Fiano Romano, arrestato rapinatore di banca

FIANO ROMANO – I Carabinieri della Stazione di Fiano Romano hanno arrestato un italiano 22enne, del posto e già noto alle forze dell’ordine, per il reato di rapina aggravata.

Il giovane, a volto scoperto e armato di coltello, dopo essersi introdotto, intorno alle ore 13.00, all’interno della filiale di banca Intesa San Paolo di via A. Moro, ha minacciato la cassiera facendosi consegnare la somma contenuta nella cassa in quel momento, ammontante a poco più di 100 euro, per poi fuggire a piedi per le vie limitrofe.

I militari a seguito dell’immediato intervento hanno riconosciuto il giovane rapinatore, poiché già in passato si è reso protagonista di reati specifici. Il giovane poco dopo è stato rintracciato presso la propria abitazione dove a seguito della perquisizione domiciliare è stata rinvenuta la somma asportata, e successivamente restituita al direttore della filiale. Nel corso delle indagini i militari hanno rinvenuto e sequestrato anche il coltello da cucina, abbandonato dal rapinatore a pochi metri dalla banca.

Dopo l’arresto il giovane è stato portato presso la casa circondariale di Rieti, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.




Marsala, “Città aperta”. L’assessore Ruggieri: “I lavoratori saranno impegnati in servizi di pubblica utilità”

Sono in totale 15 i cittadini impegnati da questa settimana nel progetto “Città Aperta” promosso dal Piano di Zona del Distretto sociosanitario 52, di cui Marsala è comune capofila. “L’obiettivo, afferma l’assessore Clara Ruggieri, è quello di sostenere nuclei familiari in grave stato di disagio sociale , cui verrà erogato un contributo economico a fronte dello svolgimento di attività di pubblica utilità”. Una prestazione lavorativa per un periodo complessivo di 10 mesi e per 20 ore settimanali, con un corrispettivo mensile di 500 euro. Dei 15 cittadini ammessi, sei sono stati segnalati direttamente dai servizi territoriali; mentre gli altri nove sono stati selezionati dal Comune di Marsala (Segretariato sociale) a seguito di Avviso Pubblico in cui si riportano i requisiti richiesti: tra gli altri, situazione reddituale e stato di disoccupazione. Le attività di pubblica utilità comprendono, principalmente, la cura del verde pubblico a Villa Cavallotti, nonchè nei quartieri di Sappusi e Amabilina, in collaborazione con gli operai comunali.




Velletri, ospedale Colombo: verrà potenziato. C’è l’impegno della Regione

Dalla Regione Lazio arrivano buone notizie per l’ospedale Paolo Colombo di Velletri, l’atteso incontro tra l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, il consigliere regionale Daniele Ognibene, i sindaci di Velletri e Lariano: Orlando Pocci, Maurizio Caliciotti e il direttore generale della Asl Roma 6 Narciso Mostarda.

Sul tavolo le questioni salienti che interessano i cittadini e gli operatori: gli investimenti, il rilancio della struttura sanitaria e il potenziamento del personale sulla base delle crescenti esigenze.

Una discussione concreta che ha trovato sintesi in tre punti che sono: l’appalto per la camera calda, l’acquisto della nuova TAC e la costituzione di un tavolo tecnico tra le amministrazioni locali, la Asl e la Regione per gestire il potenziamento e il rilancio dell’ospedale di Velletri.

I lavori per la camera calda sono fondamentali per il potenziamento del pronto soccorso e per migliorare la qualità del servizio, la Regione e la Asl hanno garantito tempi certi già dalla pubblicazione della gara d’appalto prevista entro la fine del mese di febbraio.

Sono in corso le procedure per l’acquisto della nuova TAC, macchinario essenziale per evitare tempi di attesa troppo lunghi nella fase di diagnosi.

Infine, l’impegno condiviso per la creazione di un tavolo tecnico tra le amministrazioni locali di Velletri e Lariano, la Asl e la Regione Lazio che affronti, operativamente, lo sviluppo dell’ospedale Paolo Colombo con un confronto costruttivo tra territorio e azienda sanitaria.




Musei, registrato il massimo storico d’ingressi nel 2017

Con riferimento agli ultimi dati relativi al 2017, il patrimonio culturale italiano comprende 4.889 musei e istituti similari, pubblici e privati, aperti al pubblico.

