Montefiascone, giallo sulla morte di Aurora: aveva solo 17 anni

MONTEFIASCONE (VT) – S’infittisce il giallo intorno alla drammatica morte di una giovane ragazza di Montefiascone (Viterbo), Aurora Grazini di 17 anni che ieri mattina è stata trovata morta nel suo letto dai genitori.

La giovane, colta da un malore, si era rivolta al pronto soccorso di Belcolle e lì è stata dimessa. I familiari hanno subito avvertito i sanitari e i carabinieri, accorsi immediatamente. La Procura di Viterbo procede per omicidio colposo. Il procedimento, coordinato dal Procuratore Paolo Auriemma, è al momento contro ignoti.

Nella casa di Aurora sono arrivati un medico rianimatore e l’eliambulanza è atterrata vicino la villetta, in località Fiordini. Ma i tentativi di rianimare la giovane sono stati vani. ​Gli inquirenti hanno disposto l’autopsia che verrà svolta martedì all’ospedale di Viterbo.

«È stato immediatamente disposto dal Sistema sanitario regionale l’audit clinico sul decesso della giovane. L’Azienda sanitaria di Viterbo è a completa disposizione dell’autorità giudiziaria per stabilire le cause del decesso». Lo dichiara in una nota l’Assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

Aurora Grazini era stata visitata più volte negli ultimi giorni da personale medico. Quello al pronto soccorso di Belcolle, ospedale del capoluogo, sarebbe stata l’ultimo di una serie di controlli, dopo varie crisi di pianto e di panico accusate nell’ultimo periodo. Dopo le verifiche al pronto soccorso Aurora era stata rimandata a casa.

Aurora frequentava il terzo anno dell’indirizzo ragioneria all’istituto superore Dalla Chiesa di Montefiascone. Per diverso tempo ha avuto una relazione con un giovane più grande, terminata da qualche settimana. Una rottura che la giovane non avrebbe accettato: da qui i malori più volte manifestati e una evidente perdita di peso.

La famiglia di Aurora è molto conosciuta a Montefiascone. Ha un sorella maggiore e i genitori sono separati, il padre è impiegato da anni in un’azienda del caffè a Marta. In un primo momento, questa mattina dopo aver appreso la notizia del decesso, a Montefiascone si è ipotizzato di bloccare la sfilate del carnevale. «Si terrà regolarmente e durante la manifestazione ricorderemo Aurora – ha poi fatto sapere Massimiliano Pieretti, presidente dell’associazione carnevale montefiasconese -. Lo abbiamo deciso in accordo con la sua famiglia». L’evento sarà dedicato alla 17enne Aurora.




Lavoro, assunzioni: i posti ci sono ma mancano i candidati

Il 32,8% delle assunzioni previste dagli imprenditori italiani è di difficile reperimento, soprattutto per il personale qualificato; a Nordest la ricerca è ancora più difficile. Il dato viene dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, in base ai risultati dell’indagine di Unioncamere-Anpal.

Su poco meno di 500 mila assunzioni previste a gennaio, il 32,8% degli imprenditori intervistati ha segnalato che probabilmente troverà molte difficoltà a “coprire” questi posti di lavoro (poco più di 151.300), il 15,7% a causa della mancanza di candidati e il 13,8% per la scarsa preparazione.

Anche al Sud la percentuale media di difficile reperimento è comunque notevole, pari al 27,5%, con punte del 35,7% a Chieti, del 34,4% a Teramo, del 32,5% a Siracusa, del 32,2% a Potenza, del 31,7% a Taranto, del 31,6% a L’Aquila e del 30,6% a Cagliari.

Tra le figure professionali che scarseggiano di più al Nord vi sono i tecnici informatici, gli addetti alla vendita e gli esperti in marketing, i progettisti, gli ingegneri, i cuochi, i camerieri, gli operai metalmeccanici ed elettromeccanici.

Ma anche al Sud la percentuale media di difficile reperimento è comunque notevole, pari al 27,5%, con punte del 35,7% a Chieti, del 34,4% a Teramo, del 32,5% a Siracusa, del 32,2% a Potenza, del 31,7% a Taranto, del 31,6% a L’Aquila e del 30,6% a Cagliari. Al sud, le professioni di più difficile reperimento, sono cuochi, camerieri, altre professioni dei servizi turistici e, in particolar modo, conduttori di mezzi di trasporto, ovvero gli autotrasportatori.




