GAZA: MARINA ISRAELE INTERCETTA NUOVA FLOTILLA FILO-PALESTINESE

Redazione

Gaza – I commandos della marina israeliani hanno intercettato 4 barche che fanno parte della terza cosiddetta "Flotilla per la pace" filo-palestinese dirette verso la Striscia di Gaza, per rompere il blocco navale "Dopo esser ricorsi a tutti i canali diplomatici il governo israeliano ha ordinato alla marina di fermare le imbarcazioni che sono state ripetutamente avvisate di cambiare rotta. I marinai sono quindi saliti a bordo delle imbarcazioni per ispezionarle senza ricorrere all'uso della forza. L'operazione si e' svolta senza incidenti", rendono noto le forze armate israeliane ricordando bene la catena di imperdonabili errori che il 31 maggio del 2010 causarono la morte di 9 persone (tutti turchi piu' un volontario con anche passaporto americano) a bordo della Navi Marmara, l'unita' piu' grande della prima Flotilla, ed il ferimento di 10 commandos israeliani. Le navi sono ora in direzione del porto isrelaino di Ashdod




FRANCIA: AGNELLO GENETICAMENTE MODIFICATO VENDUTO AD UN MACELLO

 

Questa violazione dell'articolo L 536-4 del Codice ambientale, che vieta l'immissione sul mercato prodotto costituito di organismi geneticamente modificati o contenenti tali organismi, è stato nascosto nella gerarchia del centro di ricerca INRA, su iniziativa di un agente fino al 5 novembre 2014, tre mesi dopo la vendita dell’animale da laboratorio

 

di Cinzia Marchegiani

Soltanto il 23 giugno 2012 viene resa pubblica l’inquietante notizia che riguarda la vendita al macello di un agnello nato nel contesto di un programma di ricerca cardiologia umana condotto da un laboratorio ed una struttura sperimentale del centro INRA (Istituto Nazionale Riicerche Agronomiche) di Jouy-en-Josas (Yvelines). L’agnello sarebbe finito nella catena alimentare nonostante fosse inserito e oggetto di uno studio sperimentale, dove è stato modificato geneticamente, il fatto risalirebbe addirittura al 5 agosto 2014, quando l’animale da laboratorio è stato trasferito il a un macello , in violazione del divieto previsto dal Codice dell’ambiente..

La violazione è stata nascosta. Questa violazione dell'articolo L 536-4 del Codice ambientale, che vieta l'immissione sul mercato prodotto costituito di organismi geneticamente modificati o contenenti tali organismi, è stato nascosto nella gerarchia del centro di ricerca su iniziativa di un agente fino al 5 novembre 2014. Dopo aver informato il competente Ministero, l'incidente è stato l'oggetto di un'indagine amministrativa interna nel mese di dicembre e sono state prese misure in fretta (la sospensione di tutte le vendite di bestiame, agente sospensione conservatorio aver nascosto l'immissione sul mercato, stop sperimentazioni e la distruzione di tutto il materiale geneticamente modificato sul sito del gruppo interessato). La relazione presentata in aprile 2015 riporta tensioni e disfunzioni all'interno della struttura dove stava l'agnello, così come i singoli comportamenti incompatibili con i compiti all'interno del servizio pubblico della ricerca.

Collaborazione con la Procura di Meaux. Nonostante le attuali procedure disciplinari, INRA ha preso le proprie responsabilità. Tenuto conto della gravità degli atti individuali di cui sopra, e ha riferito l'episodio alla Procura di Meaux 15 giugno, 2015, comunicando tutto informazioni e documenti in suo possesso.
Questo agnello apparteneva, secondo la vigente normativa, organismi geneticamente modificati nel gruppo I, "il cui rischio per la salute umana e l'ambiente è nullo o trascurabile ." L'unità di ricerca che ha pilotato il progetto scientifico goduto di una approvazione. Di fronte a questo incidente senza precedenti, l'Istituto, da parte di tutti i passaggi e le procedure coinvolte, agisce in modo trasparente in conformità con i valori che essa rappresenta per quasi 70 anni.
Alcuni progetti di ricerca richiedono lo sviluppo di protocolli sperimentali in modelli animali, nel rispetto delle normative europee e nazionali in materia di sperimentazione animale e il benessere. Benoît Malpaux, direttore del centro dell’Inra di Jouy-en-Josas, ha dichiarato che si tratta di fatti “inaccettabili, che richiedono la massima severità. Siamo un istituto di livello mondiale e non possiamo tollerare un simile comportamento”.