Di questi, 4.026 sono musei, gallerie o collezioni, 293 aree e parchi archeologici e 570 monumenti e complessi monumentali.

I musei e le altre strutture espositive a carattere museale hanno registrato il massimo storico di 119 milioni di ingressi nel 2017 (+7,7% rispetto al 2015) così suddivisi: 57,8 milioni i musei, 15,5 milioni le aree archeologiche, 45,8 milioni i monumenti. L’incremento maggiore riguarda i monumenti e le aree archeologiche.

Sono 2.371, uno su tre, i Comuni italiani che ospitano almeno una struttura a carattere museale. È un patrimonio diffuso su tutto il territorio nazionale: 1,6 musei o istituti similari ogni 100 km2 e circa uno ogni 12 mila abitanti.
Le regioni con più strutture museali (29% del totale) sono Toscana (528), Emilia-Romagna (482) e Lombardia (409). Nel Mezzogiorno si concentra invece oltre la metà delle aree archeologiche (50,8%), il 30,7% si trova in Sicilia e Sardegna.

A Roma e Firenze si contano quasi 200 tra musei, aree e monumenti, ma anche i Comuni con meno di 2mila abitanti (il 27,9% del totale dei comuni) accolgono un’ampia percentuale di istituzioni museali (il 16,7%). Alcuni di questi hanno nei loro territori sino a quattro o cinque istituti.
La maggior parte dei musei presenti in Italia espone collezioni di etnografia e antropologia (12,8%), archeologia (12,7%) e arte antica (12,3%). Aumenta il numero di strutture con raccolte monotematiche di materiali (10%).

La rilevazione è stata realizzata dall’Istat anche in base alla nuova convenzione stipulata tra Istat e l’Autorità di Gestione del PON “Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020”, relativa all’attuazione del Progetto “Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche di coesione 2014-2020”.

La dotazione museale italiana costituisce un patrimonio di cultura unico al mondo con effetti di grande rilievo sia sull’occupazione diretta che su quella indiretta e sulla attrattività turistica dal nostro Paese.




Cassino, preso “il Colombiano”: 12 arresti per traffico di droga

con l’operazione convenzionalmente denominata “IL COLOMBIANO” i
Carabinieri della Compagnia di Cassino e la Squadra Mobile di Frosinone, sotto il coordinamento della D.D.A. di Roma, nella mattinata odierna, hanno eseguito dodici ordinanze di custodia cautelare in carcere ed ai domiciliari – emesse dal GIP del Tribunale di Roma – nei confronti degli indagati, accusati a vario titolo ed in concorso fra loro, per aver costituito, organizzato e promosso, un radicato ed esteso traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana.

L’indagine, traeva spunto dalle dichiarazioni rese, in tempi diversi, a Polizia e Carabinieri, da cittadini stranieri e relativa attività informativa, che indicavano due fratelli di Sant’Elia Fiumerapido (FR) ed altri soggetti a loro vicini nella gestione di un traffico di sostanze stupefacenti.
Evidenziandosi un’associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti ex art. all’art. 74 DPR n.309/90, l’attività, nata inizialmente con la Procura della Repubblica di Cassino, veniva successivamente coordinata dalla D.D.A. di Roma.

Nel corso degli ultimi mesi del 2016, grazie a sevizi di O.C.P. svolti nei pressi dell’abitazione dei citati fratelli, la P.G. operante riusciva ad ottenere riscontri investigativi sull’attività di spaccio condotta dai medesimi, utili per avviare un’attività tecnica di captazione (da febbraio a luglio 2017).

