dell'ennesima discussione. Il movente sarebbe di tipo passionale e legato alla nuova relazione intrapresa dalla donna.  "Lei aveva deciso di fare un'altra vita e lui non lo accettava": così un'amica di Assunta Cignano, che lavora in un ufficio vicino, ha spiegato il rapporto tra i due. La situazione era diventata particolarmente pesante nelle ultime due settimane. Da alcuni giorni Assunta era andata a dormire con le figlie a casa di un'amica. E lei e Francesco si vedevano solo al locale.




BRIANZA: UCCISO A COLTELLATE E MARTELLATE DA MOGLIE E FIGLIA

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Brianza – Una tragedia consumatasi in una famiglia della Brianza. Un uomo di 52 anni è morto in un appartamento a Cesano Maderno (Monza e Brianza) a causa di diverse ferite inferte con un coltello e con un martello. E' stato colpito nel corso di una violente lite scoppiata all'interno di un appartamento in via Palabianca 1. La vittima si chiamava Salvatore Marsiglia e in casa c'erano anche la moglie 49enne e la figlia, fermate con l'accusa di omicidio in concorso

Sui motivi scatenanti la lite, invece, ci sono ancora delle perplessità per la discordanza di molti particolari raccontati dalle due donne.
All'interno dell'appartamento erano presenti la moglie e la figlia dell'uomo, Maria Rosa Saitta, 49 anni, operaia in una ditta tessile, e Jessica Marsiglia, di 26, impiegata presso una società commerciale, nonché il fidanzato e la nonna di quest'ultima. Il fidanzato e la nonna, giunti sul posto al termine della lite, non sono accusati di nulla. La vittima invece lavorava presso un'azienda di serramenti di Desio (Monza e Brianza). Era senza lavoro da circa due anni e dallo scorso giugno percepiva una piccola indennità di disoccupazione, svolgendo alcuni lavoretti saltuari.

Sono state portate nella caserma dei carabinieri di Desio e sentite per diverse ore dagli inquirenti la moglie e la figlia della vittima. Alla fine dell'interrrogatorio sono state fermate per omicidio in concorso. Gli inquirenti hanno ascoltato anche tre vicini di casa, convocati in qualità di testimoni.




MILANO: SGOMINATA BANDA DI RAPINATORI A MANO ARMATA, SETTE CRIMINALI IN MANETTE

Redazione


Milano – Sin dalle prime ore del mattino i Carabinieri del Comando Provinciale di Milano stanno eseguendo sette ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P del Tribunale di Monza, nei confronti di altrettanti criminali italiani dediti alle rapine a mano armata. L'attività ha consentito di disarticolare un'agguerrita banda di rapinatori nei cui confronti sono state raccolte qualificate evidenze probatorie, anche di natura scientifica, in ordine a 17 episodi.
In particolare gli indagati risulterebbero avere rapinato 14 banche, 2 uffici postali ed una gioielleria, nelle provincie di Milano, Monza Brianza, Lodi e Cuneo.




LODIVECCHIO: TROVATO CAMION CON PANNELLI SOLARI E PACCHETTI DI SIGARETTE RUBATI

Redazione

Lodivecchio – I Carabinieri della radiomobile di Lodi hanno recuperato un ingente bottino, frutto di due furti avvenuti nottetempo nel comune di Lodivecchio, abbandonato dai malviventi disturbati dalla presenza dei militari.
Nel corso dell'operazione sono stati rinvenuti, all'interno di un furgone rubato fuori provincia, circa novanta pannelli solari asportati in una cascina della zona e, poco distante dal furgone, occultati nella campagna, oltre 1.700 pacchetti di sigarette di varie marche, circa mille euro in monete ed una macchina cambia soldi, anche questi asportati poco prima in un bar di quel comune.
La refurtiva del valore di oltre centomila euro è in fase di restituzione agli aventi diritto.




