LONDRA: INTERA FAMIGLIA DI 12 PERSONE SI UNISCE ALL'ISIS

Redazione

Un'intera famiglia britannica di origine bengalese si e' unita ai terroristi dell'Isis in Siria dopo essere andata in vacanza in Bangladesh. Lo ha fatto sapere lo stesso apparato di comunicazione del Daesh (questo l'acronimo arabo) con un comunicato rudimentale di 500 parole. Tornando da Dacca dove appunto si trovavano in ferie, i 12 hanno fatto sapere di aver fatto questa scelta per vivere "in una terra priva di corruzione e di oppressione per le leggi fatte dall'uomo, una terra governata dalla shariah, le leggi perfette e giuste di Allah". La famiglia, il cui cognome secondo il Times e' Mannan, ha diffuso anche delle fotografie con il capofamiglia sorridente e la moglie completamente coperta, occhi a parte, dal niqab. Fra i 12 ci sono persone di tutte le eta', dai bambini molto piccoli fino a un anziano di 75 anni. La polizia di Luton, nel nord di Londra, ha confermato che la famiglia era volata verso il Bangladesh lo scorso 10 aprile e poi verso la Turchia lo scorso 11 maggio. Da Istanbul, poi, l'ingresso in Siria e' stato molto facile.




MARO', ENNESIMO RINVIO: UDIENZA RIMANDATA AL 4 AGOSTO

di Giuseppa Guglielmino
 
New Delhi – La nuova udienza sul caso dei due marò si svolgerà il 4 agosto nella Corte suprema di New Delhi. Udienza in cui si esaminerà il ricorso dei fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone in merito all’omicidio dei due pescatori indiani nel febbraio del 2012 mentre si trovavano in missione per proteggere una petroliera italiana. Il 26 giugno il governo italiano ha fatto ricorso nell’arbitrato internazionale all’Aja, si tratta comunque di un altro rinvio per i due marò poiché il 14 luglio vi è stato, a seguito dell’udienza del 7 luglio scorso che non ha mai avuto luogo. Tra 10 giorni scade il secondo rinnovo di licenza per motivi di salute per Latorre. L’Italia ha attivato venerdì scorso l’arbitrato internazionale nel quadro della convenzione dell’Onu sul diritto del mare. La decisione è stata presa in seguito ad una fase di negoziazione con l’India nella quale non vi è stata alcuna possibilità di soluzione. Intanto l’udienza del 14 luglio cade in vigilia con l’ultimo permesso concesso a Latorre per la terapia riabilitativa che fa in Italia in seguito all’ictus che ha avuto ad agosto 2014. Girone è a New Delhi bloccato. 



GRECIA: VAROUFAKIS CONTRO I CREDITORI. "E' TERRORISMO"

di Angelo Barraco

Madrid – La Grecia si prepara al referendum ma Yanis Varoufakis, ministro delle Finanze greco, punta il dito sui creditori internazionali  poichè ciò che stanno facendo con la Grecia ha un nome: terrorismo. Inoltre, afferma che ciò che Bruxelles e la troika vogliono oggi e' che vinca il si. Varoufakis si chiede: “Perche' ci costringono a chiudere le banche? Per incutere paura nella gente. E diffondere la paura si chiama "terrorismo”. Se i Greci voteranno si, il ministro ha ribadito che si dimetterà e ha aggiunto che se vinceranno i no, il premier Tsipras andrà a Bruxelles per raggiungere un accordo con i creditori. Il ministro ha aggiunto che l’Europa  ha bisogno di un accordo, la Grecia ne ha bisogno. Ha proseguito dicendo inoltre che “servono partiti come Syryza e Podemos, partiti critici verso il sistema ma al tempo stesso europeisti e democratici. Quelli che ci odiano ci vogliono dipingere come anti-europeisti ma non e' vero, non lo siamo”. I manifestanti che si sono suddivisi tra il “Si” e il “No” per l’accordo tra la Grecia e i creditori sono più di 40.000 e a scendere in piazza c’è anche Tsipras che durante la manifestazione ha lanciato un appello a votare “No” al referendum e ha sollecitato i greci a restare in Europa e a viverci con dignità. Invece Donald Tusk, presidente di turno del Consiglio europeo, ha detto che “dovremo abituarci a convivere con paesi membri dell'Eurozona in bancarotta” e ha aggiunto che se la Grecia vota “Si”, “questo consentira' di aprire un capitolo nuovo nella negoziazione, probabilmente piu' promettente di prima” se invece il voto sara “No” ha aggiunto che “lo spazio di negoziazione ovviamente si ridurra”. 
 
