Fiera del Levante a Bari, Palese (FI): Gentiloni troppo ottimista. Bene interventi straordinari al sud ma finora solo pannicelli caldi

BARI – “L’ottimismo decisamente eccessivo del Presidente del Consiglio, francamente al Sud non viene percepito da famiglie e imprese. Lo stesso Presidente ha peraltro ammesso che finora le politiche del Governo sul Mezzogiorno sono state inefficaci perché non hanno prodotto né più lavoro né lo sperato aumento del Pil. Tanto che lo stesso Presidente ha annunciato l’intenzione di tornare a politiche straordinarie per favorire la ripresa e la crescita al Sud. Questo è assolutamente auspicabile e ci auguriamo che l’annuncio si traduca in atti e in fatti già nella prossima Legge di Bilancio. Delude il silenzio del Governo sulla questione ‘trivelle’ su cui invece avevamo chiesto di rassicurare la popolazione, ed il Salento in particolare, anche perché, come ha detto anche il Presidente Emiliano, su questo tema non intendiamo mollare. Delude infine che sul Patto Puglia il Governo non abbia chiarito quanti soldi ci sono, quando arriveranno e a che punto stanno realmente le cose. Come sempre da questo Governo arrivano annunci, analisi e dichiarazioni di intenti mentre noi aspettiamo i fatti”. Lo dichiara Rocco Palese, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Bilancio della Camera, commentando il discorso con cui il Presidente del Consiglio ha inaugurato l’81ma edizione della Fiera del Levante.




Frosinone, Zicchieri rafforza Noi Con Salvini in Ciociaria: Enrico Cavallaro prende la reggenza della provincia

Visto le numerose richieste di ingresso a noi con Salvini dai tanti comuni della Ciociaria ivi compreso la città capoluogo, la Direzione Regionale di NCS ha ritenuto opportuno rafforzare la dirigenza provinciale con la presenza  di una figura di spicco politico in ambito Regionale nella persona di Enrico Cavallari consigliere e capogruppo NCS in un municipio romano.

Enrico Cavallari vice coordinatore regionale di noi con Salvini prende la reggenza della provincia di Frosinone e’ sarà coadiuvato nel lavoro già svolto dalla uscente coordinatrice Kristalia Rachele Papaevangeliu  il delegato politico Fabio Forte e tutti i militanti che sino ad oggi tanto hanno dato alla Provincia Ciociara.

 

In occasione della conferenza stampa tenutasi venerdi’ 8 settembre il coordinatore regionale Francesco Zicchieri dopo aver dato mandato a Cavallari, ha presentato alla stampa  Gianfranco Rufa  consigliere comunale di Veroli che aderisce al progetto di noi con Salvini e dara’ sicuramente al fianco della dirigenza ciociara un grande contributo..

Zicchieri dichiara che:  “la provincia di Frosinone e’ importante per noi con Salvini  visto le tante richieste di adesione da parte di consiglieri comunali nella  gran parte dei 91 comuni della provincia e dei tanti cittadini che vogliono aderire al progetto di Matteo Salvini che ci contattano tutti i giorni; ho ritenuto opportuno con una decisione collegiale insieme alla dirigenza Ciociara Iniziare un nuovo percorso volto alla crescita del movimento creando un asse diretto con Roma auguro un in bocca al lupo e buon lavoro a Enrico Cavallari, ringrazio Kristalia Rachele Papaevangeliu per il lavoro svolto  fino ad oggi insieme ai tanti militanti e dirigenti, ringrazio Fabio Forte per la sua costante e incisiva presenza sul territorio e sono sicuro che in questa fase tutti insieme insieme faremo diventare la Provincia di Frosinone protagonista della Politica Laziale e non solo…..  elemento Gianfranco rufa consigliere comunale di Veroli a quale auguro buon lavoro e che sicuramente al fianco della dirigenza ciociara darà un grande contributo.”




Regionali Sicilia, Anello rompe con Ferrandelli: Orlando a Taormina invoca l’unione del centrosinistra