Gli elementi raccolti durante le indagini costituiti da numerosi sequestri penali e amministrativi, evidenziarono una fluente attività di spaccio, promossa, condotta ed organizzata proprio dai due fratelli di Sant’Elia Fiumerapido, i quali provvedevano, per il tramite di un soggetto di origine
campana stanziale in Sant’Apollinare (FR), che si avvaleva della preziosa ed insospettabile collaborazione del di lui fratello (Agente della Polizia di Stato tratto in arresto in Cassino nella fase investigativa poiché trasportava 12 kg di hashish ed 1 kg di cocaina) a rifornirsi dello stupefacente
dalla vicina Campania. I due germani di Sant’Elia Fiumerapido provvedevano alla commercializzazione ed allo spaccio unitamente ad altri sodali.
Nel corso dell’indagine affiorava, fin da subito, la scaltrezza delinquenziale degli indagati atta ad eludere eventuali attività investigative a loro carico. Infatti non solo ricorrevano all’utilizzo di linguaggio criptico e/o di copertura nelle conversazioni telefoniche, ma erano soliti:
 utilizzare social network, quali Facebook, istagram ed applicazioni quali WhatsApp per impedire di tracciare sia le comunicazioni tra loro che quelle con i loro clienti;
 utilizzare schede telefoniche intestate a terze persone, in modo da impedire una loro rapida identificazione,
 provvedere a cambiare schede telefoniche utilizzate ogni qual volta incappavano, sia loro stessi che i loro complici impiegati nella vendita delle sostanze stupefacenti, in controlli delle Forze di Polizia;
L’attività investigativa, durata circa 6 mesi, permetteva di arrestare in flagranza di reato 8 persone, di denunciare in stato di libertà altre 7 persone per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, di segnalare alla Prefettura di Frosinone vari assuntori di hashish/cocaina, e di sottoporre a sequestro kg 1,325 di cocaina, kg 22,650 di hashish, grammi 242,068 di marijuana, due pistole risultate rubate, vari bilancini di precisione, sostanze da taglio e materiale per confezionamento.

L’indagine, consentiva di evidenziare l’esistenza di un sodalizio criminale di stanza in S.Elia Fiumerapido (FR) con ramificazioni nell’intero cassinate, dedito al traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana.




Anguillara, impianto di compostaggio a Barattoli: domenica erano in 15 su 300 residenti. Manciuria:”Il calo di consenso ha annebbiato le idee”

ANGUILLARA – Sergio Manciuria, Presidente AnguillaraSvolta torna a parlare della questione impianto di compostaggio in zona Barattoli: “Ci eravamo promessi di aspettare l’esito dell’Assemblea del Consorzio Colle dei Pini-Barattoli prevista il prossimo 3 Marzo, ma la mania di protagonismo dei pseudo penta-stellati, ed in particolare del delegato all’Ambiente, ci impone di chiarire i confini entro i quali si è svolto l’incontro domenicale nella festa del santo Patrono Di Anguillara”. E’ il commento di Sergio Manciuria, Presidente di AnguillaraSvolta, riguardo alle affermazioni sulla partecipazione e presentazione del progetto di un impianto di compostaggio di comunità in Zona Barattoli, da parte della delegata ai rifiuti del Comune di Anguillara Silvia Silvestri, coadiuvata dall’AIC compostaggio con sede in Enea Casaccia e parte attrice nella redazione esecutiva. “Il calo di consenso sistematico tanto a livello locale quanto nazionale – spiega il referente sabatino – può aver palesemente annebbiato le idee, ma sostenere che la presenza di 15-18 persone rispetto ai potenziali 300 residenti è sinonimo di partecipazione ne corre. Anzi, alla domanda posta dallo scrivente sulla riunione con il Consorzio Albucceto, il Presidente AIC Musmeci ha confermato la presenza di una sola dozzina di soci. Ergo, nessuna enfatizzazione ma piedi per terra e rispetto per gli assenti giustificati, visto le modalità carbonare di convocazione evidenziata solo dal nostro intervento”.