Il discorso di Tsipras in piazza. "Oggi festeggiamo la democrazia, è una festa, una gioia una purificazione. Siamo già vincitori, la Grecia ha spedito il messaggio dell'orgoglio. No ai ricatti". Così il primo ministro greco Alexis Tsipras ha salutato la folla dei sostenitori del No a piazza Syntagma. "Vogliamo che l'Europa torni ai suoi valori". «Domenica – ha aggiunto – manderemo un messaggio di democrazia e dignità".

Tsipras e i creditori. Si chiede un accordo, uno sconto del 30% del debito ai creditori che rischiano di mettere alla porta dall’Europa la nazione. Oltre ad una riduzione del 30%, il presidente ha chiesto anche un periodo di moratoria per il pagamento degli interessi pari a 20 anni. Nel frattempo, PayPal ha sospeso i servizi di pagamento in Grecia a causa dei controlli sul capitale imposti a causa della grave crisi di liquidità. Lunedì le banche potranno riaprire ma avranno a disposizione soltanto pochi contanti da poter distribuire ai cittadini. Cinquanta euro a persona sarebbero disponibili secondo le stime dal prossimo lunedì.



CAOS A CALAIS, IMMIGRATI CERCANO DI ENTRARE IN TERMINAL EUROTUNNEL

Redazione

Disagi e interruzioni al traffico ferroviario sotto il Canale della Manica, dopo che nella notte circa 150 migranti hanno tentato di entrare nel terminal di Calais. La società Eurotunnel ha riferito che alcuni collegamenti sono stati rinviati o cancellati e ha chiesto «un'azione immediata delle autorità per fermare i migranti, dal momento che finora non è stato fatto abbastanza». Trasferiti a Catania 13 corpi recuperati dai fondali al largo della Libia dove lo scorso 18 aprile e' affondato il peschereccio e sono morti oltre 700 immigrati.

Tredici salme trasferite a Catania. Le salme sono state trasportate in un container a -20 gradi in un'apposita area attrezzata all'interno dell'ospedale "Vittorio Emanuele" dove sono stati effettuati gli accertamenti medico-legali. Dai primi quattro corpi – tutti maschi verosimilmente di origine nordafricana e di eta' tra i 23 e i 30 anni – sono stati prelevati tessuti per ricostruire il dna, che servira' a identificare le salme. Gli accertamenti medico-legali sono condotti – alla presenza di Polizia Scientifica e Mobile – da esperti dell'Universita' di Catania e degli atenei di Palermo e Messina coordinati da Cristina Cattaneo. Su indicazione del Prefetto di Catania sono state recuperate 13 bare prelevate da un'azienda confiscata alla mafia. I cadaveri sono stati trovati adagiati sul fondo del mare, a circa 370 metri di profondita', nelle vicinanze dell'imbarcazione. La Marina militare, per le operazioni di recupero, ha impiegato il cacciamine Gaeta, una unita' navale da ricerca costiera, nave Leonardo, e la nave Gorgona come unita' di supporto, oltre a un team del Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin. Nel corso dell'operazione e' stato utilizzato anche un robot sottomarino filoguidato. Una volta a bordo della Gorgona i corpi, con la supervisione dei medici della Croce Rossa Italiana, sono stati sistemati in un container refrigerato con il quale sono stati portati a Catania.

 

 




GRECIA: TSIPRAS, "È UNA FESTA DELLA DEMOCRAZIA". MA L'EUROPA NON E' CONVINTA

di Christian Montagna

Atene – Il discorso di Tsipras in piazza: "Oggi festeggiamo la democrazia, è una festa, una gioia una purificazione. Siamo già vincitori, la Grecia ha spedito il messaggio dell'orgoglio. No ai ricatti". Così il primo ministro greco Alexis Tsipras ha salutato la folla dei sostenitori del No a piazza Syntagma. "Vogliamo che l'Europa torni ai suoi valori". «Domenica – ha aggiunto – manderemo un messaggio di democrazia e dignità".