regionali sicilia

di Paolino Canzoneri

PALERMO – Come se la campagna elettorale per le Regionali in Sicilia non fosse terreno di colpi di scena imprevedibili, ecco che la notizia della rottura tra Anello e Ferrandelli aggiunge un ulteriore tassello ad una sfida agguerrita dai contorni forse complessi da comprendere.
Una matassa da sbrogliare in primis agli occhi dell’elettore che quasi ogni giorno assiste passivo ad accordi sanciti un giorno prima e repentinamente ribaltati l’indomani; accordi e fiducie della durata spesso di 24 ore che non fanno altro che dimostrare, casomai ce ne fosse bisogno, che la politica appare un groviglio troppo spesso motivato per interessi distanti dai cittadini.
Il capogruppo in Consiglio Comunale Alessandro Anello della lista “Per Palermo con Fabrizio” che fino a ieri sosteneva il candidato Fabrizio Ferrandelli dei “Coraggiosi” ha rilasciato una secca e chiara nota che appare come una rottura insanabile: “Prendo le distanze dalla scelta politica di Fabrizio Ferrandelli. Né io né il mio collega di gruppo Elio Ficarra sosterremo in campagna elettorale il rettore Fabrizio Micari, candidato alla presidenza della Regione espressione del sindaco Leoluca Orlando, con il sostegno del Pd e del centrosinistra. Oggi leggo le dichiarazioni di Fabrizio Ferrandelli e prendo atto che questo percorso iniziato insieme con tanto entusiasmo e volontà di cambiamento s’interrompe e certamente non ci vedrà più uniti nella stessa direzione. Cosi le nostre strade si separano, ma il programma elettorale per la città continua. Con grande determinazione e coerenza faremo una vera opposizione costruttiva e di buon senso nell’interesse dei cittadini”.
Di colpo con questa “scossa tellurica” che riposiziona un assetto verso un centrosinistra in fase espansiva sembra necessiti, ora come non mai, di una coesione ed unità che potrebbe alla lunga diventare una chiave di lettura vincente. E’ questo il parere del sindaco Leoluca Orlando a Taormina presente con il segretario del PD Matteo Renzi, nel primo appuntamento elettorale a sostegno di Micari. Orlando parla chiaramente di una necessità di “campo largo”: “Ho seguito con grande interesse la vicenda politica regionale, convinto come sono della necessità di un netto cambiamento rispetto agli ultimi anni e sento oggi il bisogno di ricordare ancora una volta e con chiarezza che un un percorso civico fondato su punti programmatici chiari e su un candidato civico, nella persona di un esponente prestigioso e internazionalmente riconosciuto della vita culturale e amministrativa, sono oggi l’unico contributo di novità in Sicilia. In tanti, io fra questi, stiamo accantonando posizioni di legittimo orgoglio per storie personali e politiche e abbiamo creduto e crediamo in un percorso civico di centrosinistra fondato sulla pari dignità di centro e di sinistra, sulla chiarezza di scelte programmatiche necessarie per una svolta che dia senso alla speciale autonomia siciliana, dopo lunghissimi anni di un suo uso perverso. La Sicilia non può e non deve più vivere l’ennesima occasione mancata di sviluppo, né essere mortificata divenendo teatro di scontri o posizionamenti relativi a ruoli nazionali o ambizioni di parte. Questo mio non è soltanto un appello, ma anche un contributo che mi permetto di offrire partendo dal cambiamento culturale e politico di Palermo e che vede nella costruzione di un Movimento dei territori, da tempo e da tanti condiviso, il naturale sbocco e strumento di quanti hanno un vero interesse a costruire percorsi e luoghi politici di incontro e crescita comune fra identità, culture, sensibilità e storie politiche diverse”.
Le parole del sindaco di Palermo contengono difatti anche messaggi chiari a Pisapia e Fava nell’interesse collettivo di evitare scontri che non possono fare altro che compromettere quella necessità di unione unica garanzia di forza per il centrosinistra. Pisapia stesso pochi giorni fa sul Corriere della Sera aveva parlato di coalizione non civica e neanche di centrosinistra ma Orlando stesso in risposta ha aggiunto: “Mi permetto di rivolgere un appello affinché insieme si possa lavorare per un nuovo futuro di cambiamento e sviluppo, per non consegnare la Sicilia a prospettive catastrofiche che rischiano di incidere non soltanto sugli assetti di governo ma più drammaticamente sui valori stessi di convivenza civile fondata sul rispetto dei diritti di tutti e di ciascuno e a partire dal rispetto dei diritti di chi non ha lavoro, casa e salute e di chi produce cultura, formazione e impresa senza parassitismi e soffocanti rendite monopoliste”.
La sfida per le elezioni Regionali previste per il 5 novembre continua e nuovi sviluppi non si faranno attendere.



Intervista a Tagliente sul “113 soccorso pubblico pronto”: il suo impegno per i cittadini tra passato, presente e futuro

di Chiara Rai

Il 113, come numero unico e gratuito da utilizzare per le richieste di soccorso pubblico e di pronto intervento in caso di emergenza, dopo una breve sperimentazione nel Lazio e in Umbria, venne istituito, in ambito nazionale dal 1^ marzo 1968. Con questa pubblicazione abbiamo raccolto una testimonianza fondamentale, quella del Prefetto Francesco Tagliente, già Questore di Roma, per conoscere da vicino il 113.

 

Prefetto Francesco Tagliente, lei quando venne pensato e reso operativo il 113 era già in servizio. Cosa rappresentò per le istituzioni italiane l’attivazione del numero telefonico unico a livello nazionale per le richieste di soccorso pubblico?

R “Il 113, negli anni 70, rappresentò una vera e propria rivoluzione culturale dei servizi di Polizia. L’attivazione del Servizio rappresentò soprattutto il punto di arrivo di un progetto fortemente voluto ed estremamente complesso, la cui riuscita fu il risultato del caparbio superamento delle evidenti difficoltà tecniche, legate all’assetto frammentario della rete telefonica, e della paziente rimodulazione degli aspetti burocratici e amministrativi, che offrono resistenza ogni volta che si attivano nuove misure organizzative e gestionali.

 

 

Quali furono le difficoltà tecniche incontrate e i risvolti, operativi e amministrativi, connessi alla unificazione nazionale del servizio di soccorso pubblico istituzione 113?

L’unificazione nazionale del servizio di soccorso pubblico impose, la completa ristrutturazione logistica delle sale operative che, divenute centrali operative di telecomunicazioni (COT), acquisirono il compito di raccogliere le chiamate dei cittadini per attivare tempestivamente gli interventi di soccorso generico e specifico, raccogliere e dare informazioni oltre che per coinvolgere negli eventi anche gli altri enti competenti (servizio sanitario, Vigili del fuoco, municipalità, ecc).

Si determinò, quindi, anche quella ristrutturazione degli Uffici i cui caratteri generali sono divenuti oggi ordinari: mentre il servizio degli equipaggi di “Volante” continuò a svolgere le attività di prevenzione e repressione dei reati, la Squadra Mobile venne destinata esclusivamente alle attività investigative ed operative nel settore della criminalità, che cominciò a svolgere esclusivamente in abiti borghesi.

 

 

Con il passare degli anni, quale evoluzione organizzativa e operativa comportò il Servizio 113?

Una volta avviato, il “113” proseguì la sua evoluzione organizzativa e operativa su un doppio binario: professionale e tecnologico.

L’evolversi della normativa, il panorama sociale sempre più complesso e la possibilità di adottare metodologie sempre più efficaci di contatto col cittadino e di risoluzione delle emergenze come risultato di esperienze maturate e condivise a livello nazionale nel corso degli anni, faceva emergere la necessità sempre più concreta di una maggiore e costante specializzazione del personale addetto al Servizio 113.

Peraltro, il superamento dei confini della provincia per un nuovo orizzonte nazionale, impose da subito un investimento sulla formazione del personale, per uniformare il modus operandi e le capacità di valutazione delle emergenze su tutto il territorio del Paese agli standard più alti di accessibilità e disponibilità.

