ATTACCO TERRORISTICO IN MALI, COLPITO HOTEL A BAMAKO: 27 UCCISI

Redazione

Bamako – Attacco jihadista in Mali, all'hotel Radisson Blue della capitale Bamako: un commando con una dozzina di terroristi con armi da fuoco e granate ha gridato "Allah u Akbar!", Dio è grande, quando hanno aperto il fuoco. Poi hanno preso almeno 170 persone in ostaggio (140 ospiti e 30 persone dello staff). Ventisette i morti, secondo un bilancio ancora provvisorio. Tre i terroristi uccisi. Tutti gli ostaggi sono stati liberati dalle forze di polizia dopo un lungo blitz. Tra questi sono stati liberati i 12 membri dell'equipaggio dell'Air France e 5 dei sei ostaggi della Turkish Airlines che erano stati trattenuti nell'albergo. 

L'attacco è avvenuto al settimo piano della struttura dove , secondo il quotidiano francese Liberation – "si trovano le camere utilizzate dal personale di volo dell'Air France". I diplomatici del Quai d'Orsay a Parigi hanno attivato una cellula d'emergenza. "Ancora una volta i terroristi hanno voluto segnare la loro presenza barbara, in luoghi dove possono uccidere e impressionare. Dobbiamo dimostrare la nostra solidarietà al Mali, un Paese amico". Lo ha detto il presidente francese François Hollande, invitando i francesi a Bamako a raggiungere l'ambasciata e a mettersi al sicuro.

Anche l'Unità di crisi della Farnesina si è subito attivata. Sono 15 i militari italiani presenti in Mali, nell'ambito di tre diverse missioni internazionali: nessuno è rimasto coinvolto nell'attacco terroristico. Gentiloni: 'Nessuno italiano coinvolto'. L'ambasciata Usa ha diramato un allerta in cui chiede ai cittadini americani di mettersi al sicuro.

E' giallo sulla rivendicazione. I servizi di sicurezza del Mali sospettano che dietro l'attacco ci sia il network jihadista Ansar Din, di cui fa sapere di aver sventato vari progetti di attentati nella stessa capitale maliana ad opera delle due brigate Khalid Ibn Walid e Fronte di liberazione di Massina. Poi i jihadisti di al Mourabitoun hanno rivendicato sul loro account twitter l'attacco all'hotel Radisson di Bamako. Il gruppo è stato fondato da Mokhtar Belmokhtar, ex comandante di al Qaeda nel Maghreb, ma recentemente si sarebbe unito all'Isis. Belmokhtar lo ha però smentito.

Proprio ieri il presidente francese Francois Hollande aveva sottolineato che l'Isis considera la Francia nemica perchè Parigi è intervenuta in Mali. In un discorso pubblico, il presidente aveva ricordato che nel 2013 la Francia ha aiutato il Mali, ottenendo una "vittoria": i "terroristi lo sanno per questo ci considerano nemici". "I terroristi nel 2012 si sono accaniti contro la cultura del Mali", "imposto divieti, le donne sono state sottomesse": "la Francia ha dovuto prendersi le sue responsabilità e portare avanti azioni importanti".




ALTA TENSIONE IN FRANCIA: BLITZ A CHARLEVILLE. L'UE BLINDA LE FRONTIERE

Redazione

Resta alta la tensione in Francia. E dopo la conferma dell'uccisione della "mente" degli attentati di venerdì 13 si susseguono i blitz della polizia contro i terroristi. Un vasto blitz di polizia è stato effettuato a Charleville, nelle Ardenne francesi. Nel raid, riferiscono i media francesi, è stata udita una forte esplosione. Il quartiere della Ronde-Couture di Charleville-Mezières – cittadina operaia non lontana dal confine con il Belgio – è stato chiuso al traffico in vista della vasta operazione di polizia, riferisce France 3. Secondo l'emittente sul posto è stata sentita una forte esplosione. A quanto si apprende si tratterebbe solo del modus operandi degli agenti per sfondare la porta di un appartamento e stordire le eventuali persone all'interno. 