“Siamo alle fasi di condivisione delle aree da inserire nel progetto finanziato dalla Regione – puntualizza Manciuria – dove in via preliminare il sito di Barattoli-Colle dei Pini non era stato inserito vista anche la sua naturale conformazione ambientale e paesistica. Per il progetto è stata specificata la tipologia standard dell’impianto, cioè un tubolare in alluminio lungo 5 metri e alto circa 1,50 per 30 tonnellate annue (80% umido e 20% sfalci) coperto eventualmente da una tettoia, con sistema di videosorveglianza e omologato solo per i residenti con abbassamento della tariffa soltanto del 15% al momento”. “Apprezziamo lo sforzo della Silvestri a vedere solo gli aspetti positivi che sicuramente ci potrebbero essere se fosse tutto a carico della Regione – prosegue Manciuria – ma purtroppo così non è: la figura del gestore volontario, la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto dopo la normale garanzia (due anni forse estendibili in seguito al bando) cosi come la costituzione del condominio dopo la cessione delle opere a cura del Consorzio, graverebbero sui residenti oltre l’inevitabile deprezzamento dei valori commerciali delle abitazioni di fronte alla presenza di un impianto simile seppur di comunità. Ribadiamo il concetto sul quale il delegato Silvestri ha confermato il suo messaggio sul social comunale – conclude il presidente di AnguillaraSvolta – e cioè che la decisione spetta al Consorzio Barattoli e nessuna adesione senza una corretta valutazione costi-benefici dell’opera”.




Roberta Bruzzone vince in tribunale contro gli autori dell’articolaccio apparso sul Secolo XIX: Cetara e La Rocca condannati per diffamazione a mezzo stampa. Adesso dovranno risarcire i danni

IN DATA 26 GENNAIO 2024 L’AVV. MARIA PAOLA FERRARI DELLO STUDIO LEGALE LICONTI GALLIANO VILLA E ASSOCIATI HA INVIATO UNA PEC A QUESTO QUOTIDIANO PER INFORMARE RIGUARDO L’ESITO FINALE DELLA VICENDA GIUDIZIARIA, VALE A DIRE DELL’AVVENUTA ASSOLUZIONE DEL DOTT. CETARA E DEL DIRETTORE DE “IL SECOLO XIX” DOTT. LA ROCCA DALLE IMPUTAZIONI LORO ASCRITTE, INTERVENUTA CON LA SENTENZA DELLA CORTE D’APPELLO PENALE DI GENOVA N. 2703 DEL 28/9/2023, PASSATA IN GIUDICATO E DEPOSITATA IN CANCELLERIA IN DATA 27 NOVEMBRE 2023 CHE RENDIAMO DISPONIBILE QUI DI SEGUITO:

CLICCARE QUI PER LEGGERE LA SENTENZA

Vittoria schiacciante per Roberta Bruzzone. Il Tribunale di Genova ha pronunciato una sentenza che condanna Umberto La Rocca, direttore Responsabile del quotidiano Il Secolo XIX e Cetara Graziano autore di un articolo che ha diffamato la professionista Bruzzone.

L’articolo in questione titolato “Criminologi in guerra: Via la Bruzzone dalle trasmissioni Rai” è infatti risultato altamente diffamatorio per la reputazione di Roberta Bruzzone tacciata di aver inserito nel curriculum vitae dei titoli accademici non veritieri. L’articolo a sfondo puramente diffamatorio ha avuto pesanti strascichi tant’è che è stata scritta addirittura una lettera, firmata da alcuni sindacati di polizia e “noti esponenti della criminologia forense”, inviata all’attenzione di Bruno Vespa conduttore di Porta Porta, programma dove Roberta Bruzzone è ospite fissa.

L’intento era di screditare la dottoressa Bruzzone agli occhi del conduttore ma tutta questa operazione si è rivelata un boomerang perché sia il direttore che l’autore dell’articolo sono stati condannati per diffamazione a mezzo stampa aggravata. Le accuse che hanno rivolto a Bruzzone sono gravissime e totalmente prive di fondamento. I due si sono macchiati di una vergognosa pagina di giornalismo tentando di screditare una professionista di successo soltanto a causa di dinamiche facilmente comprensibili. Ora dovranno risarcire Bruzzone per tutti i danni causati.

Soddisfatta Roberta Bruzzone per la sentenza che le da piena ragione: ”
Finalmente un giudice molto scrupoloso – ha dichiarato la criminologa – ha verificato quanto io vado sostenendo da anni, confermando pienamente in sentenza la mia ricostruzione dei fatti e cioè che le accuse che mi sono state rivolte di non avere i titoli per esercitare la mia professione sono totalmente false oltre che gravemente diffamatorie. Ora il danno dovrà essere quantificato in sede civile. Il giudice stesso in sentenza che ha condannato i due giornalisti del Secolo XIX parla infatti di accuse gravissime quanto infondate. Sono davvero molto soddisfatta per l’esisto del processo. Il tempo è galantuomo per chi, come me, non ha mai avuto nulla da nascondere”.