Montefiascone, ragazza trovata morta nel suo letto dai genitori: la Procura apre un fascicolo

MONTEFIASCONE (VT) – Una ragazza di 16 anni, Aurora Grazini, è stata trovata morta nel suo letto dai genitori a Montefiascone, in provincia di Viterbo. Sul decesso indagano ora i carabinieri. A quanto ricostruito finora, la sedicenne da una decina di giorni accusava problemi di salute e perdita di peso. In seguito a un malore sarebbe stata anche portata ieri in ospedale e dopo alcuni controlli dimessa. La salma è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria. 

La Procura di Viterbo procede per omicidio colposo

Il procedimento, coordinato dal Procuratore Paolo Auriemma, è al momento contro ignoti. Gli inquirenti hanno disposto l’autopsia che verrà svolta martedì presso l’ospedale di Viterbo. Contestualmente verranno raccolti i dati relativi allo stato di salute della ragazza.

L’autopsia dovrà chiarire anche se Aurora Grazini fosse affetta da qualche patologia o malformazione congenita mai diagnosticata che ne avrebbe causato il decesso. Anche per questo motivo la Procura ha acquisito tutto il materiale sanitario inerente la giovane anche presso il medico curante.




Raccontare il fenomeno migratorio coinvolgendo i protagonisti’, un workshop alla Stampa Estera

Come raccontare le migrazioni coinvolgendo i protagonisti del fenomeno, in particolare coloro che provengono da alcuni contesti, oggi, particolarmente coinvolti nei flussi? Quali i modi più efficaci, per i giornalisti, per raccontare il viaggio e gli abusi subiti dai migranti nei paesi di transito? Quali gli strumenti intorno ai quali diffondere la consapevolezza del viaggio e dei rischi ad esso connessi? Come creare un ponte di dialogo e di scambio di informazioni tra media italiani ed europei e media dei paesi di origine dei migranti? Quale ruolo possono avere le Diaspore nel promuovere una narrazione corretta del fenomeno migratorio, sia in Italia sia nei paesi di origine?

Intorno a queste questioni non sempre di
facile trattazione si è svolto un seminario, a Roma, presso la sede
dell’Associazione della Stampa Estera in Italia con i rappresentanti
dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), di Associazione
Carta di Roma, di esperti  e di rappresentanti delle diaspore dei nostri
tempi.

L’organizzazione del workshop, denominato
Costruzione di reti, scambio e dialogo
sul tema delle migrazioni e dei media
” prevedeva, dopo una presentazione
del progetto, un confronto e un intervento dei partecipanti al seminario.

Vi hanno partecipato numerosi giornalisti
italiani e rappresentanti dei corrispondenti dei media esteri in Italia (Irene
Savio, Esma Çakir, Julia-Sandra Virsta, Christine Pawlata, Gustav Hofer e
Andres Wysling) oltre che delle istituzioni promotrici.




Lavoratori a nero con reddito di cittadinanza: 7 persone denunciate per truffa

CATANIA – I Carabinieri del comando Tutela lavoro-Nil di Catania hanno scoperto 11 lavoratori impiegati in ‘nero’ in una casa di riposo per anziani, sette dei quali percepivano il reddito di cittadinanza.

Le indagini, coordinate dalla Procura etnea, con attività di osservazione e pedinamento, hanno consentito di documentare che i sette lavoravano di notte per ridurre la possibilità di essere scoperti.

Non ricevevano le retribuzioni previste dal contratto, non erano formati ed informati in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro né venivano sottoposti a visite mediche per l’idoneità.

Sono stati denunciati per truffa. I carabinieri gli hanno sequestrato le carte magnetiche Postamat e hanno comunicato la loro situazione all’Inps per la decadenza dal beneficio e il recupero di 32.000 euro.

Il datore di lavoro, che aveva installato un impianto di videosorveglianza senza autorizzazioni, è stato sanzionato per 93.000 euro e dovrà versare contributi assicurativi e previdenziali per 20.000 euro.




Paura da Coronavirus? Il professor Andrea Possenti: intanto possiamo aumentare le nostre difese immunitarie con la micoterapia

Curarsi con i funghi, un cibo che oltre ad essere buono al palato, possiede insospettabili proprietà terapeutiche.

Parliamo dei cosiddetti funghi medicinali

Usati da secoli nella medicina tradizionale cinese e oggi una consolidata realtà in Cina e Giappone dove la micoterapia fa parte delle cure tradizionali ed è addirittura inserita nei protocolli terapeutici ufficiali negli ospedali, per esempio come coadiuvante delle cure oncologiche.