"Crivellato di colpi", il corpo di Abdelhamid Abaaoud è stato ritrovato fra le macerie dell'appartamento di Saint Denis devastato da uno scontro a fuoco durato sei ore. Il cadavere della presunta "mente" degli attentati è stato formalmente riconosciuto grazie alla comparazione delle tracce di campioni di DNA. E Abaaoud è probabilmente coinvolto in almeno quattro dei sei attentati sventati dalla primavera scorsa in Francia.

Il terrorismo è stato l'argomento del colloquio telefonico tra il presidente americano, Barack Obama e il presidente francese, Francois Hollande. I due leader sono impegnati a ''indebolire e sconfiggere l'Isis''. Hollande sara' a Washington il 24 novembre prossimo.

Dopo i sanguinari attacchi a Parigi l'Ue si blinda. "Gli Stati membri si impegnano ad effettuare i necessari controlli sistematici e coordinati alle frontiere esterne, anche per i cittadini dell'area di libera circolazione". Si legge nella bozza di conclusioni del consiglio Interni straordinario di domani, di cui l'ANSA ha copia.

L'allarme arriva anche dall'Europol: "Con gli attacchi di venerdì a Parigi c'è stata una grave escalation della minaccia terroristica dell'Isis, è il primo esempio stile Mumbai 2008. E' un fenomeno diverso: l'Isis vuole esportare in Europa la sua atroce violenza. Hanno enormi risorse e sono possibili altri attacchi", così il direttore Rob Wainwright. Tra le misure identificate nel documento per rafforzare le proprie frontiere: l'aggiornamento di database e sistemi elettronici di controllo ai confini con connessioni agli archivi elettronici di Europol e Interpol; la registrazione sistematica e la raccolta delle impronte digitali di tutti i migranti che entrano nell'area Schengen, oltre a controlli di sicurezza in base al Sistema di informazione Schengen 2, il database dell'Interpol Sltd ed altri. Si prevede inoltre l'impiego delle squadre di intervento rapido (Rabit) e di polizia alle frontiere per garantire un monitoraggio sistematico e controlli di sicurezza. Frontex "contribuirà alla lotta contro il terrorismo e sosterrà la messa in pratica coordinata della lista degli indicatori di rischio, prima di fine 2015" inoltre assisterà gli Stati Membri nell'aumento dei controlli delle frontiere esterne, per individuare foreign fighter e trafficanti di armi.




PARIGI: ABDELHAMID ABAAOUD È MORTO

Redazione

Parigi – Abdelhamid Abaaoud, il jihadista considerato la mente degli attentati di Parigi, è stato identificato tra le vittime dell'assalto della polizia al covo di Saint Denis, alla periferia di Parigi. Lo ha reso noto la procura francese. L'esame delle impronte papillari – ha aggiunto – ha permesso di stabilire che è stato ucciso durante l'assalto condotto dal Raid rue Corbillon nella notte del 18 novembre a Saint-Denis. Il suo corpo è stato ritrovato all'interno dell'edificio, crivellato di colpi.

La notizia era stata anticipata dai media belgi ieri a margine dei blitz a Saint Denis. Ma c'è dell'altro, secondo il quotidiano belga Derniere Heur manca solo la conferma della prova del Dna, ma nel blitz a Saint Denis, insieme alla mente delle stragi di Parigi, Abdelhamid Abaaoud, sarebbe morto anche il super-ricercato Salah Abdelslam.




TERRORISMO: VALLS LANCIA ALLARME ARMI CHIMICHE

di Matteo La Stella
Parigi
– Desta preoccupazione l'allarme lanciato dal Governo francese in merito alla possibilità di attacchi chimici, mentre in Belgio sono in corso 6 blitz delle forze speciali nel quartiere di Molenbeek, ad ovest del centro di Bruxelles, e in altre zone della città.