 

 

Quali furono i primi risultati dell’investimento sulla formazione degli operatori del 113?

La progressione professionale degli incaricati del settore non si limitò ad affrontare i criteri di comunicazione e le procedure di coordinamento dei servizi di pronto intervento ma consentì di istituire servizi specifici per fronteggiare situazioni di estrema delicatezza collegate a reati o fenomeni che coinvolgevano le cosiddette “fasce deboli” (minori, anziani, disabili, donne vittime di violenza, ecc).

 

 

Quali furono le iniziative e i progetti attuati a livello nazionale?

Molte iniziative interessavano porzioni limitate del territorio. Alcuni progetti invece, dopo una prima fase sperimentale, furono resi operativi sull’intero territorio nazionale, come il “113 antidroga”, per garantire l’intervento della Polizia e anche l’assistenza sanitaria in caso di richiesta di soccorso o segnalazione di attività delittuose riguardanti l’assunzione di sostanze stupefacenti, il “113 anziani”, come servizio di soccorso e guida per la terza età dopo i pesanti disagi causati dal caldo torrido monitorati nell’estate del 1988 e il “dispositivo DTS” per i sordi attivato nel 1991.

Le modalità di organizzazione del 113 si arricchivano intanto delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie, prime fra tutte quelle digitali in sostituzioni delle tecnologie analogiche, che consentirono un considerevole incremento della capacità di ricezione e gestione del numero di chiamate e, conseguentemente, di interventi.

Risultò anche possibile predisporre una “rete di controllo sui sistemi di allarme” di banche, uffici, esercizi commerciali che ancora oggi, aggiornata nel tempo al passo con le ulteriori innovazioni, garantisce il controllo in remoto di obiettivi ritenuti sensibili.

 

Quale furono i primi investimenti per potenziare le installazioni per la sicurezza dei cittadini?

Il “Servizio 113” si dotò, anche delle prime postazioni telematiche e di terminali che permisero e consentono ad oggi di consultare in tempo reale banche dati per fornire all’operatore su strada informazioni preziose e spesso determinanti al fine della soluzione di un evento, di una emergenza o per garantire una maggiore efficacia dell’intervento (archivi di veicoli, pregiudicati, documenti, ecc).

 

A che epoca risale il “Servizio 113 on line”?

Risale a una decina di anni fa. Tra le innovazioni dell’epoca oltre al “Servizio 113 on line”, per le informazioni e le segnalazioni via Internet, ricordo il “Sistema di controllo del territorio (SCT)” di supporto delle decisioni.

Il “Servizio 113 on line”, fu inaugurato nel febbraio del 2006 (sito http://www.commissariatodips.it). Rappresentava il primo Commissariato totalmente virtuale in Europa. Suddiviso in ufficio denunce, passaporti, minori, immigrazione, concorsi, sicurezza telematica e polizia amministrativa e sociale, possiede una sezione informativa interforze su minori scomparsi, auto ed oggetti rubati, documenti smarriti e banconote false, oltre ad un catalogo Il 113 al passo con i tempi: connessi con il web ed i servizi on line delle armi e dei latitanti. In questo Commissariato virtuale i cittadini reali possono inoltrare denunce per reati telematici, per furto o per smarrimento, oltre che effettuare segnalazioni, richiedere consigli o suggerimenti ad esperti in telematica, accedere a forum tematici e a specifiche aree con segnalazioni riguardanti soprattutto la sicurezza per chi naviga in Internet.

 

Mi stava parlando “Sistema di supporto delle decisioni”

Il “Sistema di controllo del territorio”, per mezzo di sofisticate tecnologie e strumenti informatici, garantisce il controllo ininterrotto dell’evoluzione degli eventi che hanno dato luogo ad una richiesta da parte dei cittadini di un intervento della Polizia.

Questa possibilità di controllo si estende alla gestione delle risorse sul territorio, i cui equipaggi sono monitorati in un sistema cartografico (vettoriale) capace di utilizzare sia mappe telematiche che riproduzioni fotografiche (ortofoto) del luogo del fatto, e permettere così un coordinamento più razionale e rapido degli interventi in favore della maggiore incisività ed efficacia della risposta concreta alle richieste dei cittadini. Gli stessi equipaggi che operano su strada vengono progressivamente dotati di un navigatore satellitare e di una tastiera per lo scambio dati con la sala operativa, che si aggiungono all’ordinaria comunicazione sostenuta con i tradizionali apparati radio. Per realizzare ciò, il Sistema di controllo del territorio si avvale anche dell’interconnessione con le centrali operative delle altre Forze di Polizia, oltre che con le telecamere fisse e mobili presenti in ambito urbano e di una parete video–wall predisposta per proiettare ingrandimenti di mappe, foto e immagini per l’uso condiviso delle risorse nei grandi e medi eventi.

L’informatizzazione del sistema, con la raccolta costante dei dati relativi agli eventi e alle loro soluzioni, ha consentito l’adozione del “Sistema di supporto delle decisioni”: si tratta di un apparato che, permettendo di analizzare gli interventi per natura, localizzazione, periodicità e contesto urbano, consente di pianificare ed effettuare previsioni oggettive per un sempre più efficace servizio di prevenzione della commissione di reati.




Acea, lago di Bracciano: la Regione autorizza nuove fonti di captazione

Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha autorizzato Acea all’approvvigionamento idrico da nuove fonti di captazione. Nel decreto regionale sono state indicate anche le relative prescrizioni che il gestore idrico dovrà adottare.

Un’alternativa, dunque, quella messa in campo dalla Regione Lazio, offerta all’Acea per sopperire alle captazioni sul lago di Bracciano. Nicola Zingaretti ha rivolto un appello al sindaco di Roma, Virginia Raggi, affinché Acea interrompa il prelievo dell’acqua dal bacino lacustre, dopo che il Tribunale delle acque aveva annullato di fatto la sentenza del Tar che prevedeva lo stop alle captazioni a partire dallo scorso 1 settembre.