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L’intervista di Chiara Rai al Professor Andrea Possenti Medico chirurgo specializzato in Odontostomatologia e docente a La Sapienza

Si tratta di 10 specie di funghi, ognuna con le proprie caratteristiche e peculiarità curative.

Ma vediamo quali sono:

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 13/02/2020

La prima specie è l’Agaricus blazei, scoperto in Brasile, risulta molto
utile per le allergie e per l’eccesso di peso.

Il secondo fungo è l’Auricularia, utile per abbassare la pressione e come
ansiolitico e come antinfiammatorio in generale.

Il terzo fungo è il Coprinus, scoperto e studiato in occidente nel secolo
scorso, molto utile come ipoglicemizzante anti diabete e utile anche per i
disturbi digestivi.

Troviamo poi il Cordyceps, un fungo originario delle vette tibetane in
grado di migliorare l’ossigenazione del sangue. Quindi particolarmente indicato
per la rigenerazione del fegato anche in caso di infezioni virali come le
epatiti o in caso di intossicazioni.

Per chi soffre di
disturbi di stomaco e gastriti può provare l’Hericium. Questo
fungo induce una produzione di muco, quella sostanza che riveste le pareti
interne dello stomaco proteggendole dall’erosività dei succhi gastrici, quindi stimolando
la produzione di muco protettivo e facendo sparire l’infiammazione da gastrite
senza nessun effetto collaterale. Questo fungo, inoltre, riesce a fare quello
che è stato scoperto da Rita Levi Montalcini.
Nel 1986 lei ricevette il premio Nobel per la Medicina per aver scoperto che i
neuroni, una volta danneggiati, sono in grado di rigenerarsi grazie al fattore NGF (fattore di crescita nervoso). Ecco, questo fungo
fa proprio questo, stimola la rigenerazione neuronale.

Per aumentare le nostre difese immunitarie esiste il fungo Maitake, che ha un ottimo effetto stimolante del sistema immunitario, protettivo della prostata, ipoglicemizzante e anti colesterolo, pertanto è un fungo brucia-grassi. Ma soprattutto svolge un’azione antinfiammatoria sulla mucosa intestinale risultando molto utile per contrastare malattie come il morbo di Crohn e la colite.

Troviamo poi il Pleurotus, uno dei funghi più studiati per le sue
proprietà terapeutiche: protettivo di fegato e reni, aiuta a disintossicarsi da
alcool e sigarette e migliora in generale la funzionalità dei filtri del corpo.
Inoltre fluidifica il sangue e quindi risulta protettivo del cuore.

Esiste anche un fungo per contrastare la caduta dei capelli, si tratta del Polyporus, un fungo che tradizionalmente è sempre stato usato per ridurre la ritenzione idrica e migliorare la diuresi perché agisce sui reni, proteggendoli anche dalle malattie infiammatorie e dai calcoli.

Per vivere più a lungo troviamo il Reishi, il fungo della longevità. Considerato il più potente dei funghi medicinali, da sempre noto per le sue proprietà ad ampio spettro. Si sono contati almeno 400 principi attivi solo in quest’unico fungo, tanto che risulta preventivo di quasi tutte le possibili patologie del corpo umano, tumori inclusi. Svolge azione cortison-like, quindi è un potente antinfiammatorio indicato sia per proteggere dalle malattie virali e dalle infezioni come in caso caso di patologie autoimmuni come la tiroidite di Hashimoto. Riduce colesterolo e glicemia, depura il fegato, migliora la digestione ed è un alleato delle donne, aiutando a contrastare i disturbi ormonali femminili, le irregolarità del ciclo e i disturbi della menopausa. Ma è anche utile agli uomini, perché stimola la produzione di testosterone in chi ne sia carente. Infine è anche il fungo della bellezza, perché migliora notevolmente l’estetica della pelle.

L’ultimo fungo, è lo
Shiitake ottimo anche in cucina, ha proprietà
antinfiammatorie, protegge dalle malattie virali e dalle infezioni del cavo
orale come le stomatiti e le afte, riequilibra il sistema immunitario e fa bene
all’intestino.

Gli studi effettuati
hanno dimostrato che gli Integratori Micoterapici possono essere associati ai
farmaci tradizionali, perché migliorano il risultato complessivo. E i benefici
delle due tipologie di prodotto si sommano e garantiscono un effetto potenziato.