Armi chimiche. A Parigi, con le ferite dello scorso 13 novembre ancora aperte, il premier Manuel Valls ha parlato all'Assemblea Nazionale:”Oggi non possiamo escludere niente- poiché esiste- il rischio di armi chimiche e biologiche”. “Siamo in guerra, non una guerra di quelle a cui la storia ci ha abituato – rincara la dose Valls – Questa nuova guerra resta una guerra pianificata condotta da un esercito criminale, quello che è nuovo sono i modi di operare, di colpire, di uccidere, che evolvono senza sosta”. Un'immaginazione, quella dei mandanti degli attentati, che il premier definisce “macabra”, tra: “Fucili d'assalto, decapitazioni, bombe umane, armi bianche”. Dunque, conclude Valls: “Oggi non bisogna escludere niente, e lo dico con tutte le precauzioni che si impongono ma lo sappiamo e lo abbiamo in mente, può esserci anche il rischio di armi chimiche e batteriologiche”.
Un annuncio scioccante, che arriva a 24 ore dal raid nel quartiere di Saint-Denise, dove oltre al regista degli attentati Abdelhamid Abaaoud, sarebbe stato ucciso anche Salah Abdeslam, l'ultimo attentatore rimasto a piede libero dopo gli attacchi di venerdì 13 novembre. Lo riferisce il quotidiano belga la Dernière heure, specificando che si attendono ancora i risultati del DNA.

Blitz a Bruxelles. Intanto, in Belgio, le forze speciali stanno eseguendo 6 blitz, concentrati soprattutto nei quartieri di Molenbeek e Jeet a Bruxelles. I raid delle forze speciali sono mirati a stanare soggetti ritenuti vicini a Bilal Hadfi, uno dei kamikaze esplosi nei pressi dello Stade de France durante gli attentati parigini. Hadfi, Classe '95, era nato in Francia e aveva già combattuto in Siria tra le fila dell'Isis ma attualmente viveva in Belgio. Proprio il Belgio, sul versante politico, avrebbe stanziato 400 milioni di euro per rafforzare la sicurezza nazionale. Lo ha annunciato il premier Charles Michel, che davanti ai deputati ha rimbalzato le critiche pervenute nei confronti dei servizi di sicurezza prima degli attentati a Parigi. Come la Francia, peraltro, anche il Belgio sarebbe pronto ad una modifica della costituzione, così da allungare il fermo di Polizia da uno a tre giorni. 




L'ISIS TERRORIZZA: "ISSEREMO BANDIERA DEL CALIFFATO IN VATICANO"

Redazione

"Chiediamo ad Allah di sostenere i mujaheddin contro gli agenti dei leader dell'idolatria e i crociati finché la bandiera del Califfato non sarà issata su Istanbul e la Città del Vaticano". E' la minaccia dell'Isis contenuta nell'ultimo numero del loro magazine, Dabiq. L’Isis ha diffuso dunque sul web la sua rivista Dabiq che dedica la copertina e l’articolo di apertura al massacro di Parigi così come agli altri attacchi rivendicati nell’ultimo periodo. Nelle prime pagine ci sono anche due foto che si riferiscono alla distruzione del Metrojet russo nel Sinai. La prima immagine mostra una lattina, un detonatore ed un apparato elettronico: secondo i terroristi è l’ordigno che ha provocato il disastro. A fianco la foto di un passaporto russo, intestato – sempre secondo la versione della rivista – ad uno dei passeggeri del volo partito da Sharm El Sheikh. Difficile stabilire l’autenticità. Potrebbe solo essere un tentativo dei jihadisti di sfruttare il momento. Lo Stato Islamico, quando si era assunto la responsabilità, aveva anche annunciato che al momento opportuno avrebbe svelato il metodo impiegato.