Parigi, incendio in palazzo: 8 morti e 31 feriti

Almeno otto persone sono morte, una è rimasta gravemente ferita e altre 30 hanno riportato ferite lievi a causa di un incendio scoppiato in un immobile di Parigi nella notte tra lunedì e martedì: lo hanno reso noto i vigili del fuoco della capitale. Le fiamme sono divampate per cause ancora da chiarire in un edificio di otto piani situato nel 16mo arrondissement. Tra i feriti lievi ci sono anche due pompieri. Diversi edifici circostanti sono stati evacuati.

L’incendio è divampato in un palazzo residenziale, ha detto un portavoce dei vigili del fuoco, Clement Cognon. Le squadre dei soccorsi hanno tratto in salvo circa 25 persone che si erano rifugiate sul tetto del palazzo o erano salite sui davanzali delle finestre per sfuggire alle fiamme. Oltre 200 tra pompieri e membri delle squadre dei soccorsi sono ancora al lavoro alla ricerca di eventuali altre vittime.




Grottaferrata, 10 anni di Consiglio dei Giovani: un vero e proprio record

GROTTAFERRATA (RM) – Dieci anni di Consiglio dei Giovani, un record per la cittadina dei Castelli Romani che il prossimo 17 marzo si appresta ad eleggere l’assise giovanile per la sua terza volta.

Il traguardo è stato celebrato a Grottaferrata dai consiglieri grottaferratesi uscenti che hanno idealmente accolto, dando vita a un interessante confronto di esperienze, i giovani rappresentanti di altre città della provincia di Roma, come Valmontone e Albano, consigli neonati, e Capena, fino ad arrivare alle testimonianze di realtà assai diverse, come quella di Priverno in provincia di Latina, da dove i ragazzi si sono fatti portavoce di un fenomeno esattamente opposto a quello di Roma e provincia: la migrazione, spesso senza ritorno, dei giovani con la difficoltà, evidentemente legata per lo più a questo problema, di portare avanti sui loro territori qualsiasi progetto che possa riguardare una fascia di cittadini che nella maggior parte dei casi scelgono di andare via.

Autorevoli i contributi degli illustri relatori da Lorenzo Sciarretta, delegato alle Politiche giovanili della Regione Lazio che ha premiato l’ottimo risultato di Grottaferrata con una targa giunta direttamente dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti e ha sottolineato l’impegno che l’amministrazione regionale intende portare avanti per riattivare il rapporto con le associazioni e i gruppi giovanili, anzitutto rifinanziando dopo tanti anni proprio i Consigli dei giovani attraverso un bando: “perché crediamo che sia importante riaprire le porte alle giovani generazioni con l’amministrazione che diventa una casa di vetro dove i ragazzi possono formarsi, partecipare, offrire i loro consigli con l’obiettivo più alto: cambiare il punto di vista, il parametro di governo delle città per dare vita a comunità che siano a misura dei più deboli, cioè a misura di tutti”.

Importante il contributo di Massimiliano Monnanni, già dirigente della Regione Lazio che fu impegnato nel cammino istitutivo dal punto di vista legislativo regionale dei Consigli dei Giovani.

“Fa piacere vedere dopo dieci anni che l’istituto del Consiglio dei Giovani è vivo e vegeto e anzi, grazie al nuovo impulso che intende dare la Regione Lazio, si accinge a tornare protagonista del futuro delle politiche giovanili, essendo proprio l’ente regionale organo di garanzia, già individuato da noi all’epoca, che più di altri può dare la spinta a questo tipo di istituti che devono mantenere la loro autonomia rispetto agli altri equilibri presenti nella politica locale e all’interno delle dinamiche dello stesso comune di appartenenza. Ciò che dovrà essere ripreso è il valore del fare rete tra comuni, metodo che favorisce lo scambio e il miglioramento reciproco di situazioni talora diversissime tra loro. Quello che continua a capitarmi dopo dieci anni – ha concluso Monnanni – è reincontrare sindaci o assessori di oggi passati per l’esperienza del Consiglio dei giovani che evidentemente ha favorito anche il ricambio generazionale degli amministratori”.