Cambiamenti climatici, Italia a rischio desertificazione: SNEBI e ANBI lanciano l’allarme e si appellano alla politica

L’Italia nella morsa della crisi idrica e a serio
rischio desertificazione. Questo l’allarme partito da Roma e lanciato durante
il “Green New Deal” il convegno sulle politiche ambientali dell’Unione Europea,
organizzato dal Sindacato Nazionale Enti di Bonifica ed Irrigazione (SNEBI).

Un convegno, quello dello scorso 6 febbraio all’NH
Hotel di corso d’Italia, moderato dalla giornalista de “La Verità” Sarina
Biraghi che ha introdotto gli argomenti al centro del dibattito e presentato i vari
relatori.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 13/02/2020

Al centro del convegno, dunque, l’emergenza, dovuta
dai cambiamenti climatici, che vede l’Italia come il paese più esposto, quindi
a rischio, dell’intera area
mediterranea.

“Tra i 20 giorni, con cui i cinesi costruiscono un
ospedale e gli 11 anni, con cui mediamente si realizza un’opera pubblica in
Italia, ci sarà una via di mezzo?”

Questo il punto di domanda partito dall’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

Una domanda volutamente provocatoria rivolta alla politica e attraverso la quale si è voluto evidenziare il fatto che i progetti approvati e finanziati ai Consorzi di bonifica, per attuare azioni di adattamento a fronte dei mutamenti climatici sono 100 solo che per realizzare un’opera di valore superiore ai 10 milioni di euro, servono però mediamente 11 anni: 3 anni e mezzo per la progettazione, 5 anni per la realizzazione, un anno e 4 mesi per la gara d’appalto e  un altro anno circa per il collaudo dell’opera. Troppo tempo per un’emergenza climatica che è ormai diventata una realtà alla quale si assiste ormai quotidianamente.

“L’Italia –
ha detto Alessandro Folli, Presidente SNEBI – è oggi il Paese del Mediterraneo
più esposto all’estremizzazione dei fenomeni atmosferici.”

“L’orizzonte
della sostenibilità – ha detto Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – è
l’ineludibile sfida dei prossimi anni, in cui devono convivere obiettivi
ambientali, sociali ed economici”.

“Il Green
New Deal è una grande occasione di crescita, – ha evidenziato il Direttore
Generale di ANBI, Massimo Gargano – in primis per le regioni meridionali, ma ci
vogliono idee chiare su come e dove indirizzare le risorse”.

“La sfida
ambientale e la sostenibilità sono temi alla nostra attenzione e noti anche
alla sensibilità del parlamento e che vanno a toccare anche gli aspetti di
economia circolare, come il risparmio idrico ed elettrico – ha commentato
Filippo Gallinella, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera – Il
Green New Deal – ha proseguito Gallinella – rappresenta una grande sfida. Ci
sono ovviamente delle difficoltà tecniche e misurabili, ma cercheremo di dare
delle risposte.

Per Susanna
Cenni Vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera “Il tema
fondamentale è rendere pronto il sistema Italia alle sfide che abbiamo di
fronte, altrimenti perderemo le opportunità che ci si presentano. La
sostenibilità e la sfida ambientale sono state spesso considerate ostacoli alla
crescita e allo sviluppo ma ora siamo in una fase diversa e alcune politiche
stanno cambiando in Europa, occorre dunque lavorare sull’approccio alla
sostenibilità e ad un altro sistema economico. Su questa strada si muove il
Green New Deal che mette in campo la più grande strategia europea per cambiare
il sistema, ed importante sarà vivere questi cambiamenti come un’opportunità”.

Come sottolineato
dal presidente ANBI Francesco Vincenzi è giunta l’ora in cui la politica deve
fare le scelte necessarie per gestire la transizione della crisi climatica da
problema ad opportunità.




L’universo delle società partecipate: 3 eccellenze sono nel Lazio

Le società partecipate da soggetti pubblici costituiscono sicuramente
un fenomeno di rilievo del panorama economico italiano.

 Una partecipata è una società di capitali che offre servizi di pubblica utilità. Ma quale è l’obiettivo di queste aziende? Sicuramente quello di ridurre il debito pubblico, aumentare l’efficienza, l’efficacia e l’economicità gestionale. Il problema, però, è che non sempre ci riescono. Ma vediamo di cosa stiamo parlando.