Scarseggiano medicinali e materie prime, i turisti cancellano le prenotazioni, le banche ancora chiuse e file interminabili ai bancomat: sembra uno scenario di guerra quello descritto da chi in questi giorni ha visitato la Grecia. I media stanno diffondendo le immagini della povertà che comincia a palesarsi ovunque. Cittadini disperati, anziani senza pensioni e giovani che vedono improvvisamente cancellarsi davanti a sé il proprio futuro. Secondo un famoso costituzionalista greco, se dovesse trionfare il “no” al referendum, sarebbe una vera e propria catastrofe per la nazione; in caso contrario, il “si” potrebbe ancora dare una speranza di positività e miglioramento.


E’ una nuova giornata di tensione quella che sta per finire in Grecia: in attesa del referendum di domenica, gli scontri in piazza ad Atene si susseguono numerosi. Gli agenti hanno caricato i manifestanti e hanno lanciato granate stordenti. Molti dei dimostranti coinvolti negli scontri , circa trecento in tutto, erano vestiti di nero e indossavano caschi.


Juncker da Bruxelles. E’ una sfida quella che lancia il presidente della Commissione Ue a Tsipras, convinto del fatto che i “no” potrebbero ulteriormente indebolire la situazione in Grecia. Varoufakis, ministro delle finanze greco, si ritiene invece fiducioso in un accordo tra Grecia e i suoi creditori. Nella Ue, intanto, si fa sentire anche la voce del primo ministro del Lussemburgo Xavier Bettel secondo cui “il referendum greco di domenica avrà delle conseguenze" ma "noi vogliamo tenere la Grecia nell'eurozona". Inoltre, c’è anche chi come Schulz, il presidente del Parlamento Europeo, si scaglia contro il presidente accusandolo di essere un "imprevedibile manipolatore”. Le borse europee stanno per chiudere negativamente la seduta, anche se chiudono la settimana senza segni di panico.


Tsipras e i creditori. Si chiede un accordo, uno sconto del 30% del debito ai creditori che rischiano di mettere alla porta dall’Europa la nazione. Oltre ad una riduzione del 30%, il presidente ha chiesto anche un periodo di moratoria per il pagamento degli interessi pari a 20 anni. Nel frattempo, PayPal ha sospeso i servizi di pagamento in Grecia a causa dei controlli sul capitale imposti a causa della grave crisi di liquidità. Lunedì le banche potranno riaprire ma avranno a disposizione soltanto pochi contanti da poter distribuire ai cittadini. Cinquanta euro a persona sarebbero disponibili secondo le stime dal prossimo lunedì.


Dall’ Italia. L'ex premier Silvio Berlusconi osserva che per l'Europa è "assurdo pensare di rinunciare alla Grecia, un Paese "alla radice della nostra civiltà che ci ha regalati Omero, Socrate, Platone. E’ tutto per la nostra società”. Giungono inoltre manifestazioni di solidarietà anche dal popolo italiano: in particolare, a Napoli, una manifestazione ha sottolineato la vicinanza al popolo greco in questo momento così drammatico.




FRANCIA: UBERPOP SI ARRENDE E… SOSPENDE IL SERVIZIO

di Christian Montagna

Francia –
Son servite le proteste pacifiche e non dei giorni scorsi in merito alla questione Uberpop, l’app che permette, a danno dei tassisti, attraverso uno smartphone di chiamare una vettura guidata da privati cittadini. Mentre da una parte i tassisti esultano perché da domani saranno nuovamente unici negli spostamenti in città con mezzi non privati, dall’altra parte, i cinquecento mila utenti di Uberpop protestano. A settembre però ci sarà una sentenza della Corte Costituzionale che potrebbe far tornare nuovamente in funzione il servizio.


"La fermezza del governo ha pagato": è stato il commento del premier, Manuel Valls; "E' una professione che ha bisogno di regole, non seguiamo la legge della giungla", ha poi aggiunto parlando con la stampa a Besancon.