SOUSSE: RIAPRE LA SPIAGGIA DELLA STRAGE MA… I TURISTI SONO GIA' ANDATI VIA

di Christian Montagna

Tunisia – Un esodo di massa è quello che sta vivendo la Tunisia nei due giorni dopo la strage di Sousse che ha visto morire per mano dei terroristi quasi quaranta persone e ferirne altrettante. I due alberghi di lusso presi nel mirino preso si sono trasformati in luoghi di morte e disperazione. A colpi di kalashnikov, i terroristi hanno puntato su ombrelloni e sdraio per sparare all’impazzata.La spiaggia protagonista di morte e distruzione è stata riaperta ma di turisti nemmeno l'ombra.
L’obiettivo dell’Isis. Erano proprio l'Occidente e gli occidentali gli obiettivi della spiaggia di Sousse. Secondo alcune testimonianze dei sopravvissuti, i terroristi avrebbero scelto le proprie vittime tra i bagnanti della spiaggia. "Siamo di fronte ad un terrorismo autoctono e microcellulare formato da piccoli gruppi difficili da identificare" ha riferito Magdi Allam in merito all'attentato. I tunisini oggi sono scesi in piazza chiedendo di non essere lasciati soli in questa lotta al terrorismo.


La fuga dalla Tunisia. Quasi 2200 turisti britannici e seicento belgi che alloggiavano presso le località di El Kantaoui, hanno lasciato il paese a bordo di dieci aerei diretti nel Regno Unito e quattro nel Belgio. Il commissario regionale per il turismo a Sousse aveva annunciato il grande esodo in seguito ai fatti del 26 Giugno. Anche I tour operator britannici Thomson e First Choice avevano annunciato sul loro sito web l'invio di dieci aeromobili in Tunisia per rimpatriare i loro clienti, in seguito all'attacco.


Le vittime. Riguardo la nazionalità delle vittime, ancora non e' stata ancora accertata quella di tutte le vittime dell'azione rivendicata dallo Stato islamico. L'Unita' di crisi della Farnesina sta verificando l'eventuale presenza di italiani, che attualmente non sembrano essere coinvolti nella strage. Ma i controlli stanno continuando, in collegamento con la nostra ambasciata. Il ministero dell'Interno tunisino ha diramato un primo elenco che comprende cinque tunisini, cinque tedeschi, quattro britannici, tre francesi e un belga. Secondo fonti ospedaliere fra le vittime vi sarebbero anche cittadini polacchi e cechi. L'Irlanda ha confermato la presenza di una propria cittadina tra i morti.


Il ritrovamento. La Protezione Civile, ieri mattina ha ritrovato in mare un cellulare gettato da uno degli attentatori: si tratta di Seifeddine Rezgui. Grazie ad alcune testimonianze, si è saputo che il terrorista aveva fatto una telefonata poco prima dell’attacco e aveva gettato il cellulare a mare. Da questo elemento, le autorità sperano di ricavarne informazioni utili a chiarire gli aspetti dell'accaduto.


Il ministro degli Esteri britannico. Sono 15 i morti accertati al momento in Gran Bretagna alla strage di Sousse. Il Foreign Office però teme che il numero dei caduti possa crescere nelle prossime ore. Nella storia del Regno Unito, quella di Sousse è la strage più grande del terrorismo dopo gli attentati della metropolitana e degli autobus del 7 Luglio 200 in cui morirono 55 persone e ne rimasero ferite oltre 700.




ATTENTATO LIONE: IL TERRORISTA ERA GIA' UN PERICOLO PER LA NAZIONE

di M.L.S.


Francia –  La mano che nella giornata di venerdì ha terrorizzato l'intera Francia, provocando esplosioni e morte nell'azienda di gas di Saint-Quentin-Fallaviern, è quella di Yassin Shali, 35enne residente a Saint Priest, nella periferia di Lione.