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Officina Stampa del 13/02/2020. Da sinistra: Arturo Accolla Amministratore Unico Asp Ciampino, Dario Matturro Presidente Cda Ambiente e Territorio Spa Ciampino, Walter Bravetti Amministratore Unico Multiservizi dei Castelli di Marino Spa, Chiara Rai giornalista professionista conduttrice del programma

Le partecipate dagli enti locali, per esempio, sono società con quote possedute dalla Regione, dalla Provincia o Città Metropolitana o dal Comune.

Operano in diversi settori, tra i principali quelli relativi alla manutenzione e gestione delle strade, del trasporto pubblico, delle risorse idriche, dei rifiuti. La società partecipata non ha autonomia sui fatti più importanti, opera in maniera prevalente per l’Ente pubblico locale, è autonoma solo a livello formale e in concreto fa parte dell’ente pubblico.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 13/02/2020

Ad oggi il ruolo della pubblica amministrazione e degli enti
locali nella gestione dei servizi della comunità è molto dibattuto a causa
delle spese che gravano sullo stato e della mancanza di trasparenza denunciata
da alcune forze politiche.

Il decreto legislativo n. 175 del 2016 denominato Testo Unico delle società partecipate ha operato un riordino e in parte anche una riforma della precedente disciplina (decreto Madia), allo scopo di ridurre il fenomeno della partecipazione pubblica nelle società e di conseguenza contenere la spesa pubblica.

Ma com’è la situazione delle aziende partecipate nel Lazio? C’è cooperazione? Sinergia? Profitto?




Insulti social, Rachele Mussolini querela l’ex brigatista Etro. “Facebook lo banni”

“Oggi stesso darò mandato ai miei avvocati affinché sporgano querela nei confronti dell’ex br Raimondo Etro”.

Così Rachele Mussolini, consigliere comunale della lista civica Con Giorgia e Vice Presidente della Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale, dopo che l’ex brigatista ha condiviso sul proprio profilo Fb la video intervista rilasciata dalla Mussolini per la trasmissione web “Ci vediamo a via Veneto” apostrofandola con epiteti volgari e sessisti.

https://www.facebook.com/civediamoaviaveneto/videos/2431305353866955/

“Non sono disposta a tollerare gli insulti personali e sessisti  di questo codardo che mi apostrofa con parole volgari. – Prosegue Rachele Mussolini – Questo “signore”, condannato in concorso per il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro e per la strage della sua scorta, vada a guadagnarsi da vivere lavorando piuttosto che continuare a campare sulle spalle degli italiani, usufruendo del reddito di cittadinanza. Adesso, dopo le offese che mi ha rivolto su Fb, considerata la policy che questo social dice di adottare, mi aspetto che gli venga oscurato il profilo. In caso contrario avrò anche un’altra conferma: Zuckerberg banna solo i contenuti postati dalla sottoscritta e dai suoi familiari e che non sono di suo gradimento”.




A.A.A. cercasi Parrocchia dove si celebra messa senza strimpellatori di chitarra & affini

Oggi non si parla che delle crisi. Domina la crisi economica, quella finanziaria e quella occupazionale, però quella demografica non è da meno. Ultimamente hanno inserito nel paniere delle crisi, anche quella “green”. E al di là del biondo Tevere qualcuno fa cenno ad una crisi di fede.

In questa dissertazione si vuole parlare, anzitutto, del decadimento indotto della liturgia domenicale e si può tranquillamente asserire, sia concausa della mancata partecipazione di tanti fedeli a quella che dovrebbe essere “una sacra liturgia Eucaristica”. Si legge in “Vivere il silenzio nella liturgia” di Pascal Destheux, licenza in teologia all’Università di Friburgo, attualmente vicario episcopale del cantone di Ginevra: “Nel contesto liturgico, il silenzio è quel luogo dell’anima dove ognuno resta solo col suo Signore. Il silenzio liturgico rinvia immancabilmente a quell’interiorità, mia, ma più grande di me, Dio mi invita. Il silenzio liturgico è dunque come un incrocio spirituale”.

Come fa, il malcapitato fedele, che vuole partecipare alla S. Messa domenicale o festiva, a riconciliare la sua anima, rimanendo solo con il suo Signore e contemporaneamente estraniarsi dagli strimpellatori di chitarre da spiaggia con il loro, dum- tram -trim , l’alleluja rock e dello shalom- shalom pop?

Che sia ben chiaro, qui nessuno ha niente contro la chitarra, al contrario, piace molto la musica per chitarra, in particolare quella di Francisco Tarrega, la Granada di Albéniz, specialmente se suonate dal maestro Andres Segovia. Non dispiace ascoltare il Concierto de Aranjuez suonato da Joaquin Rodrigo. Si ascolta ben volentieri Los Indios Tabajaras quando suonano El Condor Pasa oppure Le Foglie Morte o Maria La O. Ciò nonostante non si può mai accettare che siano suonate durante la liturgia Eucaristica.