Le proteste dei giorni scorsi. Sono state ascoltate le proteste dei tassisti che hanno messo a ferro e fuoco diverse città. Il ministro dell'Interno francese, Bernard Cazeneuve, ha vietato l'uso di "UberPop" dopo che i due manager della società sono stati rinviati a giudizio. Proprio uno dei due, Simphal, preannunciando lo stop dell’ app a partire dalle 20 di oggi, ha precisato che la società intende “dialogare con le autorità e mostrar loro che si assume le proprie responsabilità “.


Uber Pop in Italia. Anche in Italia, il sorgere dell’app Uber Pop ha scatenato non poche rivolte: in tutte le città, i tassisti sono scesi in piazza per poter ribadire la volontà di essere tutelati nel proprio lavoro. La società è stata costretta a disattivare il servizio e per il prossimo 7 Luglio, è prevista l’udienza sul ricorso di merito. La battaglia contro Uber pop nasce dall’unione di tassisti e Unione Artigiani che legalmente hanno intenzione di combattere l’app. Il tribunale di Milano, lo scorso 26 Maggio aveva ordinato la sospensione del servizio e lo stesso ricorso presentato dai legali Uber è stato respinto.
La filiale italiana dell’azienda ha incominciato a mandare mail ai clienti, chiedendo solidarietà e aiuto nella lotta contro la sospensione. Poi l’appello: “Aiutaci a non fermare il cambiamento”, con il link per pubblicare un tweet indirizzato anche a Matteo Renzi.




ISIS: DISTRUTTI 6 REPERTI ARCHEOLOGICI TRAFUGATI A PALMIRA

di Angelo Barraco

L’Isis distrugge tutto ciò che può essere un ostacolo per il raggiungimento di loro scopo, senza mezze, misure, senza pensarci due volte e con un’efferatezza incredibile. Questa volta sono finiti in mano all’Isis 6 reperti archeologici che sono stati completamente distrutti. I reperti archeologici sono stati trafugati a Palmira e i miliziani li hanno trovati in mano ad un contrabbandiere. Tali notizie sono emerse dagli stessi jihadisti. Il contrabbandiere è stato fermato in un posto di blocco ed è stato condotto presso la Corte Islamica e il verdetto del giudice è stato quello della distruzione dei sei reperti e della fustigazione del soggetto. L’Isis ha rilasciato anche materiale fotografico della distruzione dei busti, ancora però non è chiaro se i busti fossero autentici oppure dei falsi e il gruppo li abbia distrutti per coprire i traffici illeciti di opere d’arte. 
 
Palmira patrimonio Unesco: Palmira si trova a 240 chilometro a sudovest di Damasco ed è un sito dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Le bandiere nere dell’Isis vanno avanti come treni in corsa e hanno già distrutto importantissimi siti archeologici in Iraq come quello di Nimrud che risale a 3000 anni fa e il sito assiro di Hatra, anch’essa città patrimonio dell’Unesco dove i Jihadisti hanno distrutto manufatti del II-III secolo A.C. a colpi di  kalashnikov. I miliziani hanno distrutto anche a colpi di ascia le statue del museo di Mosul e avevano bruciato preziosi e inestimabili libri della biblioteca di Mosul. Palmira ha rovine monumentali di una grande città e dell’antichità, ci sono esempi di storia architettonica come i templi risalenti al primo e al secondo secolo dopo cristo e le strade sono costellate di colonne. 
 
Conquista Palmira: La conquista di Palmira è avvenuta nella metà di maggio. La conquista di Palmira è stata strategica perché apre le porte ad un altro obiettivo, Damasco, che dista appena 200 km. Durante gli scontri dell’Isis per il controllo di Palmira sono morti più di 100 uomini appartenenti alle forze filogovernative. Adesso l’Isis ha in mano anche: la base aerea, la prigione e anche il quartier generale dell’intelligence. Ma qualche giorno fa si è saputo che venti soldati e miliziani filo-regime siriani sciiti e alawiti sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco nell’anfiteatro del sito romano di Palmira in Siria. Proprio la scorsa settimana, le autorità siriane avevano lanciato l’allarme in merito alla distruzione dei musei e degli anfiteatri di epoca romana a Palmira ad opera dell’Isis. 