L'uomo, primo imputato per la decapitazione del suo datore di lavoro, il 54enne Hervè Cornara, aveva deciso di non parlare con gli investigatori nella giornata di sabato. Nella notte tra sabato e domenica, però, secondo BFM TV che cita una fonte prossima alle indagini, l'uomo avrebbe iniziato :”A raccontare come si sono svolti i fatti”. Il 35enne, nella giornata di domenica sarà trasferito nella sede parigina dell'antiterrorismo mentre, dal Canada, stanno collaborando con gli investigatori francesi per riuscire a scoprire a chi appartiene il numero di cellulare a cui l'uomo ha inviato il selfie scattato insieme alla testa mozzata mediante WhatsApp.

Era già sotto controllo. Padre di 3 figli di età compresa tra i 6 e i 9 anni, a Saint Priest, periferia di Lione, i vicini lo definiscono un uomo discreto e che non da confidenza. Appaiono importanti, però, gli elementi giunti a galla per quanto riguarda la fedina penale di Yassin Shali, musulmano senza precedenti ma con due informative dei servizi segreti alle spalle. Reputato pericoloso per la sicurezza nazionale negli anni 2013 e 2014,Yassin, insieme a due sue amici compariva nelle informative dei servizi segreti come “musulmano hard”, che voleva dare vita ad un istituto islamico a Besancon, dove era domiciliato prima del trasferimento nei sobborghi di Lione. Inoltre, nelle segnalazioni dei servizi, allertati anche perchè l'uomo era vicino al movimento salafita, indizi di radicalizzazione erano posti in esssere dalle :”Assenze regolari e per lunghi periodi di circa 2-3 mesi senza dire dove andava”.  Sempre a Besancon, Shali era solito riunirsi con un gruppo di uomini vestiti da militari e, nelle loro conversazioni, a volte intraprese sul pianerottolo, spesso si usavano le parole jhiad e Mali. Altro elemento considerato importante dai servizi, il “brutale” cambiamento nell'aspetto fisico del 35enne, che aveva rasato la barba e si era dimagrito. Dunque, l'uomo era stato inserito nella lista delle persone da tenere sotto controllo, ma, a distanza di un anno, nessuna sorveglianza rafforzata. Ora, gli investigatori si domandano se Shali sia stato un caso isolato, oppure se altre minacce sono a piede libero in Francia. 


Le reazioni. Se ai margini dell'attentato, dal summit a Bruxelles, Francois Hollande dichiarava :“Non bisogna cedere alla paura”, quasi a voler sorvolare il rogo ancora acceso dentro casa propria, è stato successivamente il premier Manuel Valls a spiegare con un commento esplosivo lo stato reale delle cose, lasciando trasparire velatamente la totale impotenza francese ed europea nei confronti delle “dimostrazioni” provenienti dalla fascia più estrema della religione islamica, i jhiadisti dell'Isis. Valls, infatti, ha evidenziato come la Francia debba imparare a convivere con la minaccia costante di attacchi terroristici, azione di singoli come quella di ieri vicino a Lione o come la strage parigina di inizio anno.

In balia del terrore.”È difficile per una società vivere per anni sotto la minaccia di un attacco. Ma ormai la domanda non è se ci sarà un altro attacco, ma quando questo avverrà”, così il premier Valls ha incalzato sull'impossibilità di arginare il problema Isis, in attesa che la palla di questo torni a rimbalzare oltralpe dando vita ad una nuova tragedia.

Hollande rassicura. Il capo dell'Eliseo, da dal canto suo, ha invece esortato il popolo francese a rimanere unito difronte alla minaccia jhiadista, facendo leva sulla grandezza del dispositivo di sicurezza che, messo in campo da decenni, copre l'intero paese con il livello massimo di allerta. “Non ci sono dubbi sulle capacità di difendersi del nostro Paese, senza cadere in situazioni affrettate e improvvisazioni. Dobbiamo fare il necessario per proteggere i nostri cittadini e rispettare le nostre libertà”, ha continuato Hollande, prima di annunciare come le ultime leggi antiterrorismo francesi vadano proprio in questa direzione.
 




AGGIORNAMENTI ATTENTATO LIONE

di M.L.S.

Francia – Il terrorista. La mano che nella giornata di venerdì ha terrorizzato l'intera Francia, provocando esplosioni e morte nell'azienda di gas di Saint-Quentin-Fallaviern, è quella di Yassin Shali, 35enne residente a Saint Priest, nella periferia di Lione.