Folta la rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Grottaferrata. In rappresentanza del sindaco Luciano Andreotti sono intervenuti il vicesindaco con delega alla Cultura, Luciano Vergati il quale ha sottolineato come nei dieci anni trascorsi Grottaferrata abbia “sperimentato nella pratica i buoni risultati che un percorso del genere può dare. Molti dei nostri più giovani rappresentanti in Amministrazione si sono formati in maniera ottimale proprio nel Consiglio dei Giovani. Vi assicuro che pur nella scarsezza di mezzi e risorse l’Amministrazione comunale continuerà a supportare il Consiglio dei Giovani in tutti i modi possibili. Al Comune troverete sempre le porte aperte”.

A salutare la platea anche il delegato alle Politiche Giovanili, Federico Pompili che ha raccontato la sua personale esperienza di primo degli eletti in Consiglio comunale “certamente supportato da numerosi coetanei” e ha quindi voluto ringraziare per l’impegno particolare tutti i consiglieri uscenti e in particolare l’associazione Cittadini per il Bene Comune promotrice dell’evento e collante tra le varie realtà giovanili sul territorio”.

La serata è stata condotta da Mirko DI Bernardo, assessore alle Politiche scolastiche del Comune di Grottaferrata che nel convegno ha rappresentato la testimonianza vivente del decennale del Consiglio dei Giovani, essendo stato proprio lui, oggi assessore della giunta Andreotti, il primo presidente del Consiglio dei Giovani di Grottaferrata che in conclusione dell’appuntamento ha voluto ricordare le elezioni del 17 marzo invitando i ragazzi grottaferratesi tra i 15 e i 25 anni a candidarsi per il rinnovo del Consiglio: “Ringrazio i consiglieri attuali, quelli del precedente Consiglio e tutti gli amici coi quali ho condiviso passioni, sogni, emozioni, progetti, delusioni e soddisfazioni. A tutti loro dico grazie dal cuore perché anche le esperienze relazionali più dure e difficili mi hanno in realtà aiutato a cresce e migliorare a livello esistenziale e personale. Alla fine questa esperienza di impegno è stata per me un laboratorio di vita e di promozione umana, di innovazione civile dove è stato possibile sperimentare itinerari di cittadinanza attiva e di responsabilità pubblica. Partecipate per dare un consiglio al Comune”.




Guidonia, Ammaturo sull’unico asilo nido comunale a rischio chiusura: “Non si usano i genitori”

Non si usano i genitori come clave mentre l’Amministrazione a guida M5S ha la mano corta e tende a pagare in ritardo un servizio già iscritto a bilancio. Il contratto andava firmato fin da agosto.
La gestione dell’unico asilo nido comunale “ Il Giardino di Elisa” sito in località Finestroni in Guidonia centro sembra che non trovi mai pace, ci conferma il consigliere comunale Giovanna Ammaturo, intervenuta con altri 3 consiglieri all’incontro tra i genitori e l’esponente della Esperia srl, aggiudicataria della conduzione come da determina dirigenziale n° 487 del 7 agosto 2018. Da tre settimane, da notizie stampa e dai soliti attizzatoi di veleno, erano tutti erano preoccupati della paventata chiusura a causa dei mancati pagamenti da parte dell’Amministrazione.