BOLOGNA, SPACCIO: IN MANETTE DUE NORDAFRICANI

Redazione

Bologna – Da diversi mesi ormai, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bologna, sono impegnati in una frenetica attività info-investigativa finalizzata a smantellare il mercato dell'eroina bianca. Alle ore 18:00 di ieri, durante un servizio antidroga che i militari stavano effettuando davanti alla Chiesa Ortodossa, in via del Pratello, hanno assistito ad uno spaccio di sostanze stupefacenti tra due individui nord africani e un soggetto italiano. L'acquirente, 48enne di Bologna, è stato trovato in possesso di un involucro termosaldato contenente 0.60 grammi di una sostanza polverulenta che è risultata eroina bianca. Un'altra confezione di analoga sostanza stupefacente del peso di 0.60 grammi, 215 euro in contanti e una Carta di Identità valida per l'espatrio e intestata a un 27enne di Milano sono stati trovati nella disponibilità di un 26enne tunisino. Gli accertamenti svolti sul documento hanno rilevato che si trattava di una Carta d'Identità falsificata a regola d'arte che il tunisino, dopo averla acquistata a Milano al prezzo di 50 euro, utilizzava per soggiornare in vari alberghi d'Italia. Il complice, un 41enne marocchino, è stato trovato in possesso di 870 euro in banconote di vario taglio. I due spacciatori, senza fissa dimora e gravati da precedenti di polizia in materia di sostanze stupefacenti, sono stati arrestati per spaccio di sostanze stupefacenti e rinchiusi nelle camere di sicurezza della Stazione Carabinieri Bologna, in attesa di comparire davanti all'Autorità Giudiziaria per la celebrazione del rito direttissimo. Il 26enne dovrà rispondere anche di possesso e fabbricazione di documenti di identità falsi. Il 48enne, che ha dichiarato di essere eroinomane da vent'anni, è stato segnalato alla Prefettura per uso di sostanze stupefacenti.




GENOVA: 11 ARRESTI PER IL GRUPPO CRIMINALE "LOS TOROS"

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Genova – Un gruppo criminale multietnico denominato "Los Toros", composto da giovani anche minorenni, è stato scoperto stamattina dalla Squadra mobile di Genova durante l'operazione "Matador".

Gli 11 arrestati sono responsabili di numerose rapine consumate nei vicoli del centro storico di Genova con modi violenti, a partire da novembre 2013 e fino al mese di gennaio scorso.

I componenti maggiorenni della banda devono rispondere di rapina aggravata in concorso, estorsione, lesioni aggravate, furto con strappo e accesso abusivo a sistemi informatici, mentre ai minorenni è contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata alla rapina.




LOMBARDIA, 'NDRANGHETA: 34 ARRESTI

Redazione

Milano – Una vera e propria banca clandestina, in cui venivano riciclati i proventi delle estorsioni e dell'usura, grazie ad un'ampia rete di società ma anche grazie alla collusione di imprenditori e di impiegati postali e bancari.

Questo è quanto scoperto dalla Squadra mobile di Milano nell'ambito delle indagini che hanno portato all'arresto di 34 persone, tutte affiliate alla 'Ndrangheta, operanti in Lombardia.

Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa, riciclaggio, usura, estorsione, corruzione, esercizio abusivo del credito, intestazione fittizia di beni e società. Reati in gran parte aggravati dall'utilizzo del metodo intimidatorio tipicamente mafioso e dalla finalità di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa.

I poliziotti hanno scoperto inoltre che i capitali accumulati, oltre ad essere esportati in Svizzera e a San Marino, venivano reimpiegati dall'organizzazione attraverso l'acquisizione di attività economiche nel settore edilizio, negli appalti e nei lavori pubblici, nei trasporti, nella nautica, nelle energie rinnovabili e nella ristorazione.

Secondo gli investigatori, inoltre, i membri dell'organizzazione avevano anche disposto una raccolta di denaro per sostenere i familiari di 'ndranghetisti detenuti.




MILANO: MADRE E FIGLIO SGOZZATI ALLA PERIFERIA DEL CAPOLUOGO

Redazione

Milano – Madre e figlio, trovati morti in casa nella zona periferica a sud-ovest di Milano, in zona Lorenteggio. Ad intervenire in via Segneri 4, il personale del 118 che si è trovato davanti una scena raccapricciante: i corpi di Libanny Meja Lopez, dominicana di 29 anni, e del figlio Leandro di 3 anni e mezzo, selvaggiamente uccisi a coltellate e sgozzati.Tutte e due le vittime, secondo i rilievi medico-legali, presentano vaste e profonde lesioni alla gola. La donna è stata trovata nell'appartamento, a terra in salotto, nuda, nel sangue. Il piccolo era in bagno, in pigiama, su un fianco. Forse ha tentato di scappare dalla furia dell'assassino.