La Regione Lazio trasmetterà alle amministrazioni rivierasche interessate il dato giornaliero delle captazioni operate dal Lago di Bracciano, da parte del gestore Acea Ato 2 spa. La mission regionale è quindi quella di cercare di preservare il lago e consentire un monitoraggio giornaliero costante e continuo sul flusso di approvvigionamento della risorsa idrica in maniera trasparente e diffusa con i Comuni del Lago e dell’Ente Parco.

Ad Acea Ato 2 è stata data l’autorizzazione all’uso delle seguenti fonti di approvvigionamento idrico per la Capitale:
• Campo pozzi Colle Mentuccia 80 L/Sec
• Campo pozzi Torre Spaccata 10 L/Sec
• Campo pozzi Vigne Nuove 70 L/Sec
• Campo pozzi Professore 80 L/Sec, per un totale di 240 litri al secondo.
Si tratta di fonti alternative all’utilizzo del lago di Bracciano, che erano state sollecitate al gestore idrico, Acea Ato 2, dall’amministrazione regionale in più di un’occasione lo scorso agosto.

Con questo decreto, firmato dal presidente Zingaretti nelle vesti di Commissario delegato per l’emergenza idrica della Regione Lazio, si autorizza dunque Acea all’attivazione dello sfruttamento emergenziale delle fonti, subordinata alla verifica da parte delle ASL competenti, ed al successivo monitoraggio, a cura e spese di Acea Ato2, della qualità delle risorse sopraindicate.

I cronoprogrammi di campionamento delle fonti dovranno essere tempestivamente comunicati al Commissario Delegato, e al fine dell’attivazione delle captazioni integrative richieste, il gestore Acea Ato2 Spa dovrà procedere anche all’implementazione di un sistema di monitoraggio ambientale in grado di fornire un quadro esaustivo circa l’evoluzione dello stato dei corpi idrici interessati. Infine, i dati del monitoraggio dovranno essere trasmessi alla Direzione Regionale Risorse Idriche, Difesa del Suolo e Rifiuti ed alla Direzione Regionale Ambiente e Sistemi Naturali, consentendo l’eventuale divulgazione a terzi.




Un decreto cambia il modo di fare le intercettazioni: ecco le frasi che non leggeremo più

Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha pronto un decreto legislativo sulle intercettazioni. Lo scrive Repubblica in edicola oggi dove si legge che, tra le novità, “dai provvedimenti della magistratura – a partire dalle ordinanze di custodia cautelare – scompariranno le intercettazioni integrali, pubblicate tra virgolette”.

I testi delle intercettazioni saranno riassunti

Secondo il quotidiano romano, il decreto impone a pubblici ministeri, giudici per le indagini preliminari e giudici del tribunale del riesame di riassumere i testi delle intercettazioni. Nessuna pubblicazione integrale sarà più possibile, quindi, e anche gli avvocati dovranno aspettare l’udienza stralcio per ascoltare e vedere le intercettazioni sotto forma di colloquio.

Sul decreto legislativo – frutto della delega contenuta nella legge sul processo penale in vigore dal 4 agosto – il Guardasigilli aprirà una rapida consultazione con i capi delle più importanti procure, le Camere penali, la Fnsi. Orlando ha ancora due mesi di tempo per esercitare la delega. Il decreto disciplina anche l’uso dei Trojan horse, cantatori informatici attivabili a distanza.

Le frasi che non si potranno più leggere

Repubblica elenca anche le frasi ormai celebri delle intercettazioni che col decreto Orlando non potranno più essere trascritte né pubblicate. Vediamo le più famose:

  • Silvio Berlusconi: “La patonza deve girare” (commentando al telefono una cena a Palazzo Grazioli)
  • Matteo Renzi: “Non è cattivo, non è proprio capace…” (parlando dell’allora premier Enrico Letta col generale della Finanza, Michele Adinolfi nel 2014)
  • Stefano Ricucci: “Ma che stiamo a fa’ i furbetti del quartierino?” (in riferimento alla scalata di Unipol a Bnl del 2005)
  • Francesco De Vito Piscicelli: “Io ridevo questa mattina alle 3.30” (imprenditore parla del terremoto dell’Aquila)
  • Massimo Carminati: “Noi siamo tra i vivi e i morti: questa è la teoria del mondo di mezzo” (intercettazione nell’inchiesta ‘Mafia capitale’)
  • Luciano Moggi: “Mi sono portato le chiavi in aeroporto” (l’allora dg della Juve raccontava di aver chiuso negli spogliatoi l’arbitro Paparesta)
  • Federica Guidi: “Mi trattano come una sguattera del Guatemala” (l’ex ministra dello Sviluppo economico di Renzi al fidanzato, l’imprenditore Gianluca Gemelli)

Il ministero. “Nessun testo definitivo”

Il ministero della Giustizia in una nota ha precisato, “con riferimento a quanto riportato oggi a mezzo stampa relativamente al decreto legislativo in materia di intercettazioni”, che allo stato attuale, sta lavorando “alla stesura del testo”.

La nota precisa che il contenuto di questo “terrà conto anche del confronto prezioso e del contributo significativo di esponenti della giurisdizione, dell’avvocatura, della stampa e del mondo accademico che il ministro incontrerà, come già previsto, nei prossimi giorni”.

 




Castel Gandolfo: un convegno dedicato al rispetto per l’ambiente

 

 

CASTEL GANDOLFO (RM) – “L’approccio sapienzale alla problematica ambientale e la Laudato sii di Papa Francesco”, è il nome dell’incontro che l’Associazione dei Nuovi Castelli Romani, in collaborazione con la parrocchia pontificia San Tommaso da Villanova, ha organizzato per sabato 16 settembre prossimo (ore 17.30) a Castel Gandolfo, nella Cripta della chiesa pontificia San Tommaso da Villanova.

Un ossequio all’ambiente che, partendo dalla giornata mondiale di preghiera per la cura del creato istituita dal Pontefice per il 1 settembre, vedrà all’attenzione dei relatori e dei presenti la seconda enciclica pastorale di Papa Francesco dedicata alla tutela della Casa Comune, nel suo desiderio di vederla oggetto di maggiore misericordia.