Nel frattempo l'Isis ha annunciato di aver ucciso due suoi prigionieri, un norvegese e un cinese. Due mesi fa i miliziani del Califfato avevano chiesto il pagamento di un riscatto per la loro liberazione tramite un'inserzione sulla rivista dei jihadisti "Dabiq". I due ostaggi uccisi dovrebbero esserre Ole Johan Grimsgaard Ofstad, 48enni di Oslo, e Fan Jinghui, freelance 50enne di Pechino. Non si è a conoscenza di quando e dove i due erano stati rapiti.

L'annuncio è stato dato nel numero 12 della rivista in lingua inglese, con una pagina che apparentemente mostra i corpi dei due ostaggi e la scritta "giustiziati perché abbandonati dalle nazioni e dalle organizzazioni kafir (infedeli)".




BLITZ A SAINT DENIS, SGOMINATO IL COVO DEI TERRORISTI DEGLI ATTENTATI DI PARIGI

Redazione

Blitz all'alba a Saint-Denis, la banlieue 'dura' di Parigi, dove la polizia – grazie a un cellulare dei kamikaze trovato in un cestino davanti al Bataclan – ha localizzato il covo dei terroristi che, stando ad alcuni sms sul telefonino trovato – progettavano un attentato alla Defense, la zona dove sono concentrati molti uffici nella capitale francese. Nei due appartamenti individuati si cercava Abdelhamid Abaaoud, 28 anni, nato a Molenbeek, la 'mente' delle stragi. Il premier francese Francois Hollande ha ringraziato le forze dell'ordine e ribadito che la Francia è in guerra e anche per questo verranno utilizzate misure emergenziali.

E secondo la tv pubblica francese France 2, i terroristi di Saint-Denis si preparavano a commettere attentati all'aeroporto di Roissy Charles de Gaulle e nel quartiere d'affari parigino della Defense.

Abdelhamid Abaaoud sarebbe morto durante il blitz, scrive invece il giornale belga Derniere Heure sul suo sito in base a 'informazioni esclusive' in suo possesso. Alle 4 e 20, quando è iniziato il blitz terminato alle 11.30 della polizia – intervenuta con uno schieramento impressionante a 800 metri dallo Stade de France – una donna kamikaze ha azionato la propria cintura esplosiva e si è fatta saltare. Un altro terrorista è stato ucciso. Poi la reazione degli occupanti degli appartamenti, che per il loro numero ha sorpreso le teste di cuoio e cinque agenti sono rimasti feriti. Nell'appartamento c'erano sette terroristi, secondo le parole di Francois Molins, procuratore di Parigi, giunto sul posto insieme al ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve. "Tre terroristi sono stati arrestati – ha detto Molins – una ragazza si è fatta esplodere, un uomo è stato trovato morto, colpito da proiettili e bombe. Altre due persone che si nascondevano fra le macerie sono state arrestate". "Non possiamo rivelare l'identità di queste persone – ha detto il procuratore – solo in funzione degli esami saremo in grado di farlo prossimamente".

Gli agenti dei servizi di sicurezza francesi hanno sfondato a colpi di ascia il portone di una chiesa, l'Eglise Neuve di Saint-Denis, che sorge proprio accanto al covo. La polizia sta setacciando tutte le abitazioni e i locali dei dintorni per mettere in sicurezza il quartiere prima di dichiarare concluse le operazioni.

Gli agenti hanno passato al setaccio appartamento per appartamento del palazzo della place Jean Jaures. Sul posto, dove ogni tanto continuano ad udirsi esplosioni e spari, blindati della polizia e centinaia di poliziotti in assetto da combattimento, elicotteri che volteggiano, camion dei pompieri e ambulanze. Nell'assalto è morto anche un cane un poliziotto. L'animale è stato utilizzato all'inizio dell'assalto, gli agenti l'hanno fatto entrare nell'appartamento ed è rimasto subito ucciso dalla reazione dei terroristi asserragliati con le armi in pugno.

"La nostra città soffre ma resta in piedi", ha detto il sindaco di Parigi Anne Hidalgo.