E' stata la madre della vittima quando, dopo aver telefonato diverse volte senza esito, si è recata a casa della figlia e del nipotino a fare la macabra scoperta. E' entrata nella casa, al secondo piano di un casermone popolare in via Segneri, nella periferia sud-est della città, e ha trovato il corpo della figlia, correndo subito fuori e risparmiandosi almeno la straziante vista del cadavere del piccolo. Sono poi state le sue urla disperate a richiamare l'attenzione di vicini e altri parenti, che hanno telefonato numerosi al 118 e alla polizia.

"Ho sentito solo poche parole: l'hanno uccisa, l'hanno uccisa!", ha detto un'anziana che vive al piano terra del condominio, che si trova in uno degli isolati più degradati del quartiere Giambellino, noto in un ormai lontano passato passato per la 'mala' milanese e per lo spaccio di eroina, oggi realtà multietnica dove si alternano case signorili moderne e alcune tra le più decadenti palazzine Aler della città. Sono stati portati in questura e sentiti anche famigliari e conoscenti delle vittime, una quindicina, nella speranza che possano fornire elementi utili a capire che tipo di tensioni vi fossero attorno alla madre e al bambino e cosa sia accaduto.

Due ragazzi che vivono nel palazzo dicono di ricordare la vittima: "Una ragazza alta, snella, con i capelli neri. Viveva con un fidanzato, ma non sappiamo che lavoro facesse. Ricordiamo anche il bambino, era molto carino, con i capelli neri come la madre. Questo omicidio sconvolge tutti, non è mai successa una cosa simile qui". Il padre di Leandro si è presentato alla polizia. Lo ha comunicato la Questura. L'uomo è stato sentito dagli inquirenti che hanno ascoltato una quindicina di testimoni. Non è accusato di nulla. L'uomo e la donna non erano sposati.
 




SANREMO: IL FIOR FIORE DELLA MUSICA DELL'ARISTON

di Antonio Diomede e Paolo Lunghi

Sanremo – Sanremo è Sanremo, si sa, e anche per quest’anno le luci si sono spente sulla grande kermesse. I giochi sono stati fatti. C’è chi ha vinto e chi ha perso, c’è chi ha vissuto una nuova esperienza di vita e chi ha scritto una pagina della propria storia. C’è chi come noi della REA (Radiotelevisioni Europee Associate) é stato, ancora una volta, protagonista della grande macchina con la finale de “La Milano Sanremo della Canzone Italiana”. Abbiamo avuto anche la grande opportunità mediatica, vissuta a tuttotondo per l’intera settimana, di far parte della Giuria della sala stampa del Palafiori e dell’Ariston oltre a direttamente seguire il Festival dal Teatro. L’unico evento collaterale competitivo con l’Ariston è stato quello realizzato dalla REA con la finale della Milano Sanremo della Canzone Italiana svoltosi nel Gran Galà del Shù Noseda, frutto di una selezione di artisti di primissima qualità scelti dalle Radio e Tv locali nelle precedenti tappe di Milano, Firenze, Forlì, Roma, Avellino, Sciacca. Gli artisti della Milano Sanremo della Canzone Italiana, senza temere smentite o confronti, si sono dimostrati all’altezza di rappresentare il fior fiore della qualità musicale e canora dell’Italia nel mondo. Se qualcuno avesse dei dubbi è molto semplice: richieda alla REA i filmati dello loro esibizioni. Si convinceranno che il festival dell’Ariston, spogliato del fascino che la tv produce e del mito conquistato in 64 anni attività, “non è tutto oro ciò che luccica” e che sarebbe ora di sottoporlo ad un impietoso lifting sia per non continuare a perdere ascolti, sia per creare le condizioni di un rilancio della canzone italiana. Il Festival ha anche una sua funzione nel panorama internazionale e, a differenza di ciò che si vocifera, non andrebbe assolutamente soppresso ma riformato partendo dalla sostituzione della parola “Festival” con “Rassegna della Canzone Italiana, dove gli artisti scelti dal pubblico delle radio e tv locali, esattamente com’è accaduto con “La Milano Sanremo della Canzone Italiana”, si presentano alla Rassegna finale di Sanremo senza vinti o vincitori ma con una grandissima e variegata esposizione del canzoniere italiano da offrire al pubblico e per il rilancio del mercato discografico italiano ed estero. L’obiettivo è anche quello di allargare la base della proposta musicale per andare davvero a coltivare “il vivaio dei giovani artisti italiani” così ricco di talenti e professionalità all’interno della nostra amata Italia. La Milano Sanremo della Canzone Italiana, che ha visto andare in scena la serata conclusiva dell’edizione 2014 proprio in quel di Sanremo, con il Gran Galà al Shù Nuseda, è l’esempio più calzante. Sono passati in rassegna tanti giovani di altissimo livello e con grandi doti vocali che non avrebbero niente da invidiare agli altri saliti sul palco dell’Ariston. Un modo anche per fare gruppo e sviluppare sinergie coinvolgendo direttamente tutti i vari operatori del settore dai livelli più locali a quelli nazionali, cosa che mai come ora serve a questa Nazione, ma sappiamo che le teste d’uovo della RAI, perfette fotocopie della politica vigente, difficilmente capiranno. Peggio per loro, presto, molto presto saranno travolti dal nuovo che avanza. Nel frattempo , noi della REA, mentre del Festival già più nessuno ne parla, stiamo programmando il tour del 2015 che partirà da Milano il 24 ottobre 2015 con nuove proposte musicali rigorosamente inedite per percorrere le 20 regioni italiane alla scoperta di nuovi talenti pronti a dimostrare che Sanremo non può essere soppresso. 