Quindi niente più distese inquinate di macerie, deserti e sporcizia, basta indifferenza di fronte alla perdita della biodiversità e distruzione degli ecosistemi, stop al riscaldamento a causa dell’attività umana che provoca siccità, inondazioni, incendi ed eventi meteorologici sempre più gravi.

“Attraverso uno sfruttamento sconsiderato della natura, l’uomo rischia di distruggerla e di essere a sua volta vittima di siffatta degradazione” scrive Jorge Mario Bergoglio nel suo messaggio che indica anche “l’urgenza e la necessità di un mutamento radicale nella condotta dell’umanità”. Perché senza un “autentico progresso sociale e morale” la crescita economica e il progresso tecnologico possono ripercuotersi sull’uomo.

“Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti” continua il Papa che invita ad “eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell’economia mondiale e correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente. Perché tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità”.

Il convegno vedrà presenti il cardinale Angelo Comastri (presidente Fabbrica San Pietro), Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto (luogotenente di Gran Maestro Balì del Sovrano Militare Ordine di Malta), Don Pietro Diletti (parroco chiesa pontificia San Tommaso da Villanova), Sandro Caracci (presidente Parco Castelli Romani), Milvia Monachesi (sindaco Castel Gandolfo), Alberto Bertucci (sindaco Nemi), Carmelo Pandolfi (docente Ateneo Pontificio Regina Apostolorum Roma), Alfonso Pecoraro Scanio (docente Università Tor Vergata Roma e presidente Fondazione Univerde), Mustafa Cenap Aydin (Membro del Comitato Direttivo Nazionale della Religions for Peace Italia onlus), Tiziana Bavaro (socia Associazione dei Nuovi Castelli Romani), Ettore Pompili (presidente onorario Associazione dei Nuovi Castelli Romani). Sono stati invitati i sindaci dei Castelli Romani e del vicino litorale.

“Approccio sapienzale vuol dire guardare all’ambiente non solo in termini economici e con misuratori empirici, ma coglierne la bellezza, la logica, l’essere, la rete di relazioni che lo intesse – afferma il presidente NCR Ettore Pompili -. Credenti e non, cristiani di diverse confessioni sono chiamati a convergere sulla necessità di tutela dell’ambiente. Anche tramite l’affinamento della sensibilità etica e religiosa, della prova d’amore per le tradizioni. Il creato e la cultura dei Castelli Romani sono in grado di esprimere al meglio tutto ciò”.

Agli organizzatori e ai relatori del convegno, il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che, nel sottolineare l’importanza del momento di riflessione, ne ha apprezzato e lodato gli intenti inviando altresì un suo personale pensiero.

L’evento ha ricevuto il patrocinio dei comuni di Nemi e Castel Gandolfo e del Parco Regionale dei Castelli Romani.




Firenze, violenza sessuale studentesse Usa: indagati 2 carabinieri

FIRENZE – I reperti della polizia scientifica nello stabile dove vivono le due ragazze americane che hanno denunciato di essere state violentate da due carabinieri confermerebbero la presenza di tracce biologiche compatibili con un rapporto sessuale che sarebbe avvenuto nell’androne del palazzo. Le stesse ragazze avevano raccontato che una di esse aveva subito gli abusi in quell’ambiente. Altre tracce di questo tipo sarebbero state trovate nel percorso tra l’ingresso del palazzo fino nell’appartamento delle due giovani

L’ auto dei carabinieri con la quale i due militari accusati da due ragazze Usa di averle violentate potrebbe aver sostato per circa 20 minuti davanti al palazzo del centro storico in cui vivono le giovani. Il dato emergerebbe dalle immagini di due telecamere di sicurezza vicino all’immobile: la prima ha ‘ripreso’ l’arrivo della vettura e l’altra la sua uscita dalla zona. Tra le due immagini intercorrerebbero, appunto, 20 minuti. Non ci sarebbero invece telecamere nella piazzetta dove si affaccia il palazzo.

Sulla vicenda della presunta violenza sessuale compiuta a Firenze da due carabinieri ai danni di due turiste americane, il comandante generale del’Arma, generale Tullio Del Sette, interpellato dall’ANSA, ha detto che “se fosse vero, cosa che auspichiamo tutti venga accertata quanto prima, si tratterebbe di un fatto di gravità inaudita che rende i protagonisti indegni dell’uniforme che indossano e che comporterà gravi conseguenze, anche immediate, sul piano disciplinare e della condizione di stato”.

Anche la procura militare di Roma ha aperto un fascicolo sulle presunte violenze sessuali compiute a Firenze da due carabinieri ai danni due studentesse americane. Lo ha confermato all’ANSA il procuratore militare, Marco De Paolis, precisando anche “al momento di tratta di atti relativi al fatto”.

Sono stati individuati e indagati i due carabinieri accusati da due ragazze statunitensi di averle violentate. L’inchiesta sulla vicenda è stata aperta dalla procura di Firenze. I due militari sono tra quelli che, nella notte tra il 6 ed il 7 settembre, sono intervenuti in una discoteca di Firenze, chiamati dal titolare, per disordini che si erano verificati nel locale. I due carabinieri, secondo l’accusa delle ragazze, le avrebbero accompagnate a casa dove si sarebbero verificati gli abusi.

Ci sarebbero testimoni che hanno visto le due ragazze salire sull’auto di servizio dei carabinieri, davanti alla discoteca, e il percorso fino davanti l’abitazione delle due giovani statunitensi, nel centro di Firenze, sarebbe confermato anche dalle immagini di alcune telecamere di sorveglianza. I due militari non sarebbero ancora stati ascoltati dalla procura, né al momento, raggiunti da informazione di garanzia.

Gli inquirenti hanno sentito le ragazze ancora in procura ieri fino a tarda notte, separatamente, e il loro racconto è adesso al vaglio degli uomini della squadra mobile. Gli inquirenti avevano deciso di risentirle per chiarire alcuni punti e colmare alcune lacune presenti nel primo resoconto che avevano fornito a poche ore dal fatto. Le due ragazze avevano confermato la loro versione.