“La S. Messa è memoriale nel senso che rende presente ed efficace sull’altare, in modo incruento, il sacrificio che Cristo, in modo cruento, ha offerto al Padre sul Calvario per la salvezza di tutti gli uomini.” Così insegna la dottrina!

Come si può suonare la chitarra , ballare il tuca tuca e battere le mani quando si commemora un sacrificio cruento? Perché tanta resistenza al canto gregoriano, la polifonia sacra e altra musica spirituale che invita al raccoglimento anziché alla distrazione?

Con l’avvento del Concilio Vaticano II, al tramonto di giovedì 29 giugno 1972, durante la celebrazione della messa , solennità dei SS. Pietro e Paolo, alla presenza di una moltitudine di fedeli, Paolo VI, ora santo, profetizzava: “da qualche fessura è entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio”. Mai parole furono così profetiche!

Solamente, la profezia di Paolo VI difetta in un particolare. In effetti non c’è stata una semplice fessura, no, purtroppo c’è stata una voragine. Il decadimento lo dimostrano le sfilate di moda in chiesa e le nozze simulate; il prete a Pinerolo che rifiuta di recitare il credo perché tra i fedeli nota che ci sono persone non di fede cattolica, il prete che sbanda mentre il suo vescovo gira i pollici .

Il decadimento si propaga come un virus contagioso e ne è evidenza in: “la messa per la terra” celebrata dal neo cardinale Czemy a Santa Maria In Transportina, con tanto di slogan indigenisti, immagini di donne che allattano animali e statue di idoli sull’altare davanti al Santissimo.
Storie come queste a non finire, come quella banalmente giustificata con “Il Signore accoglie tutti”, uscita dalla bocca del vescovo Delpini di Milano davanti all’esecrabile pseudo opera d’arte dell’altare della chiesa di Gallarate, composta da sculture di teste mozzate dalla Madonna della Pietà all’imperatore gay, Adriano.

Episodi esecrabili del genere si possono raccontare a iosa e tanti sfuggono al comune fedele. Non sfugge però il decadimento , a chi resiste di partecipare alla messa rock o pop o ye ye domenicale, sempreché sia dotato di spirito di sopportazione, di resistenza a quei battiti di mani, scomposti ed irriverenti da curva sud, assistendo a quelle signore pie che ancheggiano ogni volta che si intona “l’Alleluia” e il “Gloria”.

L’armonium o Organo a Canne messo a tacere , un gruppo di ragazzi e adulti , strimpellatori in erba, attaccano con il loro cacofonico trim trim, mentre tamburi e tamburelli , banjo, pifferi ed affini irrompono impetuosi sui fedeli intontiti.

Qualche fedele non resiste, si alza e lascia la chiesa. Il parroco sull’altare gongola, fiero e soddisfatto, il coro delle “pie” alza il timbro di voce e a questo punto, solamente qualche vecchio, che togliendosi l’apparecchio auricolare e ripiombando nel silenzio, può ritrovare quel luogo dell’anima per restare solo col suo Signore.

Che sia permesso chiudere questa dissertazione con una citazione estratta da un immaginaria “Petizione al Padre Nostro”, dello stesso scrivente, raccomandando vivamente a S. Pietro di non lasciarsi sorprendere dal sonno come quella volta nell’orto del Getsemani. Deve sapere, scrive l’autore, “ che in agguato ci saranno tanti strimpellatori di chitarra, soffiatori di pifferi, battitori di bongo e banjo, tutti pronti a sgattaiolare dentro non appena si presenta l’occasione. Vi raccomando”, continua lo scrittore, “ non li fate entrare perché vi rovineranno tutto.

Chi ancora crede nel silenzio, nella meditazione, nel colloquio intimo con il Santissimo durante la celebrazione dell’Eucaristia, specialmente la domenica, deve andare in giro per cercare una chiesa dove si possa pregare in pace senza distrazioni ed intrattenimenti vari.

Chi di dovere,avendo autorità e responsabilità, potrebbe richiamare i parroci facendogli fare corsi di aggiornamento, istruendo loro che la liturgia Eucaristica non è un intrattenimento domenicale a ritmo di “ disco music”.

L’augurio è che qualcuno si muova così il gregge disperso potrà ritornare all’ovile.