L'uomo, primo imputato per la decapitazione del suo datore di lavoro, il 54enne Hervè Cornara, aveva deciso di non parlare con gli investigatori nella giornata di sabato. Nella notte tra sabato e domenica, però, secondo BFM TV che cita una fonte prossima alle indagini, l'uomo avrebbe iniziato :”A raccontare come si sono svolti i fatti”. Il 35enne, nella giornata di domenica sarà trasferito nella sede parigina dell'antiterrorismo mentre, dal Canada, stanno collaborando con gli investigatori francesi per riuscire a scoprire a chi appartiene il numero di cellulare a cui l'uomo ha inviato il selfie scattato insieme alla testa mozzata mediante WhatsApp.

 

Già sotto controllo.  Padre di 3 figli di età compresa tra i 6 e i 9 anni, a Saint Priest, periferia di Lione, i vicini lo definiscono un uomo discreto e che non da confidenza. Appaiono importanti, però, gli elementi giunti a galla per quanto riguarda la fedina penale di  Yassin Shali, musulmano senza precedenti ma con due informative dei servizi segreti alle spalle. Reputato pericoloso per la sicurezza nazionale negli anni 2013 e 2014,Yassin, insieme a due sue amici compariva nelle informative dei servizi segreti come “musulmano hard”, che voleva dare vita ad un istituto islamico a Besancon, dove era domiciliato prima del trasferimento nei sobborghi di Lione. Inoltre, nelle segnalazioni dei servizi, allertati anche perchè l'uomo era vicino al movimento salafita, indizi di radicalizzazione erano posti in esssere dalle :”Assenze regolari e per lunghi periodi di circa 2-3 mesi senza dire dove andava”. 

Sempre a Besancon, Shali era solito riunirsi con un gruppo di uomini vestiti da militari e, nelle loro conversazioni, a volte intraprese sul pianerottolo, spesso si usavano le parole jhiad e Mali.

Altro elemento considerato importante dai servizi, il “brutale” cambiamento nell'aspetto fisico del 35enne, che aveva rasato la barba e si era dimagrito. Dunque, l'uomo era stato inserito nella lista delle persone da tenere sotto controllo, ma, a distanza di un anno, nessuna sorveglianza rafforzata. Ora, gli investigatori si domandano se Shali sia stato un caso isolato, oppure se altre minacce sono a piede libero in Francia. 




48 ORE AL DEFAULT DELLA GRECIA: IL PARLAMENTO AUTORIZZA IL REFERENDUM CHIESTO DA TSIPRAS

di Angelo Parca

A 48 ore dall'ormai probabile default della Grecia e quindi la sua uscita dall'euro, il Parlamento ellenico ha approvato la richiesta del premier Alexis Tsipras di effettuare un referendum domenica prossima 5 luglio per ottenere l'avallo popolare a respingere l'ultima offerta avanzata dai creditori, Ue-Bce-Fmi e Esm.Con i deputati della sinistra radicale di Syriza hanno votato a favore del referendum quelli di estrema destra della formazione filo-nazista Alba Dorata. Contro la consultazioni i filo-europei di centro-destra di Nea Dimokratia, i socialisti del Pasok, i centristi di To Potami e i comunisti del KKE. 

L'uscita della Grecia dall'Euro non e' mai stata tanto vicina, ma proprio nel giorno in cui e' saltato il tavolo del negoziato fra Atene e le istituzioni (l'ex troika ovvero Ue, Bce e Fmi oltre all'Esm) e l'Eurogruppo si e' riunito per la prima volta senza un suo membro, i paesi della moneta unica ribadiscono che gli strumenti di cui si sono dotati negli ultimi anni permetteranno di combattere il rischio contagio e di evitare il peggio. "La Grecia fa ancora parte dell'Euro", e' stato ripetuto ieri sera a Bruxelles dai partner e dalle istituzioni, e anche il rischio di un default non e' imminente. Infatti il governo ha potuto pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici e se martedi', come e' probabile, non potra' pagare il suo debito da 1,6 miliardi con il Fmi, si trovera' in una situazione di arretrato, o al massimo di default ma solo nei confronti de Fondo. In ogni caso, ci si aspetta per lunedi' "una giornata molto difficile" per i mercati finanziari e le banche elleniche