Intanto il console generale Usa a Firenze, Benjamin Wohlauer, ha incontrato il questore di Firenze Alberto Intini in questura. Il colloquio tra il diplomatico ed il questore è durato poco meno di un’ora ed il console ha lasciato la questura senza fare dichiarazioni. Firenze è una delle città italiane con la maggiore concentrazione di sedi di università americane, alle quali si aggiungono le numerosissime scuole di lingua italiana per stranieri.

Interviene anche il dipartimento di Stato Usa : “Prendiamo queste accuse molto seriamente”, hanno detto all’ANSA dal dipartimento di Stato Usa.




L’Italia, il paese “presunto: guai a parlar male dei migranti

di Roberto Ragone

Non ho mai sentito, fino ad oggi, che un quotidiano sia stato denunziato per procurato allarme, ma tant’è, l’Italia si distingue anche in questo.

Due testate, Il Tempo di Roma e Libero sono state denunziate appunto per quel reato, senza tener conto del fatto che un quotidiano serio e un giornalista serio – e non abbiamo motivo di credere il contrario – pubblicano notizie di cui hanno in mano prove concrete.

Questi i fatti: ambedue i quotidiani in questione hanno, in questi giorni – come altri hanno fatto più timidamente – pubblicato la notizia che la recrudescenza della presenza della zanzara della malaria da noi – lasciamo ad altri i termini più scientifici – sia dovuta al massiccio arrivo sulle nostre coste di ‘migranti’, sia economici che non, tutti catalogati sotto la voce ‘richiedenti asilo’, e tollerati per anni in Italia, in attesa che una burocrazia elefantiaca e al limite del ricatto di potere, decida della loro sorte. Se poi tali personaggi risulteranno inidonei all’accoglienza, potranno comodamente fare ricorso contro la sentenza, rimanendo qui da noi sine die. Oppure anche con il decreto di espulsione in tasca, un foglietto che non fa paura a nessuno, stante l’incapacità delle nostre istituzioni a metterlo in pratica.

Dicevamo che l’Italia è un paese ‘presunto’, e chi si dovesse azzardare a dire il contrario, sarà immediatamente denunciato all’Autorità Giudiziaria. Presunti sono gli assassini e stupratori anche se rei confessi, fino al terzo grado di giudizio, presunti coloro che commettono ‘femminicidio’ – neologismo bruttissimo, cacofonico, sessista e discriminante, del quale propongo l’abolizione immediata per acclamazione popolare – , presunti i ladri, gli scippatori, i malversatori, i ricattatori, i mafiosi, e tutti coloro che commettono reato anche se rei confessi: davanti alla legge nessuno è colpevole se non dopo la sentenza di Cassazione passata in giudicato. È ridicolo sentir leggere alcuni Tiggì, durante i quali si sbandiera il termine ‘presunto’, pur in presenza di arresto in flagranza di reato. Siamo un paese dai muri di gomma, come nel caso dei vaccini. È reale, a questo punto la ‘presunzione’ del fatto che la spinta autoritaria sulle vaccinazioni sia dettata ‘anche’ da interessi economici delle società farmaceutiche: ricordiamo i clamorosi flop a proposito dei vaccini contro l’aviaria e la mucca pazza, che ha portato la ditta produttrice ad immagazzinare milioni di dosi invendute. Ma non possiamo ignorare che da fonti autorevoli siano venute voci di dissenso, forzatamente anonime perché minacciate da una presunta ‘lex ad personam’ che avrebbe portato la radiazione dall’albo nazionale del medici. Insomma, a proposito della malaria, le voci si inseguono e si contraddicono, secondo i canali tv e i quotidiani che le riportano.

Avere le prove, come ha sostenuto ‘Libero’, di quello che si è pubblicato, non è sufficiente per chi vuol tenere questa nazione sotto un ombrello di ‘presunta’ protezione, orientando l’informazione a suo favore. Guai a chi tocca i ‘migranti’, – quelli, non ‘presunti’-  e guai a chi sbandiera ai quattro venti notizie che possano nuocere loro. Già dal principio di questo esodo migratorio s’era detto e scritto che essi portavano malattie da noi ormai estinte,come la tubercolosi, la scabbia, il morbillo  – ho avuto il morbillo, e non sono morto: perché quello di oggi invece è così violento?- : ma guai a chi debba dichiarare che con gli africani è arrivato anche il contagio di una forma letale di malaria. I nostri ospiti, dei quali la Bonino ha finalmente dichiarato che siamo stati noi – cioè ‘loro’ – a volerli tutti qui, e allora la manfrina dei respingimenti si è scoperta, insieme all’ipocrisia e alle menzogne di una certa classe dirigente; i nostri ospiti devono essere accolti, coccolati, nutriti, ospitati in case confortevoli con televisione e ‘cibo buono’: evidentemente non quello di cui si nutrono – quando possono – gli Italiani. Vorrei tanto sapere cosa questa gente considera ‘cibo buono’, visto che i vassoi di pastasciutta sono gettati nei cassonetti, dove poi alcuni Italiani li vanno a recuperare. Viene da pensare che al loro paese mangino aragoste e caviale, oppure che abbiano capito che qui possono fare il bello e cattivo tempo, basta andare in piazza a urlare con quattro cartelli sgrammaticati, e il governo si muoverà; non mandando contro di loro la polizia, – riservata a quelli degli Italiani che difendono i propri diritti – ma aderendo alle loro richieste campate in aria. Abbiamo infatti sentito più volte anche Bergoglio parlare di ‘presunti’ diritti umanitari di questa gente, ma mai nessuno ha messo il focus sui loro sacrosanti ‘doveri’.