Palermo, spaccio sostanze dopanti: in manette 4 persone

Su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, i Carabinieri del N.A.S., con il supporto operativo del Comando Provinciale di Palermo, hanno notificato quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emesse dal G.I.P. del medesimo Tribunale, a quattro persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e commercio di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive, al fine di alterare le prestazioni agonistiche di atleti gravitanti nel mondo del bodybuilding e delle palestre

Inoltre, hanno eseguito
perquisizioni domiciliari, su mandato della citata Procura della
Repubblica, rispettivamente nei confronti di altri 21 soggetti di cui 16
anch’essi indagati
, a vario titolo, per i medesimi reati. Sei di essi sono
ritenuti responsabili di esercizio abusivo della professione sanitaria, in
quanto dispensavano terapie mediche e piani nutrizionali, somministrando anche
farmaci per curare gli effetti collaterali provocati dalle sostanze
dopanti.

Purtroppo, in questi ultimi
anni, il “doping”, inteso come assunzione di sostanze stimolanti vietate
per ottenere risultati sportivi migliori di quelli fisiologici, si è
esponenzialmente e rapidamente diffuso anche tra gli atleti non professionisti,
finanche in palestra. Le sostanze proibite (Stimolanti – Narcotici ed
analgesici – Steroidi anabolizzanti – Diuretici – Ormoni peptidici ed
affini)
sono molteplici, così come i metodi illegali di assunzione. Nel body
building sono particolarmente utilizzati gli anabolizzanti
(testosterone, nandrolone, stanozololo) per accrescere la massa
muscolare e gli ormoni peptidici ed affini (corticotropina e ormone
della crescita
), in grado di generare un aumento della forza e della
muscolatura.

A fronte di
evidenze scientifiche piuttosto dubbie sul reale miglioramento delle
performance, i rischi correlati all’uso di queste sostanze sono ben risaputi e
spesso irreversibili: si pensi, per esempio, agli effetti devastanti connessi
all’uso di steroidi anabolizzanti sulla sfera sessuale e sui caratteri somatici
sia maschili che soprattutto femminili, al rischio di crisi ipoglicemiche
mortali per l’uso di insulina, ai devastanti effetti sul sistema nervoso
centrale e sull’apparato cardiovascolare indotti dalle amfetamine e dalla
cocaina.

Inoltre, gli
anabolizzanti aumentano il rischio di tumori al fegato e di rotture dei tendini.

Oggigiorno il problema è
notevole, sebbene la vendita e l’uso di sostanze ha trovato un fermo “contrasto”
da parte dello Stato, le vie per procurarsele sono molteplici, internet su
tutte, e chi è convinto che lo sport sia ginnastica a base di “steroidi
scorgerà sempre un nuovo sistema per approvvigionarsene. Soprattutto nei
giovani, le attività investigative condotte sul territorio nazionale dai
Carabinieri del NAS hanno evidenziato che esiste l’impazienza e il desiderio di
pervenire nel più breve tempo possibile ai risultati sperati o spesso suggeriti
da istruttori privi di scrupoli. Quindi, accanto ad un effetto economico-sociale
del doping, consistente nell’offesa della lealtà sportiva e nell’alterazione
delle regole della libera concorrenza, trattandosi di fenomeno a doppia lesione
sia sotto il profilo della salute dell’atleta che dell’etica sportiva, esiste un
ben più grave problema sanitario strettamente connesso alla disonesta
manipolazione del corpo umano ed ai gravi esiti per la salute che questa
manipolazione comporta.

È proprio in tale ambito, volto
alla tutela della salute dei cittadini che a volte, volontariamente, mettono a
repentaglio la propria salute, si inserisce l’operazione odierna. L’indagine è
scaturita da un controllo eseguito dagli ispettori investigativi antidoping del
NAS di Palermo su un atleta, risultato poi positivo, della gara ciclistica
“Granfondo MTB – Baronessa di Carini”, disputata a Carini (PA) il 29
maggio 2016. La positività ha originato una complessa attività investigativa,
coordinata dalla già citata Procura della Repubblica, realizzata con servizi di
osservazione, controllo e pedinamento, intercettazioni telefoniche e ambientali.
Questo ha permesso di risalire al sodalizio criminoso che utilizzava come base
operativa e di copertura due palestre e un negozio di integratori alimentari del
palermitano. I rispettivi titolari, tutti preparatori atletici, assieme ad un
altro soggetto, anch’esso preparatore e body builder, attivo collaboratore in
una delle palestre, avevano posto in essere un’intensa e ben avviata
associazione dedita al commercio di sostanze anabolizzanti finalizzato ad
alterare le prestazioni agonistiche degli atleti. Tra i farmaci e le sostanze
maggiormente spacciati vi erano Winstrol, Proviron, Testovis, Sustanon,
Gonasi
e Monores, nonché trenbolone e nandrolone
(quest’ultima sostanza, oltre che ad effetto dopante, è anche ad effetto
stupefacente).