“Mi preme salvaguardare gli interessi reali dei bambini e dei genitori. Sono per la verità, non per il bradipismo amministrativo di cui soffre questo Comune insieme a troppi in Italia. Leggo i contratti prima di cavalcare, come fa certa sinistra, le tigri di aspetti negativi ergendosi a paladini, perché ancora si ritengono il giusto rifugio del panico sociale che loro stessi rinfocolano. L’usuale manuale di sopravvivenza di certi salotti radical chic. Questo edificio progettato nel 2008, sovvenzionato con Fondi Europei di Sviluppo Regionale ( POR- FESR) 2007 -2013 e regolarmente erogati è
realizzato in bioedilizia, è alimentato da impianto solare e fotovoltaico e si sviluppa su un’area di circa 4mila mq con ampi spazi interni ed esterni per l’attività ludico-formativa. La gara per la costruzione fu vinta dalla società DI.BI Costruzioni di Roma per poco più di 1,3 mln di euro. I tempi, da sei mesi previsti, diventarono 24 e, sebbene completata nel novembre del 2015, fu aperta a scopo sperimentale solo nel febbraio 2017. A giugno 2018 da piazza Matteotti uscì il capitolato per l’affidamento fino al 24 luglio 2020 con opzione per l’anno successivo di ben 30 pagine: redatto con cura e scienza dal dirigente Nardi, il P.O. Cardoni e la responsabile Marino. In esso si prevede tutto, dai costi agli orari di apertura alla pulizia delle tettarelle e dei giocattoli a come preservare i cibi. Compresi ovviamente gli obblighi per l’Amministrazione e per l’aggiudicatario che è la società Esperia srl. Una azienda qualificata che gestisce 26 strutture tra Lazio, Lombardia, Toscana
e Campania, con più di 1150 bambini con fatturato nel 2017 di poco superiore a 9 mln di euro.
Esperia srl su una base d’asta di poco più di 723 mila euro all’anno è riuscita nell’aggiudicazione al ribasso di 630.336,24. Pari al netto di 60 bambini ospiti a 476,77 euro al mese/bambino.
Considerando che la retta minima con l’ISEE alla mano è pari a 130 euro e max di 240, il resto è ovvio lo aggiunge il Comune. È evidente che la civica Amministrazione ha posizionato in bella vista nel bilancio comunale la somma di 27.652,66 pari alla retta mensile da onorare alla Esperia srl
per il servizio che per l’Art.19 del capitolato è subordinato alla presentazione della fattura con allegato l’elenco dei bambini iscritti e fruitori come ha fatto per l’ultima il 29 gennaio onorando la fattura 1-19 del 7 gennaio scadenza marzo 2019. Da tempo – conferma l’Ammaturo- in
Commissione Sociale, ho chiesto copia del verbale di verifica e consegna dell’asilo alla Esperia srl, senza esito. Non possono esserci alibi per nessuno. La Esperia srl non può permettersi di paventare chiusure esercitando inopportuni pressioni psicologiche sui genitori utilizzati come clave verso il
Comune e sulla stampa né tantomeno da agosto gli Amministratori non hanno ancora sottoscritto il contratto. Nel capitolato ci sono obblighi per entrambe le parti e nell’interesse di tutti. La Società non può chiudere l’asilo. Lo conferma lo stesso articolo 19 “ eventuali ritardi di pagamenti non potranno essere invocati come motivi di risoluzione del contratto”. Resto delusa nel verificare che sullo splendido sito web della Esperia srl si evidenzia tante capacità professionale, l’apertura di sili nido presso i Carabinieri, l’aeroporto di Pratica, Tim a Napoli, Inps, Unicredit a Roma e poi non può permettersi un avvocato per sollecitare il regolare pagamento senza angosciare i genitori riuscendo comunque a strumentalizzare dei bambini fino a 36 mesi e vantandosi come ha fatto l’esponente della società durante l’incontro di due giorni orsono di non volersi fare strumentalizzare
dalla Amministrazione comunale. Abbiamo interrogato il Sindaco sui motivi della mancata firma contrattuale e il diniego del verbale di consegna. Vigileremo ed informeremo i cittadini sui corretti comportamenti di entrambe le parti, nell’interesse civico e civile della terza Città del Lazio.”
Giovanna Ammaturo Consigliere Comunale Guidonia Montecelio




Rieti, furti in appartamento: presa banda di georgiani

 La Polizia di Stato ha ulteriormente rafforzato l’attività di prevenzione e repressione dei reati predatori, con particolare riguardo ai furti in appartamento, allo spaccio di sostanze stupefacenti ed 
all’ommigrazione clandestina, attraverso mirati servizi di controllo del territorio programmati dal Questore di Rieti Dott. Antonio Mannoni, con l’impiego degli equipaggi della Squadra Volante e delle 
pattuglie della 
Squadra Mobile.

Tali servizi, nella mattinata di venerdì scorso, hanno permesso agli investigatori della Squadra Mobile di arrestare tre cittadini georgiani con precedenti di polizia per furti in abitazione: G.R. del 1975, T.N. del 
1980 e T.Z. del 1989, sorpresi in flagranza di reato mentre cercavano di depredare un appartamento nel quartiere reatino di Molino della Salce.