La malaria in Italia non faceva più paura, come pure il meningococco, di recente riaffacciatosi in maniera preoccupante – e chissà da dove viene. Delle malattie veneree non parla nessuno, ma c’è da pensare che siano anch’esse presenti. Quindi, proibito parlar male dei migranti: non portano la malaria, non portano alcuna malattia, sono sani come pesci; non violentano le nostre donne – e che, gli Italiani non fanno forse la stessa cosa, anzi, più di loro, mescolando violenze carnali a violenze domestiche? – non le molestano per strada. Eccetera eccetera. Sono ‘risorse’, come li definisce la Boldrini: di che, non s’è capito. Né s’è capito quale sarebbe la cultura che portano e a cui ci dovremmo abbeverare per arricchirci. Nessuno s’è accorto, o ha fatto finta di non vedere, che in Italia – oggi per avventura i flussi sono diminuiti, anche se non di molto – arrivano spesso donne senza marito all’ultimo mese di gravidanza, e che la maggior parte di loro partorisce quasi subito, sulla nave che l’ha raccolta, o sulla banchina del porto. Calcolando i tempi di ‘detenzione’ in Libia, c’è da pensare che il padre del bambino sia uno dei carcerieri, per violenza, o promettendo che l’arrivo in quelle condizioni avrebbe comportato una migliore accoglienza, e magari vitto, alloggio e lavoro. Così, con il famigerato ‘ius soli’ – sul quale il governo, elettoralmente, ha fatto marcia indietro, salvo poi a ripresentarlo boldrinianamente ad elezioni avvenute – avremo sul nostro suolo tanti piccoli figli di delinquenti, mercanti di carne umana, sfruttatori delle miserie altrui. Una bella genìa per un paese con le nostre tradizioni, in special modo se i figli avranno lo stesso  carattere dei loro padri.

Allora, tornando a ‘Il Tempo’ e ‘Libero’, ‘Tutto va ben, madama la marchesa’: cioè tutto ‘deve’ andar ben, per legge e volontà politica di chi comanda; un modo di dire adottato nel Ventennio, da cui è nata anche una canzoncina pubblicitaria, un ‘jingle’, che ricordo da Carosello. Infatti, durante quel famigerato periodo le notizie pubblicate dovevano rigorosamente essere positive. Par d’essere – presuntamente – tornati a quei tempi, basta sostituire l’espressione ‘procurato allarme’ con ‘disfattismo’.

 




Sondaggi elettorali, Salvini e Berlusconi: chi è testa?

Questa settimana (mercoledì per la precisione) è ripreso ufficialmente il dibattito sulla legge elettorale in commissione Affari costituzionali alla Camera. Progressi? Ben pochi. Siamo ancora fermi a quel clamoroso voto segreto con cui lo scorso giugno i franchi tiratori affossarono una riforma frutto di un accordo che sulla carta godeva di una maggioranza schiacciante (PD, Forza Italia, Lega e M5S). Ad essere affossata quella volta fu una riforma elettorale “alla tedesca”, con primo firmatario il deputato PD Emanuele Fiano.
La ripresa dei lavori è all’insegna del caos

Forza Italia vorrebbe recuperare quel progetto (un proporzionale con sbarramento al 5%), mentre il PD è diviso tra chi vorrebbe reintrodurre le coalizioni (attualmente vietate alla Camera) e chi pone come condizione la partecipazione del M5S all’accordo. Secondo alcuni retroscena, Berlusconi potrebbe cambiare idea, abbandonando il proporzionale per abbracciare un sistema con i collegi maggioritari (come il vecchio Mattarellum). Per la verità, una proposta di questo tipo era stata incarnata dal cosiddetto “Rosatellum”, il quale a sua volta era molto simile alla proposta che noi di YouTrend avevamo avanzato qualche mese fa e che prevedeva il 50% di eletti nei collegi e il 50% con il proporzionale. Il leader della Lega Matteo Salvini si è detto pronto a votare “domani mattina” una riforma con i collegi uninominali.
Il più in forma? E’ Salvini

 

Ed è proprio Salvini il personaggio che appare più in forma dopo questa pausa estiva. Come forse ricorderete, già prima di agosto la Lega Nord mostrava segnali positivi, facendo registrare – nella nostra Supermedia – il suo picco da inizio 2017, il 15%. I dati che sono usciti negli ultimi giorni sono ancor più positivi. L’istituto EMG, nel suo sondaggio per il TG La7, mostra una Lega sopra il 15%, mentre SWG addirittura la valuta al 16%, oltre due punti e mezzo più di Forza Italia.

A cosa è dovuto questo stato di salute della Lega? Possiamo solo fare delle ipotesi, ma è probabile che il tema dei migranti (con gli sbarchi in diminuzione rispetto allo scorso anno, ma che hanno comunque avuto grande risalto negli ultimi mesi) abbia contribuito a creare un terreno favorevole ai temi cari a Salvini presso l’opinione pubblica.

Se il trend dovesse rimanere questo, la partita interna al centrodestra su quale sia la prima forza politica si risolverà in favore dei leghisti. Sono molto interessanti, in questo senso, le indicazioni che vengono dal nuovo Atlante politico di Repubblica curato da Demos, l’istituto di Ilvo Diamanti. Tra le altre cose, Demos ha chiesto agli elettori di centrodestra chi preferirebbero come candidato premier.

 

Il risultato è piuttosto netto: Salvini è il leader che riscuote i maggiori consensi (35% contro il 26% di Berlusconi). Il dato “politico” è ancora più rilevante: dal momento che gli altri contendenti citati nel sondaggio (Giorgia Meloni e Luca Zaia, governatore – leghista – del Veneto) sono politicamente molto più affini a Salvini che a Berlusconi, in un ipotetico ballottaggio tra i due il vantaggio di Salvini potrebbe solo aumentare.

Si dirà: non è la prima volta che all’interno di un partito o di un’area politica prevale il leader più identitario (o comunque) meno moderato, ma quello che conta alle elezioni è allargare i propri confini attirando anche elettori meno ideologizzati con una leadership meno estrema. Quale può essere il gradimento trasversale di un leader decisamente “estremo” come Salvini?