Finito il blitz anti-terrorismo a Saint-Denis la cittadina riprende a vivere. Le strade sono state riaperte, e la gente ha cominciato a uscire di casa. Molti negozi restano tuttavia chiusi. "Cosa apro a fare? Vendo giocattoli, ma oggi nessuno ha voglia di comprare giocattoli", ha spiegato un commerciante. Alcuni bar aperti si stanno ripopolando, e la gente seduta ai tavolini parla di quanto accaduto della notte. I racconti dei testimoni.




AGGUATO IN BANGLADESH A PRETE ITALIANO DA PARTE DI UN COMMANDO DELL'ISIS

di Angelo Barraco
 
Bangladesh – Oggi nel Bangladesh un prete italiano è rimasto ferito gravemente in un agguato. L’agguato è avvenuto alla stazione degli autobus di Dinajpur a 350 km di Dacca dove tre uomini armati, a bordo di una moto, hanno aperto il fuoco e lo hanno colpito gravemente al collo con una pallottola, facendogli perdere molto sangue. Non è il primo attacco contro stranieri e secondo la polizia locale la matrice di questi attacchi sarebbe da ricondurre agli estremisti islamici. Il sacerdote si chiama Piero Parolari e svolge da anni la missione di medico in Bangladesh. Il 28 settembre scorso un altro italiano è stato ucciso un altro italiano, Cesare Tavella a Dacca. Tavella stava facendo jogging nel quartiere diplomatico quando improvvisamene è stato ucciso da un commando a bordo di una moto. L’azione è stata poco dopo rivendicata da una cellula dell’Isis. L’omicidio avvenne una settimana dopo quello di un agricoltore giapponese. Anche questo omicidio venne rivendicato dall’Isis che dopo qualche giorno fecero esplodere una bomba vicino ad un tempio della minoranza sciita di Dacca causando la morte di una persona. Ad ottobre il ministro dell’Interno Asaduzzaman Khan aveva riferito, nel corso di una conferenza stampa, che gli omicidi dei due cooperatori stranieri “hanno la stessa origine” ma che non riguarda lo Stato Islamico poichè l'Isis -secondo sua dichiarazione- non c'è in Bangladesh. Sono state arrestate quattro persone dalla polizia del Bangladesh sospettate di aver ucciso il cooperatore italiano Cesare Tavella, 51 anni, veterinario, morto in un agguato il 28 settembre scorso a Dacca. A riferire la notizia è Bdnews24. I loro nomi sono: Chakti Russell, Kala Russell, Shooter Rubel e Sharif.  In merito all’arresto, l’ispettore Monirul Islam ha riferito che tre dei quattro arrestati “sono direttamente coinvolti nell’omicidio” mentre il quarto sarebbe accusato di favoreggiamento per aver fornito la moto usata per l’omicidio. Il fermo dei sospettati dell’omicidio è avvenuto ieri nella capitale, in aree distinte.  E’ stata posta sotto sequestro dagli inquirenti anche una motocicletta che sarebbe stata usata per l’azione delittuosa.



BLITZ A PARIGI DELLA POLIZIA NEL COVO DI ABAAOUD, LA MENTE DEGLI ATTENTATI

Redazione

Blitz all'alba a Saint-Denis, la banlieue 'dura' di Parigi, dove la polizia – grazie a un cellulare dei kamikaze trovato in un cestino davanti al Bataclan – ha localizzato il covo dei terroristi che, stando ad alcuni sms sul telefonino trovato – progettavano un attentato alla Defense, la zona dove sono concentrati molti uffici nella capitale francese. Nei due appartamenti individuati, resiste ancora, con ogni probabilità, Abdelhamid Abaaoud, 28 anni, nato a Molenbeek, la 'mente' delle stragi. Alle 4 e 20, quando c'è stata l'irruzione della polizia – intervenuta con uno schieramento impressionante a 800 metri dallo Stade de France – una donna kamikaze ha azionato la propria cintura esplosiva e si è fatta saltare, secondo la ricostruzione della procura. Almeno un altro terrorista sarebbe stato ucciso. Poi la reazione degli occupanti degli appartamenti, che per il loro numero (almeno 8) ha sorpreso le teste di cuoio e due agenti sono rimasti feriti. I fermati al momento sono cinque, quattro uomini e una donna, che la polizia sta cercando di identificare. Non se ne conoscono i nomi, quello che è certo è che Abaaoud non è fra loro. Nessun sospetto sarebbe in fuga.