Il ministro Jannis Varoufakis ha lasciato Bruxelles dopo aver spiegato che alla Grecia serviva un'estensione del programma per poter dare l'ultima parola al popolo, richiesta respinta dai partner perche' "ingiusta", come ha spiegato il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. "Gli Stati dell'Eurozona intendono fare un pieno uso di tutti gli strumenti disponibili per preservare l'integrita' e stabilita' dell'Eurozona. Questo completera' tutte le azioni che la Banca centrale europea puo' fare in piena indipendenza e in linea con il suo mandato", si legge nel comunicato firmato dall'Eurogruppo -1, come e' stato chiamato nel formato senza Grecia. Gia' nelle prossime ore e' infatti in programma la riunione del Consiglio dei governatori della Bce, pronto a prendere provvedimenti prima dell'apertura dei mercati e delle banche, lunedi'. Nonostante la "delusione" espressa da molti esponenti delle istituzioni per una decisione, quella sul referendum, annunciata da Tsipras quando in realta' "le posizioni erano molto vicine" e un accordo era "a portata di mano", qualcuno considera la riapertura del negoziato ancora possibile: in particolare "la Francia e' disponibile oggi, domani e dopodomani, come lo e' sempre stato, a mediare fra Grecia e istituzioni per trovare una soluzione solida e serena per la Grecia", secondo il ministro francese Michel Sapin. Anche Pier Carlo Padoan ha sottolineato che "Atene non e' uscita dall'Euro: in questo momento c'e' una situazione di crisi" con "scadenze di pagamento imminenti che vedremo se si potranno rispettare o meno" ma "adesso osserveremo con attenzione gli eventi dei prossimi giorni" e "la palla e' nelle mani delle autorita' greche che stanno in questo momento discutendo se tenere o no un referendum". 

 

Samaras. "Il referendum del 5 luglio non decidera' sull'accordo. Il referendum potrebbe spingerci fuori dall'euro. In ballo c'e' il destino del nostro Paese nell'eurozona". Lo ha detto l'ex premier greco, Antonis Samaras, durante il dibattito parlamentare. Il Parlamento greco dovra' esprimere un voto per autorizzare o meno il referendum annunciato dal premier Tsipra

 

Grillo: "Tsipras si conmporta in maniera straordinaria. "Avevo dei dubbi su Tsipras, invece quell'uomo si sta comportando in maniera straordinaria, portando al popolo greco l'ultima parola". Lo ha detto Beppe Grillo a Ostia per la fiaccolata dell'onesta'.




USA, FBI DIRAMA ALLERTA PER IL 4 LUGLIO

Redazione

L'Fbi e il ministero dell'Interno (Homeland Security) hanno diramato alle autorita' locali in tutti gli Usa un allerta per possibili attentati in coincidenza con il 4 luglio, anniversario dell'Indipendenza, ad opera di Isis o estremisti interni. Lo riferisce Usa Today sottolineando che non si ha notizia al momento di piani specifici di attacco in corso di pianificazione ma che, come in ogni festivita' nazionale, il rischio di un attacco terroristico cresce




TAIWAN: INCENDIO PARCO DIVERTIMENTI, 516 FERITI, 180 GRAVI

Redazione

Taiwan – Una vera e propria tragedia. E' ulteriormente salito a almeno 516 il numero delle persone rimaste ferite a causa di un incendio sviluppatosi nel parco divertimenti Formosa Water Park a New Taipei nel nord di Taiwan. Tra i feriti oltre 180 sono gravissimi e sono ricoverati nei reparti di terapia intensiva dei diversi ospedali dell'area. Molti hanno riportato gravi ustioni dal 40% fino all'80% del corpo. Lo riferiscono le autorita' locali. Le fiamme sono divampate ieri nel momento in cui il parco ospitava uno dei piu' grandi 'color party' dell'Asia – feste durante le quali i partecipanti liberano nell'aria polverine colorate – con piu' di mille persone presenti. Proprio le polverine colorate, infiammabili, sono sospettate di aver causato l'incendio




TSIPRAS. UN REFERENDUM PER LAVARSI LE MANI

di Silvio Rossi

 