GRECIA REFERENDUM: I SI' SUPERANO I NO E IL 74% VUOLE EURO, SOLO 15% DRACMA

Redazione

Quando mancano ormai solo poche ore dal sondaggio voluto dal governo Tsipras, in teoria sull'ultima proposta di aiuti avanzata dall'Eurogruppo alla Grecia, crescono i si', al 44,8% e arretrano al 43,4% i no. E' quanto emerge da un sondaggio pubblicato stamane dal quiotidiano Ethnos secondo il quale, ancor piu' significativamente, la netta maggioranza dei greci, il 74% vuole restare nell'Eurozoan mentre solo il 15 vuole tornare alla dracma.

Parlando all'emittente Ant1, Tsipras ha spiegato che con la vittoria del 'no' ci sarà una "soluzione sostenibile" per la Grecia. "Questo accordo può essere il cattivo accordo che ci propongono o uno migliore: più forte è il 'no', migliore sarà l'accordo", ha detto. In caso contrario, se vincesse il 'sì' il premier greco ha spiegato che avvierà "le procedure previste dalla Costituzione" per fare in modo che la proposta delle istituzioni (Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale) diventi legge. In questo scenario, Tsipras ha detto che non metterà la sua "poltrona" al di sopra gli "interessi della nazione", suggerendo che potrebbe dimettersi.

Un terzo piano di salvataggio della Grecia, nei prossimi tre anni, costerebbe 50 miliardi di euro. E' la previsione del Fondo Monetario Internazionale. Mentre Standard & Poor's calcola che l'eventuale uscita della Grecia dalla zona euro 'costerebbe' all'Italia 11 miliardi di maggiori tassi di interesse sul debito. Intanto, il ministro delle Finanze Greco, Yanis Varoufakis, è pronto a lasciare in caso di vittoria dei 'sì' al programma dei creditori internazionali. Ma il presidente dell'Eurogruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem, davanti al suo Parlamento avverte Atene: se i greci voteranno 'no' sarà "incredibilmente difficile" mettere in piedi un nuovo salvataggio. Un avvertimento, neanche tanto velato, sulle possibili conseguenze del voto di domenica. Intanto, è giallo sui sondaggi: la società Gpo ha smentito di aver fatto il rilevamento pubblicato online dal quotidiano 'Kathimerini' in cui si dava in vantaggio i 'sì'. Dall'Italia Renzi è sicuro che lunedì la Grecia tornerà a trattare. E Visco rassicura: siamo in grado di far fronte alle turbolenze




AL- QAEDA: ATTACCO CONTRO VEICOLO ONU IN MALI; 6 MORTI E 4 VEICOLI DISTRUTTI

A.B.
 
Stamattina alle 9 la Minusma, la missione Onu in Mali, ha riferito che una pattuglia è finita in un’imboscata, a circa 45km a sud di Timbuctu, in direzione Gundam. Un portavoce riferisce che l’azione terroristica è stata rivendicata e sono morte circa 6 persone dell’Onu e vi è stata la distruzione di quattro veicoli militari. Si apprende che le vittime erano militari del Burkina Faso. Per il soccorso dei feriti e per evacuare la zona da altri possibili attacchi, la Minusma ha inviato da Timbuctu elicotteri pronti ad evacuare la zona e i feriti ma anche ad attaccare in caso di necessità. L’attacco è avvenuto in un momento storico in cui sembrava che nulla potesse intaccare gli equilibri e gli animi, in un momento in cui le rivalità tra i Tuareg ed il governo centrale si sono placare con un accordo che ha siglato la pace dei Tuareg. Ricordiamo che la settimana scorsa è avvenuto un attacco da parte dei Jihadisti a Nara, oltre Fakola.



GRECIA DEFAULT, TSIPRAS CI RIPENSA MA E' TARDI. MERKEL GELA LE TRATTATIVE FINO AL REFERENDUM

Redazione

Sulla Grecia e' braccio di ferro e tale sembra destinato a rimanere il clima almeno fino a domenica, quando si terra' il referendum indetto dal Governo Tsipras. Alle controproposte fatte pervenire da Atene, Germania ed Eurogruppo hanno risposto chiudendo lo spazio a ogni trattativa fin quando l'esito della consultazione non sara' ufficiale.