La 'mente', secondo fonti della polizia, potrebbe essere asserragliato da solo nell'appartamento. Gli agenti, al momento, stanno bonificando tutto lo stabile, passando al setaccio appartamento per appartamento del palazzo della place Jean Jaures. Sul posto, dove ogni tanto continuano ad udirsi esplosioni e spari, blindati della polizia e centinaia di poliziotti in assetto da combattimento, elicotteri che volteggiano, camion dei pompieri e ambulanze. Saint-Denis è stata completamente isolata, le fermate della metropolitana sono state chiuse, le strade bloccate e le poche rimaste aperte sono intasate. La polizia ha invitato tutti gli abitanti a restare in casa, le scuole sono chiuse, i bus sono rimasti nei depositi. Saint-Denis è tappa inevitabile per chi al mattino raggiunge Parigi per arrivare al lavoro o a scuola dalla banlieue nord ed è strada obbligata per raggiungere la capitale dall'aeroporto Charles de Gaulle. 'Ok, siamo pronti': questo sms, trovato nel cellulare buttato in un cestino davanti al Bataclan prima della strage, avrebbe messo i poliziotti sulle tracce dei fuggiaschi, che tutte le informazioni fino a ieri sera davano in Belgio. Attorno alle 10, dopo oltre cinque ore di assedio, la situazione è bloccata. Il ministro della Giustizia, Christiane Taubira, assicura che il blitz è sul punto di concludersi, ma dalle 8.30 circa le operazioni sono ferme. 

 




AL QAEDA: ARRESTATO IL LEADER ABU MUHAMMAD AL JAWLANI CON TRUCCO E PARRUCCO

Redazione

Su molte pagine web in lingua araba spopola la notizia che ieri, il leader siriano di al-Qaeda, Abu Muhammad al Jawlani, è stato preso. Nel passato era riuscito a farla franca passando illeso da diversi checkpoint militari.

Ieri Abu Muhammad al Jawlani,  travestito da donna, in burqa e truccato, è stato arrestato dagli uomini dall’armata siriana, mentre tentava di fuggire nel vicino Lebanon. Si presentava agli inquirenti ben rasato, con le sopracciglia rasate, completo con mascara e rossetto. Non è stato certamente facile distinguerlo da una bella donna.




INIZIATA LA GUERRA IN SIRIA: IL MISTERO DEL SATELLITE E QUELLE STRANE COINCIDENZE

Il 5 settembre 2015 le immagini dei satelliti su Raqqua avevano immortalato più di 700 tir per i rifornimenti (cibo e carburante, oltre le armi) ai convogli dell’ISIS

di Cinzia Marchegiani

Raqqua (Siria) – La Francia ha dichiarato guerra alla Siria e ora bombarda con l’approvazione del mondo. Ma quante bugie e misteri si celano dietro questa guerra nata dal massacro nel cuore di Parigi? Una strage che per sommi capi sembra un remake del precedente attacco terroristico nella sede di Charlie Hedbo. Intelligence francesi talmente sfortunati da avere maglie grosse come quelle delle reti da pesca, da farsi attaccare da commandos su tre postazioni diverse. Anche questa volta al fianco dei kamikaze è stato ritrovato un passaporto, che ha permesso di stanare gli integralisti che avevano vissuto nei sobborghi di Bruxelles. Ora il presidente Hollande ha dichiarato guerra e vorrebbe coinvolgere tutta l’Europa, certamente gli consentirà di poter avere la certezza che non sarà l’unica nazione ad avere sul peso della coscienza responsabilità storiche di una guerra piena di grandi ombre.