COMO, OMICIDIO NUSDORFI: L'ASSASSINO E' L'EX COMPAGNO CHE CONFESSA: "L'HO UCCISA IO"

Redazione

Como – Trovato il colpevole, cioè l'assassino della povera donna accoltellata a Mozzate. E' il fornaio albanese Dritan Demiraj, 29 anni ad aver confessato l'omicidio dell'ex compagna Lidia Nusdorfi, 35 anni, uccisa a coltellate sabato nel sottopassaggio della stazione di Mozzate. I carabinieri di Rimini, a supporto dei colleghi di Como, lo hanno arrestato per omicidio dopo ore di interrogatorio. Arrestato per favoreggiamento il datore di lavoro, titolare del forno riminese che avrebbe, forse solo per solidarietà senza la piena consapevolezza dell'accaduto, fornito un alibi all'albanese

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COMO: E' GIALLO SULLA DONNA UCCISA A COLTELLATE

Redazione

Como – Un giallo che per il momento rimane irrisolto. Una giovane donna di 35 anni è stata uccisa a coltellate ieri sera nel sottopassaggio dei binari della stazione ferroviaria di Mozzate, vicino Como. I carabinieri hanno lavorato tutta la notte per esaminare le riprese delle telecamere dello scalo e di altre zone del paese per individuare l'assassino. Si cerca un uomo, giovane, che avrebbe atteso Lidia Nusdorfi nel sottopassaggio e poi l'ha poi aggredita alle spalle, colpendola con almeno due fendenti.

Uccisa probabilmente per motivi personali e non per rapina – non ha avuto testimoni diretti: l'allarme è stato lanciato da due giovani egiziani che stavano aspettando il treno e hanno sentito un urlo. Quando sono andati verso il sottopassaggio, uno di loro ha notato un uomo, giovane, all'apparenza italiano, che si stava allontanando dalla stazione sotto la pioggia, con l'ombrello aperto. L'altro ha visto la donna ferita e ha chiamato i soccorsi che non hanno potuto salvarle la vita dato che per la gravità delle ferite la donna è praticamente morta dissanguata.

Nata in provincia di Milano, a Garbagnate Milanese, Lidia Nusdorfi si era trasferita e poi aveva vissuto a lungo a Rimini. Disoccupata, era tornata da qualche mese in Lombardia a Mozzate, dove era ospite di parenti. Ieri sera stava tornando verso casa: era scesa dal treno e si stava dirigendo verso il parcheggio dietro la stazione quando è stata aggredita.