Ha deciso di non decidere. Questo potrebbe essere il commento all’annuncio di Alexis Tsipras, effettuato in diretta TV, di indire un referendum sull’accettazione del piano proposto dall’eurogruppo sul rientro del debito greco.
Indipendentemente dal risultato che verrà fuori dalla consultazione popolare, e dalla possibilità che la scelta greca possa influire sulla politica europea, che potrebbe adottare i suoi passi infischiandosene, lo stesso annuncio del referendum equivale a dichiarare il proprio fallimento politico. Un governo, democraticamente eletto, che ha ottenuto il mandato dal suo popolo di prendersi le proprie responsabilità, deve prendersi il fardello sulle spalle, a costo dell’impopolarità, e traghettare la nazione verso l’obiettivo.
La democrazia diretta, in certi casi, non è la migliore forma di partecipazione, è solo il risultato di una indecisione governativa, da parte di chi si trova davanti un compito troppo grande per le proprie capacità. Affidarsi alla voce del popolo, per poter dire un domani: “l’hanno voluto loro”, è troppo semplice.
E si sa, il popolo, da millenni a questa parte, ha dimostrato spesso di non avere la capacità di dare la risposta migliore. Il popolo ha liberato Barabba, e lo ha fatto non perché credeva fosse innocente. Era solo più comodo liberare Barabba per non dover affrontare le difficoltà di confrontarsi con chi li avrebbe messi in discussione, con chi avrebbe scoperto le loro debolezze, li avrebbe costretti a non nascondersi.
Quindi, meglio affidarsi a Barabba, che non risolve nessun problema, ma ci lascia tranquilli. Non è certo quello che sarà il risultato del referendum greco, ma in questo caso Tsipras non potrebbe raccontare a testa alta di essersene lavato le mani.




GRECIA, TSIPRAS A MERKEL E HOLLANDE: "SOPRAVVIVEREMO"

Redazione

Grecia – "Il popolo greco sopravvivera'". E' quanto avrebbe dichiarato il primo ministro ellenico, Alexis Tsipras, durante una conversazione telefonica con il cancelliere tedesco, Angela Merkel, e il presidente francese, Francois Hollande, secondo quanto riferiscono alla Reuters fonti del governo di Atene. "Il valore sommo e' la democrazia", avrebbe aggiunto Tsipras.Secondo le stesse fonti, Tsipras ha sottolineato ai suoi interlocutori che «la democrazia è un valore basilare in Grecia e che il referendum si terrà qualsiasi cosa l'Eurogruppo decida». 

Le reazioni del ministro dell'Economia. «Oggi è un giorno triste per l'Europa». Così il ministro greco delle Finanze, Yanis Varoufakis, si è rivolto ai giornalisti lasciando la sede della riunione dell'Eurogruppo a Bruxelles. Gli altri 18 ministri delle Finanze dell'area euro hanno ripreso la riunione e discutono delle conseguenze del rifiuto della proposta dei creditori da parte della Grecia e le azioni da prendere per la stabilità dell'eurozona.




ARRIVA IL PRESERVATIVO CHE CAMBIA COLORE QUANDO INDIVIDUA UNA MALATTIA

di Angelo Barraco

Londra –  Daanyaal Ali (14 anni), Muaz Nawaz (13 anni) e Chirag Shah (14 anni) sono tre studenti inglesi della Isaac Newton Academy di Ilford, Essex e hanno inventato un preservativo che è in grado di individuare infezioni sessualmente trasmissibili cambiando colore e avverte la coppia della presenza del ceppo batterico. Si chiama S.T. EYE (Sexual  Transmitted infections Eye) e in campo sessuale sarà una rivoluzione poiché consentirà a coloro che avranno, mediante il condom, l’individuazione di un ceppo batterico di poter fare analisi approfondite nell’immediato. I giovanissimi che hanno ideato il progetto hanno vinto il premio per la migliore invenzione nel campo della salute alla TeenTech Awards, un evento ideato nel 2008 da Maggie Philbin e Chris Dodson per scoprire giovani talenti. Oltre al premio si sono portati a casa mille sterline e la possibilità di visitare Buckingham Palace.  Daanyaal Ali (14 anni), ha dichiarato a proposito dell’invenzione: “Abbiamo inventato il preservativo S.T.EYE per migliorare il futuro delle nuove generazioni. Volevamo creare qualcosa che rendesse il rilevamento delle infezioni sessualmente trasmissibili più sicuro che mai, in modo tale da consentire alle persone di agire immediatamente nella privacy della propria casa, senza procedure invasive”.