Posizione dell'ISIS già nota a settembre 2015 e fuori dalla citta di Raqqa. Come mai si attacca la città di Raqqa quando il 5 settembre 2015 le immagini dei satelliti aveva immortalato più di 700 tir per i rifornimenti di cibo e carburante, oltre le armi ai convogli dell’ISIS? Il giornale Asia News ne aveva già allora sollevato il quesito, grazie ai satelliti si conoscevano le coordinate precise e non si colpiva il cuore dell’ISIS mentre si preferisce sparare e gettare bombe sui civili?

Ecco questa è una domanda che ci facciamo anche noi e ora troppe sono le incongruenze che ci vengono in mente. Nell’era dei satelliti e delle bombe intelligenti si entra in guerra dopo la figura che la Russia di Putin ha fatto fare all’intelligence di tutto il mondo e di un’America che, fato vuole, non riesce mai a stanare l’ISIS, una creatura che attende rifornimenti di ogni tipo, anche armamenti che per assurdo potrebbero provenire dagli stessi Stati che vorrebbero distruggerlo, perché si sposta e vive in grandi carovane, dove dimorano perseguitati, donne rapite e prigionieri.
Questa guerra ha moltissimi scheletri nell’armadio e vive e si alimenta del grande impatto mediatico che sortisce sulle persone importanti reazionarie che fanno leva sulla rabbia e le emotività, non vorremmo che fossero usate per avere l’approvazione di operazioni che sanno di morte e manovre geopolitiche neppure troppo sconosciute.

Quante verità ci sono state taciute? I bambini, le donne, i civili uccisi da bombe che distruggono tutto, tranne i terroristi che non si riescono a stanare neanche a casa propria, figuriamoci altrove.




ATTENTATI A PARIGI: L'EUROPA SCENDE IN CAMPO

di Matteo La Stella

Roma – L'Europa accoglie la richiesta d'aiuto da parte del presidente francese Francoi Hollande, secondo l'articolo 42.7 del Trattato di Lisbona. Sulla scia degli attentati terroristici che il 13 novembre scorso hanno scioccato Parigi ed in risposta al monito lanciato lunedì dallo stesso Hollande, che ha richiesto un coinvolgimento militare maggiore degli altri stati membri:”L'Europa unita risponde si”. Questo il responso dell'alto rappresentante per gli Affari Esteri Ue Federica Mogherini che annuncia il sostegno unanime da parte del Consiglio di Difesa- riunito a Bruxelles- in merito all'attuazione di una strategia collettiva prevista dall'articolo.

L'art.42.7 e la gli aiuti economici. Secondo la normativa prevista dal Trattato dell'Unione, infatti, uno stato membro vittima di aggressione può coinvolgere gli altri paesi che sono tenuti ad aiutarlo con tutti i mezzi a loro disposizione. In virtù della decisione presa, la Francia si avvia ad una serie di incontri bilaterali con i partner Ue per discutere il tipo di assistenza che ogni paese dovrà fornire. “L'aiuto dell'Europa- spiega il ministro della Difesa francese Yves Le Drian- potrebbe includere un maggiore supporto in Siria, Iraq, Africa”, concentrando l'attenzione su un determinato tipo di appoggio: quello militare. Ringraziando l'Europa per la mano tesa, il ministro ha poi ricordato che:”Si tratta della prima volta che si fa appello a questo articolo”, prima di rincarare la dose chiarendo come l'assistenza debba essere:” Rapida, altrimenti non ha senso”. Parigi, però, ha chiesto e ottienenuto anche aiuti economici da parte della Ue. "Dobbiamo dare tutti gli strumenti a polizia e gendarmeria – ha asserrito il primo ministro Manuel Valls – in uomini e in investimenti. Questo non lo faremo a detrimento del bilancio di altri settori. L'Europa deve capire. E aiutarci”. La Francia: “Sarà costretta a non rispettare” gli impegni dettati dal bilancio europeo. “Dobbiamo dare tutti gli strumenti alla polizia, alla gendarmeria e ai servizi di informazione” ha sottolineato Valls “Dobbiamo assumercene la responsabilità e l'Europa deve capirlo”. “Una cosa è chiara – la replica di Pierre Moscovici, commissario europeo per gli affari economici e monetari – nelle circostanze attuali: in questo momento terribile la sicurezza dei cittadini in Francia e in Europa è la priorità assoluta, e la Commissione Ue lo capisce pienamente”.