L’operazione della Polizia di Stato scaturisce dall’analisi dei furti commessi nel capoluogo, analisi che si basa sul cosidetto sistema di georeferenziazione dei reati, un sistema informatico alimentato 
in tempo 
reale da input concernenti la tipologia di reati – le modalità e luoghi di commissione, recepiti da denunce, interventi delle forze di polizia e segnalazioni dei cittadini. 

Gli Agenti della Squadra Mobile, grazie allo studio dei risultati forniti della georeferenziazione dei reati, già da diversi giorni erano sulle tracce di alcuni stranieri che le evidenze investigative effettuate 
indicavano come probabili autori di numerosi furti commessi negli ultimi mesi in determinate vie del capoluogo reatino.

Dopo numerosi appostamenti e pedinamenti gli Agenti della Questura di Rieti hanno individuato due uomini che si introducevano all’interno di una palazzina nel quartiere di Molino della Salce e li hanno così 
immediatamente bloccati mentre, con degli arnesi professionali, stavano forzando la porta di un appartamento.

I due malviventi, immediatamente arrestati nella flagranza di reato, sono stati identificati per i cittadini georgiani: G.R., colpito da un decreto di espulsione emesso dal Prefetto di Roma nel dicembre del 2018,  e 
T.N., entrato in Italia dopo essere transitato dalla frontiera Schengen dell’Austria lo scorso dicembre; entrambi erano in possesso di numerosi arnesi professionali da scasso, con i quali riuscivano agevolmente 

forzare le serrature delle porte di ingresso degli appartamenti, e di alcune piastrine di metallo utilizzate per isolare i sensori dei sistemi di allarme.

Gli Agenti della Polizia di Stato hanno inoltre individuato un terzo uomo, identificato per il cittadino georgiano T.Z., sprovvisto di titoli di soggiorno, appostato nei pressi ed immediatamente bloccato dagli Agenti 
di una Volante, che a bordo di una autovettura con targa straniera fungeva da “palo” e stava cercando di contattare con il cellulare i suoi complici per informarli della presenza della Polizia. 
Nell’auto custodiva 
altri arnesi atti allo scasso e guanti in lattice utilizzati per non lasciare impronte digitali.

Gli investigatori ritengono che i tre, senza fissa dimora in Italia, pendolari del crimine, gravati da numerosi precedenti per furto in abitazione, siano i responsabili di gran parte dei furti in appartamento 
commessi a Rieti negli ultimi mesi ed al riguardo è in corso un mirata attività d’indagine volta a raccogliere le prove necessarie.

Gli approfondimenti investigativi effettuati nelle banche dati delle Forze di Polizia, con il riscontro delle impronte digitali AFIS, hanno anche evidenziato che  uno dei tre arrestati,T.N., era già noto alle Forze 
dell’Ordine con l’alias di I.A., nato in Lituania nel 1980, nominativo fornito in occasione del suo arresto operato sempre dalla Polizia di Stato in occasione di una rapina commessa a Roma nel 2011 e per 
la quale la 
Corte di Appello di Roma aveva emesso un ordine di cattura per l’espiazione di una pena di anni 1, mesi 2 e giorni 21. Gli Agenti della Questura di Rieti, al momento dell’arresto, hanno quindi eseguito 
anche l’ 
ordine di cattura.

L’individuazione dei tre giorgiani ed il loro arresto, che si aggiunge all’individuazione e alla denuncia di altri due georgiani sorpresi nei giorni scorsi dagli Agenti della Volante e della Squadra 
Mobile della 
Questura di Rieti mentre stavano tentando di introdursi in un altro appartamento reatino, costituisce un risultato operativo di rilievo poiché è stato neutralizzata l’attività di  malviventi 
“pendolari” dediti al 
furto seriale nelle abitazioni reatine.

I tre georgiani arrestati sono stati accompagnati presso la Casa Circondariale di Rieti, a disposizione della locale Autorità Giudiziaria davanti alla quale dovranno rispondere del reato di tentato furto aggravato, 
mentre uno di essi, T.N., dovrà anche scontare la pena comminatagli dalla Corte di Appello di Roma per la rapina commessa nella capitale nel 2011.