Gli anabolizzanti venivano
venduti al dettaglio o spediti nascosti all’interno di plichi veicolati da
corrieri per consegne in città e in altre località dell’Italia. Si ipotizza che
il volume di affari dell’organizzazione si aggirasse sui 300.000,00 euro annui
circa, tenuto conto dei numerosi episodi di vendita documentati, del numero
delle transazioni post-pay accertate e del monitoraggio dei pacchi
spediti.

Nel corso dell’attività
investigativa è stato accertato che molti degli acquirenti erano atleti che
praticano il body-building a livello agonistico e partecipavano regolarmente a
numerose manifestazioni di tale specialità, anche di livello nazionale e
internazionale, classificandosi quasi sempre ai primi posti delle competizioni.

Nello specifico, una delle
palestre era diventata un vero e proprio “ambulatorio del doping”,
infatti, all’interno dello spogliatoio i giovani body-builder si somministravano
vicendevolmente le sostanze dopanti, attraverso iniezioni intramuscolo o
sottocutanee. Altresì, grazie alla complicità di un infermiere professionale,
che veniva chiamato appositamente, venivano eseguite delle flebo per la
somministrazione di sostanze per via endovenosa. La somministrazione delle
sostanze anabolizzanti avveniva anche all’interno del negozio di integratori,
che, seppur all’apparenza era una normale attività commerciale, nella realtà
funzionava come “un supermarket di sostanze dopanti”, ove si rifornivano
numerosi giovani body-builder provenienti da tutta la Sicilia. In un caso, per
raggiungere l’aumento della massa muscolare nel minor tempo possibile, è stato
accertato l’utilizzo, da parte di un atleta, del medicinale veterinario
STARGATE, un farmaco a base di stanozololo normalmente utilizzato per il
potenziamento muscolare e scheletrico di cani e gatti.

Quando parlavano dei farmaci e
delle sostanze illecitamente commercializzate, gli indagati, nel tentativo di
eludere le indagini e le intercettazioni, utilizzavano un linguaggio in codice,
ovvero WINNIE THE POOH o DOPPIA V, riferito al Winstrol e GIGETTO o
GIUBOTTINO riferito al GH (la sostanza più cara, visto che alcune di
queste fiale venivano vendute anche a 400 euro). Uno degli arrestati, temendo di
essere intercettato, utilizzava anche una SIM intestata ad una ignara cittadina
straniera.

Tra gli indagati figura anche un
bancario che suggeriva ad uno degli arrestati di effettuare i versamenti di
contante in tre distinte tranche, di importi dispari, invitandolo a
recarsi insieme a lui in banca per effettuare l’operazione, aggiungendo che egli
stesso avrebbe provveduto ad eludere la disciplina sulla segnalazione
obbligatoria in materia di antiriciclaggio.

Nel corso dell’attività
investigativa sono stati accertati casi di stati patologici derivanti dall’uso
indiscriminato di sostanze anabolizzanti, come per esempio: GINECOMASTIA,
DISTURBI TIROIDEI, IMPROVVISI AUMENTI DELLA PRESSIONE ARTERIOSA, TACHICARDIA,
ACNE IN FORMA SEVERA E DISTURBI DELL’APPARATO GENITALE. A tal proposito, senza
averne la benché minima competenza medica, i soggetti arrestati
commercializzavano, consigliandone l’uso, anche specialità farmaceutiche per
combattere tali patologie, ad esempio: farmaci per la cura della ginecomastia
(ARIMIDEX e NOVALDEX) e un disintossicante epatico da assumere dopo i cicli di
anabolizzanti (TAD 600).

I provvedimenti dell’A.G.,
oltre che dai reparti palermitani, sono stati eseguiti anche con la determinante
collaborazione dei NAS di Catania, Ragusa, Salerno, Treviso e dei Comandi
Provinciali Carabinieri di Catania,
Caltanissetta, Enna, Siracusa, Ragusa, Salerno e Treviso.