Guerra all'Isis. Intanto, dopo le dichiarazioni di guerra nei confronti dello Stato Islamico, Parigi continua a bombardare Raqqua. La roccaforte siriana dell'Isis e i territori adiacenti sono stati oggetto di bombardamenti nella notte, come conferma lo Stato maggiore della Difesa:”Per la seconda volta in 24 ore le truppe francesi hanno effettuato un raid contro Daesh a Raqqa, in Siria”. Dieci i velivoli che hanno preso parte all'incursione sganciando un totale di 16 bombe su di una serie di obbiettivi individuati nel corso di numerose ricognizioni. Questa l'unica differenza rispetto al primo raid aereo, eseguito su postazioni segnalate dal Pentagono.

Caccia all'uomo. Nel frattempo si intensificano le ricerche per stanare l'ultimo fondamentalista ancora a piede libero dopo le stragi di Parigi. Salah Abdeslam si sarebbe diretto, secondo una prima ipotesi in Belgio. Da qui, stando alla ricostruzione del sito “Nouvel Observateur”, un soggetto vicino al jhiadista sarebbe partito per aiutarlo ad allontanarsi dal luogo degli attacchi. Abdeslam avrebbe telefonato quindi ad Hamza Attou poco dopo le 22, e con la tragedia ancora in corso gli avrebbe chiesto:”Pronto, puoi aiutarmi? Puoi venire a prendermi a Parigi? Ti pago la benzina e i pedaggi”.

Controlli a tappeto. Viceversa, controlli a tappetto da parte delle autorità francesi antiterrorismo hanno portato a 23 arresti tra domenica e lunedì. Centoventotto perquisizioni eseguite e andate avanti anche nella notte tra lunedì e martedì, tra Tolosa e Remis. Intanto a Bruxelles è salito il numero degli arrestati. Sono due, infatti, gli artificieri finiti in manette per la detenzione di nitrato di ammonio, componente chimico utile al confezzionamento delle cinture dei kamikaze. Oltre a Mohamed Amri, infatti, è finito in manette anche Hamza Attou, lo stesso che venerdì notte avrebbe offerto un passaggio al fuggitivo Salah Abdeslam. Altri arresti si sono registrati in Germania, nei pressi di Aquisgrana. Tre le persone bloccate dalle autorità tedesche per una possibile implicazione negli attentati di venerdì scorso. Secondo i media si tratterebbe di due donne ed un uomo, anche se al momento non è ancora stata data l'ufficialità da parte della polizia.

Dunque, oggi più di ieri il popolo francese rincorre la libertà, come nel celebre dipinto di Delacroix esposto al Louvre. Niente rivoluzioni interne, mirate a spodestare reggenti bramosi di antiche onnipotenze: stavolta l'indipendenza in gioco è totalmente diversa, e non riguarda solo il paese d'Oltralpe. La Francia indossa l'elmetto per il libero arbitrio della sua gente, perchè possa uscire di casa e prendere parte ad un concerto senza sentirsi costantemente minacciata dalla scimitarra jhiadista. Scende in campo contro quei fantasmi che si materializzano sempre più spesso sotto forma di bestie, assetate di fama e golose di sangue, che pur di mantenere alto il clima di terrore uccidono spietati, nascondendo la testa tra le righe del Corano. Questa volta l'Europa unita sostiene la guerra, perchè “torni nostro quel che fu già nostro”: la libertà di vivere.