"Adesso siamo in attesa del referendum. Prima del referendum nessuna discussione su nuovi aiuti puo' aver luogo", ha detto Angela Merkel. Anche se la stessa cancelliera tedesca si e' poi affrettata ad aggiungere che "la porta del negoziato e' sempre stata aperta e resta aperta".
Stessi toni dall'Eurogruppo, riunitosi oggi in teleconferenza. "Non ci sono gli elementi per ulteriori negoziati a questo punto. Non ci saranno colloqui nei prossimi giorni su proposte di accordi finanziari. Aspetteremo l'esito del referendum di domenica e prenderemo atto del risultato di quel referendum", ha fatto sapere il presidente Jeroem Dijsselbloem tramite una nota ufficiale al termine della discussione.

In un discorso alla nazione il capo del Governo ellenico, Alexis Tsipras, e' tornato a invitare i suoi concittadini a votare 'no' per ottenere migliori condizioni negoziali, ma ha anche aggiunto che Atene vuole rimanere nell'euro e continuera' a trattare con i suoi partner per ottenere un accordo sostenibile. Il referendum convocato dal governo greco sulle condizioni poste dai creditori internazionali per riprendere i finanziamenti, ha osservato, "non riguarda il restare o meno nell'euro che e' dato per scontato e nessuno puo' dubitarne".

Il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, in visita ufficiale a Berlino ha criticato la scelta di Tsipras.
"Io", ha detto, "quel referendum non lo avrei indetto, lo avrei evitato". E ha aggiunto che l'Europa esiste se tutti rispettano le regole. "In Italia", ha sottolineato il premier, "spesso le posizioni della Germania sono ritenute molto dure. Rispetto alla questione greca, credo che ciascuno di noi abbia diverse opinioni e sensibilita'". Ma "quello che e' importante finche' si sta in una casa comune, e' stare dentro le regole condivise", perche' "se ognuno fa come vuole poi non si va da nessuna parte".

Intervenendo alla Camera il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha sottolineato ancora una volta che "l'uscita della Grecia dall'euro non e' mai stata un'opzione". L'Italia, ha spiegato, "ha una posizione di grande apertura per continuare a portare avanti il dialogo" e "cerca una soluzione condivisa, inclusiva e orientata alla crescita".

TELEFONATA OBAMA – RENZI: "RIPORTARE ATENE SULLA STRADA DELLE RIFORME"

Il presidente americano Barack Obama e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi «hanno convenuto sull'importanza che tutte le parti lavorino per riportare la Grecia su una strada di riforme e finanziamenti che porti alla crescita e la sostenibilità del debito all'interno dell'Eurozona». È quanto si legge in un comunicato diffuso dall'ufficio stampa della Casa Bianca, in cui si informa che i due leader hanno parlato al telefono degli ultimi sviluppi in Grecia. Obama e Renzi, si legge ancora, hanno rimarcato che i loro collaboratori «sono in stretto contatto e stanno monitorando gli sviluppi economici in Grecia così come i mercati finanziari». I due leader «hanno anche discusso dell'importanza di proseguire nello stretto coordinamento per l'antiterrorismo».




TUNISIA, SMANTELLATA CELLULA LEGATA ALL'ISIS

Redazione

Tunisia – E' stata smantellata in Tunisia una cellula terroristica legata allo Stato islamico. Secondo la stampa locale, tre persone sono state arrestate e sono sotto interrogatorio a Tunisi, mentre altri tre sospettati sono ricercati. Il blitz delle forze di sicurezza tunisine e' avvenuto a Sfax, seconda citta' del Paese, sulla costa orientale. La cellula terroristica sarebbe stata appena formata e non e' chiaro se vi siano legami con il jihadista autore dell'attentato sulla spiaggia di Sousse

Intanto, il ministro dell'Interno tunisino, Najem Gharsalli, ha visitato a sorpresa Hammamet per verificare il livello di sicurezza nelle localita' turistiche e sarebbe rimasto sorpreso per la mancanza di agenti, nonostante i rinforzi inviati dal governo. Secondo Tunisie Numerique, il responsabile della sicurezza locale si sarebbe giustificato con il ministro, dicendo che non c'era stato ancora il tempo necessario per schierare i militari sul territorio.