 

Eppure, sempre secondo l’indagine di Demos, Salvini sembra non sfigurare nemmeno da questo punto di vista. Ben 37 elettori su 100 gli assegnano un giudizio pari o superiore a 6, a pari merito con Di Maio (leader “in pectore” di un partito che attualmente ha quasi il doppio dei voti della Lega) e davanti non solo a Matteo Renzi ma anche – e di molto – a Silvio Berlusconi. Il quale, nonostante stia puntando sempre più su un profilo moderato, rassicurante, raccoglie giudizi positivi solo da 3 italiani su 10.

Cosa ci dicono questi numeri? Di certo non possiamo “tradurre” automaticamente questo 37% in voti alla Lega (altrimenti Gentiloni dovrebbe fondare un partito domattina e puntare da solo al 50%). Quello che possiamo dire è che al momento, tra le varie opzioni sul tavolo, la più solida nel campo del centrodestra è, in modo piuttosto netto, quella rappresentata da Matteo Salvini. Il quale si è del resto già dimostrato in grado di sapersi muovere a livello strategico: la recente convergenza sulla candidatura di Musumeci (sostenuto da Salvini e Meloni) da parte di Forza Italia ne è un esempio; la sua performance a Cernobbio, dove in molti gli hanno riconosciuto di avere messo da parte gli eccessi anti-euro, ne è un altro. Le prossime settimane ci diranno se questa tendenza è destinata a confermarsi o a sgonfiarsi.




Grottaferrata, panico da Antrace: Sindaco e Asl tranquillizzano

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GROTTAFERRATA (RM) – Nessun rischio di contagio antrace tra esseri umani e nessun pericolo di trasmissione del batterio con ortaggi e frutta.

 

Questo quanto emerso oggi a Grottaferrata durante la conferenza pubblica indetta dal primo cittadino Luciano Andreotti alla quale hanno partecipato il direttore generale della Asl Rm 6 Narciso Mostarda e il direttore della Prevenzione Mariano Sigismondi.

 

E’ stato anche ipotizzato il rientro nella normalità, entro pochi giorni, in merito all’ordinanza del sindaco di Grottaferrata che ha dichiarato “zona infetta” la località Molara. Per questo occorrerà attendere il via libera da parte dell’azienda sanitaria.

 

Durante l’incontro pubblico è emersa una grande preoccupazione da parte dei residenti, soprattutto per quanto riguarda il “rischio contagio” attraverso gli animali e i prodotti della terra che si trovano nelle vicinanze di quella che è stata dichiarata “zona infetta”. E’ stato chiarito che nessun contagio può avvenire attraverso la fruizione di ortaggi o anche attraverso il semplice contatto con animali. I dirigenti Asl rispondendo alle domande dei cittadini in merito alla possibilità o meno di vendemmiare e raccogliere ortaggi nell’area contigua hanno confermato il via libera con le dovute accortezze igieniche già comunicato precedentemente e annunciato per il futuro prossimo una campagna di vaccinazione dei capi di bovini e ovini oltre a una analisi di campioni di terreno per capire meglio l’origine della ricomparsa di una malattia che non si manifestava da oltre due decenni nei Castelli Romani.

 

Per quanto riguarda invece la questione del possibile rischio contagio per mancata profilassi, per i guardia parco dell’Ente regionale Parco dei Castelli Romani, che pattugliano il territorio, Mostarda ha detto che lo stesso Ente regionale ha precisato che nessuno degli operatori è stato contagiato: “Sono tutti in perfetta salute”. Un chiarimento, quello dell’Ente Parco, riportato per voce del direttore generale Asl, dopo che il presidente del Parco dei Castelli Romani aveva lamentato il fatto di essere venuto a conoscenza  attraverso i giornali dell’ordinanza del sindaco di Grottaferrata che dichiarava infetta la località della Molara.

Il direttore generale della AslRoma 6, Narciso Mostarda ci ha tenuto a sottolineare la tempestiva collaborazione tra istituzioni che c’è stata sulla vicenda smentendo quelle notizie che avevano parlato di un’emergenza che starebbe salendo. “Ad oggi possiamo dire che siamo vicini al rischio zero”. Mostarda ha quindi confermato i contagi del pastore che sta rispondendo bene alla cura antibiotica e del veterinario Asl, un collaboratore del dottor Sigismondi,  che tuttavia ora sta bene, è stato dimesso ed è a casa, grazie a una diagnosi precoce della malattia che – è stato ricordato più volte – non si trasmette da uomo a uomo ma solo dal contatto con sangue e viscere dell’animale malato.

 

E’ stato infine ribadito che il rischio contagio riguarda esclusivamente le persone che sono venute a diretto contatto con le carcasse degli animali infetti e che di fatto nessun altro caso si è verificato oltre a quelli del veterinario e dell’allevatore.

“Nessuna polemica, solo informazione corretta e diretta a conferma della volontà mia e di tutta l’Amministrazione comunale di Grottaferrata di restare vicini alla cittadinanza senza generare allarmismi e rispondendo con cognizione sui casi di carbonchio ematico registrati su alcuni capi di bestiame nel nostro territorio. Ora posso dire che rispetto alle ulteriori sollecitazioni ricevute nel corso dell’incontro pubblico provvederemo anche, per maggiore tranquillità di tutti, a disinfettare il fontanile presente nell’area dichiarata infetta dal bacillo dell’antrace, un’area che comunque, come ribadito più volte dal direttore generale Asl Roma 6, Mostarda e dal dottor Sigismondi, tornerà a breve alla normalità”.
Con queste parole il sindaco di Grottaferrata, Luciano Andreotti ha concluso l’incontro pubblico aperto alla cittadinanza con i responsabili della Asl Roma 6 tenutosi nel pomeriggio di oggi presso l’aula consiliare del Comune.

“Siamo molto soddisfatti dell’incontro avvenuto con i vertici della Asl Roma 6” ha detto il sindaco a latere dell’appuntamento.
“Come autorità sanitaria cittadina ho ritenuto importante che avvenisse questo momento di confronto diretto anche per dimostrare la effettiva presenza e collaborazione tra le istituzioni del territorio che restano a completa disposizione e costantemente vigili nella cura della salute, della prevenzione e della sicurezza della cittadinanza” ha concluso Andreotti.